Lavone
Lavone e i Piardi
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LAVONE e la sua storia
(Come descritto da Don Omobono Piotti, l'anno 1907, nel suo
lavoro "Cronache Triumpline, n.1- LAVONE").
Lavone, << "Posto sulla
riva destra del biondo Mella a 495 mt. sul livello del mare;
Lavone dista da Brescia Km. 29 ed è attraversato dalla
strada provinciale, il cui tracciato interno è in progetto
di radicale modificazione; conta circa 700 abitanti.
Al nome di Lavone si sogliono attribuire due derivazioni:
una sarebbe basata sulla sua posizione topografica e l'altra
sulle condizioni geologiche. Un'antica tradizione dice che
vicino al paese ci fosse una raccolta di acqua chiamata dai
latini - Lacus - Lago, e poi con termine superlativo lagone,
e quindi per corruzione di nome LAVONE.
Una tale derivazione, attesta l'angustia dello sbocco da cui
esce il torrente Morina, che discendendo dalla convalle di
Pezzaze divide per metà l'attuale paese, non sarebbe
improbabile, e verrebbe a confermare l'ipotesi anche il tracciato
dell'antica strada, che congiungeva Lavone col capoluogo e
quest'ultimo con la strada Valleriana.
L'altra derivazione basata sulle condizioni geologiche del
suolo, sul quale era stato fabbricato l'antico LAVONE, e che
sarebbe confortata dal nome applicato anticamente ad una località
circostante al fabbricato, sarebbe quella di frana, chiamata
in dialetto LAV, che poi i padri nostri, traducendo in latino,
chiamarono LAVES.
Invero il forte pendio del monte su cui giace lavone Sopra
e le condizioni del suolo circostante, specialmente dal lato
sud, indussero gli antichi (come risulta al capitolo
123 dello Statuto Comunale scritto nel 1318) a chiamar quella
località col nome di Laves -Lav dal quale sarebbe poi
derivato Lavone (grande frana).
Come il lettore vede, sì l'una che l'altra ipotesi
non è destituita d'un serio fondamento, tanto più
se si considera che era costume degli antichi imporre alle
città ed ai paesi nuovi il nome di altri abbandonati,
o quello del fondatore, o quello derivante dalla natura del
luogo, il che si riscontra il più delle volte.
Quantunque LAVONE non possa essere noverato tra i più
antichi paesi della Valle Trompia, tuttavia è certo
per prove archeologiche, che nella parte più vecchia
rimonta ad epoca precristiana. (...)". >>. Le antiche
frazioni della comunità Parrocchiale di << "LAVONE:
Lavone Superiore. L'antico Lavone non era esteso quanto
l'attuale: alla contrada principale e primitiva detta Lavone
Sopra, col relativo castello, andavano unite le posteriori
e più piccole di Rebecco, Forno dei Grilli, casa
dei Fade o casa ed osteria del Comune, ed Aiale;
le contrade Taverna, Maddalena e Richiedei sono di data molto
posteriore, come dirò più innanzi. Rebecco;
Maddalena; Forno dei Grilli; Casa dei Fade (Fada); Osteria;
Taverna; Richiedei; Aiale. (...)" >>. ((L'anno
1907, Don Omobono Piotti nel suo lavoro "Cronache Triumpline,
n.1- LAVONE". Edizione Tipografia Ven. A. Luzzago, 1907.
Brescia))
LAVONE: in dialetto Laù.
Borgo della Val Trompia sulla destra del Mella a circa 500
metri s.l.m. attraversato dalla strada statale per Collio
– S. Colombano. Lo sovrasta a nord il ripido e roccioso
monte Crestole nella zona di confluenza del torrente Morina
col Mella. E’ frazione del comune di Pezzaze. Pezzaze,
almeno dal mese di settembre 1487, è la patria d’origine
dei Piardi bresciani.
“Il nome sembra derivare dal latino ‘Labes’
(Laves) = frana, per cui l’accrescitivo Laù sembra
indicare una grande frana. L’Omobono Piotti propende
per l’etimologia derivante da Lagone, grande lago, rifacendosi
all’esistenza di un vasto invaso d’acqua poi prosciugato
e scomparso. Un’antica tradizione vuole infatti, che
nei pressi del paese vi fosse una raccolta di acqua chiamata
‘lacus’ detta poi con termine accrescitivo ‘lagone’
donde ‘Lavone’. (…)”. [Alla voce “Lavone”.
Enciclopedia Bresciana, a cura di Don Antonio Fappani]
“La comunità lavonese è costituita da
più contrade tra cui quella di Rebecco oltre alle altre
Lavone di Sopra e di Sotto. La località si è
sviluppata intorno ad un forno ancora attivo nel 1757 ma intatto
anche nel 1807. La Santa protettrice dei lavonesi è
M. Maddalena, titolo della chiesa parrocchiale. (…).
Nella contrada Taverna era compresa anche la Casa dei Fade
cioè di Fada, casa e osteria del comune detta alla
francese Burò, dove si riuniva la Vicinia. Sulla sinistra
del Mella vi era la frazione detta Richiedei dal nome della
nota famiglia che vi risiedeva. (…). Vi è poi
Aiale così chiamata perché vi si raccoglieva
la legna dai monti circostanti per essere trasformata in carbone”;
(gli ‘aiali’ sono siti in cui veniva raccolta
la legna da trasformare).
“E’ opinione di alcuni che i primi abitanti siano
discesi dal Colle di San Zeno dove erano dediti alla lavorazione
del ferro nelle primitive miniere, come risulterebbe dalle
lunghe contese per l’elezione del Rettore di quella
chiesa. Le origini del paese sono da ricercare in un primo
nucleo di officine sorte a fondo valle, per utilizzare le
acque del Mella e del suo affluente Morina, mentre il centro
civile e religioso fu dapprima a Eto. (…)”.
[Alla voce “Lavone”. Enciclopedia Bresciana, a
cura di Don Antonio Fappani]
LAVONE. TRIDUO di Andrea PIARDI, pittore
Per immagini della vita religiosa, delle devozioni
dei fedeli della Parrocchia di S. Maria Maddalena
in Lavone; dei monumenti della Contrada, vedi:
San Rocco
Casa nativa
di padre Natale
Foto di padre NATALE di Gesù
da Lavone
Chiesa S. M. Maddalena (veduta dall’alto)
ETO, S. Nicolò. Affresco Madonna
Misericordia
Crocifisso Ligneo di Eto
Storia religiosa di ETO e LAVONE
LAVONE in alcuni accadimenti per
data
1318. Antica è la casa dei Fade che era anche stata
l’Osteria del Comune, appartenente alla famiglia Fada,
imparentata (più tardi) con i Piardi, il cui portico
porta la data del 1581 mentre la casa stessa apparteneva al
comune già prima del 1318. In ciascuna di queste frazioni
esisteva la relativa Vicinia con casa propria e ciascuna di
esse mandava propri rappresentanti al Consiglio di valle.
<< Boscal Imeldi, Grotino de Grote, Lazer dei fade,
Grillo de Grilli, Bontade Trivelle vanno noverati tra i dodici
savii, che hanno composto il pregevolissimo STATUTO Comunale>>.
((L'anno 1907, Don Omobono Piotti nel suo lavoro "Cronache
Triumpline, n.1 - LAVONE". Edizione Tipografia Ven. A.
Luzzago, 1907. Brescia))
Nel 1324 Lavone gode di tanta efficienza al punto da poter
esprimere in Ognibene Imeldi il capo dei valtriumplini. IMELDI:
Imeldi, Grilli e Pinzoni. Cognomi di famiglie principali possidenti
in Mondaro di Pezzaze nei secc. XII e XIII, secondo le carte
del comune di Bovegno (P.P. Guerrini). <<Gli Imeldi
abitavano in una casa nella contrada della Maddalena ora di
proprietà dei fratelli Piotti detti Paole, segnata
col N.° C.° 154. Sull’architrave ad arco in
pietra della bella porta d’ingresso, col monogramma
di Cristo v’era incisa la data 1618 ed il nome di Giovanni
Imeldi e sui due fianchi a lato della data la seguenti lettere:
3.a F.. L’arco in discorso fu levato pochi anni or sono
e posto a giacere in un fondaco a sinistra, entro la porta.
Sono al loro posto ancora i due pilastri laterali terminando
sulla base in forma di piede di leone >>. ((L'anno 1907,
Don Omobono Piotti nel suo lavoro "Cronache Triumpline,
n.1- LAVONE". Edizione Tipografia Ven. A. Luzzago, 1907.
Brescia))
1343, 27 luglio. La Vicinia di Lavone di Pezzaze chiede di
poter erigere una propria chiesa dedicandola a Santa Maria
Maddalena. I componenti la Vicinia di Lavone riuniti in Aiale
chiedono ed ottengono dalla Curia vescovile con decreto del
27 agosto 1343 di poter erigere una propria chiesa dedicandola
a Santa Maria Maddalena, staccandosi, così, dalla chiesa
di San Nicolò da Bari di Eto. Ad ‘Aiale di qua’
ebbero domicilio le antiche famiglie dei Bernardelli e dei
Sedaboni, (poi) ampiamente imparentate con i Piardi; mentre
di ETO (Het o Etto) sono i Piotti anche loro (poi) parenti
dei Piardi. L’altra parte di Aiale, ‘Aiale al
di là’, appartiene << al Comune ed alla
Parrocchia di Magno S. Lorenzo dopo che il Comune di Magno
fu unito a quello di Bovegno, cioè l’anno 1339,
anche i confini del nuovo Comune e della Parrocchia furono
ristretti alla riva sinistra del Mella al di là del
ponte. [“Difatti il 16 Giugno 1723 la Comunità
di Bovegno e di Pezzaze deliberarono di far costrurre ad Aiale
un Santello per termine di confine”. (Vedi gli Annali
di Pezzaze, pag. 103)]>>. ((L'anno 1907, Don Omobono
Piotti nel suo lavoro "Cronache Triumpline, n.1- LAVONE".
Edizione Tipografia Ven. A. Luzzago, 1907. Brescia))
Si può pensare che la chiesa sia stata costruita quasi
subito anche se la Parrocchia viene eretta con decreto certamente
verso l’anno 1450. Grazie alla costituzione del beneficio
parrocchiale inizialmente valutato in 60 ducati.
Secolo XV. LAVONE e i primi Parroci della Comunità
Lavonese. Don Giovanni Grotti nativo di Lavone e 6° (sesto)
Parroco di S. Maria Maddalena in Lavone, precisamente dal
1531 a circa il 1570, enumera i primi Parroci – Rettori
di Lavone, a raccontarlo è Don Omobono Piotti nel suo
lavoro del 1907. Infatti, << “Cronotassi dei MM.RR.
Rettori Parroci di Lavone”. Il M.R. Grotti Don Giovanni
fu il primo, che pensò a scrivere l’ordine cronologico
dei suoi MM.RR. Antecessori e sul noto Messale (della chiesa
di Lavone) così si espresse: “El primo preyt
che avessimo in questa terra fo uno dei mangioni de Pezzaze;
el sequndo p. Bonaventura de Castione; el terzo p. filippo
de Scalf; el quarto p. lial da ome; el quinto zoan da saià;
el sexto me p. zoan de grote da lavo qual eri del ano 1531…”
>>. [Don Omobono Piotti nel suo lavoro pubblicato l’anno
1907. “Cronache Triumpline n. 1 – LAVONE”.
Brescia, Tipografia Ven. A Luzzago, 1907]. (Abbiamo solo “fotocopiato”
il vecchio testo dell’antichissimo scritto, perciò
anche errori, lettere minuscole comprese; del resto, se si
fotocopia non si… altera).
1449, 20 marzo: anche a Pezzaze si vanno sviluppando contese
tra le contrade alte e basse circa i diritti per i pascoli
e per il taglio delle legne. E’ di quest’anno
una sentenza arbitraria che determina i vari diritti. “Giacomo
Trivelli da Lavone, cittadino di Brescia abitante a Cobiato,
e Comino Pilotto da Marmentino, arbitri eletti tra le contrade
alte, ossia Etto (Eto), Cevenone, Mondaro, coll’altre
terre di Pezzaze da una parte e le terre di Lavone e l’Ajale
dall’altra, stabiliscono: le legne tagliate dalle contrade
alte nei boschi del Comune dalla strada Frainasca in su, siano
a libera disposizione delle contrade alte dovendo però
esse contrade pagare alle contrade basse F. 10 planette di
buona moneta bresciana. Le legne poi né tagliate né
incantate siano comuni tra esse contrade alte e basse come
parla lo istromento del 1327”. (Atti di Bonaventura
Butio, notaio). (Lettura degli “Annali di Pezzaze”
a cura di A. Lupezza, anno 1966)
1458. Pezzaze. Si cita, secondo gli Annali del comune, il
cognome Fada a Pezzaze. Antonio Fada, noto come Frottino,
è rappresentante nel comune. (Annali di Pezzaze secondo
A. Lupezza, 1966). 4 novembre dello stesso 1458: Pezzaze.
“Incanto di casa intenutata in Lavone. In pubblica e
generale Vicinia s’incanta una casa di Antonio Fada,
in contrada detta Casa di Fade (…). Consigli e Ragioni
B. a Carte 9”. (Annali di Pezzaze)
1470. 17 maggio: Pezzaze. “Terra d’Avano unita
con l’altre di Pezzaze e con Etto e Cevenone Superiore
e Inferiore nella lite contro la Terra di Lavone per la comunità
de’ boschi e pascoli (…)”. (Annali di Pezzaze)
1475. 6 febbraio: Padre Bonaventura Sassi da Castiglione delle
Stiviere (Mantova) dopo essere stato parroco di Lavone di
Pezzaze diviene Arciprete Plebano di Bovegno in Val Trompia
e vi rimane sino al novembre del 1509. Nel 1510 gli succede
in Bovegno, terra contigua a Pezzaze, Don Guglielmo, suo omonimo
e conterraneo.
1493. Lavone ed il Parroco Lial. << Il Molto Rev.do
don Lial, dal Grotti (leggi: da Don Giovanni Grotti da Lavone
e Parroco di S. Maria Maddalena) enumerato per il quarto (leggi:
4° Parroco di Lavone), si sa che nel 1493 era già
Parroco di Lavone e che contro di lui, della sua Chiesa e
di alcuni anziani del suo popolo, fu scagliata la pena dell’Interdetto,
perché partigiano e forse fautore di coloro,che violentemente
e pertinacemente ostacolavano la presa di possesso del Beneficio
di S. Zenone, sul monte Colma (…) al legittimo rappresentante
del nuovo Investito, Don Giovanni Facchetti Chierico Bresciano,
residente nella Curia Romana >>. (Don Omobono Piotti
nel suo, più volte citato, lavoro del 1907).
1504. Lavone (Bs). Liallo de’ Boni da Ome risulta Parroco
della comunità sita ai piedi di Pezzaze; gli succede
poco più tardi, dopo ‘P. Zuan da Saià’,
Don Giovanni Grotti.
1509, Val Trompia. Benedetto Richiedei di Lavone è
Sindaco della Valletrompia.
1510. Atterrata la vecchia e iniziata l’attuale chiesa
lavonese, avviata questo stesso 1510. << Lavone di Pezzaze,
1510. Dopo aver demolita dalle fondamenta la vecchia chiesa
dedicata alla ‘Beata Maria Maddalena la comunità
ne fabbrica un’altra, più confacente all’accresciuto
numero della popolazione’. (P. Guerrini, Lavone di Pezzaze,
in Memorie storiche della Diocesi di Brescia – Brescia
1948 – vol. XV). Don Giovanni Grotti, Parroco, lascia
scritto di proprio pugno nella pagina di un messale in pergamena
del 1470: “Del anno 1343 questa terra de Lavò
era senza gesia, la sua parocchia era S. Nicolò, poy
cum licentia del episcopo de Bressa fu fabricata una gesia
in questa terra in honore de la Beata Maria Magdalena a la
quala fu unita la gesia de S. Nicolò, e questa gesia
fo eletta per la parochia per essere da lontano quella de
S. Nicolò, e poy questa gesia fabbricata durete fina
de l’anno 1510 ma per essere multiplicata la gente fu
destrutta fina a le fondamenti e fatta questa de l’anno
1510 e consecrata del 1522 la terza dominica de febraio”.
(Da “Pezzaze nella storia e nell’arte, dalle origini
al 1529, Gli Statuti”. Carlo Sabatti – Comune
di Pezzaze, 1995).
1522. 3^ domenica di febbraio: Lavone. Viene consacrata la
nuova chiesa parrocchiale eretta nel 1510. [28 marzo: Brescia.
Il Comune decide di affidare tutti i bresciani alla protezione
dell’Immacolata da sempre venerata sul territorio ma
in particolar modo nella chiesa di S. Francesco in città.
((L’omaggio dei ceri votivi continua sino all’anno
1797 quando i frati vengono allontanati dal loro convento
in conseguenza delle leggi napoleoniche di soppressione degli
ordini religiosi; il culto riprende, poi, nel 1928))].
1525. Lavone. << Taverna, questa contrada prese il nome
dalla preesistente Osteria del Comune (…) sottentrata
a quella già chiamata Forno dei grilli: l’anno
1525 è nominata per la prima volta la contrada della
Taverna negli annali della Comunità. Ciò sarà
accaduto col moltiplicarsi delle case di abitazione in quella
località >>. (Don Omobono Piotti, anno 1907;
opera più volte citata)
1529. Lavone fu sempre legato civilmente a Pezzaze come confermano
gli Statuti di Pezzaze del 1318, riveduti in quest’anno
1529. Nel 1529 Pezzaze rivede i suoi Statuti dopo la prima
stesura del 1318. Dopo le primarie diciotto originarie famiglie,
di cui agli Statuti comunali del 1318, e di quelli revisionati
del 1529, Statuto composto da 146 capitoli che riguardano
il modo di creare i Consoli (in numero minimo di dodici e
massimo di ventiquattro); il loro ufficio, il Governo del
Comune (attraverso il sorteggio tra i Consoli con turni bimestrali);
la nomina dei Massari incaricati delle riscossioni e dei pignoramenti;
il controllo dei molini e delle osterie; l'amministrazione
della giustizia (con obbligo di denuncia al "Maleficio"
di Brescia dei reati penali), ecc. L'ultima parte degli Statuti
riguarda le acque, gli acquedotti, le strade, i sentieri.
(Enciclopedia Bresciana di Antonio Fappani. Ediz. La Voce
del popolo; Sub voce: Lavone). Dall’Enciclopedia Bresciana
di Antonio Fappani riprendiamo: << Furono poi aggiunte
modifiche ed integrazioni fino a quando nel 1529 i diciotto
rappresentanti delle sei contrade di Pezzaze sottoposero ad
una nuova revisione l'antico testo latino aggiungendo alcuni
capitoli e affidarono al parroco di Lavone don Giovanni Grote,
o Crotti, il compito di tradurlo in volgare per renderlo più
accessibile anche agli amministratori comunali che non conoscevano
la lingua latina. Il buon parroco di Lavone tradusse il testo
latino in una forma che si avvicina di più al vernacolo
bresciano che alla lingua italiana, "in lingua nostrana"
egli scrive nella nota di proemio, forse per renderlo anche
più accessibile e inteleggibile, e compì il
suo lavoro l'anno 1530, avendo egli 45 anni. I diciotto furono:
di Mondèr (Mondaro): Pol de' Bregoli, Peder de' Bregoli,
Martino de' Preti; di Strivigne (Strivignino): Bartolomeo
de' Tegotti, Matteo de' Bonasini, Vincenzo de' Rossi; di Pesazole
(Pezzazuole o Pezzazole): Faustino de' Balduchelli, Bettino
de' Scolari, Bertolo de' Zanardini; di Havà (Avano):
Gabriele de' Alberti, Zanocino de' Bontachiè; di Cevenò
(Savenone): Matteo (del Ombe) de Facchini; di Lavò
(Lavone): Martino de' Grotti, Peci de Pagno de' Scolari, Agostino
de' Richiedei, Bartolomeo de' Richiedei, Andrea deì
Baldini, Marco de' Richiedei. >>.
In questo stesso anno 1529 si diffonde la peste.
Lavone è patria - forse adottiva, ma di antichissima
data – dei FACCHINI: “Fachini o Facchini e Facchini
– Cattanei. La famiglia Facchini, originaria del bergamasco,
si trasferì a Mantova nel 1476, al tempo del marchese
Ludovico II Gonzaga, che le concesse la cittadinanza mantovana.
[I Facchini ebbero nel 1643 il titolo di Conte per intervento
della duchessa Maria Gonzaga ultima del ramo primogenito della
dinastia mantovana. Giovanni Battista Facchini del XVI secolo,
fu oltre che giureconsulto, rettore degli scolari giuristi
presso l’università di Ferrara. Il cognome dei
Cattanei fu aggiunto in seguito al volere testamentario di
Giovan Lucido Cattanei Vescovo di Mantova del 1685, che istituì
suo erede universale il cugino Conte Annibale Facchini con
l’obbligo di aggiungervi il suo nome. (…)”.
(Castagna – Predari – Stemmario Mantovano –
pag. 250-252 – Vol. I – Editore Zanetti). [Da
ricordare tra i Facchini Don Bartolomeo (1664 – 1748),
parroco di Pezzaze per trentatre anni dal 1715. Un Martino
Facchini, figlio di Giovanni Antonio, da Lavone di Pezzaze,
nel 1826 lavora col contratto di un anno come garzone di bottega
del falegname per carri e botti Antonio Raccagni di Gussago
vivendo nella casa del suo padrone con l’impegno, oltre
che per il lavoro, anche per occupazioni in campo civile e
cristiano]. E’ accertata la presenza della famiglia
Facchini in Gussago sin dal 1500 ed in Pezzaze, compresa la
Contrada di Lavone, dal 1563. Sono molte le famiglie delle
Valli bergamasche ad emigrare in Val Trompia, abbondantemente
anche in Pezzaze. I Piardi, più tardi, s’imparentano
con questi Facchini e con quelli provenienti da Bovegno.
1531. Lavone ha un nuovo Parroco in S. Maria Maddalena: Grotti
don Giovanni nativo di Lavone, che abbiamo già incontrato
nel noto scritto. << Grotti don Giovanni apparteneva
ad una delle più agiate e distinte famiglie di Lavone,
egli stesso dichiarò d’essere stato nominato
Parroco del suo paese nativo l’anno 1531>>. (Don
Omobono Piotti nel suo, più volte citato, lavoro del
1907). Don Grotti scrive o trascrive nel 1529 poi traduce
in vernacolo “italiano” dal latino l’antico
Statuto del Comune di Pezzaze del 1318, ora rinnovato. Infatti
si legge in “una nota d’introduzione da lui stesso
scritta sullo Statuto Comunale riformato ed ampliato, appunto
l’anno 1529: << “Me pre Zoan de Grotte de
Lavo capellano de Monsignor R.mo episcopo de bressa e per
gratia de Dio Rettore de la gesia de Lavo ò scritto
questo libro per commissione de infrascritti consoli fo de
Ano MCCCCCXXVIIII siando io de Ani 43”>>. Nella
copia traslata in vernacolo dal latino, << “alla
prefata dicitura aggiunge: “et chorista in del Dom de
bressa ò scritto (questo) libro stando a Lavo del Ano
1530 stando me de Ani 45. Accora ne scrisse doy altre al nostro
Comune in nostrana (lingua) la mia mercede fo de lire 25”>>.
(Don Omobono Piotti nel suo, più volte citato, lavoro
del 1907). (Gli “errori” riscontrabili con evidenza
sono reali; tali sono stati riportati in pienezza).
1544. << Giacomino Grotti è spedito dalla Valle
quale Ambasciatore a Venezia a perorare innanzi al Senato,
per indurlo ad obbligare la Valle di Lumezzane a concorrere,
con gli altri Comuni Triumplini, a pagare gli aggravi imposti
alla Valle. (Raccolta de’ Privilegii, pag. 263)>>.
(Don Omobono Piotti da Lavone, Parroco di Pezzoro, nel suo,
più volte citato, lavoro del 1907).
Lavone. Una profanazione della chiesa, e non era la prima,
con conseguente riconciliazione ebbe luogo intorno al 7 aprile
del 1566, giorno di Pasqua, quando sulla porta della chiesa,
venne commesso un omicidio nella persona di Pietro Filippo
Richiedei.
1579. Cura Parrocchiale di LAVONE (Lauoni, Lavoni) - Chiesa
di San Nicolò in Eto (Heto; in dialetto Et, anche Het).
<< Adi 25 de febraro del 1579. Maffeo di Piardi da Pesazzi
à contratto Matrimonio de verba de presenti con donna
Jacomina figliola de Antonio de Martinelli da Heto nella Chiesa
di Santo Nicolò cura di Lauoni et forono fatte le denuntiationi
sì come comanda il santo Conseglio di Trento le tre
sotto scritte feste, per me prete Gio. Agonio et così
ancho celebrato il matrimonio e furono testimonij li sotti
scritti Nazero Santino Marangone et Francesco q.m Benedetto
da Eto. (…) >>. (Libro dei Matrimoni di S. Maria
Maddalena in Lavone).
Il 14 agosto 1580 vi fa visita in qualità di amministratore
apostolico il cardinale Carlo Borromeo - Arcivescovo di Milano
il quale si dice abbia avuto modo di esprimersi con parole
di vivo apprezzamento per l’accoglienza avuta. Secondo
il notaio Pietro Richiedei, testimone oculare dell’avvenimento,
che scrive nel 1611, il Santo Arcivescovo si trattenne “alcuni
giorni a Lavone, nel quale, secondo la povertà del
paese, fu trattato al meglio che gli era possibile bene”.
Carlo Borromeo quale visitatore apostolico del Papa, nel corso
del suo viaggio in Val Trompia, fa visita a Pezzaze ed a Lavone.
Quivi sosta nella casa di Lodovico Grotto ubicata a Lavone
Sopra. Don Barucio Ippolito è parroco titolare di S.
Apollonio di Pezzaze ed è presente in Parrocchia. La
visita apostolica del Borromeo inizia in duomo in Brescia
con la pia devozione delle Sante Quarantore celebrate il 29
febbraio. [La Visita Apostolica del cardinale di Milano trova,
anzi non trova sul posto della Cura, ben 120 Parroci assenti
i quali vengono solennemente rimproverati ed obbligati a farvi
ritorno con immediatezza od a rinunciare alla Parrocchia ove
sono preposti].
1587. Lavone. 1587 17 ottobre: Pezzaze. Ms Turino di Piardi
è padrino di battesimo di Jacomina figlia di Jacomo
di Zufolini. Battezzata nella chiesa di S. Maria Maddalena
di Lavone.
1589. Lavone. “Adi 9 Julio 1589. Bartolomeo figlio de
Giofrancesco de Piardi de Strevegne parochiano di santo Apolonio
di Pesaze et di donna Marta sua moglie fu battezzato per me
Rettore quel di prima (… nome illeggibile; potrebbe
trattarsi di Don Faustino Tirio da Bione), furono padrini
messer Bettino di Piardi et donna Jacomina di Bontachi”.
(Libro dei battezzati di Lavone).
In antico a Lavone era molto praticata la pastorizia, insieme
all’industria del carbone e del ferro. Poca attenzione,
anche per il terreno non adatto, venne dedicata all’agricoltura.
<< La risorsa economica primaria fu data dalla produzione
siderurgica che raggiunse il massimo splendore specie nei
secoli XV e XVI, grazie alla spinta impressa dal Governo Veneto.
Ruolo particolare avevano i due forni dei Grilli e di Rebecco
oltre a quattro fucine e cioè la vecchia, quella di
Budrie, il Fusinetto e quella di via Mazzere. Nel territorio
si trova gesso con selenite lamellare cristallizzata in grossi
prismi esagoni terminanti con piramidi di quattro facce. (…).
Quella di Lavone con quella di Mura era considerata nel 1851
come una delle ‘gessaie’ più considerevoli
della Lombardia. Vi esisteva anche una cava di marmo venato
in bianco, di fine pulitura, che servì ad edificare
altari. (…)>>.(Don Omobono Piotti da Lavone, Parroco
di Pezzoro, nel suo, più volte citato, lavoro del 1907).
1630-31. In questa località lavonese ebbe effetti devastanti
la peste che durò dal luglio 1630 al marzo 1631. Nel
luglio del 1630 e sino al marzo dell’anno successivo
si sviluppa a Lavone la peste portata, si dice, anche a Pezzaze
“da due fratelli pastori che erano stati al Salnitro
presso Brescia con le pecore”. [Nel gennaio del 1631
la popolazione di Brescia (città) è ridotta
a circa la metà. Si parla infatti di poco più
di 13.000 persone]. A Pezzaze, nella lettura degli Annali
della comunità, si legge: “1631, 19 ottobre.
Sollievo dalla peste. S’incantano i Rastelli che erano
nelle terre di Mondaro, Lavone e Ribecco”. Leggasi anche
Restelli. Luoghi già adibiti a lazzaretto. (Libro Consigli
G. a carte 84). (AA.VV. Brescia e la Val Trompia nella prima
metà del sec. XVII. Com. Montana Val Trompia –
anno 1979)
1633. “Lorenzo Richiedei da Lavone fu Rettore dall’Aprile
del ’33 all’8 Febbraio 1681, morì il giorno
predetto e fu sepolto nella tomba dei RR. Sacerdoti della
detta Chiesa essendo in età d’anni 75. Il Richiedei,
appartenente a ricca e distinta famiglia, era uomo dotto e
molto stimato da tutti, fu nominato Vicario del Santo Ufficio
in Valle Trompia, carica, che richiedeva, oltre la precisa
dottrina Teologica, anche una grande prudenza e sicuro discernimento.
Tale Ufficio aveva il non facile e delicato scopo di difendere
la purezza della dottrina cattolica contro le sottigliezze
dell’invadente eresia luterana. (…)”. (Don
Omobono Piotti. Cronache Valtrumpline N.°1, LAVONE”.
Brescia, anno 1907; pagg. 43-49)
1643, 7 giugno: Lavone. Il notaio Richiedei roga un atto che
interessa La Carità del Sale e una Piardi. [7 giugno:
Pezzaze. “Censo della Carità del Sale del Contado
di Pesaze con Eustasia q. Battistino Piardo”. Eustasia
fu Battista Piardi di Stravignino. Si registra a suo nome
la costituzione di censo. Stipulato, come si legge nell’atto
originale, <(…) in tutto conforme alla Bolla del
Sommo Pontefice Pio Quinto dell’anno 1568 sopra la forma
di crear censi (…)>. Sono presenti i signori: <Tonesi
q. altro Zouan Rottini, Angelo q. Zouan Turinello ambi di
B… et Gabriel q. Gio. Pietri Gabrieli di Pesaze, testimoni>.
Roga il notaio di Lavone “Petrus Paulus f. q. Batta.
Anto. de Richiadei”.]
I Richiedei, nella persona del nobile e mecenate Paolo Richiedei
(Gussago, 17 ottobre 1795) figlio di Angelo di Carlo (morto
nel 1778 a Brescia e sepolto a Gussago, nella tomba di famiglia),
sono presenti come famiglia in quel di Gussago, e prima ancora
in Brescia citta sin dal XVII secolo, provenienti da Lavone
di Pezzaze. Li troviamo già possidenti nel corso di
questo secolo e, per quanto ci riguarda, troviamo che circa
nel 1638 un Richiedei sposa Laura Trebeschi da Gussago, più
avanti, infatti, anche alcuni Piardi si accasano con ragazze
di quest’ultima famiglia. Alcuni giovanotti dei Piardi
di Pezzaze scenderanno in quel di Lavone ad impalmare qualche
donzella dei Richiedei. Nel 1657, come quelli di Gussago,
in Pezzaze i Richiedei sono detti Serotto (Serotti).
1658. Valle Trompia. La popolazione della Val Trompia è
di 13.221 abitanti. (Dati a cura di B. Faino – 1658,
richiamati in “Annali di Bovegno”).
“Nel 1676 il Cappellano di Mondaro, Contrada di Pezzaze,
si chiama Gregorio Prete Raggi (Ndr. equivalente di Raza,
secondo lo scritto dell’Omobono Piotti, 1907). Sappiamo
il suo nome perché il 10 febbraio il sacerdote vende
alla comunità una casetta murata. La descrizione della
casa ci permette di localizzarla in Lavone nella contrada
detta <Taverna> nel luogo chiamato Fusinetto. (…).
La casa viene riadattata dietro insistenza dell’oste
di Lavone ed assegnata all’Osteria del luogo allora
proprietà comunale”. (A. Lupezza, 1967).
1681. Lavone. Dopo la morte del Parroco - Rettore don Lorenzo
Richiedei da Lavone, in carica sin dall’Aprile 1633
e sino all’8 di Febbraio 1681, giunge Parroco di S.
Maria Maddalena il Reverendo don Domenico Fada. Vi rimane
sino al 1714 quando viene a morirvi il 2 Maggio, d’anni
75 d’età. Don Fada era stato Parroco di Pezzoro
dal mese d’Agosto 1664 al Febbraio 1667 quando vi rinunciò.
I FADA sono, da tempo, un’importante ed antica famiglia
lavonese.
1700. 4 luglio: Pezzaze. A seguito della delibera del Consiglio
comunale si ingiunge alla parrocchia di Pezzaze di celebrare
la festa di S. Apollonio ed alla parrocchia di Lavone di celebrare
la festa di S. Maria Maddalena. Per mancata adempienza a tale
ordinanza viene fissata una multa di 75 lire planette. Nella
stessa delibera viene pure determinata, a cura del Consiglio
la celebrazione di un Ufficio funebre ogni mese in suffragio
dei defunti della comunità pezzazese.
1721. << Raza Don Benedetto “di buonissima famiglia
in Lavone, sua patria, che portato dal suo versatissimo genio
a tenere scuola di Rettorica, l’ha perciò avuta
aperta moltissimi anni in Brescia con tale Concorso, profitto
ed applauso, che si è meritata l’intiera stima
di tutta quella grande città, che ne invidia il possesso
a quel luogo ben piccolo, benchè grande di nome d’averlo
sospirandone sempre più la gran perdita, e con ragione,
poiché non credo vi sia religione (ordine religioso
docente) che non ne vanti li meglio soggetti da Lui ammaestrati
(..); ora sta Capellano di Magno di Erma (Irma), contrada
da poco più che otto case di quarant’anime in
circa, vivendo a Dio ed agli amici, contento solo di sé
stesso e de’ suoi belli libri, che sono il tesoro più
caro (…) >>. (Don Omobono Piotti nel suo, più
volte citato, lavoro del 1907; alle pagine 57-58).
1751, 7 Marzo. Osteria di Lavone; Osteria del Comune. Una
volta non solamente un locale di pubblica mescita, ma, il
nome di antica Contrada con propria Casa Comunale ove <<
“doveva essere tenuta anche l’osteria, giusta
la prescrizione di cui al Capitolo 45 dello Statuto Comunale,
che è così espressa: “E’ stabilito
che si facciano tre osterie nel Comune, cioè due nella
terra di Mondaro ed una in quella di Lavone nella casa del
Comune”. (…). (…)>>. << Negli
Annali (Ndr. del Comune di Pezzaze) è ricordato un
aneddoto di prepotenza accaduto nell’Osteria di Lavone,
che credo bene di riportare. Il 7 Marzo 1751 “portatisi
i Consoli nell’Osteria di Lavone per esercitare il loro
ufficio (di controllo) sopra le vettovaglie, Giov. Maria Gabrieli
detto Bordignolo (1) percuote un Console e contro l’altro
si avventa con arma da fuco (antico costume dei devoti di
Bacco). Offeso il Comune di tale affronto, dà libertà
ai Consoli di fare i competenti ricorsi e di provvedere il
denaro occorrente”. Forse fu questo uno degli ultimi
atti di prepotenza dei Bordignoli, che dovette aver eccitata
la comune indignazione in modo da obbligarli ad emigrare.
(2). Testo della Nota di cui al n.1: “A Pezzaze i Bordogni
eran soprannominati Scalemberk”. Testo della Nota di
cui al n. 2: “I Gabrieli detti anche Bordogni o Bordignoli,
appartenevano ad una nobile e ricca famiglia, pare di origine
Teutonica, ch’era venuta a Pezzaze, probabilissimamente
in qualità di maestra per le ricerche ed i lavori di
mineralogia; avea stabilita la sua dimora nella contrada di
Mondaro e solo verso la fine del secolo decimottavo, lasciò
la Val Trompia per andare a Bovezzo, dove si fabbricò
un bel palazzo con sontuosa Villa, che oggi (Ndr. 1907) sono
posseduti dai signori Passerini, divenuti per matrimonii,
parenti ed eredi dei Gabrieli, dopo la morte dell’ultimo
rampollo Luigi, avvenuta in Bovezzo nel dicembre del 1855
>>. (Don Omobono Piotti nel suo, più volte citato,
lavoro del 1907; alle pagine 10-11).
1757. Il paese subì grandi danni con la distruzione
di dette fucine durante la terribile inondazione del 31 agosto
1757.
1792. Un noto personaggio lavonese è Michele Belli
(in realtà soprannome di una delle famiglie Porteri),
già Sindaco di Valle Trompia. Nel 1801, Belli don Andrea
(Porteri) ospita nella sua casa a Lavone Sopra, distinta col
N.° C.° 76, i generali Francesi Macdonald, comandante,
Reim, Poli e Vandam. Morendo, don Andrea, lasciava alla Chiesa
Parrocchiale una pianeta di raso bianco splendidamente ricamata
in oro.
Dei parroci titolari di questa antica parrocchia Santa Maria
Maddalena in Lavone citiamo quelli dal cognome di famiglia
imparentata con i Piardi: Uberto Gilberti (Zilberti) di Pezzaze
(1630-33), Lorenzo Richiedei di Lavone (1633-81), Domenico
Fada di Lavone (1681-1714), Giovanni Domenico Sedaboni di
Lavone (1714-19), Giuseppe Richiedei di Lavone (1773-75),
Bortolo Balduchelli di Pezzaze (1808-30), Lorenzo Zanetti
di Collebeato (1854-68), Giambattista Viotti di Pezzaze (1882-1920),
Fortunato Peli di Zanano (1920-34), Andrea Bernardelli di
Pezzaze (1934-71). Con attinenza poi alle trasmigrazioni,
peraltro assai scarse nei secoli scorsi e fatta esclusione
per qualche rampollo di famiglia importante magari spintosi
sino a Venezia, sottolineiamo che i sacerdoti erano gli unici
soggetti a ‘migrazione’ per cura d’anime,
così come in tutte le diocesi anche a Brescia ma pure
da una diocesi all’altra. Nemmeno Lavone sfugge a questo
fenomeno, infatti, dopo il parrocchiato di Don Simone Mangioni
di Pezzaze (sec. XV) che vi arriva scendendo solo due chilometri
di cammino, vi giunge agli inizi della seconda metà
del XV secolo Padre Bonaventura Sassi di Castiglione delle
Stiviere, il quale poi passerà a Bovegno quale arciprete,
già a partire dal 1475. I Piardi, con Giovanni Piardo,
come si scriveva in quel tempo, appaiono (almeno alla storia
ufficiale) a Pezzaze Alto (Stravignino e Mondaro con S. Apollonio
ed Avano compresa la località di Savenone) nel 1487,
il 2 di Settembre; poco dopo che il mantovano padre Bonaventura
se ne è andato da Lavone all’attigua Cura di
Bovegno.
Primi anni dell’Ottocento. A Gussago, soprattutto in
alcune frazioni, in particolare quella di Ronco, sono presenti,
già da prima del 1810, alcuni valtrumplini quali, ad
esempio, Andrea Mazzelli, originario di Bovegno e sposo di
una pezzazese, certa Teresa Berlandis. Il Mazzelli era a Ronco
quale fabbriciere del Parroco Don Casari. Successivamente,
Don Giuseppe Mazzelli, figlio di Andrea, reggerà la
Parrocchia di Ronco dal 1853 al 1883, e risulta essere approfondito
conoscitore della località di Pezzaze per essere stato
in precedenza Parroco di Lavone di Pezzaze. (R. Faroni).
1830, 27 Aprile . Lavone. Muore il Parroco Don Bortolo (Bartolomeo)
BALDUCHELLI, nativo di Pezzaze. Celebra il funerale Don Antonio
Piardi (Pezzaze, 1801) – Curato e Coadiutore del Parroco
di Pezzaze, Don Ricchetti. Don Omobono Piotti, nella sua opera
pubblicata l’anno 1907 (in occasione del XXV di Parrocchiato
in Lavone del Reverendo Don Viotti Giov. Battista), scrive:
“Don Bortolo Balduchelli fu Vicario parrocchiale fino
dal Luglio 1807 e dal Marzo 1808 al 27 Aprile 1830 fu Rettore,
giorno in cui morì in età d’anni 60 “per
un tumore ai polmoni”. A scrivere il necrologio ufficiale
nel Libro dei Morti di Lavone del defunto Reverendo sacerdote
Balduchelli è Don Antonio Piardi il quale, come detto,
ne celebrò i funerali. Questo il testo di pugno don
Piardi: << Il 27 aprile 1830. Bartolomeo Balduchelli
nativo di Pezzaze Rettore Meritissimo di questa Parrocchia
è mancato ai vivi il giorno sudetto alle ore undici
antimeridiane in età di 60 anni in circa, dopo di aver
governata questa Parrocchia con tutto zelo, e carità
particolare verso i poveri per ventidue anni. La morte repentina
cagionata da effluvio di sangue non ha permesso di amministrargli
che il Sacramento della penitenza e l’assoluzione in
articolo m. Il funerale è stato celebrato dal Reverendo
Don Antonio Piardi Coadiutore del Reverendissimo Arciprete
di Pezzaze Richetti Giambatta, e delegato da lui per essere
egli impedito da malattia, coll’intervento di tutti
i sacerdoti della Congrega nuova e vecchia. (Firma). Piardi
Antonio Coadiutore delegato dall’Arciprete sudetto infermo.
>>.
(Libro dei Morti di Lavone, anno 1830).
1846 – Nuovo Rettore Parroco a Lavone – 1853.
<< Mazzelli Don Giuseppe da Bovegno fu Rettore di Lavone
dal 20 Maggio 1846 all’Agosto del 1853; concorse e fu
nominato Parroco a Ronco di Gussago, placitato in Luglio fece
il suo ingresso circa la metà d’Agosto. Era stato
preceduto a Lavone dall’Economo Spirituale Sedaboni
Don Giacomo ricco e benefico sacerdote. Il Mazzelli era bravo
ed agiato. Tanto a Lavone che a Ronco fu molto amato, lasciò
di sè ottima memoria e suscitò largo e sincero
rimpianto la sua perdita. Il Mazzelli era parroco nostro l’anno
della disastrosa inondazione (N.d.r. 1850), chiamato dal popolo
= l’anno delle rovine =: parte dei generosi soccorsi
venuti da ogni plaga d’Italia e dall’estero furono
affidati al Mazzelli, il quale allo scopo di migliorarne i
vantaggi, ne prestò parte alla Società del Forno
di Tavernole, la quale con incredibile ingiustizia, non volle
restituir più nulla; il Mazzelli dovette averne un
grande dispiacere e forse fu questa la causa principale della
sua partenza, tale almeno fu la comune opinione. Durante il
Parrocchial Ministero del Mazzelli fu fatto il concerto delle
campane (1847), fu allungata la Chiesa, fu livellata la strada
Provinciale che era più alta d’un metro del pavimento
della predetta accedendo alla quale bisognava discendere per
più gradini. Stette a Ronco per 30 anni ed ivi morì
il 4 Agosto 1883 e fu sepolto il 6 nella tomba dei sacerdoti.
Né gli eredi a’ quali avea lasciata la sua proprietà
paterna valutata circa 70.000 (settantamila) lire, né
i Parrocchiani, che pur tanto lo piansero, posero sulla sua
tomba una lapide commemorativa! Quale lezione degna d’essere
meditata!>>. (Don Omobono Piotti. Cronache Valtrumpline
N.°1, LAVONE”. Brescia, anno 1907; pag. 52)
1860. << Piotti Domenico sottotenente dell’esercito
piemontese, in un assalto alla fortezza di Gaeta, prende la
bandiera al primo Reggimento dei Cacciatori nemici. (La famiglia
dei Piotti detti Niccoli passò da Eto a Lavone circa
la metà del secolo XVIII)>>. (Don Omobono Piotti
nel suo, più volte citato, lavoro del 1907). Questi
Piotti ancora dimoranti in Eto (Etto) od Et s’imparentano
con i Piardi di Pezzaze.
1863. FADA: cognome della famiglia di Giuseppe, quivi nato,
sacerdote dell’ordine dei Carmelitani Scalzi, col nome
di Padre Natale di Gesù (1863 – 1941), figlio
di Giovanni Battista e di Maria Piardi. Di Giuseppe FADA si
sono occupati molti libri di storia. E’ noto, infatti,
come infaticabile sostenitore di molte opere e di istituti
religiosi tra cui quelli fondati da Don Giovanni Calabria
il quale in più occasioni ha tenuto a far sapere che
l’iniziatore delle sue opere fu Padre Natale di Gesù.
[Nota a Lavone, sin dal Trecento, è la “Casa
dei Fade” detta anche “Casa o osteria del Comune”
posta nella località lavonese di “Forno dei Grilli”
in Contrada “Taverna” (Don Omobono Piotti. Cronache
Valtrumpline N.°1, LAVONE”. Brescia, anno 1907;
pagg. 8-10)].
1879, Lavone. Si trasferiscono le ossa dei defunti nel nuovo
Cimitero; a solennizzare il sacro rito interviene il Reverendo
Sacerdote Don GIOVANNI BATTISTA o GIOVAN BATTISTA PIARDI (Pezzaze,
1829 - 1903. Sacerdote. Parroco dal 1881 al 1903 di Avenone,
frazione del comune di Pertica Bassa). Infatti, secondo gli
scritti di Padre Giovanni Maria Bontacchio (figlio di Antonio
e nipote di nonna paterna Piardi) editi l’anno 1944
a cura della Parrocchia di S. Apollonio, auspice il Parroco
don Verzeletti, si legge: “Nacque in Stravegnino il
4 marzo 1829 da Ermenegildo e da Rosa Balduchelli. Quattro
anni dopo la sua nascita suo zio paterno Piardi Don Antonio
(Stravignino di Pezzaze, 1801) succedeva all’arciprete
Ricchetti nel governo della parrocchia (ndr. Pezzaze). Governo,
come dicemmo, piuttosto austero particolarmente con la parentela.
I nipoti Battista, Giacomo, Cecilia, Francesco, Caterina,
Alfonso, Laura, Filomena, Giuseppe – Ermenegildo, Luigi,
tutti dieci figli del fratello Ermenegildo, hanno sempre ricordato
questa severità dello zio arciprete con sincera riconoscenza.
Battista e Alfonso manifestarono inclinazione al sacerdozio.
Lo zio arciprete dopo averli provati da pari suo, li affidò
al Seminario dove pure corrisposero e fecero concepire le
più belle speranze. Don Giovanni Battista Piardi celebrò
la Prima Messa probabilmente nel 1854 e fu destinato Coadiutore
ad Avano sulla montagna di Pezzaze e dopo qualche anno a Stravegnino,
ove rimase sino al luglio del 1881. A pag. 27 delle “Cronache
triumpline”, n. 1 - Lavone, Don Omobono Piotti, l’autore,
nel 1907, ha un accenno a Don Giov. Battista Piardi in questo
periodo: <<il 3 novembre 1879, esumate l’ossa
del vecchio cimitero, furono con solenne processione, con
accompagnamento di numeroso clero, di tutto il popolo e di
banda musicale, riportate nella chiesa parrocchiale, dove
si celebrò un solennissimo Ufficio e dopo un discorso
di circostanza recitato dal rev. Piardi D. Giov. Battista,
allora curato di Pezzaze, furono trasportate nel nuovo cimitero
ed ivi decentemente sepolte >>.
1882. Lavone. Parrocchiato di don Giov. Battista Viotti da
Pezzaze, parente dei Piardi noti come “Catanì”
(Cattanini), la stessa famiglia che emigrò, agli inizi
di questo secolo XIX, a Gussago e nella plaga di Franciacorta
(Gussago, appunto; Padergnone; Rodengo; Saiano indi a Fiumicello;
Rovato). << Lavone: Viotti Don G.B. da Pezzaze, nominato
il 1° Giugno Parroco nostro, dopo essere stato per alcune
settimane Economo Spirituale, il popolo festeggiò il
suo ingresso il 23 Luglio 1882. In tale occasione fu stampata
una bella poesia scritta dal compianto Dott. Ghidinelli Medico
di Collio e buon poeta. Il 25 Luglio 1897 si festeggiarono
le nozze d’Argento di sacerdozio del Molto Reverendo
Viotti ed in questo anno (Ndr. 1907), in occasione della Festa
Titolare, si solennizza il 25° di Parrochial Ministero.
Ad multos annos! >>. [L'anno 1907, Don Omobono Piotti
nel suo lavoro "Cronache Triumpline, n.1- LAVONE".
Edizione Tipografia Ven. A. Luzzago, 1907. Brescia. Al capitolo:
“Cronostassi dei MM.RR. Rettori Parroci di Lavone”;
pagina 54].
1907. La popolazione si è per secoli aggirata intorno
alle 500/600 anime, nel 1907 risultavano essere 700. La “Casa
dei Fade”, antica costruzione, detta anche casa ed osteria
comunale, risultava essere abbracciata dalla vecchia Contrada
detta “Forno dei Grilli” dal nome della famiglia
proprietaria. Si trovava nella contrada Taverna che si legge
confinava con nota Osteria. In questo anno 1907 “è
abitata dalla Signora Maria Anna Bregoli vedova Pè,
al Civico n. 187.”E’ a notarsi che in ogni frazione
esisteva la casa Comunale e serviva per adunarvi la locale
Vicinia, cioè tutti i Capi Famiglia, per deliberare
intorno alla amministrazione dei loro particolari interessi,
religiosi, economici e politici, (…)”. (Secondo
lo scritto del 1907 curato da Don Omobono Piotti. “Cronache
Valtrumpline n. 1 – LAVONE”).
1920. G. BATTISTA o GIO. BATTISTA PIARDI (1888 – 1984)
della famiglia passata alla storia come “Cansonète
– Pepa”. G. BATTISTA o GIO. BATTISTA PIARDI figlio
di Raimondo (1857) e di Angela Bernardelli. Nasce il 1 (2)
aprile 1888. Detto Pepa. Sposa nel 1920 Pasqua Piotti da Lavone
nata il 4 gennaio 1895 di Pezzaze ed ha quattro figli di cui:
Daniele (1920), Delfina (1927) e Guido (1938). Muore il 5
gennaio 1984. Pasqua (Ninì) Piotti, di antichissima
famiglia lavonese, muore il 4 marzo 1986. (Cimitero di Stravignino,
anno 1997)
1920, 20 Agosto. Lavone. <<20 Agosto ore 5 e mezza.
Muore all’età di anni 71circa non compiuti per
“paralisi cardiaca” il M. Rev. Don Battista Viotti,
fu Faustino e fu Valentini Maria, nato a Pezzaze il 14 Novembre
1849 e fu dal 22 Giugno 1882 parroco di questa popolazione
di Lavone (…)>>. Personaggio di famiglia molto
vicina ai Piardi di Pezzaze, in particolare a quelli Catanì
(Cattanini) andati a dimorare in quel di Gussago sin dagli
inizi dell’Ottocento; molti averi o beni fondiari con
immobili rustici e di civile abitazione vennero, nel periodo
a cavallo tra la prima e la seconda metà dell’Ottocento,
acquisiti da questa famiglia Viotti. L’odierno defunto,
Don Gian Battista (1849), è fratello di Angelo (1861)
che fu Giudice Conciliatore, Consigliere Comunale, Assessore
e poi Sindaco di Pezzaze; persona, quest’ultima, per
molti decenni veramente impegnata nel “incanalare sulla
retta via” le contese e le dispute di famiglia e di
paese quale “Conciliatore” ed anche nell’Amministrazione
della cosa pubblica, come si è detto. Don Viotti fu
di suo fratello Angelo, minore d’età, anche il
tutore legale alla morte del padre Faustino. [Dai “Racconti”
di Angelo Secondo Viotti (1916) figlio di Angelo (1861) e
nipote di Don G.Battista, raccolti da Achille Giovanni Piardi
dal 1997 al 2005 in casa Viotti a Pezzaze]
1921. Paolo Mazzoldi, nato a Lavone di Pezzaze il 20 aprile
1886, decesso in S. Paolo del Brasile il 15 giugno 1921, fu
pubblicista dalla fulgida penna, fiero assertore di dignità
nazionale, potente quotidiana voce della lontana Madre Patria.
(...).
(Vedi la pagina propria in http://www.piardi.org/persone/p83.htm
)
1933, Lavone. ANGIOLINA PIARDI (1912 – 1979) figlia
di Antonio (1866) dei detti Valì e di Angela Gabrieli.
Nasce a Pezzaze il 24 febbraio 1912. Sposa, il 28.12.1933,
Giuseppe Ronchi (1908) da Lavone (figlio di Giovanni e Giacomelli
Angela) ed ha otto figli di cui uno morto neonato: Ilves,
Giovanni, Gabriele, Dante, Ester, Angiolina, Mistica. Angiolina
Piardi decede a Lavone il 28 ottobre del 1979.
1934.<<L’anno del Signore millenovecentotrentaquattro
il giorno ventisette del mese di Ottobre – premesse
le pubblicazioni in questa parrocchia dal giorno 14 al 24
ottobre. (…); io Don Andrea Bernardelli – Parroco
di questa Chiesa di S. Maria Maddalena in Lavone ho coniugato
solennemente in matrimonio Piardi Teodoro figlio di fu Raimondo
e di fu Bernardelli Angela battezzato a Pezzaze il 7 gennaio
1905 domiciliato provvisorio a Pezzaze, et Piotti Ines Santina
figlia di fu Marco e di Damiani Domenica battezzata a Lavone
il 2 novembre 1903 domiciliata a Lavone. Presenti i testimoni
idonei, ed a me noti Bergamaschi Dott. Luigi fu Angelo della
parrocchia di Lavone e Piardi Andrea fu Raimondo della Parrocchia
di Bovegno. (…) >>.
1934. In data 1.12.1934. Il Parroco di Bovegno - Parrocchia
di San Giorgio Martire, ai sensi del Canonico 1103 –
2, notifica al Parroco di Lavone che << Il Sig. Piotti
Benedetto figlio di fu Innocenzo e di Ferlinghetti Caterina
nato a Bovegno e battezzato nella Parrocchia di S. Giorgio
Martire il 22.VII.1911 e la Sig.ra Piotti Annunciata Domenica
figlia di Benedetto e di Piardi Angela, nata a Lavone il 1
Dicembre 1913, hanno contratto matrimonio religioso il 3 Novembre
1934 nella Parrocchia di S. Giorgio Martire Comune di Bovegno.
Presenti i testimoni Ferlinghetti Battista e Giacomelli Costante.
Sac. Emilio Maffignoli (?)>>.
1936. In data 1.2.1936. Il parroco di Bovegno – Parrocchia
di San Giorgio Martire, ai sensi del Canonico 1103 –2,
notifica al Parroco di Lavone che << Maffina Rodolfo
figlio di fu Battista e di Piardi Serafina nato a Lavone e
battezzato nella Parrocchia di Lavone il 2.V.1907 e la Sig.ra
Tanghetti Rosa figlia di Luigi e di Sequenzia Maria nata a
Bovegno e battezzata nella parrocchia di S. Giorgio il 12.II.1917
hanno contratto matrimonio religioso il 26 Dicembre 1936 nella
parrocchia di S. Giorgio M. - Comune di Bovegno, presenti
i testimoni Gatta Giacomo e Raza Antonio. Sac. Emilio Maffignoli
(?) >>.
1936, 25 e 26 maggio. LAVONE, Visita pastorale del vescovo
Mons. Giacinto Tredici. E’ parroco, da qualche tempo,
di S. Maria Maddalena Don Andrea Bernardelli, fratello di
Brigida andata in sposa a Faustino PIARDI dei detti Pelès
di Pezzaze poi trasferiti (1932/33) nella pianura bresciana
(Calcinato, Bedizzole, Ghedi, Montichiari). Don Andrea che
compila il questionario della visita pastorale – vistato
con modifiche operate da Sua Eccellenza (unito al decreto
vescovile susseguente datato 20 agosto 1939) – afferma
che gli abitanti sono 521 (in più 31 assenti, annota
il vescovo…; quando, invece sono 1200 quelli di Pezzaze
alto…, dei quali, anche qui, “300 quasi sempre
assenti” ). Don Andrea scrive, per la pubblicazione
“Pezzaze nella storia e nella sua vita religiosa”,
edita nel 1944, gran parte della stessa in particolare il
capitolo dal titolo “Pezzaze e le istituzioni di beneficenza
“.
[Per Faustino, cognato del Reverendo Bernardelli, vedi alla
pagina propria http://www.piardi.org/persone/p84.htm
]
1941. Verona. Muore padre Natale di Gesù, dei Carmelitani
scalzi; al secolo Giuseppe Giacomo FADA PIARDI nativo di Lavone
l’anno 1863. Personaggio di grande importanza per la
nascita e lo sviluppo di tutte le iniziative avviate, in Italia,
da Don Giovanni Calabria da Verona, passate alla storia com
Opera don Calabria. Oggi San Giovanni Calabria. Padre Natale
di Gesù fu amico ed in corrispondenza con padre Leopoldo
Mandic (San Leopoldo, venerato nel “suo” Santuario
in città di Padova, poco discosto da Prato della Valle
(vicino sia a alla Basilica di Sant Antonio quanto a quella
di santa Giustina).
1960. Muore in NEGRAR di Verona padre CHERUBINO della BEATA
VERGINE del CARMELO.
Lavone. Trascriviamo l’atto di Battesimo di un noto
Richiedei. “Lunedì 18 Maggio 1891. LAVONE di
PEZZAZE. Parrocchia Santa Maria Maddalena. Richiedei Andrea
Domenico figlio di Domenico e di Angela Bernardelli, legittimi
coniugi di questa Parrocchia, nato jeri alle ore 4 antimeridiane;
oggi fu battezzato dal sottoscritto levandolo al Sacro Fonte
Masneri Ester moglie di Fada Pietro ‘Caroti’ –
In fede Viotti G.B. Parroco. Richiedei Domenico padre. Piotti
Giulia Levatrice”. [Annotazione a margine dell’Atto
di Battesimo: “Si è fatto religioso carmelitano
scalzo nel 1908 e ordinato Sacerdote nel 1917. E’ morto
in Negrar (Verona) il 7.3.1960”.]
Si tratta dell’atto di battesimo di “padre Cherubino
della Beata Vergine del monte Carmelo” (al secolo Andrea
Domenico Richiedei); fu, dopo la morte (1941) di padre Natale
di Gesù (al secolo Giuseppe Giacomo Fada – Piardi,
da Lavone), padre spirituale di Don Giovanni Calabria, fondatore
dell’Opera Don G. Calabria, poi San Giovanni Calabria.
1962, Lavone. MIRIAM PIARDI (1941) di Maffeo (1900) e di Candida
Maffina. Nasce il 4 giugno dell’anno 1941. Sposa nel
1962 Giacomo Piotti da Lavone ed ha due figlie: Cinzia e Franca.
Altri dati, notize e accadimenti sono rinvenibili: nel Volume
primo, cartaceo, “I PIARDI” pubblicato l’anno
1998; nel cartaceo volume secondo “I PIARDI” pubblicato
l’anno 2000 in Pezzaze; nel libro terzo dei Piardi,
“On line”- in questo sito, VOLUME III
“PIARDI NEL TEMPO - dimore, vita vissuta, costumi portati
dai Piardi ed anche devozioni cui siamo stati capaci in più
di cinque secoli di vita”, al link http://www.piardi.org/volume3.htm
Molte altre notizie riferentisi a LAVONE si possono
trovare nelle restanti pagine del sito
“I PIARDI” www.piardi.org
- SEZIONI, Capitoli e paragrafi meglio evidenziati con i sottostanti
link :
www.piardi.org/opera/volume2.htm
Presentazione del 2° volume cartaceo "I PIARDI"
www.piardi.org/opera/vol3/volume3devozioni45.htm
Le QUARANTORE a Lavone
www.piardi.org/opera/vol3/volume3devozioni48.htm
www.piardi.org/opera/vol3/volume3devozioni41.htm
TRIDUI dei defunti a Lavone
www.piardi.org/opera/vol3/volume3devozioni421.htm
www.piardi.org/opera/vol3/volume3devozioni423.htm
www.piardi.org/luoghi/pezzoro.htm
www.piardi.org/luoghi/pezzaze.htm Con
note ed immagini inerenti LAVONE
www.piardi.org/opera/vol3/volume3emigrazione.htm
www.piardi.org/persone/p11.htm
www.piardi.org/persone/p24.htm San
G. Calabria e padre Natale di Gesù
www.piardi.org/persone/p15.htm
Padre Natale di Gesù (G.G.Fada - Piardi)
www.piardi.org/persone/p16a.htm
www.piardi.org/persone/p18.htm
www.piardi.org/persone/p30.htm
www.piardi.org/persone/p35.htm.
Teodoro e la sua sposa
www.piardi.org/persone/p41.htm
www.piardi.org/persone/p41.htm
Andrea Piardi, pittore, lavora a Lavone S. Maria M.
www.piardi.org/persone/p47.htm
www.piardi.org/persone/p52.htm
www.piardi.org/persone/p54.htm
www.piardi.org/persone/p68.htm
www.piardi.org/persone/p82.htm
www.piardi.org/persone/p83.htm
Paolo Mazzoldi da Lavone, morto in Brasile
www.piardi.org/persone/p84.htm
www.piardi.org/persone/p85.htm
www.piardi.org/english.htm
www.piardi.org/opera/vol3/volume3dimore.htm
www.piardi.org/opera/vol3/vol3dimore_pnatale.htm
www.piardi.org/piardi_bergamaschi.htm
www.piardi.org/opera/vol3/volume3pastori.htm
www.piardi.org/opera/vol3/volume3beneficenza.htm
www.piardi.org/foglionotizie.htm
www.piardi.org/fn/N22_Natale2005.pdf
www.piardi.org/fn/N25_DIC2007.pdf
www.piardi.org/fn/N26_Pasqua2008.pdf
www.piardi.org/fn/N23_Natale2006.pdf
www.piardi.org/fn/N28_Natale2008.pdf
www.piardi.org/fn/N27_estate2008.pdf
www.piardi.org/FN/N12_SET2002.pdf
www.piardi.org/FN/CIZZOLO2005.pdf
www.piardi.org/FN/N05_LUG-AGO2001.pdf
www.piardi.org/fn/N20_MARZO2005.pdf
www.piardi.org/fn/N24_GEN2007.pdf
www.piardi.org/fn/N29_NATALE2009.pdf
www.piardi.org/FN/N08_OTT2001.pdf
www.piardi.org/incontri_rodengo.htm
www.piardi.org/raduno2009.htm
Pezzaze, Saluto e relazione del Presidente
www.piardi.org/news/SS-Pietro%20e%20Paolo.pdf
www.piardi.org/news/FN%2030%20(33)%20Natale%202010.pdf
((21 febbraio 2011. A cura di Achille Giovanni Piardi
per le pagine del sito "I PIARDI", Sezione
LUOGHI: Lavone - avviata il mese di Aprile 2011))
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