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Questo sito nasce da un'idea di Achille Piardi, il quale dopo anni di ricerche e dopo aver redatto una prima versione della biografia sulla Famiglia Piardi è alla costante ricerca di nuove informazioni... se anche tu sei un Piardi... continua a navigare tra queste pagine!!!


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Lavone

Lavone e i Piardi


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LAVONE e la sua storia
(Come descritto da Don Omobono Piotti, l'anno 1907, nel suo lavoro "Cronache Triumpline, n.1- LAVONE").

Lavone, << "Posto sulla riva destra del biondo Mella a 495 mt. sul livello del mare; Lavone dista da Brescia Km. 29 ed è attraversato dalla strada provinciale, il cui tracciato interno è in progetto di radicale modificazione; conta circa 700 abitanti.
Al nome di Lavone si sogliono attribuire due derivazioni: una sarebbe basata sulla sua posizione topografica e l'altra sulle condizioni geologiche. Un'antica tradizione dice che vicino al paese ci fosse una raccolta di acqua chiamata dai latini - Lacus - Lago, e poi con termine superlativo lagone, e quindi per corruzione di nome LAVONE.
Una tale derivazione, attesta l'angustia dello sbocco da cui esce il torrente Morina, che discendendo dalla convalle di Pezzaze divide per metà l'attuale paese, non sarebbe improbabile, e verrebbe a confermare l'ipotesi anche il tracciato dell'antica strada, che congiungeva Lavone col capoluogo e quest'ultimo con la strada Valleriana.
L'altra derivazione basata sulle condizioni geologiche del suolo, sul quale era stato fabbricato l'antico LAVONE, e che sarebbe confortata dal nome applicato anticamente ad una località circostante al fabbricato, sarebbe quella di frana, chiamata in dialetto LAV, che poi i padri nostri, traducendo in latino, chiamarono LAVES.
Invero il forte pendio del monte su cui giace lavone Sopra e le condizioni del suolo circostante, specialmente dal lato sud, indussero gli antichi  (come risulta al capitolo 123 dello Statuto Comunale scritto nel 1318) a chiamar quella località col nome di Laves -Lav dal quale sarebbe poi derivato Lavone (grande frana).
Come il lettore vede, sì l'una che l'altra ipotesi non è destituita d'un serio fondamento, tanto più se si considera che era costume degli antichi imporre alle città ed ai paesi nuovi il nome di altri abbandonati, o quello del fondatore, o quello derivante dalla natura del luogo, il che si riscontra il più delle volte.
Quantunque LAVONE non possa essere noverato tra i più antichi paesi della Valle Trompia, tuttavia è certo per prove archeologiche, che nella parte più vecchia rimonta ad epoca precristiana. (...)". >>. Le antiche frazioni della comunità Parrocchiale di << "LAVONE: Lavone Superiore. L'antico Lavone non era esteso quanto l'attuale: alla contrada principale e primitiva detta Lavone Sopra, col relativo castello, andavano unite le posteriori e più piccole di Rebecco, Forno dei Grilli, casa dei Fade o casa ed osteria del Comune, ed Aiale; le contrade Taverna, Maddalena e Richiedei sono di data molto posteriore, come dirò più innanzi. Rebecco; Maddalena; Forno dei Grilli; Casa dei Fade (Fada); Osteria; Taverna; Richiedei; Aiale. (...)" >>. ((L'anno 1907, Don Omobono Piotti nel suo lavoro "Cronache Triumpline, n.1- LAVONE". Edizione Tipografia Ven. A. Luzzago, 1907. Brescia))

LAVONE: in dialetto Laù. Borgo della Val Trompia sulla destra del Mella a circa 500 metri s.l.m. attraversato dalla strada statale per Collio – S. Colombano. Lo sovrasta a nord il ripido e roccioso monte Crestole nella zona di confluenza del torrente Morina col Mella. E’ frazione del comune di Pezzaze. Pezzaze, almeno dal mese di settembre 1487, è la patria d’origine dei Piardi bresciani.
“Il nome sembra derivare dal latino ‘Labes’ (Laves) = frana, per cui l’accrescitivo Laù sembra indicare una grande frana. L’Omobono Piotti propende per l’etimologia derivante da Lagone, grande lago, rifacendosi all’esistenza di un vasto invaso d’acqua poi prosciugato e scomparso. Un’antica tradizione vuole infatti, che nei pressi del paese vi fosse una raccolta di acqua chiamata ‘lacus’ detta poi con termine accrescitivo ‘lagone’ donde ‘Lavone’. (…)”. [Alla voce “Lavone”. Enciclopedia Bresciana, a cura di Don Antonio Fappani]
“La comunità lavonese è costituita da più contrade tra cui quella di Rebecco oltre alle altre Lavone di Sopra e di Sotto. La località si è sviluppata intorno ad un forno ancora attivo nel 1757 ma intatto anche nel 1807. La Santa protettrice dei lavonesi è M. Maddalena, titolo della chiesa parrocchiale. (…). Nella contrada Taverna era compresa anche la Casa dei Fade cioè di Fada, casa e osteria del comune detta alla francese Burò, dove si riuniva la Vicinia. Sulla sinistra del Mella vi era la frazione detta Richiedei dal nome della nota famiglia che vi risiedeva. (…). Vi è poi Aiale così chiamata perché vi si raccoglieva la legna dai monti circostanti per essere trasformata in carbone”; (gli ‘aiali’ sono siti in cui veniva raccolta la legna da trasformare).
“E’ opinione di alcuni che i primi abitanti siano discesi dal Colle di San Zeno dove erano dediti alla lavorazione del ferro nelle primitive miniere, come risulterebbe dalle lunghe contese per l’elezione del Rettore di quella chiesa. Le origini del paese sono da ricercare in un primo nucleo di officine sorte a fondo valle, per utilizzare le acque del Mella e del suo affluente Morina, mentre il centro civile e religioso fu dapprima a Eto. (…)”.
[Alla voce “Lavone”. Enciclopedia Bresciana, a cura di Don Antonio Fappani]

TRIDUO di Andrea, pittore
LAVONE. TRIDUO di Andrea PIARDI, pittore

Per immagini della vita religiosa, delle devozioni dei fedeli della Parrocchia di S. Maria Maddalena in Lavone; dei monumenti della Contrada, vedi:
San Rocco
Casa nativa di padre Natale
Foto di padre NATALE di Gesù da Lavone
Chiesa S. M. Maddalena (veduta dall’alto)
ETO, S. Nicolò. Affresco Madonna Misericordia
Crocifisso Ligneo di Eto
Storia religiosa di ETO e LAVONE

LAVONE in alcuni accadimenti per data

1318. Antica è la casa dei Fade che era anche stata l’Osteria del Comune, appartenente alla famiglia Fada, imparentata (più tardi) con i Piardi, il cui portico porta la data del 1581 mentre la casa stessa apparteneva al comune già prima del 1318. In ciascuna di queste frazioni esisteva la relativa Vicinia con casa propria e ciascuna di esse mandava propri rappresentanti al Consiglio di valle. << Boscal Imeldi, Grotino de Grote, Lazer dei fade, Grillo de Grilli, Bontade Trivelle vanno noverati tra i dodici savii, che hanno composto il pregevolissimo STATUTO Comunale>>. ((L'anno 1907, Don Omobono Piotti nel suo lavoro "Cronache Triumpline, n.1 - LAVONE". Edizione Tipografia Ven. A. Luzzago, 1907. Brescia))

Nel 1324 Lavone gode di tanta efficienza al punto da poter esprimere in Ognibene Imeldi il capo dei valtriumplini. IMELDI: Imeldi, Grilli e Pinzoni. Cognomi di famiglie principali possidenti in Mondaro di Pezzaze nei secc. XII e XIII, secondo le carte del comune di Bovegno (P.P. Guerrini). <<Gli Imeldi abitavano in una casa nella contrada della Maddalena ora di proprietà dei fratelli Piotti detti Paole, segnata col N.° C.° 154. Sull’architrave ad arco in pietra della bella porta d’ingresso, col monogramma di Cristo v’era incisa la data 1618 ed il nome di Giovanni Imeldi e sui due fianchi a lato della data la seguenti lettere: 3.a F.. L’arco in discorso fu levato pochi anni or sono e posto a giacere in un fondaco a sinistra, entro la porta. Sono al loro posto ancora i due pilastri laterali terminando sulla base in forma di piede di leone >>. ((L'anno 1907, Don Omobono Piotti nel suo lavoro "Cronache Triumpline, n.1- LAVONE". Edizione Tipografia Ven. A. Luzzago, 1907. Brescia))

1343, 27 luglio. La Vicinia di Lavone di Pezzaze chiede di poter erigere una propria chiesa dedicandola a Santa Maria Maddalena. I componenti la Vicinia di Lavone riuniti in Aiale chiedono ed ottengono dalla Curia vescovile con decreto del 27 agosto 1343 di poter erigere una propria chiesa dedicandola a Santa Maria Maddalena, staccandosi, così, dalla chiesa di San Nicolò da Bari di Eto. Ad ‘Aiale di qua’ ebbero domicilio le antiche famiglie dei Bernardelli e dei Sedaboni, (poi) ampiamente imparentate con i Piardi; mentre di ETO (Het o Etto) sono i Piotti anche loro (poi) parenti dei Piardi. L’altra parte di Aiale, ‘Aiale al di là’, appartiene << al Comune ed alla Parrocchia di Magno S. Lorenzo dopo che il Comune di Magno fu unito a quello di Bovegno, cioè l’anno 1339, anche i confini del nuovo Comune e della Parrocchia furono ristretti alla riva sinistra del Mella al di là del ponte. [“Difatti il 16 Giugno 1723 la Comunità di Bovegno e di Pezzaze deliberarono di far costrurre ad Aiale un Santello per termine di confine”. (Vedi gli Annali di Pezzaze, pag. 103)]>>. ((L'anno 1907, Don Omobono Piotti nel suo lavoro "Cronache Triumpline, n.1- LAVONE". Edizione Tipografia Ven. A. Luzzago, 1907. Brescia))

Si può pensare che la chiesa sia stata costruita quasi subito anche se la Parrocchia viene eretta con decreto certamente verso l’anno 1450. Grazie alla costituzione del beneficio parrocchiale inizialmente valutato in 60 ducati.

Secolo XV. LAVONE e i primi Parroci della Comunità Lavonese. Don Giovanni Grotti nativo di Lavone e 6° (sesto) Parroco di S. Maria Maddalena in Lavone, precisamente dal 1531 a circa il 1570, enumera i primi Parroci – Rettori di Lavone, a raccontarlo è Don Omobono Piotti nel suo lavoro del 1907. Infatti, << “Cronotassi dei MM.RR. Rettori Parroci di Lavone”. Il M.R. Grotti Don Giovanni fu il primo, che pensò a scrivere l’ordine cronologico dei suoi MM.RR. Antecessori e sul noto Messale (della chiesa di Lavone) così si espresse: “El primo preyt che avessimo in questa terra fo uno dei mangioni de Pezzaze; el sequndo p. Bonaventura de Castione; el terzo p. filippo de Scalf; el quarto p. lial da ome; el quinto zoan da saià; el sexto me p. zoan de grote da lavo qual eri del ano 1531…” >>. [Don Omobono Piotti nel suo lavoro pubblicato l’anno 1907. “Cronache Triumpline n. 1 – LAVONE”. Brescia, Tipografia Ven. A Luzzago, 1907]. (Abbiamo solo “fotocopiato” il vecchio testo dell’antichissimo scritto, perciò anche errori, lettere minuscole comprese; del resto, se si fotocopia non si… altera).

1449, 20 marzo: anche a Pezzaze si vanno sviluppando contese tra le contrade alte e basse circa i diritti per i pascoli e per il taglio delle legne. E’ di quest’anno una sentenza arbitraria che determina i vari diritti. “Giacomo Trivelli da Lavone, cittadino di Brescia abitante a Cobiato, e Comino Pilotto da Marmentino, arbitri eletti tra le contrade alte, ossia Etto (Eto), Cevenone, Mondaro, coll’altre terre di Pezzaze da una parte e le terre di Lavone e l’Ajale dall’altra, stabiliscono: le legne tagliate dalle contrade alte nei boschi del Comune dalla strada Frainasca in su, siano a libera disposizione delle contrade alte dovendo però esse contrade pagare alle contrade basse F. 10 planette di buona moneta bresciana. Le legne poi né tagliate né incantate siano comuni tra esse contrade alte e basse come parla lo istromento del 1327”. (Atti di Bonaventura Butio, notaio). (Lettura degli “Annali di Pezzaze” a cura di A. Lupezza, anno 1966)

1458. Pezzaze. Si cita, secondo gli Annali del comune, il cognome Fada a Pezzaze. Antonio Fada, noto come Frottino, è rappresentante nel comune. (Annali di Pezzaze secondo A. Lupezza, 1966). 4 novembre dello stesso 1458: Pezzaze. “Incanto di casa intenutata in Lavone. In pubblica e generale Vicinia s’incanta una casa di Antonio Fada, in contrada detta Casa di Fade (…). Consigli e Ragioni B. a Carte 9”. (Annali di Pezzaze)

1470. 17 maggio: Pezzaze. “Terra d’Avano unita con l’altre di Pezzaze e con Etto e Cevenone Superiore e Inferiore nella lite contro la Terra di Lavone per la comunità de’ boschi e pascoli (…)”. (Annali di Pezzaze)

1475. 6 febbraio: Padre Bonaventura Sassi da Castiglione delle Stiviere (Mantova) dopo essere stato parroco di Lavone di Pezzaze diviene Arciprete Plebano di Bovegno in Val Trompia e vi rimane sino al novembre del 1509. Nel 1510 gli succede in Bovegno, terra contigua a Pezzaze, Don Guglielmo, suo omonimo e conterraneo.

1493. Lavone ed il Parroco Lial. << Il Molto Rev.do don Lial, dal Grotti (leggi: da Don Giovanni Grotti da Lavone e Parroco di S. Maria Maddalena) enumerato per il quarto (leggi: 4° Parroco di Lavone), si sa che nel 1493 era già Parroco di Lavone e che contro di lui, della sua Chiesa e di alcuni anziani del suo popolo, fu scagliata la pena dell’Interdetto, perché partigiano e forse fautore di coloro,che violentemente e pertinacemente ostacolavano la presa di possesso del Beneficio di S. Zenone, sul monte Colma (…) al legittimo rappresentante del nuovo Investito, Don Giovanni Facchetti Chierico Bresciano, residente nella Curia Romana >>. (Don Omobono Piotti nel suo, più volte citato, lavoro del 1907).

1504. Lavone (Bs). Liallo de’ Boni da Ome risulta Parroco della comunità sita ai piedi di Pezzaze; gli succede poco più tardi, dopo ‘P. Zuan da Saià’, Don Giovanni Grotti.

1509, Val Trompia. Benedetto Richiedei di Lavone è Sindaco della Valletrompia.

1510. Atterrata la vecchia e iniziata l’attuale chiesa lavonese, avviata questo stesso 1510. << Lavone di Pezzaze, 1510. Dopo aver demolita dalle fondamenta la vecchia chiesa dedicata alla ‘Beata Maria Maddalena la comunità ne fabbrica un’altra, più confacente all’accresciuto numero della popolazione’. (P. Guerrini, Lavone di Pezzaze, in Memorie storiche della Diocesi di Brescia – Brescia 1948 – vol. XV). Don Giovanni Grotti, Parroco, lascia scritto di proprio pugno nella pagina di un messale in pergamena del 1470: “Del anno 1343 questa terra de Lavò era senza gesia, la sua parocchia era S. Nicolò, poy cum licentia del episcopo de Bressa fu fabricata una gesia in questa terra in honore de la Beata Maria Magdalena a la quala fu unita la gesia de S. Nicolò, e questa gesia fo eletta per la parochia per essere da lontano quella de S. Nicolò, e poy questa gesia fabbricata durete fina de l’anno 1510 ma per essere multiplicata la gente fu destrutta fina a le fondamenti e fatta questa de l’anno 1510 e consecrata del 1522 la terza dominica de febraio”. (Da “Pezzaze nella storia e nell’arte, dalle origini al 1529, Gli Statuti”. Carlo Sabatti – Comune di Pezzaze, 1995).

1522. 3^ domenica di febbraio: Lavone. Viene consacrata la nuova chiesa parrocchiale eretta nel 1510. [28 marzo: Brescia. Il Comune decide di affidare tutti i bresciani alla protezione dell’Immacolata da sempre venerata sul territorio ma in particolar modo nella chiesa di S. Francesco in città. ((L’omaggio dei ceri votivi continua sino all’anno 1797 quando i frati vengono allontanati dal loro convento in conseguenza delle leggi napoleoniche di soppressione degli ordini religiosi; il culto riprende, poi, nel 1928))].

1525. Lavone. << Taverna, questa contrada prese il nome dalla preesistente Osteria del Comune (…) sottentrata a quella già chiamata Forno dei grilli: l’anno 1525 è nominata per la prima volta la contrada della Taverna negli annali della Comunità. Ciò sarà accaduto col moltiplicarsi delle case di abitazione in quella località >>. (Don Omobono Piotti, anno 1907; opera più volte citata)

1529. Lavone fu sempre legato civilmente a Pezzaze come confermano gli Statuti di Pezzaze del 1318, riveduti in quest’anno 1529. Nel 1529 Pezzaze rivede i suoi Statuti dopo la prima stesura del 1318. Dopo le primarie diciotto originarie famiglie, di cui agli Statuti comunali del 1318, e di quelli revisionati del 1529, Statuto composto da 146 capitoli che riguardano il modo di creare i Consoli (in numero minimo di dodici e massimo di ventiquattro); il loro ufficio, il Governo del Comune (attraverso il sorteggio tra i Consoli con turni bimestrali); la nomina dei Massari incaricati delle riscossioni e dei pignoramenti; il controllo dei molini e delle osterie; l'amministrazione della giustizia (con obbligo di denuncia al "Maleficio" di Brescia dei reati penali), ecc. L'ultima parte degli Statuti riguarda le acque, gli acquedotti, le strade, i sentieri. (Enciclopedia Bresciana di Antonio Fappani. Ediz. La Voce del popolo; Sub voce: Lavone). Dall’Enciclopedia Bresciana di Antonio Fappani riprendiamo: << Furono poi aggiunte modifiche ed integrazioni fino a quando nel 1529 i diciotto rappresentanti delle sei contrade di Pezzaze sottoposero ad una nuova revisione l'antico testo latino aggiungendo alcuni capitoli e affidarono al parroco di Lavone don Giovanni Grote, o Crotti, il compito di tradurlo in volgare per renderlo più accessibile anche agli amministratori comunali che non conoscevano la lingua latina. Il buon parroco di Lavone tradusse il testo latino in una forma che si avvicina di più al vernacolo bresciano che alla lingua italiana, "in lingua nostrana" egli scrive nella nota di proemio, forse per renderlo anche più accessibile e inteleggibile, e compì il suo lavoro l'anno 1530, avendo egli 45 anni. I diciotto furono: di Mondèr (Mondaro): Pol de' Bregoli, Peder de' Bregoli, Martino de' Preti; di Strivigne (Strivignino): Bartolomeo de' Tegotti, Matteo de' Bonasini, Vincenzo de' Rossi; di Pesazole (Pezzazuole o Pezzazole): Faustino de' Balduchelli, Bettino de' Scolari, Bertolo de' Zanardini; di Havà (Avano): Gabriele de' Alberti, Zanocino de' Bontachiè; di Cevenò (Savenone): Matteo (del Ombe) de Facchini; di Lavò (Lavone): Martino de' Grotti, Peci de Pagno de' Scolari, Agostino de' Richiedei, Bartolomeo de' Richiedei, Andrea deì Baldini, Marco de' Richiedei. >>.
In questo stesso anno 1529 si diffonde la peste.

Lavone è patria - forse adottiva, ma di antichissima data – dei FACCHINI: “Fachini o Facchini e Facchini – Cattanei. La famiglia Facchini, originaria del bergamasco, si trasferì a Mantova nel 1476, al tempo del marchese Ludovico II Gonzaga, che le concesse la cittadinanza mantovana. [I Facchini ebbero nel 1643 il titolo di Conte per intervento della duchessa Maria Gonzaga ultima del ramo primogenito della dinastia mantovana. Giovanni Battista Facchini del XVI secolo, fu oltre che giureconsulto, rettore degli scolari giuristi presso l’università di Ferrara. Il cognome dei Cattanei fu aggiunto in seguito al volere testamentario di Giovan Lucido Cattanei Vescovo di Mantova del 1685, che istituì suo erede universale il cugino Conte Annibale Facchini con l’obbligo di aggiungervi il suo nome. (…)”. (Castagna – Predari – Stemmario Mantovano – pag. 250-252 – Vol. I – Editore Zanetti). [Da ricordare tra i Facchini Don Bartolomeo (1664 – 1748), parroco di Pezzaze per trentatre anni dal 1715. Un Martino Facchini, figlio di Giovanni Antonio, da Lavone di Pezzaze, nel 1826 lavora col contratto di un anno come garzone di bottega del falegname per carri e botti Antonio Raccagni di Gussago vivendo nella casa del suo padrone con l’impegno, oltre che per il lavoro, anche per occupazioni in campo civile e cristiano]. E’ accertata la presenza della famiglia Facchini in Gussago sin dal 1500 ed in Pezzaze, compresa la Contrada di Lavone, dal 1563. Sono molte le famiglie delle Valli bergamasche ad emigrare in Val Trompia, abbondantemente anche in Pezzaze. I Piardi, più tardi, s’imparentano con questi Facchini e con quelli provenienti da Bovegno.

1531. Lavone ha un nuovo Parroco in S. Maria Maddalena: Grotti don Giovanni nativo di Lavone, che abbiamo già incontrato nel noto scritto. << Grotti don Giovanni apparteneva ad una delle più agiate e distinte famiglie di Lavone, egli stesso dichiarò d’essere stato nominato Parroco del suo paese nativo l’anno 1531>>. (Don Omobono Piotti nel suo, più volte citato, lavoro del 1907). Don Grotti scrive o trascrive nel 1529 poi traduce in vernacolo “italiano” dal latino l’antico Statuto del Comune di Pezzaze del 1318, ora rinnovato. Infatti si legge in “una nota d’introduzione da lui stesso scritta sullo Statuto Comunale riformato ed ampliato, appunto l’anno 1529: << “Me pre Zoan de Grotte de Lavo capellano de Monsignor R.mo episcopo de bressa e per gratia de Dio Rettore de la gesia de Lavo ò scritto questo libro per commissione de infrascritti consoli fo de Ano MCCCCCXXVIIII siando io de Ani 43”>>. Nella copia traslata in vernacolo dal latino, << “alla prefata dicitura aggiunge: “et chorista in del Dom de bressa ò scritto (questo) libro stando a Lavo del Ano 1530 stando me de Ani 45. Accora ne scrisse doy altre al nostro Comune in nostrana (lingua) la mia mercede fo de lire 25”>>. (Don Omobono Piotti nel suo, più volte citato, lavoro del 1907). (Gli “errori” riscontrabili con evidenza sono reali; tali sono stati riportati in pienezza).

1544. << Giacomino Grotti è spedito dalla Valle quale Ambasciatore a Venezia a perorare innanzi al Senato, per indurlo ad obbligare la Valle di Lumezzane a concorrere, con gli altri Comuni Triumplini, a pagare gli aggravi imposti alla Valle. (Raccolta de’ Privilegii, pag. 263)>>.
(Don Omobono Piotti da Lavone, Parroco di Pezzoro, nel suo, più volte citato, lavoro del 1907).

Lavone. Una profanazione della chiesa, e non era la prima, con conseguente riconciliazione ebbe luogo intorno al 7 aprile del 1566, giorno di Pasqua, quando sulla porta della chiesa, venne commesso un omicidio nella persona di Pietro Filippo Richiedei.

1579. Cura Parrocchiale di LAVONE (Lauoni, Lavoni) - Chiesa di San Nicolò in Eto (Heto; in dialetto Et, anche Het). << Adi 25 de febraro del 1579. Maffeo di Piardi da Pesazzi à contratto Matrimonio de verba de presenti con donna Jacomina figliola de Antonio de Martinelli da Heto nella Chiesa di Santo Nicolò cura di Lauoni et forono fatte le denuntiationi sì come comanda il santo Conseglio di Trento le tre sotto scritte feste, per me prete Gio. Agonio et così ancho celebrato il matrimonio e furono testimonij li sotti scritti Nazero Santino Marangone et Francesco q.m Benedetto da Eto. (…) >>. (Libro dei Matrimoni di S. Maria Maddalena in Lavone).

Il 14 agosto 1580 vi fa visita in qualità di amministratore apostolico il cardinale Carlo Borromeo - Arcivescovo di Milano il quale si dice abbia avuto modo di esprimersi con parole di vivo apprezzamento per l’accoglienza avuta. Secondo il notaio Pietro Richiedei, testimone oculare dell’avvenimento, che scrive nel 1611, il Santo Arcivescovo si trattenne “alcuni giorni a Lavone, nel quale, secondo la povertà del paese, fu trattato al meglio che gli era possibile bene”. Carlo Borromeo quale visitatore apostolico del Papa, nel corso del suo viaggio in Val Trompia, fa visita a Pezzaze ed a Lavone. Quivi sosta nella casa di Lodovico Grotto ubicata a Lavone Sopra. Don Barucio Ippolito è parroco titolare di S. Apollonio di Pezzaze ed è presente in Parrocchia. La visita apostolica del Borromeo inizia in duomo in Brescia con la pia devozione delle Sante Quarantore celebrate il 29 febbraio. [La Visita Apostolica del cardinale di Milano trova, anzi non trova sul posto della Cura, ben 120 Parroci assenti i quali vengono solennemente rimproverati ed obbligati a farvi ritorno con immediatezza od a rinunciare alla Parrocchia ove sono preposti].

1587. Lavone. 1587 17 ottobre: Pezzaze. Ms Turino di Piardi è padrino di battesimo di Jacomina figlia di Jacomo di Zufolini. Battezzata nella chiesa di S. Maria Maddalena di Lavone.

1589. Lavone. “Adi 9 Julio 1589. Bartolomeo figlio de Giofrancesco de Piardi de Strevegne parochiano di santo Apolonio di Pesaze et di donna Marta sua moglie fu battezzato per me Rettore quel di prima (… nome illeggibile; potrebbe trattarsi di Don Faustino Tirio da Bione), furono padrini messer Bettino di Piardi et donna Jacomina di Bontachi”. (Libro dei battezzati di Lavone).

In antico a Lavone era molto praticata la pastorizia, insieme all’industria del carbone e del ferro. Poca attenzione, anche per il terreno non adatto, venne dedicata all’agricoltura. << La risorsa economica primaria fu data dalla produzione siderurgica che raggiunse il massimo splendore specie nei secoli XV e XVI, grazie alla spinta impressa dal Governo Veneto. Ruolo particolare avevano i due forni dei Grilli e di Rebecco oltre a quattro fucine e cioè la vecchia, quella di Budrie, il Fusinetto e quella di via Mazzere. Nel territorio si trova gesso con selenite lamellare cristallizzata in grossi prismi esagoni terminanti con piramidi di quattro facce. (…). Quella di Lavone con quella di Mura era considerata nel 1851 come una delle ‘gessaie’ più considerevoli della Lombardia. Vi esisteva anche una cava di marmo venato in bianco, di fine pulitura, che servì ad edificare altari. (…)>>.(Don Omobono Piotti da Lavone, Parroco di Pezzoro, nel suo, più volte citato, lavoro del 1907).

1630-31. In questa località lavonese ebbe effetti devastanti la peste che durò dal luglio 1630 al marzo 1631. Nel luglio del 1630 e sino al marzo dell’anno successivo si sviluppa a Lavone la peste portata, si dice, anche a Pezzaze “da due fratelli pastori che erano stati al Salnitro presso Brescia con le pecore”. [Nel gennaio del 1631 la popolazione di Brescia (città) è ridotta a circa la metà. Si parla infatti di poco più di 13.000 persone]. A Pezzaze, nella lettura degli Annali della comunità, si legge: “1631, 19 ottobre. Sollievo dalla peste. S’incantano i Rastelli che erano nelle terre di Mondaro, Lavone e Ribecco”. Leggasi anche Restelli. Luoghi già adibiti a lazzaretto. (Libro Consigli G. a carte 84). (AA.VV. Brescia e la Val Trompia nella prima metà del sec. XVII. Com. Montana Val Trompia – anno 1979)

1633. “Lorenzo Richiedei da Lavone fu Rettore dall’Aprile del ’33 all’8 Febbraio 1681, morì il giorno predetto e fu sepolto nella tomba dei RR. Sacerdoti della detta Chiesa essendo in età d’anni 75. Il Richiedei, appartenente a ricca e distinta famiglia, era uomo dotto e molto stimato da tutti, fu nominato Vicario del Santo Ufficio in Valle Trompia, carica, che richiedeva, oltre la precisa dottrina Teologica, anche una grande prudenza e sicuro discernimento. Tale Ufficio aveva il non facile e delicato scopo di difendere la purezza della dottrina cattolica contro le sottigliezze dell’invadente eresia luterana. (…)”. (Don Omobono Piotti. Cronache Valtrumpline N.°1, LAVONE”. Brescia, anno 1907; pagg. 43-49)

1643, 7 giugno: Lavone. Il notaio Richiedei roga un atto che interessa La Carità del Sale e una Piardi. [7 giugno: Pezzaze. “Censo della Carità del Sale del Contado di Pesaze con Eustasia q. Battistino Piardo”. Eustasia fu Battista Piardi di Stravignino. Si registra a suo nome la costituzione di censo. Stipulato, come si legge nell’atto originale, <(…) in tutto conforme alla Bolla del Sommo Pontefice Pio Quinto dell’anno 1568 sopra la forma di crear censi (…)>. Sono presenti i signori: <Tonesi q. altro Zouan Rottini, Angelo q. Zouan Turinello ambi di B… et Gabriel q. Gio. Pietri Gabrieli di Pesaze, testimoni>. Roga il notaio di Lavone “Petrus Paulus f. q. Batta. Anto. de Richiadei”.]

I Richiedei, nella persona del nobile e mecenate Paolo Richiedei (Gussago, 17 ottobre 1795) figlio di Angelo di Carlo (morto nel 1778 a Brescia e sepolto a Gussago, nella tomba di famiglia), sono presenti come famiglia in quel di Gussago, e prima ancora in Brescia citta sin dal XVII secolo, provenienti da Lavone di Pezzaze. Li troviamo già possidenti nel corso di questo secolo e, per quanto ci riguarda, troviamo che circa nel 1638 un Richiedei sposa Laura Trebeschi da Gussago, più avanti, infatti, anche alcuni Piardi si accasano con ragazze di quest’ultima famiglia. Alcuni giovanotti dei Piardi di Pezzaze scenderanno in quel di Lavone ad impalmare qualche donzella dei Richiedei. Nel 1657, come quelli di Gussago, in Pezzaze i Richiedei sono detti Serotto (Serotti).

1658. Valle Trompia. La popolazione della Val Trompia è di 13.221 abitanti. (Dati a cura di B. Faino – 1658, richiamati in “Annali di Bovegno”).

“Nel 1676 il Cappellano di Mondaro, Contrada di Pezzaze, si chiama Gregorio Prete Raggi (Ndr. equivalente di Raza, secondo lo scritto dell’Omobono Piotti, 1907). Sappiamo il suo nome perché il 10 febbraio il sacerdote vende alla comunità una casetta murata. La descrizione della casa ci permette di localizzarla in Lavone nella contrada detta <Taverna> nel luogo chiamato Fusinetto. (…). La casa viene riadattata dietro insistenza dell’oste di Lavone ed assegnata all’Osteria del luogo allora proprietà comunale”. (A. Lupezza, 1967).

1681. Lavone. Dopo la morte del Parroco - Rettore don Lorenzo Richiedei da Lavone, in carica sin dall’Aprile 1633 e sino all’8 di Febbraio 1681, giunge Parroco di S. Maria Maddalena il Reverendo don Domenico Fada. Vi rimane sino al 1714 quando viene a morirvi il 2 Maggio, d’anni 75 d’età. Don Fada era stato Parroco di Pezzoro dal mese d’Agosto 1664 al Febbraio 1667 quando vi rinunciò. I FADA sono, da tempo, un’importante ed antica famiglia lavonese.

1700. 4 luglio: Pezzaze. A seguito della delibera del Consiglio comunale si ingiunge alla parrocchia di Pezzaze di celebrare la festa di S. Apollonio ed alla parrocchia di Lavone di celebrare la festa di S. Maria Maddalena. Per mancata adempienza a tale ordinanza viene fissata una multa di 75 lire planette. Nella stessa delibera viene pure determinata, a cura del Consiglio la celebrazione di un Ufficio funebre ogni mese in suffragio dei defunti della comunità pezzazese.

1721. << Raza Don Benedetto “di buonissima famiglia in Lavone, sua patria, che portato dal suo versatissimo genio a tenere scuola di Rettorica, l’ha perciò avuta aperta moltissimi anni in Brescia con tale Concorso, profitto ed applauso, che si è meritata l’intiera stima di tutta quella grande città, che ne invidia il possesso a quel luogo ben piccolo, benchè grande di nome d’averlo sospirandone sempre più la gran perdita, e con ragione, poiché non credo vi sia religione (ordine religioso docente) che non ne vanti li meglio soggetti da Lui ammaestrati (..); ora sta Capellano di Magno di Erma (Irma), contrada da poco più che otto case di quarant’anime in circa, vivendo a Dio ed agli amici, contento solo di sé stesso e de’ suoi belli libri, che sono il tesoro più caro (…) >>. (Don Omobono Piotti nel suo, più volte citato, lavoro del 1907; alle pagine 57-58).

1751, 7 Marzo. Osteria di Lavone; Osteria del Comune. Una volta non solamente un locale di pubblica mescita, ma, il nome di antica Contrada con propria Casa Comunale ove << “doveva essere tenuta anche l’osteria, giusta la prescrizione di cui al Capitolo 45 dello Statuto Comunale, che è così espressa: “E’ stabilito che si facciano tre osterie nel Comune, cioè due nella terra di Mondaro ed una in quella di Lavone nella casa del Comune”. (…). (…)>>. << Negli Annali (Ndr. del Comune di Pezzaze) è ricordato un aneddoto di prepotenza accaduto nell’Osteria di Lavone, che credo bene di riportare. Il 7 Marzo 1751 “portatisi i Consoli nell’Osteria di Lavone per esercitare il loro ufficio (di controllo) sopra le vettovaglie, Giov. Maria Gabrieli detto Bordignolo (1) percuote un Console e contro l’altro si avventa con arma da fuco (antico costume dei devoti di Bacco). Offeso il Comune di tale affronto, dà libertà ai Consoli di fare i competenti ricorsi e di provvedere il denaro occorrente”. Forse fu questo uno degli ultimi atti di prepotenza dei Bordignoli, che dovette aver eccitata la comune indignazione in modo da obbligarli ad emigrare. (2). Testo della Nota di cui al n.1: “A Pezzaze i Bordogni eran soprannominati Scalemberk”. Testo della Nota di cui al n. 2: “I Gabrieli detti anche Bordogni o Bordignoli, appartenevano ad una nobile e ricca famiglia, pare di origine Teutonica, ch’era venuta a Pezzaze, probabilissimamente in qualità di maestra per le ricerche ed i lavori di mineralogia; avea stabilita la sua dimora nella contrada di Mondaro e solo verso la fine del secolo decimottavo, lasciò la Val Trompia per andare a Bovezzo, dove si fabbricò un bel palazzo con sontuosa Villa, che oggi (Ndr. 1907) sono posseduti dai signori Passerini, divenuti per matrimonii, parenti ed eredi dei Gabrieli, dopo la morte dell’ultimo rampollo Luigi, avvenuta in Bovezzo nel dicembre del 1855 >>. (Don Omobono Piotti nel suo, più volte citato, lavoro del 1907; alle pagine 10-11).

1757. Il paese subì grandi danni con la distruzione di dette fucine durante la terribile inondazione del 31 agosto 1757.

1792. Un noto personaggio lavonese è Michele Belli (in realtà soprannome di una delle famiglie Porteri), già Sindaco di Valle Trompia. Nel 1801, Belli don Andrea (Porteri) ospita nella sua casa a Lavone Sopra, distinta col N.° C.° 76, i generali Francesi Macdonald, comandante, Reim, Poli e Vandam. Morendo, don Andrea, lasciava alla Chiesa Parrocchiale una pianeta di raso bianco splendidamente ricamata in oro.

Dei parroci titolari di questa antica parrocchia Santa Maria Maddalena in Lavone citiamo quelli dal cognome di famiglia imparentata con i Piardi: Uberto Gilberti (Zilberti) di Pezzaze (1630-33), Lorenzo Richiedei di Lavone (1633-81), Domenico Fada di Lavone (1681-1714), Giovanni Domenico Sedaboni di Lavone (1714-19), Giuseppe Richiedei di Lavone (1773-75), Bortolo Balduchelli di Pezzaze (1808-30), Lorenzo Zanetti di Collebeato (1854-68), Giambattista Viotti di Pezzaze (1882-1920), Fortunato Peli di Zanano (1920-34), Andrea Bernardelli di Pezzaze (1934-71). Con attinenza poi alle trasmigrazioni, peraltro assai scarse nei secoli scorsi e fatta esclusione per qualche rampollo di famiglia importante magari spintosi sino a Venezia, sottolineiamo che i sacerdoti erano gli unici soggetti a ‘migrazione’ per cura d’anime, così come in tutte le diocesi anche a Brescia ma pure da una diocesi all’altra. Nemmeno Lavone sfugge a questo fenomeno, infatti, dopo il parrocchiato di Don Simone Mangioni di Pezzaze (sec. XV) che vi arriva scendendo solo due chilometri di cammino, vi giunge agli inizi della seconda metà del XV secolo Padre Bonaventura Sassi di Castiglione delle Stiviere, il quale poi passerà a Bovegno quale arciprete, già a partire dal 1475. I Piardi, con Giovanni Piardo, come si scriveva in quel tempo, appaiono (almeno alla storia ufficiale) a Pezzaze Alto (Stravignino e Mondaro con S. Apollonio ed Avano compresa la località di Savenone) nel 1487, il 2 di Settembre; poco dopo che il mantovano padre Bonaventura se ne è andato da Lavone all’attigua Cura di Bovegno.

Primi anni dell’Ottocento. A Gussago, soprattutto in alcune frazioni, in particolare quella di Ronco, sono presenti, già da prima del 1810, alcuni valtrumplini quali, ad esempio, Andrea Mazzelli, originario di Bovegno e sposo di una pezzazese, certa Teresa Berlandis. Il Mazzelli era a Ronco quale fabbriciere del Parroco Don Casari. Successivamente, Don Giuseppe Mazzelli, figlio di Andrea, reggerà la Parrocchia di Ronco dal 1853 al 1883, e risulta essere approfondito conoscitore della località di Pezzaze per essere stato in precedenza Parroco di Lavone di Pezzaze. (R. Faroni).

1830, 27 Aprile . Lavone. Muore il Parroco Don Bortolo (Bartolomeo) BALDUCHELLI, nativo di Pezzaze. Celebra il funerale Don Antonio Piardi (Pezzaze, 1801) – Curato e Coadiutore del Parroco di Pezzaze, Don Ricchetti. Don Omobono Piotti, nella sua opera pubblicata l’anno 1907 (in occasione del XXV di Parrocchiato in Lavone del Reverendo Don Viotti Giov. Battista), scrive: “Don Bortolo Balduchelli fu Vicario parrocchiale fino dal Luglio 1807 e dal Marzo 1808 al 27 Aprile 1830 fu Rettore, giorno in cui morì in età d’anni 60 “per un tumore ai polmoni”. A scrivere il necrologio ufficiale nel Libro dei Morti di Lavone del defunto Reverendo sacerdote Balduchelli è Don Antonio Piardi il quale, come detto, ne celebrò i funerali. Questo il testo di pugno don Piardi: << Il 27 aprile 1830. Bartolomeo Balduchelli nativo di Pezzaze Rettore Meritissimo di questa Parrocchia è mancato ai vivi il giorno sudetto alle ore undici antimeridiane in età di 60 anni in circa, dopo di aver governata questa Parrocchia con tutto zelo, e carità particolare verso i poveri per ventidue anni. La morte repentina cagionata da effluvio di sangue non ha permesso di amministrargli che il Sacramento della penitenza e l’assoluzione in articolo m. Il funerale è stato celebrato dal Reverendo Don Antonio Piardi Coadiutore del Reverendissimo Arciprete di Pezzaze Richetti Giambatta, e delegato da lui per essere egli impedito da malattia, coll’intervento di tutti i sacerdoti della Congrega nuova e vecchia. (Firma). Piardi Antonio Coadiutore delegato dall’Arciprete sudetto infermo. >>.
(Libro dei Morti di Lavone, anno 1830).

1846 – Nuovo Rettore Parroco a Lavone – 1853. << Mazzelli Don Giuseppe da Bovegno fu Rettore di Lavone dal 20 Maggio 1846 all’Agosto del 1853; concorse e fu nominato Parroco a Ronco di Gussago, placitato in Luglio fece il suo ingresso circa la metà d’Agosto. Era stato preceduto a Lavone dall’Economo Spirituale Sedaboni Don Giacomo ricco e benefico sacerdote. Il Mazzelli era bravo ed agiato. Tanto a Lavone che a Ronco fu molto amato, lasciò di sè ottima memoria e suscitò largo e sincero rimpianto la sua perdita. Il Mazzelli era parroco nostro l’anno della disastrosa inondazione (N.d.r. 1850), chiamato dal popolo = l’anno delle rovine =: parte dei generosi soccorsi venuti da ogni plaga d’Italia e dall’estero furono affidati al Mazzelli, il quale allo scopo di migliorarne i vantaggi, ne prestò parte alla Società del Forno di Tavernole, la quale con incredibile ingiustizia, non volle restituir più nulla; il Mazzelli dovette averne un grande dispiacere e forse fu questa la causa principale della sua partenza, tale almeno fu la comune opinione. Durante il Parrocchial Ministero del Mazzelli fu fatto il concerto delle campane (1847), fu allungata la Chiesa, fu livellata la strada Provinciale che era più alta d’un metro del pavimento della predetta accedendo alla quale bisognava discendere per più gradini. Stette a Ronco per 30 anni ed ivi morì il 4 Agosto 1883 e fu sepolto il 6 nella tomba dei sacerdoti. Né gli eredi a’ quali avea lasciata la sua proprietà paterna valutata circa 70.000 (settantamila) lire, né i Parrocchiani, che pur tanto lo piansero, posero sulla sua tomba una lapide commemorativa! Quale lezione degna d’essere meditata!>>. (Don Omobono Piotti. Cronache Valtrumpline N.°1, LAVONE”. Brescia, anno 1907; pag. 52)

1860. << Piotti Domenico sottotenente dell’esercito piemontese, in un assalto alla fortezza di Gaeta, prende la bandiera al primo Reggimento dei Cacciatori nemici. (La famiglia dei Piotti detti Niccoli passò da Eto a Lavone circa la metà del secolo XVIII)>>. (Don Omobono Piotti nel suo, più volte citato, lavoro del 1907). Questi Piotti ancora dimoranti in Eto (Etto) od Et s’imparentano con i Piardi di Pezzaze.

1863. FADA: cognome della famiglia di Giuseppe, quivi nato, sacerdote dell’ordine dei Carmelitani Scalzi, col nome di Padre Natale di Gesù (1863 – 1941), figlio di Giovanni Battista e di Maria Piardi. Di Giuseppe FADA si sono occupati molti libri di storia. E’ noto, infatti, come infaticabile sostenitore di molte opere e di istituti religiosi tra cui quelli fondati da Don Giovanni Calabria il quale in più occasioni ha tenuto a far sapere che l’iniziatore delle sue opere fu Padre Natale di Gesù. [Nota a Lavone, sin dal Trecento, è la “Casa dei Fade” detta anche “Casa o osteria del Comune” posta nella località lavonese di “Forno dei Grilli” in Contrada “Taverna” (Don Omobono Piotti. Cronache Valtrumpline N.°1, LAVONE”. Brescia, anno 1907; pagg. 8-10)].

1879, Lavone. Si trasferiscono le ossa dei defunti nel nuovo Cimitero; a solennizzare il sacro rito interviene il Reverendo Sacerdote Don GIOVANNI BATTISTA o GIOVAN BATTISTA PIARDI (Pezzaze, 1829 - 1903. Sacerdote. Parroco dal 1881 al 1903 di Avenone, frazione del comune di Pertica Bassa). Infatti, secondo gli scritti di Padre Giovanni Maria Bontacchio (figlio di Antonio e nipote di nonna paterna Piardi) editi l’anno 1944 a cura della Parrocchia di S. Apollonio, auspice il Parroco don Verzeletti, si legge: “Nacque in Stravegnino il 4 marzo 1829 da Ermenegildo e da Rosa Balduchelli. Quattro anni dopo la sua nascita suo zio paterno Piardi Don Antonio (Stravignino di Pezzaze, 1801) succedeva all’arciprete Ricchetti nel governo della parrocchia (ndr. Pezzaze). Governo, come dicemmo, piuttosto austero particolarmente con la parentela. I nipoti Battista, Giacomo, Cecilia, Francesco, Caterina, Alfonso, Laura, Filomena, Giuseppe – Ermenegildo, Luigi, tutti dieci figli del fratello Ermenegildo, hanno sempre ricordato questa severità dello zio arciprete con sincera riconoscenza. Battista e Alfonso manifestarono inclinazione al sacerdozio. Lo zio arciprete dopo averli provati da pari suo, li affidò al Seminario dove pure corrisposero e fecero concepire le più belle speranze. Don Giovanni Battista Piardi celebrò la Prima Messa probabilmente nel 1854 e fu destinato Coadiutore ad Avano sulla montagna di Pezzaze e dopo qualche anno a Stravegnino, ove rimase sino al luglio del 1881. A pag. 27 delle “Cronache triumpline”, n. 1 - Lavone, Don Omobono Piotti, l’autore, nel 1907, ha un accenno a Don Giov. Battista Piardi in questo periodo: <<il 3 novembre 1879, esumate l’ossa del vecchio cimitero, furono con solenne processione, con accompagnamento di numeroso clero, di tutto il popolo e di banda musicale, riportate nella chiesa parrocchiale, dove si celebrò un solennissimo Ufficio e dopo un discorso di circostanza recitato dal rev. Piardi D. Giov. Battista, allora curato di Pezzaze, furono trasportate nel nuovo cimitero ed ivi decentemente sepolte >>.

1882. Lavone. Parrocchiato di don Giov. Battista Viotti da Pezzaze, parente dei Piardi noti come “Catanì” (Cattanini), la stessa famiglia che emigrò, agli inizi di questo secolo XIX, a Gussago e nella plaga di Franciacorta (Gussago, appunto; Padergnone; Rodengo; Saiano indi a Fiumicello; Rovato). << Lavone: Viotti Don G.B. da Pezzaze, nominato il 1° Giugno Parroco nostro, dopo essere stato per alcune settimane Economo Spirituale, il popolo festeggiò il suo ingresso il 23 Luglio 1882. In tale occasione fu stampata una bella poesia scritta dal compianto Dott. Ghidinelli Medico di Collio e buon poeta. Il 25 Luglio 1897 si festeggiarono le nozze d’Argento di sacerdozio del Molto Reverendo Viotti ed in questo anno (Ndr. 1907), in occasione della Festa Titolare, si solennizza il 25° di Parrochial Ministero. Ad multos annos! >>. [L'anno 1907, Don Omobono Piotti nel suo lavoro "Cronache Triumpline, n.1- LAVONE". Edizione Tipografia Ven. A. Luzzago, 1907. Brescia. Al capitolo: “Cronostassi dei MM.RR. Rettori Parroci di Lavone”; pagina 54].

1907. La popolazione si è per secoli aggirata intorno alle 500/600 anime, nel 1907 risultavano essere 700. La “Casa dei Fade”, antica costruzione, detta anche casa ed osteria comunale, risultava essere abbracciata dalla vecchia Contrada detta “Forno dei Grilli” dal nome della famiglia proprietaria. Si trovava nella contrada Taverna che si legge confinava con nota Osteria. In questo anno 1907 “è abitata dalla Signora Maria Anna Bregoli vedova Pè, al Civico n. 187.”E’ a notarsi che in ogni frazione esisteva la casa Comunale e serviva per adunarvi la locale Vicinia, cioè tutti i Capi Famiglia, per deliberare intorno alla amministrazione dei loro particolari interessi, religiosi, economici e politici, (…)”. (Secondo lo scritto del 1907 curato da Don Omobono Piotti. “Cronache Valtrumpline n. 1 – LAVONE”).

1920. G. BATTISTA o GIO. BATTISTA PIARDI (1888 – 1984) della famiglia passata alla storia come “Cansonète – Pepa”. G. BATTISTA o GIO. BATTISTA PIARDI figlio di Raimondo (1857) e di Angela Bernardelli. Nasce il 1 (2) aprile 1888. Detto Pepa. Sposa nel 1920 Pasqua Piotti da Lavone nata il 4 gennaio 1895 di Pezzaze ed ha quattro figli di cui: Daniele (1920), Delfina (1927) e Guido (1938). Muore il 5 gennaio 1984. Pasqua (Ninì) Piotti, di antichissima famiglia lavonese, muore il 4 marzo 1986. (Cimitero di Stravignino, anno 1997)

1920, 20 Agosto. Lavone. <<20 Agosto ore 5 e mezza. Muore all’età di anni 71circa non compiuti per “paralisi cardiaca” il M. Rev. Don Battista Viotti, fu Faustino e fu Valentini Maria, nato a Pezzaze il 14 Novembre 1849 e fu dal 22 Giugno 1882 parroco di questa popolazione di Lavone (…)>>. Personaggio di famiglia molto vicina ai Piardi di Pezzaze, in particolare a quelli Catanì (Cattanini) andati a dimorare in quel di Gussago sin dagli inizi dell’Ottocento; molti averi o beni fondiari con immobili rustici e di civile abitazione vennero, nel periodo a cavallo tra la prima e la seconda metà dell’Ottocento, acquisiti da questa famiglia Viotti. L’odierno defunto, Don Gian Battista (1849), è fratello di Angelo (1861) che fu Giudice Conciliatore, Consigliere Comunale, Assessore e poi Sindaco di Pezzaze; persona, quest’ultima, per molti decenni veramente impegnata nel “incanalare sulla retta via” le contese e le dispute di famiglia e di paese quale “Conciliatore” ed anche nell’Amministrazione della cosa pubblica, come si è detto. Don Viotti fu di suo fratello Angelo, minore d’età, anche il tutore legale alla morte del padre Faustino. [Dai “Racconti” di Angelo Secondo Viotti (1916) figlio di Angelo (1861) e nipote di Don G.Battista, raccolti da Achille Giovanni Piardi dal 1997 al 2005 in casa Viotti a Pezzaze]

1921. Paolo Mazzoldi, nato a Lavone di Pezzaze il 20 aprile 1886, decesso in S. Paolo del Brasile il 15 giugno 1921, fu pubblicista dalla fulgida penna, fiero assertore di dignità nazionale, potente quotidiana voce della lontana Madre Patria. (...).
(Vedi la pagina propria in http://www.piardi.org/persone/p83.htm )

1933, Lavone. ANGIOLINA PIARDI (1912 – 1979) figlia di Antonio (1866) dei detti Valì e di Angela Gabrieli. Nasce a Pezzaze il 24 febbraio 1912. Sposa, il 28.12.1933, Giuseppe Ronchi (1908) da Lavone (figlio di Giovanni e Giacomelli Angela) ed ha otto figli di cui uno morto neonato: Ilves, Giovanni, Gabriele, Dante, Ester, Angiolina, Mistica. Angiolina Piardi decede a Lavone il 28 ottobre del 1979.

1934.<<L’anno del Signore millenovecentotrentaquattro il giorno ventisette del mese di Ottobre – premesse le pubblicazioni in questa parrocchia dal giorno 14 al 24 ottobre. (…); io Don Andrea Bernardelli – Parroco di questa Chiesa di S. Maria Maddalena in Lavone ho coniugato solennemente in matrimonio Piardi Teodoro figlio di fu Raimondo e di fu Bernardelli Angela battezzato a Pezzaze il 7 gennaio 1905 domiciliato provvisorio a Pezzaze, et Piotti Ines Santina figlia di fu Marco e di Damiani Domenica battezzata a Lavone il 2 novembre 1903 domiciliata a Lavone. Presenti i testimoni idonei, ed a me noti Bergamaschi Dott. Luigi fu Angelo della parrocchia di Lavone e Piardi Andrea fu Raimondo della Parrocchia di Bovegno. (…) >>.

1934. In data 1.12.1934. Il Parroco di Bovegno - Parrocchia di San Giorgio Martire, ai sensi del Canonico 1103 – 2, notifica al Parroco di Lavone che << Il Sig. Piotti Benedetto figlio di fu Innocenzo e di Ferlinghetti Caterina nato a Bovegno e battezzato nella Parrocchia di S. Giorgio Martire il 22.VII.1911 e la Sig.ra Piotti Annunciata Domenica figlia di Benedetto e di Piardi Angela, nata a Lavone il 1 Dicembre 1913, hanno contratto matrimonio religioso il 3 Novembre 1934 nella Parrocchia di S. Giorgio Martire Comune di Bovegno. Presenti i testimoni Ferlinghetti Battista e Giacomelli Costante. Sac. Emilio Maffignoli (?)>>.

1936. In data 1.2.1936. Il parroco di Bovegno – Parrocchia di San Giorgio Martire, ai sensi del Canonico 1103 –2, notifica al Parroco di Lavone che << Maffina Rodolfo figlio di fu Battista e di Piardi Serafina nato a Lavone e battezzato nella Parrocchia di Lavone il 2.V.1907 e la Sig.ra Tanghetti Rosa figlia di Luigi e di Sequenzia Maria nata a Bovegno e battezzata nella parrocchia di S. Giorgio il 12.II.1917 hanno contratto matrimonio religioso il 26 Dicembre 1936 nella parrocchia di S. Giorgio M. - Comune di Bovegno, presenti i testimoni Gatta Giacomo e Raza Antonio. Sac. Emilio Maffignoli (?) >>.

1936, 25 e 26 maggio. LAVONE, Visita pastorale del vescovo Mons. Giacinto Tredici. E’ parroco, da qualche tempo, di S. Maria Maddalena Don Andrea Bernardelli, fratello di Brigida andata in sposa a Faustino PIARDI dei detti Pelès di Pezzaze poi trasferiti (1932/33) nella pianura bresciana (Calcinato, Bedizzole, Ghedi, Montichiari). Don Andrea che compila il questionario della visita pastorale – vistato con modifiche operate da Sua Eccellenza (unito al decreto vescovile susseguente datato 20 agosto 1939) – afferma che gli abitanti sono 521 (in più 31 assenti, annota il vescovo…; quando, invece sono 1200 quelli di Pezzaze alto…, dei quali, anche qui, “300 quasi sempre assenti” ). Don Andrea scrive, per la pubblicazione “Pezzaze nella storia e nella sua vita religiosa”, edita nel 1944, gran parte della stessa in particolare il capitolo dal titolo “Pezzaze e le istituzioni di beneficenza “.
[Per Faustino, cognato del Reverendo Bernardelli, vedi alla pagina propria http://www.piardi.org/persone/p84.htm ]

1941. Verona. Muore padre Natale di Gesù, dei Carmelitani scalzi; al secolo Giuseppe Giacomo FADA PIARDI nativo di Lavone l’anno 1863. Personaggio di grande importanza per la nascita e lo sviluppo di tutte le iniziative avviate, in Italia, da Don Giovanni Calabria da Verona, passate alla storia com Opera don Calabria. Oggi San Giovanni Calabria. Padre Natale di Gesù fu amico ed in corrispondenza con padre Leopoldo Mandic (San Leopoldo, venerato nel “suo” Santuario in città di Padova, poco discosto da Prato della Valle (vicino sia a alla Basilica di Sant Antonio quanto a quella di santa Giustina).

1960. Muore in NEGRAR di Verona padre CHERUBINO della BEATA VERGINE del CARMELO.
Lavone. Trascriviamo l’atto di Battesimo di un noto Richiedei. “Lunedì 18 Maggio 1891. LAVONE di PEZZAZE. Parrocchia Santa Maria Maddalena. Richiedei Andrea Domenico figlio di Domenico e di Angela Bernardelli, legittimi coniugi di questa Parrocchia, nato jeri alle ore 4 antimeridiane; oggi fu battezzato dal sottoscritto levandolo al Sacro Fonte Masneri Ester moglie di Fada Pietro ‘Caroti’ – In fede Viotti G.B. Parroco. Richiedei Domenico padre. Piotti Giulia Levatrice”. [Annotazione a margine dell’Atto di Battesimo: “Si è fatto religioso carmelitano scalzo nel 1908 e ordinato Sacerdote nel 1917. E’ morto in Negrar (Verona) il 7.3.1960”.]
Si tratta dell’atto di battesimo di “padre Cherubino della Beata Vergine del monte Carmelo” (al secolo Andrea Domenico Richiedei); fu, dopo la morte (1941) di padre Natale di Gesù (al secolo Giuseppe Giacomo Fada – Piardi, da Lavone), padre spirituale di Don Giovanni Calabria, fondatore dell’Opera Don G. Calabria, poi San Giovanni Calabria.

1962, Lavone. MIRIAM PIARDI (1941) di Maffeo (1900) e di Candida Maffina. Nasce il 4 giugno dell’anno 1941. Sposa nel 1962 Giacomo Piotti da Lavone ed ha due figlie: Cinzia e Franca.

Altri dati, notize e accadimenti sono rinvenibili: nel Volume primo, cartaceo, “I PIARDI” pubblicato l’anno 1998; nel cartaceo volume secondo “I PIARDI” pubblicato l’anno 2000 in Pezzaze; nel libro terzo dei Piardi, “On line”- in questo sito, VOLUME III “PIARDI NEL TEMPO - dimore, vita vissuta, costumi portati dai Piardi ed anche devozioni cui siamo stati capaci in più di cinque secoli di vita”, al link http://www.piardi.org/volume3.htm

Molte altre notizie riferentisi a LAVONE si possono trovare nelle restanti pagine del sito
“I PIARDI” www.piardi.org - SEZIONI, Capitoli e paragrafi meglio evidenziati con i sottostanti link :

www.piardi.org/opera/volume2.htm Presentazione del 2° volume cartaceo "I PIARDI"
www.piardi.org/opera/vol3/volume3devozioni45.htm Le QUARANTORE a Lavone
www.piardi.org/opera/vol3/volume3devozioni48.htm
www.piardi.org/opera/vol3/volume3devozioni41.htm TRIDUI dei defunti a Lavone
www.piardi.org/opera/vol3/volume3devozioni421.htm
www.piardi.org/opera/vol3/volume3devozioni423.htm
www.piardi.org/luoghi/pezzoro.htm
www.piardi.org/luoghi/pezzaze.htm Con note ed immagini inerenti LAVONE
www.piardi.org/opera/vol3/volume3emigrazione.htm
www.piardi.org/persone/p11.htm
www.piardi.org/persone/p24.htm  San G. Calabria e padre Natale di Gesù
www.piardi.org/persone/p15.htm  Padre Natale di Gesù (G.G.Fada - Piardi)
www.piardi.org/persone/p16a.htm
www.piardi.org/persone/p18.htm
www.piardi.org/persone/p30.htm
www.piardi.org/persone/p35.htm. Teodoro e la sua sposa
www.piardi.org/persone/p41.htm
www.piardi.org/persone/p41.htm  Andrea Piardi, pittore, lavora a Lavone S. Maria M.
www.piardi.org/persone/p47.htm
www.piardi.org/persone/p52.htm
www.piardi.org/persone/p54.htm
www.piardi.org/persone/p68.htm
www.piardi.org/persone/p82.htm
www.piardi.org/persone/p83.htm Paolo Mazzoldi da Lavone, morto in Brasile
www.piardi.org/persone/p84.htm
www.piardi.org/persone/p85.htm  
www.piardi.org/english.htm
www.piardi.org/opera/vol3/volume3dimore.htm
www.piardi.org/opera/vol3/vol3dimore_pnatale.htm
www.piardi.org/piardi_bergamaschi.htm
www.piardi.org/opera/vol3/volume3pastori.htm
www.piardi.org/opera/vol3/volume3beneficenza.htm
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((21 febbraio 2011. A cura di Achille Giovanni Piardi per le pagine del sito "I PIARDI", Sezione LUOGHI: Lavone - avviata il mese di Aprile 2011))


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