I
BERGAMASCHI delle Valli, I PIARDI di PEZZAZE e le famiglie
Bergamasche.
I TASSO inventori della
posta, ARLECCHINO e la gente Brembana, I SOLDATI DI GARIBALDI
“GARIBALDINI”, BERGAMO ed “I MILLE”.
Valli Bergamasche: Brembana, Seriana, Imagna, di Scalve e
altre.
Da queste valli e relative convalli sono pervenute, almeno
sin dal 1450 (Annali di Pezzaze del 1767, a cura del Prete
Paolo Voltolino da Iseo), in quella di Valtrompia, delle armi,
molti lavoranti delle miniere e del ferro, dei forni di prima
cottura e di quelli fusori generali: Pezzaze, Tavernole, Bovegno
e Collio; anche di maestri del forno come si legge nei documenti
d’archivio della Valle, in particolare quello parrocchiale
di S. Apollonio in Stravignino e Comunale pezzazese. Questi
lavoranti e maestri si sono poi bene inseriti nel tessuto
sociale valtrumplino unendosi anche in matrimonio con ragazze
di Pezzaze e di altre località dell’intera Valtrompia.
Sposati pure con ragazze di famiglie Piardi, Casato
allocato dal 1487 nella conca di Pezzaze, all’ombra
del Monte Guglielmo (1949 mt.). Sono familiari a Pezzaze i
nomi di località bergamasche quali: Zogno, S. Pellegrino,
Cornello e Camerlata (patria della famiglia Tasso, Tassi,
Taxi.....), S. Giovanni Bianco, Foppolo, Santa Brigida e “Roncho
di Valbrembana” in Val Brembana od anche, come si legge,
“Ronco de Bares” della Bergamasca; Dezzo, Colere,
Schilpario con Bueggio, Teveno e Nona in Val di Scalve o,
meglio, come si diceva in epoca antica, Scalvo (Schalvo) o
Val di Scalvo o, più semplicemente, Scalvini.
Ecco alcuni cognomi documentati in Pezzaze e definiti bergamaschi
(od al singolare ‘bergamascho’): Gipponi (detti
Bianchì o Bianchini) in origine Giupponi, Milesi, Pesenti,
Cavagna (da ‘San Gallo bergamasco), Capelli o Capello
‘da Almenno bergamasco’ (in Val Imagna), Morzenti
(da Chiuduno e da Val di Scalvo), Galizzio o Galizio, Gervasoni
o Gervasone (da quelle terre di confine, ora bresciane di
Valcamonica, ma al tempo bergamasche), Arrigoni, Brambilla
‘da San Giovanni Bianco’ ed ancora Colleoni, Lesma,
ma anche Gabrieli, Cedroni, Facchinetti, Carrara, Bonetti,
Camozzi (Camozzo) ed i Ceresoli ed altri ancora originari
di ‘S. Martino Bergamasco’ ed ancora la famiglia
degli Zigliolo (Ziglioli/Zilioli) originaria di Teveno, nella
bergamasca alta Val di Scalve, che risiede nel paese dei Piardi
valtrumplini dal 1589. E’ presente in Pezzaze di Valtrompia
pure certo ‘Molinaro Santino della Valle di St. Martino
Bergamasco”, probabilmente un Arrigoni e per finire,
ancora i Meotti ed i Luiselli, sempre bergamaschi, presenti
a Lavone di Pezzaze. Molte delle suddette famiglie s’imparentano,
nel tempo con gli antichi originari pezzazesi, anche con i
Piardi di Pezzaze.
E’ giusto pure ricordare che molte famiglie bergamasche
emigrano, gia alla fine del Trecento ed ancor più nel
primo Quattrocento, nelle terre viadanesi del Po mantovano
- Diocesi vescovile di Cremona - (ad esempio nella giurisdizione
della fluviale Parrocchia di Portiolo, posta in fronte alla
dirimpettaia Brescello), come accade per i Verdi (Viridis),
per i Bonicelli (presenti in Viadana dal 1440 ed originari
di Clusone nella bergamasca Val Seriana) e per i Vitali di
Valbrembana. Queste terre fluviali del PO (o Eridano) sono
dal secolo XV anche patria dei Piardi.
Sia nel 1388 - “Estimo Visconteo - Bergamaschi a Brescia”
- quanto nel 1421, moltissime sono le famiglie originarie
di Bergamo e delle Valli Bergamasche con annesse convalli
ad essere ammesse in città di Brescia.
(((Nel 1388: 70 famiglie genericamente indicate, senza cognomi,
solo con la qualifica de Pergamo o de Pergamasca, e altre
18 da Gandino, 18 da Solto o da Riva di Solto, 8 da Sovere,
8 da Clusone, 7 da Ardesio, 7 da Seriate, 6 da Martinengo,
da Gorlago, da Grumello del Monte, da Serina, e poi un numero
minore di 4, di 3, di 2, e di 1 da Almenno, Adrara, Albino,
Astino, Caleppio, Castione della Presolana, Cene, Credaro,
Gandosso, Ogna, Osio, Palazzago, Parre, Sarnico, Scanzo, Sellere,
Stezzano, Telgate, Trescore, Treviglio, Urgnano, Verdello,
Zandobbio, con un complesso di circa 250 famiglie di contadini
(bulbuci, forse bubulci), operai tessitori e tintori di panni
lana, fabbri e muratori, scardassatori e pellicciai, ma anche
industriali e mercanti di lana (draperü) di fustagno,
di lino, e professionisti di vario genere che hanno creato
fortune ingenti e hanno innalzato le loro famiglie al rango
nobiliare ))).
[Lasciamo poi stare la storia secondo la quale nei secoli
XVI, XVII e XVIII i PIARDI ebbero a possedere – secondo
qualcuno così risulterebbe – beni fondiari dislocati
all’inizio della bergamasca Val Cavallina: Carobbio
(degli Angeli), Grumello, Trescore, Chiuduno, Gorlago ed in
altre località del territorio di Bergamo quali Ponte
S. Pietro e Carvico per imparentamenti con i De Mangillis
(poi Mangili) prima, indi con i Biffi. Gli stessi Piardi che
nel Seicento, con Venanzio, avrebbero trasferito da Bergamo
a Venezia la famiglia per passare direttamente al servizio
della Serenissima Repubblica, dedicandosi ai traffici commerciali,
fino al Il Cairo e spingendosi sino in oriente].
Insomma quanti i valtrumplini che pur recando un cognome
di famiglia originaria delle Valli bergamasche sono figli
di madre Piardi? Forse non lo sapremo mai, dal momento che
nelle scritture bisogna attendere, quasi sempre, sino alla
fine del Settecento, addirittura inizi dell’Ottocento,
per rinvenire con certezza - anche nei registri canonici delle
Parrocchie valligiane - il cognome della madre degli infanti
battezzati, non essendo per nulla sistematica, poichè
non imposta da precise norme, l’annotazione del cognome
della puerpera.
I TASSO di Camerata Cornello in Val
Brembana INVENTORI DELLA POSTA.
La Val Brembana è assai ricca di sorprese,
ma non bisogna cercarle sulla strada statale. E’ opportuno
lasciarla appena fuori da San Giovanni Bianco e infilare una
diramazione verso sinistra, tra rigogliosi boschi , per trovarne
una. La strada porta a Cornello, borgo antico nel quale qualche
esperto scenografo potrebbe pure ambientarvi un film d’epoca
medioevale.
CORNELLO è conosciuto anche con la specificazione “del
Tasso”, ed i conseguenti contributi di storia letteraria
e postale. Il nucleo abitato sorge su di uno sperone di roccia,
a strapiombo sul fiume, arroccato intorno alla chiesa che
domina le case, anche in conseguenza dell’alto campanile
in stile romanico, risalente al XIII secolo, come tutto l’edificio.
La struttura del borgo è articolata su due linee ben
chiare: la prima, nella parte più sotto, è formata
da una sequenza di costruzioni a strapiombo verso il fiume
Brembo, di una cinquantina di metri, che mettono in luce l’antica
origine di fortificazioni; la seconda si compone di abitazioni
in cui si sviluppava la vita del terziario e delle abitazioni
familiari, poichè qui vi si aprivano botteghe e, poco
più sopra, palazzotti e case attornianti la parrocchiale.
Un porticato ben conservato ed elemento più caratterizzante
collega le due citate linee. Manca di raccontare qualcosa
del capitolo dei TASSO un tempo qui dimorato, poichè
nativi. La famiglia dei Tasso, nonostante i più tardivi
e potenti Colleoni, è sicuramente stata, in Italia
ed in Europa per circa cinque secoli (Duecento – Settecento),
la più nota tra tutte quelle bergamasche. Il primo,
o capostipite, dei TASSO appare in Valle Brembana, a Camerata
nel 1250: Homodeus de Taxo de Camerata, mentre il figlio di
lui, Rogerius, più tardi (sec. XIV) vi aggiunge al
nome la specifica ‘del Cornello’. Successivamente,
i Tasso che assumono posizione nella vita politica, culturale
ed economica sono assai numerosi in tutto il territorio italiano.
Fra i primi troviamo Torquato Tasso, il poeta della “Gerusalemme
liberata” che seguì, superandolo ampiamente,
suo padre Bernardo, anche lui letterato. I Tasso sono poi
professori di cattedra, architetti militari, soldati ed eruditi
distribuiti ogni dove. In Germania ed anche più a nord,
come nelle Fiandre, il ramo dei Thurn und Taxis assume forte
rilievo (nel 1882 be 43 di loro avrebbero avuto diritto al
titolo di principe).
Dove, tuttavia, i Tasso hanno fatto la storia è nell’esercizio
dei servizi postali: sono i veri inventori. Il maggior Consiglio
della Repubblica di Venezia, nel 1305, istituiva la Compagnia
dei Corrieri della Serenissima e la famiglia dei Tasso acquisiva
un ruolo determinante, gestendo inizialmente la tratta Bergamo
– Venezia indi molte altre, tra cui Roma, Vienna, la
Germania. Simone Tasso lo troviamo anche ad organizzare la
posta in Spagna per la casa degli Asburgo.
English version.
THE SAGA OF THE TASSO FAMILY,
“INVENTORES” OF THE POSTAL SERVICE.
In a countryside full of surprises like that of Val Brembana,
they are to be found on the state road. You must go just outside
San Giovanni Bianco, on the left. take a side-road that leads
through the woods, to Cornello, an ancient village in which
a set designer would have to do litte to set a Medieval film
there. If its village characteristics are not enough, signs
of past times and atavistic efforts, Cornello is known with
the suffix “del Tasso” (of the Tasso Family),
and the consequent contributions of literary and postal history.
The town centre stands on rocky spur, sheer above the river.
situated around the church that dominates the houses, due
in part to its high Romanesque bell tower which dates back
to the thirteenth century, as does the whole building. So
far we have mentioned just the architectural and town-planning
history. But the other aspect, regarding the Tasso family,
is suggested by the “Casa dei Tasso” (Tasso company),
whose coats of arms appear along the district of the upper
road. The Tasso family was certainly the most well-known Bergamo
family in Italy and Europe for five centuries, from the thirteenth
to the eighteenth century. The head of the family appeared
in 1250, Homodeus de Taxo de Camerata, while his son Rogerius,
in the fourteenth century documents, added “del Cornello”
to his name.
During the subsequent centuries, the Tassos – occupyng
leading positions in the cultural, politacal or entrepreneurial
life – were numerous at Bergamo and in other areas.
The most famous of all was Torquato Tasso, the great poet
who wrote “Jerusalem delivered”. But his father,
Bernardo, was also a talented man of letters. And there were
also professors. military architects, soldiers and scholar
in all fields. Great importance was attained, in Germany and
Flanders, by the branch of the “Thurn und Taxis”.
Where the Tassos made history, however, was in the postal
services, . In 1305, the Great Council set up the Postal Company
of the Venetian Republic and the family gained an important
role, managing first the Bergamo – Venice line and then
many others, including Rome, Vienna and Germany.
Maggiori notizie sulla Famiglia TASSO; THE SAGA OF THE TASSO
FAMILY in:
http://www.museodeitasso.com
http://www.brembana.info/borghi/cornello/cornello.html
http://www.provinciabergamasca.com
The ancestral home of the Tasso family, relatives of the great
poet who wrote “Gerusalemme liberata”
L’antico borgo dei Tasso, la famiglia del poeta che
scrisse “La Gerusalemme liberata”
VAL BREMBANA,
WHERE HARLEQUIN WAS BORN.
Bergamasco, Brembano di ONETA è Arlecchino, maschera
poi divenuta tipica dei veneziani (“Arlecchino servitore
di due padroni” opera teatrale di Carlo Goldoni). [Di
Oneta, come Arlecchino, fu la potente famiglia Grataroli che
si trasferì a Venezia, pur senza dimenticarsi della
quattrocentesca loro casa posta in posizione privilegiata
nel borgo medievale onetano della Val Brembana; casa con stanze
ben affrescate con cicli pittorici del Quattrocento. On the
first floor of the house is a painted room, the so-called
“camera picta”, which illustrates the past splendour
of the family in a fresco cycle of the late fifteenth century,
showing knightly feats of arms at a toornament].
Maggiori notizie su ARLECCHINO in:
http://www.brembana.info/musei/m_arlecchino.html
http://www.brembana.info/borghi/oneta/oneta.html
I SOLDATI DI GARIBALDI “GARIBALDINI”,
BERGAMO ed “I MILLE”. I PIARDI.
Molti Piardi arruolati nelle schiere dei “Garibaldini”
soprattutto durante le battaglie combattute sulle terre del
nord d’Italia a fianco del Generale, ma anche tra “
I Mille” del 1860 partiti da Genova – Quarto.
Uno, Cesare Piardi, classe 1844 figlio di Andrea (1799) e
di Maria Bregoli, è con Garibaldi durante la spedizione
del 1860 per la conquista del “Regno delle due Sicilie”
in mano ai Borboni, infatti al termine dello stesso anno è
già di ritorno dalla Sicilia, pur avendo appena compiuto
16 anni; splendido e ben conservato è il suo foglio
di congedo militare e dalla Spedizione. Sedicenne come Cesare
vi fu nella Spedizione, nei contingenti successivi formati
dopo il ritorno del comandante Nullo dalla battaglia di Calatafimi
(15 maggio 1860) e dopo che lo stesse ebbe fatto ingresso
per primo a Palermo, anche Guido Sylva (poi noto cronista
delle vicende dell’VIII Compagnia garibaldina a Calatafimi).
Almeno sei i Piardi “Garibaldini” di cui si hanno
notizie, cinque solamente tra la popolazione di Gussago. Lo
stesso Cesare, ed i suoi quattro fratelli: Ernesto, Achille,
Giovanni e Giacinto oltre a Giovanni Maria Piardi (1845) nativo
di Pezzaze, cugino primo dei precedenti, il quale si meriterà
un encomio solenne da parte del Generale “Eroe dei due
mondi” per i fatti militari dei “Garibaldini”
lungo le Valli bresciane (a Montesuello, Bezzecca, Vezza d’Oglio),
nel 1866. A Montesuello e nelle Valli bresciane, Garibaldi
è al comando di diecimila volontari tra cui vi sono
i suoi due figli Menotti e Ricciotti, per la prima volta in
battaglia; benché ferito ad una coscia (dopo Montesuello)
comanda seduto su di una carrozza ed incita i suoi, il 21
luglio 1866, a Bezzecca. All'ordine di ritiro ordinatogli
da Roma (gen. Lamarmora) il 9 agosto risponde per telegrafo,
come è noto, con un'unica parola: "Obbedisco!".
Maria Domenica “Marietta” Piardi (1923) da Gussago
ricorda che la zia, Teresa Piardi (figlia di Ernesto, garibaldino,
figlio di Andrea (1799)), conservò a lungo e sino alla
fine degli anni Quaranta del secolo XX, nella sua casa di
Navezze in Gussago, un quadro con l’effige di un garibaldino
in camicia rossa, forse proprio quella di suo padre o, verosimile,
quella dello zio Cesare (1844), il garibaldino dei Mille di
Garibaldi liberatori della Sicilia (Regno delle due Sicilie).
La storia degli “zii” garibaldini amava ascoltarla
ed in parte raccontarla pure Antonino Minutola da Catania
(figlio di Salvatore e Aurelia Anna Piardi di Achille nativa
di Navezze di Gussago), geloso custode di tanta documentazione
inerente i Piardi, soprattutto di quelli garibaldini.
Nelle Campagne Garibaldine del 1848, del 1859 e soprattutto
nella spedizione siciliana dei Mille, la partecipazione dei
giovani (e meno giovani) bergamaschi è stata tale da
meritare a Bergamo l’appellativo di “Città
dei Mille”.Le memorie risorgimentali e garibaldine sono
raccolte nel Museo del Risorgimento e della resistenza, ordinato
nella Rocca, in Città Alta; i cimeli partono cronologicamente
dalla rivoluzione francese e dall’età napoleonica
per raccontare gli anni della Carboneria, della Giovine Italia,
delle guerre d’indipendenza e della spedizione dei Mille
e poi anche delle successive guerre sino al secondo conflitto
mondiale ed alla successiva Resistenza.
THE CITY OF THE THOUSAND.
THE PARTICIPATION OF THE BERGAMASKS IN THE GARIBALDIAN CAMPAIGNS
OF 1848, 1859 and, above all, in the Conquest of Naples and
Sicily was so zealous that it earned the city of Bergamo the
name “City of the Thousand”.
Remains from the Risorgimento and Garibaldi’s campaigns
have been gathered in the Museum of the Risorgimento and Resistance,
in the citadel of the Città alta.
The relics start off chronologicallly from the French Revolution
and Napoleonic era and narrate the years of the Carboneria,
the Giovine Italia, the wars of indipendence and the conquest
of Naples and Sicily, and so on, until the Second World War
and the Resistance movement, etc.
Giovine Italia movement and Giovanni Battista Piardi
Cesare Piardi and participation
in the Garibaldian Campaigns
Comandante Pietro Boifava
Portrait of the “garibaldini” in Bergamo’s
museum.
Garibaldini, ritratti esposti al museo dei Mille in Bergamo.
Garibaldi, ritratto esposto al museo dei Mille in Bergamo.
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