Mantova e i Piardi mantovani.
"Mantova e Brescia città sorelle"
Mantova e i Piardi
"Con al "se" e con al "ma"
as va mai né chi né là".
Giusto e semplice incitamento a non essere troppo indecisi
nella vita.
Sprone forse inutile ... per i Piardi? Nota, infatti, la stoffa
di cui son fatti i figli della Piarda di Po mantovano e quelli
delle montagne e colline bresciane: valtrumpline e franciacortine:
una stoffa di qualità, seppur facile ad ...incendiarsi,
soprattutto nell'agire proficuo. Esternamente facili a proporsi,
"bilùss", quasi a dire biliosi: col fuoco
dentro. L'animo è, però, quello ...della mano
tesa. Ma la gente giudica per l'abito che porti! (In dialetto
bresciano: "Col se e col ma, se va nè dè
che nè
dè là" e in quello più antico: "Còl
se e còl ma se va gnè/a dè che gnè/a
dè là").
Ancora oggi a Gussago, riferendosi soprattutto a personaggi
del casato nati negli anni dal 1844 al 1925, si ascoltano
frasi del tipo: "I Piardi iera miga, sicür, dubbiosi".
(s = "s" aspirata)
"Chi semna mia a San Lüca prest al s'insüpa".
Chi non semina a San Luca (18 ottobre), corre il pericolo
di vedere la sua terra inzuppata per le piogge.
"Sa fiòca in sla fòia da nev an gh'è
piü vòia. Se nevica quando sulle piante ci sono
le foglie, difficilmente d'inverno tornerà a nevicare.
(Vedi "Modi di dire..." in Sezione
"Opera" - I Piardi nel tempo)
· L'anno 1487, Giovanni Piardi,
forestiero, compare a Pezzaze (Brescia) in veste di compratore
d'immobili posti all'asta dal Comune. Da dove proviene...?
· In Pomponesco (Mn) si ha notizia, verso la fine del
secolo XV, dell'esistenza dei Piardi.
· Nel primo '500 Teofilo Folengo nel poema "Baldus"
(IV, 94) scrive: "Portabat semper scarsellam nescio qualem,
de sgaraboldellis plenam", si portava sempre appresso
una bisaccia piena di grimaldelli. "Scarsèla"
in mantovano è la saccoccia; in dialetto bresciano
è, anche, la tasca dei calzoni. Teofilo Folengo, al
secolo Girolamo, famoso poeta mantovano (Cipada di Mn, 1491)
- è il discusso appartenente all'Ordine benedettino,
con i suoi cinque fratelli. E' forchetta di prim'ordine. Noto
ai bresciani, anche ai Piardi di quella provincia, è
conosciuto come "Merlìn Cocai". Dopo il 1534
è nuovamente, dopo il periodo dell'età giovanile,
al Convento di Sant'Eufemia di Brescia ove col nome di Merlino
firma le ricevute delle decime; successivamente è Rettore
di San Benedetto di Carpa sopra Sulzano, riva orientale del
Lago d'Iseo, ove si venera San Giorgio. Sul lago d'Iseo scrive
la terza edizione del suo opus macheronicum. Note le sue Doctrinae
Cosinandi Viginti. Per la sua seconda città scrive:
Mantua nos gemit sed Brescia clara ducavit. La prima delle
sue sette egloghe la dedica a Brescia. In quest'opera i personaggi
principali, Tonello e Filippo, cantano le lodi di Federico
Gonzaga, marchese di Mantova, quando li raggiunge Pedrollo
che risponde loro decantando Brescia, non mancando tuttavia
di gridare tutto il suo dolore nel vederla avvilita e sotto
il peso di tante sciagure; chiede pure a Tonello, uno dei
due pastori, quali siano i motivi per i quali Mantova sia
più fortunata di tante altre per non dover soffrire
le invasioni straniere, a partire da quella tedesca. Il motivo
di Mantova e di Brescia città sorelle ritorna spesso
nell'egloga. Nelle sue opere descrive con precisione molte
località bresciane tra cui, fra quelle della Valtenesi
e rivierasca gardesana, Peschiera: mater Minti nostri. Nel
Baldus "Brescia e la terra bresciana con la sua parlata
di popolo entra come elemento, 'ingrediente', subito dopo
il mantovano, del linguaggio inventivo di cui si serve il
poeta". Merlìn Cocai muore a Campese di Vicenza,
l'anno 1544.
· Alcune note di grammatica mantovana e bresciana.
Il diagramma "gl", nel dialetto mantovano, o si
riduce ad una sola "l" come in "bìlia"
= biglia, "botìlia" = bottiglia, "bilièt"
= biglietto, quando non scompare addirittura come in "pàia"
= paglia, "màia" = maglia. Quali le differenze
col bresciano ? Nessuna!
· Anno 1674. Gussago (Brescia). Muore, d'anni 66, il
Parroco "Fogliata R.mo D. Pietro nativo della città
di Brescia": da più di 35 anni "Teologo del
Duca di Mantova, Dottore laureato in ambe le leggi, canonica
e civile (...)". Parroco in terra gussaghese di Franciacorta
dall'età di 29 anni, Protonotario Apostolico.
Trascorrono i secoli...
· Il 13 maggio 1934 il vescovo Mons. Menna benedisce
il primo convoglio della ferrovia che da Mantova giunge a
Peschiera in coincidenza con la partenza dei battelli per
le escursioni sul Garda: meta preferita dei mantovani. I vagoni
sono di terza classe, coi sedili "inbotì dal marangòn",
la festa è in ogni modo grande e l'allegria alle stelle...
per i fiaschi di vino, i "bisolàn" ed i salami
infilati nelle pertiche, ...condecorano la popolare atmosfera
le arie della fisarmonica. Chi non ricorda le gite aziendali
delle maestranze della Bianchi (non ancora Lubiam - confezioni)?
Mons. Domenico Menna, grande appassionato di caccia e di uccellagione,
esercita l'arte venatoria, sin dai primi anni trenta, sulla
sommità del Monte Navazzone, nel vecchio convento dei
frati Camaldolesi, ai piedi del quale è adagiata Gussago
(Brescia), patria dei Piardi - quelli detti Catanì
- sin dagli inizi del 1800, seppure originari di Pezzaze in
Valtrompia. La casa patrizia dei "Catanì",
di ampie dimensioni con attiguo "brolo" di circa
5.000 metri quadrati, oltre alla casa colonica, che si trova
sulla Via Stretta, con ingresso pure da via Larga, occupando
così un intero isolato di quasi 10.000 metri, è
passaggio obbligato per i viandanti che, provenienti dalle
terre di Franciacorta, intendendo recarsi in Valtrompia debbono
passare per il passo della Forcella, sulle pendici del monte
che vede il Santuario della Madonna della Stella. Ugualmente
Mons. Menna per recarsi ad uccellare passa da Piedeldosso,
frazione gussaghese di dimora dei Piardi, anzi le due strade
di comunicazione per il Monte Navazzone costeggiano, ambo
i lati, la principale proprietà dei Piardi. A lato,
verso est, corre la tenuta della seconda dimora Piardi, quella
di Via Manica, comprendente il torchio di pigiatura delle
uve per conto proprio e per terzi, oggi ancora esistente nella
proprietà Venturelli. Menna, il vescovo mantovano,
è assai noto ai Piardi gussaghesi, per l'eccezionalità
della persona che dimora ai Camaldoli durante le "passate"
autunnali ed invernali e perchè quasi tutti i figli
di casa Piardi sono accomunati nell'identica passione...vescovile,
auspice Sant Uberto. A Gussago, Prepositurale Pievana di Santa
Maria Assunta, celebra più volte l'esimia eccellenza
mantovana, quando è Praeposito il noto Parroco Mons.
Giorgio Bazzani, predicatore, maestro ed amico di Giovanni
Battista Montini, poi papa Paolo VI l'anno 1963 e quando sono
in cura d'anime i due fratelli pezzazesi Don Giacinto e Don
Giuseppe Bernardelli, di famiglia ampiamente imparentata con
i conterranei valtrumplini Piardi. Menna, nativo della bresciana
Chiari l'anno 1875, muore proprio in località Camaldoli
- sede di villeggiatura estiva, da lui voluta, per le prime
classi ginnasiali del Seminario vescovile di Mantova - ad
un tiro di schioppo da Gussago (Bs), il 8 ottobre 1957. Ingressa
quale vescovo della citta di Virgilio, il 29 maggio 1929,
dopo aver svolto eccellenti incarichi in Curia e nella Diocesi
di Brescia. Promuove molte opere di beneficenza, ordina, tra
gli altri, il restauro conservativo del Santuario delle Grazie
in Curtatone. Protegge tutti i suoi sacerdoti nei confronti
del regime e dei tedeschi: primo fra questi Don Primo Mazzolari
liberato per suo intervento il 31 luglio 1944, nonostante
le pesanti accuse di collaborazione con la resistenza; Don
Primo fa il suo ingresso quale parroco di Bozzolo accompagnato,
proprio, da Mons. Menna. Ad oggi, non ancora del tutto studiato
e valutato è il suo atteggiamento, anche da vescovo,
nei riguardi del regime. Si dimette da Ordinario di Mantova
il 12 settembre 1954 ritirandosi per sempre a Camaldoli di
Gussago dove si spegne serenamente, quanto improvvisamente.
Celebra i suoi funerali, nella cattedrale mantovana, il bresciano
[di casa a Gussago (Bs) poiché discepolo del Prevosto
Giorgio Bazzani (1941)] Mons. G. B. Montini (1897),
Vescovo di Milano, 'allievo' di Menna e che ebbe a ospitare
e proteggere sin dagli anni della giovinezza. A Gussago è
forte la presenza della figura di Mons. Menna, anche dopo
diversi anni dalla morte. Negli anni '60, Achille Giovanni
Piardi, poi curatore della ricerca sul Casato PIARDI, apprende
dalle zie Piardi e dal suo catechista Giovanni Peroni (famiglia
Santomolinaro) e da Don Giuseppe Potieri, Cappellano dell'Ospedale
Paolo Richiedei in Gussago, dell'esistenza di Mons. Menna,
alta figura morale e di intraprendenza verso i fedeli e la
Chiesa, e della sua spiccata passione venatoria esercitata
"ai Camaldoli", come si usa dire a Gussago. Giovanni
è fratello di Vittorio Peroni, fattore dell'azienda
agricola Venturelli, come tale vissuto lungamente nell'ex
casa Piardi di Via Manica a Piedeldosso. (Vedi
Sezione "Opera", Libro I PIARDI volume primo, I
Piardi del Bresciano e I Piardi della terra mantovana)
· A Brescia, negli anni '30, all'Istituto Cesare Arici
è docente il mantovano Prof. Ferruccio Spadini (Brescia,
1946) insegnate degli allievi: Pierluigi Piotti, nativo di
Pezzaze (Bs), poi avvocato; Walter
Piardi (1922), nativo di Casaloldo (Mn) figlio di Vincenzo
(1887), poi medico in Verona. Il Piotti è fratello
di Ernesto detto Tino, lungamente, amministratore di Pezzaze
con i Piardi: Cesare Enrico e Giacomo Osvaldo, oggi rispettivamente
Presidente e copresidente del Comitato
I PIARDI - "I Piardi nel mondo". Il prof. Spadini
per fatti accaduti durante la guerra civile è fucilato,
al poligono di Mompiano in Brescia, dopo molti mesi di prigione
espiati nell'attesa della decisione 'giudiziaria'.
· Verso gli anni '40, da Pezzaze scende a Casalmoro
(Mn) la famiglia Piardi dei detti Ciong (Cionc); le documentazioni
di Pezzaze recano la scritta (italiana) Cionghi. Di Casalmoro,
come di altri Comuni mantovani, fu Segretario Comunale Vincenzo
Piardi (Viadana di Mn,1887). Dei Ciong, uno dei 18 soprannomi
Piardi pezzazesi, è Onesta Piardi andata in sposa al
noto "Grillo", Giovan Maria Piardi, costruttore
e conduttore, dal 1932, del frequentato Rifugio
Piardi al Colle di San Zeno, sopra
Pezzaze, punto d'incontro tra la Val Palòt, che
sale da Pisogne sul Lago d'Iseo, e la Val Trompia, per mezzo
della laterale ovest del Morina che distaccandosi da Lavone,
terra del veronese d'adozione Padre Natale di Gesù
[Giuseppe Fada - Piardi (1941)], passa per la terra
patria dei Piardi bresciani: Pezzaze. (Per i soprannomi con
i quali sono identificabili i Piardi in Valtrompia, vedi "Brine"
alla sezione "Personaggi" di questo sito web)
... immaginiamo che ogni lettore possa aggiungere altri episodi
in merito al motivo di "Mantova e Brescia città
sorelle", come nell'egloga 1^ di Merlìn Cocai
(Folengo), li attendiamo al nostro indirizzo: info@piardi.org
Ci siamo avvalsi: dell' Enciclopedia Bresciana di A. Fappani
- Ed. La Voce del Popolo di Brescia;
delle note pubblicate dalle rubriche: "Al canton dal
dialet" e "Trigolèra"- Mantua me genuit,
del giornale Gazzetta di Mantova; dell'Opera
I PIARDI (...) volume I e II.
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