Portiolo, Porto di Portiolo,
Portiollo e i Piardi
Notize sui LUOGHI dei PIARDI mantovani,
in riva sinistra e destra di PO: PORTIOLO e Portiollo
1. PORTIOLO di Viadana,
in riva sinistra.
2. PORTO di PORTIOLO.
3. PORTIOLO (Portiollo)
in riva destra, tra Borgoforte e San Benedetto Po.
1. VILLA PORTIOLO
(VIADANA), in riva di sinistra; risulta facente
parte della Curia di Viadana dopo il 1319. Era posta di fronte
a "bocca d'Enza" e la sua parrocchia si estendeva
verso nord fino a toccare i borghi di Viadana. Pertanto il
Convento degli Agostiniani rientrava nel territorio parrocchiale
di Portiolo. Nelle misure del viadanese eseguite nel 1583-1590,
in cui si divideva il territorio in 24 Colonnelli, la Villa
Portiolo con ca. 100 case, chiesa di S.Giovanni Battista e
Convento dei RR. PP. di S.Nicola, era descritta come aggregata
al Colonnello del Borgo di S.Maria (più anticamente
Borgo Nuovo e da non confondere con Villa S.Maria), a cui
gli abitanti ed i possidenti dovevano conferire i carichi
comunali e di digagna. Così quando negli anni 1682-83
fu rifatta la misura del marchesato sempre in 24 Colonnelli,
perciò dopo le varie alluvioni ed erosioni che nel
1654 avevano distrutto la chiesa parrocchiale e quel che rimaneva
dell'abitato, nel distretto della Villa di Portiolo non vi
era altro che il predetto Convento ed un po' di terreno posto
lateralmente e di fronte a questo. Il 6 settembre 1655, le
famiglie ed i beni mobili ed immobili della parrocchia di
Portiolo erano state aggregate ecclesiasticamente a quella
di S.Martino. (Atto Gerolamo Ruberti con firma di Ippolito
Gardani Luogotenete Arciducale, Ms. 29. 12.1723, Bibl. Civ.
Viadana 172 G15) (Ms.1768, Bibl. Civ. Viadana E2). [Testo
di Luigi Cavatorta (Viadana); Le Chiese, tutte le chiese viadanesi].
http://www.comune.viadana.mn.it
- 1654.
VIADANA: la frazione di Portiolo, luogo di mercato dello zafferano,
nota, almeno, dal 1306.... è ingoiata dal Po l'anno
1654; "(...). Dal passeggio e dall'attuale chiesa Parrocc.le
de' SS. Martino e Nicola montando sull'argine, si entrava
nel territorio di Portiolo....". (Antonio Parazzi, l'anno
1893, in "Origini di Viadana...").
ANTICA PARROCCHIA di PORTIOLO. L'antica
Parrocchia di Portiolo sotto il titolo di S. Gio. Battista,
in Viadana, si estendeva fuori dall'argine lungo la riva del
Po, a oriente di quella di S. Martino. Le memorie del Prev.
Scaini (Archivio Parr. Campione A. an. 1671) dicono che PORTIOLO
sporgevasi tanto rimpetto a Brescello, che dalla riva di qua
si poteva parlare coi Brescellesi di là. Col rogito
del Notaio Allia il Vescovo Venturino de' Marni elesse a Rettore
di S. Gio. Battista di Portiolo nel territorio di Viadana
Don Antonio Carri (24 Agosto 1447). (...). A lui morto, successe
Don Antonio De Medici, a rogito 3 Novembre 1463 del Notaio
Pietro Martino Stanga Cremonese. (...). Il 15 Aprile 1505,
accolta la rinuncia del Rettore G. A. Mascopii, la Parrocchia
è conferita ad Evangelista de Vigionibus alias de Marchisis.
Dagli atti della Visita del Vescovo Speciano rilevasi che
nel 1599 Portiolo aveva 500 anime, ma le corrosioni padane
nel 1654 ridussero la popolazione a undici famiglie, laonde
il Vescovo Visconti, con decreto del 6 Sett. 1655 aggregò
cotesti poveri avanzi all'attigua Parrocchia di S. Martino,
però confermando al Rettore di Portiolo Don Agostino
Zuccari il godimento della sua prebenda; i beni di questa,
morto lui, dovevano poi passare parte in godimento al Rettore
di S. Martino, e parte a S. Gio Battista (Rogito Benedetto
Peregrini Cancelleria Vesc.). I legati di culto, i libri battesimali
dell'anno 1547, le campane del 1490, e gran parte delle suppellettili
della demolita Chiesa di Portiolo passarono a quella di S.
Martino (...). (...). L'ultimo Rettore di Portiolo, Agostino
Zuccari, distrutta la Chiesa nel 1654, si ritirò a
Viadana dove morì l'anno 1683. Anche l'antica Parrocchia
di Portiolo era suffraganea dell'Arcipretura del Castello
(n.d.r. Viadana centro), come si ha dalla Pergamena (letta
dal) Faveri del 1147.
(Antonio Parazzi - Arciprete di Viadana, anno 1895. In "Appendici
alle Origini e Vicende di Viadana e suo Distretto"; Volume
III. Viadana, 1895, N. Remagni Editore. Mn. Tip.Lit. Mondovi)
2. PORTO di PORTIOLO
- 1668.
16 febbr. 1668. CIZZOLO. Catterina figlia di Messer Piardo
dal Porto di Portiolo et hora habitante in casa del Sig.r
Tenente Zuccari ... (...) tiene a battesimo, congiuntamente
a Francesco Bianchi da Cavallara, un Mori di Cizzolo. Reg.
Battesimi di Cizzolo di Viadana (S. Giacomo Maggiore Apostolo).
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3. PORTIOLO o Portiollo, in riva destra,
tra Borgoforte e San Benedetto Po
Dalla lettura del volume "Portiolo alza le vele"
(a cura di Gioirgio Vermigli e altri). A pagina 43 del volume,
fig. 4, è riprodotto l'ingrandimento di un particolare
della mappa del territorio di Portiolo, anno 1690, (prima
fondamentale raffigurazione del territorio di Portiolo con
fini di rappresentazione topografica, del tempo di Pirro Maria
GONZAGA) - (Archivio Stato di MN, De Moll, busta 44) - in
cui si legge con chiarezza Porto di Portiolo, proprio nel
sito in cui è ubicata la chiatta principale (ove spesso
venivano aggregate altre barche più piccole, in modo
da formare un convoglio. La continuità era data da
un grosso canapo fissato alla sommità degli alberi
dei natanti...).
La stessa mappa, anno 1690, riprodotta a colori e per intero
alla pagina 24, riporta il nome e cognome dei possessori dei
90 fabbricati in essa rappresentati e chiaramente numerati
e nominati in una legenda a margine della pianta (testo alle
pagine 26 e 27 del volume) e appartenenti al territorio di
Portiolo compreso fra il Po, Zara e l'argine traversagno.
Il porto natante di Borgoforte, ovvero il
traghetto che collegava le due sponde del Po all’altezza
di Motteggiana (MN). In alto è visibile la sponda motteggianese
che, per l’inversione dei punti cardinali. risulta sul
lato nord del fiume. Il punto di approdo era variabile in
base alle condizioni idriche ed alla mutevole conformazione
delle sabbie in alveo. I moli di attracco sono doppi, a diversa
quota, per assecondare le variazioni di portata del fiume.
Nella scia del traghetto è ben visibile la teoria di
barchette che seguiva il natante sostenendolo fuori dall’acqua
l’ansana, la fune di ancoraggio del pontone. Alla sponda
è ancorato anche un mulino fluviale trattenuto da una
robusta catena. Allora, come oggi, la golena era folta di
boschi.
(Archivio di Stato di Mantova, “Mappe acque”,
n, 302, Po alla Montecchiana, secolo XVII seconda metà.
Foto d’archivio a cura di Pietro Vezzani. In: Carlo
Parmigiani. “Fra Po e Zara – Storia del territorio
e delle Corti di Motteggiana”. Editoriale Sometti –
Mantova. MN, febbraio 2005).
Dettaglio del Traghetto Borgoforte –
Motteggiana con gli opposti imbarcaderi (anche in questo caso
con posizioni invertite rispetto a quelle reali). Il disegno
acquerellato permette di cogliere interessanti particolari
del natante con la fune di ancoraggio o ansana, tenuta sollevata
dall’acqua da un convoglio di piccole barche.
(Biblioteca Comunale di Mantova, stampe, album c. 25,
anno 1712. Foto d’archivio a cura di Pietro Vezzani.
In: Carlo Parmigiani. “Fra Po e Zara – Storia
del territorio e delle Corti di Motteggiana”. Editoriale
Sometti – Mantova. MN, febbraio 2005).
Carta di PORTIOLO di San Benedetto Po. Il
Gonfo [piccolo nucleo abitativo che sorge sulla sponda sud
del Po ad est di Villa Saviola, prima di giungere a Portiolo
(Portiollo)] come appare nella mappa dell’Oltrepo del
Visi, redatta l’anno 1782 rifacendosi ad un originale
perduto, probabilmente della fine del Quattrocento (XV secolo).
(Archivio di Stato di Mantova, Arch. D’Arco, b.
47. Foto d’archivio a cura di Pietro Vezzani. In: Carlo
Parmigiani. “Fra Po e Zara – Storia del territorio
e delle Corti di Motteggiana”. Editoriale Sometti –
Mantova. MN, febbraio 2005).
Antica mappa del territorio di Borgoforte con la sua porzione
a sud del PO, schizzo a penna della fine del secolo XVI. [(Arch.
Stato Mn, A.G.b. 3369. Descrizione del Commissariato di Borgoforte
con tipo del medesimo). In: "Fra Po e Zara" di Carlo
Parmigiani. Edit. Sometti - MN, 2005].
Siamo nel Cinquecento (sec. XVI). A partire da sinistra,
(da Ovest verso Est, rimanendo in riva sinistra di PO). Da
CIZZOLO nel Viadanese, sino al territorio di Governolo, passando
per Scorzarolo (Foce dell'Oglio nel Po), Borgoforte, Bocca
di ganda, S. Nicolò Po difronte a Portiolo in riva
sud o destra di Po. Da Portiolo, camminando verso Ovest, le
terre ubicate in riva destra (a Sud): Gonfi, Saviola, Montigiana
(Motteggiana), Toricella, Tabellano di Suzzara (ove termina
l'immenso confine di Borgoforte, delimitato dal Canale di
Zarra, poi Zara) difronte a Cizzolo, in territorio viadanese.
[Per le medesime terre in epoca attuale, vedi altra carta
che segue]
Terre mantovane di Po, a sud di Mantova. Attuali agglomerati
urbani e strade della Cinquecentesca "Antica mappa nella
zona di Borgoforte". "TERRE dei PIARDI". Da
Sinistra verso destra (da Ovest ad Est ed in riva sinistra,
o Nord, di PO) le località di: Villastrada di Dosolo,
Cavallara di Viadana che precede l'altra frazione comunale
di Cizzolo (antica, Seicentesca, patria dei PIARDI), Scorzarolo,
Borgoforte, Boccadiganda, S. Nicolò Po, S. Giacomo
Po, per finire con Governolo. Sulla riva destra o Sud di PO:
le note località di: Tabellano, Torricella e Sailetto
in ansa di PO, Motteggiana, Portiolo, S. Benedetto Po.
[Per le medesime terre in epoca antica, sec. XVI, vedi altra
carta che precede]
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1790.
Villa Saviola, Motteggiana, Sailetto, Torricella non lontane
da Portiolo di S. Benedetto Po, ubicate sulla riva sud
(destra) del Po, nella grande ansa fluviale compresa tra Cavallara
- Torre d’Oglio - Scorzarolo e Borgoforte poste in riva
nord (sinistra).
Villa Saviola (Mantova). Località posta nei pressi
di Motteggiana sulla riva destra del Po, quest’ultima
di fronte a Borgoforte; Motteggiana e Villa Saviola non lontane
da Portiolo di S. Benedetto Po. Siamo nei pressi della zona
fluviale detta Canton dei Rami, dal nome dell’antica
nobile famiglia Rami o Rama (in origine Ramedelli; menzionati
sin dal Trecento) qui presente (in Torricella) probabilmente
a partire dal Cinquecento con la nota Corte Rama (già
Cà Vecchia Rama), vicina alla Corte Quaranta o Curt
di Cunt (corte dei Conti Alberigi di Quaranta nel Monferrato).
Quivi funziona il traghetto Borgoforte – Motteggiana
con imbarcaderi sulle due rive detto anche “porto natante”
di Borgoforte. << Il traghetto è costituito da
due barche collegate da un pianale di assoni su cui una casetta
di legno garantisce il riparo per i portinai, ovvero i traghettatori.
il punto di approdo è variabile in base alle condizioni
idriche ed alla mutevole conformazione delle sabbie in alveo.
I moli di attracco sono doppi, a diversa quota, per assecondare
le variazioni di portata del fiume. Una lunga teoria di barchette
accompagna, da dietro, il traghetto, tutte unite da una lunga
fune. Si tratta di un canapo, detto ansana, che funge da ancoraggio
grazie ad un contrappeso posto alla sua estremità,
la burga. Le barchette, dotate di un’alta antenna verticale,
hanno lo scopo di tenere sollevata dall’acqua l’ansana.
Piazzato l’ancoraggio in un bassofondo a monte del guado,
ad una giusta distanza, il traghetto effettua un movimento
pendolare fra le due sponde, semplicemente sfruttando la componente
di moto verso la riva che si genera manovrando opportunamente
un grande remo che funge da timone. Naturalmente l’operatività
in sicurezza di un traghetto esige il rispetto di rigide norme
di comportamento per lo stesso, e per tutti i natanti che
transitano nei suoi pressi, al fine di garantire l’incolumità
dei passeggeri. Non sempre però tali norme sono rispettate.
Si parla di un incidente occorso (1787) al porto di Saviola,
la cui ansana fu tagliata in seguito alla manovra azzardata
di una barca parmigiana. Come conseguenza il traghetto fu
trascinato a valle dalla corrente senza possibilità
di governo, arrestatosi solo più a valle su di un isola
sabbiosa nella zona di S. Nicolò Po. (Intendenza Politica
di Mantova, b. 399).
Contemporanei del “Porto natante” di Motteggiana,
in funzione sin dal Quattrocento, sono quelli di Villa Saviola
e di Portiolo di S. Benedetto.
Spesso alla sponda è ancorato un mulino fluviale (o
più mulini) trattenuto da una robusta catena (lunga
sino a 40 pertiche, più di mt.113). La golena retrostante
è folta di boschi e sull’argine appare una chiesetta.
Anche i mulini natanti sono fonti di pericolo per il traghetto.
Quest’anno, 1790, viene comminata una multa di 120 lire
a tutti i molinari di Villa Saviola che ancorano i loro mulini
pericolosamente vicino al locale traghetto condotto da certo
Antonio Cambi che si era rivolto alle autorità affinchè
valutassero la sicurezza del porto e della vita de’
transitanti. Dall’inchiesta è emerso che il mulino
di Antonio Truzzi << “impediva il libero corso
all’indicato porto, per attrovarsi l’anzana appoggiata
alla punta del sandone di esso mulino curvata a semicircolo
pel tratto di un braccio, coll’imminente pericolo di
infrangersi, e sommergere l’indicato porto, che lacerandosi
l’anzana potrebbe incorrere l’urto di un mulino
che inferiormente giace nella distanza di sole poche pertiche
dodici di ragione di Giovan Dall’Oglio e Fornasari”
>>. I vari mulini presenti circondano il traghetto a
monte e a valle dove vi è quello dei Dall’Oglio
e nessuno di detti natanti sta alla prescritta distanza di
60 pertiche (170 metri). Il mulino natante è un tipico
elemento del paesaggio fluviale del Po. Oltre che a Villa
Saviola i mulini sono ancorati ai Fogarini di Torricella all’altezza
della corte Modrone, al cosiddetto Cavallarolo di Sailetto
nei pressi di Motteggiana e soprattutto al Gonfo, in punti
in cui la presenza di isole in alveo determina un restringimento
della sua sezione, con conseguente aumento della velocità
dell’acqua. Il mulino ha infatti bisogno di un’adeguata
spinta della corrente per la rotazione delle pale, che trasmettono
poi il movimento agli organi di macinazione. Un’altra
condizione è che il mulino natante sia facilmente raggiungibile
dalla sponda per trasportarvi i sacchi di grano e, in senso
inverso, per riportare a riva la farina macinata. In genere
il mulino è ancorato su un froldo, ovvero in un punto
in cui il fiume è in aderenza all’argine maestro,
o comunque in un tratto in erosione, detto nel linguaggio
del Po ‘piarda’. Carlo Parmigiani. Fra Po e Zara
– Storia del territorio e delle corti di Motteggiana.
Editoriale Sometti – Mantova. Mantova, febbraio 2005
1790.
Villa Saviola, Motteggiana, Sailetto, Torricella. Queste località
ubicate sulla riva sud (destra) del Po, nella grande ansa
fluviale compresa tra Cavallara - Torre d’Oglio - Scorzarolo
e Borgoforte, sono dirimpettaie, si può dire, di quella
di Cizzolo (in riva sinistra), patria dei Piardi del Viadanese
almeno dal Seicento.
Se come si racconta a proposito di mulini fluviali sul Po
(Carlo Parmigiani. Fra Po e Zara – Storia del territorio
e delle corti di Motteggiana.): << (...). In genere
il mulino è ancorato su un froldo, (...), detto nel
linguaggio del Po ‘piarda’ >>, quando due
mulini natanti si trovano affiancati sulla ‘piarda’
essi formano un “piardone”.(Salvatore Battaglia,
Grande Dizionario della Lingua Italiana, Volume XIII)
Palazzo Gonzaghesco
Portiolo, sulla riva destra di Po, si caratterizza
per il grande Palazzo Gonzaghesco, una delle residenze più
importanti della provincia di Mantova. L'edificio fu costruito
nel '400 ed aveva le caratteristiche di un vero e proprio
castello. L'ingresso del Palazzo, arricchito da un loggiato
in stile d'entrata, già preannuncia la ricchezza dei
fregi e degli affreschi all'interno.
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