Padre
Natale, amico e guida di Don Giovanni Calabria.
Chi era Padre Natale?
Nasce da Maria Piardi e Giovanni Battista Fada il 27 maggio
1863 a Lavone in Val Trompia (BS). È battezzato col
nome di Giuseppe Giacomo. Rimane orfano del padre molto presto.
A vent'anni entra novizio nell'ordine dei Carmelitani Scalzi
e prende il nome di Natale. Riceve l'abito religioso il 25
gennaio 1883. Il 12 marzo 1889 è consacrato sacerdote.
Nel 1891 è destinato al piccolo convento di Verona:
ha 29 anni. Vivrà stabilmente qui fino al termine della
sua lunga vita.
Eletto Consigliere Provinciale più volte, negli anni
della prima guerra mondiale assolve il compito di Superiore
del Convento.
Nel capitolo Provinciale del maggio 1930
è eletto Superiore Provinciale, ma non accetta. L'assemblea
glielo impone
per "obbedienza" e solo allora p. Natale accetta.
Questa sua resistenza poteva avere vari motivi e, fra questi,
il distacco dal suo carissimo figlio spirituale Don Calabria:
la sede Provinciale era, infatti, a Venezia. I confratelli
lo assecondano: potrà rimanere nel convento degli Scalzi
a Verona.
In lui la delicatezza della giustizia sconfinava nella più
squisita e audace carità. Molti assicurano che usava
anche la penitenza corporale del cilicio e che lo avrebbe
smesso su consiglio di don Giovanni Calabria, mentre quest'ultimo
lo smise per ordine di p. Natale.
Il centro della sua pietà fu l'Eucarestia, seguita
da una filiale devozione mariana. "Non ho mai lasciato
un giorno la recita del Santo Rosario" dirà.
Non andava in cerca delle anime, ma da tutte le parti, vicine
e lontane, le anime accorrevano a lui: tutti i giorni e a
tutte le ore.
Dotato di una particolare e soprannaturale intuizione, era
un direttore spirituale forte e deciso, ma nello stesso tempo
materno.
Don Calabria incontra Padre Natale mentre
presta servizio all'Ospedale Militare di Verona. Bastava attraversare
la strada e lì c'erano la Chiesa ed il Convento dei
Carmelitani Scalzi, dove si trovava, come superiore, p. Natale.
Giovanni aveva dovuto sospendere gli studi in seminario e
durante quel servizio doveva, lui così devoto, sopportare
i frizzi dei suoi commilitoni. Sentiva il bisogno d'essere
difeso, compreso, amato e incoraggiato, perché si vedeva
in difficoltà per il suo avvenire. Nasce pian piano
un'intensissima amicizia dello Spirito. Sempre più
i due saranno inseparabili. Giovanni è più giovane
di p. Natale di dieci anni. Diverrà suo penitente e
figlio spirituale per ben 45 anni.
Don Calabria scriverà ai suoi religiosi: "Confessatevi
regolarmente; siate umili, sinceri nell'accusa. Abbiate un
confessore stabile, che vi conosca, se volete progredire nelle
vie della perfezione e della Santità; e non facili
a cambiarlo, abbiate confidenza e apritevi pure con lui, specialmente
per quello che riguarda la vostra vita religiosa e la vostra
vocazione".
È risaputo che la vera amicizia, sostenuta dall'amore
puro, implica un insieme di atteggiamenti quali l'interessamento,
l'attenzione, il rispetto, la comprensione, l'altruismo. Si
realizza nel dare senza attesa ed è caratterizzata
dalla possibilità di donare senza sacrificio alla persona
amata. L'essere spirituale, poi, si conquista con la fede,
la devozione e la coscienza sapienzale. Nella nuova unità
che si forma dalla comunione di due persone sante c'è
la sintesi della luce e dell'ombra di entrambi. Il Libro Sacro
riassume tutto questo in un'unica frase: "Chi ha trovato
un amico ha trovato un tesoro".
Per tutta la vita i due si aiuteranno a vicenda, oltre che
nello spirito, anche per le necessità del quotidiano.
Nel 1936 p. Natale è ricoverato in ospedale. La convalescenza,
per interessamento di don Giovanni, la trascorrerà
a Pacengo, sul lago di Garda, nella villa dell'avv. Giuli,
amico di don Calabria.
Quante volte don Giovanni metterà a disposizione di
p. Natale la carrozza prima, la vettura della Casa poi. Insieme
andranno a Lourdes e in altri santuari d'Italia. Insieme saranno
ricevuti da Papa Pio XI.
Quante volte, nell'umile convento degli Scalzi, a tutte le
ore del giorno e della notte p. Natale aprì le braccia
a don Giovanni! Se l'assenza del padre si protraeva per due
o tre giorni, don Giovanni lo raggiungeva, oppure gli scriveva.
Si volevano un bene dell'anima!
P. Natale mise nelle mani di don Giovanni parte della sua
eredità di famiglia e gli passava delle grosse somme
che dei benefattori gli chiedevano a chi destinare. Sosteneva
così la nascente Casa Buoni Fanciulli.
Indirizzerà alla congregazione il conte Perez, la contessina
Lavinia, la signorina Serafina Carli, Massimo Besozzi e Maria
Galbusera. Convincerà don Giovanni alla fondazione
di un'associazione a favore degli ammalati. Sarà sempre
lui che vedrà il "segno" di Dio nel ritrovamento
dello zingarello.
Tra i due c'era una gara di autentica fraternità operante.
Con l'andare del tempo io credo che p. Natale si sentisse
più sicuro del suo figlio spirituale che di se stesso
e, in cuor suo, avrà forse pensato che don Giovanni
non gli fosse stato affidato, ma che lui stesso fosse affidato
a don Giovanni.
Durante l'ultima malattia di p. Natale, don Giovanni incontrò
il prof. Chierego mentre usciva dalla stanza dell'ammalato.
Il medico scosse la tesa e affermò che non c'era più
speranza. Don Giovanni lo pregò con insistenza e lo
supplicò di ritornare dal moribondo e di mettere in
atto tutta la sua scienza. Per qualche giorno p. Natale fu
sollevato dai suoi dolori.
Come padre spirituale dalla forte personalità il carmelitano
vedeva che poteva portare don Giovanni alle più alte
vette dello Spirito, ad una vertiginosa crescita interiore.
Si ha più che compiacimento, quasi una commozione nell'avvicinare
questo frate, dal tratto cortese pur nella sua ruvidezza e
dallo spirito aperto e colto. Uomo schietto, conscio del proprio
vigore di spirito, ma anche umile e dignitoso: fece dei suoi
figli spirituali dei veri ed autentici amici.
Padre Natale non è una guida come le altre. Convincerà
don Giovanni "che è il sacerdote prescelto da
Dio e farà cose nuove nel campo della Chiesa".
Sarà un amico imperioso, insofferente di debolezze
e di indugi.
Assistendo alle sue ultime ore di vita, don Giovanni restò
sulla porta a guardare con le lacrime agli occhi. Padre Natale
morì placidamente verso le 22.00 del 21 ottobre 1941:
aveva 78 anni, 58 trascorsi da frate.
Padre Natale fu confessore disponibile e fedele, attento e
profondo direttore di spirito, scelto dalla Provvidenza per
un'integrazione d'amicizia e di guida con il santo prete veronese.
Giustamente don Giovanni sosteneva che "la nostra Opera
può dirsi carmelitana".
Pochi riusciranno a dimenticarlo.
Arturo Maistrello
Per ulteriore approfondimento sulla figura di Padre
Natale di Gesù ed il rapporto con S.Giovanni Calabria
si veda alla sezione "Ricorrenze" - 60°
della morte di Padre Natale, l'anno 2001.
Pezzaze, i Piardi, padre Natale di Gesù e San
Giovanni Calabria
da “I PIARDI”. I PIARDI NEL MONDO
– LOS PIARDI EN EL MUNDO – OS PIARDI NO MUNDO
Edizione ridotta del “Numero straordinario” diffuso,
in posta elettronica e a stampa, in occasione delle celebrazioni
per il 50° della nascita al cielo di San Giovanni Calabria
indette dall’Opera don Calabria
1954 - 2004
Opera don Calabria, celebrazione del 50°
del transito al cielo di San Giovanni Calabria
Lui, “... quando Ci chiede di fare
la carità, di fare del bene ai nostri fratelli, è
una grazia così grande che bisogna meritarla. Sono
molti coloro che hanno dei mezzi, che sono ricchi, ma non
meritano questa grazia, e le loro ricchezze sono le loro preoccupazioni,
sono il loro tormento”. San Giovanni Calabria.
S. Giovanni Calabria è figlio spirituale
di p. Natale di Gesù dei Carmelitani scalzi, al secolo
Giuseppe Fada - Piardi da Pezzaze (Verona, †1941) ”ideatore”,
primo sostenitore delle Opere e degli Istituti religiosi “Don
Calabria”.
Padre Cherubino della Beata Vergine del Monte Carmelo, al
secolo Andrea Domenico Richiedei da Pezzaze (Lavone, 1891),
è stato, dopo la scomparsa di p. Natale di Gesù,
il secondo “Padre spirituale” di Don Giovanni
Calabria che veneriamo santo dal 1999.
anni ’30, padre Natale di Gesù con Don Giovanni
Calabria, sulla porta del ‘Conventino’ in Verona.
p. Natale di Gesù (G. Fada – Piardi)
Oggi l’Opera Don Calabria si è
molto sviluppata ed ampliata, rispetto al tempo dei pezzazesi
di Valtrompia p. Natale e p. Cherubino. Non tutti sanno, ad
esempio, che il disegno EXODUS realizzato dal noto Don Antonio
Mazzi (calabriano), con l’avvio partito il 25 marzo
1985 dall’Abbazia di Maguzzano (Lonato - Brescia), di
ben venti “comunità di recupero” di giovani,
oggi in trenta sedi, è una lungimiranza calabriana
e ben s’inquadra nell’insegnamento lasciatoci
dal Santo Don Giovanni cresciuto, in gioventù, all’insegnamento
del montanaro lavonese p. Natale figlio di G. Battista Fada
e della pezzazese Maria dei Piardi (oggi detti Gilde, Chichera,
de la Costa, ma anche Celvìt degli antichi Bonàs).
Noi Piardi, il mese di ottobre dell’anno
2001, in occasione del 60° della morte di p. Natale di
Gesù diffondemmo, col nostro Foglio Notizie “I
PIARDI” e per mezzo del sito (sezioni: Personaggi, Ricorrenze),
una nota sulla copiosa vita del nostro sacerdote pezzazese,
mentre l’Opera don Calabria ebbe modo di pubblicare,
nel citato sito calabriano, il contributo (di Arturo Maistrello)
sulla figura di p. Natale Fada – Piardi, ripreso e pubblicato
dai Piardi nelle pagine web.
Per un’ampia conoscenza dell’Opera
don Calabria si veda al sito internet www.doncalabria.it
e la rivista L’AMICO (L’amico dei buoni fanciulli,
anche al www.lamico.it
), oltre al sito della Fondazione Exodus: ww.exodus.it
. Per la biografia dei due sacerdoti pezzazzesi vedi “I
PIARDI (...)” – vol. I e vol. II, editi in Pezzaze
nel 1998 e 2000.
Foglio Notizie “ I PIARDI “ – Gennaio 2004.
PEZZAZE in Val Trompia (Italia)
Padre NATALE di Gesù e padre CHERUBINO della
Beta Vergine del Carmelo nella vita di SAN GIOVANNI CALABRIA
Gli “angeli del conforto” e gli “ausiliari
della Provvidenza”.
(A cura di Luciano Squizzato, sacerdote Povero Servo della
Divina Provvidenza, è missionario in Kenya e studioso
della spiritualità calabriana).
[N.d.r. Padre Natale di Gesù, carmelitano scalzo,
(al secolo Giuseppe Giacomo FADA - PIARDI da Lavone di Pezzaze
in Val Trompia) già era morto l’anno 1941. Nella
“conduzione” spirituale di Don Giovanni Calabria
fu sostituito da padre Cherubino della B.V. del Carmelo (al
secolo Andrea Domenico Richiedei Bernardelli da Lavone di
Pezzaze).]
Soprattutto negli ultimi cinque anni di vita (1950-1954),
don calabria sperimentò un terribile susseguirsi diu
foschie spirituali, di sofferenze morali e di dolori fisici.
Tuttavia non era umanamente abbandonato a se stesso nelle
molte prove a cui andavano soggetti il suo spirito e il suo
corpo. I suoi religiosi e i suoi numerosi figli spirituali
vissero con trepidazione quel misterioso periodo della vita
del loro Padre che sembrava come avvolto in un sudario di
trafiggenti sofferenze. Man mano che egli si inoltrava verso
vie di santità sempre più alte e difficili,
Dio attorniò don Calabria di numerosi <<angeli
del conforto>> e <<ausiliari della Provvidenza>>,
ossia di persone che in diversa maniera contribuirono a sostenerlo
umanamente e spiritualmente.
Scrive il gesuita padre Domenico Mondrone: “Come
Gesù nell’orto, [don Calabria] non si sentì
di rimaner più solo nemmeno un istante. Sotto il peso
di una prova così tremenda gemeva con l’accento
angosciato di chi non ce la fa più ad andare avanti
e a tutti chiedeva aiuto”. (p. D. Lodrone, “Una
gemma del Clero italiano”, in: Civiltà cattolica,
1955, vol. I, quad. 2509, p. 52).
Gli “angeli del conforto”
Tra coloro che contribuirono a rasserenare spiritualmente
don calabria e a confermarlo nella volontà di Dio vanno
ricordate almeno tre persone: il carmelitano padre Cherubino,
il cardinale Ildefonso Schuster di Milano e il passionista
padre Adalberto dell’Addolorata.
Alla direzione iniziale di padre Cherubino (Ndr.
Andrea Domenico Richiedei Bernardelli da Lavone), indicatogli
dallo stesso padre Natale (Ndr. Giuseppe Giacomo
Fada Piardi da Lavone, defunto nel 1941), si aggiunge, soprattutto
a partire dal 1948 in poi, il sostegno illuminato dell’arcivescovo
Schuster, l’unico che forse entrò più
di tutti nella fase spirituale che stava vivendo don Calabria
– probabilmente perché lui stesso la stava attraversando.
Nel 1950 iniziano ad arrivare anche le lettere di padre Adalberto
dell’Addolorata, misteriosamente mosso a scrivere a
don Calabria, incoraggiandolo all’abbandono alla volontà
di Dio con una fermezza che ricorda in qualche modo padre
Natale (Giuseppe Giacomo Fada – Piardi). La grazia di
dio fece sì che don calabria avesse un sostegno spirituale,
per così dire, collegiale ma con un unico indirizzo.
Però la guida di padre Cherubino rimase quella fondamentale:
a lui don Calabria aprì sempre tutto il suo cuore.
La direzione spirituale fu una delle componenti più
importanti nel cammino di santità di don Calabria.
Se negli anni della notte oscura gli venne a mancare la gigantesca
figura spirituale di padre Natale di Gesù, la Provvidenza
gli mise al suo fianco padre Cherubino della Vergine del
Carmelo [al secolo andrea Domenico Richiedei, nato il
18 maggio 1891 a Lavone (Brescia), compaesano di padre Natale
di Gesù]. Questi conosceva don Calabria sin dal 1919,
in quanto era religioso al convento degli Scalzi dove don
Calabria si recava per confessarsi da padre Natale di Gesù
e – specialmente nei primi tempi dell’Opera –
si fermava anche a mensa e, talvolta, pernottava. Ignaro che
un giorno ne sarebbe stato il confessore e padre spirituale,
padre Cherubino lo teneva d’occhio “per vedere
come si comportavano i santi a tavola: mangiava poco e non
sono mai riuscito a capire cosa gli piacesse o meno”.
(Positio, Pars Prior, Ad 69, p. 120. Deposizione di p. Cherubino
durante la formazione della Posizione per la definizione della
causa di santità di Don Giovanni Calabria). Quando
padre Natale morì nel 1941, padre Cherubino lo succedette
nella confessione e nella direzione spirituale di don Calabria.
“Si confessava normalmente ogni settimana –
depose padre Cherubino nel processo super virtutibus -. Qualche
volta la confessione era anche bisettimanale. Questo avveniva
specialmente in preparazione a qualche anniversario. Andava
dal suo confessore e direttore molto spesso per consigli”.
(Positio, Pars Prior, Ad 55, p. 120. Deposizione di p. Cherubino
durante la formazione della Posizione per la definizione della
causa di santità di Don Giovanni Calabria). Durante
quei tredici anno di direzione spirituale, padre Cherubino
gli fu veramente l’angelo del conforto, più con
le frequenti visite personali che cn le lettere. Nel 1942
infatti fu trasferito a Brescia e veniva ogni quindici giorni,
anche più spesso se poteva, per stare con il suo figlio
spirituale.
Don Calabria amava padre Cherubino, lo considerava <<l’angelo
mandato dal venerato padre Natale, per la direzione e bene
della mia povera anima e dell’Opera>>. (Diario
di Don Calabria, 30 ottobre 1941: “Oggi sono stato dal
rev. P. Cherubino, mandatomi dal venerato mio padre Natale.
…”. Ibidem, 19 novembre 1941: “Oggi è
venuto il rev. Padre Cherubino, dei carmelitani scalzi e a
lui ho fatto la mia ordinaria confessione. Credo che questo
padre me l’abbia mandato il venerato e indimenticabile
padre Natale. Deo gratias, Deo gratias”. Ibidem, 20
dicembre 1941) e gli obbediva ciecamente con la stessa devozione
con cui aveva obbedito a padre Natale: <<Ieri fu
qui il mio Padre Spirituale e Direttore: P. Cherubino. La
parola del P. Cherubino è la parola e volontà
del Signore a mio riguardo>>. (Diario di Don Calabria,11
gennaio 1952; 5 febbraio 1952; 22 gennaio 1953; 7 febbraio
1953; 30 marzo 1953) . <<Ieri fui nella casetta
della Madonna della Pace di Negrar, il mio Padre Spirituale
P. Cherubino, Carmelitano; ho esposto tutto il mio stato tanto
doloroso per le prove fisiche e spirituali e nello stesso
tempo, quello che sento, sebbene zero e miseria per l’Opera
dei Poveri Servi, della quale io non sono altro che un povero
fra i Poveri Servi, messo qui dalla divina misericordia. Mi
ha confermato che devo restare ancora come casante fino a
più chiara divina volontà>>. (Diario
di Don Calabria, 1 marzo 1952)
Da parte sua padre Cherubino ricambiava a cuore aperto l’affetto
per il figlio spirituale e aveva per lui un’autentica
venerazione considerandolo un santo. Vedeva in don calabria
l’uomo di Dio: <<Successe a me personalmente
– è lo stesso padre Cherubino che lo racconta
– il seguente episodio: aggirandomi per l’orto
del convento, preso da giorni da una forte pena spirituale,
senza averne accennato o parlato ad alcuno, d’improvviso
mi trovai accanto don Calabria, che ex abrupto (improvvisamente)
mi disse: “Lasci stare padre, non è niente”.
Mi tornò subito la primitiva serenità, ma il
fatto ha prodotto in me una impressione profonda che dura
tuttora. Don Calabria mi raccontò che un giorno scrisse
una lettera al cardinale Schuster, pregandolo di concedergli
un colloquio. Subito dopo averla scritta disse: “No,
no!” e la stracciò. Due giorni dopo, udito battere
alla porta dello studio e aperto l’ingresso, si vide
davanti il Cardinale che gli disse: “Eccomi, padre,
lei mi ha chiamato ed io sono venuto”>>.
[In: Positio, Pars Prior, Ad 77 (Proc. F.261), pp. 121-122]
Le lettere di padre Cherubino (Andrea Domenico Richiedei Bernardelli
da Lavone) a don Calabria rivelano il suo stile, affettuoso
e molto umano, certamente meno “autoritarie” di
quelle di padre Natale di Gesù (Giuseppe Giacomo Fada
Piardi da Lavone). Sembra quasi che padre Cherubino abbia
delicatezza di mettersi in disparte capendo la grandezza spirituale
del suo diretto: <<Il Divino Paraclito Le dà
in abbondanza in dono del Consiglio affinchè, nella
via del bene, Lei discerna con certezza quello che è
più perfetto e di maggiore gloria a Dio>>. (Lettera
di padre Cherubino a Don Calabria, 9-6-1952, Doc. 20BA). Erano
passati i tempi nei quali don Calabria aveva bisogno di un
padre Natale, col cuore di una mamma e l’autorità
di un generale. Ma padre Cherubino è sempre pronto
a rincuorare il suo figlio spirituale quando scendono le tenebre
del dolore: <<Gesù Le vuole tanto bene. Prova
ne sono le sofferenze spirituali e fisiche che Le permette.
Le anime più care a Dio sono le più provate.
Lei, don Giovanni, oltre alla propria santificazione ha il
mandato di santificare i Membri dell’Opera, i Fratelli
Esterni, i Sacerdoti ecc… ecco il vero motivo di tante
sofferenze>>. (Lettera di padre Cherubino a Don Calabria,
16-6-1952, Doc. 20BB). Erano parole in risposta all’unico
scritto che abbiamo di don Calabria a padre Cherubino, un
biglietto tremendo nella sua laconicità: <<Al
Rev.,do Padre Cherubino – Silentium, hora est. In C.
J. Sac. J. Calabria>>. (Lettera di don Giovanni Calabria
a padre Cherubino, 7-6-1952, Doc 5472/A. “Silenzio,
è l’ora”. Tre parole taglienti che fanno
intuire un grande dramma interiore: il silenzio di Dio, l’ora
delle tenebre e della sofferenza; la mancanza di parole per
esprimerla). Parole schiaccianti, a cui prontamente era arrivata
una risposta di conforto.
Nella sua umiltà, una volta don calabria fece un involontario
“elogio” a se stesso, affermando una delle cose
più belle che si possa dire di un religioso: <<
Pur così povero e miserabile come sono, una delle
più grandi consolazioni per me è questa, di
aver obbedito sempre al mio Padre Spirituale>>.
[Leggi nelle parole Padre spirituale: Padre Natale di Gesù,
al secolo Giuseppe Giacomo Fada Piardi da Lavone]. (Don G.
Calabria, “Miei amatissimi fratelli”.
(…) lettera XXXI del settembre 1942, pagina 222).
Un altro angelo del conforto fu il cardinale Ildefonso Schuster.
(…). (…). [N.d.r. La “profezia” avanzata
nel 1944 da don Giovanni Calabria dell’’arrivo
di Schuster a Verona (…dopo il ritorno, da Milano, a
mani vuote di don Luigi Verzè - della Congregazione
dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, poi “Opera
don Calabria” che era stato in Episcopio da Schuster
al fine di ottenere una benedizione “autografa su foto
del cardinale medesimo”…, senza ottenerla) si
avvera a distanza di soli cinque anni … infatti, il
9 dicembre 1949 si ritrovano in ginocchio uno davanti all’altro,
chiedendosi reciprocamente la benedizione. (…). (…).
Nel momento in cui don Calabria aveva bisogno di maggior aiuto
spirituale perché più fitte si acuivano le tenebre
spirituali, ecco arrivare una lettera da un paese della Toscana,
scritta da un sacerdote passionista sconosciuto (Padre Adalberto
dell’Addolorata): <<Caro Padre, so che è
infermo ed ha una specie di esaurimento; è la Dolcissima
Volontà di Dio che vuole fecondare la Sua Opera Divina
con la cooperazione delle piccole sofferenze che Le dà>>.
(lettera del 8-10-1950). (…). (…).
Di fatto (N.d.r. Padre Adalberto), entrò nella vita
di don Calabria con un autorità da padre spirituale
amorevole, anche se aveva solo quarantuno anni, <<Per
ubbidienza poi – scriveva Padre Natale di Gesù
a don Calabria – Le comando e Le impongo di mettersi
in pace, quieto e tranquillo e tutta la sua responsabilità,
tutti i suoi peccati lasci tutto a carico della mia coscienza
perché io devo rispondere della sua anima dinanzi a
Dio >>. (Lettera di padre Natale di Gesù,
21-9-1913, Doc 9.). In padre Adalberto sembra di sentire davvero
l’eco di padre Natale: <<Se mi permette vorrei
dirLe: Padre mio, dia a me tutto ciò che di male ha
fatto, tutto ciò che di bene non ha fatto, tutto ciò
che sembrava turbare la sua anima; sarò io a rispondere,
sarò io a scontare tutto e in vista e dopo la morte,
ma Lei no! Lei viva nella più dolce pace d’unione
con Dio>>. (Lettera di padre Adalberto dell’Addolorata,
4-1-1953, Doc 2/A)
Don Calabria desiderava queste lettere di padre Adalberto:
erano un sostegno, uno sprone, un conforto. Gli richiamavano
alla mente la missione additatagli quaranta anni prima dal
suo amato padre spirituale con parole profetiche: <<Non
dimentichi mai – gli aveva scritto nel 1914 padre Natale
di Gesù – che San Zeno in Monte è il suo
Calvario, sopra il quale Gesù lo vuole immolato, a
gloria Sua, a salute di tante anime, e di milioni di anime,
e per la santificazione dell’anima della Reverenza Vostra>>.
(Lettera di padre Natale di Gesù, 5-4-1914, Doc 12).
Con identici sentimenti padre Adalberto gli ricordava questa
missione: <<Padre mio, Gesù vuole associarlo
in modo tutto segreto ed intimo alla sua Croce, alle sue spine,
ai suoi chiodi, al suo Cuore squarciato. (…). Lei e
l’Opera sono ben chiusi e custoditi nel Cuore adorato
di Gesù e nessuno può strapparli da Lui! (…).
(…) (…)>>.
Quattro mesi prima che don Calabria morisse, padre Adalberto
gli fece visita a Verona. Don Pedrollo (N.d.r. futuro e primo
successore di don calabria quale “Casante” dell’Opera
don Calabria) registra l’avvenimento nella “Cronaca”
(è il 17-9-1954): <<E’ venuto stamattina
P. Adalberto, passionista,. Ha solo 45 anni. Tanto buono.
Si intrattiene col Padre (con Calabria) che è molto
sofferente. (…). All’incontro, viene un poco (per
un po’) anche padre Cherubino (della Vergine del Carmelo;
al secolo, Andrea Domenico Richiedei Bernardelli da Lavone).
(…). (…).
[Padre Cherubino seguirà don Giovanni Calabria, morto
nel 1954, solo sei anni dopo, morendo in Negrar di Verona
l’anno 1960].
“Gli ausiliari della Provvidenza”
(…).
Chi erano gli Ausiliari? Essi appartenevano al gruppo dei
più intimi tra i suoi religiosi e figli spirituali,
e da loro don Calabria chiedeva un aiuto speciale fatto soprattutto
di preghiera e di attenzione nei suoi confronti. (…).
(…).
[Da: Gli “angeli del conforto” e gli “ausiliari
della Provvidenza”. Rivista di studi calabriani. Anno
XI – 2010 n. 2. Pubblicato dall’ Opera don Calabria
– Centro di Cultura e Spiritualità Calabriana.
Edita il mese di Gennaio 2011. Editrice CCSC. Via San Zeno
in Monte, 23 - Verona].
(Achille Giovanni Piardi – Marzo 2011, per la pagina
“San Giovanni Calabria” del sito “I PIARDI”)
Per padre NATALE di Gesù vedi anche
http://www.piardi.org/persone/p15.htm
Padre Natale di Gesù
http://www.piardi.org/persone/p83.htm Angelo BREGOLI,
(…), ed altri pezzazesi insigni
http://www.piardi.org/luoghi/lavone.htm LUOGHI - Lavone
Per padre CHERUBINO vedi anche
http://www.piardi.org/persone/p83.htm
Angelo BREGOLI, (…), ed altri pezzazesi insigni
http://www.piardi.org/luoghi/lavone.htm
LUOGHI - Lavone
http://www.piardi.org/persone/p15.htm
Padre Natale di Gesù
2011. Giornata del Volontariato Calabriano
La “riscoperta” del carisma
di fr. Perez nel 150° anniversario della sua
nascita.
Domenica 27 marzo 2011 presso l’auditorium “S.
Giovanni Calabria” in S. Zeno in Monte - VERONA si è
svolta l’annuale giornata del “volontariato
calabriano F. Perez”. Nell’occasione
era anche convocata l’assemblea dei soci, a norma dello
Statuto dell’associazione, per decidere in merito al
seguente ordine del giorno: Approvazione bilancio consuntivo
2010; Approvazione bilancio preventivo 2011; Varie ed eventuali.
Apprezzata e discreta è stata la partecipazione dei
volontari delle varie “Case calabriane” delle
sei regioni italiane. Ha fatto particolarmente piacere la
nutrita partecipazione dei gruppi delle regioni geograficamente
più lontane, ovvero la Calabria e la Sicilia. Con soddisfazione
si è riscontrato come tali delegazioni fossero quasi
totalmente formate da volontari particolarmente giovani. (Provvidenza?).
Invocata l’intercessione del Padre S. Giovanni CALABRIA
e del patrono fr. Perez, il presidente Bruno
Borin ha salutato e ringraziato i presenti, invitando l’assistente
religioso dell’associazione fr. Agostino a delineare
una traccia calabriana per l’assemblea e per tutta la
giornata. Miglior traccia il Fratello non poteva dare: «Il
Padre don Giovanni Calabria ha voluto il coinvolgimento nell’Opera
dei laici prima di tutti. La presenza dei volontari è
dunque benedetta dal Padre stesso». Nella consapevolezza
di simile benedizione, in osservanza all’ordine del
giorno, il tesoriere Luigi Fidesser ha fatto una relazione
circa i bilanci che sono stati approvati all’unanimità
dai presenti, dopo alcuni interventi nel merito. Particolarmente
lodevoli, a nostro avviso, alcuni contributi mirati ad una
maggior informazione circa il significato della “tessera
del volontario”, della posizione assicurativa, nonché
di auspicio di più frequenti momenti di incontro per
meglio conoscere la vita associativa. A seguire ci sono state
le relazioni dei coordinatori regionali, unanimemente apprezzate
e plaudite. In particolar modo in tutte queste è emersa
la volontà di condividere nell’anno 2011 un identico
percorso: la “riscoperta” del carisma
di fr. Perez nel 150° anniversario della sua
nascita. Esauriti i momenti “burocratici”, il
Delegato don Giacomo Cordioli ha deliziato tutti con la proiezione
di un breve, ma stupendo, profilo filmato della “storia
di evangelica follia” di fr. Perez. Quindi don Giacomo
ha parlato della vita e del carisma di fr. Perez
(si veda il box a parte, che segue).
Dopo l’intervento del Delegato, abbiamo celebrato la
S. Messa che è stata allietata dal coro S. Giovanni
Calabria ed arricchita dall’omelia del Casante don Miguel.
In particolare la celebrazione ha accomunato tutti nel ringraziamento
a Dio Padre per averci regalato fr. Francesco Perez
e per il dono avuto di poter essere volontari calabriani.
La giornata si è felicemente conclusa con il pranzo
preparato da bravi cuochi volontari, numerosamente partecipato
e cordialmente servito da un gruppo di fratelli e sorelle
Poveri Servi.
La Presidenza dell’Associazione
Fratel Francesco PEREZ
Una storia di evangelica follia
Dopo la proiezione del filmato biografico su fratel
Perez, don Giacomo ha detto che a tutt’oggi l’Opera
è in attesa dell’approvazione del miracolo a
conclusione del processo della sua beatificazione. Ha poi
posto attenzione sulla figura del conte prima di entrare in
Congregazione. Egli è uomo colto, molto ricco, di promettente
carriera politica, fermamente credente, ma soprattutto “strumento
di carità” a favore degli ammalati, dei poveri,
dei carcerati e dei fanciulli abbandonati. Il tutto sempre
e comunque in contatto e sintonia con il suo confessore Padre
Natale (confessore pure di don Calabria) (***)
e con don Calabria stesso. È persona di grandissimo
rispetto per il prossimo, particolarmente convinto ed attivamente
impegnato nella promozione sociale nelle precarie situazioni
dell’epoca.
Provvidenzialmente e puntualmente interviene nelle “necessità
economiche” che il chierico Calabria prima, e il sacerdote
don Calabria poi, incontra per i suoi “buteleti poareti”
(bambini poveri).
Nel 1896, ormai quarantenne, dopo la morte della cara mamma,
ripensa intensamente al senso della sua vita. Nel frattempo
i buteleti di don Calabria sono sempre più numerosi
e necessitano quindi di un luogo sufficientemente capiente.
Anche qui interviene il conte. Vende cospicua parte dei suoi
beni ed acquista l’immobile di S. Zeno in Monte abitato
da molte famiglie. Sempre a sue spese si impegna a ricercare
per le stesse un nuovo e dignitoso alloggio, sostenendo in
seguito anche i costi per la decorosa sistemazione di questo
immobile alquanto fatiscente. Avvertendosi ormai quasi membro
dell’Opera chiede a don Giovanni di entrare a farne
parte. Richiesta peraltro non accolta. Comprende allora, anche
in seguito ad un segno (incidente con il calesse che gli procura
la frattura di una gamba) e, probabilmente, indirizzato dal
suo confessore, che per poter far parte dell’Opera deve
farsi povero.
Vende allora tutti i suoi averi e, con grande stupore e scandalo
di tutti ed in modo particolare dei familiari, “povero
tra i poveri” viene accolto nell’Opera. Da allora,
come da lui stesso affermato, il conte sarà “morto”.
Esisterà solo fr. Francesco che, sempre umile ed obbediente
al Padre, si occuperà serenamente e senza mai alcun
ripensamento delle mansioni a lui affidate, anche le più
misere ed umilianti. “Sarà Fratello, servo dei
piccoli, lavando loro i piedi sporchi, le mani sudice, liberando
da parassiti e da tigna le testoline repellenti. Sarà
l’uomo della scopa, della carriola, del servizio agli
ultimi...” (cfr. Biografia di fratel Perez a cura di
don Mario Gadili, a disposizione presso la casa Madre).
Fr. Perez ritorna al Padre il 4 dicembre
1937, e qualche tempo dopo don Calabria scriverà di
averlo sempre giudicato e stimato un vero santo, un vero servo
di Dio nella speranza che un giorno verrà glorificato
anche in terra.
((Da: L’AMICO - Periodico dell’Opera Don Calabria.
N.° 3 Maggio - Giugno 2011, pagina 14-15)). http://www.lamico.it/
(***). Padre NATALE (padre NATALE
di Gesù dell’Ordine dei CARMELITANI SCALZI)
al secolo Giuseppe Giacomo FADA – PIARDI. Vedi in http://www.piardi.org/persone/p15.htm
1895. Verona. << Il soldato Calabria
Giovanni si offre per assistere i compagni affetti di tifo.
(“Lo vide, n’ebbe compassione e si prese cura
di lui”).
All’inizio del terzo anno di liceo, il giovane Calabria,
il 19 dicembre 1894 deve presentarsi per il servizio militare.
Aveva 21 anni, pesava 52 chili e aveva una dentatura “guasta”,
è scritto nel suo libretto personale. Dopo pochi mesi
scoppia un’epidemia di tifo tra i soldati. L’Ufficiale
Medico raduna allora la Compagnia per sorteggiare il nome
di chi avrebbe dovuto assistere gli ammalati. Il soldato Calabria
dà una fugace occhiata al volto dei suoi commilitoni
e nota un senso di paura, di disgusto, di ribellione alla
proposta dell’Ufficiale. Ha capito tutto! Alza la mano
e, con voce tremante e con una certa commozione che gli usciva
dal cuore, balbetta all’Ufficiale che... non era necessario
levare a sorte il nome di chi avrebbe avuto tale incarico,
perchè lui si offriva spontaneamente per entrare subito
in funzione. E subito, senza badare ad orari e a fatiche,
comincia a prodigarsi nell’assistenza e nella cura dei
suoi commilitoni affetti di tifo. Pagò caro questo
suo atto. Si prese il tifo anche lui e il 27 settembre 1895
dovette mettersi a letto. Ci rimane 41 giorni, fino al 6 novembre.
Viene dimesso dall’Ospedale e mandato in licenza straordinaria
di 60 giorni per convalescenza e per manifesto deperimento
organico. Lo debbono portare a casa in biroccio procuratogli
dal Conte Perez su segnalazione del padre Natale, perchè
il soldato Calabria non era nemmeno in grado di reggersi in
piedi. (...). [Giovanni Calabria, ancora nel 1° anno di
teologia, fonderà la “Pia Opera a sollievo degli
infermi poveri”. Porta la data del 30 aprile 1898. E
il primo socio ad iscriversi sarà il Conte Francesco
Perez.] >>. Rivista di studi calabriani. Anno VIII -
2007, n.1; pag.66-68: San Giovanni Calabria. “La santità
dalla sua umanità”. (A cura di Luigi Piovan).
“La sua affettività a servizio del prossimo”
(A cura di dott.ssa Maria Rocca). Ediz. Opera Don Calabria
– Centro di Cultura e Spiritualità Calabriana.
1895. Verona. Il soldato Calabria Giovanni
e padre Natale di Gesù, carmelitano in Verona al Conventino,
nei pressi dell’Ospedale.
Il p. Natale dei carmelitani scalzi – che si occupa
sin da sempre del futuro di Giovanni Calabria, come qui della
sua salute, al punto di coinvolgere la nota figura del Conte
Perez – è Giuseppe figlio di Maria Piardi da
Pezzaze sposata Fada, originario di Lavone di Pezzaze in Val
Trompia, antica terra dei Piardi.
[La futura svolta di vita del Conte Perez avverrà dopo
“un intenso colloquio” col pezzazese frate carmelitano,
al secolo G. Fada Piardi. Lo stesso accadrà, poi, con
il radicale cambiamento di convinzioni e di vita operato dalla
contessina Perez, sorella del Conte medesimo].
2007. 1 giugno: Roma. Città
del Vaticano. << Il Santo Padre Benedetto XVI ha autorizzato
la promulgazione del “Decreto sulle virtù eroiche
del Servo di Dio Francesco Maria Perez, religioso professo
della Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza,
nato il 9 luglio 1861 a Verona ed ivi morto il 4 dicembre
1937”. (...). Riguardo al Rapporto con Don Giovanni
Calabria, così recita il Decreto: “Conosciuto
il chierico Calabria, ne fu subito entusiasta, lo prese come
amico e maestro, pur essendo di dodici anni più anziano.
Si iscrisse, con altri giovani laici, all’Associazione
fondata dal chierico Calabria: la ‘Pia Unione per l’assistenza
agli ammalati’. Entrò nell’Istituto
Don Calabria solo quando, per consiglio del suo direttore
spirituale p. Natale, si spogliò di ogni avere
e di ogni futuro diritto, giocando su se stesso, la sua libertà
e il suo avvenire, unicamente sulle promesse del Vangelo.
Fattosi servo dei poveri, si donò tutto ai ragazzi
che don Calabria sottraeva ad una condizione di abbandono.
Lui, il conte, l’avvocato, il nobile, il ricco, curava
questi poveretti, chiedendo il privilegio di occuparsene nelle
cose meno appetibili, lasciando ad altri l’insegnamento
o gli incarichi più distinti”.
Approvato il Decreto, si aspetta ora che la Congregazione
delle cause dei Santi esamini la documentazione riguardante
la miracolosa guarigione di un papà da un cancro alle
corde vocali, avvenuta in Brasile il 17 marzo 2003 per intercessione
di Fratel Francesco Perez. Se la Congregazione della cause
dei santi vedrà in questa guarigione un vero “miracolo”,
fratel Francesco verrà proclamato Beato (...). (don
Luigi Piovan, Postulatore della Causa di Beatificazione)>>.
[L’Amico. Periodico dell’Opera don Calabria.;
n. 4 , Luglio – Agosto 2007]
1 giugno 2007: Roma (Città del Vaticano).
In questo annuncio di pubblicazione del “Decreto sulle
virtù eroiche del Servo di Dio Francesco Maria Perez,
religioso professo della Congregazione dei Poveri Servi della
Divina Provvidenza (...)” aleggia lo spirito del casato
Piardi. Infatti, nel “Decreto” là ove si
parla di padre Natale (Direttore spirituale di fr. Francesco
M. Perez) ci si riferisce alla eccelsa figura di padre Natale
di Gesù (Verona, † 1941), dei Carmelitani scalzi,
figlio di Maria Piardi nativa di Pezzaze; primo padre e direttore
spirituale di (don) San Giovanni Calabria, nonchè ispiratore
delle sue prime opere della Congregazione, poi nota col titolo
Opera Don Calabria.
[ Ospedale Sacro Cuore Don Giovanni Calabria. Negrar (Verona).
Casa F. Perez.
La Casa “F. Perez”, appartiene all’Istituto
Don Calabria di Verona. Ha una capacità ricettiva di
n. 101 posti letto ed accoglie adulti ed anziani, per la grande
maggioranza con problemi psichici, in quanto persone dimesse
dagli ex Ospedali Psichiatrici e/o provenienti dagli Uffici
di Salute Mentale delle ASL e dai Servizi Sociali dei Comuni
del territorio. L’accoglienza di persone con difficoltà
ed handicap psichico era iniziata già nel 1946 dall’Istituto
Don Calabria in un piccolo complesso nella zona di San Pancrazio
di Verona. Con l’entrata in vigore della Legge 180 del
1978 la richiesta di accoglienza di dimessi da O.P. diventava
ogni giorno sempre più pressante per cui si rendeva
necessaria la costruzione di una nuova struttura più
capiente e più funzionale al servizio da offrire. L’Istituto
Don Calabria l’ha realizzata adiacente al complesso
ospedaliero di Negrar e l’ha aperta nel novembre 1984.
(http://www.sacrocuore.it/main.php)].
2011. 9 luglio: Verona.
1861-2011 - 150° della nascita di fratel Francesco Perez
dell’Opera don Giovanni Calabria. << Il 9
luglio 1861 nasceva a Verona il Servo di Dio Francesco Perez.
In vista del 150° anniversario di nascita, viene pubblicata
(nel 2010) una nuova biografia di questo personaggio così
importante per la storia dell’Opera. Autore
del libro è don Mario Gadili, già biografo di
don Calabria. Riportiamo qui un gustoso assaggio delle prime
pagine dell’opera… Dicembre 1907.
In una modesta casa, nascosta in un vicoletto della periferia
di Verona, da poco si sono spente le voci argentine di un
gruppo di ragazzi vivaci, strappati dalla miseria e dal vagabondaggio
della strada. A pianterreno, in una stanzetta spoglia, scarsamente
illuminata da una lampada a petrolio, siedono attorno a un
tavolo quattro amici: don Giovanni Calabria, padre Natale
di Gesù, don Diodato Desenzani e il conte Francesco
Perez. La scena è strana e incomprensibile agli occhi
di un profano. Un ricco conte che supplica con insistenza
un umile e povero prete di essere accettato come collaboratore
nell’educazione e formazione dei suoi assistiti: “Don
Giovanni, perché non vuole che venga ad aiutarla nell’accudire,
educare e crescere questi poveri bambini orfani e abbandonati?”,
chiede supplicante l’avvocato Francesco Perez, conte
di casato e ricco di censo. (…). Secondo don Calabria,
c’è un “ostacolo” insormontabile
che gli impedisce di accettare l’aiuto di quell’anima
generosa: quell’uomo è ricco, è colto,
occupa una posizione sociale invidiabile, è vice Presidente
del Tribunale di Verona. Tutti titoli che gli sembra facciano
a pugni con lo stile di vita povera, eroicamente evangelica,
che lui ha scelto per sé e per la sua futura opera.
Inoltre, accogliendo un ricco conte nella cerchia dei suoi
collaboratori gli sembra di fare un torto alla divina Provvidenza,
che deve essere l’essere l’esclusivo sostegno
dell’Istituto che ha da poco fondato. “Dunque,
perché ho quattro soldi – insiste il conte
Perez – non mi è possibile consacrarmi al
Signore, per servire Lui e i suoi figli più poveri”.
A sciogliere i dubbi e rimuovere l’ostacolo, interviene
il carmelitano Padre Natale, confessore di entrambi, indicando
la soluzione al conte Perez: “Se veramente lei vuole
servire Dio nella Casa Buoni Fanciulli, venda quanto ha, lo
dia ai poveri e così, povero tra i poveri, certamente
don Calabria lo accoglierà”. E quell’anima
generosa e spiritualmente già ben preparata, dopo aver
ingaggiato una lotta interiore, decide di vendere tutti suoi
beni e il ricavato lo mette a disposizione di don Calabria
per l’acquisto e la ristrutturazione di un vasto complesso,
situato sul colle di San Zeno in Monte. E così, libero
da ogni possesso materiale, con un piccolo e povero corredo
personale, il conte Perez si presenta finalmente all’amico
prete per “chiedere la carità di essere accettato
come povero servitore dei fanciulli abbandonati”.
Non esiste più il ricco possidente, né il brillante
avvocato. Il conte “e morto” dice a chi lo chiama
o lo cerca ancora con quel titolo onorifico, “c’è
solo fratel Francesco”. Molte persone del mondo
aristocratico veronese, alla notizia di quel suo gesto, scrolla
la testa incredule e incapaci di comprendere, ma altri dicono:
“Volere vedere i miracoli del Signore? Andate a S. Zenone
Monte, e troverete un ricco che ha saputo disfarsi di tutto
per servire Dio nei suoi poveri”. (Don Mario Gadili.
“Nuova biografia di fratel Perez”. Periodico
“L’Amico”. Opera San Giovanni Calabria,
Dicembre 2010). [L’autore ha scritto questa nuova biografia“Francesco
Perez. Una storia di evangelica follia” rifacendosi
ad alcuni testi che già si erano occupati della figura
del Perez, in particolare la biografia scritta da don Carlo
Sempreboni e la “Positio super virtutibus” curata
da don Luigi Piovan, che ne sta seguendo la causa di beatificazione]
9 luglio 2011: Verona. 1861-2011
- 150° della nascita di fratel Francesco Perez dell’Opera
don Giovanni Calabria. Anno 1907: Il dramma interiore
del conte Francesco Perez, insigne avvocato veronese - vice
Presidente del Tribunale, viene risolto con l’intervento
di Padre Natale di Gesù (Giuseppe G. FADA – PIARDI)
il quale “consiglia” al Perez, suo abituale penitente,
di vendere tutti i suoi beni per poi presentarsi al prete
Don Giovanni Calabria quale “fratello” al servizio
dei poveri dell’appena fondata opera calabriana “Casa
Buoni Fanciulli”. Siffatto drastico, per i più
scellerato, “consiglio” non può che discendere
da quel carattere di “tutto o nulla” che è
proprio dell’uomo di montagna, pure lui “povero
in canna”, qual è Giuseppe Giacomo FADA PIARDI
da Lavone di Pezzaze in Val Trompia – dei padri carmelitani
scalzi col nome, appunto, di Padre Natale di Gesù.
Atteggiamento tipico dei Piardi, duro umanamente parlando,
ma sicuramente risolutivo e definitivo, senza tentennamento
alcuno difronte a cose o persone. Del “piardesco”
temperamento ferreo di Padre Natale di Gesù –
Fada Piardi si legge in varie opere e testimonianze; non ha
caso fu “sicura guida spirituale, umana e pratica”
del prete Giovanni Calabria, il quale osò affermare
che veramente le sue iniziative in favore dei fanciulli più
poveri avevano l’anima carmelitana (quella di Padre
Natale; Lavone, 1863 - Verona, 1941).
top
|