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Questo sito nasce da un'idea di Achille Piardi, il quale dopo anni di ricerche e dopo aver redatto una prima versione della biografia sulla Famiglia Piardi è alla costante ricerca di nuove informazioni... se anche tu sei un Piardi... continua a navigare tra queste pagine!!!


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San Giovanni Calabria


INDICE DEI PERSONAGGI


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Padre Natale, amico e guida di Don Giovanni Calabria.

Chi era Padre Natale?

Nasce da Maria Piardi e Giovanni Battista Fada il 27 maggio 1863 a Lavone in Val Trompia (BS). È battezzato col nome di Giuseppe Giacomo. Rimane orfano del padre molto presto. A vent'anni entra novizio nell'ordine dei Carmelitani Scalzi e prende il nome di Natale. Riceve l'abito religioso il 25 gennaio 1883. Il 12 marzo 1889 è consacrato sacerdote.
Nel 1891 è destinato al piccolo convento di Verona: ha 29 anni. Vivrà stabilmente qui fino al termine della sua lunga vita.
Eletto Consigliere Provinciale più volte, negli anni della prima guerra mondiale assolve il compito di Superiore del Convento.

Nel capitolo Provinciale del maggio 1930 è eletto Superiore Provinciale, ma non accetta. L'assemblea glielo impoSan Giovanni Calabriane per "obbedienza" e solo allora p. Natale accetta. Questa sua resistenza poteva avere vari motivi e, fra questi, il distacco dal suo carissimo figlio spirituale Don Calabria: la sede Provinciale era, infatti, a Venezia. I confratelli lo assecondano: potrà rimanere nel convento degli Scalzi a Verona.
In lui la delicatezza della giustizia sconfinava nella più squisita e audace carità. Molti assicurano che usava anche la penitenza corporale del cilicio e che lo avrebbe smesso su consiglio di don Giovanni Calabria, mentre quest'ultimo lo smise per ordine di p. Natale.
Il centro della sua pietà fu l'Eucarestia, seguita da una filiale devozione mariana. "Non ho mai lasciato un giorno la recita del Santo Rosario" dirà.
Non andava in cerca delle anime, ma da tutte le parti, vicine e lontane, le anime accorrevano a lui: tutti i giorni e a tutte le ore.
Dotato di una particolare e soprannaturale intuizione, era un direttore spirituale forte e deciso, ma nello stesso tempo materno.
Don Calabria incontra Padre Natale mentre presta servizio all'Ospedale Militare di Verona. Bastava attraversare la strada e lì c'erano la Chiesa ed il Convento dei Carmelitani Scalzi, dove si trovava, come superiore, p. Natale.
Giovanni aveva dovuto sospendere gli studi in seminario e durante quel servizio doveva, lui così devoto, sopportare i frizzi dei suoi commilitoni. Sentiva il bisogno d'essere difeso, compreso, amato e incoraggiato, perché si vedeva in difficoltà per il suo avvenire. Nasce pian piano un'intensissima amicizia dello Spirito. Sempre più i due saranno inseparabili. Giovanni è più giovane di p. Natale di dieci anni. Diverrà suo penitente e figlio spirituale per ben 45 anni.
Don Calabria scriverà ai suoi religiosi: "Confessatevi regolarmente; siate umili, sinceri nell'accusa. Abbiate un confessore stabile, che vi conosca, se volete progredire nelle vie della perfezione e della Santità; e non facili a cambiarlo, abbiate confidenza e apritevi pure con lui, specialmente per quello che riguarda la vostra vita religiosa e la vostra vocazione".
È risaputo che la vera amicizia, sostenuta dall'amore puro, implica un insieme di atteggiamenti quali l'interessamento, l'attenzione, il rispetto, la comprensione, l'altruismo. Si realizza nel dare senza attesa ed è caratterizzata dalla possibilità di donare senza sacrificio alla persona amata. L'essere spirituale, poi, si conquista con la fede, la devozione e la coscienza sapienzale. Nella nuova unità che si forma dalla comunione di due persone sante c'è la sintesi della luce e dell'ombra di entrambi. Il Libro Sacro riassume tutto questo in un'unica frase: "Chi ha trovato un amico ha trovato un tesoro".
Per tutta la vita i due si aiuteranno a vicenda, oltre che nello spirito, anche per le necessità del quotidiano.
Nel 1936 p. Natale è ricoverato in ospedale. La convalescenza, per interessamento di don Giovanni, la trascorrerà a Pacengo, sul lago di Garda, nella villa dell'avv. Giuli, amico di don Calabria.
Quante volte don Giovanni metterà a disposizione di p. Natale la carrozza prima, la vettura della Casa poi. Insieme andranno a Lourdes e in altri santuari d'Italia. Insieme saranno ricevuti da Papa Pio XI.
Quante volte, nell'umile convento degli Scalzi, a tutte le ore del giorno e della notte p. Natale aprì le braccia a don Giovanni! Se l'assenza del padre si protraeva per due o tre giorni, don Giovanni lo raggiungeva, oppure gli scriveva. Si volevano un bene dell'anima!
P. Natale mise nelle mani di don Giovanni parte della sua eredità di famiglia e gli passava delle grosse somme che dei benefattori gli chiedevano a chi destinare. Sosteneva così la nascente Casa Buoni Fanciulli.
Indirizzerà alla congregazione il conte Perez, la contessina Lavinia, la signorina Serafina Carli, Massimo Besozzi e Maria Galbusera. Convincerà don Giovanni alla fondazione di un'associazione a favore degli ammalati. Sarà sempre lui che vedrà il "segno" di Dio nel ritrovamento dello zingarello.
Tra i due c'era una gara di autentica fraternità operante.
Con l'andare del tempo io credo che p. Natale si sentisse più sicuro del suo figlio spirituale che di se stesso e, in cuor suo, avrà forse pensato che don Giovanni non gli fosse stato affidato, ma che lui stesso fosse affidato a don Giovanni.
Durante l'ultima malattia di p. Natale, don Giovanni incontrò il prof. Chierego mentre usciva dalla stanza dell'ammalato. Il medico scosse la tesa e affermò che non c'era più speranza. Don Giovanni lo pregò con insistenza e lo supplicò di ritornare dal moribondo e di mettere in atto tutta la sua scienza. Per qualche giorno p. Natale fu sollevato dai suoi dolori.
Come padre spirituale dalla forte personalità il carmelitano vedeva che poteva portare don Giovanni alle più alte vette dello Spirito, ad una vertiginosa crescita interiore.
Si ha più che compiacimento, quasi una commozione nell'avvicinare questo frate, dal tratto cortese pur nella sua ruvidezza e dallo spirito aperto e colto. Uomo schietto, conscio del proprio vigore di spirito, ma anche umile e dignitoso: fece dei suoi figli spirituali dei veri ed autentici amici.
Padre Natale non è una guida come le altre. Convincerà don Giovanni "che è il sacerdote prescelto da Dio e farà cose nuove nel campo della Chiesa". Sarà un amico imperioso, insofferente di debolezze e di indugi.
Assistendo alle sue ultime ore di vita, don Giovanni restò sulla porta a guardare con le lacrime agli occhi. Padre Natale morì placidamente verso le 22.00 del 21 ottobre 1941: aveva 78 anni, 58 trascorsi da frate.
Padre Natale fu confessore disponibile e fedele, attento e profondo direttore di spirito, scelto dalla Provvidenza per un'integrazione d'amicizia e di guida con il santo prete veronese. Giustamente don Giovanni sosteneva che "la nostra Opera può dirsi carmelitana".
Pochi riusciranno a dimenticarlo.

Arturo Maistrello



Per ulteriore approfondimento sulla figura di Padre Natale di Gesù ed il rapporto con S.Giovanni Calabria si veda alla sezione "Ricorrenze" - 60° della morte di Padre Natale, l'anno 2001.




Pezzaze, i Piardi, padre Natale di Gesù e San Giovanni Calabria

da “I PIARDI”. I PIARDI NEL MONDO – LOS PIARDI EN EL MUNDO – OS PIARDI NO MUNDO
Edizione ridotta del “Numero straordinario” diffuso, in posta elettronica e a stampa, in occasione delle celebrazioni per il 50° della nascita al cielo di San Giovanni Calabria indette dall’Opera don Calabria

1954 - 2004

Opera don Calabria, celebrazione del 50° del transito al cielo di San Giovanni Calabria

Lui, “... quando Ci chiede di fare la carità, di fare del bene ai nostri fratelli, è una grazia così grande che bisogna meritarla. Sono molti coloro che hanno dei mezzi, che sono ricchi, ma non meritano questa grazia, e le loro ricchezze sono le loro preoccupazioni, sono il loro tormento”. San Giovanni Calabria.

S. Giovanni Calabria è figlio spirituale di p. Natale di Gesù dei Carmelitani scalzi, al secolo Giuseppe Fada - Piardi da Pezzaze (Verona, †1941) ”ideatore”, primo sostenitore delle Opere e degli Istituti religiosi “Don Calabria”.
Padre Cherubino della Beata Vergine del Monte Carmelo, al secolo Andrea Domenico Richiedei da Pezzaze (Lavone, 1891), è stato, dopo la scomparsa di p. Natale di Gesù, il secondo “Padre spirituale” di Don Giovanni Calabria che veneriamo santo dal 1999.

Padre Natale con Don Calabria
anni ’30, padre Natale di Gesù con Don Giovanni Calabria, sulla porta del ‘Conventino’ in Verona.
p. Natale di Gesù (G. Fada – Piardi)

Oggi l’Opera Don Calabria si è molto sviluppata ed ampliata, rispetto al tempo dei pezzazesi di Valtrompia p. Natale e p. Cherubino. Non tutti sanno, ad esempio, che il disegno EXODUS realizzato dal noto Don Antonio Mazzi (calabriano), con l’avvio partito il 25 marzo 1985 dall’Abbazia di Maguzzano (Lonato - Brescia), di ben venti “comunità di recupero” di giovani, oggi in trenta sedi, è una lungimiranza calabriana e ben s’inquadra nell’insegnamento lasciatoci dal Santo Don Giovanni cresciuto, in gioventù, all’insegnamento del montanaro lavonese p. Natale figlio di G. Battista Fada e della pezzazese Maria dei Piardi (oggi detti Gilde, Chichera, de la Costa, ma anche Celvìt degli antichi Bonàs).

Noi Piardi, il mese di ottobre dell’anno 2001, in occasione del 60° della morte di p. Natale di Gesù diffondemmo, col nostro Foglio Notizie “I PIARDI” e per mezzo del sito (sezioni: Personaggi, Ricorrenze), una nota sulla copiosa vita del nostro sacerdote pezzazese, mentre l’Opera don Calabria ebbe modo di pubblicare, nel citato sito calabriano, il contributo (di Arturo Maistrello) sulla figura di p. Natale Fada – Piardi, ripreso e pubblicato dai Piardi nelle pagine web.

Per un’ampia conoscenza dell’Opera don Calabria si veda al sito internet www.doncalabria.it e la rivista L’AMICO (L’amico dei buoni fanciulli, anche al www.lamico.it ), oltre al sito della Fondazione Exodus: ww.exodus.it . Per la biografia dei due sacerdoti pezzazzesi vedi “I PIARDI (...)” – vol. I e vol. II, editi in Pezzaze nel 1998 e 2000.
Foglio Notizie “ I PIARDI “ – Gennaio 2004. PEZZAZE in Val Trompia (Italia)


Padre NATALE di Gesù e padre CHERUBINO della Beta Vergine del Carmelo nella vita di SAN GIOVANNI CALABRIA


Gli “angeli del conforto” e gli “ausiliari della Provvidenza”.

(A cura di Luciano Squizzato, sacerdote Povero Servo della Divina Provvidenza, è missionario in Kenya e studioso della spiritualità calabriana).
[N.d.r. Padre Natale di Gesù, carmelitano scalzo, (al secolo Giuseppe Giacomo FADA - PIARDI da Lavone di Pezzaze in Val Trompia) già era morto l’anno 1941. Nella “conduzione” spirituale di Don Giovanni Calabria fu sostituito da padre Cherubino della B.V. del Carmelo (al secolo Andrea Domenico Richiedei Bernardelli da Lavone di Pezzaze).]
Soprattutto negli ultimi cinque anni di vita (1950-1954), don calabria sperimentò un terribile susseguirsi diu foschie spirituali, di sofferenze morali e di dolori fisici. Tuttavia non era umanamente abbandonato a se stesso nelle molte prove a cui andavano soggetti il suo spirito e il suo corpo. I suoi religiosi e i suoi numerosi figli spirituali vissero con trepidazione quel misterioso periodo della vita del loro Padre che sembrava come avvolto in un sudario di trafiggenti sofferenze. Man mano che egli si inoltrava verso vie di santità sempre più alte e difficili, Dio attorniò don Calabria di numerosi <<angeli del conforto>> e <<ausiliari della Provvidenza>>, ossia di persone che in diversa maniera contribuirono a sostenerlo umanamente e spiritualmente.
Scrive il gesuita padre Domenico Mondrone: “Come Gesù nell’orto, [don Calabria] non si sentì di rimaner più solo nemmeno un istante. Sotto il peso di una prova così tremenda gemeva con l’accento angosciato di chi non ce la fa più ad andare avanti e a tutti chiedeva aiuto”. (p. D. Lodrone, “Una gemma del Clero italiano”, in: Civiltà cattolica, 1955, vol. I, quad. 2509, p. 52).
Gli “angeli del conforto”
Tra coloro che contribuirono a rasserenare spiritualmente don calabria e a confermarlo nella volontà di Dio vanno ricordate almeno tre persone: il carmelitano padre Cherubino, il cardinale Ildefonso Schuster di Milano e il passionista padre Adalberto dell’Addolorata.
Alla direzione iniziale di padre Cherubino (Ndr. Andrea Domenico Richiedei Bernardelli da Lavone), indicatogli dallo stesso padre Natale (Ndr. Giuseppe Giacomo Fada Piardi da Lavone, defunto nel 1941), si aggiunge, soprattutto a partire dal 1948 in poi, il sostegno illuminato dell’arcivescovo Schuster, l’unico che forse entrò più di tutti nella fase spirituale che stava vivendo don Calabria – probabilmente perché lui stesso la stava attraversando. Nel 1950 iniziano ad arrivare anche le lettere di padre Adalberto dell’Addolorata, misteriosamente mosso a scrivere a don Calabria, incoraggiandolo all’abbandono alla volontà di Dio con una fermezza che ricorda in qualche modo padre Natale (Giuseppe Giacomo Fada – Piardi). La grazia di dio fece sì che don calabria avesse un sostegno spirituale, per così dire, collegiale ma con un unico indirizzo. Però la guida di padre Cherubino rimase quella fondamentale: a lui don Calabria aprì sempre tutto il suo cuore.
La direzione spirituale fu una delle componenti più importanti nel cammino di santità di don Calabria. Se negli anni della notte oscura gli venne a mancare la gigantesca figura spirituale di padre Natale di Gesù, la Provvidenza gli mise al suo fianco padre Cherubino della Vergine del Carmelo [al secolo andrea Domenico Richiedei, nato il 18 maggio 1891 a Lavone (Brescia), compaesano di padre Natale di Gesù]. Questi conosceva don Calabria sin dal 1919, in quanto era religioso al convento degli Scalzi dove don Calabria si recava per confessarsi da padre Natale di Gesù e – specialmente nei primi tempi dell’Opera – si fermava anche a mensa e, talvolta, pernottava. Ignaro che un giorno ne sarebbe stato il confessore e padre spirituale, padre Cherubino lo teneva d’occhio “per vedere come si comportavano i santi a tavola: mangiava poco e non sono mai riuscito a capire cosa gli piacesse o meno”. (Positio, Pars Prior, Ad 69, p. 120. Deposizione di p. Cherubino durante la formazione della Posizione per la definizione della causa di santità di Don Giovanni Calabria). Quando padre Natale morì nel 1941, padre Cherubino lo succedette nella confessione e nella direzione spirituale di don Calabria. “Si confessava normalmente ogni settimana – depose padre Cherubino nel processo super virtutibus -. Qualche volta la confessione era anche bisettimanale. Questo avveniva specialmente in preparazione a qualche anniversario. Andava dal suo confessore e direttore molto spesso per consigli”. (Positio, Pars Prior, Ad 55, p. 120. Deposizione di p. Cherubino durante la formazione della Posizione per la definizione della causa di santità di Don Giovanni Calabria). Durante quei tredici anno di direzione spirituale, padre Cherubino gli fu veramente l’angelo del conforto, più con le frequenti visite personali che cn le lettere. Nel 1942 infatti fu trasferito a Brescia e veniva ogni quindici giorni, anche più spesso se poteva, per stare con il suo figlio spirituale.
Don Calabria amava padre Cherubino, lo considerava <<l’angelo mandato dal venerato padre Natale, per la direzione e bene della mia povera anima e dell’Opera>>. (Diario di Don Calabria, 30 ottobre 1941: “Oggi sono stato dal rev. P. Cherubino, mandatomi dal venerato mio padre Natale. …”. Ibidem, 19 novembre 1941: “Oggi è venuto il rev. Padre Cherubino, dei carmelitani scalzi e a lui ho fatto la mia ordinaria confessione. Credo che questo padre me l’abbia mandato il venerato e indimenticabile padre Natale. Deo gratias, Deo gratias”. Ibidem, 20 dicembre 1941) e gli obbediva ciecamente con la stessa devozione con cui aveva obbedito a padre Natale: <<Ieri fu qui il mio Padre Spirituale e Direttore: P. Cherubino. La parola del P. Cherubino è la parola e volontà del Signore a mio riguardo>>. (Diario di Don Calabria,11 gennaio 1952; 5 febbraio 1952; 22 gennaio 1953; 7 febbraio 1953; 30 marzo 1953) . <<Ieri fui nella casetta della Madonna della Pace di Negrar, il mio Padre Spirituale P. Cherubino, Carmelitano; ho esposto tutto il mio stato tanto doloroso per le prove fisiche e spirituali e nello stesso tempo, quello che sento, sebbene zero e miseria per l’Opera dei Poveri Servi, della quale io non sono altro che un povero fra i Poveri Servi, messo qui dalla divina misericordia. Mi ha confermato che devo restare ancora come casante fino a più chiara divina volontà>>. (Diario di Don Calabria, 1 marzo 1952)
Da parte sua padre Cherubino ricambiava a cuore aperto l’affetto per il figlio spirituale e aveva per lui un’autentica venerazione considerandolo un santo. Vedeva in don calabria l’uomo di Dio: <<Successe a me personalmente – è lo stesso padre Cherubino che lo racconta – il seguente episodio: aggirandomi per l’orto del convento, preso da giorni da una forte pena spirituale, senza averne accennato o parlato ad alcuno, d’improvviso mi trovai accanto don Calabria, che ex abrupto (improvvisamente) mi disse: “Lasci stare padre, non è niente”. Mi tornò subito la primitiva serenità, ma il fatto ha prodotto in me una impressione profonda che dura tuttora. Don Calabria mi raccontò che un giorno scrisse una lettera al cardinale Schuster, pregandolo di concedergli un colloquio. Subito dopo averla scritta disse: “No, no!” e la stracciò. Due giorni dopo, udito battere alla porta dello studio e aperto l’ingresso, si vide davanti il Cardinale che gli disse: “Eccomi, padre, lei mi ha chiamato ed io sono venuto”>>. [In: Positio, Pars Prior, Ad 77 (Proc. F.261), pp. 121-122]
Le lettere di padre Cherubino (Andrea Domenico Richiedei Bernardelli da Lavone) a don Calabria rivelano il suo stile, affettuoso e molto umano, certamente meno “autoritarie” di quelle di padre Natale di Gesù (Giuseppe Giacomo Fada Piardi da Lavone). Sembra quasi che padre Cherubino abbia delicatezza di mettersi in disparte capendo la grandezza spirituale del suo diretto: <<Il Divino Paraclito Le dà in abbondanza in dono del Consiglio affinchè, nella via del bene, Lei discerna con certezza quello che è più perfetto e di maggiore gloria a Dio>>. (Lettera di padre Cherubino a Don Calabria, 9-6-1952, Doc. 20BA). Erano passati i tempi nei quali don Calabria aveva bisogno di un padre Natale, col cuore di una mamma e l’autorità di un generale. Ma padre Cherubino è sempre pronto a rincuorare il suo figlio spirituale quando scendono le tenebre del dolore: <<Gesù Le vuole tanto bene. Prova ne sono le sofferenze spirituali e fisiche che Le permette. Le anime più care a Dio sono le più provate. Lei, don Giovanni, oltre alla propria santificazione ha il mandato di santificare i Membri dell’Opera, i Fratelli Esterni, i Sacerdoti ecc… ecco il vero motivo di tante sofferenze>>. (Lettera di padre Cherubino a Don Calabria, 16-6-1952, Doc. 20BB). Erano parole in risposta all’unico scritto che abbiamo di don Calabria a padre Cherubino, un biglietto tremendo nella sua laconicità: <<Al Rev.,do Padre Cherubino – Silentium, hora est. In C. J. Sac. J. Calabria>>. (Lettera di don Giovanni Calabria a padre Cherubino, 7-6-1952, Doc 5472/A. “Silenzio, è l’ora”. Tre parole taglienti che fanno intuire un grande dramma interiore: il silenzio di Dio, l’ora delle tenebre e della sofferenza; la mancanza di parole per esprimerla). Parole schiaccianti, a cui prontamente era arrivata una risposta di conforto.
Nella sua umiltà, una volta don calabria fece un involontario “elogio” a se stesso, affermando una delle cose più belle che si possa dire di un religioso: << Pur così povero e miserabile come sono, una delle più grandi consolazioni per me è questa, di aver obbedito sempre al mio Padre Spirituale>>. [Leggi nelle parole Padre spirituale: Padre Natale di Gesù, al secolo Giuseppe Giacomo Fada Piardi da Lavone]. (Don G. Calabria, “Miei amatissimi fratelli”. (…) lettera XXXI del settembre 1942, pagina 222).
Un altro angelo del conforto fu il cardinale Ildefonso Schuster. (…). (…). [N.d.r. La “profezia” avanzata nel 1944 da don Giovanni Calabria dell’’arrivo di Schuster a Verona (…dopo il ritorno, da Milano, a mani vuote di don Luigi Verzè - della Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, poi “Opera don Calabria” che era stato in Episcopio da Schuster al fine di ottenere una benedizione “autografa su foto del cardinale medesimo”…, senza ottenerla) si avvera a distanza di soli cinque anni … infatti, il 9 dicembre 1949 si ritrovano in ginocchio uno davanti all’altro, chiedendosi reciprocamente la benedizione. (…). (…).
Nel momento in cui don Calabria aveva bisogno di maggior aiuto spirituale perché più fitte si acuivano le tenebre spirituali, ecco arrivare una lettera da un paese della Toscana, scritta da un sacerdote passionista sconosciuto (Padre Adalberto dell’Addolorata): <<Caro Padre, so che è infermo ed ha una specie di esaurimento; è la Dolcissima Volontà di Dio che vuole fecondare la Sua Opera Divina con la cooperazione delle piccole sofferenze che Le dà>>. (lettera del 8-10-1950). (…). (…).
Di fatto (N.d.r. Padre Adalberto), entrò nella vita di don Calabria con un autorità da padre spirituale amorevole, anche se aveva solo quarantuno anni, <<Per ubbidienza poi – scriveva Padre Natale di Gesù a don Calabria – Le comando e Le impongo di mettersi in pace, quieto e tranquillo e tutta la sua responsabilità, tutti i suoi peccati lasci tutto a carico della mia coscienza perché io devo rispondere della sua anima dinanzi a Dio >>. (Lettera di padre Natale di Gesù, 21-9-1913, Doc 9.). In padre Adalberto sembra di sentire davvero l’eco di padre Natale: <<Se mi permette vorrei dirLe: Padre mio, dia a me tutto ciò che di male ha fatto, tutto ciò che di bene non ha fatto, tutto ciò che sembrava turbare la sua anima; sarò io a rispondere, sarò io a scontare tutto e in vista e dopo la morte, ma Lei no! Lei viva nella più dolce pace d’unione con Dio>>. (Lettera di padre Adalberto dell’Addolorata, 4-1-1953, Doc 2/A)
Don Calabria desiderava queste lettere di padre Adalberto: erano un sostegno, uno sprone, un conforto. Gli richiamavano alla mente la missione additatagli quaranta anni prima dal suo amato padre spirituale con parole profetiche: <<Non dimentichi mai – gli aveva scritto nel 1914 padre Natale di Gesù – che San Zeno in Monte è il suo Calvario, sopra il quale Gesù lo vuole immolato, a gloria Sua, a salute di tante anime, e di milioni di anime, e per la santificazione dell’anima della Reverenza Vostra>>. (Lettera di padre Natale di Gesù, 5-4-1914, Doc 12). Con identici sentimenti padre Adalberto gli ricordava questa missione: <<Padre mio, Gesù vuole associarlo in modo tutto segreto ed intimo alla sua Croce, alle sue spine, ai suoi chiodi, al suo Cuore squarciato. (…). Lei e l’Opera sono ben chiusi e custoditi nel Cuore adorato di Gesù e nessuno può strapparli da Lui! (…). (…) (…)>>.
Quattro mesi prima che don Calabria morisse, padre Adalberto gli fece visita a Verona. Don Pedrollo (N.d.r. futuro e primo successore di don calabria quale “Casante” dell’Opera don Calabria) registra l’avvenimento nella “Cronaca” (è il 17-9-1954): <<E’ venuto stamattina P. Adalberto, passionista,. Ha solo 45 anni. Tanto buono. Si intrattiene col Padre (con Calabria) che è molto sofferente. (…). All’incontro, viene un poco (per un po’) anche padre Cherubino (della Vergine del Carmelo; al secolo, Andrea Domenico Richiedei Bernardelli da Lavone). (…). (…).
[Padre Cherubino seguirà don Giovanni Calabria, morto nel 1954, solo sei anni dopo, morendo in Negrar di Verona l’anno 1960].
Gli ausiliari della Provvidenza”
(…).
Chi erano gli Ausiliari? Essi appartenevano al gruppo dei più intimi tra i suoi religiosi e figli spirituali, e da loro don Calabria chiedeva un aiuto speciale fatto soprattutto di preghiera e di attenzione nei suoi confronti. (…). (…).
[Da: Gli “angeli del conforto” e gli “ausiliari della Provvidenza”. Rivista di studi calabriani. Anno XI – 2010 n. 2. Pubblicato dall’ Opera don Calabria – Centro di Cultura e Spiritualità Calabriana. Edita il mese di Gennaio 2011. Editrice CCSC. Via San Zeno in Monte, 23 - Verona].
(Achille Giovanni Piardi – Marzo 2011, per la pagina “San Giovanni Calabria” del sito “I PIARDI”)

Per padre NATALE di Gesù vedi anche
http://www.piardi.org/persone/p15.htm Padre Natale di Gesù
http://www.piardi.org/persone/p83.htm Angelo BREGOLI, (…), ed altri pezzazesi insigni
http://www.piardi.org/luoghi/lavone.htm LUOGHI - Lavone  

Per padre CHERUBINO vedi anche
http://www.piardi.org/persone/p83.htm Angelo BREGOLI, (…), ed altri pezzazesi insigni  
http://www.piardi.org/luoghi/lavone.htm LUOGHI - Lavone  
http://www.piardi.org/persone/p15.htm Padre Natale di Gesù


2011. Giornata del Volontariato Calabriano

La “riscoperta” del carisma di fr. Perez nel 150° anniversario della sua nascita.
Domenica 27 marzo 2011 presso l’auditorium “S. Giovanni Calabria” in S. Zeno in Monte - VERONA si è svolta l’annuale giornata del “volontariato calabriano F. Perez”. Nell’occasione era anche convocata l’assemblea dei soci, a norma dello Statuto dell’associazione, per decidere in merito al seguente ordine del giorno: Approvazione bilancio consuntivo 2010; Approvazione bilancio preventivo 2011; Varie ed eventuali. Apprezzata e discreta è stata la partecipazione dei volontari delle varie “Case calabriane” delle sei regioni italiane. Ha fatto particolarmente piacere la nutrita partecipazione dei gruppi delle regioni geograficamente più lontane, ovvero la Calabria e la Sicilia. Con soddisfazione si è riscontrato come tali delegazioni fossero quasi totalmente formate da volontari particolarmente giovani. (Provvidenza?). Invocata l’intercessione del Padre S. Giovanni CALABRIA e del patrono fr. Perez, il presidente Bruno Borin ha salutato e ringraziato i presenti, invitando l’assistente religioso dell’associazione fr. Agostino a delineare una traccia calabriana per l’assemblea e per tutta la giornata. Miglior traccia il Fratello non poteva dare: «Il Padre don Giovanni Calabria ha voluto il coinvolgimento nell’Opera dei laici prima di tutti. La presenza dei volontari è dunque benedetta dal Padre stesso». Nella consapevolezza di simile benedizione, in osservanza all’ordine del giorno, il tesoriere Luigi Fidesser ha fatto una relazione circa i bilanci che sono stati approvati all’unanimità dai presenti, dopo alcuni interventi nel merito. Particolarmente lodevoli, a nostro avviso, alcuni contributi mirati ad una maggior informazione circa il significato della “tessera del volontario”, della posizione assicurativa, nonché di auspicio di più frequenti momenti di incontro per meglio conoscere la vita associativa. A seguire ci sono state le relazioni dei coordinatori regionali, unanimemente apprezzate e plaudite. In particolar modo in tutte queste è emersa la volontà di condividere nell’anno 2011 un identico percorso: la “riscoperta” del carisma di fr. Perez nel 150° anniversario della sua nascita. Esauriti i momenti “burocratici”, il Delegato don Giacomo Cordioli ha deliziato tutti con la proiezione di un breve, ma stupendo, profilo filmato della “storia di evangelica follia” di fr. Perez. Quindi don Giacomo ha parlato della vita e del carisma di fr. Perez (si veda il box a parte, che segue).
Dopo l’intervento del Delegato, abbiamo celebrato la S. Messa che è stata allietata dal coro S. Giovanni Calabria ed arricchita dall’omelia del Casante don Miguel. In particolare la celebrazione ha accomunato tutti nel ringraziamento a Dio Padre per averci regalato fr. Francesco Perez e per il dono avuto di poter essere volontari calabriani. La giornata si è felicemente conclusa con il pranzo preparato da bravi cuochi volontari, numerosamente partecipato e cordialmente servito da un gruppo di fratelli e sorelle Poveri Servi.
La Presidenza dell’Associazione


Fratel Francesco PEREZ

Una storia di evangelica follia
Dopo la proiezione del filmato biografico su fratel Perez, don Giacomo ha detto che a tutt’oggi l’Opera è in attesa dell’approvazione del miracolo a conclusione del processo della sua beatificazione. Ha poi posto attenzione sulla figura del conte prima di entrare in Congregazione. Egli è uomo colto, molto ricco, di promettente carriera politica, fermamente credente, ma soprattutto “strumento di carità” a favore degli ammalati, dei poveri, dei carcerati e dei fanciulli abbandonati. Il tutto sempre e comunque in contatto e sintonia con il suo confessore Padre Natale (confessore pure di don Calabria) (***) e con don Calabria stesso. È persona di grandissimo rispetto per il prossimo, particolarmente convinto ed attivamente impegnato nella promozione sociale nelle precarie situazioni dell’epoca.
Provvidenzialmente e puntualmente interviene nelle “necessità economiche” che il chierico Calabria prima, e il sacerdote don Calabria poi, incontra per i suoi “buteleti poareti” (bambini poveri).
Nel 1896, ormai quarantenne, dopo la morte della cara mamma, ripensa intensamente al senso della sua vita. Nel frattempo i buteleti di don Calabria sono sempre più numerosi e necessitano quindi di un luogo sufficientemente capiente. Anche qui interviene il conte. Vende cospicua parte dei suoi beni ed acquista l’immobile di S. Zeno in Monte abitato da molte famiglie. Sempre a sue spese si impegna a ricercare per le stesse un nuovo e dignitoso alloggio, sostenendo in seguito anche i costi per la decorosa sistemazione di questo immobile alquanto fatiscente. Avvertendosi ormai quasi membro dell’Opera chiede a don Giovanni di entrare a farne parte. Richiesta peraltro non accolta. Comprende allora, anche in seguito ad un segno (incidente con il calesse che gli procura la frattura di una gamba) e, probabilmente, indirizzato dal suo confessore, che per poter far parte dell’Opera deve farsi povero.
Vende allora tutti i suoi averi e, con grande stupore e scandalo di tutti ed in modo particolare dei familiari, “povero tra i poveri” viene accolto nell’Opera. Da allora, come da lui stesso affermato, il conte sarà “morto”. Esisterà solo fr. Francesco che, sempre umile ed obbediente al Padre, si occuperà serenamente e senza mai alcun ripensamento delle mansioni a lui affidate, anche le più misere ed umilianti. “Sarà Fratello, servo dei piccoli, lavando loro i piedi sporchi, le mani sudice, liberando da parassiti e da tigna le testoline repellenti. Sarà l’uomo della scopa, della carriola, del servizio agli ultimi...” (cfr. Biografia di fratel Perez a cura di don Mario Gadili, a disposizione presso la casa Madre).
Fr. Perez ritorna al Padre il 4 dicembre 1937, e qualche tempo dopo don Calabria scriverà di averlo sempre giudicato e stimato un vero santo, un vero servo di Dio nella speranza che un giorno verrà glorificato anche in terra.
((Da: L’AMICO - Periodico dell’Opera Don Calabria. N.° 3 Maggio - Giugno 2011, pagina 14-15)). http://www.lamico.it/

(***). Padre NATALE (padre NATALE di Gesù dell’Ordine dei CARMELITANI SCALZI) al secolo Giuseppe Giacomo FADA – PIARDI. Vedi in http://www.piardi.org/persone/p15.htm

1895. Verona. << Il soldato Calabria Giovanni si offre per assistere i compagni affetti di tifo. (“Lo vide, n’ebbe compassione e si prese cura di lui”).
All’inizio del terzo anno di liceo, il giovane Calabria, il 19 dicembre 1894 deve presentarsi per il servizio militare. Aveva 21 anni, pesava 52 chili e aveva una dentatura “guasta”, è scritto nel suo libretto personale. Dopo pochi mesi scoppia un’epidemia di tifo tra i soldati. L’Ufficiale Medico raduna allora la Compagnia per sorteggiare il nome di chi avrebbe dovuto assistere gli ammalati. Il soldato Calabria dà una fugace occhiata al volto dei suoi commilitoni e nota un senso di paura, di disgusto, di ribellione alla proposta dell’Ufficiale. Ha capito tutto! Alza la mano e, con voce tremante e con una certa commozione che gli usciva dal cuore, balbetta all’Ufficiale che... non era necessario levare a sorte il nome di chi avrebbe avuto tale incarico, perchè lui si offriva spontaneamente per entrare subito in funzione. E subito, senza badare ad orari e a fatiche, comincia a prodigarsi nell’assistenza e nella cura dei suoi commilitoni affetti di tifo. Pagò caro questo suo atto. Si prese il tifo anche lui e il 27 settembre 1895 dovette mettersi a letto. Ci rimane 41 giorni, fino al 6 novembre. Viene dimesso dall’Ospedale e mandato in licenza straordinaria di 60 giorni per convalescenza e per manifesto deperimento organico. Lo debbono portare a casa in biroccio procuratogli dal Conte Perez su segnalazione del padre Natale, perchè il soldato Calabria non era nemmeno in grado di reggersi in piedi. (...). [Giovanni Calabria, ancora nel 1° anno di teologia, fonderà la “Pia Opera a sollievo degli infermi poveri”. Porta la data del 30 aprile 1898. E il primo socio ad iscriversi sarà il Conte Francesco Perez.] >>. Rivista di studi calabriani. Anno VIII - 2007, n.1; pag.66-68: San Giovanni Calabria. “La santità dalla sua umanità”. (A cura di Luigi Piovan). “La sua affettività a servizio del prossimo” (A cura di dott.ssa Maria Rocca). Ediz. Opera Don Calabria – Centro di Cultura e Spiritualità Calabriana.

1895. Verona. Il soldato Calabria Giovanni e padre Natale di Gesù, carmelitano in Verona al Conventino, nei pressi dell’Ospedale.
Il p. Natale dei carmelitani scalzi – che si occupa sin da sempre del futuro di Giovanni Calabria, come qui della sua salute, al punto di coinvolgere la nota figura del Conte Perez – è Giuseppe figlio di Maria Piardi da Pezzaze sposata Fada, originario di Lavone di Pezzaze in Val Trompia, antica terra dei Piardi.
[La futura svolta di vita del Conte Perez avverrà dopo “un intenso colloquio” col pezzazese frate carmelitano, al secolo G. Fada Piardi. Lo stesso accadrà, poi, con il radicale cambiamento di convinzioni e di vita operato dalla contessina Perez, sorella del Conte medesimo].

2007. 1 giugno: Roma. Città del Vaticano. << Il Santo Padre Benedetto XVI ha autorizzato la promulgazione del “Decreto sulle virtù eroiche del Servo di Dio Francesco Maria Perez, religioso professo della Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, nato il 9 luglio 1861 a Verona ed ivi morto il 4 dicembre 1937”. (...). Riguardo al Rapporto con Don Giovanni Calabria, così recita il Decreto: “Conosciuto il chierico Calabria, ne fu subito entusiasta, lo prese come amico e maestro, pur essendo di dodici anni più anziano. Si iscrisse, con altri giovani laici, all’Associazione fondata dal chierico Calabria: la ‘Pia Unione per l’assistenza agli ammalati’. Entrò nell’Istituto Don Calabria solo quando, per consiglio del suo direttore spirituale p. Natale, si spogliò di ogni avere e di ogni futuro diritto, giocando su se stesso, la sua libertà e il suo avvenire, unicamente sulle promesse del Vangelo. Fattosi servo dei poveri, si donò tutto ai ragazzi che don Calabria sottraeva ad una condizione di abbandono. Lui, il conte, l’avvocato, il nobile, il ricco, curava questi poveretti, chiedendo il privilegio di occuparsene nelle cose meno appetibili, lasciando ad altri l’insegnamento o gli incarichi più distinti”.
Approvato il Decreto, si aspetta ora che la Congregazione delle cause dei Santi esamini la documentazione riguardante la miracolosa guarigione di un papà da un cancro alle corde vocali, avvenuta in Brasile il 17 marzo 2003 per intercessione di Fratel Francesco Perez. Se la Congregazione della cause dei santi vedrà in questa guarigione un vero “miracolo”, fratel Francesco verrà proclamato Beato (...). (don Luigi Piovan, Postulatore della Causa di Beatificazione)>>. [L’Amico. Periodico dell’Opera don Calabria.; n. 4 , Luglio – Agosto 2007]
1 giugno 2007: Roma (Città del Vaticano). In questo annuncio di pubblicazione del “Decreto sulle virtù eroiche del Servo di Dio Francesco Maria Perez, religioso professo della Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza (...)” aleggia lo spirito del casato Piardi. Infatti, nel “Decreto” là ove si parla di padre Natale (Direttore spirituale di fr. Francesco M. Perez) ci si riferisce alla eccelsa figura di padre Natale di Gesù (Verona, † 1941), dei Carmelitani scalzi, figlio di Maria Piardi nativa di Pezzaze; primo padre e direttore spirituale di (don) San Giovanni Calabria, nonchè ispiratore delle sue prime opere della Congregazione, poi nota col titolo Opera Don Calabria.
[ Ospedale Sacro Cuore Don Giovanni Calabria. Negrar (Verona). Casa F. Perez.
La Casa “F. Perez”, appartiene all’Istituto Don Calabria di Verona. Ha una capacità ricettiva di n. 101 posti letto ed accoglie adulti ed anziani, per la grande maggioranza con problemi psichici, in quanto persone dimesse dagli ex Ospedali Psichiatrici e/o provenienti dagli Uffici di Salute Mentale delle ASL e dai Servizi Sociali dei Comuni del territorio. L’accoglienza di persone con difficoltà ed handicap psichico era iniziata già nel 1946 dall’Istituto Don Calabria in un piccolo complesso nella zona di San Pancrazio di Verona. Con l’entrata in vigore della Legge 180 del 1978 la richiesta di accoglienza di dimessi da O.P. diventava ogni giorno sempre più pressante per cui si rendeva necessaria la costruzione di una nuova struttura più capiente e più funzionale al servizio da offrire. L’Istituto Don Calabria l’ha realizzata adiacente al complesso ospedaliero di Negrar e l’ha aperta nel novembre 1984. (http://www.sacrocuore.it/main.php)].

2011. 9 luglio: Verona. 1861-2011 - 150° della nascita di fratel Francesco Perez dell’Opera don Giovanni Calabria. << Il 9 luglio 1861 nasceva a Verona il Servo di Dio Francesco Perez. In vista del 150° anniversario di nascita, viene pubblicata (nel 2010) una nuova biografia di questo personaggio così importante per la storia dell’Opera. Autore del libro è don Mario Gadili, già biografo di don Calabria. Riportiamo qui un gustoso assaggio delle prime pagine dell’operaDicembre 1907. In una modesta casa, nascosta in un vicoletto della periferia di Verona, da poco si sono spente le voci argentine di un gruppo di ragazzi vivaci, strappati dalla miseria e dal vagabondaggio della strada. A pianterreno, in una stanzetta spoglia, scarsamente illuminata da una lampada a petrolio, siedono attorno a un tavolo quattro amici: don Giovanni Calabria, padre Natale di Gesù, don Diodato Desenzani e il conte Francesco Perez. La scena è strana e incomprensibile agli occhi di un profano. Un ricco conte che supplica con insistenza un umile e povero prete di essere accettato come collaboratore nell’educazione e formazione dei suoi assistiti: “Don Giovanni, perché non vuole che venga ad aiutarla nell’accudire, educare e crescere questi poveri bambini orfani e abbandonati?”, chiede supplicante l’avvocato Francesco Perez, conte di casato e ricco di censo. (…). Secondo don Calabria, c’è un “ostacolo” insormontabile che gli impedisce di accettare l’aiuto di quell’anima generosa: quell’uomo è ricco, è colto, occupa una posizione sociale invidiabile, è vice Presidente del Tribunale di Verona. Tutti titoli che gli sembra facciano a pugni con lo stile di vita povera, eroicamente evangelica, che lui ha scelto per sé e per la sua futura opera. Inoltre, accogliendo un ricco conte nella cerchia dei suoi collaboratori gli sembra di fare un torto alla divina Provvidenza, che deve essere l’essere l’esclusivo sostegno dell’Istituto che ha da poco fondato. “Dunque, perché ho quattro soldi – insiste il conte Perez – non mi è possibile consacrarmi al Signore, per servire Lui e i suoi figli più poveri”. A sciogliere i dubbi e rimuovere l’ostacolo, interviene il carmelitano Padre Natale, confessore di entrambi, indicando la soluzione al conte Perez: “Se veramente lei vuole servire Dio nella Casa Buoni Fanciulli, venda quanto ha, lo dia ai poveri e così, povero tra i poveri, certamente don Calabria lo accoglierà”. E quell’anima generosa e spiritualmente già ben preparata, dopo aver ingaggiato una lotta interiore, decide di vendere tutti suoi beni e il ricavato lo mette a disposizione di don Calabria per l’acquisto e la ristrutturazione di un vasto complesso, situato sul colle di San Zeno in Monte. E così, libero da ogni possesso materiale, con un piccolo e povero corredo personale, il conte Perez si presenta finalmente all’amico prete per “chiedere la carità di essere accettato come povero servitore dei fanciulli abbandonati”. Non esiste più il ricco possidente, né il brillante avvocato. Il conte “e morto” dice a chi lo chiama o lo cerca ancora con quel titolo onorifico, “c’è solo fratel Francesco”. Molte persone del mondo aristocratico veronese, alla notizia di quel suo gesto, scrolla la testa incredule e incapaci di comprendere, ma altri dicono: “Volere vedere i miracoli del Signore? Andate a S. Zenone Monte, e troverete un ricco che ha saputo disfarsi di tutto per servire Dio nei suoi poveri”. (Don Mario Gadili. “Nuova biografia di fratel Perez”. Periodico “L’Amico”. Opera San Giovanni Calabria, Dicembre 2010). [L’autore ha scritto questa nuova biografia“Francesco Perez. Una storia di evangelica follia” rifacendosi ad alcuni testi che già si erano occupati della figura del Perez, in particolare la biografia scritta da don Carlo Sempreboni e la “Positio super virtutibus” curata da don Luigi Piovan, che ne sta seguendo la causa di beatificazione]
9 luglio 2011: Verona. 1861-2011 - 150° della nascita di fratel Francesco Perez dell’Opera don Giovanni Calabria. Anno 1907: Il dramma interiore del conte Francesco Perez, insigne avvocato veronese - vice Presidente del Tribunale, viene risolto con l’intervento di Padre Natale di Gesù (Giuseppe G. FADA – PIARDI) il quale “consiglia” al Perez, suo abituale penitente, di vendere tutti i suoi beni per poi presentarsi al prete Don Giovanni Calabria quale “fratello” al servizio dei poveri dell’appena fondata opera calabriana “Casa Buoni Fanciulli”. Siffatto drastico, per i più scellerato, “consiglio” non può che discendere da quel carattere di “tutto o nulla” che è proprio dell’uomo di montagna, pure lui “povero in canna”, qual è Giuseppe Giacomo FADA PIARDI da Lavone di Pezzaze in Val Trompia – dei padri carmelitani scalzi col nome, appunto, di Padre Natale di Gesù. Atteggiamento tipico dei Piardi, duro umanamente parlando, ma sicuramente risolutivo e definitivo, senza tentennamento alcuno difronte a cose o persone. Del “piardesco” temperamento ferreo di Padre Natale di Gesù – Fada Piardi si legge in varie opere e testimonianze; non ha caso fu “sicura guida spirituale, umana e pratica” del prete Giovanni Calabria, il quale osò affermare che veramente le sue iniziative in favore dei fanciulli più poveri avevano l’anima carmelitana (quella di Padre Natale; Lavone, 1863 - Verona, 1941).

 

 

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