VOLUME
III
I PIARDI NEL TEMPO -
dimore, vita vissuta, costumi portati dai Piardi ed anche
devozioni cui siamo stati capaci in più di cinque secoli
di vita.
4. DEVOZIONI
4.9 San VINCENZO FERRERI,
a Navezze di Gussago e Mendoza (Argentina).
foto: Chiesa di S. Vincenzo e San Vincenzo Ferreri
San VINCENZO FERRERI, a Navezze di
Gussago e Mendoza (Argentina).
Santo Spagnolo del XIV/XV secolo. Santo al quale sono devoti
i Piardi di Navezze di Gussago.
Pietro Piardi (1906) e Isabella Palmira Bà nei loro anni di
vita, 1949-1984, a Mendoza e dintorni (Argentina) conservano
sul comodino l'immagine del santo moro così come rappresentato
in una fotografia nel bell'insieme del presbiterio della,
sussidiaria, chiesa dei loro avi gussaghesi [a partire da
Andrea 1765 o'67, Andrea 1799, Ernesto morto nel 1919 e Achille
Domenico (1880-1938) a Navezze…..].
La sussidiaria chiesa frazionale di Navezze, gode di un lascito
anche da parte di Andrea Piardi (1799-1854) dell'anno 1853.
(Testamento di Andrea del 15 settembre 1853)
foto: Iglesia de San Vicente Fereri y plaza omonima en Mendoza
- Godoy Cruz (Argentina)
FERRERI VINCENZO (SAN): Santo spagnolo
del XIV/XV secolo, confessore, predicatore dell'Ordine dei
Domenicani, nato a Valencia nel 1350 morto nel 1419.
Vissuto durante il grande scisma cattolico
di Avignone (dei due Papi).Il suo motto era "Timete Deum,
et date illi honorem" (Temete solo Dio e date soltanto a lui
il dovuto onore).
I Piardi di Navezze di Gussago sono devoti di San Vincenzo
Ferreri, Santo cui la Chiesa frazionale è dedicata. Quando
Pietro Fedele Piardi (Gussago 1906) nel 1949 chiama in Argentina
la propria famiglia e va a dimorare in provincia di Mendoza
memore di questa devozione condurrà le proprie figlie a sposarsi
nella chiesa di San Vicente Fereri in città di Mendoza zona
di Godoy Cruz.
(Vedi anche Achille Domenico
Piardi nella sezione Personaggi e Modi
di dire in questo Piardi nel tempo…)
Mendoza, Godoy Cruz (Iglesia San Vicente Ferrer)
di Dirección de Planificación Urbana y Ambiente
MENDOZA. Un oasis. El viajero que transite por la zona centro-oeste
de la Argentina no dejará de sentir la impresión
de que la Provincia de Mendoza es un verdadero oasis creado
por el hombre. Un oasis rodeado por un notable equilibrio
entre montañas y travesías desérticas,
que diseñan fascinantes atractivos.
La Ciudad Capital fue fundada en el año 1561 por Pedro
del Castillo. Y se convirtió de inmediato en una metrópoli
regional de la zona de Cuyo. Experimentó un amplio
desarrollo comercial, industrial y cultural, que se vio interrumpido
por un violento terremoto en el año 1861.
http://www.enjoy-argentina.org/argentina/mendoza.php
Città
di GODOY CRUZ nel Gran MENDOZA. IGLESIA SAN VICENTE FERRER
en MENDOZA - (Gran Mendoza), Godoy Cruz. (Chiesa San Vincenzo
Ferreri in Mendoza, Argentina).
http://www.enjoy-argentina.org/argentina/mendoza-destinos-mendoza-gran-mendoza.php
(Descrizione. Rassegna storica). Reseña Historica:
1753: se levanta un oratorio en honor del religioso dominico
español San Vicente Ferrer. Este oratorio se convierte
en una parroquia alrededor de la cual se establece un poblado
llamado Villa de San Vicente. 1786: el Obispo de Chile Monseñor
Manuel de Alday designa al Oratorio como Vice Parroquia. .
1855: el Gobernador de Mendoza, Don Pedro Pascual Segura,
separa el actual departamento de Luján del territorio
de San Vicente ya que: "en esta última hay una
plaza y una capilla, condiciones necesarias que le dan el
carácter de villa". 1861: el Terremoto destruye
parte del templo, lo cual motiva, la construcción de
un nuevo templo en su actual emplazamiento. 1902: se realiza
la cimentación del Templo. 1906: se da por iniciada
la Obra , sus Constructores y Proyectistas son desconocidos
en la actualidad 1912: finalizada la Obra, el 18 de Mayo,
se realiza la consagración del Templo a cargo del Obispo
José Amerito Orzali , siendo un festejo popular . 1950:
fallece el Padre Celestino Arce ,responsable en su mayor parte
de la ornamentación del edificio y un referente para
toda la Comunidad san vicentina . 1966: creación del
Mausoleo de Tomas Godoy Cruz. 1979: remodelación del
solar incorporando al solar a la Virgen de Lourdes y el monumento
de Tropero Sosa. 2005: puesta en valor de su fachada con incorporación
de iluminación nocturna .
cactusarq@yahoo.com.ar
SAN VINCENZO FERRERI.
San VICENTE FERRER.
Nato a Valencia, 23 gennaio 1350 e morto a Vannes,
5 aprile 1419. Canonizzato a Roma, 3 giugno 1455, da papa
Callisto III; è Patrono dei costruttori ed il ricordo
si tiene il 5 aprile. Vincenzo Ferreri (in catalano Vicent
Ferrer; in spagnolo Vicente Ferrer) è stato un sacerdote
spagnolo dell'Ordine dei Frati Predicatori e si adoperò
particolarmente per la composizione dello scisma d'Occidente:
è stato proclamato santo da papa Callisto III, nel
1455.
Spagnolo, nato da Guglielmo Ferreri e da donna Costanza Miguel.
Fu chiamato Vincenzo in onore di S. Vincenzo Martire; è
festeggiato a Valenza proprio il 22 gennaio giorno del suo
martirio. Manifestò subito una forte propensione per
la preghiera e la mortificazione.
Dotato di straordinaria intelligenza, compì rapidamente
e con grande profitto gli studi. A diciotto anni decise di
abbracciare la vita religiosa e scelse l'ordine dei Domenicani,
detti frati predicatori, per realizzare al meglio il suo ideale
apostolico: predicare la parola di Dio in ogni angolo della
terra.Egli si trovò ad operare negli anni compresi
tra la fine del medio evo e gli inizi dell'umanesimo. Un periodo,
questo, travagliato per le rivalità tra impero e papato,
scosso dalla divisione dei cattolici, che provocò il
grande scisma d'occidente con la Chiesa divisa tra papa e
antipapa. Proprio in questo contesto si inserisce l'intensa
opera di predicazione e di riconciliazione realizzata da San
Vincenzo e culminata nel 1416 con un grande contributo alla
soluzione del grave problema dello scisma.
Biografia
Di nobile famiglia, studiò filosofia e a 17
anni entrò tra i domenicani: proseguì gli studi
preso la casa di formazione del suo ordine a Barcellona, e
poi a Lerida e a Tolosa, e dal 1385 insegnò teologia
a Valencia.
Nel 1379 conobbe il legato pontificio presso la corte di Pietro
IV di Aragona, il cardinale Pedro de Luna, spinto dal quale
divenne un sostenitore del papa avignonese, Clemente VII,
che si opponeva ad Urbano IV. Pedro de Luna, eletto Papa nel
1394 dai cardinali avignonesi col nome di Benedetto XIII,
lo scelse come suo confessore personale e consigliere e lo
nominò Penitenziere apostolico: per umiltà,
rifiutò la nomina a cardinale offertagli dal papa.
Nel settembre del 1398, durante l’assedio di Carlo VI
di Francia (che non aveva riconosciuto l’elezione di
Benedetto XIII) ad Avignone, Vincenzo Ferreri cadde malato:
secondo una leggenda appartenente alla tradizione devozionale,
sarebbe stato guarito miracolosamente da Gesù e dai
santi Francesco e Domenico, che lo inviarono nel mondo a predicare,
invitando i peccatori a convertirsi in attesa dell’imminente
giudizio universale. Ottenuto il permesso di lasciare la corte
pontificia e ricevuto il titolo di legato ‘a latere’,
trascorse i successivi vent’anni della sua vita come
predicatore in giro per l’Europa occidentale, ma soprattutto
in Spagna, ottenendo, grazie alla sua abilità oratoria,
al tono apocalittico dei suoi sermoni e alla fama di taumaturgo,
numerose conversioni (soprattutto di musulmani ed ebrei).
Si impegnò soprattutto per comporre lo scisma d'occidente,
dapprima tentando una mediazione tra Gregorio XII e Benedetto
XIII, poi cercando di convincere Benedetto a rinunciare alla
tiara e, di fronte al suo rifiuto, cercando di sottrargli
l’obbedienza della Spagna. L'occasione gli si presentò
nel 1412 quando, morto senza eredi Martino I di Aragona, fu
tra i giudici incaricati di stabilire la successione al trono
(compromesso di Caspe): il trono venne assegnato al candidato
sostenuto da Vincenzo, Ferdinando I di Aragona (il "Giusto"),
che nel Concilio di Costanza si batté per la fine dello
scisma e riconobbe l’elezione al soglio pontificio di
Martino V Colonna, mettendo fine ad ogni pretesa di Benedetto
XIII.
Morì nel 1419: papa Callisto III celebrò la
cerimonia della sua canonizzazione il 3 giugno 1455, nella
chiesa domenicana di Roma di Santa Maria sopra Minerva; il
suo culto fu confermato da papa Pio II che, con bolla del
1458, fissò per la sua festa la data del 5 aprile.
Opere e scritti di San Vincenzo Ferreri:
- De moderno schismate, trattato teologico-canonico, che mira
a dimostrare la legittimità di papa Clemente VII
- De vita spirituali, trattato di spiritualità, probabilmente
il più diffuso al termine del Medioevo
- Sermones, discorsi suddivisi secondo i tempi liturgici e
del calendario
Fra gli scritti:
- De supponitionibus dialecticis
- Quaestio solemnis de unitate universalis
- Tractatus novus et valde compendiosus contra perfidiam iudaeorum
- Tractatus consolatorius in tentationibus circa fidem
- Liber de sacrificio Missae
- Ordinaçions y establisements pera la Confraria de
la preçiosa Sanch de J. C., anomenada dels disciplinants
- altri ancora
SAN VINCENZO FERRERI.
Riferimenti iconografici
Le principali caratteristiche con cui è raffigurato
S.Vincenzo Ferreri si possono così riassumere:
col dito destro levato (segno che indica l'atto del predicare)
come l'Angelo dell'Apocalisse, con ali, tromba e una fiamma
sulla fronte (segni del predicatore del Giudizio Universale),
come nella pala d’altare di Civine – San Girolamo
con una banderuola o una bandiera, una colomba, il sole e
il giglio (segni della predicazione della guerra santa)
sul pulpito
con un cappello ai suoi piedi (segno del rifiuto di san Vincenzo
Ferreri alle cariche ecclesiastiche)
tra le nuvole o gli angeli
con un libro nella mano sinistra
con un crocifisso
con le rappresentazioni dei miracoli e di avvenimenti della
sua vita
In Italia, venerazione e ricordo
Roma, predella del polittico di Francesco del Cossa,
di Ercole de' Roberti (Musei Vaticani)
Roma, tela di Tiziano Vecellio con un santo domenicano (si
ritiene che raffiguri San Vincenzo Ferreri)
Firenze, Crocifissione del Beato Angelico (Museo San Marco);
Firenze, lunetta di Bartolomeo della Porta (Museo San Marco)
Milano, tavola di Vincenzo Cicerchio (Museo del Castello)
Napoli, polittico del Colantonio (Chiesa S. Pietro Martire);
Napoli, opera di autore ignoto (Chiesa San Domenico Maggiore);
Napoli, rione sanità: Chiesa di S. Maria alla Sanità.
Si tiene la Processione in occasione delle festività
di S. Vincenzo Ferreri. La Festa di S. Vincenzo, nasce qui
nel 1878 ed è dedicata a San Vincenzo Ferreri: ‘o
Munacone, come viene popolarmente detto, era la più
tradizionale e popolare festa di Napoli
Venezia, trittico di Giovanni Bellini (Chiesa Santi Giovanni
e Paolo)
Bologna, tela di Donato Creti (Chiesa San Domenico)
Urbino, tela di Giovanni Santi (Palazzo Ducale)
Macello-TO, affreschi della cappella di Santa Maria Assunta
(XV secolo)
Massafra , statua nella scalinata per raggiungere il Santuario
della Madonna della Scala
Civine di Gussago (Brescia) – Chiesa di S. Girolamo
eremita (secc.IV-V). Pala dell'altar maggiore, tela, del sec.
XIX, Vergine Maria in gloria col bambino, tra i santi Carlo
Borromeo, Girolamo (al centro, con penna d’oca e fogli
per la traduzione della Bibbia nella forma detta Vulgata)
e Vincenzo Ferreri, vestito di bianco con “cappa”
e cappuccio neri, con lo sguardo volto ai fedeli ed in capo
la fiammella “pentecostale”, recante nella sinistra
il libro della parola mentre con la destra e la chiara espressione
del volto invita i fedeli civinesi alla devozione mariana
attraverso San Girolamo. Parrocchiana di Civine fu Angela
Camilla Ghedi (ed i sui genitori ed avi nei secoli: Reboldi,
Peroni, ecc.) andata in sposa nel 1904 ad Achille Domenico
Piardi in quel di Navezze di Gussago, ove si venera S. Vincenzo
Ferreri.
Navezze di Gussago (Brescia). Chiesa di S. Vincenzo Ferreri.
Fondata, parrebbe, nel 1445 secondo le ultime ricerche. Santo
in bella statua policroma posta in nicchia entro ampia ed
imponente lignea soasa - ancona dorata, troneggiante sull’altar
maggiore. Quivi i Piardi sono, da due secoli, devoti al santo
spagnolo vissuto a cavallo tra il XIV e XV secolo. Un tempo
esisteva, secolo XIX, un legato Piardi a favore della sussidiaria
chiesa di S. Vincenzo a Navezze, munifica volontà di
Andrea Piardi dei detti Catanì originari di Pezzaze
in Val Trompia.
A Gussago in S. Maria Assunta i frati Domenicani sono ricordati
con la statua di S. Vincenzo Ferreri, posto in nicchia a sinistra
dell’altare del Santissimo Sacramento, detto anche del
Sacro Cuore; in uno stucco-bassorilievo che sovrasta detta
statua vi è raffigurato l’incontro di S. Vincenzo
Ferreri con il re d’Inghilterra, avvenuto nella città
di Caen. (Pier Virgilio Begni Redona. Brescia, 2003. Statue
e bassorilievi: 90 anni di trattative e lavori. In: Arte e
artisti a Gussago. Editrice Areamarket Sas- Bs. – Assoc.Famiglie
Gussaghesi).
Pure nella Pala dell’altare della Madonna “Madonna
del Rosario”, dirimpettaio di quello del Santissimo
Sacramento, è ricordato un domenicano, Domenico Guzman,
infatti, lo si vede nell’atto di ricevere dalla Madonna,
con bambino e assisa tra le nubi, la corona del Rosario.
[Vedi: http://www.piardi.org/vol3/volume3devozioni44.htm.
"La Madonna del Rosario con i santi Domenico, Apollonia,
Lucia e Fermo";... Gussago). (Pier Virgilio Begni Redona.
Brescia, 2003)].
Pietrabbondante, a mt. 1027 slm, (Alto Molise).
Il ricordo significativo e la devozione al Santo da parte
dei molisani pietrabbondantesi. <<La vita di San Vincenzo
Ferreri, nostro protettore, trova la sua giusta dimensione
di eccezionalità e prodigiosità se inserita
nella particolare epoca in cui visse.
Non si conosce con esattezza il periodo in cui S. Vincenzo
Ferreri venne proclamato Patrono di Pietrabbondante. La tradizione
popolare fa risalire le origini della cappella dedicata a
San Vincenzo Ferreri in località "Raguso"
in un’epoca compresa tra la fine del 1600 e già
gli inizio del 1700, in quel
periodo, nella zona suddetta furono costruite numerose abitazione,
per cui molti allevatori di buoi si trasferirono in quei posti.
Ci si accorse che un bue invece di seguire gli altri se ne
stava solo, sotto l’ombra di una quercia secolare.
Fu legato ad una catena per restare insieme agli altri, ma
il bue la spezzo e tornò sotto la quercia. Il bovaro
lo seguì e guardando tra i rami notò un quadro
raffigurante San Vincenzo Ferreri.
Si gridò al miracolo e il quadro fu portato in solenne
processione nella Chiesa madre di Pietrabbondante.
Qualche settima dopo, però, il quadro venne ritrovato
di nuovo appeso ad un ramo della stessa quercia. Fu deciso
allora di abbattere la quercia e costruire una piccola cappella
nella quale venne posta una statua raffigurante San Vincenzo
Ferreri che però fu distrutta nel corso dell'incendio
dei 1858. La testa di questa statua è conservata nella
Chiesa parrocchiale. Quella che noi attualmente veneriamo
è una imitazione della prima, fatta in legno di sorbo
da autore ignoto, scolpita quasi certamente nella seconda
metà dei secolo scorso. E’ alta 2 metri e con
il basamento pesa più di due quintali. A poche decine
di metri sorgeva l’abitazione degli eremiti di San Vincenzo.
Questi si occupavano dei beni posseduti dalla cappella e donati
dai fedeli. L’amore della nostra gente per San Vincenzo
Ferreri è sconfinato, basta guardare i volti e ascoltare
le voci dei pietrabbondantesi quando accompagnano la statua
del Santo Protettore nella solenne processione del 4 agosto.
E’ il più grande atto di devozione che cerchiamo
di offrire al nostro san Vincenzo.La statua, illuminata, viene
portata a spalla della cappella fino al paese seguita da numerosi
fedeli che offrono al Santo la loro fatica. All’imbrunire
la statua raggiunge il paese dove trova una moltitudine di
gente che la accoglie tra il bagliore di tante fiaccolate.
La processione dopo aver attraversato il paese giunge in Chiesa
dove la statua, deposta su un piano, viene salutata da uno
scrosciante applauso e dalle note del caro "San Vincenzo
Speranza nostra". La seconda domenica di ottobre è
usanza del paese riportare il santo patrono San Vincenzo Ferreri
nell’omonima chiesa di campagna dopo due mesi trascorsi
nella chiesa di Santa Maria Assunta in Pietrabbondante. E’
tradizione riportare il santo a spalla con una "processione"
di "devoti" preceduta da una banda musicale. La
strada percorsa è la stessa del 4 agosto. Trascorse
la sua vita passando di terra in terra, predicando nelle piazze,
nelle Chiese e nei campi davanti a plebei, semplici, nobili
e scienziati e ricorrendo a miracoli per convertire i peccatori,
salvare dai pericoli, risuscitare i morti, comandare la natura
e guarire gli ammalati.
Nel 1395, dopo la visione in sogno di Gesù Cristo accompagnato
da una schiera di angeli, Vincenzo improntò
la sua predicazione sulla dottrina che riguarda il destino
umano: cioè la morte, il giudizio individuale e quello
universale. Attività questa che gli guadagnò
il nome di angelo dell'apocalisse >>. (Parrocchia di
Pietrabbondante)
Ed ancora in molti altri luoghi italiani.
In Spagna
Segorbe, polittico del Colantonio
Valenza: dipinto di Francesco Ribalta (Chiesa del Collegio
del Patriarca); Valenza, tavola del Jacomart (Cattedrale):
forse è la rappresentazione più impressionante,
secondo Sadoc Bertucci: "il santo tiene nella sinistra
un libro e nella destra una banderuola (o nastro) su cui è
scritto: «Timete Dominum et date illi honorem, quia
venit hora iudicii eius»"
Valenza (Valencia). Sono conservate sue reliquie, in questa
sua città natale.
In altri paesi europei (alcuni)
Londra, anta di un polittico di Francesco del Cossa
(National Gallery)
Berlino, dipinto del Ghirlandaio (Museo)
Vannes (Francia), nella Cattedrale sono conservate alcune
reliquie
In Argentina
Mendoza, Godoy Cruz. Chiesa di San Vincenzo Ferreri
(Iglesia San Vicente Ferrer). Alcune famiglie di Navezze e
di Gussago in generale qui emigrate hanno potuto continuare
nella devozione al Santo domenicano Vincenzo. Qualche gussaghese
si è sposato nella chiesa eretta nel “Gran Mendoza”
dedicata al Santo taumaturgo spagnolo di Valencia. I gussaghesi,
ormai argentini, da decenni, conservano sul comodino l’immagine
dell’ancona col Santo posta sull’altare della
“loro” chiesa di Navezze. La chiesa attuale è
del 1906/12, ricostruita, dopo l’atterramento della
precedente del 1753, rovinata dal terremoto del 1861.
Chi sono i Domenicani cui appartiene San Vincenzo
Ferreri. Ordine dei Frati Predicatori.
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L'Ordine dei Frati Predicatori della Chiesa cattolica, uno
degli ordini mendicanti è popolarmente noto come ordine
dei domenicani e i frati che lo compongono sono conosciuti
semplicemente come domenicani. Come detto, a questo ordine
appartiene San Vincenzo Ferreri o Ferrer.
1. Storia
Fondato da Domenico di Guzmán, l'ordine ricevette una
prima approvazione ufficiosa dal papa Innocenzo III nell'ottobre
del 1210 per poi essere ufficialmente riconosciuto dal suo
successore, Onorio III, il 22 dicembre 1216. Inizialmente
l'ordine nasce a Tolosa, nella Francia del sud, a causa della
crescente espansione dell'eresia catara. Da qui si espanderà,
dopo l'approvazione ufficiale del papa, in tutta Europa, principalmente
nelle città dove stanno sorgendo le prime università,
dunque Bologna e Parigi, le quali riceveranno un forte sviluppo
anche grazie ai frati predicatori.
Domenico, canonico regolare della città di Osma in
Spagna, durante la predicazione tolosiana fondò inizialmente
non il ramo maschile dell'ordine, bensì quello femminile
(17 aprile 1207), raggruppando una piccola schiera di ragazze
convertite dall'eresia catara e fondando con esse il monastero
di Prouille. Successivamente, attorno a questo monastero,
si insediarono nel sud della Francia i primi frati dell'Ordine
dei Predicatori.
Tra i primi conventi in Italia, già nel XIII secolo,
ricordiamo quelli di: Bologna, Forlì, Piacenza, Pistoia.
Come richiesto dal concilio Lateranense IV i frati dovettero
adottare una regola preesistente; optarono quindi per quella
agostiniana, scritta da Sant'Agostino. Ad essa, regola appositamente
generica, accorparono una serie di leggi chiamate costituzioni,
le quali regolano e danno forma organica all'intero ordine.
Particolarmente famose ed oggetto di studio giuridico per
la forma di elevata democrazia, spesso sono state utilizzate
come modello per altre costituzioni, soprattutto quelle dei
futuri comuni.
A partire da San Domenico e grazie a vari esponenti, l'ordine
è stato responsabile per la diffusione della preghiera
del santo rosario.
2. Carisma
Come suggerisce il nome stesso dell'ordine, i frati sono chiamati
al carisma della predicazione, allora molto raro poiché
riservato quasi esclusivamente ai vescovi e ai pochi sacerdoti
che avevano ricevuto un'istruzione adeguata. Questo mandato
di predicazione, espressamente concesso dal papa a tutti i
frati, fu una grossa risorsa per la Chiesa cattolica, la quale
si doveva scontrare con la mancanza di una vera predicazione
legata ad una vita povera: ai vescovi infatti non era richiesto
alcun voto di povertà. Si possono riassumere le componenti
della vita domenicana, già concepita in questi termini
nel XIII secolo, in: predicazione del Vangelo; vita comune;
liturgia, vita regolare (voti di obbedienza, povertà
e castità, nonché osservanze regolari), studio.
Questi elementi sono inoltre legati fra loro in maniera armonica
grazie ad una intuizione di Domenico: la dispensa. Questa
fa sì che un superiore possa dispensare temporaneamente
un frate dall'osservanza di una qualche regola proprio per
favorire una predicazione più efficace.
3. Abito
Conosciuti in Inghilterra come ‘black friars’
- letteralmente frati neri, ma essenzialmente traducibile
come domenicani - i frati predicatori indossano un abito totalmente
bianco composto da una specie di tonaca a cui è sovrapposto
uno scapolare ed infine un cappuccio; inoltre completa l'abito
la cappa di colore nero a cui è sovrapposto un cappuccio
nero delle stesse dimensioni di quello bianco indossato sotto.
4. La Famiglia domenicana
L'Ordine tuttavia non prevede solo la presenza maschile, infatti
vi sono: frati, monache (contemplative), suore, laici. I frati
consacrati sia presbiteri che laici (chiamati comunemente
cooperatori), le monache, di vita contemplativa, abitanti
solitamente in luoghi adiacenti a città o all'interno
delle stesse ed infine i terziari, laici donne ed uomini,
che pur mantenendo una totale indipendenza all'ordine e non
consacrandosi in maniera speciale, raccolgono il carisma domenicano
ed operano in collaborazione ai frati.
I Frati Domenicani a Gussago; i lavoratori della “Grangia”
e i Piardi.
Dopo quanto ricordato sopra (§.In Italia, venerazione
e ricordo) riguardo al domenicano Santo Vincenzo in quel di
Navezze e a Civine e per S. Domenico, fondatore dei padri
predicatori, in Santa Maria Assunta di Gussago, vogliamo ancora
porre in ulteriore evidenza l’attaccamento dei gussaghesi
ai frati di San Domenico.
I frati Domenicani furono per lungo tempo “custodi”
della ‘Santissima’ di Gussago (Bs), antico convento
della “Santissima Trinità” posto sulla
sommità del Colle Barbisone, con accesso viario dalla
piazza centrale del paese franciacortino, ove appena giunti
in vetta, si gode di una immensa visione dell’intera
zona culturale - geografica detta Franciacorta. I Domenicani
rimasero sul Colle Barbisone sino alla fine Settecento. (Decreto
dato in Brescia 29 settembre 1797 – Brescia 8 Vendemmiajo
Anno 2. della Libertà Italiana – Governo Provvisorio
del Sovrano Popolo Bresciano, di soppressione del Convento
di San Domenico). I Domenicani vi erano approdati, se non
prima e pare dal 1439, sicuramente dal 2 maggio 1479, giusta
la Bolla pontifica della stessa data a firma di papa Sisto
IV – Francesco Della Rovere, con la quale la chiesetta
del colle Barbisone venne affidata ai frati predicatori dell’Ordine
Domenicano. Un loro sicuro e salubre rifugio in caso di pestilenze,
come spesso andava accadendo da qualche tempo nel bresciano
ed essendo ancora in corso quella iniziata il 5 giugno 1478
(smorzatasi solo in piena estate dello stesso 1479, anno della
Bolla papale); insomma, un punto di appoggio dove “periculum
mortis possent evadere”.
Molte furono le famiglie di Gussago impegnate e legate ai
Domenicani a causa del fatto di essere impiegati nella conduzione
dei vasti fondi piantati a granoturco e vigneto. Fondi con
abitazioni, accerchianti il monastero, tanto da essere definiti
“Grangia”, dal francese antico granche = granaio:
residenza dei Domenicani con insediamento rurale.
Di loro solamente fu la giurisdizione religiosa dei loro territori
ed insediamenti agricoli, sino ad occuparsi dei contadini
in vita ed in morte. Noto, infatti, è l’episodio
della morte di certo Bianchi della famiglia nota come “Falìa”,
lavorante dei Domenicani, per il qual decesso, avvenuto in
una delle abitazioni poste sul Barbisone, nacque un <incidente
diplomatico – giurisdizionale - canonico> tra il
monastero dei frati predicatori e la Chiesa che sta in Gussago.
[I detti “Falìa” della famiglia gussaghese
Bianchi furono legatissimi ai Piardi, sia quando quest’ultimi
ebbero a dimorare solo in Pezzaze ed anche quando scesero,
agli inizi dell’Ottocento, a vivere (anche) in Franciacorta:
Gussago, Rodengo e Saiano, acquisendo terreni e fabbricati
in questi Comuni ed anche in Roncadelle, alla Mandolossa e
nel centro (Contrada S. Giovanni) della città di Brescia.
Furono i Bianchi gussaghesi uomini di fiducia dei possidenti
Piardi, per esempio, molte volte furono inviati alla montagna
di Pezzaze per tenervi affari in rappresentanza della famiglia
Piardi, quali “cavallanti”, o per tenere a battesimo
in luogo dei Piardi momentaneamente impediti fisicamente o,
più semplicemente, chiamati ad intervenire, ripetutamente,
quali testimoni in sede di stipula contrattuale].
(Ricerca a cura di Achille Giovanni Piardi. Marzo 2009. Per
le pagine web dei Piardi - “Devozioni”: San Vincenzo
Ferreri; San Vicente Ferrer)
Origini, architettura e affreschi
della Chiesa di S. Vincenzo Ferreri in Navezze di Gussago
(Brescia).
Affacciata sul fronte stradale, si alza elegante
la chiesetta di S. Vincenzo Ferreri, che ha acquistato l’attuale
aspetto nel 1751, come riporta la scritta sul frontone, su
precedente struttura più ridotta; anche questo oratorio
della comunità di Navezze è sempre descritto
fin dalle prime visite pastorali del 1500. La facciata è
ritenuta un rarissimo esemplare dai molti pregi architettonici
oggetto di recenti restauri che insieme al risanamento dell’aerea
circostante hanno messo in luce il valore artistico del tempio.
L’interno a navata unica, riccamente ornato di stucchi,
conserva pregevoli opere: una statua lignea di S. Vincenzo
del XVII secolo (°°) dentro una bella soasa dorata
posta su preziose lavorazioni marmoree, ovali del ’700
ai lati del presbiterio, un moderno altare ottenuto dalle
antiche balaustre e una tavola con Madonna del ’400.
Per la decorazione della volta dell’aula hanno operato
anche qui i Trainini, Giuseppe e Vittorio, zio e nipote).
[ (http://www.gussago.com/itinerarituristici/itinerario7-basso.htm)
- Itinerari turistici/Itin. n.7].
(°°). N.d.r. Statua lignea, forse portatavi dalla
"Santissima", ex convento domenicano della Santissima
Trinità posto sul colle Barbisone al centro del paese
di Gussago).
All’interno di una nicchia ricavata
nella parete di sinistra, della frazionale chiesa, è
conservata la meravigliosa, quanto imponente, statua in gesso
della Madonna col Bambino Gesù venerata, sin almeno
dalla fine del primo conflitto mondiale e secondo alcune attendibili
testimonianze, quale “Madonna del combattente”,
anche dalle tante e numerose famiglie dei Piardi quivi dimoranti.
Sino agli Sessanta del secolo XX, infatti, fatta esclusione
per quella formata nel secolo XIX da Enrico Piardi (nato a
Gussago nel 1853), ultimo degli otto figli di Andrea (1799-1854)
che dimorava nella centrale frazione Piazza, tutte le famiglie
Piardi hanno abitato la contrada posta nella valletta di Navezze,
recandosi alle funzioni nella sussidiaria chiesa di San Vincenzo.
Con riguardo alla summenzionata devozione “Madonna del
combattente” da parte dei Piardi di Navezze, vedi http://www.piardi.org/vol3/volume3devozioni46.htm
“Legato Andrea Piardi”
per la Chiesa di S. Vincenzo in NAVEZZE
Nel 1853 il fedele parrocchiano Andrea Piardi (Pezzaze,
1799 – Gussago, Gennaio 1854; figlio di Andrea del 1767),
dimorante in Gussago dai primissimi anni dell’Ottocento,
lascia 1.000 (Mille) lire quale legato per numero 20 (Venti)
Sante Messe da celebrarsi ogni anno - “Perpetui temporibus”
- nella sussidiaria chiesa di S. Vincenzo di Navezze. Ciò
sotto la sorveglianza del Parroco “pro tempore”
di S. Maria Assunta in Gussago, chiesa prepositurale; al momento
è Parroco, l’assai giovane Prevosto, Don Giovan
Battista Mingotti, gussaghese di nascita.
Secondo uno studio comparativo dell’anno 1996, apparso
a Gardone Val Trompia nell’ambito della storia di quella
comunità, la Lira italiana del 1853 equivarrebbe, quale
reale potere d’acquisto, a lire 220.000 (duecentoventimila)
del citato anno 1996. Pertanto, a quest’ultima data
del secolo XX, le suddette 1.000 (Mille) lire del “Legato
Piardi” per la chiesa di Navezze, dell’anno 1853,
equivarrebbero a: 1.000 x 220.000 = 220.000.000 (duecentoventimilioni
di lire, dell’anno 1996); come a dire circa 112.000
(centododicimila) Euro, pur senza calcolarne il deprezzamento
subìto nei trascorsi 14 anni (1996-2010) ed anche aver
sopportato l’oneroso cambio della Lira in Euro.
Oggi, a Gussago, con detta somma in Euro si compra, forse,
un monolocale mentre a quell’epoca (1853 - 1854) con
1000 lire, pari a quelle del citato “Legato”,
si comprava un intero caseggiato con corte privata e locali
agricoli, oltre ad un attiguo brolo per raccogliervi frutta
e verdure per l’intera famiglia.
(A cura di Achille Giovanni Piardi. Aprile 2010. Per
le pagine web dei Piardi - “Devozioni”: San Vincenzo
Ferreri; San Vicente Ferrer).
San Vincenzo Ferreri (San Vicente Ferrer): a Navezze di Gussago
(Brescia) come a Godoy Cruz - Mendoza (Argentina) la devozione
continua.
Da “Gussago News” 18 maggio
2012. Notizie su Gussago e dintorni
“Feste” a Navezze di
GUSSAGO per San Vincenzo, patrono frazionale
Maggio 2012.
Sono iniziate le “feste” a Navezze per San Vincenzo,
patrono della Frazione gussaghese.
Mercoledì dopo la S. Messa concelebrata e presieduta
da don Daniele Faita – Parroco di San Giorgio in CELLATICA
– presente la statua del santo valensiano FERRERI (Vicente
Ferrer), momentaneamente detronizzato dalla bellissima soasa
ecclesiale in stile fiorentino, acquisita nel 1945, il simulacro
è stato recato in processione per la Contrada a partire
da Via Carrebbio – zona una volta nota come “Put
dè fèr” – per scendere sino in località
Fossa facendo poi ritorno, per luoghi ameni, al Campo sportivo
di Via Seriola, indi alla sussidiaria chiesa frazionale. Edificio
ecclesiastico cui sono affezionati i Navezzesi sin dal lontanissimo
1445, anche se la chiesa attuale è edificio settecentesco.
Sino agli anni 60 del Novecento la statua del Santo rimaneva
sempre coperta da un drappo di colore scuro; raramente ed
eccezionalmente veniva “scoperto”. Solo in casi
quali la festa del santo, che cade il 5 d’aprile, oppure
per fedeli di Navezze che versavano in grave situazione di
salute ovvero pericolo di morte. In quest’ultima occasione
si toglieva il drappo che velava il simulacro dandone avviso
a tutta la Contrada con particolare rintocco di campane; tutti
da detto specifico rintocco comprendevano che in Contrada
qualcuno versava grave e le attività per un momento
si fermavano e ciascuno faceva osservare all’altro,
magari meno attento: “Sito, i desquarcia san Visèn.
Ghè argü’ chè sta mal!”. In
chiesa poi, sull’altare, lato sinistro, veniva posta
la reliquia del santo valensiano tra due candele accese. La
campana col particolare rintocco faceva partecipe del dramma
di quella famiglia l’intera gente della frazione, chiedendo
a tutti di unirsi con la parola o col pensiero, unitamente
al cuore, con una prece a Dio – tramite San Vincenzo,
taumaturgo – per l’ammalato. Non necessariamente
che lo guarisse, ma anche solo perchè Dio – padre
di tutti – lenisse le sofferenze dell’allettato
grave e le pene dei suoi familiari attorniatiglisi. Insomma,
in presenza del dolore si familiarizzava, si solidarizzava,
anche se quest’ultima parola era ancora da inventare.
(Un navezzese nato e vissuto in Contrada sino all’età
di 17 anni, lasciandola solo il 31 marzo 1965). ((Fonte: Achille
Giovanni Piardi)).
2012, 23 Maggio.
Da MENDOZA - Argentina, Wednesday, May 23, 2012
1:19 AM
Subject: Re: Gussago News SAN VINCENZO
NAVEZZE e le FESTE in onore di SAN VINCENZO,
a Gussago.
MENDOZA. Argentina. VINCENZA scrive ad Achille Piardi. Ho
letto l'articolo referente al Santo Vincenzo Ferreri di Navezze,
vedo che adesso non si "scopre" quasi mai. (Si è
persa da devozione?). 77 anni fà, quando io sono nata
a NAVEZZE, e nascevano i bambini nelle case di famiglia, la
mamma ed anche le zie Piardi mi hanno raccontato che c'erano
delle difficoltà per il mio arrivo a questo mondo,
perciò furono a scoprire il Santo: ecco perchè
mi chiamo Vincenza, lo sapevi?
Quando mi sono sposata ho voluto fosse nella chiesa di San
Vicente Ferrer,di Godoy Cruz, Mendoza (io abitavo a Rodeo
del Medio, abbastanza lontano) ho dovuto dare l'indirizzo
di un nostro conoscente che abitava a Godoy Cruz, altrimenti
non mi davano il permesso poichè mi dovevo sposare
a Rodeo del Medio, adesso è tutto cambiato; anche
il battesimo di Laurita, mia figlia, è stato fatto
nella chiesa di San Vicente Ferrer.
Saluti cari a tutti. VINCENZA PIARDI.
GUSSAGO. Anni Cinquanta del Novecento.
Chiesa di S. Vincenzo Ferreri a Navezze, terra dei
Piardi di Gussago (BS); sulla destra ingresso della bottega
di salumeria, drogheria e altri generi diversi condotta, sin
dagli anni Trenta, da Peroni Paolo "Nas" con la
sposa Giulia Angela Piardi (1908) di Achille ed Angela Camilla
Ghedi "Galantì"; esercizio commerciale successivamente
condotto dal medesimo Paolo con la seconda sposa Rina Maddalena
Piardi (1911) di Angelo e Carolina Inselvini "Enürì".
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