VOLUME
III
I PIARDI NEL TEMPO
- dimore, vita vissuta, costumi portati dai Piardi ed anche
devozioni cui siamo stati capaci in più di cinque
secoli di vita.
4. DEVOZIONI
4.4 MADONNA DEL ROSARIO
o BEATA VERGINE DEL ROSARIO.
A Gussago e a Pezzaze.
Beata Vergine del Rosario. San Pio V Papa, con la
Bolla Pontificia Consueverunt Romani Pontifices, 17 settembre
1569 così definisce il Rosario: "Il Rosario o Salterio della
Beatissima Maria è un modo piissimo di orazione e di preghiera
a Dio, modo facile e alla portata di tutti, che consiste
nel lodare la stessa Beatissima Vergine ripetendo
il saluto angelico, per centocinquanta volte, quanto sono
i salmi di David interponendo ad ogni decina la preghiera
del Signore, con determinate meditazioni illustranti l'intera
vita del Signore nostro Gesù Cristo". L'essenza e la configurazione
del Rosario sono ben espresse, in modo mirabile, dalla definizione
papale anche dopo più di quattrocento anni. Il Rosario non
è sempre stato come noi oggi lo conosciamo e, forse, ancora
lo recitiamo. Dopo mille anni di storia risulta, in ogni
caso, la preghiera più facile, forse la più diffusa e conosciuta.
Il Rosario trova le sue origini all'inizio di questo secondo
millennio cristiano anche se, come detto, in una forma diversa
dall'attuale. Nacque come forma alternativa del breviario
per i monaci che non sapevano leggere chiamati comunque
alla preghiera in precise ore della giornata; il loro modo
di osservare la "liturgia delle ore" era dunque soddisfatta
in questo modo cioè con la recita del "Salterio Mariano"
consistente in centocinquanta Ave divise in tre parti e
recitate in tre diversi momenti della giornata. Ancora oggi
nei luoghi di lingua spagnola il nostro Rosario "italiano"
è chiamato "il terzo Rosario", vale a dire la terza parte
dell'intero Salterio dedicato a Maria. Abbiamo scoperto
che però nei primi secoli di nascita della preghiera non
si pregava la seconda parte dell'Ave (Santa Maria …) si
aggiunge solo alla fine del 1400, il cui merito è dovuto
a Domenico Guzman ed ai suoi frati predicatori grandi divulgatori
del culto del Rosario e della Madonna. Fu però San Pio V
con la disposizione del 1569 a consacrare la formula della
preghiera del Rosario che ancora oggi recitiamo. L'attualità
di questa preghiera è poi sancita dalle parole di Maria
durante le apparizioni di Fatima, soprattutto quella del
13 ottobre 1917, così come Lucia ha riportato: "Sono la
Madonna del Rosario (…) si continui sempre a recitare il
Rosario tutti i giorni (…)". Oggi, dopo mille anni di storia
di questa pia devozione possiamo ritenere che la rendano
parte, a buon diritto, della tradizione cristiana.
I Piardi, prima a Pezzaze e poi anche a Gussago, ma non
è da escludere anche per quelli del Po sono stati da sempre
devoti a questa Madonna la cui più nota effigie è quella
venerata a Pompei sotto il titolo di Madonna del Rosario
di Pompei. San Domenico e Santa Caterina sono i Santi per
eccellenza quando si tratta di raffigurare la Madonna del
Rosario, infatti, sono i Santi Domenicani che più hanno
contribuito alla diffusione e alla recita del Santo Rosario.
Gli studiosi sostengono che l'idea di Papa Pio V di celebrare
la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre, sia conseguente
la vittoriosa battaglia di Lepanto sui turchi dell'anno
1571 avvenuta nello stesso giorno. Moltissime sono le chiese
del bresciano in cui trova posto una pala d'altare dedicata
alla Madonna del Rosario.
Ciò infatti si riscontra sia a Pezzaze quanto a Gussago
e per Gussago già nella vecchia Pieve di Piedeldosso quanto
nella nuova parrocchiale di Santa Maria Assunta al centro
del paese. A proposito della Madonna del Rosario venerata
a Pezzaze, chiesa parrocchiale di Sant'Apollonio nello specifico
altare della Madonna del Rosario, pala a olio su tela di
cm 186 x 120, restaurata nel 1993/94 da A. Ansaldi, a cura
del comune di Pezzaze e della Comunità Montana di Valle
Trompia, riprendiamo una nota storico artistica di Padre
Pier Virgilio Begni Redona: "La piccola tela propone sinteticamente
l'istituzione del Rosario, con la Madonna in alto, affiancata
da due angeli, e i Santi Domenico e Caterina da Siena in
Basso. E' un prodotto della inesauribile vitalità degli
epigoni del Moretto, che, ancora nel 600 inoltrato, operano
sugli schemi del Maestro procedendo ormai quasi con la tecnica
del collage, spaziando sulle moltissime opere sacre del
Bonvicino disponibili sul territorio. Grande duplicatore
di pale del Rosario (ma generalmente stipate di personaggi)
fu Luca Mombello, al quale si rifanno molti piccoli maestri,
senza nemmeno risalire al Moretto, per soddisfare una committenza
devozionale sempre più sollecita (e forse nemmeno troppo
esigente sul piano formale) molto preoccupata di diffondere
la devozione del Rosario corredandola di appropriati riferimenti
visivi. Anche l'intonazione cromatica generale è riconducibile
a quel manierismo di derivazione morettesca che annovera
come capofila quel Luca Mombello che fu alunno prima ed
erede poi del Moretto, con una tavolozza di colori perlacei
e dissonanti come appunto richiedeva l'imperante gusto del
manierismo." Scheda dal catalogo 1994 della mostra La Pittura
del '600 in Valtrompia.
Quando a Pezzaze si sviluppano il culto della Madonna del
Rosario e la fervente recita del Salterio, i Piardi sono
una nota quanto influente famiglia. Quando poi una parte
di essi si trasferisce a Gussago nella località di Piedeldosso
là incontrano tra la gente
un'altrettanta fervida devozione continuata, come detto,
anche nella nuova chiesa. Infatti, la immensa pala dell'altare
centrale di destra raffigura la Vergine che consegna il
Rosario a San Domenico. I gussaghesi di nascita ai quali
si aggiungono all'inizio del 1800 anche i Piardi originari
di Pezzaze sono, tuttavia, già dediti a questo culto avendo
avuto modo di venerare detta Madonna ispirandosi al più
vecchio dipinto polittico, composto da diciassette tele
di diversa grandezza e forma, custodito e venerato nella
pieve di Santa Maria Assunta sin a partire dalla seconda
metà del 1500. Infatti sin da questa data la Confraternita
del Rosario vi era allogata con proprio altare. Vogliamo
ricordare che a Gussago la casa padronale Piardi, con brolo
e casa colonica, è, tuttora ubicata a soli duecento metri
dalla vecchia Pieve, proprio in frazione Piedeldosso oggi
via Stretta. Vedi alle voci Piedeldosso, Stretta - Vol.
I Padre Pier Virgilio Begni Redona in un suo articolo "Dipinti
restaurati, in corso di restauro e da restaurare - situazione
del patrimonio artistico cinquecentesco delle antiche chiese
di Gussago" in 'La voce di Gussago', pag. 11 del dicembre
1997, scrive: "Il polittico del Rosario - opera di Luca
Mombello. A Gussago nella seconda metà del 1500, la Confraternita
del Rosario commissionò al pittore bresciano Luca Mombello
(1518-1588) un polittico celebrativo dell'Istituzione e
della Devozione del Rosario, poi regolarmente collocato
nella piccola cappella sulla parete di sinistra più prossima
al presbiterio (della vecchia Pieve di Santa Maria Assunta
- a quel tempo chiesa parrocchiale). Questo polittico è
composto da diciassette tele di diversa grandezza e forma:
una, centrale, rappresenta l'istituzione del Rosario ed
è di forma rettangolare; un'altra, in formato di mezza luna,
funge da coronamento, con la raffigurazione del Padre Eterno;
quindici, di piccolo formato, rappresentano invece i misteri
gaudiosi, dolorosi e gloriosi del Rosario distribuite tutt'intorno
alla tela centrale.
Una elegante soasa di legno intagliato e dorato costituisce
la struttura espositiva di tutte queste parti pittoriche.
Dalla cappella del Rosario questo complesso fu smontato,
una prima volta quando la vecchia pieve cessò di essere
l'edificio parrocchiale, cioè nella seconda metà del settecento:
essendo stata trasferita nella nuova parrocchiale l'antica
e venerata statua lignea della Madonna col Bambino (detta
Madonna del Coro) che troneggiava nell'apposita nicchia
absidale del presbiterio, venne in quel luogo rimontato
il polittico del Rosario."
Quando i Piardi giungono a Piedeldosso di Gussago, pur frequentando
la nuova chiesa già in funzione, vivono la loro vita spirituale
con un occhio di riguardo alla vecchia chiesa nota come
"cesa dei morcc" in cui, appunto, troneggia, nella parete
absidale, il grande polittico del Rosario, abituati come
erano, a venerarne l'effigie ed il culto già a Pezzaze.
Padre Begni Redona continua: "Da lì, tuttavia, fu nuovamente
smontato quando si pose mano alla discialbatura e al restauro
degli affreschi della fine del quattrocento, un affascinante
ciclo di raffigurazioni di angeli e di santi intorno alla
gloria della Madonna Assunta, dipinto sulle pareti dell'abside
da un valido seguace del bresciano pittore Vincenzo Foppa.
Questo smontaggio avvenne nel luglio del 1971, e da allora,
per ventisette anni circa, il polittico è rimasto smontato,
sebbene ben custodito (…) ma sottratto al godimento di tutti
i gussaghesi. E' iniziato proprio in questi giorni il lavoro
di restauro integrale (ndr.: dic. '97) che, nell'arco di
qualche mese, restituirà alla fruizione di tutti un'opera
che intreccia sicuramente molti spunti di lettura. Innanzitutto
quello legato alla testimonianza di una componente importante
della storia della devozione nel nostro territorio, poi
quello del contributo critico alla conoscenza dello sviluppo
dell'arte di Luca Mombello (…)." Le testimonianze pittoriche
della diffusione in Brescia e nei paesi della pratica del
Rosario anche dal lato iconografico partono dalla fine del
1300 per infittirsi nel 1400 e soprattutto nel 1500. La
vittoria riportata dalla flotta cristiana sui turchi nella
citata battaglia di Lepanto fu un fatto che, a quel tempo,
impressionò in modo forte tutta la cristianità tanto che
il Papa ascrisse la vittoria all'intervento della Vergine
invocata dai cristiani per mezzo, soprattutto, del Rosario.
Anche il polittico gussaghese si ispira alla devozione predicata
dai Domenicani. Padre Begni, ancora, prosegue: "Nella sezione
in alto figura la Madonna col Bambino nell'atto di porgere
la corona del Rosario ai Santi Domenico e Caterina da Siena,
ed è così glorificato il momento dell'istituzione. Nella
sottostante zona vi è poi la predicazione della devozione
del Rosario, ad opera dei Domenicani, non come devozione
di scarso tenore, bensì come via privilegiata di preghiera
destinata a tutti, perché tutti devono manifestare riconoscenza
per l'impetrata e ottenuta salvezza. Ecco perché, in atteggiamento
tra compunzione e stupore, assistono devotamente il Papa
Pio V stesso, l'Imperatore del Sacro Romano Impero ricostituito,
i Re delle nazioni, insieme a nobiluomini, dame e gente
del popolo sia uomini che donne." Dei Piardi più noti devoti
alla B.V. del Rosario ricordiamo: Giovanni Maria Piardi
di Bortolo (171_?). Catanì nato a Pezzaze 174_? - Possidente.
Pezzaze/Gussago 1822. Sposa Maria Piardi ed ha Andrea (1776).
Sposa anche Teresa Calabria. Di lui esiste il testamento
datato 5 dicembre 1821 con il quale lascia al figlio Don
Andrea Piardi (1776) le sue sostanze, oltre all'ardore della
beneficenza, e l'usufrutto generale alla moglie Teresa Calabria
oltre ad altro lasciato alle sorelle e agli abitanti della
contrada di Pezzazole. (Testamento allegato come tavola
fuori testo in I Piardi - Vol. I). Benefica la predicazione
del quaresimale e fonda in Stravignino la cappellania della
Beata Vergine del Rosario a Pezzaze donando allo scopo l'appezzamento
di sua proprietà detto Pontecolo (Ponticolo). Ciò si deduce
dagli scritti di Padre Giovanni Maria Bontacchio in Pezzaze
nella sua storia …(ediz. 1944) e dalla lettura del testamento
originale registrato il 7 gennaio 1822, con deposito presso
il notaio Bortolo Gattelli in Gardone, custodito presso
l'Archivio Storico Diocesano della Curia Vescovile di Brescia.
Al prosieguo della sua opera,dopo la sua morte, anche per
ciò che concerne il culto del Rosario sotto l'intercessione
della Beata Vergine, provvede il figlio Don Andrea (1776).
Infatti, Andrea, Sacerdote, Pezzaze 6 dicembre 1776 - Gussago
10 giugno 1833, negli undici anni di vita che lo separano
dal padre con la ricongiunzione in cielo, coltiva la stessa
devozione indi anch'egli in morte, aggiunge ai lasciti del
defunto padre, che aveva dato vita alla Cappellanìa della
Beata Vergine del Rosario, sue proprietà in Plagne e Dosso
Rizzino, e la casa per il cappellano di Stravignino. Ebbe
i natali in Pezzaze da Giovanni Maria del fu Bortolo e da
Maria Piardi ed il Santo Battesimo gli fu amministrato dall'Arciprete
Don Salvi. Ereditò dal padre, come sopraddetto, oltre la
sostanza anche l'ardore della beneficenza. Infatti, con
suo testamento datato 23 maggio 1833, abitando a Gussago
in frazione Navezze, in aggiunta al testamento del padre
datato 5 dicembre 1821, che beneficava la predicazione del
quaresimale e fondava la cappellania della Beata Vergine
del Rosario donando allo scopo l'appezzamento di sua proprietà
Pontecolo, vi aggiungeva, lui prete, parte della sua sostanza
e precisamente, come detto, Plagne e Dosso Rizzino oltre
alla casa per il cappellano in frazione Stravignino.
nella foto sottostante: Madonna del Rosario con bambino
e santi domenicani
- Luca Mombello - XVI secolo, in Santa maria Vecchia alla
Pieve di Gussago
Scopo della Fondazione: due messe la settimana e la cura
d'anime. Nei documenti di Pezzaze risulterebbe morto il
10 giugno 1833 a Gussago ove viveva. Il Reverendo Padre
Don Giovanni Maria Bontacchio (Turinì) nei suoi scritti
afferma: "Trascrivo l'atto di morte come si trova a pagina
59, n. 36 dell'apposito registro parrocchiale di Gussago
dal quale risulta morto il giorno undici alle ore otto:
<<12 giugno 1833 - Admodum Rev.dus Andreas Piardi q.am.
Joannis Marie Pezzasarum, annorum 57, omnibus Ecclesiae
subsidiis refectus, heri hora octava antemeridiem placide
clausit ad lucem oculos, et hodie funebri pompa translatus
est ad tumulum. Firmato: Dusi Praepositus>>". (ndr.: Dusi
è prevosto di Santa Maria Assunta in Gussago in questo periodo
- vedi Gussago). Dal suo testamento spirituale risulta che
certa Teresa Calabria è stata la sua seconda mamma. (Vedi
anche alle voci Dosso Rizzino, Plagne, Andrea Piardi - Sacerdote,
Proprietà Piardi - Vol. I) Ghirardelli Don Pietro parroco
di Pezzaze nel 1891 e sino al 15 novembre 1900 mostrò particolare
zelo per la casa del Signore: a lui è dovuta l'iniziativa,
tra l'altro, in favore della chiesetta del Santo Rosario
al monte di Mondaro. (…). (Cronologia dei Rettori Parroci
della chiesa di Sant'Apollonio in Pezzaze. Ist. Pavoni 1911)
Per quanto concerne il valore storico - religioso - culturale
delle Confraternite, scuole o discipline o cappellanie,
un tempo assai fiorenti ed alle quali sovente hanno contribuito,
partecipato, i Piardi pezzazesi e di Gussago o sono state
da essi, addirittura, istituite ed avviate, prendiamo a
prestito una nota a firma di Padre Pier Virgilio Begni Redona
apparsa in "La Voce di Gussago" - dic. '95, sotto il titolo
"Note storiche gussaghesi": "Tra la fine del quattrocento
e l'inizio del cinquecento (1500) sorsero in Italia le Confraternite,
o scuole o discipline, costituite essenzialmente da persone,
per lo più laici, che si univano sotto la guida di regole
precise per condurre in comune la loro vita religiosa. Si
costituivano essenzialmente per preparare gli associati
e ogni altro simpatizzante, alla vita ultraterrena e per
tale fine si preoccupavano di garantire il suffragio perpetuo
dei confratelli defunti, ma promuovevano anche il culto
specifico o la devozione della realtà religiosa del cui
nome si fregiavano.
Si annoverano, fra le più importanti la Confraternita o
scuola del Santissimo Sacramento legata al culto eucaristico,
la Confraternita del Rosario, sviluppatasi soprattutto,
quest'ultima, alla fine del 1500 dopo la vittoria cristiana
di Lepanto (…) e la Confraternita della Croce: tutte e tre
queste istituzioni sono state presenti e attive anche nella
nostra parrocchia (Gussago). Molto spesso queste Confraternite
promuovevano opere di solidarietà ed erano ampiamente coinvolte
nelle attività sociali, politiche e culturali della comunità,
svolgendo un ruolo di grande importanza, spesso sottovalutato
dagli storici: gestivano ospedali e orfanatrofi, organizzavano
scuole domenicali, visitavano i carcerati, assistevano i
condannati, gestivano il prestito senza interesse, raccoglievano
e distribuivano derrate alimentari e sementi per la campagna
(…). Nel nostro archivio parrocchiale (Gussago) in un gruppo
di registri contabili minuziosamente annotati, è depositata
la storia dell'attività di due delle citate Confraternite
attive a partire sicuramente dal secolo XVI: quella del
Santissimo Sacramento e quella del Rosario. Ed è un'attività
intrecciata di iniziative in rapporto alla devozione, all'assistenza
(…)." Anche in Ome, comune del bresciano, ove sono presenti
i Piardi con certo Don Pietro Piardo (Piardi) sin dal XVI
secolo ma soprattutto gli Arici, quelli imparentati con
i Piardi di Gussago, ed anche i Peli, si venera in una grande
soasa dei noti intagliatori Pialorsi chiamati Boscaì di
Levrange il quadro rappresentante la Madonna del Rosario.
Vergine col Bambino in braccio e i due santi domenicani
Domenico e Caterina con in basso il Papa e i regnanti d'Europa
fautori della Lega cristiana, tra essi si riconosce il noto
Pontefice San Pio V Ghisleri nativo di Bosco Marengo nei
pressi di Tortona nel cui Santuario detto di Santa Croce
esiste un quadro analogo a quello del bresciano Cossali
che reca firma e data del 1597. Questo quadro per dimostrare
quale fosse la volontà papale dell'epoca venne ordinato
dal Cardinal Bonelli Segretario di Stato del Papa. (La Voce
del Popolo - Ottobre 1998) La parrocchiale di Brione sotto
il titolo di San Zenone, cara ai Peli, Montini, Arici, imparentati
coi Piardi di Gussago, ma soprattutto nella quale Cura operò
il sacerdote pezzazese Don Angelo Piardi, poi ritiratosi
a Gussago nella sua casa, conserva il bel dipinto di Grazio
Cossali (1563 - 1629) raffigurante la Madonna del Rosario
opera dell'anno 1595. Gli studiosi ritengono che questo
dipinto di Brione sia una replica di assoluta migliore qualità
della pala con identico soggetto lasciata dallo stesso autore
in Ome.
Come si ricorderà la battaglia di Lepanto avvenne nell'epoca
in cui il territorio bresciano era sotto il dominio di Venezia.
Infatti è la Serenissima Repubblica che schiera per la nota
battaglia ben centosei galere e sei galeazze mentre la Spagna
di Carlo V e di Filippo II ne mise a disposizione trentacinque.
Il Doge dell'epoca era Alvise Mocenigo ed il vincitore comandante
della flotta l'ammiraglio Sebastiano Venier il quale poi
venne premiato colla nomina a Doge di Venezia nel 1577.
E' notorio a tutti che i valtrumplini pezzazesi, Piardi
compresi, fossero seguaci convinti delle idee della Serenissima
Repubblica e così fu per molti secoli sino alla fine del
millesettecento (1797).
Andrea Piardi 'Catanì', padre di tutti i Piardi gussaghesi,
figlio di Andrea (1765), nasce a Pezzaze nel 1799, proprio
poco dopo la proclamata Repubblica Giacobina di Brescia
(18 marzo 1797) conseguente agli sviluppi delle idee della
rivoluzione francese (1789), quando è da poco terminata
la supremazia di Venezia (1426 - 1797) anche sul territorio
bresciano. La Valle Trompia, fedele a Venezia, si ribella
con le armi contro la Repubblica Giacobina. Il sogno di
un governo democratico bresciano, basato su principi illuministici,
ha vita breve. Nel novembre del 1797, infatti, la provincia
di Brescia viene annessa alla Repubblica Cisalpina. Nel
1799, allo scoppio della guerra tra Francia e Austria, Brescia
cade nelle mani degli austriaci e viene sottoposta a dure
prove.
Dopo la battaglia di Marengo contro gli austriaci, vinti,
Napoleone il 9 novembre 1799 diviene primo console francese
e poco dopo inizia il suo dominio sull'Italia, trasformata
da Repubblica in Regno. (Vedi anche alla voce Pezzoro -
Vol. II. Vedi anche alla voce Andrea Piardi 1799 - Lettera
dei Piardi al Parroco Don Porta in data 13 dicembre 1998)
Il 24 maggio 1882 a Pezzaze a Don Giovanni Viotti (1829
- 1911) da Stravignino figlio di Giacomo e di Maria Fada,
dopo un breve economato parrocchiale a Collio V.T., viene
conferita dal Vescovo la Cappellania del Rosario in Stravignino
di Pezzaze. La conserva sino al 1911.
Inno Mira il tuo popolo
Mira il tuo popolo, - bella Signora,
Che pien di giubilo – oggi ti onora;
Anch’io festevole corro ai tuoi piè;
O Santa Vergine, prega per me.
Il pietosissimo – tuo dolce cuore
Sempre è rifugio – al peccatore;
Tesori e grazie – racchiude in sè.
O Santa Vergine, prega per me.
In questa misera – valle infelice,
Tutti ti invocano – soccorritrice;
Questo bel titolo – conviene a Te.
O Santa Vergine, prega per me.
A me rivolgiti – con dolce viso,
Regina amabile – del Paradiso;
Te pietosissima – l’Eterno fè.
O Santa Vergine, prega per me.
Gussago: Chiesa prepositurale pievana di S. Maria Assunta
(sec. XVIII);
sulla destra, altare centrale dedicato alla Madonna del
Rosario.
Battaglia di Lepanto 1571.
Culto della MADONNA DEL ROSARIO
Dopo la battaglia, << Il Senato veneto della Serenissima
Repubblica di Venezia: "Non virtus, non arma, non duces,
sed Maria Rosarii victores nos fecit" >>. ("Non
il valore, non le armi, non i condottieri, ma la Madonna
del Rosario ci ha fatto vincitori").
Al termine della battaglia la Lega (""Santa"")
aveva perso più di 7.000 uomini, di cui 4.800 veneziani,
2.000 spagnoli, 800 pontifici, e circa 20.000 feriti; i
turchi, contarono più di 25.000 perdite e 3.000 prigionieri.
Il nome di Lepanto era entrato nella storia. Per la prima
volta dopo un secolo il Mediterraneo tornò libero.
A partire da questo giorno iniziò il declino dell'impero
ottomano.
Nel pomeriggio del 7 ottobre, papa Pio V che aveva moltiplicato
le preghiere a Colei che sempre aveva soccorso i cristiani
nelle ore drammatiche della cristianità, stava esaminando
i conti con alcuni prelati. D'improvviso fu visto levarsi,
avvicinarsi alla finestra fissando lo sguardo come estatico
e poi, ritornando verso i prelati esclamare: "Non occupiamoci
più di affari, ma andiamo a ringraziare Iddio. La
flotta cristiana ha ottenuto vittoria".
Il Pontefice attribuì il trionfo di Lepanto all'intercessione
della Vergine e volle che nelle Litanie lauretane si aggiungesse
l'invocazione Auxilium christianorum. Anche il Senato Veneziano
che non era composto da donnicciole, ma da uomini fieri
e rotti a sfidare i più gravi pericoli in mare e
in terra, volle attribuire alla Santissima Vergine il merito
principale della vittoria e sul quadro fatto dipingere nella
sala delle sue adunanze fece scrivere queste parole: "Non
virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii, victores
nos fecit" (non il valore, non le armi, non i condottieri,
ma la Madonna del Rosario ci ha fatto vincitori).
"La Madonna del Rosario con i santi Domenico, Apollonia,
Lucia e Fermo"; pala dell'altare della Madonna nella
chiesa prepositurale di S. Maria Assunta in Gussago (Brescia).
Lavoro di Sante Cattaneo collocato sopra l'altare del Rosario.
Chiesetta del Monte di Pezzaze,
dedicata alla Madonna del Rosario
(Foto da “Lunario illustrato di Pezzaze”,
anno 2002)
Più volte dal 1997 al 2005, non saprei dire quante,
Angelo Secondo Viotti (Pezzaze, 1916) mi parlò od
accennò a questa chiesetta, di proprietà della
famiglia VIOTTI, dedicata alla Madonna del Rosario; devozione
assai radicata e da lungo tempo nella gente pezzazese, compresi
i PIARDI.
Il tempo vi fu per parlare della chiesetta sita al Monte
di Pezzaze, molte furono le circostanze per tornare su questo
argomento quali: i Viotti dei diversi ceppi ed in particolare
il loro sacerdote don Giovanni (1829); i due Piardi, padre
e figlio, Giovanni Maria e Andrea fautori della Cappellania
del Rosario, l’altare e le tele della Madonna del
rosario della Parrocchiale pezzazese.
Giovanni Maria Piardi dei detti Catanì. (Pezzaze,
† 1822) è l’ideatore e fondatore in Pezzaze
della “Cappellania della Beata V. del Rosario”
ed è padre di Don Andrea nato a Pezzaze nel 1776
e morto a Navezze di Gussago, in Franciacorta, l’anno
1833.
L’anno 1882, il 24 maggio: Pezzaze. A Don Giovanni
Viotti (1829 – 1911) da Stravignino, dopo un breve
economato parrocchiale a Collio Val Trompia viene conferita
dal Vescovo la Cappellania del Rosario in Stravignino di
Pezzaze. Nel 1911, il 25 marzo: Pezzaze. Muore Don Giovanni
Viotti (1829) da Stravignino da Pezzaze titolare della Cappellania
della Beata Vergine del Rosario. Sul suo feretro al cimitero
parlano i due fratelli sacerdoti pezzazesi Padre Giovanni
Maria e don Antonio Bontacchio, della famiglia detta Türinì,
cugini dei Piardi.
Tornando alla nostra piccola chiesa di montagna, Madonna
del Rosario, che vediamo in fotografia, posta tra l'abitato
urbano pezzazese della contrada Stravignino ed il rifugio
al Colle di S. Zeno, ricordiamo che l'idea di erigerla,
sulla scorta dell’apposita, antichissima, devozione
mariana e dell’esistente secolare omonima Cappellania
voluta dal Piardi, fu di don Ghirardelli Arciprete parroco.
1891 – 1900: Pezzaze. Parrocchiato di Don Pietro Ghirardelli.
A lui si deve l’iniziativa per la chiesetta del Santo
Rosario al Monte di Mondaro e per la macchina delle Quarantore.
Negli anni 1821/1822 e 1833 in Pezzaze la devozione
alla B.V. del Rosario
1821-1822. “Regno Lombardo –
Veneto. Provincia Bresciana. Regnando sua maestà
Francesco I° Imperatore e Re (…)”. Per opera
e volontà testamentaria di Giovanni Maria Piardi
da Pezzaze i pezzazesi hanno una nuova Cappellania sotto
il titolo della Beata Vergine del Rosario e vengono beneficati
gli uomini delle contrade della Comunità. Ordina
che in suo suffragio vengano celebrate 300 Messe, entro
un anno dalla sua morte. Giovanni Maria Piardi da Pezzaze,
con testamento del 1821 (5 dicembre), infatti, fonda la
Cappellanìa della Beata Vergine del Rosario donando
allo scopo sue proprietà di ingente valore “terra
prativa, arboriva e boschiva detta Ponticolo colli alloggiamenti
in essa, siti in contrada della valle di Avano tener di
Pezzaze(…), un altro bosco detto lo spezzato al disotto
della strada del Dosso Rizino (…)”.Benefica,
altresì, la predicazione del Quaresimale e gli abitanti
di Pezzazole di Pezzaze nonché “lega”
una somma a favore degli “uomini della contrada di
Stravignino (…)”. Stabilisce, altresì,
che con la rendita di alcuni beni immobili di sua proprietà,
‘lasciti’, venga pagato l’affitto della
casa per il Cappellano che reggerà la Cappellania
della Beata Vergine del Rosario e per il mantenimento del
Cappellano medesimo.
1833. Don Andrea Piardi (Pezzaze, 1776
- Gussago, 1833) aggiunge ai lasciti del padre, che 11 anni
prima aveva dato vita alla Cappellania della Beata Vergine
del Rosario, sue proprietà in Plagne e Dosso Rizzino
e la casa per il cappellano di Stravignino.
Chiesetta del Monte di Pezzaze
Achille Giovanni Piardi, Maggio 2019