Giacomo Osvaldo Piardi
Giacomo Osvaldo Piardi (1938 - 2008), "Chichera".
Giacomo Osvaldo Piardi, per tutti OSVALDO,
muore il 27 Maggio 2008.
Era nato in Pezzaze da Concetta Maffina e da Battista (1905)
figlio di Giacomo Piardi (1877) detto "Chichera",
soprannome con cui è conosciuta Caterina Bontacchio
(1877), nonna paterna di Osvaldo.
Pezzaze, primi anni '50. G.Osvaldo Piardi 'Chichera'
<< “Il mondo è
creato per essere ricreato; e ogni figura esige la sua trasfigurazione.
L’uomo solo non ha mezzi sufficienti per questa nobile
impresa. (…)".
(Da un pensiero di G. Duhamel) >>.
Don Ezio BOSETTI già Arciprete a Pezzaze
e Pezzoro, sino al 1999, ed ora Parroco a Cailina di Val Trompia
così ricorda OSVALDO, oggi 29 maggio 2008 giorno
del funerale:
<< Oggi non ho potuto essere al Funerale di Osvaldo
a causa di impegni parrocchiali: l'ho ricordato nella S.Messa
nel Santuario della Madonna della Stella, affidandolo a Lei,
la Madre dell'umanità.
Wanda mi ha chiesto se potevo celebrare io e tenere l'omelia,
proprio per l'amicizia che non solo quando ero parroco a Pezzaze,
ma anche in questi nove anni è continuata. Molte volte
ci siamo sentiti, non mancava mai la cena annuale con altri
nostri amici, Mario e Marinella (di Manerbio), quante discussioni
anche sostenute, a volte, ma schiette e vere. Osvaldo amava
la sua gente, il suo Paese e per questo ha dato la sua vita.
Ha amato la sua famiglia, la moglie e i figli. Qualche volta
burbero, ma sincero come gli Uomini della nostra Valle (Uomini
con la maiuscola perchè credono fermamente in ciò
che fanno e lo vivono con passione). Chi l'ha sostenuto in
questo cammino non certo facile? In questo ultimo pellegrinaggio
non certo facile? Gesù Cristo, il suo amore, la sua
Croce.
La cosa di cui mi rammarico è che sentendoci alcuni
giorni fa, e capìta la situazione ormai grave, non
sono riuscito, anzi pensavo proprio di andare a casa sua questo
martedì o mercoledì.... ma il Signore ha voluto
così! Ci incontreremo in un altro banchetto, quello
Eucaristico dove Cristo celebra per noi e con noi ancora una
volta la S. Pasqua di risurrezione. Le nostre preghiere si
concludono con il Sia lodato Gesù Cristo. Sì:
sempre sia lodato perchè non fa mancare mai segni della
sua presenza nella nostra vita. Grazie a Lui per tutto ciò
che in Osvaldo ci ha donato. don Ezio Bosetti >>.
(Don Ezio BOSETTI, Parroco a CAILINA di Villa Carcina in Val
Trompia, 29 Maggio 2008).
G.Osvaldo Piardi (1938) col padre Battista 'Chichera' e la
mamma Concetta Maffina a Pezzaze.
I famigliari di GIACOMO OSVALDO così
aiutano Achille Piardi nel preparare, subitamente (il 18 Giugno
2008) questa “pagina” di “Personaggi”:
GIACOMO OSVALDO PIARDI 1938 – 2008. Breve Cronistoria.
Nasce a Pezzaze il 3-1-1938 da Maffina Concetta Maria e Piardi
Giovanni Battista
Dal 1938 al 1943 frequenta le Scuole Elementari Comunali di
Pezzaze
Dal 1944 al 1949 – 1950 (anno di uscita incerto) frequenta
il Seminario Diocesano di Pavia dove acquisisce diploma di
scuole medie inferiori e frequenta i primi due anni di ginnasio
non portandoli però a termine.
Finito il periodo al Seminario va in Svizzera a Winterthur
e svolge l’attività di operaio per un periodo
di circa un paio di anni. (Vedi foto con i compagni di lavoro
a Winterthur)
Dopo il periodo di lavoro svizzero, ritorna al paese natìo
e viene assunto sempre come operaio generico presso la”
Miniera Prealpina” di Bovegno dove rimane per qualche
anno.
Dal 1960 al 1965 circa subisce consecutivamente due incidenti
in moto e in particolare nel secondo riporta le conseguenze
più gravi : rimane in coma presso l’Ospedale
Civile di Brescia per più di un mese e dopo varie vicissitudini
tra le quali più ricoveri ospedalieri a Verona e a
Milano presso l’ ”Ospedale Neurologico Besta”
e un complesso e delicato intervento chirurgico, riesce a
guarire quasi perfettamente.
Viene assunto nei primi anni 70 presso la “Fabbrica
d’Armi P. Beretta” di Gardone Valtrompia ove svolge
l’attività di operaio generico al reparto assemblaggio
armi corte.
Nel 1974 sposa Mariagrazia Sordiglioni dalla quale avrà
subito il primogenito Alessandro.
Frequenta per cinque anni la scuola di ragioneria serale presso
l’Istituto di Ragioneria Ballini di Brescia e nel 1981
viene assunto come impiegato presso la “Banca Popolare
di Palazzolo sull’Oglio” divenuta dopo due anni
“Banca Popolare di Brescia”. Nel frattempo nel
1979 nasce il secondo figlio, Ugo.
Lascia il lavoro, per raggiunta età pensionabile a
64 anni nell’anno 2002 >>.
Pezzaze, anni 1950. Giacomo Osvaldo Piardi (1938) 'Chichera'
Nell’inverno del 1997 quando, ormai
da tempo, Achille Piardi andava raccogliendo annotazioni su
personaggi bresciani appartenuti all'antico casato dei Piardi,
sulle loro famiglie, sui loro palazzi e case, e notizie che
aveva reperito nel corso di ricerche, studi, interviste e
testimonianze, anche e soprattutto nel corso delle ordinarie
conversazioni con i non più giovani e già era
stato, vent’anni prima (1977), addirittura in Argentina,
in casa di alcuni Piardi e ove Isabella Ba incominciò
a dar corso, quasi improvvisamente, alla elencazione della
parentela Piardi di Gussago (Brescia), come ebbe a conoscerla
dopo il matrimonio con Pietro Piardi (1906) e l’arrivo
(1934) in famiglia presso il suocero Achille Domenico. E fu
proprio da quel giorno che cominciò a prendere consistenza
l’idea di mettere organicamente assieme gli appunti
acquisiti sino a quel momento. Achille pensava però,
all’origine, alla provenienza dei Piardi dimoranti a
Gussago che da sempre conosceva essere oriundi di Pezzaze.
Chi avrebbe immaginato, tuttavia, che l’avviso alle
famiglie di Gussago di questa sua intenzione innescasse un
felice meccanismo, tale che in breve tempo si ottenessero
notizie inerenti anche i Piardi residenti a Milano, Mantova
ed in altre province, oltre, ripeto, a quelli di Pezzaze e
di Brescia.
Il timido annuncio dell’idea che coltivava inviato al
nostro caro Giacomo Osvaldo Piardi di Brescia, mercè
la segnalazione calorosa fattaci dall’amico Sergio Della
Torre, valtrumplino collega di Giacomo Osvaldo, da quest’ultimo
subito calorosamente accolto e la diffusione dell’avviso
stesso alimentasse a tal punto la fiammella trasformandola
in un grande falò attorno al quale immaginare il Coro
dei Piardi, passati e presenti?
Notizie che così sono arrivate da ciascun “Crot”,
ragazzo imberbe, di una volta, come si diceva un tempo a Pezzaze.
Con il ‘”biglietto da visita” di Giacomo
Osvaldo, (... de l’Osvaldo, come si udiva in quel di
Pezzaze) è vinta
l’iniziale diffidenza degli schivi pezzazesi, e nell’autunno-inverno
del citato anno 1997 già il curatore della ricerca
aveva una valanga di notizie pezzazesi.
Aveva, Achille, solamente parlato, soprattutto ascoltato,
Rita (Arnaldina Ferraglio Bontacchio) figlia di Maria Piardi
dei detti Mafé, con Carla Piardi figlia di Milo e con
Angelo Secondo Viotti (1916), “ol Secondo” per
l’intera comunità di Pezzaze e qualche altro
come Cesarino Piardi, poi presidente di tutti i Piardi.
Eppure il 25 luglio 1998 già usciva il primo volume
“I PIARDI”, presentato in Pezzaze nel corso della
Festa della montagna. Quanto il felice orgoglio di Osvaldo
nel accompagnare il curatore del volume durante la presentazione
e nel consegnarne la prima copia al Sindaco Sergio Richiedei;
ne risultò più fiero lui del curatore dell’opera:
<< Veda, signor Sindaco, come i Piardi, in meno di 12
mesi (dal 6 agosto 1997), siano riusciti a documentarsi, scriversi
un libro e pubblicarselo! Le facciamo omaggio del primo esemplare
>>. Al Sindaco che chiese, un po’ sorpreso, la
chiave di lettura del volume Osvaldo rispose: << ...
all’inizio si trova la genealogia dei Piardi, con i
vari soprannomi di ciascun ceppo, poi la vita e i fatti dei
Piardi (qualcuno...), quanto abbiamo trovato; veda, in ordine
alfabetico secondo il nome di Battesimo, cominci con il noto
CEGA PIRLE (Piardi Annibale), tanto per non apparire troppo
seri! >>. L’attenzione del Sindaco Richiedei fu
interamente catturata, nonostante la folla degli astanti avventori
convenuta sotto l’ampio tendone della Festa.
<< Qualche mese dopo il mio arrivo a Pezzaze, riferirà
più tardi il curatore - ricercatore Achille, crediamo
alla fine dell’inverno 1997/1998, Rita confessa che
quando mi presentai per la prima volta sulla porta della sua
bottega di pizzicagnola, salutando (in nascosta compagnia
di Osvaldo) con uno schivo “Buongiorno”, ebbe
la netta sensazione che l’avventore fosse suo zio Faustino
– Bortolo Piardi dei Mafé, padre di Don Gian
Piero di Susa. Infatti, continua Rita, dissi dentro di me:
< ... ghè che ol dio Burtul! >. ( “E’
arrivato lo zio Bortolo”; si pensi, invece, che Faustino
– Bortolo, fratello di Maria madre di Rita, defunse
l’anno 1964). Certamente la somiglianza, anzi la quasi
sovrapponibilità, alla luce delle fotografie di entrambi
(Faustino-Bortolo del 1916 e Achille nato nel 1948) scattate
in gioventù, ovviamente a distanza di più di
trent’anni l’una dall’altra ed in diverso
sito parentesco (Pezzaze per il primo e Gussago per il secondo)
è, comunque, eloquente.
GIACOMO OSVALDO PIARDI:
testimonianze e aneddoti.
Pezzaze 3 gennaio 1938, figlio di Battista (1905) e di Concetta
“Rina” Maffina. E’ della famiglia detta
Chichera e come tale parente dei Bontacchio, quelli detti
Semaröi de Monder, in quanto la nonna paterna è
Caterina Bontacchio detta “Chichera”; tale per
l’evidente, quanto garbato, modo di vestire ed agghindarsi.
sia durante la settimana quanto più nei giorni festivi.
Tuttavia con tratti delicati... proprio come delicate sono
le finiture di una tazzina di porcellana, appunto, una “chichera”;
in vernacolo valtrumplino e bresciano: “la par propes
‘na chichera!”.
Già assessore alla cultura, sport e turismo del comune
di Pezzaze, componente del comitato del gemellaggio tra Pezzaze
e Peschadoires, poi amministratore dell’Istituto Bregoli
Casa di Riposo di Pezzaze.
Svolge l’attività di bancario e vive a Brescia
ma anche a Pezzaze, ove conserva la casa degli avi ubicata
in alle “Capelline”.
Giacomo Osvaldo, per gli amici Osvaldo, è la “chiave
di volta, nonché il lasciapassare” per l’ingresso
in Pezzaze di Achille, curatore della ricerca sui Piardi,
e garante nei confronti delle famiglie di Pezzaze.
In realtà è battezzato Osvaldo in contrapposizione
all’anagrafe comunale ove risulta, invece, per dispetto
del scürsur (addetto all’anagrafe comunale) di
Pezzaze: Giacomo Osvaldo; ciò per seguire la tradizione
la quale vuole che il primogenito debba portare come primo
nome almeno quello del nonno, se non addirittura quello del
padre. Che in località di montagna fosse frequente
battezzare i figli con un nome per poi iscriverli all’anagrafe
con uno diverso e nella quotidianità chiamarli ancora
in modo distinto, magari con l’aggiunta del soprannome,
è vero ma, non pensavo ad un fenomeno così affermato.
Ad un simile inghippo non sfuggì nemmeno Osvaldo, anzi
Giacomo Osvaldo figlio di Battista di Giacomo. Infatti, Osvaldo
dovette arrivare … al giorno del ritiro della prima
busta paga, presso la società Prealpina (in Val Trompia),
per sapere con certezza che il suo vero nome all’anagrafe
era Giacomo Osvaldo. Si, perché, diversamente avrebbe
dovuto, dopo un mese di lavoro, rinunciare alla paga mensile
se non avesse accettato di chiamarsi... come sua quella “busta”
intestata: Giacomo Osvaldo Piardi. Dietro di lui, in attesa,
osservano l’accaduto altri due Piardi, Gaetano dei Mafé
ed Ermenegildo (junior) fratello di Mansueto dei Gildi/e.
Sono padrini di Giacomo Osvaldo: Giulio Buscio, di cresima
e la signora, di Brescia, nota a Pezzaze come “Cacao”,
di battesimo.
Di Osvaldo si parla nel n. 7, del 1993, della rivista valtrumplina
“L’Amello” e la stessa riporta un suo contributo
dal titolo “Il vulcano”, come qualcuno osa definirlo
a Pezzaze, soprattutto in occasione delle iniziative per il
gemellaggio con la località francese di Peschadoires.(Presidente
del Comitato per il Gemellaggio con Peschadoires è
Cesarino Piardi (1936) figlio di Giovanni detto Nene dei Quarantì).
Dopo l’esperienza di Consigliere – Assessore comunale
(Cultura, sport, turismo e al personale), dal 1995 è
amministratore del “Pio Istituto – Ospedale e
Casa di Riposo Angelo BREGOLI”, poi Fondazione “A.
Bregoli”, durante la presidenza di Oliviero Gipponi
(figlio di Elda Piardi di Battista dei detti Mafé)
maritato a Ivana Piardi di Ivan dei Late - Catanì.
Successivamente, agli inizi degli anni 2000, Osvaldo lascia
ogni incarico a Pezzaze.
I PIARDI CHICHERA e le loro radici
Dalla lettura del foglio di famiglia n. 34 del comune
di Pezzaze per la casa posta in via Stravignino 47, redatto
nei primi anni del secolo XX, con annotazioni fino alla data
del 22 ottobre 1931, leggiamo …
1.PIARDI GIACOMO fu Giacomo (ndr.: dalla ricerca e per dichiarazione
dei famigliari è conosciuto come Giuseppe, probabilmente
il suo nome era Giacomo Giuseppe) e di fu Piardi Santa. Capo
famiglia. Minatore. Pezzaze 23 marzo 1877. Coniugato il 21
febbraio 1904. Morto il 3 gennaio 1917.
2.BONTACCHIO CATERINA di Antonio e di Bregoli Margherita.
Moglie. Casalinga. Pezzaze 25 novembre 1877. Coniugata il
21 febbraio 1904.
3.PIARDI SANTA di Giacomo e di Bontacchio Caterina. Figlia.
Scolara. Pezzaze 27 maggio 1904. Coniugata il 25 settembre
1922. (passa al foglio di Mondaro n. 1).
4.PIARDI BATTISTA di Giacomo e di Bontacchio Caterina. Figlio.
Scolaro. Pezzaze 6 agosto 1905.
5.PIARDI ROSA MARGHERITA di Giacomo e di Bontacchio Caterina.
Figlia. Scolara. Pezzaze 26 maggio 1907. Muore il 26 settembre
1922.
6.PIARDI CATERINA MARIA di Giacomo e di Bontacchio Caterina.
Figlia. Scolara. Pezzaze 18 febbraio 1913. Si trasferisce
a Brescia il 22 ottobre 1931.
7.PIARDI LUIGI APOLLONIO di Giacomo e di Bontacchio Caterina.
Figlio. Pezzaze 23 agosto 1915.
Nel corso del 1999, i componenti di questa famiglia, ci hanno
trasmesso una iniziale ricostruzione genealogica della stessa,
attingendone i dati dal volume I – I Piardi. Noi, condividendone
l’impostazione, ne abbiamo aggiunto altri, desumendoli
dallo stesso Volume e dai testi pubblicati nel volume II,
risalendo a tempi ancora più lontani, secolo XVII.
Vi appaiono le generazioni nate nei 360 anni precedenti il
2000.
La proponiamo - percorrendo, di fatto, una sola linea maschile
- come le “radici” dei detti “Chichera.
(Vedi anche “I PIARDI”, vol. II, cartaceo).
Winterthur (CH), 1960. G.Osvaldo Piardi e compagni d'emigrazione
Le radici dei CHICHERA.
BONO PIARDO. Nasce a Pezzaze nel 164_. Si sposa
ed ha, almeno, Antonio.
ANTONIO PIARDI (167_ ), figlio di Bono Piardo. Si sposa ed
ha, almeno, Francesco.
FRANCESCO PIARDI (170_), figlio di Antonio q. Bono Piardo.
Si sposa con Giovanna ________ ed ha, almeno, Antonio (1741).
ANTONIO PIARDI, figlio di Francesco di Antonio q. Bono Piardo
e di Giovanna_______, nasce a Pezzaze il 27 agosto 1741. Si
sposa con Cecilia ______ ed ha, almeno, Giacomo (1779). Reg.
Batt. 1741
GIACOMO PIARDI, figlio di Antonio e Cecilia, nasce a Pezzaze
il 20 gennaio 1779. Si sposa con Laura (Maria) Gabrieli (secondo
gli scritti, del 1944, di padre G.M Bontacchio -Turinì).
Alcuni testi (ufficiali) dicono “Laura Piardi figlia
di Gio: Batta: Piardi Bonassi sua moglie in secondo voto (…)”.
Reg. Batt. P. S. Ap. P. 30 sett.1801 e 7 aprile 1805
Ha, almeno, tre figli, tra cui il noto Don Antonio (1801-1880)
e Ermenegildo (179_ ) o, meglio, (1805), frutti del secondo
voto.
ANTONIO PIARDI, figlio di Giacomo e Laura Piardi di Gio:Batta.
Battezzato il 2 settembre 1801. Noto Sacerdote, patriota.
Parroco a Pezzaze e all’Abbazia di Rodengo. Muore a
Rodengo nel 1880. Vedi alla voce del Glossario in I Piardi
Vol. e II.
ERMENEGILDO PIARDI, figlio di Giacomo e Laura Piardi di Gio:Batta.
Nasce a Pezzaze il 4 aprile 1805 e viene battezzato col nome
di Gian Batta Ermenegildo il 7 aprile. Vedi Reg. Battesimi
Si sposa con Rosa Balduchelli <figlia di Simone del fu
Nicola detti Nicolò e Maria Zilberti > che gli dà
10 figli, tra cui Giacomo (o Giuseppe ?) nel 1842.
Muore prima del 1875.
GIACOMO (o Giuseppe ??) PIARDI, figlio di Ermenegildo e Rosa
Balduchelli. Nasce nel 1842. Si sposa con Santina Piardi dei
Celvìt (1849) <figlia di Giacomo del fu Bono del
fu Francesco e di Maria figlia di Antonio del fu Giacomo Viotti
>. Ha, almeno, 6 figli tra cui Giacomo (1870) o, meglio,
1877.
Muore il 27 agosto 1905 vedovo di Santina.
GIACOMO PIARDI, figlio di Giacomo e Santina Piardi. Nasce
nel (1870?) 1877. Sposa nel 1904 Caterina Bontacchio (1877)
dèi Semaroei dè Mondér < figlia di
Antonio e Bregoli Margherita >, detta Chichera, che gli
dà 5 figli, tra i quali Battista (1905).
BATTISTA PIARDI, figlio di Giacomo e Caterina Bontacchio.
Nasce a Pezzaze nel 1905. Si sposa nel 1927 con Concetta Maffina
<figlia di Domenico (1873) e Caterina Salvini> dalla
quale ha tre figli, tra cui Giacomo Osvaldo (1938).
GIACOMO OSVALDO PIARDI, figlio di Battista e Concetta Maffina.
Nasce a Pezzaze il 3 gennaio 1938. Sposa Mariagrazia (Wanda)
Sordiglioni che gli dà due figli: Alessandro (1974)
e Ugo (1979).
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BATTISTA PIARDI, padre di Giacomo Osvaldo: Pezzaze 1905 –
1991 detto Batista de la Chichera. Figlio di Giacomo (1877).
Sposa Concetta Maffina (1913 – 1990) da Pezzaze ed ha
tre figli: Giacomo – Osvaldo, Germano e Adele.
Orfano in tenera età viene avviato al collegio dei
Padri Salesiani di Don Bosco in Torino. Vi rimane per tre
anni ove impara, tra l’altro, il mestiere di calzolaio.
Arte che poi saprà insegnare ai ragazzi dell’Istituto
Ludovico Pavoni durante i loro prolungati soggiorni in Pezzaze.
Uomo devoto di Don Bosco ebbe la fortuna di conoscere Don
Rua, diretto successore del fondatore, ed anche Domenico Savio.
Svolge per trentacinque anni la professione di guardia giurata
alla “S. Barbara”, polveriera, della Miniera Marzoli.
Era suo compito consegnare ai minatori l’esplosivo necessario
per il turno di lavoro.
Come secondo lavoro svolge l’attività di calzolaio
a casa, ed anche alla miniera durante i tempi d’attesa,
infatti, sovente, lo si notava portare con sé scarpe
e scarponi per la riparazione.
Concetta, sua sposa, disbriga l’impegno di lavandaia
in particolare alla estiva Colonia Pavoni ed all’intero
Istituto Pavoniano nel periodo dello sfollamento bellico dello
stesso a Pezzaze.
(Testim. Giacomo Osvaldo Piardi, 9 aprile 1998).
Il 20 marzo 1999, Giacomo Osvaldo Piardi di suo padre Battista,
ancora, racconta:
“Papà è primo di sei figli. All’età
di 14 anni entra come alunno nei Salesiani a Torino, si appassiona
all’immagine di Giovanni Bosco. Si ferma tre anni e
apprende il mestiere del calzolaio.
Pratica poi l’attività in Pezzaze ove, forse,
un vero e proprio calzolaio necessitava, fino alla sua morte.
Svolge anche, e per 32 anni, l’attività di guardia
addetta al deposito di esplosivi presso la società
Marzoli titolare delle miniere di Pezzaze, così matura
la pensione.
Prima di iniziare il lavoro presso la miniera è stato
anche per due anni ad Addis Abeba come operaio durante il
periodo coloniale italiano. Da questo lavoro in Africa tornò
più consapevole del disagio di quella povera gente
e della necessità di collaborazione dell’Europa
con Terzo Mondo.
A Torino, tra i Salesiani, ebbe a conoscere il Beato Rua e
Domenico Savio. Battista “Chichera” muore ad 86
anni compiuti.
Fu apertamente devoto di San Giovanni Bosco; dai Salesiani
ebbe inculcati i giusti principi etici e morali poi trasmessi
a noi figli. Dichiaratamente devoto di Padre Pio da Pietrelcina,
ebbe a implorare il suo aiuto quando io, coinvolto in un grave
incidente stradale, fui in pericolo di vita.” (Testim.
Giacomo Osvaldo Piardi, 20 marzo 1999).
Angelo Secondo Viotti (Pezzaze, 1916) il 2 marzo 1999 racconta:
“Lü, ‘l Chichera l’ia dol sic! L’ha
finìt dè ‘mparà a fa ‘l scarpulì
sota ‘l me dio, ‘l me dio scarpulì di Rossi,
‘l fradel dè la me nona”. ( Battista...
Chichera, che era del 1905, ha ultimato di apprendere l’arte
di calzolaio prestandosi agli ordini di mio zio, mio zio ciabattino
dei Rossi, fratello di mia nonna).
GIACOMO OSVALDO PIARDI: Pezzaze 3 gennaio 1938, figlio di
Battista (1905) de la Chichera e di Concetta “Rina”
Maffina.
<< “Compiute le scuole elementari a Pezzaze, ebbi
l’onore e la ‘disgrazia’ di entrare in seminario.
L’onore perché i fondamenti dell’educazione
socio – religiosa li acquisii in questo ambiente, disgrazia
poiché durai solo sino ai diciassette anni e poi ne
uscii … lasciandovi, comunque, una parte di me.
Non sembrando la mia strada tornai a casa. Cerco un lavoro
e lo trovo a Gardone V.T. come apprendista armaiolo, senza
retribuzione.
Lavoro poi alla ‘Prealpina’ (in Val Trompia) come
meccanico dello stabilimento minerario, al tornio ed alla
fresatrice. In questo periodo ebbi la disavventura di trovarmi
coinvolto in due incidenti stradali, uno più grave
dell’altro nei quali rimasi offeso sempre nella parte
destra del corpo. In sette anni di tempo ne passai tre e due
mesi in ospedale.
Finalmente comincio a vivere la mia vita regolare: dodici
anni di operaio cottimista alla Beretta Armi e nel frattempo
studio per diplomarmi in ragioneria. Col diploma vengo assunto
da un istituto bancario dove attualmente sto completando l’ultimo
anno di lavoro prima della pensione.
All’età di trentasei anni mi sposo con Maria
Sordiglioni dalla quale ho due figli.
Pur abitando a Brescia dal 1974, ove ho casa, sono sempre
rimasto ombelicamente attaccato al paese d’origine impegnato
per la durata di dieci anni quale assessore comunale alla
cultura, al personale e all’assistenza di Pezzaze dal
1985 al 1995.
Dal 1996 poi, come tuttora, sono Consigliere anziano della
Casa di Riposo Pio Istituto Bregoli. Ora attendo la pensione
avendo compiuto 61 anni il 3 gennaio di quest’anno.
Pezzaze 20 marzo 1999” >>. (Dall’edizione
cartacea “I PIARDI” – volume I. 1998 e II.
2000).
Per Giacomo Osvaldo e famigliari, vedi nelle pagine
del nostro sito anche:
Battista "Chichera"
(1905), padre di Giacomo Osvaldo, l'anno 1925 in "Costumi".
Battista "Chichera"
(1905) con la sposa Concetta e Giacomo Osvaldo, l'anno 1939 in
“Costumi”.
Battista Piardi (1905)
"Chichera", a PEZZAZE alla fine degli anni '30.
Battista Piardi (1905)
'Chichera' da Pezzaze in Africa negli anni Trenta.
Milano, anni '50. Battista
Piardi 'Chichera' con la moglie Concetta Maffina ed il figlio
Germano.
NECOL di sopra-montagna
di Pezzaze, fine anni '60. Battista Piardi "Chichera"
(1905) e ... altri.
Giacomo Osvaldo (1938),
Pezzaze anno 1948, funerale di una giovane sposa (Maria Richiedei
sposata a Angelo Secondo Viotti) mentre donne, compagne e
coetanee della defunta, reggono il feretro in spalla; tra
queste Concetta Maffina, madre di G. Osvaldo.
Giacomo Osvaldo con la
madre, Concetta Maffina, sul terrazzo di casa a Pezzaze in via
Capelline.
Giacomo Osvaldo
durante gli incontri dei Piardi, a Rodengo.
Concetta Maffina, sposa
di Battista PIARDI "Chichera", si avvia ai lavori
della fienagione sui prati di montagna - Pezzaze, anni Trenta.
I Maffina: Maffina - Piardi e Piardi - Maffina
a Pezzaze.
Volume I "I PIARDI"-
Presentazione.
Il notiziario di Giugno 2008 dei
PIARDI “FOGLIO NOTIZIE” , così ricorda
OSVALDO:
Giacomo Osvaldo Piardi, di anni 70, sposo di Maria
Grazia - Wanda Sordiglioni. † Brescia, 27 Maggio 2008.
Figlio di Battista “Chichera” del fu Giacomo e
di Concetta Maffina da Pezzaze. Funerato in Brescia il 29
Maggio 2008. Fondatore, Co-Presidente e Cassiere del nostro
Comitato.
[Con Osvaldo e per merito suo potè avere inizio, 11
anni fa, l’avventura della ricerca sul casato Piardi
tra le famiglie di Pezzaze. Osvaldo mi introdusse nelle famiglie
della comunità pezzazese, nell’archivio Parrocchiale,
Comunale ed in quello del Pio Istituto Angelo Bregoli; è
stato il mio garante. E’ stato anche grazie alla sua
forza se siamo giunti, il 1° Maggio 1999, alla formazione
ed all’insediamento del ‘Comitato dei Piardi’,
poi “I PIARDI NEL MONDO”. Pur tra tante difficoltà,
ha creduto - convincendo noi tutti – che, unitariamente,
I PIARDI potessero essere operosi ed ancora generosi come
lo furono i nostri avi nel tempo, sin dal secolo XV; un tempo
lo furono verso la necessitata comunità d’origine,
oggi per sconosciute comunità d’oltre oceano:
Bangladesh, Bolivia Brasile. Quanti gli incontri, a due o
comunitari, con Osvaldo! Quanta la sua aperta disponibilità
nel fare e nell’agire, pur sempre guidata da saggia
prudenza! Abbiamo, ho, perso un amico, una sicura spalla.
Ho perso il mio garante!]. (Testimonianza di Achille Giovanni
Piardi).
La famiglia del nostro OSVALDO così
ringrazia e saluta:
<< "La moglie e i figli di Giacomo Osvaldo Piardi
sono sinceramente commossi per le testimonianze di affetto
giunte da ogni dove da parte dei componenti la grande famiglia
dei Piardi.
Egli non è stato solo uno dei promotori di quella che
è diventata una grande intuizione realizzata da Achille
Piardi, considerato da Osvaldo come un fratello. E' stato
anche per tante, tantissime persone un esempio di generosità,
solidarietà, amicizia sincera. A noi famigliari
manca tanto e ci auguriamo, vista la vostra partecipazione
al nostro lutto che anche a tutti voi rimanga nel cuore non
solo come membro del comitato ma come amorevole parente ed
amico. Grazie di cuore, a tutti." (Mariagrazia Wanda
Sordiglioni, Alessandro ed Ugo Piardi). Brescia, Domenica
1 Giugno 2008 >>.
PIARDI UGO di Giacomo Osvaldo
Data di Nascita: 27/12/1979. Numero Tessera Fitri: 0068810
27, 24, 15, 4. Quattro numeri significativi, ognuno a suo modo. 27 il mio giorno di nascita e il giorno della morte di mio padre. 24 i kg che ho perso. 15 gli anni passati da quando ho svoltato la mia vita per stare meglio e scoprire lo sport. 4 i punti che mi hanno dato sulla schiena dopo l intervento chirurgico dello scorso inverno. Tutti momenti importanti.
Nasco il 27 dicembre del 1979 e fino alla tenera età di ventuno anni non so nemmeno cosa sia lo sport nel senso pratico. Appassionato di calcio (da seguire allo stadio o alla TV) e di ciclismo e sci (solo da vedere alla TV…) mi limitavo a passare le mie giornate tra scuola e casa sdraiato su un divano. Zero cultura sportiva da parte famigliare (i miei genitori non avevano la patente e non potevano portare me piuttosto che mio fratello al campetto di un oratorio o alle lezioni di nuoto o tennis o l’inverno sulle seppur vicine piste da sci e in più non avevano una mentalità portata al "movimento"....) in me predominava la pigrizia e l’apatia e anche nel vero e proprio senso sociale (pochissime amicizie, nessuna voglia di stare con gli altri). Nella fase della fanciullezza e seguitamente della prima adolescenza, da una corporatura dapprima esile ...arrivo a lievitare fino a pesare un massimo di 94 kg frutto di una alimentazione sbagliata ma anche della totale mancanza di movimento. Diplomatomi nel 1998, inizio la vita lavorativa e da lì inizia la svolta. Grazie alla spinta di alcuni colleghi/amici del nuovo posto di lavoro inizio, dapprima, a frequentare la palestra e poi a scoprire in sequenza la Mountain bike, la corsa, gli sport di montagna, il nuoto. Giorno dopo giorno, corso dopo corso (non sapevo stare a galla, non sapevo stare in equilibrio sugli sci, non conoscevo i fondamenti dell’equilibrio, dell'elasticità, del dinamismo fisico e atletico...) mi sono costruito da zero e fatica dopo fatica, sconfitta dopo sconfitta, frattura dopo frattura, sono riuscito a ricavare un poco di soddisfazione da alcune attività e soprattutto la mia prima grande conquista: in due anni perdo 24 kg di massa corporea e mi stabilizzo a quello che è tuttora il mio peso (a parte ancora qualche oscillazione spesso in ribasso...).
Ugo Piardi di Giacomo Osvaldo
Faccio parecchi corsi di arrampicata, avanzamento su ghiacciaio, ogni estate per me rappresenta la conquista di una nuova cima; salgo sulle vie normali di quasi tutte le più famose montagne attorno ai 4000 metri di altezza delle Alpi italiane ...fino alla cima del Monte Bianco il 1° agosto di 4 anni or sono. Lascio la Mountain bike per la bici da corsa e ne ricavo qualche piccola soddisfazione, partecipo a qualche gran fondo, frequento i primi corsi di nuoto fino a fare il corso di salvamento con la Croce Rossa Italiana 6 anni fa. Perfeziono il nuoto negli ultimi anni anche se non mi sento tuttora né completo ...né veloce ...ma tanto mi è servito e mi serve ancora per quello che è il mio scopo, le mie velleità e soprattutto il mio recupero fisico dopo ciò che andrò di seguito a descrivere. Inizio a correre e a partecipare alle prime gare “10 km” dapprima non competitive, poi competitive fino a qualche mezza maratona. Il primo approccio al triathlon grazie all’amico istruttore di qualche anno fa Andrea Olivieri della Freezone, ai tempi della mia frequentazione della piscina "Aquadream" di Provaglio di Iseo. Mi convince, mi sprona e arrivo così a mettere insieme in maniera forse un po' "raffazzonata" il mio primo triathlon sprint 4 anni fa (triathlon sprint di Provaglio di Iseo). Mi iscrivo nella sopra citata società l’anno seguente, faccio un paio di gare di corsa su strada, ma non mi azzardo a partecipare a nessun triathlon... Timido e mai integrato nel gruppo, decido di togliermi e, grazie ad alcune persone che mi indicano il nome di Mauro, decido di contattarlo e passo nel suo gruppo. Conoscerlo, non posso certo dire di no, è stata una scoperta. Il primo impatto con lui è stato trovarmi dinanzi a un uomo piuttosto introverso, a volte taciturno, lo devo ammettere all’inizio per me, essendo di difficile accesso mentale e non di immediata comunicazione. Avevo però sempre la percezione, ogni qualvolta parlavo con lui, potesse trasmette qualcosa, sia dal punto di vista sportivo che umano. Per questo, a parte le frequentazioni in piscina durante gli allenamenti, ma i pochissimi se non praticamente nulli contatti all’esterno, ...riesco a stringere amicizia con tre/quattro persone del gruppo e ciò mi da fiducia, ....mantenendo ogni anno l’iscrizione con la squadra capitanata dal buon Mauro. Non mancava qualche telefonata o conversazione con lui per qualche consiglio, e grazie proprio a lui come agli altri amici della squadra, nellìestate del 2013 partecipo a 4 triathlon olimpici. La mia più grande soddisfazione, insieme all’inizio della preparazione per il salto verso il mezzo ironman. È l’inverno del 2013 e da lì inizia una nuova vita o meglio un nuovo lungo, lunghissimo stop e un estenuante periodo di buio. Una lampadina si spegne, un piccolo, seppur più o meno stabile equilibrio, si rompe completamente sia dal punto di vista fisico/atletico che morale. L’inizio dell’attività fisica 15 anni fa con alcune attività, soprattutto di palestra, svolte in maniera non troppo ortodossa, assieme all’importante dimagramento, alcuni incidenti in auto e moto di alcuni anni fa, portano, la mia schiena probabilmente già portata, a maturare a livello lombare una importante instabilità vertebrale alle vertebre L3, L4, L5, S1 con la formazione di 3 ernie delle qualo la più voluminosa e invalidante a livello della 5^ vertebra lombare e della 1^ sacrale. È l inizio di un incubo. Nell’anno 2014 passo un totale di 6 mesi a casa dal lavoro di cui almeno 4 complessivi a letto quasi praticamente immobile. Provo 12 tipi di antidolorifici a base oppioide, due infusioni di morfina endovena nei due ricoveri presso pronto soccorso all’inizio delle crisi acute, una quantità smisurata di iniezioni di cortisone e toradol, estenuanti sedute di fisioterapia appena riuscivo a muovermi un po'. Non descrivo i dolori atroci a schiena e gamba causati da una delle ernie presenti; in realtà i 6 mesi complessivi di blocco sono rappresentati da due trance di 3 mesi, una in primavera e una in autunno, intervallate da un estate abbastanza tranquilla ed illusoria in cui non riuscivo comunque a praticare alcuna pratica sportiva se non esercizi di fisioterapia e un po’ di nuoto. Con l’ultima crisi iniziata a settembre 2014, il vuoto assoluto e la decisione di intraprendere la strada dell’intervento per discectomia L5-S1 e del lungo recupero successivo. Durante quell’ultimo periodo, nasceva il DTT Team BIke Gussago e da lì decidevo comunque di farne parte nonostante il mio difficile momento. Mauro mi iscriveva al nuovo gruppo Facebook e agli svariati e chiassosi gruppi Whatsapp. Ogni giorno leggere i commenti e i confronti su allenamenti, tabelle, opinioni, gare, materiali, per una persona che non sapeva quando se e come si sarebbe rialzata dal letto senza dolori dopo mesi...(figuriamoci da lì al pensiero di ricominciare a fare sport quanto ce ne sarebbe passato..) non era facile. E per questo ringrazio tutti i ragazzi, che hanno letto ogni tanto qualche mio commento un po’ spinoso o nervoso...dato dall’incalzare dei personali eventi, ...dalla voglia di uscire a ricominciare a fare una vita normale,...dalla, perché no,...diciamolo pure ...INVIDIA che ho provato nei vostri confronti per parecchi mesi di questo periodo difficilissimo della mia vita. Ringrazio anche tutte le persone della squadra che in un modo o nell’altro, in quel periodo mi sono state vicino anche solo con un messaggio o una telefonata nel modo giusto e al momento giusto. Ho apprezzato tutto e tutti e devo essere sincero,....in qualche momento, leggendo qualche commento, mi sono emozionato non poco. Anche se non ti sei mai sentito un atleta e non hai mai ritenuto di avere un fisico sportivamente "decente" , ma vedi il tuo fisico perdere colpi ogni giorno di più e non riesci a svolgere le azioni più elementari di vita quotidiana, ti crolla il mondo addosso, ti chiudi in te stesso, fatichi ad accettare l aiuto degli altri, rischi di entrare in un tunnel di perdizione mentale dal quale è difficile uscire. Il dolore che ti mangia dentro e che è veramente forte (il dolore neuropatico da schiacciamento acuto di nervo sciatico è stato paragonato - dai medici che mi seguivano del reparto terapia del dolore dove mi recavo per le terapie farmacologiche - al pari dei dolori più acuti di tipo oncologico...) non ti fa ragionare, ti porta alla disperazione e alla perdita totale di fiducia verso tutto e tutti. Potrei essere un fiume in piena anzi, ora, a dire il vero lo sono e mi verrebbe voglia di scrivere qua delle emozioni, delle paure e della angoscia che ho provato in quei momenti ma non lo faccio per due motivi. Perché non è certo un blog creato per questo e perché molti di voi giustamente (oltre a toccarsi ogni parte bassa del corpo!!!!), si annoierebbero solo e forse non tutti capirebbero, se si pensa che in fondo sto parlando di una banale ernia al disco. Quindi mi fermo qui con questa parentesi personale sul dolore e sulle considerazioni a ruota che ne possono derivare. Posso solo dire che dopo l’intervento ho comunque iniziato a vedere la luce in fondo a quel tunnel. Dopo 4 insignificanti punti di sutura) e un periodo post intervento un po' difficile, grazie ad un ottima assistenza da parte della mia fisioterapista e un po’ di forza di volontà da parte mia, ho cominciato a stare meglio. Quando ti toccano, lo sapranno meglio di me quanti di voi sono stati "aperti" o hanno subito terapie a seguito di infortuni etc. ...non sei più lo stesso....a parte l’amico Maestro Mauro il quale sembra che dopo ogni stop rinasca. Non è il mio caso. Faccio più fatica di prima decisamente e il mio non è mai stato nemmeno un fisico, quando sano, portato particolarmente allo sport. Per cui ora la fatica è doppia, sto ancora lottando con alcuni problemini di recupero e con alcuni "mostri" che ogni tanto escono dalla mia mente. Ma sento che la strada è giusta. Ai primi di giugno ho partecipato, seppur in maniera goliardica, alla prova olimpico distanza plus e mi sono divertito senza particolari conseguenze; ....e, tuttora, proseguo con dei brevi allenamenti di corsa per ricostruire il movimento e il passo nella maniera più "indolore" e meno dannosa possibile, continuo con la fisioterapia e con il pilates e nuoto almeno due volte alla settimana. Faccio ancora fatica sulla bicicletta ma è la posizione che più richiede tempo e valutazione volta per volta, spero di venirne fuori anche da lì e ricominciare seriamente piano piano anche con quella. Per ora non ho in programma alcuna gara di triathlon questo anno e forse è meglio così perché non voglio bruciare alcuna tappa. Lo spauracchio di nuovo blocchi o recidive, purtroppo rimane sempre e se prima ero fin troppo attento ad ascoltare il mio corpo, ...ora lo sono ancora di più. So che non posso essere sempre così, ma sto lavorando psicologicamente anche per cercare di essere più sereno da questo punto di vista. Ora sogno una camminata su un ghiacciaio, dopo due anni e più che non sento il rumore del vento dei 4000 metri e non calzo un paio di ramponi. Spero di poterlo coronare presto questo sogno. Concludo con una frase di un film di Richard Attenborough a me tanto caro, dal titolo "Viaggio in Inghilterra" con Anthony Hopkins e Debra Ginger, guardatelo se vi capita: "Il dolore di oggi fa parte della felicità di ieri. Bisogna accettarlo". Io, nel mio piccolo, con questa esperienza penso di aver cercato di accettare il dolore, nella speranza di costruire una nuova felicità futura e sono fiducioso stia, piano piano, arrivando. Spero soprattutto che tutto ciò mi abbia aiutato a crescere. Lo sport, il triathlon ...come le esperienze di vita più dura... aiutano a crescere. Ora lo so. Almeno credo. Grazie per aver prestato attenzione a queste righe. Vi abbraccio. Ugo http://www.dttri.com/atleti/piardi-ugo .
Brescia.
Estate 2015
Ha frequentato ITAS Pastori Ha frequentato I.T.A.S. "Pastori" Brescia. Maturità 97/98
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