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Questo sito nasce da un'idea di Achille Piardi, il quale dopo anni di ricerche e dopo aver redatto una prima versione della biografia sulla Famiglia Piardi è alla costante ricerca di nuove informazioni... se anche tu sei un Piardi... continua a navigare tra queste pagine!!!


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Le 5 giornate di Milano e i Piardi

INDICE DEI PERSONAGGI


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1848. 18 - 23 marzo: si svolgono le cinque giornate di battaglia contro l'invasore austriaco.

Cruenti gli scontri, con epicentro a Porta Tosa, contro le truppe di Radetzky: ingegnoso lo stratagemma delle barricate mobili - fascine di legna legate tra loro e fissate su ruote di carro - che permettono agli insorti di avanzare protetti dai colpi degli austriaci.

Le 5 giornate di Milano: le barricate e i combattimenti tra gli insorti e le truppe austriache a Porta Tosa

L'idea delle protezioni mobili è attribuita ad Antonio Carnevali, ufficiale della Guardia di Napoleone nella campagna di Russia e patriota, e viene realizzata con gli stessi carri del mercato del Verziere. Brescia, dopo le Cinque Giornate milanesi aderisce al governo provvisorio della Lombardia. Porta Tosa fu già al centro di un'insolita azione di eroismo ai tempi del Barbarossa. Come ricorda il bassorilievo oggi conservato al castello Sforzesco, una donna, una 'tosa' appunto, sorprese e incantò per lunghi e decisivi minuti le truppe di Federico I mostrandosi a gambe aperte, nell'atto di radersi il pube.
Nel marzo del 1848, Porta Tosa è di nuovo nelle mani del nemico. In una giornata di violentissimi scontri 22 milanesi guidati da Luciano Manara riescono a forzare l'assedio austriaco, conseguendo l'ingresso in città.

Poi, ad opera del Governo provvisorio, la Porta sarà intitolata alla Vittoria e la piazza alle Cinque Giornate.
Cinque donne sono poste alla base del monumento commemorativo, a 'sostegno' dell'obelisco, memoriale dei caduti. I Piardi, con il loro impegno patriottico degli anni 1832/33, sono precursori delle cruenti azioni di Milano e dei combattimenti di Porta Tosa:
Giovanni Battista Piardi (Pezzaze, 1811) della mazziniana Giovine Italia, studente di veterinaria in Milano, arrestato in Corsia dei Servi dalla polizia politica austriaca è condannato a morte.

Alle Cinque Giornate di Milano partecipano, oltre ai volontari guidati da Luciano Manara:

- Giovanni Battista Piardi
- Luciano Manara
- Gabriele Rosa
- Giuseppe Mazzini
- Agostino Bertani, medico che curò Goffredo Mameli, http://it.wikipedia.org/wiki/Agostino_Bertani
- Carlo Cattaneo, patriota, http://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Cattaneo_(patriota) http://www.piardi.org/persone/p13.htm
https://www.cronologia.it/document/doc1400.htm

Vedi anche:
http://www.piardi.org/persone/p20.htm Le X Giornate di Brescia
https://www.cronologia.it/document/doc1400.htm "Dell'Insurrezione di MILANO nel 1848 e della successiva guerra - Memorie"


Le Cinque giornate di Milano

La popolazione di Milano, inorridita dalle provocazioni della soldataglia degli occupanti che in reazione allo sciopero del fumo, il 3 gennaio si erano gettati, colpendo alla cieca, sulla popolazione inerme con le sciabole sguainate, penetrarono nei negozi, rubarono e distrussero merci, sfogarono la loro malvagità sui cittadini con atti di gratuita brutalità, da mesi si stava preparando ad una rivolta armata con il programma di liberare Milano e la Lombardia dal giogo austriaco.

Quando giunsero notizie della insurrezione di Vienna, del 13 Marzo della estromissione dell'odiato ministro Metternich, dell'abolizione della censura e della promessa di una "costituzione", la mattina del 18 marzo, interpretando le concessioni ai viennesi come una prova di debolezza, si diresse verso il palazzo del Governatore chiedendo l'autorizzazione ad istituire una Guardia Nazionale.

Al grido di viva l'Italia, viva Pio IX, una folla composta da uomini, donne e ragazzi appartenenti a ogni ceto sociale diedero vita ad una vivace rivolta popolare.

Nonostante l'intervento pacificatore dell'arcivescovo Bartolomeo Romilli ed ad un tentativo di accordo con i capi dei manifestanti, l'arrivo di una nuova ondata di insorti travolse ogni difesa ed il Palazzo del Governo invaso.

Il Podestà, Gabrio Casati, quando si rese conto era impossibile trattenere la folla divenuta di fatto ingestibile, diede vita a un Governo Provvisorio Milano da lui presieduto e ad un Consiglio di guerra, guidato da Carlo Cattaneo.

La resistenza fu organizzata con intelligenza e decisione; eroici furono i Martinitt, i fanciulli dell'orfanotrofio, che si offrirono come portaordini per collegare i vari punti della città con il Consiglio di Guerra.

Il Generale Radetzky riunì la milizia per marciare contro la sede del Governo Provvisorio, ma presto i militari dovettero fermarsi davanti alle barricate innalzate dal popolo in rivolta: l'intera popolazione combatteva per le vie innalzando nuove barricate, sparando dalle finestre e dai tetti, inviando messaggi agli abitanti delle campagne per esortarli a prendere parte alla lotta.

La sera del 22 marzo 1848, dopo sanguinosi combattimenti, la guarnigione austriaca forte di 22.000 soldati comandata dal Maresciallo Radetzkygli viene cacciata fuori dalle mura per ritirarsi nel "Quadrilatero" (la zona fortificata compresa fra le quattro città di Verona, Legnago, Mantova e Peschiera del Garda), trascinando con sé numerosi ostaggi arrestati all'inizio della sommossa.

Frattanto, l’insurrezione si estende anche al Veneto dove, il 22 marzo, Daniele Manin e Nicolò Tommaseo proclamano, a Venezia, la Repubblica di San Marco ed il tricolore sventola sulla Madunina e sul Campanile di San Marco.

http://www.settemuse.it/costume/storia_italia2.htm


E la bandiera dei tre colori
Sono rimasti sconosciuti sia gli autori delle parole quanto quelli della musica della più popolare canzone cantata durante i primi moti del 1848 e giunta sino a noi.

E la bandiera dei tre colori è sempre è stata la più bella!
Noi vogliamo sempre quella. Noi vogliam la libertà! (2v.)

E la bandiera gialla e nera qui a finito di regnare,
la bandiera gialla e nera qui a finito di regnar!

Tutti uniti in un sol patto, stretti intorno alla bandiera,
griderem mattina e sera: viva viva i tre color!

E la bandiera dei tre colori è sempre stata la più bella!
Noi vogliamo sempre quella. Noi vogliam la libertà! (2v.)



1° aprile 1849, Brescia. Bresciani ed austriaci si affrontano nella zona della Chiesa dedicata a San Barnaba: l'ultima battaglia dell'ultima delle 10 giornate di Brescia.
[Da L'Almanacco Bresciano 2009. (Lönare Bressà) a cura di Giovanni Cherubini ( gio.cher@tin.it ), per gentile concessione dell'autore-curatore-direttore responsabile]

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