Rita Ferraglio
Rita Ferraglio (1929-2000) figlia
di Maria Piardi dei Mafè. Simbolo e anima di Pezzaze.
Pezzaze, 1902. Nasce Maria Piardi dei Mafé poi sposa
di Giovanni Ferraglio. Rita Ferraglio figlia di Maria ricorda:
“Che a Straignì na olta l’era na famìa
sula … se gh’era argù de malacc se naa
a troai, a portaga argot, el me ubà ol me disia: purtiga
argot, l’è malat: ol pa bescot, argot oter, en
fina la legna, agliura per na polmonite se muria!”.
Rita, la quale, appena la incontri non manca di narrare episodi
lieti o tristi relativi alla famiglia dei nonni materni Piardi
- Bontacchio, anche in questa mattina (8 maggio 1998) piena
di sole a Pezzaze, racconta: “Quando la nonna Margherita
Bontacchio, detta "Paiù", ci dava dei fichi
secchi, era solita farci la rituale raccomandazione: <ve
racomande dè maià mìa i fic, ... (...)
>. // Vedi qui in 'Personaggi': < Margherita Bontacchio
detta "Paiù" e Giovanni Maria Piardi >.
//.
Rita Ferraglio
Col nonno Giovan Maria (Pezzaze 4 marzo
1875 – 21 aprile 1948 dei Mafé), Rita, aveva
un buon rapporto, anzi, ottimo, lei racconta, forse anche
preferenziale. “Lui sapeva che io ero, come lo sono
ancora oggi, golosa di sale, anzi, bisogna che stia attenta
quando cucino … . Così che il nonno, quando poteva,
di nascosto, prendeva una presina di sale, l’avvolgeva
in una foglia di castagno, per nasconderla, e me la dava.
// Vedi qui in 'Personaggi': Margherita Bontacchio detta "Paiù"
e Giovanni Maria Piardi “Mafé” //.
Sono episodi semplici, credo, tuttavia, significativi anche
per la mia vita segnata certamente, in buona parte, dall’insegnamento
dei nonni Piardi. Del resto anche mia mamma era così”.
Maria è assai nota a Pezzaze in quanto portalettere
(coadiutrice del marito, invalido); sempre preoccupata e operosa
verso i pezzazesi “ragazzi al fronte”: scriveva
e mandava loro maglie e calzettoni nuovi sferruzzati a mano.
<< Che belle e significative le "immagini a lutto"
dei nonni, distribuite alle famiglie di Pezzaze, siamo nell'
anno 1948 e 1953. GIOVAN MARIA PIARDI, alla sua morte, con
l’immagine a lutto, la famiglia così lo ricorda:
“Al riposo eterno chiamato dopo lunga vita operosa profondo
sollievo al dolore di chi molto l’amava e più
l’amerà nella memoria Piardi Giovanni Maria lascia
dono d’esempio e di virtù salvatrici”.
Alla morte di nonna Margherita (1880), il 24 gennaio 1953,
i suoi cari con l’immagine a lutto così la ricordano:
“Chiaro esempio di virtù famigliari e di attaccamento
al bene passò la sua vita nella preghiera e col suo
esempio più che con le parole educò i suoi figli
alla vita e all’amore cristiano”. >>. Dio
chiama a se RITA il mese d’ottobre dell’anno 2000;
ha fatto appena in tempo a vedere, dalla finestra di casa
del figlio Luigino, i tanti Piardi giunti a Pezzaze per il
I° Raduno universale giubilare del 4 giugno. (Da: Opera
“I PIARDI”, volume I e II pubblicati, rispettivamente,
l’anno 1998 e 2000. Dalla banca dati e notizie de “I
PIARDI NEL MONDO”).
Per la genealogia dei Piardi – Mafé, vedi in
questa sezione “Personaggi” Don
Fabrizio Bregoli (figlio di Merile Ferraglio), nipote
di Rita
Vedi anche Margherita Bontacchio
“Paiù” e Giovan Maria Piardi.
Continuando a cercare di tracciare
meglio la figura di RITA Arnaldina figlia di Giovanni FERRAGLIO
e Maria PIARDI dei detti Mafé. Origini della famiglia
di appartenenza.
Famiglia LATE o Fresche, in origine antichi
Catanì di Pezzaze
MADDALENA PIARDI (1881) di Desiderato (1850) e di Maria Gipponi.
Sposa il vedovo Francesco Ferraglio il quale ha con sé
nove figli: Abele, Giovanni (noto come “Pustì”,
in quanto sposo di Maria Piardi del 1902 dei Mafé detta
la Pustina, leggi portalettere; poi, nel 1929, genitori di
Rita Arnaldina Ferraglio), Angelina, Caterina, Giacomo, Maria,
Emilia, Giulia e Faustino.
Maddalena non ha figli.
Famiglia originaria di MARIA PIARDI,
detti Mafé, madre di RITA Arnaldina
MARIA PIARDI (1902) di Giovan Maria (1875) e di Margherita
Bontacchio da Avano. Nasce a Pezzaze il 16 maggio 1902. Detta
“La postina”. Sposa nel 1924 Giovanni Ferraglio
da Pezzaze dal quale ha:
Renato (muore a 24 mesi), Merile (1938), Maria Marietta (1925),
Elsa (1931), Miranda (1936), Rita – Arnaldina (1929)
e Marcellina deceduta neonata.
- Merile sposa Gesuino Bregoli ed ha tre figli: Walter e Fabrizio,
gemelli, (1960) e Renato (1973). Fabrizio è sacerdote
dal 1988. Walter si sposa con Luisa ed ha Federica.
- Maria Marietta sposa Egidio Damiani da Sesto S. Giovanni
(MI) ed ha due figli: Renato (1945 – 8 marzo 1971) e
Massimo (1953). Massimo sposa Marina ed ha Marcello. Maria
Marietta decede il 31 gennaio 1972.
- Elsa sposa Basilio Loreni ed ha un figlio: Alfredo che si
sposa con Domenica ed ha Luca e Stefania.
- Miranda sposa Paolo Gava da Pordenone ed ha una figlia:
Mara che sposa Ruggero Gipponi ed ha Katiusha.
- Rita - Arnaldina sposa Cesare Bontacchio (27 settembre 1920
– 7 agosto 1983) dei Semaröi di Mondaro di Pezzaze
ed ha quattro figli: Pio (1962), Luigino (1949), Nadia (1951)
e Alda (1955). Luigino sposa Carla Cucchi da Gardone ed ha
una figlia: Alessia (1987). Nadia, nel 1977, sposa Giuseppe
Bregoli da Pezzaze ed ha Annamaria (1980). Alda, nel 1972,
sposa Felice Richiedei da Pezzaze ed ha Nereo (1973). Nereo
si sposa con Stefania Pè.
Maria Piardi (1902) dei detti Mafé, maritata Ferraglio,
muore a Pezzaze il 5 febbraio 1981.
[I dati genealogici suddetti sono tratti dall'Opera omnia
"I PIARDI" - Volume primo (anno 1998), Volume secondo
(anno 2000)]
> http://www.piardi.org/persone/p30.htm
Maggiori notizie genealogiche sui PIARDI detti Mafé
le trovi alla pagina di Don Fabrizio BREGOLI, figlio di Merile
Ferraglio, sorella di RITA.
Altre notizie inerenti il casato Bregoli, i Bregoli - Piardi
ed i Piardi - Bregoli, vedile sempre alla suddetta pagina.
Da un’intervista a Rita Ferraglio
– Piardi sposata Bontacchio ed a Giuseppe B., entrambi
di Pezzaze
<< “Usare quello che si aveva”:
la medicina tradizionale e popolare (di Angelo Arici).
Francesco Bossini (A cura di). VALTROMPIA nell’altra
storia - Donne, uomini, comunità, tradizioni. Volume
IV. La Compagnia della Stampa in Roccafranca (Brescia), Novembre
2010
E’ bene chiarire subito cosa intendiamo quando utilizziamo
i termini medicina tradizionale e popolare. Ci riferiamo a
ciò che veniva usato per curarsi prima della diffusione
delle grandi scoperte nel campo della chimica e della biologia
moderne e a un sistema di conoscenze che riguardava la gente
comune: contadini, mezzadri, allevatori, carbonai, prestatori
d’opera ecc. che hanno popolato la Valtrompia e che,
fino allo sviluppo economico degli anni Sessanta del secolo
scorso (XX), hanno goduto di scarsa assistenza medica “pubblica”.
Giova ricordare che lo sviluppo del sistema di protezione
della salute e di cura della malattia a matrice statale che
noi conosciamo è di recente introduzione rispetto alle
tradizionali, e tuttora ben radicate, forme organizzate di
tipo solidaristico che ruotano attorno a due istituti fondamentali;
la Famiglia e la Chiesa. (…). (…)>>.
Magia e Sacro
<<Facciamo brevemente presente (molti studi sono già
stati compiuti), che fra le varie possibilità di guarigione
vi era anche la fede (nei miracoli) e la preghiera, lo testimoniano
i numerosi ex-voto presenti nei santuari Mariani, e nelle
“santelle” che possiamo trovare ovunque sul territorio,
molte dele quali ripropongono un culto dei morti con origini
antichissime che si è perpetuato fino ai giorni nostri.
(…). Anche l’esorcismo poteva essere una forma
di cura: chi vi si affidava spesso soffriva di malattie psichiche
o “esaurimenti”. Altro tipo di devozione “guaritrice”
era l’uso del “saio di S. Antonio”: si confezionava
un saio e si faceva indossare al malato, soprattutto ai bambini,
fino alla guarigione. Il tema è ampiamente illustrato
nelle interviste realizzate da Manuela Facchetti nel 1996,
di cui riportiamo alcuni passaggi.
- Intervista a Giuseppe B., 65 anni, Pezzaze.
(Ci si riferisce ai neonati, N.d.A.) usavate anche portafortuna
per evitare la morte?
Quando un bambino era ammalato, specialmente di meningite,
si usava mettere l’abito di S. Antonio.
Cos’era?
Era un vestito da frate, li ha visti ancora no, quelli marroni?
Con la cintura con tredici nodi e il bambino lo indossava
per tredici mesi, così guariva.
Ma lo compravate?
No, lo cuciva la mamma e a volte lo metteva anche lei, perché
il voto fosse più efficace.
Come mai tredici mesi?
Non lo sappiamo, si usava fare così >>.
- Intervista a Rita Ferraglio, 68 anni, Pezzaze
<< Quando i bambini si ammalavano che cosa si faceva?
“Si facevano i voti, per esempio quello dell’abito
di S. Antonio”.
Mi spiega cos’è?
“Io avevo la mia bambina che stava morendo, allora con
mio marito abbiamo chiesto la grazia a S. Antonio e abbiamo
messo, tutta la famiglia, l’abito da frate e la bambina
è guarita”.
C’era solo l’abito di S. Antonio per i bambini?
“No, a tutti i bambini veniva messa una medaglietta
benedetta per proteggerli dai malefici”.
Che medaglietta era?
“Una medaglia di santi che veniva data dal sacerdote”.
Mi racconta anche di una signora in coma da molti giorni che
di colpo si svegliò e disse ai parenti di aver visto
S. Antonio e che lui le aveva detto che l’avrebbe fatta
vivere fino a che i suoi figli non fossero diventati grandi.
La signora in questione indossò l’abito per tredici
anni. Un giorno, pochi anni fa, entrando nel negozio dell’intervistata
disse che il contratto con S. Antonio era finito e giorni
dopo morì, non si sa a causa di cosa. (…) (…)
>>.
[Da un intervista a Giuseppe B., 65 anni Pezzaze ed a Rita
Ferraglio – Piardi sposata Bontacchio. “Usare
quello che si aveva”: la medicina tradizionale e popolare
(di Angelo Arici). Capitolo La natura come risorsa: le pratiche
e le conoscenze secolari (Mauro Abati e Angelo Arici). Francesco
Bossini (A cura di). VALTROMPIA nell’altra storia -
Donne, uomini, comunità, tradizioni. Volume IV. La
Compagnia della Stampa in Roccafranca (Brescia), Novembre
2010]
Un semplice ricordo di Rita, nell’intento
di porre in evidenza la sua decisa volontà e quanto
“tenesse” ad essere della famiglia Piardi.
<< (…). Mi piace, a questo punto, concedere spazio,
uno per tutti, all’incitamento ricevuto da una donna,
prendendo a prestito le sue precise parole: “Ghè
tègne prope chè ‘l naghe ‘n nacc
co la storia perché sé pasa amò ventiquatrure
‘n sa piö negot dè nüsù!”
(Rita, figlia di Maria Piardi dei Mafé, Dicembre 1997).
Questa la traduzione letterale dell’affermazione di
Rita, dal dialetto di Pezzaze: Ci tengo proprio che lei vada
avanti con la storia - dei Piardi – poiché se
passano ancora altre… ventiquattro ore… non sappiamo
più nulla di nessuno! Vale a dire: se trascorre qualche
tempo ancora senza scrivere le storie di vita vissuta dei
nostri Piardi, rischiamo di non essere più in grado
di farlo e si va perdendo tutto, e tutto di tutti! Credo di
aver esaudito il desiderio di Rita, con questa dispensa per
uso famiglia. (…)>>. Almeno per il momento (Luglio
1998) e sebbene sia stata stampata in fretta e come si è
potuto. (Da: “Presentazione” del Volume primo
“I PIARDI”, edito l’anno 1998 in Pezzaze
il dì 25 di luglio).
La “Voce” di Rita Arnaldina… si è
poi fatta sentire anche con la pubblicazione del volume secondo
“I PIARDI” edito, sempre in Pezzaze il 4 giugno
2000, appena in tempo per mostrarglielo prima della sua repentina
dipartita, nel mese d’ottobre del medesimo anno.
Un ulteriore ricordo della nostra Rita:
Siamo a Natale del 1997. << Qualche mese dopo il mio
primo arrivo a Pezzaze, avvenuto agli inizi d’Agosto
del 1997, Rita mi confessa che quando mi presentai per la
prima volta sulla porta della sua bottega, salutando, ebbe
la netta sensazione che l’avventore fosse suo zio Faustino
- Bortolo dei Mafé, padre di Don Gian Piero di Susa
(Torino). Infatti, continua Rita, “dissi dentro di me,
ghè che ‘l dio Burtul!” (“…è
arrivato lo zio Bortolo!”) >>. (Da: Volume primo
I PIARDI). << In effetti, la somiglianza, alla luce
delle fotografie di entrambi scattate al momento della individuale
gioventù, è eloquente pur essendo i due Piardi
nati l’uno, Faustino – Bortolo, l’anno 1916
a Pezzaze e l’altro, Achille, nato a Gussago nel 1948>>.
(Dai “Ricordi” di Achille Giovanni Piardi tratti
dalle conversazioni, nel corso di numerosissimi incontri,
con Rita - Arnaldina dal 1997 al 1999).
Ancora RITA che si esprime sulle preoccupazioni che
sorgevano per i bambini in un tempo andato:
<< Anche tra i Piardi la nascita di un figlio dava luogo,
almeno nel passato, a un numero di riti sostanzialmente di
protezione. A Pezzaze era pratica comune ornare, dopo il parto,
la porta di casa con una corone di spicchi d’aglio in
numero dispari. Le mamme, nei giorni precedenti il battesimo,
tenevano accesa una candela vicino al lettino per scongiurare
la morte ed evitare al neonato la discesa al limbo. (Rita
Ferraglio). “Ho visto ancora anch’io” -
sottolinea Rita dei Mafé - e li ho anche vissuti”
questi momenti.
Concludiamo con una semplice ricostruzione della famiglia
d’origine della nostra RITA Ferraglio
La famiglia Ferraglio è parente per mezzo di Maddalena
anche dei Piardi detti Catanì. (Vedi capitolo Piardi
nati a Pezzaze – Registri dei battesimi, anno 1858 quando
nasce Metilde Maria Piardi di Giuseppe. In “I PIARDI”
volume 1 e 2)
“Ferraglio Giovanni Francesco figlio di Francesco e
di Morzenti Maria nato nel 1898, ottobre 5 – battezzato
da Don Ghirardelli assistito dal padrino Gipponi Francesco
(…)”; con annotazione successiva sul registro
dei battesimi risulta che “sposò Piardi Maria
di Giovanni (Mafé) il 5 novembre 1924”. (Reg.
Batt.mi Parr. S. Apollonio. Pezzaze – 1898)
“Cino” Francesco Ferraglio (fu Abramo del fu Giovanni
e di Angela Piotti del fu Francesco) - vedovo di Maria Morzenti
- sposa il 21 giugno 1925 a S. Faustino in Brescia Maria Maddalena
Piardi figlia di Diodato (o Desiderato, figlio di Giuseppe
e di Maddalena Ferraglio) e di Maria Gipponi (figlia di Carlo
e fu Cattarina Piardi). “Cino” fu tenuto a battesimo
da “Antonio Bontachio T?rinì”. “Maria
Maddalena nata a Pezzaze il 28 maggio 1881 ad ore 6 meridiane
è battezzata il 29 maggio dal Parroco Stefano Bruni.
Madrina è Cattarina Piardi figlia di Antonio Valì”.
Reg. Batt. P. S. Ap. P. , 1881 (e 14 marzo 1882 per pat. e
mat. di Abramo alla nasc. di Rachele). Per Maria Maddalena
e Francesco coniugi vedi, meglio, capitolo Piardi nati a Pezzaze
– Registri dei Battesimi, anno 1881, in Volume 2°
I PIARDI, edito l’anno 2000
A proposito di “Cino”, suddetto, Angelo Secondo
Viotti (Pezzaze, 1916) racconta: “Me, mè recorde,
sere pesèn! Quan chè ma sait chè ‘l
tuia moeèr ‘n ga ciocàt le tole, come
sa usaa coi vedof a quei tep”. [Traduzione dal vernacolo
pezzazese: “Io, mi ricordo, ero piccolo! Quando abbiamo
saputo che (Cino) si sarebbe sposato, abbiamo cominciato a
percuotere le latte (in dialetto “tole”) per far
rumore, come si usava con i vedovi in quei tempi, quando si
risposavano”. (Testimonianza di A. Secondo Viotti. –
Pezzaze, 25 maggio 1999)]
Rita Ferraglio (figlia di Maria Piardi e Giovanni Ferraglio)
vedova di Cesare Bontacchio, nel suo negozio (piccolo supermercato)
il 22 giugno 1999 in Pezzaze, ad una precisa domanda postale
risponde: “Mia nonna paterna era Maria Morzenti; il
nonno sposò poi in seconde nozze Maria Maddalena Piardi
dei detti Late (o Fresche; antico ramo dei Catanì),
dalla quale non ebbe figli. M. Maddalena è della famiglia
dei noti fornai di Stravignino, quella del padre e dello zio
di Ivan Piardi”. (Raccoglie la testimonianza Achille
Giovanni Piardi dei detti Catanì dimoranti in Gussago).
Per Ivan Piardi e suo padre, Giuseppe, appena sopra menzionati,
due volte parenti di RITA vedi http://www.piardi.org/persone/p82.htm
Per lo zio di Ivan, Giovan Maria, vedi http://www.piardi.org/persone/p55.htm
(A cura di Achille Giovanni Piardi, per le pagine web del
sito “I PIARDI”, Marzo 2011)
19 Aprile 2012. Ricordando i due cugini Piardi Mafé:
Rita e Don Gian Piero.
L'anno 2008, il 1° d'Ottobre, approssimandosi
l'ottavo anniversario della morte di RITA ARNALDINA FERRAGLIO-BONTACCHIO,
figlia di Maria Piardi dei detti Mafé, passammo al
Reverendo sacerdote Don Gian Piero Piardi, Prevosto
Parroco di Sant' Evasio in SUSA (Torino), primo cugino di
Rita, poi defunto in Susa il 19 gennaio 2012, il messaggio
che riproduciamo di seguito tra <<>>.
Oggi, 19 aprile 2012, terzo mese dalla morte di Don Gian Piero
desideriamo pubblicarlo, nella pagina dedicata a Rita, nel
ricordo di entrambi i cugini Mafé.
<<1° Ottobre 2008. Un omaggio a Don
Gian Piero PIARDI, parroco in Sant'EVASIO di SUSA (To). ""...
per non dimenticare le nostre 'radici'!"", nel ricordo
di RITA, la nostra cara RITA!
(.. testo tratto dal volume secondo "I PIARDI",
pagina 697 tomo primo),
DENDÓ’ (Val de): zona boschiva e coltiva del
comune di Pezzaze dalla quale provengono i Piardi –
Mafé. Una mattina vedendo arrivare in bottega a Pezzaze,
di buon ora, Carla e Achille Piardi per salutare, Rita dice:
“Adei che i Piardi chè, come töcc i Piardam
dè Dendó, oi liaa sö a bunura fa polenta.
La me nona, spuda del Gioan Maria Piardi ‘n Dendó,
quan la cuminciaa a tra fò la polenta la comensaa a
ciamà: ‘Giuanì, Teresa, … la i ciamaa
töcc …’. So gna come la ga fat a trai fò
chei pulentù le, so mia! En Dendó quan chè
i sé troaa ènsèma töcc sölé,
iera na trèntina. Iè sèmpèr nacc
en sö ontera ‘n chel Dendó le, è
gh’era sö nigott ‘n chèl Dendó
…ènfàti, ho est amò a fa do la
polenta ‘n dol bröt dèl cudighì …
l’era piö saurìda …. Gh’era
però la pace e la tranquilità, la nona la faa
la polenta, come ho dit, a le trè de la matina. I leaa
sö prèst, a bunura, isé … i faa ‘n
past de piö prima dè rià a mèsdé.
Go ciapàt argot a me del piardàm …, e
m’è restàt amò la lengua buna,
basta, apena chèla!”. (Rita Ferraglio Bontacchio
– Pezzaze, 22 ottobre 1998, così risponde al
saluto dei due Piardi entrati nella sua bottega).
NENDÓS: anche Nendóss. Nendos (...in lingua
italiana, secondo l'onomastica comunale pezzazese...)
Oggi detto, in dialetto, Dendó. Anticamente Nandosio
come indicato alla voce Annali (Annali di Pezzaze, riordinati
l'anno 1767 dal prete Voltolino da Iseo) nei nomi delle contrade
di Pezzaze. (.. testo tratto dal volume secondo "I PIARDI",
tomo secondo). Achille; Gussago, 1 ottobre 2008 >>.
[Oggi, 19 aprile 2012, terzo mese dalla morte di Don
Gian Piero Piardi, abbiamo sentito il desiderio di pubblicarlo;
qui, infatti, lo poniamo. Coloro che lo richiederanno potranno
ottenere copia della traduzione in lingua italiana del saluto
(22 ottobre 1998)]
Maria Piardi dei detti Mafé (1902-1981),
madre di Rita Arnaldina Ferraglio-Bontacchio
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