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Questo sito nasce da un'idea di Achille Piardi, il quale dopo anni di ricerche e dopo aver redatto una prima versione della biografia sulla Famiglia Piardi è alla costante ricerca di nuove informazioni... se anche tu sei un Piardi... continua a navigare tra queste pagine!!!


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Don Gian Piero Piardi

INDICE DEI PERSONAGGI


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Don Gian Piero Piardi

Addì 19 gennaio 2012, in città di SUSA (Torino), è morto il nostro Reverendo Sacerdote Don GIAN PIERO PIARDI, parroco di Sant' Evasio in Susa, canonico della Cattedrale segusina; nacque a PEZZAZE (Val Trompia di Brescia) il 18 settembre 1942.
I funerali si sono svolti in città di SUSA, Val Susa, (Torino) sabato 21 gennaio alle ore 10.

In morte di Don Gian Piero Piardi , i giornali hanno detto...


(dalla prefazione de "Il Rocciamelone" Ed. Melli di G. Ferrero)
Ed io qui dovrei "presentare" l'autore di questo libro.
Presentare Don Gian Piero. Già. Non so proprio quale bisogno ci sia di "presentare" questo barbuto sacerdote dall'impeto di un "marine" americano, che tutti in Valsusa (e fuori!) ben conoscono, anche se non è facile compitarne esaurientemente il biglietto da visita. Don Gian Piero Piardi e un po' "tutti noi"; il suo carattere interpreta e traduce il modo di vivere di questa nostra gente dalle molte vite e dalle mille possibilità. lo lo conosco ormai da molti anni: lo incontrai, per caso, in una fredda mattinata di tardo autunno, in uno di quei grigi tunnel che traforano la nostra Città, mentre con un gruppo di coetanei, della zona di Sant'Evasio si avviava verso le scuole elementari del Castello.

Un saluto con un aperto sorriso di fanciullino senza complessi. Un sorriso ed un "ciao" che siglò un'amicizia che dura da una vita. Lo ebbi poi allievo, per un bel po' di anni, nel Seminario di Susa: diligente, intelligente, interessato a tutto quanto sapeva di novità, di razionalità, di bellezza.

Gian Piero Piardi
Don Gian Piero Piardi

Il Seminario di Torino, dove completò gli studi, affinò ancora queste doti e ne calibrò il carattere. Ordinato sacerdote nel 1969, piombò con l'impeto e lo spirito organizzativo di un pioniere, nella parrocchia di Sant'Antonino, come viceparroco e spalla robustissima di don Cantore. Qui accese tutto il fuoco pirotecnicodelle sue svariate attività in una parrocchia che iniziava a vivere "tempi nuovi" con un cammino tutto particolare. Ed è qui che incominciamo a vedere il nostro Gian Piero "polivalente", organizzatore e protagonista, cacciatore di anime e di ... cinghiali, con l'aspersorio e la doppietta, giornalista preparatissimo e sferzante ma anche "buon Samaritano" alla guida dell'autoambulanza della comunità Sant'Antoninese, caposcout dalle mille idee concrete ed entusiasmanti: qui dà intelligenza e muscoli alla rinnovata squadra di calcio. Si rivela veramente un prete capace di dare idee, vita e programmi ad un complesso parrocchiale che lo segue affascinato.

Le iniziative fioriscono come rose a maggio. E ci saranno inevitabilmente anche le spine. Ma don Gian Piero, da buon cacciatore, non le teme e sa anche calpestarle. E poi anche le spine, presto o tardi, fioriranno. In questo periodo che emerge la caratteristica di don Piardi scrittore, e vede la luce quella pubblicazione sul Rocciamelone, di.cui salutiamo oggi qui la auspicata ed attesa rinascita.
E non resterà questo "Rocciamelone" figlio unico nella produzione letteraria di don Gian Piero. Nel 1987 per iniziativa sua e della redazione de "La Valsusa" nasce quel prestigioso "Raccontavalsusa", che puntualmente viene ora, ogni anno, a portarci come regalo natalizio un volto nuovo e poliedrico della vita valligiana di ieri e di oggi, costituendo una preziosa documentazione della nostra storia e recentissimamente, luglio 1998, quel "Sentiero dei Franchi" che costituisce un gioioso e convincente invito a scarpinare lungo le montagne di Valsusa, sulle orme dei Franchi. Intanto il viceparrocco ha fatto carriera: e diventato parroco di Città e addirittura Canonico della Cattedrale (ve lo immaginate don Gian Piero paludato negli abiti canonicali).

Don Gian Piero
Don Gian Piero Piardi

Ma non pago dei traguardi raggiunti, per conoscere a fondo personalmente la nostra vallata don Gian Piero trova modo di diventare anche parroco di Ferrera Cenisio, alle estreme propaggini del territorio nazionale. Ed anche qui, in questa microscopica parrocchia, un vento nuovo di rinascita e di vita inizia a soffiare all'arrivo di questo prete. È incredibile come il nostro don Gian Piero riesca a collegare concretamente questo suo così vasto mazzo di attività. Ma ce la fà. E ce la fà anche bene.

E trova ancora modo, nell'ampio arco delle sue cure parrocchiali, di regalare a "La Valsusa" quella sua prosa caustica, sferzante, che vive e da vita. Una prosa che vorremmo sempre leggere, anche quando ci tira le orecchie e ci fa pensare.


Veduta di Moncenisio, da http://www.comune.moncenisio.to.it


Moncenisio, da http://www.storieditalia.it/Moncenisio.htm

Per altre notizie sulla famiglia d'origine di Don Gian Piero vedi anche Faustino Piardi
Per notizie sulla vita sacerdotale di Don Gian Piero di Susa (TO) vai alla sezione INCONTRI.
Altre notizie e foto di Don Gian Piero in sezione OPERA - 3.VITA VISSUTA - 3.4 Pastori d'anime
MONCENISIO, Parrocchia affidata a Don Gian Piero Piardi scarica pdf
Leggi, proprio a cura di Don Gian Piero PIARDI, la PRESENTAZIONE del volume 2° "I PIARDI", pubblicato in Pezzaze il 4 Giugno 2000.
Febbraio 2009. 'Piardi nel mondo' anche a Moncenisio: la Parrocchia di S. Giorgio in Val Cenischia.

A Don Gian Piero PIARDI (Pezzaze, 1942), dopo aver lasciato la Parrocchia di Le RAMATS in CHIOMONTE, il Vescovo di SUSA (Dioecesis Segusiensis) nel confermargli la titolarità della Parrocchia di S. Evasio in città di SUSA (To) e di quella di San Giorgio in FERRERA - MONCENISIO (To), dal 2009 gli affida, temporaneamente, pure quella dedicata ai Santi Cornelio e Cipriano in MATTIE (To), località posta ai piedi del Parco Naturale Regionale dell'Orsiera Rocciavrè, e, altresì, quella sotto il titolo di S. Giovanni Battista in FORESTO di Bussoleno (To) quale "Vice Parroco".

Don Gian Piero, da diversi anni responsabile della Caritas Diocesana, è Presidente dell'Istituto per il sostentamento del Clero diocesano ed è Canonico del capitolo della Cattedrale di S. Giusto in SUSA.

In precedenza è stato Direttore del Giornale LA VALSUSA (settimanale d'informazione per la VAL SUSA e la VAL SANGONE); in seguito diventa Presidente del Consiglio di amministrazione della stessa testata, per conto della Curia vescovile di Susa. E' Cappellano di alcuni sodalizi segusini, dirige e scrive con altri, da più di dieci anni, la pubblicazione annuale "Raccontavalsusa".
(Achille Giovanni Piardi. 24 -25 Marzo 2009)


Come Don Gian Piero PIARDI presenta se stesso, dall'infanzia agli anni del liceo,
in occasione della stesura della "PRESENTAZIONE" del volume 2° "I PIARDI", l'anno 2000
 
PRESENTAZIONE (a cura di don Gian Piero Piardi)

Dal Volume secondo “I PIARDI”, edito l’anno 2000.  

<< Per meglio comprendere ciò che andrò a dire in queste pagine è necessario tener conto di due fattori: sono un Piardi cresciuto fuori dalla Valtrompia, educato in una terra diversa da quella d’origine. Ho appena potuto gustare il sapore aspro della vita dura di Pezzaze e di Marmentino poi… a soli tre anni e mezzo, sul treno, piccolo emigrante al seguito di papà in cerca di lavoro. Erano gli anni immediatamente a ridosso della guerra e questo è stato un destino comune a moltissimi miei omonimi e compaesani. Nulla di trascendentale, forse perché quando si è bambini non si dà importanza al “dove” ma al “come”. Bastava un niente per farti contento (una manciata di arachidi e due mandarini facevano Natale) e la compagnia di altri ragazzini come te era anche la sicurezza di tutti. Non aveva importanza se a sette anni le tue vacanze scolastiche le passavi in montagna conducendo le mucche al pascolo, se il tuo pranzo lo portavi a tracolla e se aveva il gusto di poco formaggio con due patate lesse condite di aglio e prezzemolo. Non aveva importanza se l’aria buona la prendevi nei boschi aiutando papà a preparare la legna per l’inverno… si recupera in fretta da ragazzini… basta un nugolo di coetanei per giocare a rimpiattino o un prato per il più complicato e complice gioco dei “difetti”.
Per questi e altri motivi ho dovuto gradatamente e, per la verità, anche molto inconsciamente, modificare la mia cultura originale per assumere quella della terra ospite. Il dialetto di Valtrompia lo sentivo parlare da mamma e papà, qualche volta dagli zii venuti in visita o da altri valtrumplini di passaggio… ma a scuola o con gli amici non mi serviva assolutamente. A scuola, a parte l’italiano, rigorosamente esigito, ho dovuto imparare il piemontese e a coniugarlo con i vari dialetti della diaspora meridionale.
Ho lasciato la Valtrompia a tre anni e mezzo e vi sono tornato, la prima volta, a ventun anni compiuti.
Su queste due considerazioni che non ci devono stupire più di tanto, vanno calate alcune altre valutazioni che vengo ad enucleare. Per me, bambino nato a Pezzaze, era strano non trovare nessuno che si chiamasse con il mio cognome! A scuola con me c’erano ragazzini con lo stesso cognome, dello stesso paese e che non erano neppure parenti fra di loro. Lo stesso discorso valeva per gli amici che arrivavano dal meridione… era così strano da farmi sentire come un pesce fuor d’acqua. Come se non bastasse, studiando storia mi capitava di imbattermi in qualche cognome dei miei compagni… mai un Piardi che comparisse all’orizzonte!
Fu così che, acquisita l’autonomia di giudizio, erano più meno gli anni del ginnasio o del liceo… cominciai ad accanirmi con passione su tutte le pubblicazioni che, per un verso o per l’altro, mi parlavano della mia terra e della sua gente. (...). (...)>>.
(Don Gian Piero Piardi).

Per continuare nella lettura della citata "Presentazione" e per leggere cosa Don Gian Piero intende quando scrive: << La storia dei Piardi ci fa incontrare un ‘Casato di generosità >> 
vai a: http://www.piardi.org/opera/volume2.htm#PRESENTAZIONE  VOLUME II, PRESENTAZIONE.
Immediatamente, però, vi facciamo gustare questo breve passo:

<< (...). Ho però affermato che la storia già scritta ci induce a progettare la storia ancora da scrivere. E' gioco forza, a meno di tradire le nostre origini, progettare in sintonia; cogliere gli elementi portanti del passato per traghettarli, 'rinnovati nell'anima', nel terzo millennio. E' necessario sapersi mettere in ascolto di quanto ci giunge dal passato per cogliere in tutte la sua evidenza il presente e avere il coraggio di pensare in grande il futuro. (...) >>.

(A cura di Achille Giovanni Piardi, Settembre 2010, per le pagine del sito “I PIARDI” www.piardi.org )


Sulla montagna incantata di Condove VAL SUSA (TO). Budrola, la Casa Famiglia si apre per la piccola Paola.
L’intervento di Don Gian Piero PIARDI.
La storia di Natale di un progetto che sta prendendo sempre più corpo.
Prosegue con un nuovo, significativo capitolo, la storia del progetto di Casa Famiglia Budrola, sul territorio del comune di Caprie, sulla montagna incantata di Condove. La casa di accoglienza per bambini, giovani e famiglie in difficoltà, fortissimamente voluta da don Luigi Chiampo, parroco di Villar Dora, e già animatore della Casa dell’Amicizia di Almese, il quale ha messo a disposizione la vecchia abitazione della sua famiglia per realizzare concretamente questo sogno, comincia ad ospitare coloro per cui è nata ed è cresciuta. Dopo avere aperto le porte ad un ragazzo giovane, ora è la volta di Paola. Si tratta di una bambina albanese appena nata (è stata battezzata da don Luigi a Villar Dora domenica 26 dicembre), che è venuta al mondo grazie al grande coraggio della sua mamma: dopo alcune gravidanze molto difficili, conclusesi tristemente, la speranza si è potuta concretizzare grazie alla sanità italiana, dell’ospedale Sant’Anna di Torino in particolare. Ora Paola sarà assistita a Casa Budrola da una famiglia valsusina, proprio grazie al progetto di don Luigi e dei tanti suoi collaboratori. Intanto, alcune comunità parrocchiali hanno scelto, nel cammino di preparazione al Natale, di appoggiare le iniziative di Casa Famiglia Budrola, come la vendita benefica dei panettoni, ed anche altro. In particolare, la parrocchia di Sant’Evasio in Susa.
Ecco come ne parla il parroco, don Gian Piero PIARDI: “Per noi è ormai una tradizione consolidata. Per meglio vivere il Natale, sempre più in pienezza, abbiamo scelto di metterci al fianco dei bambini ch hanno bisogno. Dopo l’azione di solidarietà di qualche Natale fa con Andrea, adesso è Paola il Gesù Bambino del nostro presepe. La nostra vicinanza, che si traduce concretamente devolvendo alla piccola, e soprattutto al progetto di Casa Budrola, tutte le offerte raccolte tra i visitatori del nostro presepe meccanico, ancora visitabile tutti i pomeriggi fine a metà gennaio, si è sviluppata in due momenti diversi: domenica 19 dicembre l’iniziativa di Solidarietà è stata presentata alla comunità durante la messa, mentre il domenica 26, in concomitanza con il battesimo della bambina, si è svolta la distribuzione delle bomboniere a lei dedicate. La bimba non poteva essere presente fisicamente, ma la mamma ci aveva fatto avere in precedenza una sua foto, da mostrare a tutti noi che l’abbiamo adottata in questo frangente”.
Un modo decisamente originale, e davvero concreto, capace di spiegare a tutti, grandi e piccoli, il grande dono della vita, che a Natale si traduce nella nascita effettiva del Salvatore. E tutto senza tanti giri di parole. Tutto il lavoro e le attività di solidarietà indirizzate per accompagnare il progetto di Casa Famiglia Budrola, naturalmente proseguono. Soltanto aiutando e supportando la struttura, e dunque l’intero progetto, si mette in condizione il Comitato Amico Onlus, che se ne occupa, di tradurre praticamente ogni azione in concreti gesti quotidiani, e secondo il bisogno di ciascuno. Per continuare a contribuire alla realizzazione di questo progetto, il numero del conto corrente postale è 85642403, IBAN: IT-26-E-07601-01000-000085642403 intestato a: Comitato Amico Onlus, specificando nella causale “Offerta Progetto Casa Famiglia Budrola”.

Per saperne di più, www.casafamigliabudrola.it - info@casafamigliabudrola.it
Redazione La Valsusa. Settimanale della VALLE di SUSA e VAL SANGONE:
http://www.lavalsusa.it - 30.12.2010.
Redazione La Valsusa, 31 dicembre 2010


Don Gian Piero Piardi. Susa (To), Giugno 1994,
25° di Sacerdozio in Sant'Evasio


Don Gian Piero Piardi. Susa (To), Giugno 1994,
25° di Sacerdozio in Sant'Evasio


Don Gian Piero Piardi. Susa (To), anno 2003,
durante una manifestazione sportiva in Valle


Don Gian Piero Piardi. Susa (To), anno 2009,
Battesimo in una sua Parrocchia di montagna

    Don Gian Piero Piardi (1942) appena ordinato sacerdote della Chiesa cattolica che è in SUSA
Don Gian Piero Piardi (1942)
appena ordinato sacerdote della Chiesa cattolica che è in SUSA


Per comprendere la personalità dell'uomo, sacerdote Don Gian Piero PIARDI. 

Rileggiamo,assieme, ciò che Don GIAN PIERO scriveva presentando la "Sua" VALSUSA 2004,
il 18° tematico numero annuale di RACCONTAVALSUSA, oseremmo dire un speciale Almanacco.

2004. RACCONTAVALSUSA. Presentazione a cura di DON GIAN PIERO PIARDI.

A Susa (To) in Val Susa si pubblica il 18° tematico numero annuale di RACCONTAVALSUSA.
Don Gian Piero Piardi, continuando nel suo quasi ventennale lavoro, così presenta “Raccontavalsusa 2004”.

<< Presentazione. Uno dei mali meno considerati e certamente più subdoli del nostro tempo sta nell’illusione che tutto si possa risolvere con le parole e, nei rapporti sociali, si dà spesso origine a quel fenomeno antipatico e inconcludente della “loquacità senza contenuto”. La manifestazione più palese di questa sindrome di superficialità sta nelle parole infinite pronunciate senza il contributo del pensiero, della riflessione. E’ il caso di tutti coloro che, sistematicamente, parlano senza verificare che cuor e cervello siano inseriti. Nessuno è immune da questo pericolo e non esiste vaccinazione che regga.
Per evitare di cadere in questa trappola, sempre più spesso, mi concedo alcune ore di quasi solitudine, immerso nel silenzio loquace della natura, con l’unico obiettivo di scaricare adrenalina e ripensare a quanto ho detto e fatto.
Anche questa mattina, nonostante le condizioni meteorologiche non siano favorevoli, la montagna mi accoglie apparentemente silente. E’ nevicato durante la notte ed una bruma opprimente ritarda il chiarore dell’alba pur non ostacolando il cammino perchè anche il bosco ha una sua luce particolare quando riposa sotto la neve. Dopo una mezz’oretta di incedere lento e misurato su un tappeto di morbida neve fresca mi fermo per ascoltare i suggerimenti del bosco che mi giungono amplificati dallo scenario fantastico di larici e abeti che in compassata armonia guidano gli occhi verso il cielo dove la neve ha ricominciato la sua danza silenziosa e armoniosa.
I pensieri sfilano in lenta teoria disturbati solo un poco dallo scenario naturale che di minuto in minuto si va precisando. L’incedere, sicuro, leggero e armonioso di un camoscio nella bella livrea invernale mi suggerisce alcuni particolari pensieri che rimettono in gioco le motivazioni della ia presenza qui, proprio oggi.
Sono uscito di casa per ripensare alcune decisioni che ho in animo di prendere e perchè parecchio deluso dal livello culturale e dell’impegno delle persone in cui avevo riposto fiducia. Chi ama e si sforza di vivere in chiarezza mal sopporta i virtuosismi della diplomazia e non tollera che si possa barare al gioco.
Amo questa VAlle, la sua gente, la sua storia, le sue contraddizioni, le sue virtù e gli innumerevoli difetti. Per promuoverla sarei capace di qualsiasi sacrificio e non mi è mai pesato quanto ho contribuito a realizzare. Parimenti non tollero chi si comporta come se tutto dovesse essere monetizzato, come se tutto fosse possibile con l’indicazione del prezzo. L’incedere sicuro e leggero del camoscio di poc’anzi mi suggerisce una lettura di semplicità: lui non ha difficoltà a seguire il sentiero della libertà perchè questa è casa sua, vi si trova bene e ci sono pure i suoi affetti. Quando si ama veramente un luogo, una persona, un modo di essere...nulla è troppo oneroso anzi, anche i traguardi più difficili risultano semplificati!
Ciò che mi rode nel cuore e che questa mattina mi ha condotto qui fra larici e abeti per una boccata di ossigeno in libertà mentre, con difficoltà sempre maggiori, mi appresto a dare veste tipografica a questa diciottesima fatica collettiva, è il dover constatare come il manipolo dei collaboratori sia sempre più ristretto e questo a detrimento della ricchezza degli argomenti e del panorama geografico dell’insieme.
Sono spiaciuto per questa situazione che sottolineo da un paio d’anni e per tutto quel materiale che continua a restare, inoperoso, in fondo a qualche cassetto. Sono spiaciuto per le troppe pieghe di questa Valle che non riescono a vedere il sole dell’apprezzamento e forse! se sono anche deluso per la “congiura del silenzio” a fronte di una esplicita richiesta di collaborazione. Ma il camoscio solitario che per qualche minuto ha segnato di scuro il candido manto nevoso mi dice che sto ragionando a rovescio...mi dice che io in realtà sono un fortunato perchè ho un manipolo, forse piccolo ma sicuramente convinto, di ottimi collaboratori e che è a partire da loro che devo continuare a frugare fra le pieghe di questa Valle per raccontarla in verità...se lungo la strada qualche altra voce si unirà al coro sarà una ricchezza in più. “Raccontavalsusa” deve restare il frutto di un amore sincero e fecondo e del piacere di far conoscere a tutti ciò che io possiedo, non il risultato di un lavoro mercenario o di ventura che dir si voglia.
Ha ragione il camoscio per cui, mentre vi presento “Raccontavalsusa 20004” ringrazio di cuore tutti coloro che vi hanno posto mano per un verso o per l’altro. In modo del tutto particolare dico grazie anche ai fedeli lettori e abbonati che quest’anno abbiamo “obbligato” ad esercitare la virtù della pazienza. Naturalmente vi prometto che non capiterà più.
Gian Piero Piardi direttore
>>.

Don Gian Piero Piardi, anno 2006
Don Gian Piero Piardi, anno 2006

Don Gian Piero Piardi con Barbara Piardi figlia del fratello Giuseppe, anno 2010
Don Gian Piero Piardi con Barbara Piardi figlia del fratello Giuseppe, anno 2010

Anni ’80 del Novecento. SUSA (To). Don Gian Piero Piardi al tempo dell’impegno nella Redazione di LA VALSUSA
Anni ’80 del Novecento. SUSA (To). Don Gian Piero Piardi al tempo dell’impegno
nella Redazione di LA VALSUSA

29 giugno 1969. SUSA (To).
29 giugno 1969. SUSA (To).
Ordinazione sacerdotale di Don Gian Piero Piardi


SUSA (To). A Sant’Evasio si è avverato un sogno.
Partito in modo brillante il restauro delle vetrate della chiesa

Nella vita di un uomo i desideri occupano uno spazio considerevole. Alcuni si realizzano anche con il concorso di vicende occasionali, altri restano desideri e basta.
Anche i parroci non fanno eccezione e come prevosto di questa vivace comunità, dopo la realizzazione dei lavori più urgenti, covavo in cuore un desiderio mai sopito: dare alla chiesa parrocchiale un segno che la distinguesse dalle altre chiese! Questa chiesa è dedicata a Sant’Evasio vescovo e martire. Vescovo di Asti e martire nel territorio di Casale Monferrato, tanto da divenirne il patrono della città e della Diocesi. Come la sua devozione sia arrivata a Susa non si sa ma una chiesa ed una comunità parrocchiale sono dedicate a lui anche se all’interno dell’edificio non ci sono richiami alla sua persona. Per questo, per anni, ho sognato ad occhi aperti il momento di iniziare un restauro delle vetrate perché diventassero un libro aperto, capace di illustrare la vita di questo santo e le sue virtù. Finalmente, in quest’anno che segna anche il mio quarantennio di servizio alla Chiesa segusina, il sogno ha cominciato a diventare realtà.


Sant' Evasio Vescovo. Vetrata absidale della chiesa di Sant' Evasio in Susa.

Tutto è nato da un insieme di fattori che hanno dato vita ad una sinergia di idee e di realizzazioni. Il sogno del prevosto si è incontrato con il desiderio di un parrocchiano che pensava la stessa cosa e che conosceva anche chi avrebbe potuto realizzare l’opera. Dapprima è stato un “pour parler”, poi la ricerca di collaborazione, la disponibilità dell’artista e infine la posa in opera, pochi giorni prima di Natale, del primo pezzo. Ed oggi la nostra chiesa può fare sfoggio di un’opera molto bella e che fa sognare altri traguardi.
La vicenda è andata così: qualche mese fa un dialogo fra il parroco e il signor Giovanni Ribella. Poi il bozzetto dell’opera a firma dell’artista Carla Tricerri. Quindi la disponibilità, per la realizzazione dei supporti, da parte della C.M.S. di Salvatore Scaffidi Muta di Mompantero. E l’avventura ha preso il via.
Pochi giorni prima di Natale l’opera è stata realizzata da C. e L. Tricerri e ad opera ultimata la sinergia si è arricchita anche del contributo della ditta Mario Sgambellone per la realizzazione di un ponteggio a norma e che permettesse all’artista di lavorare in sicurezza. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Bella la realizzazione grafica, appropriati e luminosi i colori, eccellente il linguaggio che nella semplicità del disegno ci fa conoscere un santo e ce lo propone a modello.
Una parte del sogno è oggi realtà e per questo il nostro riconoscente ringraziamento va al donatore, il signor Giovanni Ribella, ma non vogliamo dimenticare tutti coloro che hanno fatto cordata di sicurezza con competenza e professionalità.
Un grazie tutto particolare alla carissima Carla Tricerri che ha saputo parlarci con semplicità e amicizia facendosi addirittura promotrice di successivi interventi. Una parte del sogno è diventato realtà, il resto è per la strada e speriamo possa presto concludersi per la gioia e la soddisfazione di tutti.
[Don Gian Piero PIARDI. “La Valsusa”, N.° 1. 7 gennaio 2010, pagina 10. (Don Piardi, Prevosto della Parrocchia di S. Evasio in Susa)]


Chiesa di San Giovanni Battista in Foresto di Bussoleno (Val Susa), di cui fu Vice Parroco Don Gian Piero Piardi
Chiesa di San Giovanni Battista in Foresto di Bussoleno (Val Susa),
di cui fu Vice Parroco Don Gian Piero Piardi

Chiesa Cattedrale di S. Giusto in SUSA, di cui Don Gian Piero Piardi fu Canonico Capitolare titolare
Chiesa Cattedrale di S. Giusto in SUSA, di cui Don Gian Piero Piardi fu Canonico Capitolare titolare

Chiesa di S. Giorgio al Moncenisio, di cui fu Parroco Don Gian Piero Piardi
Chiesa di S. Giorgio al Moncenisio, di cui fu Parroco Don Gian Piero Piardi

Chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano in Mattie (Val Susa), di cui fu Parroco Don Gian Piero Piardi
Chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano in Mattie (Val Susa), di cui fu Parroco Don Gian Piero Piardi

Susa (To). Incontro di Don Giosy Cento e Piergiorgio Periono con Don Gian Piero Piardi (ultimo a destra).

Maria Padovano ha scritto, nella foto: "Il sacerdote a sinistra è Don Giosy Cento, scrive musica per animazione della liturgia ed è stato ospite nostro, Gruppo Vocale e Strumentale di Sant'Evasio, in varie occasioni. La persona al centro si chiama Piergiorgio Periono ed è un po' il nostro "direttore", sicuramente tra i fondatori del nostro gruppo musicale. Siamo nati come cantoria poi ci siamo un po' evoluti e oltre ad animare le funzioni ci piace organizzare momenti musicali. (...), Don Giosy dovrebbe fare un concerrto da noi a Susa dedicato a Giampy. (...)". (Maria Padovano da Susa -TO, 23 febbraio 2012)

Chiesa alle Ramats di Chiomonte (Val Susa), di cui fu Parroco Don Gian Piero Piardi
Chiesa alle Ramats di Chiomonte (Val Susa), di cui fu Parroco Don Gian Piero Piardi

Chiesa di Sant' Evasio in Susa (To), di cui fu Parroco Don Gian Piero Piardi
Chiesa di Sant' Evasio in Susa (To), di cui fu Parroco Don Gian Piero Piardi


DON GIAN PIERO PIARDI e la SUA VAL SUSA (anno 2010) leggi pdf qui


SUSA (Torino), CONVEGNO PRESENTAZIONE "FONDO don GIAN PIERO PIARDI"
Sabato 19 gennaio 2013 a Susa (To) presso il Castello della marchesa Adelaide è stato presentato ufficialmente alle autorità, alle associazioni, agli operatori professionali interessati ed alla cittadinanza

Il Fondo don Gian Pietro Piardi per una comunità solidale

CHE COSA E’ IL FONDO 
Il Fondo, che ha caratteristiche Onlus, nasce dall’esigenza di onorare la memoria di don Piardi e dalla volontà di offrire un moderno strumento filantropico alla comunità della valle di Susa. Volontà dei fondatori è mettere a disposizione gratuitamente per chiunque sia interessato (enti, persone fisiche e società) un mezzo per realizzare al meglio e senza le incombenze amministrative e burocratiche, i propri obbiettivi filantropici. Durante la mattinata sono state illustrate le potenzialità dello strumento e le opportunità offerte a tutta la cittadinanza ed alle associazioni. [http://www.parrocchiesusamompantero.it]
Ad un anno esatto dalla morte di Don GIAN PIERO PIARDI, 19 gennaio 2012, al CONVEGNO - PRESENTAZIONE del FONDO DON PIARDI per un comunità solidale, tenutosi al castello della Marchesa Adelaide in SUSA (Torino) noi PIARDI abbiamo ricordato la Campagna di Russia di 70 anni fa, di questi giorni, dalla quale tornò (col cugino Maffeo Valeriano che convinse a non lasciarsi andare alla morsa del gelo...) Faustino PIARDI padre di Don Gian Piero PIARDI. Abbiamo aggiunto che dalla Russia non torno però Antonio GALLIA fratello di Pierina Gallia (madre di Don Gian Piero Piardi) "per la cui scomparsa nonna Piera tanto penò finché visse; la soluzione la trovò, tardi, Silvia Falca nel 2011". A SUSA ci è piaciuto sottolinearlo: I PIARDI dal cuore solidale! Non vi è gioia se non vi sono tutti al momento del "gaudio".
Come detto, dopo le Relazioni specifiche illustranti l’una il perché e come si è giunti alla costituzione del FONDO e l’altra chiarificatrice delle finalità e della gestione dello stesso nell’ambito del “COMITATO PER LA PROMOZIONE DEL DONO - Onlus”, viene concesso ai PIARDI, alla nostra FAMIGLIA, il saluto conclusivo. A porre il saluto viene delegato Achille, il quale un po’ a braccio ed un altro poco aiutandosi con le parole e gli scritti di Don Gian Piero riesce a farcela: deve, tutto sommato, portare il saluto della famiglia dei Piardi.
Riportiamo a tale riguardo, per dovere di cronaca, il testo dell’intervento proposto dal nostro Achille.

Convegno – Presentazione del FONDO don GIAN PIERO PIARDI per UNA COMUNITA’ SOLIDALE.
SUSA (To), Sabato 19 Gennaio 2013 – Castello della marchesa Adelaide.
Intervento conclusivo di Achille Piardi, in rappresentanza della famiglia PIARDI, per delega del Presidente di I PIARDI NEL MONDO. “Ricordo familiare”.

Signori qui intervenuti, Cortesi Autorità, Signor Sindaco. Signori relatori.
Scusate, non sono ne un oratore ne un Relatore. Parlerò a Voi immaginando di parlare con Don Piardi.

DON GIAN PIERO: oggi ti viene dedicato un FONDO, un Fondo per azioni solidali, per un DONO “Erga omnes” – per tutti! Qual miglior cosa per un sacerdote, per un prete come te? Infatti, la vita sacerdotale è un DONO CONTINUO: in questa ed in quell’altra vita cui siamo incamminati tutti, ciascuno con i suoi doni o carismi.
A te, Don Gian Piero – novello sacerdote, in quel mese di Giugno del 1969 fu detto DUC IN ALTUM! – Prendi il largo! ... ed il largo lo prendesti andando verso tutti, in particolare qui nella tua VAL SUSA. Ed oggi la tua VAL SUSA ti è riconoscente con l’odierna istituzione del FONDO DON PIARDI. Non dimenticasti, però, neppure la tua VAL TROMPIA, patria dei tuoi genitori e tua! Ed è qui in Val Trompia che desideriamo tornare col pensiero, non prima di aver fatto un salto, di molti chilometri, in Russia, nella steppa russa dell’inverno 1942-43.
Vedi, Don Gian Piero, 70 anni fa, di questi giorni di gennaio 1943, mentre tu compivi soli 4 mesi di vita, proprio come ieri 18 gennaio, tuo padre, Faustino, che tu non avevi ancor visto e lui neppure, compiva - in quel gelo di quella “Ritirata” – un azione solidale: quella di voler tornare a casa dalla sua famiglia d’origine, da te, dalla sua sposa Piera, tua madre! Un’azione d’amore verso la sua nascente famiglia, non lasciandosi morire – cuore e visceri – cedendo al gelo della steppa.
Questo suo cuore lo volle riportare a casa, in Val Trompia. Addirittura non pensò solo a se stesso ma anche ad altri commilitoni: Alpini ed altri soldati! Tra questi riportò a casa suo cugino Maffeo Valeriano Piardi che, invece, aveva pensato, affranto dalla fame e dal freddo, di lasciarsi andare sulla neve ed al gelo, nonostante fosse sempre stato un uomo e soldato coraggioso, intraprendente! Vedi, Don Gian Piero, in un primo momento lo accontentarono, poi Faustino tuo padre tornò indietro sulla neve a riprenderselo e lo portò a casa in Val Trompia: non sarebbe stata piena la gioia tornando a Pezzate senza il cugino fraterno. In Russia, come sai, rimase, però Antonio Gallia, fratello di tua madre Piera, per la cui sorte mamma Piera tanto penò finché visse! Solo più tardi, nel 2011, Silvia Falca, figlia di tua sorella Liliana, risolse il dilemma di zio Antonio.
Poi, papà Faustino tornò in Italia, ma gli eventi di quel tempo travolsero tutto e tutti e lo portarono nuovamente all’estero, in ostile terra straniera, lontano da casa e dalla sua famiglia. Quando papà Faustino tornò a casa dal campo di concentramento, nuovamente partì, questa volta con te e con tutta la sua nascente famiglia, ... cercando un posto qui in Val Susa fermandosi per sempre. Poi sai, caro Don Gian Piero, sappiamo tutti come andarono le cose: tuo padre Faustino terminò la sua breve vita (1916-1964) proprio qui in SUSA in conseguenza di un solidale slancio umanitario, durante la piena della Dora del 1964.
Affermavo che tuo padre ti portò qui in Val SUSA, sotto lo sguardo attento della Madonna del Rocciamelone e di quello di tua Madre Piera, e nonostante ciò, ti sentivi ancora un po’ spaesato. Ora, però, Don Gian Piero, desidero continuare questo “RICORDO di FAMIGLIA” con le tue parole che scrivesti, che ci scrivesti la primavera dell’anno 2000.
<<sono un Piardi cresciuto fuori dalla Valtrompia, educato in una terra diversa da quella d’origine. Ho appena potuto gustare il sapore aspro della vita dura di Pezzaze e di Marmentino poi… a soli tre anni e mezzo, sul treno, piccolo emigrante al seguito di papà in cerca di lavoro. Erano gli anni immediatamente a ridosso della guerra e questo è stato un destino comune a moltissimi miei omonimi e compaesani. Nulla di trascendentale, forse perché quando si è bambini non si dà importanza al “dove” ma al “come”. Bastava un niente per farti contento (una manciata di arachidi e due mandarini facevano Natale) e la compagnia di altri ragazzini come te era anche la sicurezza di tutti. Non aveva importanza se a sette anni le tue vacanze scolastiche le passavi in montagna conducendo le mucche al pascolo, se il tuo pranzo lo portavi a tracolla e se aveva il gusto di poco formaggio con due patate lesse condite di aglio e prezzemolo. Non aveva importanza se l’aria buona la prendevi nei boschi aiutando papà a preparare la legna per l’inverno… si recupera in fretta da ragazzini… basta un nugolo di coetanei per giocare a rimpiattino o un prato per il più complicato e complice gioco dei “difetti”. Per questi e altri motivi ho dovuto gradatamente e, per la verità, anche molto inconsciamente, modificare la mia cultura originale per assumere quella della terra ospite. Il dialetto di Valtrompia lo sentivo parlare da mamma e papà, qualche volta dagli zii venuti in visita o da altri valtrumplini di passaggio… ma a scuola o con gli amici non mi serviva assolutamente. A scuola, a parte l’italiano, rigorosamente esigito, ho dovuto imparare il piemontese e a coniugarlo con i vari dialetti della diaspora meridionale. Ho lasciato la Valtrompia a tre anni e mezzo e vi sono tornato, la prima volta, a ventun anni compiuti. Su queste considerazioni che non ci devono stupire più di tanto, vanno calate alcune altre valutazioni che vengo ad enucleare. Per me, bambino nato a Pezzaze, era strano non trovare nessuno che si chiamasse con il mio cognome! A scuola con me c’erano ragazzini con lo stesso cognome, dello stesso paese e che non erano neppure parenti fra di loro. Lo stesso discorso valeva per gli amici che arrivavano dal meridione… era così strano da farmi sentire come un pesce fuor d’acqua. Come se non bastasse, studiando storia mi capitava di imbattermi in qualche cognome dei miei compagni…, ma, mai un Piardi che comparisse all’orizzonte! Fu così che, acquisita l’autonomia di giudizio, erano più meno gli anni del ginnasio o del liceo… cominciai ad accanirmi con passione su tutte le pubblicazioni che, per un verso o per l’altro, mi parlavano della mia terra e della sua gente. (…). Scrivo (queste parole) con passione e con orgoglio perché posso indicare a dito… “un mare di Piardi che nel mondo e nei tempi hanno lasciato il segno della fedeltà, dell’onestà e, soprattutto, della generosità. (...). La Storia già scritta ci induce a progettare la storia ancora da scrivere (…). La storia dei Piardi ci fa incontrare un ‘Casato di generosità’. La capacità di cogliere la grandezza dei doni ricevuti per saperli condividere con gli altri…il pane diviso fino all’ultimo boccone. (…).
(I Piardi) Non hanno dato quello che non avevano; hanno dato molto di più… hanno ridato fiducia, speranza, conforto, voglia di ricominciare a tanti che, per le vicissitudini della vita erano incappati nel filone della sfiducia e del “… non ce la faccio più”! Una generosità che ha sempre saputo coniugarsi con l’umiltà di chi sapeva di non fare altro che … il proprio dovere di uomo e di cristiano
>>.
Tu, Don Gian Piero, in quella primavera del 2000, chiamandoci Amici, suggeristi invitandoci (tra di noi) a: << …. dar vita ad un “progetto di bene” che sappia traghettare il nostro Casato al terzo millennio con la certezza di essere stati degni di tutti i Piardi che ci hanno preceduti e, segno di speranza per tutti quelli che verranno >>. E ci ribadisti << Sì amici, perché da sempre la condivisione crea abbondanza per tutti: un brano di Vangelo ci racconta come cinque pani e due pesci siano stati più che sufficienti per sfamare 5000 persone (…). Tutto questo diventa possibile quando ci si convince che le grandi opere non si fanno con il molto di pochi, ma con il poco di molti. (…). (…) >>.
Forse, caro Don Gian Piero, quel “Progetto” da te ipotizzato noi Piardi lo abbiamo realizzato: tu da lassù vedrai meglio!
Oggi qui a SUSA, guarda un po’ come vanno le cose, il “Progetto” lo realizzano, lo realizziamo, chiamandolo col tuo nome! Addirittura un FONDO permanente.
Voglio, vogliamo usare ancora tue parole: << (…). Sono, nel bene e nel male, figlio della mia terra, quella Val Trompia di cui sono orgoglioso… mi auguro che la mia terra possa essere orgogliosa di me. (…). A me e a tutti voi un particolare augurio: - poter essere sempre cittadini del mondo, fortemente radicati nella nostra cultura e nella nostra storia, con il desiderio instancabile di scrivere, ogni giorno, un nuovo brano che dica il nostro coraggio e il nostro impegno per il bene, nella giustizia e nella verità >>.
E, se ci fossero ancora quaranta secondi di tempo, cortesi organizzatori di questo Convegno-Presentazione del FONDO don Gian Piero PIARDI, ricorderei, caro Don Gian Piero, ancora tue parole del 2004. << (…). Amo questa Valle di Susa, la sua gente, la sua storia, le sue contraddizioni, le sue virtù e gli innumerevoli difetti. Per promuoverla sarei capace di qualsiasi sacrificio e non mi è mai pesato quanto ho contribuito a realizzare. (…). (…) >>.
[A cura di Achille Giovanni Piardi. Susa (Torino), 19 Gennaio 2013]


FONDO DON GIAN PIETRO PIARDI PER UNA COMUNITA’ SOLIDALE
[Una nuova occasione per promuovere la cultura del dono. Aiutare le persone a dare un senso alla propria esistenza. Favorire l’incontro e le relazioni tra persone di buona volontà]
Corso Couvert 23, 10059 SUSA (Torino)
Fondodonpiardi.susa@libero.it - www.perildono.it
Per donare, questo il codice IBAN IT62J0358901600010570449757 con la causale “Fondo don Gian Pietro Piardi per una Comunità Solidale”.


Don Gian Piero anni 2000
Don Gian Piero PIARDI, negli anni duemila, nella colonia estiva di montagna

 

Don Gian Piero anni 2000
Don Gian Piero PIARDI, negli anni duemila, nella colonia estiva di montagna


Il Fondo Don Piardi - per una comunità solidale ONLUS ha condiviso il post di Giorgio Gram Brezzo. SUSA (Torino), 18 settembre 2017.

Buon compleanno Don! Grazie, a cura di Giorgio Gram Brezzo

Sacerdote don Gian Piero Piardi (Pezzaze, 1942 - Susa, 2012)

75 anni. Don Gian Piero Piardi (Ricordo a cura di Giorgio Gram Brezzo. SUSA - Torino)
E' oggi, il tuo compleanno. Preso dalle varie cose, me ne stavo già dimenticando...Anche se dimenticarti è impossibile. 75 è un gran bel numero, e so già che apprezzerai il brindisi che ti dedicherò stasera, a base di un ottimo vino. Come ai vecchi tempi, eh Giampy? Il pensiero di oggi è legato ad un ricordo: tanti anni fa siamo andati ad Alessandria insieme, in macchina. Per un'assemblea regionale. Tu eri l'assistente del Piemonte. Era un sabato pomeriggio. La sera, e non ricordo la cena (mi dimentico tutto, anche le cose belle, come se venissero risucchiate in un vortice di cancellazione, in un candeggio di una lavatrice di memoria), abbiamo dormito in una palestra, vicini di materassino. Ricordo che ero ancora sveglio e ascoltavo il tuo respiro profondo. Era una cosa ovvia, quasi quotidiana. Oggi mi sembra un evento distante anni luce. Patisco la tua mancanza fisica, e mi mancano un sacco i tuoi rimproveri, le tue risate, le tue tremende pacche sulla schiena, le bevute, le chiacchierate a notte fonda (le parole scambiate con te, come ad esempio con alcune donne della mia vita, sono tutta roba che ho avuto e che non ho più), gli innumerevoli giri in auto, la condivisione di alcune cose che sapevamo soltanto tu ed io. Eravamo giovani, e adesso sono già un po' più vecchio, Giampy. Dicono che sono un irrisolto, un fiume carsico che aspetta invano di emergere, mentre tu adesso sei sempre quello di una volta e puoi ascoltare la viva voce di uno dei tuoi idoli, la rockstar della sacra scrittura Paolo di Tarso (o, almeno, è quello che spero per te da quaggiù). Per questo ti chiedo di non abbandonarmi, come mai hai fatto in vita, proprio ora che mi appresto a mettere le mani su un tuo vecchio progetto, a cui tanto tenevi, e che in un tempo neanche troppo lontano ci aveva regalato altre serate, nottate, giornate intere di lavoro, di fraternità e di amicizia. Non sai quanto vorrei conoscere il tuo parere su certe cose che mi capitano adesso....Ma, in generale, certe tue indicazioni le ricordo. Andavano, e andranno sempre, in controtendenza con le idee di certa gente con cui a volte ho a che fare e che sopporto a stento. Ma tranquillo, Giampy, seguo sempre la tua strada: ovviamente è quella più tortuosa ed in salita. E non mollo. Questo ti compiacerà, anche se non riesco ad esser testardo come te, quello era un tuo dono di natura, ma venendoti appresso, qualcosa m'è rimasto. Buon compleanno, vecchio mio, maestro mio, amico mio, fratello mio...E non m'incazzo più neanche se mi hai lasciato qui, per adesso. So che ci sei, in qualche modo ci sarai sempre, perchè sei sempre stato imprevedibile. E' solo la nostra comunicazione che è diventata un filo più complessa. Soltanto un filo. Gram.

[
18 settembre 2017 in occasione dei 75 anni, in cielo, di don Gian Piero Piardi]

 

 

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