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Questo sito nasce da un'idea di Achille Piardi, il quale dopo anni di ricerche e dopo aver redatto una prima versione della biografia sulla Famiglia Piardi è alla costante ricerca di nuove informazioni... se anche tu sei un Piardi... continua a navigare tra queste pagine!!!


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 INDICE:  VOLUME I >  VOLUME II  >  VOLUME III > VOLUME IV > VOLUME V > VOLUME VI  



Chiunque fosse interessato all'Opera (Volume I - II) può contattare il Comitato I PIARDI via S. Rocco 19 25060 Pezzaze - Stravignino - Tel. Carla Piardi 030.920388 - oppure via mail: info@piardi.org ed anche carla352@libero.it



  VOLUME III  

 I PIARDI NEL TEMPO - dimore, vita vissuta, costumi portati dai Piardi ed anche devozioni cui siamo stati capaci in più di cinque secoli di vita. 

 4. DEVOZIONI 

 4.19 SAN GIOVANNI BATTISTA in PORTIOLO, a VIADANA e a MONDARO


Battesimo di Gesù nel Giordano, a cura di Giovanni il Battista

San Giovanni Battista, chi era.
Ain Karim (Galilea) – † Macheronte(?) Transgiordania, I secolo.
Giovanni Battista è l'unico santo, oltre la Madre del Signore, del quale si celebra con la nascita al cielo anche la nascita secondo la carne. Fu il più grande fra i profeti perché poté additare l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. La sua vocazione profetica fin dal grembo materno è circondata di eventi straordinari, pieni di gioia messianica, che preparano la nascita di Gesù. Giovanni è il Precursore del Cristo con la parole con la vita. Il battesimo di penitenza che accompagna l'annunzio degli ultimi tempi è figura del Battesimo secondo lo Spirito. La data della festa, tre mesi dopo l'annunciazione e sei prima del Natale, risponde alle indicazioni di Luca. (Messale Romano)
Patronato: Monaci.
Emblema: Agnello, ascia.
Martirologio Romano: Solennità della Natività di san Giovanni Battista, precursore del Signore: già nel grembo della madre, ricolma di Spirito Santo, esultò di gioia alla venuta dell’umana salvezza; la sua stessa nascita fu profezia di Cristo Signore; in lui tanta grazia rifulse, che il Signore stesso disse a suo riguardo che nessuno dei nati da donna era più grande di Giovanni Battista. www.santiebeati.it

VILLA PORTIOLO (VIADANA mantovana), in riva di sinistra del Po; risulta facente parte della Curia di Viadana dopo il 1319. Era posta di fronte a "bocca d'Enza" e la sua parrocchia si estendeva verso nord fino a toccare i borghi di Viadana. Pertanto il Convento degli Agostiniani rientrava nel territorio parrocchiale di Portiolo. Nelle misure del viadanese eseguite nel 1583-1590, in cui si divideva il territorio in 24 Colonnelli, la Villa Portiolo con ca. 100 case, chiesa di S. Giovanni Battista e Convento dei RR. PP. di S.Nicola, era descritta come aggregata al Colonnello del Borgo di S.Maria (più anticamente Borgo Nuovo e da non confondere con Villa S.Maria), a cui gli abitanti ed i possidenti dovevano conferire i carichi comunali e di digagna. Così quando negli anni 1682-83 fu rifatta la misura del marchesato sempre in 24 Colonnelli, perciò dopo le varie alluvioni ed erosioni che nel 1654 avevano distrutto la chiesa parrocchiale e quel che rimaneva dell'abitato, nel distretto della Villa di Portiolo non vi era altro che il predetto Convento ed un po' di terreno posto lateralmente e di fronte a questo. Il 6 settembre 1655, le famiglie ed i beni mobili ed immobili della parrocchia di Portiolo erano state aggregate ecclesiasticamente a quella di S. Martino. (Atto Gerolamo Ruberti con firma di Ippolito Gardani Luogotenente Arciducale, Ms. 29. 12.1723, Bibl. Civ. Viadana 172 G15) (Ms.1768, Bibl. Civ. Viadana E2). [Testo di Luigi Cavatorta (Viadana); Le Chiese, tutte le chiese viadanesi].
http://www.comune.viadana.mn.it
http://www.piardi.org/luoghi/portiolo.htm
 
VIADANA mantovana.
La chiesa di San Martino e Nicola in VIADANA (MN) rappresenta la memoria storico -religiosa della città e custodisce opere provenienti dalla Chiesa di San Giovanni Battista in Portiolo di Viadana, villa sommersa dal Po (nel 1654), e dal soppresso convento dei padri Agostiniani.

S. MARTINO e S. NICOLA. (in città di Viadana)
Secondo il Parazzi, la memoria più antica riguardante questa chiesa risale al 1442, quando il 18 aprile, Don Cavalerio de' Bonazzi ne veniva investito della rettoria. La chiesa di S. Martino in quel tempo sorgeva un chilometro ca. a sud dell'argine in una ghiara, rintracciabile in cartine posteriori, tra il Po e Mezzano del Vescovo di Parma. Nel 1571 la chiesa fu ingoiata dall'ennesima alluvione e ne fu ricostruita una nuova in posizione più protetta ove sorge l'attuale. Ad opera compiuta, alla fine del 1589, fu celebrata la prima messa dal rettore Don Antonio Maria Cerdelli, il cui cognome si identifica ancora con vicolo Ciardello che un tempo giungeva all'argine di Cogozzo, partendo da via Puttina (anche questo toponimo deriva dai Puttini).
Un'altra alluvione, nel 1654, distrusse la vicina rettoria di S.Giovanni Battista con quello che rimaneva della sua Villa di Portiolo. L'anno successivo, alla parrocchia di S. Martino, ne furono aggregati gli abitanti superstiti ed i beni mobili. Dopo la morte dell'ultimo rettore di Portiolo, Agostino Zuccari (m. Viadana 1683), anche la prebenda, ancora in suo godimento, passò a S. Martino con l'obbligo di erigere, nella chiesa, un altare a S. Giovanni Battista. Intanto il 21 luglio 1678 il vescovo Agostino Isimbardi aveva elevato la rettoria di S. Martino in prepositura.
http://www.piardi.org/luoghi/viadana.htm
 
San GIOVANNI BATTISTA. Parrocchia di Banzuolo (Viadana di Mantova) [Un tempo Banzolo Vitelliane]
Villa Banzuolo è sempre appartenuta al Marchesato di Viadana e perciò ai Gonzaga del ramo principale di Mantova indi all'Impero, mentre ecclesiasticamente soggetta, come ora, alla parrocchia di Pomponesco, Contea, nel periodo che tratteremo, dei Gonzaga di Guastalla. Anche in questa località è sempre esistito un oratorio. Resosi negli anni insufficiente anche per l'aumento dei fedeli, la popolazione di Banzuolo formulò nel 1711 la richiesta all'Imperial Camera di Mantova, affinchè elevasse S. Giovanni a rettoria e concedesse il permesso di riedificare una chiesa più confortevole. Sei anni più tardi il vescovo di Cremona sentenziava che l'istanza doveva essere rivolta a lui e durante la prossima visita pastorale. Questa avvenne nel 1721 col nuovo vescovo Alessandro Litta cui Giovanni Caleffi, Giovanni Baldani e Stefano Cornacchia, benestanti di Banzuolo, rivolsero la domanda. La risposta, che giunse il 20 novembre dello stesso anno, conteneva la concessione dell'ampliamento dell'oratorio, sentito il parere vincolante del parroco di Pomponesco, senza però accennare all'erezione a rettoria autonoma. Naturalmente il parroco Don Pietro Antonio Conca diede parere sfavorevole alla costruzione adducendo la mancanza di garanzie. Queste furono rese dai notabili citati che assicurarono la disponibilità di 80000 pietre, legname, coppi e la somma di lire mantovane 1000, in seguito raddoppiate, più il mantenimento del cappellano. Finalmente appianati i contrasti col parroco, che aveva ostacolato con ogni mezzo la costruzione, prima del 1730 l'oratorio era pronto e agibile. Non si parlò più di parrocchia autonoma e ai Cornacchia, Baldani, Caleffi e loro discendenti, come procuratori della comunità, rimase il privilegio di proporre il cappellano.
(Testi di Luigi Cavatorta).

http://www.piardi.org/luoghi/viadana.htm
http://www.comune.viadana.mn.it/ita/Citta_chiese.asp

In Banzuolo (Banzolo) abitano i Piardi, sin dal secolo XVI, devoti di S. Giovanni Battista, loro santo patrono.
[Vedi anche: I PIARDI. http://www.piardi.org/luoghi/pomponesco.htm ].
 
MONDARO di Pezzaze in Val Trompia.
Nel 1911, ANDREA PIARDI, dipinge la tela di S. Giovanni Battista nella chiesa omonima di Mondaro di Pezzaze. Vedi Galleria immagini Andrea Piardi.

Vedi anche: 
http://www.piardi.org/vol3/volume3devozioni411.htm   
http://www.piardi.org/persone/p16.htm .

Per la l’edificio ecclesiastico di S. Giovanni Battista e la pala dell’altar maggiore di S. Giovanni, vedi MONDARO in PEZZAZE patria dei PIARDI: Zilià, Bonàs, Bone de Sante (de la Santa), Catanì (poi Cansonète e Cansonète-Pepa), Celvìt (Celvit), Quarantì, Brine (già Mafé) e poi detti Brine del Grillo e Brine de Castegnàcol . http://www.piardi.org/luoghi/pezzaze.htm

S-Giovanni Battista
Pezzaze, chiesa parrocchiale di S. Apollonio, S. Giovanni Battista,
di Mario Pescatori e Giuseppe Battista Simoni (anni Quaranta del '900).

Una testimonianza della devozione dei Piardi a S. Giovanni Battista, il Precursore di Cristo, si trova non solo nella omonima chiesa di S. Giovanni sita nella Frazione MONDARO, bensì pure nella chiesa principale Arcipretale della comunità pezzazese, quella di S. Apollonio vescovo, in Frazione Stravignino.
SRAVIGNINO in Pezzaze è patria d’origine dei PIARDI: Catanì, Mafé, Valì, Sgalmer e Piarcc, Chichera, de la Costa, Gilde, Cega Pirle, Belù, Piardù, Piardei (Piardelli) e altri.
http://www.piardi.org/luoghi/pezzaze.htm
  
Vita ed opere di Giovanni il Battista, precursore di Cristo.
Giovanni Battista è il santo più raffigurato nell’arte di tutti i secoli; non c’è si può dire, pala d’altare o quadro di gruppo di santi, da soli o intorno al trono della Vergine Maria, che non sia presente questo santo, rivestito di solito con una pelle d’animale e con in mano un bastone terminante a forma di croce.
Senza contare le tante opere pittoriche dei più grandi artisti come Raffaello, Leonardo, ecc. che lo raffigurano bambino, che gioca con il piccolo Gesù, sempre rivestito con la pelle ovina e chiamato affettuosamente “San Giovannino”. Ciò testimonia il grande interesse, che in tutte le epoche ha suscitato questo austero profeta, così in alto nella stessa considerazione di Cristo, da essere da lui definito “Il più grande tra i nati da donna”. Egli è l’ultimo profeta dell’Antico Testamento e il primo Apostolo di Gesù, perché gli rese testimonianza ancora in vita. È tale la considerazione che la Chiesa gli riserva, che è l’unico santo dopo Maria ad essere ricordato nella liturgia, oltre che nel giorno della sua morte (29 agosto), anche nel giorno della sua nascita terrena (24 giugno); ma quest’ultima data è la più usata per la sua venerazione, dalle innumerevoli chiese, diocesi, città e paesi di tutto il mondo, che lo tengono come loro santo patrono.
Inoltre fra i nomi maschili, ma anche usato nelle derivazioni femminili (Giovanna, Gianna) è il più diffuso nel mondo, tradotto nelle varie lingue; e tanti altri santi, beati, venerabili della Chiesa, hanno portato originariamente il suo nome; come del resto il quasi contemporaneo s. Giovanni l’Evangelista e apostolo, perché il nome Giovanni, al suo tempo era già conosciuto e nell’ebraico Iehóhanan, significava: “Dio è propizio”.
Nel Vangelo di s. Luca (1, 5) si dice che era nato in una famiglia sacerdotale, suo padre Zaccaria era della classe di Abia e la madre Elisabetta, discendeva da Aronne. Essi erano osservanti di tutte le leggi del Signore, ma non avevano avuto figli, perché Elisabetta era sterile e ormai anziana.
Un giorno, mentre Zaccaria offriva l’incenso nel Tempio, gli comparve l’arcangelo Gabriele che gli disse: “Non temere Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché sarà grande davanti al Signore” e proseguendo nel descrivere le sue virtù, cioè pieno di Spirito Santo, operatore di conversioni in Israele, precursore del Signore con lo spirito e la forza di Elia.
Dopo quella visione, Elisabetta concepì un figlio fra la meraviglia dei parenti e conoscenti; al sesto mese della sua gravidanza, l’arcangelo Gabriele, il ‘messaggero celeste’, fu mandato da Dio a Nazareth ad annunciare a Maria la maternità del Cristo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi anche Elisabetta, tua parente, nella vecchiaia ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile; nulla è impossibile a Dio”. Maria allora si recò dalla cugina Elisabetta per farle visita e al suo saluto, declamò il bellissimo canto del “Magnificat”, per le meraviglie che Dio stava operando per la salvezza dell’umanità e mentre Elisabetta esultante la benediceva, anche il figlio che portava in grembo, sussultò di gioia. Quando Giovanni nacque, il padre Zaccaria che all’annuncio di Gabriele era diventato muto per la sua incredulità, riacquistò la voce, la nascita avvenne ad Ain Karim a circa sette km ad Ovest di Gerusalemme, città che vanta questa tradizione risalente al secolo VI, con due santuari dedicati alla Visitazione e alla Natività. Della sua infanzia e giovinezza non si sa niente, ma quando ebbe un’età conveniente, Giovanni conscio della sua missione, si ritirò a condurre la dura vita dell’asceta nel deserto, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico. Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio (28-29 d.C.), iniziò la sua missione lungo il fiume Giordano, con l’annuncio dell’avvento del regno messianico ormai vicino, esortava alla conversione e predicava la penitenza. Da tutta la Giudea, da Gerusalemme e da tutta la regione intorno al Giordano, accorreva ad ascoltarlo tanta gente considerandolo un profeta; e Giovanni in segno di purificazione dai peccati e di nascita a nuova vita, immergeva nelle acque del Giordano, coloro che accoglievano la sua parola, cioè dava un Battesimo di pentimento per la remissione dei peccati, da ciò il nome di Battista che gli fu dato. Anche i soldati del re Erode Antipa, andavano da lui a chiedergli cosa potevano fare se il loro mestiere era così disgraziato e malvisto dalla popolazione; e lui rispondeva: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno e contentatevi delle vostre paghe” (Lc 3, 13). Molti cominciarono a pensare che egli fosse il Messia tanto atteso, ma Giovanni assicurava loro di essere solo il Precursore: “Io vi battezzo con acqua per la conversione, ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non sono degno neanche di sciogliere il legaccio dei sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”.
E alla delegazione ufficiale, inviatagli dai sommi sacerdoti disse, che egli non era affatto il Messia, il quale era già in mezzo a loro, ma essi non lo conoscevano; aggiungendo “Io sono la voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia”.
Anche Gesù si presentò al Giordano per essere battezzato e Giovanni quando se lo vide davanti disse: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato dal mondo!” e a Gesù: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?” e Gesù: “Lascia fare per ora, poiché conviene che adempiamo ogni giustizia”. Allora Giovanni acconsentì e lo battezzò e vide scendere lo Spirito Santo su di Lui come una colomba, mentre una voce diceva: “Questo è il mio Figlio prediletto nel quale mi sono compiaciuto”. Da quel momento Giovanni confidava ai suoi discepoli “Ora la mia gioia è completa. Egli deve crescere e io invece diminuire” (Gv 3, 29-30). La sua missione era compiuta, perché Gesù prese ad iniziare la sua predicazione, aveva formato il gruppo degli apostoli e discepoli ed era seguito da una gran folla; egli aveva predicato proprio per questo, preparare un popolo degno, che accogliesse Gesù e il suo messaggio di Redenzione.
Aveva operato senza indietreggiare davanti a niente, neanche davanti al re d’Israele Erode Antipa († 40 d.C.), che aveva preso con sé la bella Erodiade, moglie divorziata da suo fratello; ciò non era possibile secondo la legge ebraica, la “Torà”, perché il matrimonio era stato regolare e fecondo, tanto è vero che era nata una figlia Salomè. Per questo motivo un giudeo osservante e rigoroso come Giovanni, sentiva il dovere di protestare verso il re per la sua condotta. Infuriata Erodiade gli portava rancore, ma non era l’unica; perché il Battesimo che Giovanni amministrava, perdonava i peccati, rendendo così inutili i sacrifici espiatori, che in quel tempo si facevano al Tempio, e ciò non era gradito ai sacerdoti giudaici.
Erode fece arrestare e mettere in carcere Giovanni su istigazione di Erodiade, la quale avrebbe voluto che fosse ucciso, ma Erode Antipa temeva Giovanni, considerandolo uomo giusto e santo, preferiva vigilare su di lui e l’ascoltava volentieri, anche se restava molto turbato. Ma per Erodiade venne il giorno favorevole, quando il re diede un banchetto per festeggiare il suo compleanno, invitando tutta la corte ed i notabili della Galilea. Alla festa partecipò con una conturbante danza anche Salomè, la figlia di Erodiade e quindi nipote di Erode Antipa; la sua esibizione piacque molto al re ed ai commensali, per cui disse alla ragazza: “Chiedimi qualsiasi cosa e io te la darò”; Salomé chiese alla madre consiglio ed Erodiade prese la palla al balzo, e le disse di chiedere la testa del Battista. A tale richiesta fattagli dalla ragazza davanti a tutti, Erode ne rimase rattristato, ma per il giuramento fatto pubblicamente, non volle rifiutare e ordinò alle guardie che gli fosse portata la testa di Giovanni, che era nelle prigioni della reggia. Il Battista fu decapitato e la sua testa fu portata su un vassoio e data alla ragazza che la diede alla madre. I suoi discepoli saputo del martirio, vennero a recuperare il corpo, deponendolo in un sepolcro; l’uccisione suscitò orrore e accrebbe la fama del Battista. www.santiebeati.it

MONDARO di Pezzaze, terra dei Piardi. Chiesa di San Giovanni Battista; "il Battesimo di Gesù"
(impartito da Giovanni il Battista, detto il Precursore).

Lavoro a fresco per le volte del presbiterio di S. Giovanni eseguito l'anno 1843 da Pellegrino Scalvini, commissionatogli dal facoltoso benefattore pezzazese Angelo Bregoli (1789-1846)
vedovo di Aquilina (1791-1812) figlia del fu Andrea Piardi "Catanì".
(Da: "Pezzaze nella storia e nell'arte", a Cura di V. Rizzinelli con C. Sabatti e L. Anelli ed E. Pala. Volume III, anno 2008, Comune di Pezzaze).

Per altre notizie inerenti le frazioni di Pezzaze, tra cui MONDARO vedi sezione LUOGHI - Pezzaze.

 ... ed a MARCARIA (Mantova)

Famiglia di Vincenzo Piardi, vissuta a Marcaria. Testimonianza.
<< (...). Di fatto a Marcaria siamo stati dal 1923 al 1943 e la devozione a S.Giovanni l'abbiamo trovata. Giampaolo è nato là nel 1935. La processione per la festa di S.Giovanni era solenne e partecipata da tutto il paese o quasi. A volte c'è stata pure la banda che accompagnava l'inno "... il Battista che in cielo s'asside, dove splende più puro il zaffir, alle genti felice sorride, che a lui svelano i propri desir...". Lirica popolare che cantavamo con entusiasmo. Ciao. Walter >>.  (Walter PIARDI del 1922, figlio di Vincenzo da CIZZOLO in Viadana - Mantova. Cavaion Veronese, 20 luglio 2010)

Marcaria (Vicariato S. Giuseppe - Diocesi di Mantova)
Situata a 25 km a ovest di Mantova ai confini con la diocesi di Cremona, delimitata dal fiume Oglio che segna il confine sia della parrocchia che della diocesi, Marcaria sorge intorno all'anno Mille.
Dalla documentazione d'archivio è testimoniata l'esistenza della chiesa parrocchiale, antecedentemente al 1300, situata presso il cimitero, tuttora esistente e funzionante. A partire dal 1500 la chiesa e la casa canonica vennero spostate in un luogo adiacente a quello dove sorge l'attuale tempio in stile barocco, che risale a 1700. Un secolo dopo, adiacente alla chiesa, venne costruita la canonica, tutto in funzione. La chiesa è stata recentemente sistemata e abbellita nella facciata. Il campanile, che risale al 1800, è dotato di cinque campane. Nel tempio trovano collocazione reperti di un santuario dedicato alla Madonna eretto dai Gonzaga al di là del fiume Oglio nel 1600, quali la porta d'ingresso, i confessionali, la cantoria nella parte centrale del coro. Entrambe le chiese sono dedicate a San Giovanni Battista, raffigurato, nella parrocchiale, in una pala del Costa risalente al 1600 e porta nell'abside. (...). (Dal sito Internet, Diocesi di Mantova).

Una curiosità, storico – musicale e religiosa legata all’antica, universale, devozione per S. Giovanni Battista.
Ut queant laxis è l' inno liturgico del Vespro nella solennità della natività di San Giovanni Battista che si celebra il 24 giugno. La fama di questo inno, scritto dal monaco storico e poeta Paolo Diacono (secc. IX-X), si deve a Guido d'Arezzo, che lo utilizzò (l'anno 1025, sec. XI) per ricavarvi i nomi delle 6 note dell'esacordo, dalla prima strofa, successivamente fu aggiunta, prima non prevista, la nota Si (prendono l’iniziale delle due parole Sancte Iohannes)
« Ut queant laxis / Resonare fibris / Mira gestorum / Famuli tuorum / Solve polluti / Labii reatum, Sancte Iohannes »; da cui derivarono i nomi delle note musicali: Ut-Re-Mi-Fa-Sol-La-Si.
« ... affinché possano cantare / con voci libere / le meraviglie delle tue azioni / i tuoi servi, / cancella il peccato / del loro labbro contaminato, / o san Giovanni ». (Inno a San Giovanni)
L'inno prosegue con altre undici strofe.

 

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