VOLUME
III
I PIARDI NEL TEMPO -
dimore, vita vissuta, costumi portati dai Piardi ed anche
devozioni cui siamo stati capaci in più di cinque secoli
di vita.
4. DEVOZIONI
4.3 MADONNA DEL CARMINE o
DEL MONTE CARMELO
Conosciuta comunemente nel bresciano come Madonna del Carmine.
Vergine cui sono devoti i Piardi di Pezzaze. Infatti nella
nuova parrocchiale di questa comunità sono proprio
due sacerdoti Piardi i primi ad esservi sepolti sin dal secolo
XVIII proprio ai piedi dell'altare della Madonna del Carmelo.
Madonna del Carmelo: secondo un'antica leggenda nel 1251 San
Simone Stock
ebbe la visione nella quale la Vergine conferiva il santo
abito ai religiosi carmelitani
Il sacerdote Giovanni Antonio Piardi (Pezzaze 3 aprile 1699
- Pezzaze 27 febbraio 1761. Figlio di Antonio e di Maria)
il cui padrino di battesimo fu Don Giovanni Battista Sedaboni
(1689 - 1722) poi sacerdote.
Viene sepolto nella nuova chiesa di Pezzaze Sant'Apollonio
davanti all'altare della Beata Vergine del Carmine ed è
il primo ad esservi tumulato.
Così recita una vecchia lapide rimasta sotto il nuovo
pavimento: "HIC REQUIESCUNT OSSA ADM. REV. D. IO ANT.
PIARDI XXVII FEBR. MDCCLXVII PRIMUS IN HAC ECC.A SEP.TUS".
Anche Don GIACOMO PIARDI (nato a Pezzaze e qui morto l'11
aprile 1782), viene sepolto nella parrocchiale nuova davanti
all'altare della Beata Vergine Maria del Carmelo.
La scritta incisa sulla pietra tombale ora occultata dal nuovo
pavimento così recita: "HIC REQUIESCUNT OSSA R.
D. JACOBI DE PIARDIS OBIIT DIE XI APRILIS ANNO 1789"??.
[Vedi anche alle voci Giacomo Piardi (sacerdote) e Giovanni
Antonio Piardi (sacerdote) - Vol. I]
Giuseppe, sacerdote dell'ordine dei Carmelitani Scalzi, col
nome di Padre Natale di Gesù
(1863 - 1941), è figlio di Giovanni Battista Fada
e di Maria Piardi da Pezzaze.
Di Giuseppe si sono occupati molti libri di storia. E' noto,
infatti, come infaticabile sostenitore di molte opere e di
istituti religiosi tra cui quelli fondati da Don Giovanni
Calabria. [Vedi alla voce Calabria - Vol. II e Fada, Calabria
- Glossario, Vol. I]
Andrea Domenico Richiedei (1891) da Pezzaze, figlio di Domenico
e di Angela Bernardelli, parente dei Piardi, sacerdote, è
dei Carmelitani col nome di Padre Cherubino della Beata Vergine
del Carmelo. Fu amico e visse anche in Verona dal 1917 con
Padre Natale di Gesù suo confratello.
In Mendoza, regione di Cuyo, Argentina, la chiesa cattedrale
di San Francesco custodisce la venerata immagine di Nuestra
Señora del Carmen dè Cuyo, patrona dell'esercito
delle Ande, incoronata da Papa Pio X nel 1911. Dal 1949 la
Vergine viene venerata dai Piardi colà residenti. Vincenzina
Piardi nel gennaio 1999, da Mendoza, ci invia l'immagine della
storica statua della Madonna del Carmelo 'Nuestra Señora
del Carmen de Cuyo' e così racconta:
"Un ricordo: nell'anno 1950, a pochi mesi di essere
in Argentina, le suore di Maria Ausiliatrice mi fecero cantare
la canzone alla 'Virgen del Carmen de Cuyo', da sola, nella
piazza San Martin, dovetti impararla a memoria perché
non sapevo la lingua, questo fu in onore dei cento anni dalla
morte di 'San Martin', in cui si fece una grande sfilata civico
- militare. Nella scuola, in quell'epoca, ero la cantante
numero uno. Nell'incontro del 31 gennaio 1999 chiedo, a nome
di tutti i Piardi gussaghesi d'Argentina discendenti di Achille
Domenico pronipote dell'avo Andrea Piardi Catanì da
Pezzaze, venga letta per noi, per i Piardi, la supplica alla
Madonna Nuestra Señora del Carmen de Cuyo, saremo anche
noi spiritualmente presenti".
Diversi altri Piardi o figli e figlie di madre Piardi sono
religiosi nei diversi Ordini tra cui anche questo dei Carmelitani.
Sono detti Carmelitani i religiosi appartenenti all'Ordine
dei Mendicanti sorto nel 1254 circa per opera di San Bertoldo,
che riunì intorno a sé in vita da cenobita gli
anacoreti che vivevano sul molte Carmelo in Palestina.
L'antica regola, riveduta da Alberto da Vercelli, fu approvata
da Onorio III (1226) e confermata da Papa Innocenzo IV nel
1248.
L'Ordine dei Carmelitani ricevette forte impulso sotto il
Priore Generale Simone Stock il quale fondò numerosi
conventi (sec. XIII).
Il rigore dell'antica regola, pratica del digiuno e del silenzio,
assoluta povertà, veglie notturne, venne mitigato da
Eugenio IV Papa (1432). Successivamente detto rigore venne
parzialmente ripristinato con l'intervento di San Giovanni
della Croce e Santa Teresa d'Avila (1568) i quali fondarono
la nota congregazione dei Carmelitani Scalzi, riconosciuta
come autonoma rispetto a quella dei Carmelitani dell'antica
osservanza da Papa Clemente VIII (1593).
Oggi, molti di noi, turisti un poco più accorti, avranno
visitato in Venezia la chiesa detta degli Scalzi posta accanto
alla stazione ferroviaria e davanti al ponte che unisce le
due rive del Canal Grande detto, appunto, Ponte degli Scalzi.
Il Monte Carmelo o Carmine, dall'ebraico Karmel, appartiene
alla catena di rilievi calcarei, con un'altitudine massima
di circa 528 m., della Palestina. Quivi fu fondato, come detto,
nel XIII secolo l'ordine monastico dei Carmelitani.
Maggiori note storiche relative ai Carmelitani possono essere
quelle di seguito riportate.
La corretta denominazione dell'ordine dei Carmelitani sarebbe
Ordo Fratrum B. Marie Virginis de Monte Carmelo, fondato dal
Prete crociato Bertoldo di Calabria morto nel 1195 il quale
verso il 1156 si stabilì con dieci compagni nell'eremo
del Monte Carmelo.
Molti Papi dal 1226 al 1998, con la canonizzazione di Edith
Stein ebbero a occuparsi di questi monaci, della loro regola
e delle filiazioni religiose similari.
All'ordine religioso maschile si ricollega quello femminile
sorto dopo il 1452. Su ispirazione di Santa Teresa d'Avila
si ebbe la formazione delle Carmelitane Scalze. Un particolare
peso storico ebbero le cosiddette Carmelitane di Compiègne,
un convento fondato nella cittadina da cui ha preso il nome
nell'anno 1641 e che nel 1647 assunse il nome di Monastero
dell'Annunciazione. Nel mese di luglio del 1794 le Carmelitane
di questo monastero dettero sedici martiri, condannate a morte
da un tribunale rivoluzionario francese. Successivamente,
nel 1906, Pio X le dichiara Beate. Da questo ceppo originario
ramificarono numerose congregazioni.
Tornando al Carmelo, inteso come monte, ricordiamo che detta
località è più volte citata nell'Antico
Testamento, in connessione con la vita del Profeta Elia (libro
III dei Re, 18 - 19 e seg.) e di Eliseo (libro IV dei Re,
2 - 25) rispettato per questo motivo sia dagli israeliti quanto
dai cristiani e dai musulmani.
Un elemento, quasi distintivo, dell'abito dei monaci, in particolare
quelli detti Carmelitani Scalzi, è il cosiddetto "scapolare".
Questa parte dell'abito consiste in una striscia di stoffa
con apertura per la testa, pendente sul petto e sul dorso.
E' possibile anche nella forma, così come lo indossavano
quale elemento distintivo i terziari Carmelitani ma anche
gli aderenti ad altre confraternite, di due piccoli pezzi
di stoffa con immagine sacra riuniti da nastri che poggiano
sulle spalle.
La rappresentazione della Vergine o Madonna del Carmelo è
infatti con questo saio così come dicasi del Bambino
Gesù che porta, sorreggendolo, col braccio sinistro.
Ambedue reggono nella mano lo scapolare così come si
nota in molte statue della nostra religiosità e di
quella spagnola o sudamericana.
Un tempo a Pezzaze quanto a Gussago, si usava vestire con
detto saio e scapolare i bambini guariti a seguito dell'intercessione
della Madonna del Carmelo alla quale i genitori si rivolgevano
implorandone i favori verso i figli ammalati.
Il vestitino veniva poi conservato per molto tempo ed anche
riutilizzato da altri figli in caso di bisogno. Anche gli
adulti, tanto a Gussago quanto a Pezzaze, hanno portato lo
scapolare, anche in tempi recenti (1966).
Don Lupezza parroco di Pezzaze in 'La voce della parrocchia'
del 1966 scrive: "Domenica 24 aprile abbiamo celebrato
la festa della Madonna del Carmine. Era presente fra noi il
reverendo Padre Giovan Battista, carmelitano, che con la sua
bontà ha saputo accattivarsi la vostra simpatia. Ha
distribuito ben 650 scapolari. In quel giorno il vostro parroco
ha affidato alla Madonna tutte le vostre anime, sicuro che
la Vergine vorrà prendersi cura
".
In Argentina, provincia di Mendoza, nella regione politico-geografica
di Cuyo (province di Mendoza, San Luis e San Juan , situate
ai piedi delle Ande), come già detto, la Madonna del
Carmelo, venerata come statua rivestita di sacri paramenti,
proprio alla maniera spagnola, è patrona dell'Esercito
delle Ande del Generale San Martin, liberatore dell'Argentina,
padre della patria, nel secolo XIX.
Dalla nota storica dell'immagine traiamo:
"El escapulario prenda de salvación: una de las
preocupaciones del cristiano es la de su salvación.
Nadie puede presumir sobre la certeza absoluta de su predestinación
y salvación.
Privilegio de buena muerte. Este escapulario, cuenta con la
promesa de Maria, 'El que muera llevando este hàbito
se salvarà', le dice la Virgen a San Simon Stock.
Privilegio sabatino: consiste este privilegio en creer que
la Santisima Virgen harà salir del purgatorio el primer
sàbato siguiente a su muerte a todos aquellos que estuvieren
en èl, habiendo muerto en gracia i llevando el Santo
escapulario.
"
Le prime notizie dei Carmelitani nel bresciano vengono registrate
nel 1302 quando tale Giovanni da Lovere donò loro una
casa a Trobiolo di Volciano per farne un ospizio. In seguito
i religiosi il 18 agosto 1345 ottennero di edificare un convento
a Brescia.
I religiosi giunsero a Brescia il 6 marzo 1346 guidati da
Fra Guglielmo da Alessandria, chiamati dal Vescovo di Brescia,
il bolognese Balduino Lambertini della Cecca, che volle in
tal modo dare assistenza religiosa e caritativa ad uno dei
rioni più laboriosi e popolari della città.
Furono accolti con pieno favore dalla popolazione e si inserirono
in pieno nella vita cittadina, al punto che fin dal 28 dicembre
1346 il Consiglio cittadino concedeva la facoltà di
questua. Nel 1348 si distinsero per carità nei soccorsi
conseguenti la peste che si abbatté in Brescia quali
cappellani del lazzaretto di San Bartolomeo. (
). Enc.
Bs.
I Carmelitani Scalzi giunsero a Brescia nel 1661 nel piccolo
convento di Sant'Antonino fondato dai Terziari Francescani
Regolari, trasferendosi poi nel convento di San Pietro, che
acquistarono dal governo veneto. Scacciati nel 1797 vi tornarono
nel 1872 dopo aver riacquistato il convento di San Pietro,
e moltiplicarono la loro attività apostolica così
da aprire nel 1905 a San Vigilio in Val Trompia un seminarietto
che nel 1912 trasferirono nel nuovo convento fabbricato accanto
al Santuario della Madonna di Adro. (
)
Le religiose Carmelitane entrarono a Brescia nel secolo XV
prendendo possesso del convento delle Carmelitane di San Girolamo
al Canton dell'Albera edificato con concorso del comune di
Brescia (
).
Il convento venne soppresso e indemaniato nel 1797, convertito
poi nell'attuale caserma Randaccio. (
) Enc. Bs.
Le Carmelitane Scalze giunsero a Brescia nel 1934 nella villa
Brusa sui ronchi, che grazie alla munificenza di Francesco
Folonari, fu trasformata in convento con una vasta chiesa.
Enc. Bs.
Don Lupezza, parroco di Pezzaze, nel 1967 occupandosi in 'La
Voce della Parrocchia', della storia della comunità
scrive:
"Beata Vergine del Carmine. Uno dei più bei
altari della chiesa parrocchiale di Pezzaze è dedicato
alla B.V. del Carmine. La devozione alla Madonna sotto il
titolo di Regina del Monte Carmelo è antichissima nella
nostra popolazione. Molto tempo prima della costruzione della
nuova parrocchia, già esisteva a Pezzaze una confraternita
del Carmine. L'istituzione di tale confraternita risale al
settembre del 1640 quando la comunità in una deliberazione
del Consiglio comunale stabilisce di versare trenta franchi
in lire planette, moneta corrente di quei tempi, per istituire
nella parrocchia di Sant'Apollonio la Confraternita dell'abito
della Beatissima Vergine del Carmine. Doveva essere stata
una festa solenne se il Consiglio comunale devolve tale somma,
sollecitata dalla devozione popolare desiderosa di godere
dei privilegi accordati dalla Vergine a San Simone Stock".
"Le solennità che più interessano la
comunità parrocchiale nel mese in corso, sono la festa
di Sant'Apollonio, titolare della parrocchia, e la festa della
Madonna del Carmine, della quale gran parte di noi porta lo
scapolare".
(Luglio 1967, Don Lupezza, parroco di Pezzaze in La Voce della
Parrocchia)
La preghiera 'Oracion a Nuestra Señora del Carmelo
dè Cuyo' viene recitata in lingua spagnola, come richiesto
dai Piardi gussaghesi d'Argentina, durante la Santa Messa
celebrata il 31 gennaio 1999 in Gussago a ricordo di tutti
i Piardi passati alla contemplazione del volto di Dio
in occasione del 200° della nascita di Andrea Piardi Catanì
da Pezzaze.
Per approfondire consigliamo:http://www.ocd.pcn.net/index_it.htm
Altare Madonna del Carmine (o del Carmelo);
chiesa di Sant' Apollonio (vescovo di Brescia) a Stravignino
di Pezzaze;
(particolare: Statua della Madonna del Carmine); secolo XVIII.
(V. Rizzinelli con C. Sabatti. Pezzaze nella storia e nell'arte,
1530-1797. Comune di Pezzaze, anno 2000).
Il sacerdote Giovanni Antonio Piardi (Pezzaze,1699 -1761)
viene sepolto nella nuova chiesa di Pezzaze Sant' Apollonio
davanti all'altare della Beata Vergine del Carmine ed è
il primo ad esservi tumulato.
Vedi : http://www.piardi.org/vol3/volume3devozioni43.htm
.
Anche Don Giacomo Piardi (nato a Pezzaze e qui morto il 11
aprile 1782), viene sepolto nella parrocchiale nuova davanti
all'altare della Beata Vergine Maria del Carmelo. Vedi:
http://www.piardi.org/vol3/volume3devozioni43.htm . (Memorie
di padre Giovanni Maria Bontacchio da Pezzaze, nipote di nonna
Caterina Piardi; anno 1944).
Per padre Giovanni Maria Bontacchio da Pezzaze, (nipote di
Caterina Piardi) della famiglia di Antonio - Sindaco, vedi:
http://www.piardi.org/persone/p52.htm
Nuestra Señora del Carmen y el Monte Carmelo
María venerada en el Monte Carmelo. Ermosa
es la imagen del Monte Carmelo (altitud aprox. 600 m.) en
Israel, en Haifa próxima a la costa mediterránea.
El 16 julio se celebra la Virgen del Carmen. En este día
muchas localidades saludan a la Virgen Maria, incluida la
de PEZZAZE en el Valle Trompia de Italia, tierra y cerros
de los antiguos Piardi, que alli viven desde el siglo XV.
MARIA DEL CARMELO POR EL MUNDO.
Maria patrona de la Marina española (Maria,
"la estrella de los mares"). En America fue declarada
patrona del Ejército de los Andes, que bajo il mando
del general José de San Martin obtuvo la independencia
de Argentina, Chile y Perù. También es
considerada Reina y Patrona de Chile y de Bolivia, patrona
de los transportadores en Colombia y en el Perù "Patrona
del Criollismo" y de otras manifestaciones proprias de
la regiòn.
El Monte Carmelo, se encuentra en Haifa, y su nombre deriva
de la palabra ‘Karmel’ o ‘Al-Karem’
que podría traducirse como ‘jardín’.
Según el relato de la Biblia, fue el lugar donde el
profeta Elías venció a los profetas adoradores
del ídolo de Baal.
También allí representó la unidad del
pueblo de Israel con un altar construido con dos piedras que
evocaban a las doce tribus que habían salido de Egispto
y llegaron a la tierra prometida por Yahvé.
Después, como era tiempo de una gran sequía,
Elías anunció al rei Ajab que una nube que desde
el mar se elevaba pequeña como la palma de la mano,
prontose convertiría en una copiosa y abundante lluvia
(ver Libro 1 de los Reyes, ca. 18). (Eduardo A. González.
“Nuestra Señora del Carmen”. El Mensajero
de San Antonio, julio 2010).
Haifa:
es la tercera población en habitantes del
Estado de Israel, después de Tel-Aviv y Jerusalén,
con casi 300.000 habitantes y en donde se encuentra el puerto
actual más importante del Estado, construido artificialmente
durante el Mandato Británico. Haifa ha llegado a convertirse
en el primer centro industrial y laborioso del país.
De ahí el refrán israelí: «En Jerusalén
se ora, en Tel-Aviv se divierte, en Haifa se trabaja».
El Monte Carmelo:
se encuentra frente al mar, con rincones de gran
belleza, de ahí su nombre «Carmelo = jardín
de árboles». El Carmelo forma parte de una cadena
montañosa de 25 km de largo por 8 km de ancho
y 600 m de altura máxima. Aparte de ser un rincón
de singular belleza, que se puede contemplar desde la carretera,
los «jardines persas» en torno al panteón
de cúpula dorada del difusor de la Religión
Bahai, para nosotros, el Monte Carmelo tiene resonancias bíblicas
y marianas, y lo hacemos en lo alto del Monte, donde se encuentra
el convento carmelitano de Stella Maris = Estrella del Mar.
Aquí se encuentra el santuario más célebre
de la Virgen del Carmen, desde donde se propagó su
devoción por obra de san Simón Stok. La tradición-devoción
tiene resonancias ya desde el Antiguo Testamento con el profeta
Elías, pues:
a) Aquí se refugió huyendo de Ajab y Jezabel.
Lo recuerda la gruta al pie del altar mayor con una imagen
del profeta Elías.
b) Y desde aquí (magnífico balcón para
contemplar toda la bahía y la ciudad de Haifa, que
se extiende a los pies del monte) el criado de Elías
(según la narración del Libro 1º de los
Reyes, 18, 44-45) vio la «Nubecilla»
que nacía del mar, imagen de la Virgen María.
Nubecilla, inicio de abundante lluvia.
María, que fecundaría el mundo con la lluvia
copiosa de la gracia, que es su Hijo Jesús.
El Muraka (El Sacrificio de ELÍAS)
También en la cumbre del Carmelo se puede
recordar otro pasaje de Elías. La lucha encarnizada
del Profeta del Dios único y verdadero, (era su causa)
contra los profetas del dios-ídolo-Baal. (I Reg 19,8-13).
Esto se recuerda en otro lugar de este monte, a 30 km de Haifa,
en donde hay otro monasterio carmelitano, llamado Muraká,
conocido como el «Sacrificio de Elías».
Allí es donde se recuerda el reto del sacrificio de
Elías, antes mencionado, contra los 400 sacerdotes
del dios Baal, que la reina Jezabel había traído
de su tierra, Tiro.
- Los 400 sacerdotes invocaban a Baal y Baal no respondió.
La forma de la respuesta debía ser que el dios mandase
fuego que consumiera el carnero del sacrificio.
- Elías invocó, incluso con la «ironía»
de empapar de agua la víctima del sacrificio para hacer
más difícil «la cosa» y la «cosa»
resultó. Bajó fuego del cielo y secó
el agua y redujo a cenizas el animal.
- Resultado: que Elías mató a los 400 sacerdotes
de Baal, cuyos cadáveres son arrojados al cercano torrente
Cisón, y la causa del Dios único-Yahveísta,
quedó restablecida.
Visita al Monasteiro en el Monte Carmelo
El monasterio actual se construyó en 1827.
La Basílica está dentro del Monasterio, pues
no le permitieron que su fachada diera al exterior. Es de
cruz griega y estilo neoclásico italiano.
El centro de atención es la Imagen de la Virgen del
Carmen, que aquí no está vestida con el hábito
del Carmen, como ordinariamente la vemos en nuestras Iglesias.
Es obra de Caraventa de Génova (1820), y coronada en
el Vaticano en presencia de Pío VII. Después
de su restauración (1933) fue bendecida por el Papa
Pío XI
En las pinturas de la cúpula, pintadas por un Hermano
Carmelita, se representan algunas escenas alusivas a la vida
del Profetas Elías; la Sagrada Familia que según
tradición pasó por aquí, en algunos de
sus viajes de Nazaret a Jerusalén; Profetas y Evangelistas
y Santos de la Orden.
El los laterales hay unas placas de mármol que representan:
1º Castillo interior de las Moradas de santa
Teresa;
2º Subida al Monte Carmelo de san Juan de
la Cruz;
3º La rosa de Galilea de una santa carmelita
de Belén;
4º La estrella de David entre alambradas,
que representa a una santa carmelita judía: Edith Stein,
víctima de los Nacis.
Debajo del altar está la gruta que recuerda al profeta
Elías, pues según una tradición moró
en ella durante un tiempo. Elías el gran defensor de
la pureza de la Religión Yahveísta, de cuyo
espíritu los Carmelitas se sienten herederos.
Y en la plaza hay un monumento a la Virgen del Carmen, levantado
por la devoción del pueblo Chileno a su Patrona, el
año 1894.
Bajo la pirámide de enfrente del monasterio reposan
los soldados franceses, víctimas de los Turcos. En
respuesta a Napoleón, que en su campaña para
conquistar Acre, utilizó el Monasterio como hospital,
los turcos destruyeron el monasterio y masacraron a la comunidad
de Carmelitas.
Se puede contemplar desde el Mirador la magnífica vista
de HAIFA, su puerto, etc. En los días claros se llega
a ver hasta Acre.
(http://www.maria-garcia.com/web-tierra-santa/monte-carmelo.htm)
La Orden de los Carmelitas
tiene sus orígenes en el Monte Carmelo, en Palestina,
donde, como recuerda el II Libro de los Reyes, el gran Profeta
Elías lanzó desde allí su desafío
a los sacerdotes de Baal que habían llevado al pueblo
al paganismo. Elías y los baales ofrecieron sacrificios.
El holocausto de Elías fue abrazado portentosamente
por fuego enviado por Dios mientras el de los baales permanecía
intacto, probándose así que hay un solo Dios,
el Dios de Israel. En el mismo lugar mientras el Profeta
oraba en soledad, vio aparecer una nubecilla portadora de
benéfica lluvia después de la sequía.
Desde siempre este monte ha sido considerado el jardín
floreciente de Palestina y símbolo de fertilidad y
belleza
Los Carmelitas
En el siglo XII (quizás después de
la tercera cruzada, 1189-1191) algunos penitentes- peregrinos,
provenientes de Europa, se establecieron junto a la "fuente
de Elías", en una de las estrechas
vaguadas del Monte Carmelo, para vivir en forma eremítica
y en la imitación del Profeta Elías su vida
cristiana en la misma tierra del Señor Jesucristo.
Tanto entonces como después los Carmelitas no reconocieron
a ninguno en particular con el título de fundador,
permaneciendo fieles al modelo Elías ligado al Carmelo
por episodios bíblicos y por la tradición patrística
greco-latina, que veía en el Profeta uno de los fundadores
de la vida monástica. Habiendo sido construída
una pequeña iglesia en medio de las celdas, la dedicaron
a María, Madre de Jesús, desarrollando el sentido
de pertenencia a la Virgen como la Señora del lugar
y como Patrona, y tomaron de ahí el nombre de "Hermanos
de Santa María del Monte Carmelo". El Carmelo
por este motivo está profundamente ligado a Elías
y a María. Del Profeta ha heredado la pasión
ardiente por el Dios vivo y verdadero y el deseo de interiorizar
la Palabra en el corazón para testimoniar su presencia
en el mundo; con María, la Virgen Purísima Madre
de Dios, se empeña en vivir "en obsequio de Jesucristo"
con los mismos sentimientos de intimidad y profundidad de
relación que tuvo María.
Este grupo de ermitaños laicos para tener una
cierta estabilidad jurídica se dirigió al Patriarca
de Jerusalén, Alberto Avogadro (1150-1214), residente
en aquel tiempo en San Juan de Acre, en las cercanías
del Monte Carmelo. Hacia el 1206 - 1214, Avogrado dio a los
eremitas del Carmelo una regla de vida con el ideal del Carmelo:
trabajo, meditación de las Sagradas Escrituras, vida
contemplativa. Los Carmelitas tenían como ideal
vivir en la forma de Elías y de la Virgen Santísima
a la que tenían gran veneración bajo el título
de la Virgen del Carmen. Sucesivas
aprobaciones de esta norma de vida por parte de varios papas
ayudaron al proceso de transformación del grupo hacia
una Orden Religiosa, cosa que aconteció con la aprobación
definitiva de tal texto como Regla por Inocencio IV en el
1247. La Orden del Carmelo fue de este modo inserta en la
corriente de las Ordenes Mendicantes.
Por la invasión de los sarracenos, los Carmelitas se
vieron obligados a abandonar el Monte Carmelo. Los que permanecieron
fueron masacrados. Una antigua tradición nos dice que
antes de partir se les apareció la Virgen mientras
cantaban el Salve Regina y ella prometió ser para ellos
su Estrella del Mar. Muchos cruzados que regresaban
a su patria también conocieron y llevaron con ellos
la devoción a la Virgen del Carmelo.
En 1241 el Barón de Grey de Inglaterra regresaba de
las Cruzadas en Palestina trayendo consigo un grupo de religiosos
del Monte Carmelo a los que les obsequió una mansión
en Aylesford. Diez años más tarde ocurrió
allí la aparición de Nuestra Señora a
Simón Stock dándole el Escapulario Carmelita
que siempre llevan. Los Carmelitas buscan desde Aylesford,
Inglaterra, propagar su espiritualidad por el continente.
En el siglo XIII, Inocencio IV concede a los Carmelitas el
privilegio de ser incluidos entre las Órdenes mendicantes
(junto con los Franciscanos y Dominicos).
Los Carmelitas son una orden mixta que se sitúa
entre la Cartuja y los Franciscanos. La orden ha pasado muchas
pruebas. Durante el cisma del Occidente el Carmelo quedó
dividido en dos obediencias. Fueron reformados por Jean Soreth
quien inició las fundaciones en Holanda, Bélgica
y Francia. Pero la gran reforma ocurrió con Santa Teresa
de Jesús y San Juan de la Cruz. Comienza en el Carmelo
de la Encarnación en Ávila, España y
se propaga con el beneplácito de Pío IV en 1562
por todos los carmelos. La nueva regla elimina las concesiones
hechas al mundo y retorna a la vida centrada en Dios con toda
sencillez y pobreza como la de los primeros eremitas del Monte
Carmelo. El fin de Santa Teresa fue darse del todo a
Dios en profunda oración. San Juan de la Cruz sigue
a Santa Teresa creando en Duruelo el primer monasterio de
carmelitas "descalzos". La Revolución
Francesa acabó con centenares de conventos y mandó
a la muerte a muchos religiosos. Han sufrido también
a manos de los rojos en España como en todos los lugares
donde la fe católica ha sido perseguida. Abonado
por los sufrimientos y las persecuciones, el árbol
plantado en el Carmelo sigue dando exquisito fruto en nuestros
días. La vida carmelita es consagración a la
oración y contemplación, también al estudio.
(http://www.parroquiasantateresita.com/final/origenes.htm
).
El escapulario. Los símbolos
En nuestra vida cotidiana estamos relacionados con
los símbolos y signos. Por medio de gestos, acciones
y signos trasmitimos cosas muy profundas y reales. Esto nos
permite un enriquecimiento muy distinto en nuestra comunicación
y comprensión que no sería posible mediante
la palabra o la escritura solas. Al compartir la mesa, el
mate, o al celebrar un aniversario con nuestros seres queridos,
notamos cómo a través de estos gestos re-significamos
o re-actualizamos nuestras vidas en niveles de profunda intimidad
que dependen de las experiencias individuales. En nuestra
vida cristiana también contamos con signos y símbolos.
Por ejemplo, la cruz, el pan, el agua. Ante su presencia se
actualizan en nosotros hechos, vivencias, experiencias del
pasado que fueron expresadas por Jesús o los cristianos
de las primeras comunidades y que por medio del signo o símbolo,
se nos permite comprender realidades profundas en nuestro
hoy, que están más allá, que no vemos
o tocamos inmediatamente. Estas realidades invisibles están
ahí, presente en los acontecimientos que celebramos
en nuestra vida.
El escapulario
La liturgia cristiana es muy rica en signos y símbolos.
Como símbolo que se destaca se encuentran los sacramentos,
los cuales nos confieren la gracia que santifica nuestra vida.
En segundo orden encontramos a los sacramentales, con los
cuales nos disponemos a recibir los efectos principales de
los sacramentos. Entre los sacramentales es donde se encuentra
el Escapulario. Como signo expresa nuestra identidad con la
fraternidad del Carmelo y nuestro compromiso a vivir según
el carisma de esta Familia religiosa, en amistad con Dios,
Jesús y María. Como sacramental alimenta nuestra
esperanza de encuentro con Dios en esta vida y la futura.
Asimismo, durante siglos la devoción carmelita a María
ha estado vinculada al escapulario. Ella está vinculada
a una venerable tradición de la Orden, la visión
de San Simón Stock, que se remonta a finales del siglo
XIV e inicio XV. Según esta tradición la Virgen
se habría aparecido a San Simón Stock, llevando
el Escapulario en la mano y diciéndole: “Quien
muera con este signo estará salvo”. Es decir,
aquellos que formasen parte de la Orden y recibieran y usasen
el hábito, que es símbolo de pertenencia a ella,
serían salvos definitivamente. Al mismo tiempo, la
enseñanza de la Iglesia sobre María afirma:
un verdadero devoto de María se salva. Así entendido,
el Escapulario concretiza para nosotros la maternidad espiritual
de María que nos protege en la vida, nos salva en la
muerte e intercede después de la muerte.
El Escapulario: expansión del Carmelo
En el Medioevo muchos cristianos querían
unirse a las Ordenes religiosas fundadas entonces: Franciscanos,
Dominicos, Agustinos, Carmelitas. Surgió un laicado
asociado a ellas mediante las Cofradías.
Las Ordenes religiosas trataron de dar a los laicos un signo
de afiliación y de participación en su espiritualidad
y carisma. Este signo estaba constituido por una parte significativa
del hábito: capa, cordón, escapulario. Entre
los Carmelitas se estableció el Escapulario, en forma
reducida, como expresión de pertenencia a la Orden
y de compartir su devoción mariana. Actualmente el
Escapulario de la Virgen del Carmen es un signo aprobado por
la Iglesia y propuesto por la Orden Carmelitana como manifestación
del amor de María por nosotros y como expresión
de confianza filial por parte nuestra en Ella, cuya vida queremos
imitar. El "Escapulario" en su origen era un delantal
que los frailes vestían sobre el hábito religioso
durante el trabajo manual. Con el tiempo asumió el
significado simbólico de querer llevar la cruz de cada
día, como los verdaderos seguidores de Jesús.
En algunas Ordenes religiosas, como el Carmelo se convirtió
en el signo de la decisión de vivir la vida como siervos
de Cristo y de Maria. El Escapulario simbolizó el vínculo
especial de los Carmelitas a María, Madre del Señor,
expresando la confianza en su materna protección y
el deseo de seguir su ejemplo de donación a Cristo
y a los demás.
Así se ha transformadoen un signo Mariano por excelencia.
(Sigue en http://www.carmeloargentino.org.ar/escapulario.html
)
El himno o cántico tradicional de los Carmelitas
a María es el Flor del Carmelo (Flos Carmeli),
compuesto por San Simón Stock en el s. XIII, a quien
la Virgen diera el santo escapulario del carmen como signo
de su maternal cuidado. << Flor del Carmelo, Viña
florida, Esplendor del cielo, Virgen fecunda de modo singular.
¡Oh, Madre tierna! Intacta de hombre, a los carmelitas
proteja tu nombre Estrella del Mar >>. (http://www.carmeloargentino.org.ar/virgendelcarmen.html)
La Madonna del Carmelo.
Il monte Carmelo, in Palestina, fin dall’antichità
fu meta di eremiti; qui dimorò il primo profeta d'Israele,
Elia, che nel IX secolo a.C. ebbe la visione della Vergine
che si alzava come una piccola nube dalla terra verso il monte,
portando la pioggia e salvando Israele dalla siccità.
Qui dopo la morte di Cristo si ritirarono a vita eremitica
alcuni cristiani che dedicarono il primo tempio di culto alla
Vergine Maria.
Ecco quindi il dipinto di Pietro Novelli a documentare la
storia e la devozione verso la Madonna del Carmelo, olio su
tela del 1641 conservato nel Museo Diocesano di Palermo. L'opera
illustra l'apparizione a S. Simone Stock della Madre di Dio,
il 16 luglio 1251, accompagnata da una moltitudine di angeli
mentre, tenendo in mano lo scapolare, gli dice: “Questo
è il privilegio che io concedo a te e a tutti i carmelitani;
chiunque morirà con questo Scapolare non patirà
il fuoco eterno”. S. Simone si trova a destra nel dipinto,
in piedi, e riceve lo scapolare dalle mani della Madonna e
del Bambino, a significare l'intercessione di Maria e la concessione
da parte di Gesù della speciale protezione ai suoi
devoti in fin di vita. Questo privilegio sarebbe poi stato
confermato dalla Bolla sabatina di Papa Giovanni XXII, nel
marzo 1322 (con la promessa della liberazione da ogni pena
il sabato successivo alla morte). La luce speciale che nel
dipinto sovrasta la Vergine è segno eloquente della
festa celeste legata a tale predilezione amorosa e il nugolo
di angeli recanti simboli e cartigli ne attesta la gioia.
Per questo S. Angelo di Gerusalemme, in ginocchio, sembra
intento con il suo “Corale” a dirigere il trio
di angeli collocati in basso. Di questo non sembrano partecipi
le due sante sulla sinistra, S. Maria Maddalena de’
Pazzi e S. Teresa d'Avila, assorte quasi in estasi nella visione
della Vergine.
Dipinto di Pietro Novelli a documentare la storia e la devozione
verso la Madonna del Carmelo,
olio su tela del 1641 conservato nel Museo Diocesano di Palermo.
Quando crollò in Terrasanta il “regno latino”
(1291) i carmelitani si trasferirono in Europa, ma si trovarono
ignorati e trascurati non potendo appellarsi ad un fondatore.
Essi si dedicarono alla meditazione sulla Maternità
di Maria e sul mistero della Verginità; per questo
vennero riconosciuti come “frati di Maria del Monte
Carmelo”. Di qui l'approvazione della Chiesa per la
devozione dello Scapolare, come riconoscimento della Maternità
della Madonna sulla Chiesa e sui fedeli e la sua funzione
intercessoria: stimolo e incoraggiamento alla fede e ai comportamenti
che ne conseguono. E come fin dalle origini nella Congregazione
del Carmelo ha avuto un ruolo centrale la festa dell'Annunciazione,
ancor oggi molte chiese portano la dedicazione a questo evento
fondamentale della vita della Vergine. In alcune zone dell'Italia
settentrionale la Madonna del Monte Carmelo è denominata
Madonna della Cintura, come a significare il forte abbraccio
materno con il quale avvolge i suoi devoti. Numerose parrocchie
nella festività del 16 luglio, raccolgono le “iscrizioni”
alla Confraternita del Carmine, una sorta di grande famiglia
di fedeli che ogni anno conferma il suo sì a Maria.
[Ines Zanini e Marcellino Campara. (L’AMICO. Periodico
dell’Opera Don Calabria. Novembre - Dicembre 2011]
San Simone Stock
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