Adelmo Piardi (1890)
Adelmo Piardi (1890 – Milovice
- Boemia, 1918)
Nome: ADELMO
Cognome: PIARDI
Data di Nascita: 1890
Luogo di Nascita: NOVELLARA
Luogo Sepoltura: MILOVICE - CIMITERO MILITARE
ITALIANO
Data Decesso: 5/3/1918.
Luogo Decesso: MILOVICE
Questi i dati comunicati dal Commissariato Generale Onoranze
Caduti in Guerra. Notizie sulle sepolture dei Caduti in Guerra.
(Disponibilità, Novembre 2009. Roma, 19 Luglio 2010)
(****). Vedi le esatte generalità di ADELMO, comunicate
dal Comune di Novellara (Reggio E.)
MILOVICE dov'è?
Milovice è una città
della Repubblica Ceca di 8.712 abitanti del distretto di Nymburk,
nella regione della Boemia centrale.
Monumenti: Italský vojenský hrbitov
(Cimitero militare italiano) - si trova a sud-ovest
della città e fu un campo di prigionia italiano e russo
durante la Prima Guerra Mondiale. Vennero internati quasi
20.000 uomini, molti dei quali morirono per epidemie di tifo
e per fame. Nel cimitero vennero sepolti 5.170 soldati italiani,
521 russi e 51 serbi.
Cimitero di Milovice, Praga
Campo di prigionia e cimitero di
Milovice (Repubblica Ceca). Il campo di prigionia
di Milovice (un tempo Milowitz, Boemia) si trova oggi a circa
30 Km da Praga, nella contrada di Nove Benadke (provincia
di Nymburk); divenne luogo di deportazione per i prigionieri
di guerra già nel 1800 durante la campagna di Napoleone
contro la Russia e lo rimase almeno fino alla seconda guerra
mondiale. L'interesse militare della zona risale al
1904, quando l'Impero Austro-Ungarico acquistò il terreno
dell'intero villaggio, allestendo un poligono di tiro, mentre
gli alloggiamenti vennero destinati ai prigionieri di guerra,
prevalentemente russi e serbi. Durante grande guerra transitarono
in questo campo almeno ventimila prigionieri di diverse nazionalità,
tantissimi gli italiani; da un documento del 10 gennaio 1918
risulta che erano presenti ben 15363 prigionieri italiani.
A Milovice erano presenti ben tre campi di prigionia, i prigionieri
italiani affluirono a migliaia dopo la rotta di Caporetto
e provenivano in gran parte dal centro di smistamento di Sigmundsherberg,
in Austria. I Caduti italiani dei quali sono state registrate
precise annotazioni biografiche sono 5169, si ipotizza
che il numero complessivo sia di circa settemila. Le cause
di morte sono per ferite di guerra, per malattie epidemiche
causate da mancanza totale d’igiene e, soprattutto,
di fame perché alle scarse scorte alimentari somministrate
dagli austro/ungarici ai prigionieri quasi mai si aggiungevano
i viveri che per accordi internazionali avrebbero dovuto giungere
dall’Italia.
Già dal 1915 i prigionieri che decedevano nel campo
di prigionia di Milowitz venivano seppelliti nel Cimitero
Militare, mentre in precedenza i Soldati austro-ungarici e
i prigionieri di guerra russi venivano sepolti nel cimitero
civile della stessa località.
Nel 1991, in seguito alla smilitarizzazione dell'area, è
stato ripristinato il cimitero ed è possibile accedervi
senza permessi. Nel 1996 è stato pure inaugurato un
museo, con cimeli e documenti relativi alla storia di Milovice.
[Da: http://cadutiborgonovo.altervista.org/luoghi/Milowitz.htm]
VECCHIA CHIESA DEL CAMPO MILITARE di MILOVICE
(Da http://bartesaghiverderiostoria.blogspot.com/2009/12/il-campo-di-prigionia-di-milovice-rep.html
)
(****).
COMUNE DI NOVELLARA (Reggio nell’Emilia).
<< ADELMO PIARDI nato a Pomponesco il 26 giugno 1890
di Carlo e Franchi Carolina.
E' arrivato a Novellara il 17 aprile 1913 da Gualtieri (RE).
Muratore. Si è sposato a Novellara il 24 luglio 1915
con Parmiggiani Irene nata a Novellara il 15 settembre 1891
di Fermo e Brioni Annunciata.
Ha avuto due figlie: Rosina nata a Novellara il 5 aprile 1914
e Anna nata a Novellara il 12 novembre 1915 e morta a Novellara
il 9 agosto 1916. Cordialmente Marzia Moreni (archivio Storico)>>.
Comune di NOVELLARA (Reggio Emilia), 20 settembre 2011.
IL CAMPO DI PRIGIONIA DI MILOVICE (Prepubblica CECA)
(Secondo il lavoro curato da Beniamino Colnaghi)
SULL’ANTICO POLIGONO MILITARE DI MILOVICE -
IL CAMPO DI PRIGIONIA DI MOLTI ITALIANI
Milovice, anticamente Milowitz, che nel XV/XVI secolo
era il capoluogo di una Contea con un annesso maniero, divenne,
fin dalla campagna di Napoleone contro la Russia nel 1800,
luogo di deportazione dei prigionieri di guerra. A partire
dal 1848, il nome Milovice (provincia di Nymburk, Repubblica
Ceca) è stato associato alle forze del Patto di Varsavia,
che qui vi avevano collocato il proprio comando occidentale,
nonché una base logistica di notevole importanza e
praticamente inaccessibile. Milovice era tuttavia noto a moltissime
famiglie italiane, russe e serbe poiché lì vi
finirono, a partire dal 1914, molti dei prigionieri del fronte
austriaco durante la I Guerra Mondiale.
Originariamente l'area adiacente al villaggio di Milovice,
chiamata in origine Starý Benátky, non era destinata
a campo di prigionia, ma alle esercitazioni di tiro dell'artiglieria.
La raccolta ed il concentramento di prigionieri non fu effettuato
quindi, come spesso all'epoca, in aree create appositamente,
ma in questo caso furono sfruttati gli spazi e le infrastrutture
del preesistente poligono militare austro-ungarico. Agli inizi
del XX secolo l'unico poligono di grandi dimensioni della
monarchia asburgica si trovava in territorio ungherese, ad
Hajmaskér. Tale poligono era destinato alle esercitazioni
di tiro di artiglieria, ma non era sufficiente a tutte le
esigenze militari a causa sia dell'accrescersi di intensità
delle esercitazioni e sia per la notevole distanza di tale
località dai singoli comandi d'armata austro-ungarici.
Le esercitazioni leggere erano di solito effettuate in territori
molto limitati situati in prossimità delle singole
caserme cosicché l'erario austro-ungarico era costretto
a prendere in affitto, sia da privati sia dalle amministrazioni
locali, terreni da destinare temporaneamente alle esercitazioni
con tiro a fuoco della fanteria. Nel 1903 cominciarono le
trattative per allestire a Milovice un nuovo poligono, ovvero
furono contattati dall'erario militare i vari proprietari
di terreni e di immobili della zona. Nel 1904 furono quindi
conclusi i contratti di acquisto e gli abitanti di un intero
villaggio, Mladá, furono trasferiti altrove. Gran parte
dei terreni appartenevano in origine alla famiglia Thun-Hohenstein,
già però fortemente indebitata con la Länderbank
austriaca, che quindi provvide ad incassare la maggior parte
dei proventi dell'erario militare. A fine anno l'estensione
del poligono raggiunse i 35 km², destinati comunque ad
accrescere nel corso degli anni. Le prime strutture furono
immediatamente allestite subito dopo l'acquisto nel 1904 e
furono collocate su un lieve pendio. Il primo quartiere era
composto di 43 edifici ad un piano in mattoni destinati in
massima parte all'alloggiamento delle truppe. Quattro edifici
furono divisi in appartamenti destinati ai militari di carriera.
Fu anche costruito un ospedale e, ad una certa distanza, un
padiglione di isolamento. Non mancavano inoltre stalle per
cavalli, officine di vario tipo ed un edificio per i bagni
termali. Nel poligono non ci fu mai una guarnigione fissa
e gli edifici erano occupati in maniera temporanea dalle truppe
che si esercitavano al tiro a fuoco. Il complesso poteva ospitare
2 reggimenti di fanteria ed un battaglione di cacciatori,
ovvero all'incirca 3400 uomini.
La costruzione del I campo di Milovice fu realizzata in tempi
brevissimi, con la supervisione degli ufficiali dello stato
maggiore austro-ungarico, comandati dal cav. Von Czibulka,
ex comandante dell'VIII corpo d'armata di Praga. Il comando
della base si sistemò nel villaggio di Lipník,
ai confini del poligono e distante 9 km da Milovice. E' inoltre
necessario aggiungere che Milovice, fino a quel momento villaggio
di nessuna importanza, con la nascita del poligono subì
una profonda trasformazione. Dopo il 1904 qui vi sorsero (così
come in alcuni altri villaggi vicini) una chiesa, una casa
parrocchiale e la posta. Si sviluppò inoltre il commercio
e sorsero svariate botteghe artigiane e luoghi di ristoro.
Ne profittarono in particolare gli agricoltori, che, oltre
a fornire di generi alimentari l'esercito, affittavano cavalli
e locali durante i periodi di affollamento di truppe, ovvero
dalla primavera all'autunno. Allo scoppio della I guerra mondiale
si assistette ad una serie di cambiamenti nella struttura
del poligono. Sebbene continuasse l'afflusso delle truppe
destinate alle esercitazioni per il tiro a fuoco, queste non
furono più alloggiate nel campo poiché cominciarono
ad affluire allo stesso tempo un numero imprevisto di prigionieri
di guerra, all'epoca in prevalenza russi e serbi. Nei primi
tre mesi di guerra i prigionieri alloggiati a Milovice ammontavano
già a 5.000. Nell'autunno del 1914 l'erario austro-ungarico
fu quindi costretto ad avviare la costruzione di nuove baracche
per i prigionieri di guerra. Ad ovest del campo numero I,
su di un lieve pendio, fu costruito il cosiddetto campo di
prigionia numero II composto di 101 edifici. Questi erano
in legno con pareti rivestite di carta catramata e fondamenta
in mattoni. La costruzione fu affidata ai contadini della
zona ed ai prigionieri russi. Le baracche erano lunghe dai
30 ai 45 metri ed erano larghe 10. In ogni baracca potevano
essere alloggiati dai 200 ai 300 uomini. Nel campo c'erano
inoltre cucine, vasche per l'igiene personale e per il lavaggio
dei vestiti, ed altri tipi di servizi. Sono conservate ancora
alcune circolari imperiali in cui veniva stabilito che il
campo, nonostante la sua sobrietà, dovesse risultare
pienamente funzionante.
Gli ufficiali prigionieri furono invece collocati nel campo
I. Allo scoppio della guerra con l'Italia, a causa del continuo
affluire di prigionieri, fu costruito il campo III. In questo
campo furono costruite 46 baracche dello stesso tipo del campo
II. Secondo le registrazioni del campo, al 19 giugno del 1915
erano presenti nel campo già 25.391 prigionieri di
varie nazionalità. Sempre nel 1915 fu costruito il
cimitero militare.
Nel secondo rendiconto annuale del 1916 si riporta che per
quell'anno avevano soggiornato nel campo 46.000 prigionieri.
Dall'ottobre del '17, ovvero dopo lo sfondamento di Caporetto,
la situazione nel campo di prigionia divenne complessa per
le autorità del campo stesso e più che drammatica
per i prigionieri. Un documento del febbraio 1918 riporta
che al 27 novembre del 1917 i prigionieri erano in tutto 6.073,
mentre al 10 gennaio il loro numero ufficiale era già
salito a 15.363, creando non poche complicazioni alle autorità
austriache che non riuscirono a sfamare in nessun modo i prigionieri,
che così patirono la fame e enormi sofferenze.
CONDIZIONI DI LAVORO DEI PRIGIONIERI DI GUERRA.
Una parte dei prigionieri di guerra veniva utilizzata
nel campo per eseguire soprattutto lavori di costruzione o
di spianamento. L'orario di lavoro sarebbe dovuto corrispondere
a quello dei lavoratori civili. A causa dell'alimentazione
ridotta la loro produttività veniva però considerata
molto scarsa. A tal proposito una commissione ministeriale
imperiale in visita nell'aprile del 1918 a Milovice nota come
più prigionieri italiani svolgevano lavori che in condizioni
normali avrebbero svolto molte meno persone.
In panetteria, ad esempio, erano impiegati 50 prigionieri
italiani che giornalmente preparavano 4000 pezzi di pane.
Il loro guardiano era un fornaio di professione che alla domanda
del presidente della commissione di controllo di quanti uomini
gli sarebbero bastati in condizioni normali afferma: "
in tutto 4".
L'ALIMENTAZIONE DEI PRIGIONIERI.
Nelle cucine del campo erano ammessi al lavoro anche
quei prigionieri di guerra che come impiego civile erano stati
cuochi, fornai o macellai. Nelle circolari è spesso
ricordato che la dieta deve essere sufficiente affinché
non sia compromesso lo stato di salute del prigioniero di
guerra.
L'ASSISTENZA MEDICA AI PRIGIONIERI DI GUERRA.
L'amministrazione autro-ungarica considerava tre
tipi di malati: a) coloro i quali erano già in cattive
condizioni fisiche prima di essere fatti prigionieri; b) coloro
che erano stati feriti poco prima di essere fatti prigionieri;
c) coloro che si erano ammalati nel campo stesso. Fu il terzo
tipo di ammalati ad essere il più frequente. Ben presto,
oltre all'ospedale, 10 baracche vennero trasformate in lazzaretto
ed altre 2 quali reparti di isolamento per i casi di infezione.
A Milovice venivano inoltre concentrati anche gli ammalati
provenienti da altri campi della Boemia centro-occidentale.
Nel 1916 l'ospedale già contava 874 ammalati permanenti.
Fu quindi in fretta fornito di nuove attrezzature corrispondenti
agli standard dell'epoca. Dal primo novembre 1914 fino al
31 dicembre 1915 risultavano essere stati in cura 5048 pazienti,
mentre erano stati effettuati nello stesso periodo 239.676
interventi ambulanti, compresi quelli ai denti. Le diagnosi
prevalenti riguardavano: polmonite, meningite, malattie dell'apparato
digerente, deficit cardiaco, infarto, edema polmonare, tbc,
tifo, spagnola, febbre purpurica, indebolimento generale,
colera, ecc. A causa del crescente numero di ammalati, alla
fine del 1916 furono assegnati all'ospedale del campo altri
due medici provenienti dall'ospedale della riserva di Kolín.
Furono stabilite severe misure preventive contro il diffondersi
delle malattie infettive. Nel campo operavano sei disinfettori
mobili, nei quali era possibile disinfettare gli indumenti.
I prigionieri di guerra infetti, o sospetti di infezione,
venivano separati dagli altri. Tutte queste misure risultarono
però inutili e le infezioni si diffusero in maniera
sempre più travolgente. Gli italiani inoltre, a differenza
dei russi e dei serbi, abituati ai climi rigidi, patirono
più di questi ultimi le privazioni della prigionia.
La mortalità degli italiani ammontava quindi a minimo
3-5 prigionieri al giorno, con periodi in cui si arrivava
ad oltre trenta casi giornalieri.
I Caduti venivano inizialmente inumati in bare e singolarmente.
Successivamente, dopo i primi sessantaquattro decessi, furono
sepolti in fosse comuni e senza bare. La morte del prigioniero
veniva diligentemente registrata e veniva emesso un certificato
di morte. In questo documento veniva riportato il nome, il
cognome, il luogo di morte, il reparto di appartenenza, il
grado, la data di nascita, l'indirizzo, lo stato civile, il
credo religioso, la nazionalità, l'impiego, la causa
di morte, il nome del medico che aveva diagnosticato la morte,
il curato che aveva assistito al rito funebre.
L'ASSISTENZA SPIRITUALE.
Nel campo operavano dieci curati appartenenti alle diverse
religioni a cui appartenevano i prigionieri. Alcuni di loro
erano anche dottori in teologia. Le celebrazioni religiose
erano differenziate a seconda della liturgia. Per gli ebrei
era inoltre previsto il Kocher ed il sabato festivo. I rispettivi
curati assistevano a tutti i funerali dei Caduti, così
come previsto anche dall'ordinamento interno del campo. Al
funerale di tutti i morti italiani partecipò anche
il prete cattolico di Milovice, padre Pavel Švankmaier.
LA VITA CULTURALE NEL CAMPO.
La Croce Rossa internazionale poteva rifornire i prigionieri
di libri e di giornali di carattere non politico. I prigionieri
italiani inoltre formarono una banda militare, grazie agli
strumenti donati sia dalla popolazione locale che dalla stessa
amministrazione militare austro-ungarica. La banda era spesso
presente ai funerali; intervenne quando fu firmata la pace
tra russi ed austro-ungarici, quando furono rimpatriati i
prigionieri russi e quando furono rimpatriati, alla fine dalla
guerra, i primi prigionieri italiani.
IL CIMITERO.
Il cimitero militare fu costruito nel 1915. La sua estensione
è di 5.000 mq. Secondo alcuni documenti il numero dei
Caduti italiani ammonterebbe a circa 5.200. A questo numero
devono aggiungersi i 182 italiani esumati nel maggio del 1927
dal cimitero di Broumov e concentrati a Milovice. Dal 1919,
ogni anno, nei primi giorni di novembre, veniva reso onore
ai Caduti. Tale tradizione, con tutti i suoi fasti, è
stata ripresa a partire dal novembre 1991, anno in cui fu
ricostruito il cimitero ove riposano le già dette salme
italiane. L'inaugurazione del neo restaurato monumento ai
Caduti d'Italia risale al 29 ottobre 1922. La nuova sala di
esposizione, con cimeli e documenti originali sul campo di
Milovice è stata inaugurata il 2 novembre 1996, mentre
la strada che conduce al cimitero è stata intitolata
Via Italia.(Beniamino Colnaghi). Giovedì 3 dicembre
2009.
Milovice, cerimonia al monumento ai soldati italiani nel cimitero militare. Nov. 2015
Milovice, 2012 cerimonia in onore dei Caduti
Noi PIARDI di www.piardi.org proponiamo soltanto il testo
del lavoro di Colnaghi;
per le pagine originali corredate da significative foto rinviamo
a http://bartesaghiverderiostoria.blogspot.com/2009/12/il-campo-di-prigionia-di-milovice-rep.html
Annuale manifestazione di ricordo dei Caduti italiani a MILOVICE a cura dell'ANA - Associazione Nazionale Alpini, Sezione di BELLUNO e di CONNEGLIANO Veneto. (Foto concesse della Redazione nazionale del mensile L'ALPINO, dell'ANA, in data 10 febbraio 2016)
Milovice, 2014 cerimonia al monumento ai caduti italiani
Milovice, 2014 cerimonia al monumento ai caduti italiani
top
|