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Questo sito nasce da un'idea di Achille Piardi, il quale dopo anni di ricerche e dopo aver redatto una prima versione della biografia sulla Famiglia Piardi è alla costante ricerca di nuove informazioni... se anche tu sei un Piardi... continua a navigare tra queste pagine!!!


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Angela Giulia Piardi

INDICE DEI PERSONAGGI


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Angela Giulia Piardi

Di Achille Domenico e Angela Camilla Ghedi, nata a Gussago il 4 marzo 1910 e coniugata nel 1929 con Faustino Serina del 1906 (deceduto il 16 marzo 1990). GIULIA va in casa della famiglia di Fausto Serina, ove vi sono sette uomini da seguire. Ha un figlio, Mario (1931), che decede al terzo mese di vita. Più tardi, vivono nella sua casa i nipoti Mario e poi, ancora oggi (6 aprile1998), Luigina Serina sposata Gigola. Successivamente, negli anni '60, svolge attività di trattoria all'insegna "Stella Alpina" nei pressi dell'Ospedale Richiedei a Gussago; in questa attività presta la sua opera Rosangela Piardi figlia del fratello Francesco. Nel 1997, dopo alterne conduzioni, la trattoria viene ceduta in gestione ad un Franzoni, nipote di Lino (Natalino)figlio di Pietro del Tei (vedi). Angela Giulia PiardiQuesti Franzoni si 'imparentano' con i Piardi, per mezzo di Angelo padre di Pietro. Nel corso dell'intervista avvenuta in Gussago il 6 aprile 1998, Giulia ricorda: " "Ernesto, mio nonno, aveva la passione per le api, nel suo cortile della casa di Navezze teneva gli alveari, in una zona particolare, dove batteva sempre il sole, vicino all'abitazione di Nusèn Melù (vedi). Lo aiutava in questo compito mio padre Achille (1880).
Nel periodo in cui io ero in grado di capire mi sono sempre state presenti le difficoltà in cui la famiglia si trovava, diversamente da prima. Mio nonno, mi dicevano che avesse fatto il maestro, ma non credo a Gussago. Il conto della farmacia lo pagavamo una volta all'anno in occasione del ricavato della vendemmia. I miei genitori sono mancati giovani e a soli quindici mesi di distanza l'uno dall'altro. Per un bel periodo di anni hanno svolto l'attività di osteria stagionale, èl licinsì, in quella vecchia casa paterna di Navezze. Ricordo bene il nonno Ernesto (**) ma la nonna no. Ricordo, pure, la Lisa Piardi (Ndr Elisa figlia di Cesare di Andrea 'Catanì') che faceva l'oste a Brescia, era una donna molto decisa, capace e battagliera di alta statura. Veniva spesso da noi a Gussago, meglio a Navezze, almeno fino a quando io sono stata in casa, prima che mi sposassi (1929). Il nonno, rivolgendosi al curatore della ricerca, Achille ed anche i fratelli miei lavoravano molto la campagna, anch'io per la verità, ma alla fine non vedevamo mai una lira, il lavoro era tanto e sparso su diversi appezzamenti di nostra proprietà od anche in affitto come èl tèré al Barc sö la svolta, ma l'era mia èl nost, chèl dèl Batocol, de la Fam e a Val Mort se, chi le iera i noscc. Mio papà Achille non voleva che i suoi figli andassero a lavorare "sota padrù" … perché avevamo noi tanto terreno da lavorare, invece, se avesse concesso almeno a uno o due di andare a lavorare da altri, avremmo forse potuto vivere una vita più comoda.
E' vero, noi di terreno ne avevamo dappertutto oltre a quelli che ho detto anche a Casaglio, in Pendulina, el ruc dèl Medol oltre ai nostri che ancora avevamo a Navezze. Non voleva, nemmeno, che Marianna, mia sorella, andasse a studiare, anche se vi era chi gli aveva promesso libri per poter imparare… poi è andata alla fabbrica Breda Meccanica. Il nonno ha brontolato molto ma di fronte all'affermazione decisa di Marianna "se tu non vuoi che vada a lavorare, io mi ritiro da sola", ha dovuto cedere. La nonna (mia madre Angela) era una buona donna ma spesso aveva difficoltà a far quadrare il bilancio di casa e sovente per desinare … la naa èn dè l'ort, èn dèl Brulet dè re dè le cà (Broletto poi dei Rossini detti Bei). Mi sono sposata nel 1929, il 28 di dicembre, non mi ricordo dove sono andata in viaggio di nozze, però crède dè Neeze a che (Villa). <>. Ndr. appare sulle labbra di Giulia un flebile sorriso e poi ammette: Sì, sono andata a Castiglione col birocc ma tre mes dopo. infatti, quando il mio sposo Fausto è andato ad aiutare lo zio Vigo (Lodovico) a tirà le trape, a Castigliù, so nada en zo po a me, crède a la fì de fèbrer… a daga na ma a fa sö la legna dè le trape. (Lodovico era fratello scapolo del padre di mio marito, il quale accudiva e coltivava i terreni di proprietà della curia vescovile di Mantova). (…). Le nostre case su a Navezze ove ha vissuto mio nonno, oltre a mio padre, e ove noi tutti siamo nati, quelle di sopra, ove poi hanno abitato i Bei, Rossini, e quelle di sotto ove è vissuto sino alla morte mio papà Achille ed anche la mia mamma, sono state comprate da altri, in particolare le nostre, quelle a sud, da Nusen Melù, già proprietario di una parte dei fabbricati del cortile, fratello del Magher Zanotti.
Le case a nord, invece, ove noi da ragazze andavamo a dormire, sono state acquistate da Palasà Codenotti. Dopo aver vissuto io a Villa, alla casa Serina, all'età di cinquant'anni ho iniziato la conduzione della trattoria denominata Stella Alpina nei pressi dell'ospedale Richiedei al tempo in cui l'ospedale si stava allargando fino al momento in cui fu avviata la IV Divisione di Medicina degli Spedali Civili di Brescia. Attività che poi ho ceduto di lì a pochi anni. Altri Piardi da me conosciuti sono pochi, però ricordo che in occasione delle mia vacanze estive in Val Palot mi sono recata una qualche volta al rifugio posto al Colle di San Zeno ove ho avuto occasione di conoscere la Diaregina Piardi, conduttrice del Rifugio, figlia di un Piardi che mi dicevano essere molto noto. (Ndr.: vedi Grillo, Giovan Maria Piardi di Pezzaze). - vedi pure la Sezione Pezzaze, in questo sito - Un pensiero di grande rilievo va a mia sorella Marianna; "… el faa mei lasala chè, le la gnia sèmper che a la me cà a truam … la sa desfaa pèr i oter; söl laurà i ga ülia be tocc, i la unurada tocc, la ghia al merit!". Aveva la parola giusta al momento giusto. Tornando indietro sottolineo che mio padre, Achille, andò in guerra '15/18 nonostante avesse già sette figli e tutti piccoli e avesse già compiuto 35 anni di età. Tornò dalla guerra e sempre ebbe problemi con le gambe ed i piedi a causa di un congelamento. Tuttavia per soddisfazione personale, per imporsi, per una certa dignità di uomo oltre che del casato aveva comperato un cavallo col carretto e io andavo sempre con lui, sino al 1929, ero io che lo portavo, mi prendeva sempre con sé poiché io guidavo il carretto e tenevo le redini, lui non guidava. Papà occupava una carica pubblica importante, forse tra i coltivatori, non ricordo bene, e così, dovendosi spostare frequentemente, ero io a portarlo col carretto in molti dei paesi bresciani della nostra zona. Più avanti, quando io me ne andai di casa a portarlo erano i miei fratelli. Mi ricordo bene, io guidavo il carretto seduta sull'asse appoggiata sulle due sponde accanto al mio papà.
Nino, fredel del me bubà, el faa el veturì col birocc anche con sua moglie, io li vedevo spesso, soprattutto la sera quando tornavano, dal momento che abitavano, anche loro, con la famiglia, nello stesso cortile, nelle case a nord davanti al Brulet (Brolo). Ernesto, figlio di Nino, èl zio Nino, è andato in Piemonte, l'è piö nit a cà, l'è restàt là. La zia Teresa, butighera, a Navezze, sorella di mio padre, era buona con me, lo ricordo bene poiché sono stata da lei a lavorare parecchio tempo, infatti, nella sua bottega si vendeva di tutto e provvedevano anche a preparare gli insaccati, la zia aveva sposato Piero Mürachèt (Lumini). -vedi- Quando abitavamo a Navezze, se tu ricordi bene, ancora oggi, dovrebbero esserci due belle pietre lavorate alla base dell'arco, una a destra e una a sinistra, su queste pietre e su di un'altra posta accanto, söl balòt, come disiem noter, si sedevano spesso gli abitanti del cortile, certo gli anziani, ed era un luogo di aggregazione, nooter disiem i la cönta. Soprattutto nel periodo in cui i miei genitori hanno fatto osteria stagionale dentro il cortile. Sull'arco in pietra esiste ancora, infatti, la scritta "vendita de vi telequal". A meret dè balòt, en de ghè riat i squadristi …, serem dopo el '22, e el me ubà, co Nusen Melù, iera sintacc zo söl balot de la porta, el purtù, e i vülia picaga prope a lü … Ma intervenne uno di loro, il capo, certo Tomasini detto S…, impedendolo. Credo che, poi, mio padre Achille li abbia invitati in casa, assieme a Nusen, a berne un bicchiere. Come tu sai, rivolgendosi al nipote Achille Giovanni, io ho avuto solo un figlio, Mario, che è morto a tre mesi di vita quando io ero ammalata di tifo e lo accudiva, perciò, mia cognata Bèta (…). Poi non ho più potuto avere figli. Achille, mio padre, prima di morire lascia, come era solito fare in vita, alla Madonna dei Combattenti, così la chiamavano, a Navezze, un obolo per la celebrazione di Sante Messe presso la chiesa di San Vincenzo Ferreri." " Maria Luisa, Luigina, Serina nipote, presente Giulia, indicandoli in una foto d'epoca, ricorda che sono suoi "compari" di matrimonio i coniugi Mombelli (1894) di Ronco di Gussago, noti cardatori di lana, materassai; "i Sgarzì dè Ruc". Gussago, ottobre 1999. Maria Serina, Sindaco di Gussago sino al giugno 1999, così ha modo di esprimersi in presenza di Luigina Serina sposata a Luciano Gigola, sua cugina, e di altri nipoti di Angela Giulia: < Noi nipoti Serina potremmo scrivere la storia di zia Giulia. Giulia Capofamiglia dal carattere di un Generale ma dotata, al contempo, di una grande generosità. Noi nipoti abbiamo, da piccoli, vissuto con Lei ben sei anni.
Luigina ed io andavano anche a dormire con loro: zio Fausto e zia Giulia, in una camera attigua; …ricordo bene quella notte in cui, a causa di un incendio provocato dalla combustione di uno scaldino da letto, suonarono, con avviso di pericolo, le campane della chiesetta di S.Antonio dell'Asilo Nava, destando l'intera contrada di Valle Villa. Per molte stagioni, negli anni cinquanta, abbiamo potuto trascorrere le vacanze in montagna grazie al fatto che zia ci portava con se in Val Palot. Aveva una bella forza, sapeva infatti "gestire" ben nove nipoti. Quasi ogni giorno, al mattino, ci mandava da Palot a Fraine ad acquistare del pane ma, al momento di consegnarle il sacco nello stesso non vi era che, forse, un quarto del contenuto. La fame era tanta e al ritorno, cammin facendo, avevamo fatto… colazione e pranzo>. Gussago, 5 febbraio 2000. Quinta nata di undici fratelli [dopo Angelo, Giuseppe, Pietro e Giulia Angela], Angela Giulia muore a Gussago, alle ore 15 e 21 minuti di Sabato 5 febbraio 2000. Il 6 febbraio 2000 i due quotidiani locali, Brescia Oggi e Il Giornale di Brescia pubblicano, assieme ad altri, il seguente necrologio: "Il multicolore mosaico celeste Piardi fa posto a Angela Giulia Piardi decana dei Catanì gussaghesi. Gussago-Pezzaze-Argentina, 5 febbraio 2000". Ciao, arrivederci zia Micì. Noi nipoti Piardi così ti salutiamo, chiamandoti nel modo col quale ti chiamavano i tuoi fratelli e da noi appreso a partire dagli anni '30. Quando, negli anni cinquanta, da Navezze ci recavamo alla tua casa, 'n cuntrada dèl pès, ci sembrava di essere stati chissà dove… e, magari, eravamo solo di passaggio tornando da Pomer o da Zorzer, ove avevamo aiutato lo zio Gèpe nel lavoro dei campi. Chi sa il perché di tutto quel trambusto la notte di Santa Lucia di ogni anno, in quegli anni cinquanta, di cui noi, figli dei tuoi fratelli dimoranti nella tua vecchia casa paterna di Navezze, eravamo ignari testimoni …? Tu sicuramente eri presente con le altre zie nel momento in cui la Santa si accingeva a varcare il maestoso portone, dal portale in pietra di (ex) casa Piardi, desiderosa di depositarci i doni, alleggerendo l'asinello! Grazie. Per Giulia vedi I Piardi - Vol. I., anche capitolo Piardi nati a Gussago-Lettura degli atti dello stato civile:1910 nascita di Piardi Angela Giulia; 1929 matrimonio Piardi Angela Giulia. (**). ERNESTO PIARDI: detto "èl siur nano" nato a Gussago nel 1849, uno dei sei figli maschi di Andrea Catanì, il più noto (in paese) dei cinque fratelli garibaldini assieme a Giacinto, Giovanni, Cesare (uno dei noti 'Mille' di Garibaldi) ed Achille. Ernesto è padre di Achille Domenico, Nino Angelo, Brigida, Teresa e Marietta (Anna Maria Giuseppa). Vedi I Piardi - Vol. I e II. Ernesto Enrico, questo il nome corretto, sposa Maria Angela Codenotti nel 1871. Vedi I Piardi Vol. II, capitolo Piardi nati a Gussago-Lettura degli atti dello stato civile: matrimonio 1871 Piardi Ernesto Enrico; morte 1919 idem.

Angela Giulia (1910), figlia di Achille di Ernesto, nell'incontro del 1° settembre 1998 in Gussago in occasione della consegna del primo volume I Piardi, nel bel mezzo di un discorso a ricordo dei 'vecchi' soggiunge: "El me nono Ernesto l'è nit a sta 'n del löc con noter dopo …, prima 'l staa 'n dè notra cà". Ricordiamo che Ernesto, vedovo dal 1896 di Angela Codenotti, muore nel 1919 nella sua casa di via Navezze 46 (Registri di morte Comune di Gussago). Probabilmente da vedovo è tornato a vivere con i due figli Achille Domenico e Nino Angelo i quali dimoravano, come più volte ricordato nelle voci dell'opera, nella vecchia casa paterna, appunto al n. 46 di via Navezze (ora via S. Vincenzo 39).Vedi anche alla voce Erminia Piardi da Pezzaze, volume II de I Piardi. Per la vita di Ernesto vedi, anche, Vol. II, capitolo Piardi nati a Gussago-Lettura degli atti dello stato civile del Comune di Gussago, secolo XIX e XX, nascita, matrimonio e morte dei suoi cinque figli -a partire dalla nascita di Angelo Francesco Eugenio ( poi detto Nino), avvenuta l'anno 1877-, nonché quello della di lui morte avvenuta nel 1919. Vedi pure, volumi I e II de I Piardi, alla voce Andrea Piardi (1799), suo padre, documento "Costituzione d'ipoteca" a favore della madre Elisa Ogna relicta di Andrea. Ernesto ha trentun'anni d'età quando la moglie Angela Codenotti (vedi), di ventisette, dà alla luce Achille Domenico. Ernesto, possidente, svolge la professione di insegnante a Gussago.
Testimonianze attuali tramandano l'idea di questa tipica figura di gussaghese che si recava nelle campagne di proprietà vestendo l'abito della festa e viaggiando in calesse, "a tir de du" (calesse trainato da due cavalli bai), come si ricorda ancor oggi (1997), anche da Gussago a Brescia. Muore, vedovo, a sessantanove anni il 23 aprile 1919, nella sua casa quattrocentesca al numero 46 di via Navezze a Gussago, ove vivono i suoi figli e dove gli stessi continueranno a dimorare sino agli anni cinquanta inoltrati, da affittuari. Infatti, negli anni venti, come ricordano molti testimoni oculari, vivono nell'ampio cortile dell'antica casa Piardi ben trentasei ragazzi figli dei suoi figli. Solo Nino Angelo ed Achille Domenico ne ebbero rispettivamente diciotto vivi (ventuno) e undici. Con una lettera autografa datata Gussago 28 dicembre 1907, della quale si è potuto vedere l'originale, Ernesto Piardi (1849) da Gussago, figlio di Andrea Catanì (Pezzaze 1799), perora una causa a favore di: "parenti di uguale casato (…) Piardi Giuseppe di Giovanni Maria, N.d.r. giuseppe (Pezzaze 1881) di Giovanni Maria 1845, codesta città Brescia".

I "vedi" contenuti nella biografia di questo Piardi, come di tutti gli altri Personaggi delle sezione, rinviano alle 'voci' di cui alle pagine cartacee dell'opera: I PIARDI, vol. I e II editi l'anno 1998 e 2000.}


22 febbraio 2012. Mendoza (Argentina).
VINCENZA PIARDI scrive
: <Ho letto la pagina del sito I PIARDI dedicata a zia GIULIA Piardi. ... nei miei lontani ricordi c'è anche il grande cortile "Piardi" (degli anni 1935/39); la mamma mi diceva che le due cugine nate in quella casa antica dei PIARDI in quel di Navezze, furono la povera Rina di Zio Angelo (1905) ed io. Questo fra noi: mi raccontava (la mamma) che anche i barboni si sedevano sulle pietre grosse accanto al grande portone di casa; io andavo ad abbracciarli, mi riempivo di pidocchi e mi dovevano mettere con il vestitino e tutto nell'acqua, mi davano un bel bagno, aiutavano in ciò anche le zie, sorelle di papà, altrimenti i pidocchi non se ne andavano col solo intervento di mia mamma. Ciao, Vincenza>>. In verità, in casa di nonno Achille Domenico PIARDI tutti entravano, poveri e ricchi, padri di famiglia bisognosi e sacerdoti a cominciare dal Curato della sussidiaria chiesa frazionale di San San Vincenzo Ferreri: ciò che si trovava sulla tavola si divideva. Zia Maria Domenica "Marietta" (1923)sorella dei nostri papà, Pietro e Francesco, figlia di nonno Achille Domenico sempre ha testimoniato questa aperta, innata accoglienza della casa dei Piardi a Navezze. (Achille Giovanni Piardi)

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