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Questo sito nasce da un'idea di Achille Piardi, il quale dopo anni di ricerche e dopo aver redatto una prima versione della biografia sulla Famiglia Piardi è alla costante ricerca di nuove informazioni... se anche tu sei un Piardi... continua a navigare tra queste pagine!!!


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 INDICE:  VOLUME I >  VOLUME II  >  VOLUME III > VOLUME IV > VOLUME V > VOLUME VI  



Chiunque fosse interessato all'Opera (Volume I - II) può contattare il Comitato I PIARDI via S. Rocco 19 25060 Pezzaze - Stravignino - Tel. Carla Piardi 030.920388 - oppure via mail: info@piardi.org ed anche carla352@libero.it



  VOLUME III  

 I PIARDI NEL TEMPO - dimore, vita vissuta, costumi portati dai Piardi ed anche devozioni cui siamo stati capaci in più di cinque secoli di vita. 

 4. DEVOZIONI 

 4.13 Santi delle RIVIERE, Abdon e Sennen, sulle colline di Brione e Gussago.

Cronache della festa: 2007 - 2008 - 2009 - 2010 - 2011 - 2012 - 2013 - 2014 - 2016 - 2017 - 2018

RIVIERE: frazione del comune di Brione esposta al sole della sera, sopra l'abitato di Civine frazione di Gussago. Località nota a Gussago per la festa religioso popolare dei "Sancc de le Ere (Riere)" che si celebra in stagione estiva presso la cappelletta campestre.

CIVINE: frazione collinare del comune di Gussago, a nord del centro, confinante con Brione per mezzo della frazione Riviere da cui proviene Angela Camilla Ghedi.
Da Civine provengono: Giacinta Reboldi, Peroni Giulia, Giuseppe Ghedi e la famiglia Botti imparentate con i Piardi.
Di questa comunità fu parroco per ventitre anni il pezzazese Don Giovan Battista Tegotti nato il 25 aprile 1650, parente dei Piardi, pronipote del più noto Bartolomeo uno dei tre compilatori degli statuti di Pezzaze del 1529. Anche Don Giacinto Bernardelli (1863 – 1943) da Pezzaze, di famiglia imparentata con i Piardi, vi fu parroco per quarantasette anni a partire dal 1894.
<< Dal latino Civinarum, piccolo centro collinare a nord di Navezze di Gussago. (…). Si trova a quindici chilometri da Brescia, all’altitudine di 497 m. Frazione del comune di Gussago retta in parrocchia autonoma (…). Vi si costituì, in epoca medievale un piccolo borgo di boscaioli e di contadini con una piccola chiesa dedicata a San Girolamo che nel 1610 venne affidata ai curati di Gussago.
La parrocchia venne eretta con decreto vescovile del 5 settembre 1620 staccandola dalla Pieve di Gussago, pur rimanendo sotto il patronato di quel prevosto. (…). (Enc. Bs. Enciclopedia Bresciana A. Fappani alla voce Civine).
Negli anni più recenti vi fu parroco Don Vincenzo Iora, a lungo parroco di Pezzaze, paese d’origine dei Piardi gussaghesi. Dal 2003 è Parroco Don Angelo Gozio, amico d’infanzia e compagno di “Esperienze oratoriane”, nel settore educativo giovanile gussaghese, di Achille Giovanni Piardi.

BRIONE: comune del bresciano in zona montana, a nord di Gussago. Riviere, frazione di Brione, confinante con la frazione Civine di Gussago, ove dimorano i Ghedi. In questa montana località di Franciacorta e posta sul crinale con la terra di Val Trompia presta la propria cura d’anime il sacerdote Angelo Piardi da Pezzaze (secolo XIX), possidente, poi dimorante a Gussago e quivi morto; persona assai nota ricoprendo anche cariche pubbliche nel campo dell’istruzione.
<< Piccolo borgo a nord – ovest di Brescia e di Gussago, sui contrafforti collinosi che separano la pianura e la bassa Val Trompia. Il paese si adagia con le sue frazioni a circa 600 m. sul livello del mare su di uno sperone che costituisce una balconata suggestiva, dalla quale l’occhio spazia da Milano all’appennino parmense. A sette chilometri da Gussago e a venti da Brescia lo si raggiunge dopo una ripida strada di montagna. (…). Il Comune è formato da otto minuscole frazioni: S. Zenone, Gazzane, Silviane, Aquilini, Barche, Cugno, Riviere e Vesalla. Il nome di Brione dapprima dato alla sola frazione Aquilini, nel secolo XIX venne esteso a tutto il territorio comunale. Gli abitanti sono detti brionesi ed erano 350 nel 1573 subendo incrementi e diminuzioni nel corso dei secoli ritornando ad essere 510 nel 1854 e superando i 600 negli anni ’50 ma erano solo 430 nel 1971. (…) >>. (Enciclopedia Bresciana di A. Fappani – Ediz. La Voce del Popolo).

Santella di RIVIERE – Civine
Santella a forma di cappella dedicata alla Madonna e ai Santi persiani Abdon e Sennen, guerrieri martiri del terzo secolo d.c., ricordati e venerati ancor oggi dalla Comunità di Civine, con cerimonia religiosa il 30 luglio, data presunta della loro decapitazione avvenuta in Roma. La tradizione popolare parla di un loro passaggio in località Riviere, fatto però assai improbabile. Si presume invece che tale culto sia stato portato a Civine dal committente, che poteva aver visitato altre località della Lombardia dove tali Santi erano venerati.
Sulla chiave di volta dell’ingresso al sacello, in pietra di Botticino, rimane a testimonianza l’incisione: 1796 | FRANCESCO | BOTI | F. F. |.
La struttura architettonica, in solida muratura, è molto elegante e conserva ancora elementi decorativi tardo barocchi posti a cornice dell’affresco che funge da pala al piccolo altare. Nel 1960, in occasione di un restauro praticato sugli affreschi, venne aggiunto un portichetto composto da due colonne sorreggenti una copertura piatta, evidentemente con funzione protettiva, ma con scarsa coerenza stilistica con il precedente manufatto. Fino a poco tempo fa, era la meta ultima delle Rogazioni della comunità di Civine. (Da: AA.VV. Le Santelle di Gussago. Comune di Gussago. Editrice Vannini – Gussago (Bs), Dicembre 1998).

(Foto del 1998).
Cappelletta e Affresco “Madonna e Santi Abdon e Sennen”, Santella di RIVIERE – Civine

Famiglia GHEDI di Civine: detta "dei Galantì" di Civine di Gussago, meglio di Riviere (sopra Civine) frazione appartenente al Comune di Brione, alla quale appartiene Angela Camilla Ghedi nata a Riviere di Brione, che va in sposa ad Achille Domenico Piardi (1880), figlia di Giuseppe. I figli di Giuseppe Ghedi e Giulia:
1. Ghedi Angela Camilla (1880), che muore il 16 maggio 1939 nella casa di Navezze al n.46 all'età di 58 anni, di Giuseppe e di Peroni Giulia. Angela Camilla Ghedi in Piardi è sorella di Pina, Matilde, Piero, Giuseppe, Eugenio.
2. Pina Ghedi va in sposa a Angelo Botti da Riviere di Brione, sopra Civine, ed ha otto figli, tra cui: Umberto, Pietro, Andrea (Giuan), Paolo, Angela, Paola, Nina. Andrea (Giuan) sposa Lucia Piovani, maestra, ed ha Libera, maestra, Battista e Angelo.
3. Metilde Ghedi va in sposa a Antonio (Tone) Botti, ha cinque figli ma solo Emma ed Elvira diventano adulti. Svolge l'attività di oste e di bottegaia di alimentari a Civine.
4. Piero Ghedi (1888) sposa Angela Arici di Barche (Brione), sorella di Angelo Arici detto Tutì (Tutì è sposo di Irene Arici sorella di Teresa sposata con Francesco Piardi del 1911 da Gussago). Piero, detto Piero de Guiù, va ad abitare, facendo l'oste ed il carrettiere a Goglione di Sopra, poi Prevalle. Ha due figli: Italo e Persilio. Italo muore in guerra. Da vedovo Piero si risposa ed ha tre figlie: Ottorina, Carla e Leandra. Piero Ghedi e Pietro Franzoni del Tei (figlio di Angelo detto vecc Tei) sono coetanei e quali lattanti (di Giulia) sono motivo di unione coniugale dei due vedovi Giulia Peroni Ghedi e Angelo Franzoni i quali hanno Marietta.
5. Giuseppe Ghedi (figlio) sposa Domenica Botti ed hanno sei figli tra cui Giulio del Cargadùr, ultimamente (anni 80 del sec. XX) oste al Canalino di Gussago. I figli di Giuseppe e Domenica: Giuseppe Giovanni (1909 - detto Giani), celibe; Vittorio (1905) sposato con Dosolina Reboldi (sorella di Rosa andata in sposa a Pasquale Peroni de Checa) dalla quale ha quattro figlie (Maria, Erminia, Severina, Rosa); Giulio (1917) che sposa Violante dalla quale ha un figlio (Umberto); Pietro (1918) che si sposa con Santina Peli ed ha due figlie (Sandra e Domenica); Angelo (1914) detto el Verdo, celibe; Santo Giuseppe (1922) sposato con Carolina Botti dalla quale ha Marina.
6. Eugenio Ghedi, fratello di Angela Camilla; claudicante a seguito di un incidente occorsogli a Prevalle, presso il fratello Piero, carrettiere, mentre lavorava alla guida di una bara o baretta, un particolare carretto per il trasporto di lunghi tronchi d’albero. Dopo alcuni anni a Quarone con la madre e poi con la sorella, muore, scapolo, nell'aprile del 1945, dopo otto anni di ricovero, presso la Casa di riposo Richiedei di Gussago.
Durante il ricovero presso il Richiedei, Marietta Franzoni, sua sorellastra, manda, ogni giovedì, la figlia Teresa a visitarlo ed a portargli dei toscani. (...). (Testim. Teresa D. febbraio ’97). (Vedi “I PIARDI” – volume primo, anno 1998).

ACHILLE FRANCESCO PIARDI: Gussago, classe 1903, figlio di Nino Angelo e Bianca Carolina Inselvini, per trentacinque anni stradino municipale a Gussago negli anni trenta/sessanta.
Da giovane lavora per quindici anni come cavatore di pietre al "Medol" di Navezze, fabbrica di calce della ditta Buffoli di Gussago ove subisce forti danni alla vista.
Da ragazzo, per problemi di deambulazione, non si reca a scuola per apprendere a leggere e a scrivere. L'intercessione dei Santi delle Riviere (Sancc de le ere/riere) è da ritenersi miracolosa all'età di dieci anni. La mamma Bianca Carolina, assieme a tutti i figli conduce, durante la festa patronale di fine luglio, alle Riviere anche Francesco Achille. "I Sancc de le ere/riere ... i ga fat la grasia.... !", non si sa, comunque Francesco Achille cammina. Achille Francesco sposa Agnese Trebeschi ed ha una figlia: Bianca. Achille Francesco (noto come Achile stradì) muore a Gussago il 7 ottobre 1976. (Da "I PIARDI" vol. I, 1998).

CIVINE di GUSSAGO. Partendo dalla Contrada Navezze.
La passeggiata dentro i vicoli della piccola contrada evoca atmosfera di montagna. Sulla stradina a sinistra dalla chiesa si procede verso un serbatoio accanto al quale si nota una santella; poco oltre, una cappella settecentesca onora i martiri guerrieri persiani Abdon e Sennen detti i Santi di Riviere.
Dalla contrada partono ben tracciati sentieri e carrarecce che conducono nei boschi, nei castagneti o verso le sommità di Quarone, dove, in posizione panoramica, in occasione dell’anno giubilare, la famiglia Zanoletti ha edificato una santella votiva dedicata alla Madonna; si possono raggiungere Sella dell’Oca, Magnoli, in tranquille passeggiate sotto il colore limpido del cielo, col respiro senza fine delle valli.
[Ndr. A decorrere, almeno, dagli anni Sessanta del 1800 e sino a tutti glia anni Settanta del 1900 i Piardi frequentano abitualmente questa località e “Santella” devozionale, scarpinando sulle circostanti colline; di più a partire dalla fine degli anni ’90 del secolo XIX, quando Achille Domenico (1880) s’innamora di Angela Camilla Ghedi (1880) dei detti “Galantì” delle Riviere, sino a giungere a loro figlio Andrea (1921) allorché, anch’egli nei primi anni Quaranta, s’innamora di Giacinta Reboldi figlia di Achille Giovanni dei “Dami” e di Maddalena Peroni dei detti “Sore”, sempre della Parrocchia di Civine. Sono, altresì, assidue alla festa dei “Sancc de le ere” le sorelle: Giulia Angela, Angela Giulia (1910), Brigida (1913), Mariana e Marietta (1921) Piardi, come del resto le figlie ed i figli di Angelo Piardi e Carolina Inselvini, noti come “Chèi dè la Bianca” dal soprannome della madre Carolina, mamma anche di Achille Francesco (1903), “Achile stradì”, di cui si parla in questa composita nota].
(Quattro passi per Gussago: ITINERARIO 7. http://www.gussago.com/itinerarituristici/itinerario7)

La festa 2005 dei Santi di Riviere Abdon e Sennen a CIVINE è stata celebrata con particolare solennità. E’ iniziata Domenica 31 Luglio con la Processione e la S. Messa concelebrata da Mons. Ruggero Borboni, Don Cesare Minelli, Don Roberto Sottini e Don Angelo Gozio.
Il Lunedì e il martedì successivi si è dato maggior spazio allo stare insieme. Lunedì, dopo la riflessione a cura di Don Angelo e una breve preghiera, siamo stati allietati dalla fisarmonica dell’amico Gion e da alcuni cantori che hanno riproposto canzoni di ieri e di oggi all’insegna dell’allegria.
Martedì è toccato ad alcuni giovani del Gruppo dell’Oratorio di Gussago fare il gioco dell’oca a gruppi e con ostacoli non sempre facili da superare. Mercoledì sera S. Messa di chiusura celebrata da Don Angelo con l’accompagnamento musicale di Don Mario Stoppani.
A seguire il rinfresco ad opera delle famiglie Botti cui va il nostro sincero ringraziamento. Il rinfresco di Lunedì e di Martedì è stato offerto da Don Angelo, Parroco.
A tutti i collaboratori un grazie di cuore e un arrivederci al prossimo anno, con nuove proposte. (CRONACHE IN BREVE... In La Voce di Gussago - La Voce della Parrocchia di Civine a cura del Parroco Don Angelo Gozio, gussaghese. N°. di settembre 2005)

La festa 2004 dei Santi di Riviere
A Riviere di Civine Festa per i santi Abdon e Sennen. (...). E a Civine come Arrivarono? Bisogna tornare indietro nel tempo, quando nell’anno del Signore 1796, Francesco Botti fece erigere una piccola cappella in onore dei due santi martiri (...). La cappella della famiglia Botti non voleva essere altro che un segno di fede e riconoscenza al Dio provvidente e un gesto di affidamento all’intercessione e all’aiuto dei santi. E quali santi più adatti a difendere una povera frazione montana dei due impavidi cavalieri, anche se venuti da lontano? da allora la gente di Civine, ma anche tanti altri non mancano all’appuntamento nel cuore dell’estate. Anche quest’anno centinaia di persone di ogni età hanno partecipato alla celebrazione religiosa patronale aperta dal parroco don Angelo Gozio, con lui hanno celebrato don Gabriele Filippini che ha tenuto l’omelia, don Mario Stoppani parroco di S. Antonio in città di Brescia, don Paolo Svanera originario del luogo e cappellano militare alla base aerea di Ghedi. La celebrazione eucaristica è stata preceduta dalla processione su una ripida strada di montagna che congiunge il punto di case di Riviere con la cappella, il celebrante recava la reliquia dei due santi, giunta recentemente a Civine (...) proveniente dalla chiesa di un monastero veronese. (...) >>. (In La Voce di Gussago - La Voce della Parrocchia di Civine a cura del Parroco Don Angelo Gozio, gussaghese. N°. di ottobre 2004)

La storia (della vita) di Sant'Abdon e San Sennen. Martiri, 30 luglio. † Roma, III secolo.

Abdon e Sennen sono originari della Persia. Convertiti al cristianesimo, furono imprigionati durante la persecuzione voluta dall'imperatore Decio (III secolo) e legati insieme in catene furono condotti a Roma, dove furono prima bastonati e quindi subirono il martirio uccisi con la spada probabilmente al Colosseo.
Le loro reliquie sono conservate nella basilica di S. Marco Evangelista al Campidoglio dove furono portate da papa Gregorio IV dal cimitero di Ponziano.Santi ABDON e SENNEN, martiri Abdon e Sennen sono due martiri certamente esistiti nel III secolo, che subirono il martirio a Roma; le notizie che riguardano la loro vita sono leggendarie, ma un fondo di verità ci deve essere senz’altro. Per prima cosa essi sono ricordati da un gran numero di testi ufficiali e martirologi, come il “Depositio Martyrum”, il “Martirologio Geronimiano”, il “Calendario marmoreo di Napoli”, nei “Sacramentari Gelasiano e Gregoriano”.
Questi testi citano la deposizione delle reliquie, nel Cimitero di Ponziano dei santi martiri di Roma ‘Abdos et Sennes’; questo cimitero era sulla via Portuense, presso l’attuale via Alessandro Poerio e citano alcuni come il ‘Martirologio Geronimiano’, la celebrazione al 30 luglio, data che poi è passata nel ‘Martirologio Romano’, testo ufficiale in vigore nella Chiesa Cattolica. Ancora celebri testi medioevali, ricordano che tanti pellegrini giunti a Roma, visitavano la via Portuense, entrando nella basilica dove riposavano i loro corpi, questa chiesa era abbastanza grande e nel ‘Liber Pontificalis’ si dice che fu restaurata dai papi Adriano I (772-795) e Niccolò I (858-867).
L’ignoto autore della ‘passio’ dei due santi, forse indotto dai loro nomi esotici, li classifica come due principi persiani, che nella loro condizione di schiavi o di liberti a Roma, si prodigavano a seppellire i martiri. Questo loro impegno li fa accusare presso l’imperatore Decio (200-251), artefice della settima persecuzione contro i cristiani, che li fa mettere in prigione; in seguito essi compaiono davanti al Senato, rivestiti da abiti dignitosi ma incatenati. Giacché rifiutarono, secondo la prassi, di sacrificare agli idoli, vennero condannati a morte e condotti nell’anfiteatro dove sorgeva il Colosso di Nerone, fra l’Anfiteatro Flavio e il tempio di Venere, per essere divorati dalle belve feroci. Ma essi miracolosamente ammansirono gli animali, che li evitarono, allora Abdon e Sennen vennero decapitati dai gladiatori. I loro corpi vennero gettati davanti alla statua del Sole, dove rimasero tre giorni, finché il diacono Quirino li raccolse nascondendoli nella sua casa, dove restarono per lunghissimo tempo.
In seguito, grazie ad una rivelazione (fenomeno che compare in molte vite di santi), vennero ritrovati e portati nel Cimitero di Ponziano. In questo cimitero vi è un affresco del VI secolo che li raffigura con barba, vestiti di tunica, con il berretto frigio, sopra l’affresco una iscrizione latina li nomina senza equivoci; nell’affresco Abdon appare più maturo con barba corta e rotonda, mentre Sennen ha la barba a punta e senz’altro più giovane; ancora nello stesso cimitero fu ritrovata una lampada di terracotta del V secolo, con l’immagine di un personaggio in preghiera, coperto da un ricco mantello persiano con barba breve e rotonda, in cui si è voluto identificare Abdon.
Le loro reliquie furono poi ‘depositate’ nella basilica di S. Marco papa, al tempo di papa Sisto IV (1471-1484), infatti nel 1948 si rinvenne sotto l’altare maggiore, un’arca granitica contenente una grande cassa di cipresso con molte reliquie e una pergamena datata 1474, che indicava la deposizione delle reliquie dei santi Marco papa, Abdon e Sennen martiri, Restituto ed altri.
Nel Medioevo una parte delle reliquie furono trasferite ad Arles-sur-Tech nei Pirenei Orientali; la diocesi francese di Perpignon, appunto nei Pirenei, li venera come suoi patroni.
I due santi sono stati oggetto privilegiato di molte opere artistiche in varie chiese e cattedrali, in Italia ed in Europa; oltre la ricchezza delle vesti per indicarne l’origine persiana, spesso portano un diadema regale come quello attribuito a volte ai Re Magi che appunto erano orientali; ma la presenza costante è la spada con cui vennero decapitati. Nella basilica di S. Marco di Roma c’è un altare con le reliquie ed a loro dedicato. Antonio Borrelli. Da: Santi, Beati e Testimoni. http://www.santiebeati.it

Luoghi (Alcuni) in cui i Santi ABDON e SENNEN sono venerati e origini

LA CHIESA DI CASTELDIDONE
La Chiesa di Casteldidone fu consacrata il 25 Ottobre del 1891 dall'allora Vescovo di Cremona Geremia Bonomelli in onore ai Santi Abdon e Sennen che sono i patroni del paese. http://sito.rup.cr.it/comune.casteldidone/abdsen.htm

PARMA, Battistero
Il coloratissimo e simbolico universo religioso medievale dell’interno del Battistero di Parma.
http://www.ipsiacastigliano.it/signori_e_castelli/percorso17/dentro4_img452.html


Lunetta con Angelo
Maestro di Abdon e Sennen. Parma, Battistero

BASILICA DI SAN MARCO - Roma
Costruita (336) sulle rovine di un oratorio cristiano del I secolo d.C. Nella cripta riposano i santi persiani Sennen e Abdon, martirizzati vicino al Colosseo. Sotto l’altare si trovano i resti di S. Marco Papa, fondatore di questa chiesa. I mosaici bizantini dell’abside sono del IX secolo, il soffitto a cassettoni è del XV secolo, le venti colonne venate di diaspro siciliano sono del XVIII. La basilica venne incorporata nella costruzione di Palazzo Venezia nel XV secolo. Piazza S. Marco, 48.
Secolo XV. (...). Nel 1474, durante il pontificato di Sisto IV, i corpi di S. Marco e dei martiri Abdon e Sennen ed altre reliquie furono traslati nella basilica consacrata a S. Marco evangelista.
La Basilica fu costruita nel 336 in onore dell'Evangelista dal pontefice Marco, che è sepolto sotto l'altare. Fu restaurata da Adriano I° nel 792 e ricostruita da Gregorio IV° nel 883 d.C. Paolo II° la rinnovò completamente nel 1465-70 mentre la trasformazione barocca iniziò nel 1654-57. La facciata [1466-69] fu costruita utilizzando i travertini prelevati dal Colosseo e dal Teatro di Marcello, ed è costituita da un portico a tre arcate su semicolonne con capitelli compositi. Il campanile, dalle forme romanico-laziali, realizzato in cotto è a cinque ordini con trifore. [1154] L’interno, diviso in tre navate con volta a crociera, ha perso gran parte del suo assetto rinascimentale per le modifiche settecentesche. Rimane il soffitto a cassettoni intagliati e dorati su fondo azzurro [Giovanni e Marco De Dolci, 1465-68] le bifore goticheggianti, le volte a crociera delle navate laterali. I lavori che cambieranno l’aspetto della basilica nel 1735-37 riguardarono il presbiterio, l’altare maggiore e gli stalli del coro e nel 1741-45 la sostituzione delle colonne di granito. A destra delle pareti della navata centrale ‘Storie dei Ss. Abdon e Sennen’ [1654-57] di Carlo Monaldi mentre a sinistra storie di S.Marco Papa [ca.1745] realizzati su disegno di Clemente Orlandi. http://www.romecity.it/Sanmarco.htm

Abdone. Deriva dall’ebraico Abdon e significa «servile». L’onomastico si festeggia il 30 luglio in ricordo di Sant’Abdon martire persiano a Roma nel 250 con San Sennen. Lo si invoca contro il pericolo di rimanere ciechi. I due Santi sono Protettori dei fabbricanti di botti. Invocati a protezione dei bambini ciechi, rachitici, gracili, contro gli animali nocivi pericolosi.
S. Salvatore de Rota Colisei
Anche questa chiesolina dedicata al santo Salvatore era presso all' anfiteatro, e il nome de rota mi fa sospettare che sorgesse nella piazza dell' anfiteatro sul principio della via Sacra e forse presso la mèta sudante, appellata probabilmente, dalla forma circolare, rota. Quindi è che tre chiese dedicate al Salvatore erano in quella contrada, l'una vicino all'altra, cioè quella detta de coliseo, la nostra de rota, ed una terza all' arco di Costantino, cioè de trasi, vicinissima a quella dei ss. Abdon e Sennen. Il nome de rota colisei lo trovo nel Camerario, ma nel codice di Torino la chiesa è semplicemente detta de rota, la quale, come l' altra, era servita da un sacerdote: Ecclesia s. Salvatoris de rota habet unum sacerdotem. Se la mia ipotesi sul valore della denominazione è giusta, avremmo da questa chiesa scoperto come si chiamasse nel medio evo la celeberrima fontana presso l' arco di Costantino. Queste tre chiesoline compaiono, affatto distinte le une dalle altre, nel codice di Torino. http://penelope.uchicago.edu/

Abdon e Sennen sono di origine persiana. Durante la persecuzione voluta dall'imperatore Decio, furono imprigionati per la loro fede cristiana. Legati insieme con catene furono condotti a Roma, dove furono prima battuti e poi uccisi con la spada.

Abdon e Sennen, santi, martiri del III secolo, i resti sono visibili nell'altare, consacrato il 25 giugno 1948, della confessione di S. Marco Evangelista al Campidoglio. In tale occasione fu costruita una nicchia al di sopra dell'altare dove vennero poste le reliquie di S. Restituto martire, anche esse visibili attraverso una grata marmorea. Le memorie di Abdon e Sennen furono portate in questa basilica da Gregorio IV (827-843), dal cimitero di Ponziano dove era una chiesa a loro intitolata. Nel 1948 è stata ritrovata nell'arca granitica, situata sotto l'altare maggiore della chiesa, unitamente ai resti, la pergamena della ricognizione delle reliquie di Marco papa, Abdon e Sennen, Restituto ed altri, eseguita nel 1474. Un'altra chiesa, a loro dedicata nei pressi del Colosseo, abbattuta all'inizio del XVII secolo, ricordava il luogo dove i corpi furono gettati dopo il martirio. [Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]

Duomo di FIDENZA
Abdon e Sennen.
Descrizione: Reliquie. Scatoletta di cartoncino, ricoperto di carta a fiori violacei verniciata, composta da un contenitore inferiore e da un coperchio superiore sul quale c'è l'etichetta manoscritta: Ossa / S.S. M.M. Abdon et / Sennen. All'interno c'è un involto di carta con l'iscrizione manoscritta: Ex Oss. et Cireribus SS. MM. / Abdon et Sennen / a Alexand. Garimberti recog.; ha sul verso il sigillo ceruleo infranto del vescovo di Fidenza Pier Grisologo Basetti.
Note storiche. Sono ricordati da un gran numero di testi ufficiali e martirologi, come il Depositio Martyrum, il Martirologio Geronimiano, il Calendario marmoreo di Napoli, i Sacramentari Gelasiano e Gregoriano. Questi testi citano la deposizione delle reliquie, nel Cimitero di Ponziano, sulla via Portuense, dei santi martiri di Roma ‘Abdos et Sennes’. Alcuni, come il Martirologio Geronimiano, citano la loro memoria al 30 luglio, data che poi è passata nel Martyrologio Romano, testo ufficiale in vigore nella Chiesa Cattolica. Anche celebri testi medioevali ricordano che tanti pellegrini, giunti a Roma, visitavano la via Portuense, entrando nella basilica dove riposavano i loro corpi; questa chiesa era abbastanza grande e nel Liber Pontificalis si dice che fu restaurata dai papi Adriano I (772-795) e Niccolò I (858-867). L’ignoto autore della leggendaria passio dei due santi, forse indotto dai loro nomi esotici, li qualifica come due principi persiani, che nella loro condizione di schiavi o di liberti a Roma si prodigavano a seppellire i martiri. Bastò questo per farli accusare presso l’imperatore Decio (200-251), che li fece mettere in prigione; in seguito comparirono davanti al Senato rivestiti d'abiti dignitosi ma incatenati. Rifiutarono di sacrificare agli idoli e vennero condannati a morte. Condotti al Colosseo per essere divorati dalle belve feroci, miracolosamente ammansirono gli animali; allora vennero decapitati dai gladiatori. I loro corpi furono gettati davanti alla statua del Sole, dove rimasero tre giorni, finché il diacono Quirino li raccolse nascondendoli nella sua casa, dove restarono per lunghissimo tempo. In seguito, grazie ad una rivelazione, furono ritrovati e portati nel Cimitero di Ponziano. In questo cimitero c'è un affresco del VI secolo che li raffigura con barba, vestiti di tunica, con il berretto frigio; sopra un'iscrizione latina li nomina senza equivoci. Le loro reliquie furono poi traslate nella basilica di S. Marco papa, al tempo di Sisto IV (1471-1484), dove nel 1948 è stata rinvenuta sotto l’altare maggiore un’arca granitica contenente una grande cassa di cipresso con molte reliquie e una pergamena datata 1474, che indicava la deposizione delle reliquie dei santi Marco papa, Abdon e Sennen martiri, Restituto ed altri; ora nella chiesa c’è un altare ad essi dedicato chew contiene le loro reliquie. Nel Medioevo una parte delle reliquie furono trasferite ad Arles-sur-Tech nei Pirenei Orientali e la diocesi di Perpignon li venera come suoi patroni. http://www.museoduomofidenza.it


prospettiva-organo-e-presbi

Civine di Gussago: Chiesa Parrocchiale di S. Girolamo. ORGANO GIOVANNI TONOLI 1870 Opus 32, prospettiva organo e presbiterio. http://www.organibresciani.it/ORGANI/CIVINE/civine.

La brionese frazione di Riviere, sotto la protezione dei Santi Abdon e Sennen, gravita ecclesialmente sulla gussaghese parrocchia di Civine retta, dal 2003, dal Rev. Don Angelo Gozio, amico d'infanzia e compagno di avventure oratoriane di Achille Giovanni Piardi.


Luglio 2007. RIVIERE (Santi delle). La rappresentanza dei PIARDI, dei GHEDI di Riviere (Brione - BS) e di Civine (Gussago - BS) imparentati con i PIARDI di Gussago è presente alla processione in onore dei Santi martiri Abdon e Sennen. Pure le famiglie BOTTI imparentate con i PIARDI attraverso la famiglia dei GHEDI partecipano, con fervore ed impegno, alle feste in onore dei Santi Abdon e Sennen.


in un momento di sosta - orante della processione "2007" con la reliquia dei Santi,
raffigura il portico di casa Botti - Ghedi


dopo la S. Messa e l'appropriata omelia sul valore del 'Creato', la benedizione finale per mezzo delle reliquie impartita dal Rev. Mons. Gabriele Scalmana, della Curia vescovile di Brescia, incaricato e responsabile per la celebrazione diocesana della "Salvaguardia del Creato", annualmente, in tutte le Parrocchie; celebrazione che a RIVIERE viene operata proprio in questa solenne occasione, 2007, con l'intercessione dei Santi martiri ricordati e venerati nella campestre Cappella, per la circostanza addobbata a festa, in rosso come il sangue dei martiri (Roma, †250).

Angela Camilla, figlia di Giuseppe GHEDI da Civine - Riviere e sorella, tra gli altri, di Giuseppe junior, andò in sposa, l'anno 1904, ad Achille Domenico PIARDI nato a Gussago l'anno 1880. Achille Giovanni Piardi (1948) figlio di Francesco (1911) del fu Achille Domenico è presente alle celebrazioni e si ritrova con i parenti: Umberto Ghedi (1945) figlio di Giulio del fu Giuseppe junior; "Gianni" Vittorio Ghedi, ultra novantenne e dimorante in Val Trompia, zio paterno del nominato Umberto; i numerosi fratelli BOTTI, figli del fu Umberto (fu Angelo BOTTI e Giuseppina "Pina" Ghedi), con coniugi, figli, nipoti e pronipoti tutti discendenti da nonna o bisnonna Ghedi.


Luglio 2008. RIVIERE (Santi delle). I Piardi, i Ghedi ed i Botti tra di loro imparentati sono presenti alla celebrazioni dei santi Abdon e Sennen, oltre ad applicarsi attivamente, soprattutto i Botti ed Umberto Ghedi, per la buona riuscita delle medesime; cerimonie volute ed indette dal Parroco di S. Girolamo in Civine di Gussago (BS), Rev. Don Angelo Gozio, sotto la cui giurisdizione pastorale ricade la frazione RIVIERE (mt. 600ca slm), pur appartenendo al montano Comune di Brione.
Il succitato Rev.do Parroco Don Angelo Gozio (figlio di Pietro e Luigia "Gina" Venturelli) è primo cugino dei fratelli Piardi discendenti dei furono Angelo (1905, del fu Achille Domenico) e Elena "Terisì'" Venturelli del fu Umberto.


Mercoledì 29 Luglio 2009. RIVIERE di BRIONE (Brescia)
ALLE 20 LA MESSA CELEBRATA DA DON ANGELO ALLA SANTELLA DI RIVIERE.
La devozione è regina a Civine.
OGGI LA CHIUSURA DELLA FESTA DEI COPATRONI ABDON E SENNEN.

- Il vescovo Monari alla cappella dei Santi Abdon e Sennen -
Devozione, tradizione e condivisione: si conclude oggi la popolare festa di Abdon e Sennen, i cosiddetti "Santi di Riviere", compatroni della parrocchia di San Girolamo a Civine, frazione collinare di Gussago. Dopo la messa di domenica scorsa, officiata dal vescovo di Brescia monsignor Luciano Monari, questa sera, alle 20, verrà tenuta dal parroco don Angelo Gozio una funzione religiosa, nella cappelletta dedicata ai due Santi, che si trova nella frazione Riviere di Brione ma che dipende dalla parrocchia di Civine. Quest’ultima messa verrà accompagnata dal complesso vocale e strumentale "Giovani dell’oratorio di Gussago". A seguire nel cortile nord delle vicine cascine di Riviere un rinfresco ed una tombolata a premi condotta da Emy Palini. Si concluderà con l’attesa finale anche il caratteristico torneo di briscola, con Angelo Rossini come direttore di gara. La serata, aperta a tutti, offrirà anche una gara di karaoke, proposta dai ragazzi dell’oratorio di Gussago. Diversi i motivi di interesse per questa sagra di antica tradizione, organizzata coralmente dalla piccola comunità di Civine, che riesce sempre ad attrarre un gran numero di persone anche dai paesi vicini, come sottolineato da Lucia Lazzari il sindaco di Gussago che, con il collega di Brione Almiro Svanera, ha partecipato alla messa di domenica. Achille Piardi, appassionato cultore di storia locale, ricorda come «I due santi martiri del III secolo sono presenti solo qui a Riviere in tutta la diocesi di Brescia per lo meno dal 1796 anno in cui Francesco Botti costruì la santella al centro dei festeggiamenti di queste giornate».


Vescovo Luciano MONARI, alle Riviere, 26.7.2009

«Il culto di Abdon e Sennen è però diffuso in tutta Europa, - precisa Piardi - dalla basilica romana di San Marco al Campidoglio fino Arles sur Tech e Perpignan». Ad Arles sur Tech in particolare il sarcofago che contiene le loro reliquie trasuda un’acqua reputata miracolosa. A Civine la venerazione verso questi santi è sempre stata estremamente popolare con relativa leggenda che racconta di un passaggio dei due martiri in paese, come ricordato nella storia scritta sulla frazione. Nell’occasione sarebbe poi scaturita una pozza d’acqua che ha resistito alle peggiori siccità. La santella, restaurata nel 1960 da don Pietro Chitò, era anche luogo in cui chiedere miracoli, come testimoniato da alcuni ex voto, soprattutto per bambini malaticci e le colture nei campi.
(Vittorio Nichilo. Bresciaoggi, 29 Luglio 2009).

 

Cronaca della FESTA, 2009. (Da: "La Voce di San Girolamo in Civine")
<< Festa dei Santi Abdon e Sennen di Riviere. Parrocchia di Civine, 26 Luglio. La festa inizia. Tutto è predisposto, la banda si scalda, le persone prendono posto, i sacerdoti concelebranti raggianti, sono sei; i Trombini di San Bortolo delle montagne in Lessinia (Verona), con i quali esiste una sorta di gemellaggio, vestiti a modo, con i loro s-ciòpi o pistoni danno, come si conviene, il benvenuto al Vescovo con spari a salve, lui con tutti s’intrattiene salutandoli uno ad uno.
È la nostra festa, la festa dei nostri Santi, Abdon e Sennen, dei nostri eroi della fede cristiana, di coloro che ci hanno protetti, protettori ricordati alla Santella di Riviere di Brione, che hanno reso giusta, possibile e da tanto tempo questa giornata tra festoni e coreografie a colori bianco-rossi: bianco, la fede, rosso, il sangue dei martiri per la fede.
Il nostro Vescovo, Mons. Luciano Monari non delude le aspettative, arriva puntuale, energico e frizzante. Un portamento di classe ed eleganza accompagna le sue parvenze, sguardo attento ed educato. Il tempo di alcuni saluti, veri, di vestire i paramenti liturgici, ed eccolo a noi, presenza forte e costante. Attorno a lui l’intero paese, donne, uomini, bambini e gli anziani, forse i più strabiliati per aver modo di vedere il Vescovo tra di loro e così da vicino. I sindaci di Brione e di Gussago in prima fila, a rendere onore e omaggi al nostro pastore ospite, vescovo Monari, tanto voluto qui a Riviere e amato. Un avvenimento eccezionale: mai il Vescovo alla festa dei Santi di Riviere, prima di quest’anno.
Si avvia la processione che, lasciata la montana Cappella, scende transitando per i cortili di Riviere: è il Vescovo a reggere la teca con le reliquie dei Santi e dagli antichi porticati imparte l’attesa benedizione a beneficio della gran moltitudine di fedeli.
Si torna alla Cappella dei Santi per la celebrazione eucaristica. Quando parla il nostro vescovo, tutti gli occhi sono rivolti là, a lui, non c’è rumore che possa ostacolare le sue parole, desiderio di sentirle e vive dentro di noi; di noi nativi di Riviere e discendenti di nativi che, da sempre, hanno tramandato il culto dei santi Abdon e Sennen, così da almeno tre secoli.
Non sembra vero che il nostro Vescovo sia qui, tra noi, in un posto un po’ isolato, tanti non sanno neppure dell’esistenza di questo paesino, Civine, meno che meno di Riviere e dei suoi Santi, festeggiati in piena calura estiva. Un motivo esiste: sono anche protettori dei contadini (in diverse parti del mondo europeo), contro la grandine e dei fabbricanti di botti e tini per la vendemmia.
Ma lì (qui) esiste un parroco molto disponibile amato da tutti gli abitanti e che con lui collaborano per far sì che le celebrazioni riescano bene e che i giorni di festa prevedano anche giochi e canti e molta convivialità.
Quest’anno per l’alacre interessamento del nostro Parroco e per la straordinaria accondiscendenza dell’Ordinario diocesano abbiamo avuto, addirittura, l’onore di avere lui medesimo, il Vescovo Monari, a celebrare il divino sacrificio domenicale vespertino.
Ringraziamo Mons. vescovo della sua presenza tra noi e per averci proclamato e dettagliatamente spiegato la parola del Signore commentando la pagina del Vangelo in cui si ricorda la moltiplicazione di cinque pani d’orzo e di due pesci al fine di sfamare la folla, che seguiva Gesù, formata da cinquemila uomini. Gesù poteva ben operare il miracolo senza l’apporto dei pochi pani e pesci che un previdente ragazzo aveva con sè. Tuttavia ha voluto utilizzare queste modeste umane, materiali, provviste per far sì che la folla intendesse l’insegnamento divino per un diverso pane: Dio, attraverso l’opera di Gesù-Dio, può operare ogni cosa con o senza l’uomo, ma preferisce, anzi lo vuole, pur nella massima libertà umana, il nostro convinto coinvolgimento. Un coinvolgimento in atti che per primi sconvolsero gli increduli Apostoli, poi la meravigliata folla dei cinquemila e oltre uomini, ferma in un luogo quasi isolato, indi la folla degli oltre sei miliardi di uomini del mondo di oggi, sparsa ed isolata nei cinque continenti, desiderosa di sfamarsi di tante cose, molti anche ad iniziare dal quotidiano solo pane materiale: oggi come al tempo di Gesù.
Dio e neppure il figlio Gesù posseggono mani: in loro vece e per loro le abbiano noi, ognuno di noi, secondo i talenti ricevuti e le corrispondenti individuali capacità per farli fruttificare.
Il Signore moltiplica il poco. Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci cancella l’equivoco radicato diffusamente nelle nostre convinzioni che si debba avere molto a disposizione per fare del bene; il vangelo di questa domenica commentato dalle parole del Vescovo, udito tra i monti di Riviere, insegna infatti che non è stata la ricchezza dei discepoli a sfamare la folla, bensì la consegna delle proprie povertà nelle mani del Signore. Gesù ci chiede non miracoli, ma invita alla concretezza dei gesti semplici, nella quotidianità, nel cammino – personale e comunitario – di ogni giorno e se verso di noi avanzassero difficoltà di percorso, anche in quei momenti il Signore invita a non desistere poichè ci farà sedere, pure noi, tra quella folla stanca ed affamata e ci nutrirà opportunamente data la Sua compassione verso ciascuno di noi, gustando anche Lui con noi la gioia semplice eppure tanto appagante di un dono condiviso. Ringraziamo i nostri Vescovi diocesani di averci mandato quale Parroco il nostro Don Angelo, premuroso di attenzioni e amore verso tutti indistintamente. Anche nei successivi tre giorni di celebrazione alta è stata la partecipazione. Grazie a tutti noi partecipanti, ai collaboratori che anche quest’anno hanno fatto grande, perchè assai devotamente partecipata, la festa dei santi Abdon e Sennen alle Riviere. "Un gruppo di fedeli della frazione" >>.
(Da: "La Voce di San Girolamo in Civine" in "LA VOCE DI GUSSAGO", periodico della Chiesa di S. Maria Assunta in Gussago, settembre 2009).
Anche quest’anno sia i Botti, quanto i Ghedi, ed anche i Piardi con queste famiglie imparentati, sono presenti e ben rappresentati al ciclo delle celebrazioni in onore dei Santi per la fede Abdon e Sennen, martirizzati nel secolo terzo in Roma al tempo di Decio imperatore.


Santi ABDON e SENNEN. Riviere 2009.
Il Vescovo di Brescia, Luciano Monari, tiene l'omelia.


Festa dei santi Abdon e Sennen, Luglio 2009;
Cortile delle famiglie Pietro e "Cico" con Sperandio Botti.
Il Vescovo Luciano Monari imparte la benedizione con le reliquie dei Santi Abdon e Sennen. Gli sono accanto i sacerdoti: alla sua sinistra, Don Angelo Gozio - Parroco di San Girolamo in Civine e Riviere; Monsignor Ruggero Borboni; a destra del Vescovo, il Dott. Prof. Don Pier Virgilio Begni Redona – già Direttore dell’Ufficio Arte Sacra e Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi bresciana e già direttore del Museo diocesano di Arte Sacra; Don Andrea Gazzoli - Segretario del Vescovo; Don Daniele Faita - Direttore Spirituale e animatore vocazionale al Seminario vescovile "Maria Immacolata" di Brescia; Don Luigi Bonardi.


Portico di Casa Botti, figli di Umberto, a Riviere. Il Vescovo, Luciano Monari, imparte la benedizione al folto stuolo di fedeli oranti nel corteo processionale che transita nei cortili della piccola Contrada, prima di volgere alla campestre e montana Cappella dei santi martiri. Si notano, a lato del Vescovo, due dei tanti concelebranti: il Dott. Prof. Monsignor Ruggero Borboni, canonico onorario del Duomo - Cattedrale di Brescia; il Rev. Don Luigi Bonardi - Cappellano dell'Ospedale e Casa di Riposo "Nobile Paolo Richiedei" in Gussago.


Riviere 2009. Achille Giovanni Piardi saluta e, poi, colloquia col Vescovo. 
A sinistra: il Parroco di Civine e Riviere, Don Angelo Gozio; il Sindaco di Gussago, Dottoressa Lucia Lazzari; partecipano, festanti, i moltissimi fedeli convenuti, nonostante la forte calura di fine luglio. 


2010. A Civine cala il sipario sulla festa dedicata ai patroni dell'agricoltura

LA TRADIZIONE. Grande partecipazione nella frazione di Gussago. Il fulcro delle iniziative nella contrada di Riviere dove sorge la cappella dedicata a Abdon e Sennen.
Gran finale a Civine di Gussago per la festa dei compatroni, i santi martiri Abdon e Sennen, che, particolarità, sono presenti solo qui in tutta la vasta diocesi bresciana. Questa sera si concluderà la sagra con la messa alle ore 20, accompagnata dai giovani dell'oratorio di Gussago, ed un momento conviviale. Anche quest'anno è stato ricco il programma della tradizionale sagra della parrocchia nella pittoresca frazione collinare franciacortina. Le iniziative si sono tenute nella contrada di Riviere, dove sorge la cappelletta campestre dedicata ai santi Abdon e Sennen, edificata nel 1796 da Francesco Botti. Anche quest'anno sono stati molti coloro che hanno festeggiato i «sancc de Riere» come sono familiarmente soprannominati dalla località, che come parrocchia spetta a Civine ma amministrativamente a Brione.
L'inizio della manifestazioni è stato domenica 1 agosto alle 17, con processione e messa celebrate dal parroco don Angelo Gozio e da don Daniele Faita, alla presenza di diverse autorità ed un numeroso pubblico. Ad accompagnare la funzione il corpo bandistico «G. Puccini» di Adro, diretto dal maestro Francesco Bonomelli ed una delegazione di alpini gussaghesi. Per tornare alle radici delle tradizioni di questa sagra sono state distribuite fette di anguria fresca. I due santi del resto erano venerati, proprio come sui Pirenei ed in Spagna, come patroni dell'agricoltura nonché dei bambini rachitici. (Vittorio Nichilo. Giornale Bresciaoggi, 4.8.2010).
La tradizione della “mangiata di anguria” è stata ripresa quest’anno 2010 dopo essere stata lasciata in disparte per quasi quarant’anni; da quando a proporre il rosso cocomero, gran dissetante nella calura estiva, erano Giulio Ghedi di Giuseppe dei detti “Galantì” e la sua Violante che arrivavano sul posto col loro carretto agricolo ben carico di “tricolori” cocomeri, bei tondi frutti delle cucurbitacee, prima e forse unica occasione per saziarsene. Infatti, mi raccontano: <<La festa di “Sancc de Riere” l’era la prima (è pò a l’ünica) ucasiù pèr püdì maià la ‘ngiürgia, na fèta apena, mia tata, ... ghera dè pagala!>>. Quest’anno, 1° d’Agosto, è stata data gratuitamente.
A far rivivere la tradizione è stata volontà della Parrocchia di S. Girolamo, su suggerimento di Achille Giovanni Piardi che quivi conserva ancora parenti diretti nell’ambito delle famiglie Ghedi e Botti. Angela Camilla Ghedi (1880) sposata ad Achille Domenico Piardi fu, infatti, nonna di Achille Giovanni (1948) e sorella, tra tanti altri fratelli, di Giuseppe, padre del menzionato Giulio che, a sua volta, con “la Violante” fu genitore di Umberto Ghedi (1945, vivente); per tutti, sia a Civine come a Riviere quanto al Canalino di Gussago, il mitico Berto.
(A cura di Achille Giovanni Piardi, 1 Agosto 2010)


Anno 2011.
I GHEDI e i BOTTI delle Riviere, i REBOLDI e i PIARDI uniti nella devozione ai Santi delle RIVIERE.

1943. Civine e Riviere: storia. I Santi ABDON e SENNEN: devozione e venerazione.

Vittorio Nichilo, nel 2003, scrive: <<Santi e santelle: alcune note sul sacro quotidiano. Nei tempi passati la nostra gente ricorreva a Dio non solo per l’al di là ma anche per l’al di qua, cercando mediatori nei santi. Sapere a che santo votarsi diventava quindi importantissimo, al punto che la presenza e l’aggiungersi di santi nel culto di una comunità era una specie di termometro per misurarne le paure, le ansie e le speranze. Nella religiosità popolare questa attenzione si materializzava nella costruzione di santelle che a Civine punteggiano e scandiscono l’ascesa del viandante alla frazione, rassicurandolo e costituendo la meta ultima di processioni in occasione delle Rogazioni e in tutti quei momenti gravi che, ciclicamente, si abbattevano sulla comunità, dalla siccità alla guerra. (…). (…). (…). Ultimi, ma non meno importanti, anzi avvolti da un alone di mistero i compatroni delle Civine, Abdon e Sennen, e, quasi dimenticati, i Santi Fermo e Rustico e Gottardo, (…).
Abdon e Sennen. La loro santella, edificata a Riviere, fino agli anni Sessanta (del secolo XX) fu meta finale delle rogazioni della comunità e tuttora, ogni trenta luglio, data del martirio dei santi, vi si recita una messa. Su quella che in realtà è una cappelletta campestre con tanto di altare, troviamo notizie nelle visite pastorali solo dal 1943, anche se fu fatta edificare, come scolpito sulla chiave di volta dell’arco, nel 1796 da Francesco Boti (Botti) sul fondo denominato “brolo”, acquistato nel 1795: i dati certi terminano qui. Tutto, a partire dal committente, diventa problematico, committente che tuttavia, dato il gusto del tempietto e dell’altare non doveva essere un ingenuo: Francesco purtroppo era un nome diffuso nella famiglia Botti e i papabili, per età, ricavabili dal registro parrocchiale, sono ben sei. Il pensiero corre subito a quel Francesco Botti curato in parrocchia nel 1738, dato che l’altro sacerdote omonimo di fine Seicento non coinciderebbe per questioni temporali evidenti: l’unico con una cultura teologica in grado di riesumare il culto di martiri, per altro gloriosi, ed imporli al culto della comunità, con tanto di passaggio civinese dei due a cavallo. (…). (…). Un viaggiatore questo Francesco Botti? Il culto ebbe infatti una circolazione in Lombardia, basti a pensare a Casteldidone, paese del cremonese dove Abdon e Sennen sono i patroni, senza voler scomodare Spagna e Francia dove pure sono venerati. (…) >>. Dopo i necessari restauri della cappella operati nell’estate del 1881, nemmeno un secolo dopo la costruzione, lavori a seguito dei quali il vescovo “riautorizza” la “solita” possibile “processione il 30 luglio o nella domenica successiva”. (Confronta Arch. Parr. Civine, Faldone ad annum).
<<L’edicola ricompare in una dichiarazione dei primi anni del Novecento quando Santa Bettolini, dimorante in Brione, vedova di Giovanni Botti afferma “quale proprietaria del terreno denominato Brolo toccatogli quale eredità (…) trovasi una cappella a fianco della strada”. Con la figlia, Domenica Botti ed il genero Giuseppe Ghedi, testimoni Amleto Bocchi e Ferruccio Borghetti, dichiarava poi che “i lavori di restauro ed il porticato nuovo eretto innanzi alla cappella dei S. Martiri Abdon e Sennen nonché i lavori di pittura furono fatti eseguire nell’anno 1910 colle offerte e prestazioni di mano d’opera dei parrocchiani di Civine: e si impegnano perciò a non servirsene mai per qualsiasi uso privato, di lasciar libero il parroco di accedere alla medesima per funzioni processioni o altro che credesse fare, di non esercitare ne per se ne per altri qualunque azione che possa tornare a danno o deperimento della cappella medesima”.
Nel 1960, in occasione di un restauro praticato dal pittore Pietro Manenti da Castrezzato sull’affresco, ormai “cotto”, come si dice in gergo, venne aggiunta, si ricorda, la Madonna in trono con bambino ed i due santi martiri alla sua destra e alla sua sinistra furono ridisegnati, prima, ricordano “erano vestiti da soldati romani”; nella stessa occasione si prolungò all’edificio con un piccolo portichetto, costituito da due colonne sorreggenti una copertura piatta. [“I cartoni su cui hanno lavorato i due restauratori, padre e figlio, sono conservati attualmente (2001) in sacrestia”. (…)]>>. (Nichilo Vittorio. CIVINE di GUSSAGO – Tra storia e memoria. Ediz. Fondazione Civiltà Bresciana. Brescia, Maggio 2003; pag. 133-140).
In realtà detti “Cartoni” risultano collocati direttamente in Cappella sin da prima del 2003 e dal 2009, dopo essere stati restaurati nella cornice e ripianati nel “cartone”, eliminandone la forte umidità di cui erano intrisi, debitamente ricollocati all’interno della cappella di Riviere a cura del Parroco Don Angelo Gozio; i costi sono stati sostenuti dalla Parrocchia. Nella stessa circostanza sono stati restaurati altri tre dei quattro quadri con cornice contenenti pergamene devozionali (con lettere a caratteri cubitali, in simile stile gotico), che fino a quel tempo erano stati conservati a Riviere in casa di Ester Reboldi sposata a Guido Botti di Riviere; il quarto già era affisso in cappella e si trovava in ottime condizioni. (Testimonianza di Achille Giovanni Piardi - Archivista Compilatore ufficiale della Parrocchia di S. Girolamo in Civine. 6 Marzo 2011)
Presso la Cappella dei Santi Abdon e Sennen è conservato pure “l’Ex voto” con le iniziali E.R. (Ester Reboldi), poi maritata a Guido Botti, in rendimento di grazia ricevuta od, in sigla, P.G.R. (Per Grazia Ricevuta, a suo tempo, di quand’ancora trovavasi bambina, essendole stato salvato il gravemente lesionato arto inferiore a causa d’infortunio di gioco, occorsole col il pesante coperchio della madia (cassone) cadutole tra tibia e perone). (6 Marzo 2011.Testimon. di Achille Giovanni Piardi - Archivista Compilatore ufficiale della Parrocchia di S. Girolamo in Civine raccolta - più volte negli anni passati durante la festa dei Santi di Riviere - dalla viva voce della medesima Ester).
I summenzionati: “Santa Bettolini, dimorante in Brione, vedova di Giovanni Botti” sono i bisnonni paterni di Umberto Ghedi (1945, figlio di Giulio e di Violante), il noto “Berto”; mentre i sunnominati “Domenica Botti e Giuseppe Ghedi” junior, coniugi nel 1906, (rispettivamente figlia e genero di Santa Bettolini) sono i nonni paterni del medesimo “Berto”. Secondo il Registro dei battezzati della Parrocchia di S. Girolamo in Civine il nome esatto di Domenica Botti è Barbara Domenica figlia di Giovanni Maria Botti; infatti, vedasi all’anno 1883 del Registro dei Battezzati in San Girolamo di Civine.
Necessita, per concludere correttamente, trascrivere che l’anno 1950 si legge quanto segue relativamente a Domenica Botti, nonna di “Berto”: << 1950, 14 Dicembre. Civine di Gussago. Botti Giuseppa Domenica, di anni 67 nata nel Comune di Brione, figlia di fu Giovanni e di fu Santa Bettolini, vedova di Ghedi Giuseppe domiciliata a Civine, munita dei conforti religiosi, rendeva l’anima a Dio il giorno 12 dicembre 1950 alle ore 22. E il giorno 14 Dicembre 1950 alle ore 14 veniva religiosamente sepolta nel Cimitero di questa Parrocchia. Il Parroco Angelo Lussignoli >>.
(Testimonianza di Achille Giovanni Piardi - Archivista Compilatore ufficiale della Parrocchia di S. Girolamo in Civine. 6 Marzo 2011).
Un segreto…! Achille Giovanni Piardi, oggi qui testimone e narratore di alcuni fatti, è cugino tanto di Umberto “Berto” Ghedi di cui si è detto, quanto del succitato Guido Botti marito di Ester; infatti, Angela Camilla Ghedi (del 1880, figlia di Ghedi Giuseppe “senior” e di Giulia Peroni, entrambi delle Civine), nonna di Achille Giovanni Piardi, fu sorella di Giuseppe junior, nonno di Berto, ed anche sorella di Rosa “Pina”, nonna di Guido.
Il segreto sopraddetto non termina qui.
Infatti, Achille Giovanni Piardi, qui narratore, oltre quanto detto sopra, è cugino di tutti fratelli di Guido Botti (sposato ad Ester Reboldi); non solo, è anche cugino diretto delle sorelle Reboldi (Ester, Elide e Metilde figlie di Francesco e di Elvira Botti), andate in sposa ai fratelli Botti, in virtù del fatto che loro madre, Elvira Botti, nacque da Metilde Ghedi (1873) figlia di Giuseppe e Giulia Peroni. Giuseppe Ghedi e Giulia Peroni coniugi sono genitori di Angela Camilla poi maritata Piardi, ed …infine …l’anno 1948 nonna di Achille Giovanni Piardi.
Come si vede, il nonno di “Berto”, la nonna di Achille Giovanni, la nonna – Metilde Ghedi – delle ragazze Reboldi maritate ai Botti di Riviere e la nonna dei ragazzi Botti sposati alle ragazze Reboldi l’hanno fatta… da padroni.

Quest’anno 2011, Domenica 31 luglio, il giorno della solenne festa dei Santi di Riviere ABDON e SENNEN, non abbiamo avuto la gioia di avere con noi lo zio Gianni, originario di Riviere (al secolo Giuseppe Ghedi figlio di Giuseppe junior dei furono Giuseppe senior e Giulia Peroni), zio paterno del noto Umberto “Berto” Ghedi, poiché il Signore lo ha chiamato a se, un mese fa, alla bella età di 102 anni.
Ghedi, Botti, Reboldi e Piardi comunque attivamente presenti alle solenni celebrazioni in onore dei santi Abdon e Sennen venerati alle RIVIERE di Brione (Parrocchia di S. Girolamo in Civine di Gussago), soprattutto alla bella concelebrazione eucaristica innanzi la Cappella dei martiri ed alla caratteristica processione tra i cortili della montana contrada presiedute dal Parroco – Prevosto di Gussago, don Adriano Dabellani, coadiuvato dal Parroco di Civine - Don Angelo Gozio, alla presenza dei concelebranti: dottor professor Monsignor Ruggero Borboni – Canonico onorario del capitolo del Duomo – Cattedrale di Brescia, del Sacerdote Don Cesare Minelli – Parroco dei santi Zenone e Eurosia della Chiesa in Ronco di Gussago, del Parroco di San Giorgio della Chiesa che è in Cellatica, sacerdote dottor professor Daniela Faita.
Le celebrazioni sono proseguite nei giorni 1, 2 e 3 agosto con diverse iniziative ed attività. Nella santa messa serale del 1° d’agosto assieme ai defunti Botti di Riviere si è ricordata la figura del grande educatore dei ragazzi e dei giovani reverendo, defunto, sacerdote Don Enrico Cotelli (morto il 31 luglio 1977 in Taranto, in seguito ad una subita rapina con sparatoria avvenuta, qualche giorno prima, sulla marina di Policoro in Basilicata) – Curato e Direttore dell’Oratorio maschile San Filippo Neri di Gussago nel periodo 1963 - 6 maggio 1967, insegnante e sacerdote di riferimento per almeno 1500 suoi “ragazzi di Gussago”, come lui li ebbe a definire nel suo testamento spirituale, come anche per i due, di allora, giovani: Angelo Gozio (1946) studente in Seminario – ora Parroco di Civine San Girolamo; Achille Giovanni Piardi (1948) studente e suo più giovane collaboratore – ora Archivista Compilatore della Parrocchia civinese e qui estensore.
Don Angelo, come detto in altre parti, ed Achille discendono entrambi da avi nativi di Civine, rispettivamente da nonno Angelo Gozio (Gosio) dei detti Bressagli e da nonna paterna Angela Camilla Ghedi (1880), madre di Francesco Piardi, nata e cresciuta prima a Riviere e poi a Civine, sino al 1904 – data in cui si sposa nella Parrocchiale di S. Girolamo, secondo gli insegnamenti degli allora parroci don Giovanni Armanni (1882-1894) e Don Giacinto Bernardelli poi (1894-1941).




Anno 2012 - Abdon e Sennen: Civine festeggia i santi «inusuali»
Domani, Domenica 29 luglio, la Messa e la processione. In serata la tradizionale anguriata. Torna la festa dei santi Abdon e Sennen sulle colline delle Civine di Gussago. Da domani al 1 agosto la località di Riviere, comune di Brione ma parrocchia di Civine, ospiterà la popolare sagra dedicata ai co-patroni. La devozione ad Abdon e Sennen è sicuramente inconsueta: assai popolare in Francia e Spagna, solo alle Civine è presente nel Bresciano. Francesco Botti edificò una santella a Riviere: era il 1796. Le loro reliquie erano arrivate però tempo prima, forse grazie al cardinal Querini. Ai santi Abdon e Sennen alla Civine ci si è sempre rivolti per la pioggia e la salute dei piccoli. La festa oggi è diventata il modo per condividere momenti di devozione, col parroco don Angelo Gozio, e di svago, nel cortile della trattoria della famiglia Botti. L’inizio domani alle 17 con la processione e quindi la messa celebrata da don Damiano Raza, fresco di ordinazione, che a Gussago è stato chierico. Ci sarà anche il corpo bandistico di Adro. A chiudere la serata anguria fresca per tutti, come da tradizione.
[Fonte: Bresciaoggi, 28 luglio 2012 (in www.gussagonews.it, 28 luglio)]

Don Damiano Raza presiede la solenne concelebrazione dei Santi Abdon e Sennen


Don Damiano Raza

Domenica 29 luglio 2012 alle ore 17.00 a Riviere di Brione (Parrocchia di San Girolamo in Civine) con la processione attraverso i cortili della contrada e la santa Messa inizia la Festa dei santi martiri ABDON e SENNEN. Don Damiano Raza da Pezzaze, terra dei Piardi, novello sacerdote, presiederà la solenne concelebrazione. Antichi sono i legami di Pezzaze con Civine, sin dalla notte dei tempi. Don Damiano quale Diacono collaboratore è stato in servizio a Gussago negli scorsi anni ed conosciuto a Civine anche quale meraviglioso organista nonché attento cerimoniere. Lo aspettano a Riviere! Riviere è frazione di Brione e Brione si trova in Val Trompia quanto… Pezzaze!
[Fonte: Achille Giovanni Piardi (da www.gussagonews.it, 26 luglio 2012)]


Cristo incorona i santi Abdon e Sennen, ai lati i santi Milex e Vincenzo. Roma, Catacombe di Ponziano
http://www.tradizione.oodegr.com/tradizione_index/vitesanti/abdonsennen.htm


VITA NELLA STORIA della PARROCCHIA di S. GIROLAMO in CIVINE di Gussago e RIVIERE di Brione

S. GIROLAMO, con i compatroni ABDON e SENNEN: La PARROCCHIA di origine di alcune delle spose dei Piardi a partire dal 1880.

Testi pubblicati sotto l’egida della Parrocchia. Parroco pro tempore Sacerdote don Angelo Gozio.

Parrocchia di S. Girolamo in Civine di Gussago
Settembre 2006. (Dal Bollettino a stampa. “La Voce della Parrocchia di S. Girolamo in Civine” in “LA VOCE DI GUSSAGO”. NOTIZIE in BREVE).
35° di Sacerdozio di Don ANGELO GOZIO. L’augurio dei parrocchiani. Reverendo Don Angelo, da quel lontano giugno 1971 sono trascorsi 35 anni; 35 anni dalla tua ordinazione sacerdotale. Qualcheduno di noi ti ricorda in calzoncini corti ovvero su per le montagne accompagnando i ragazzi, in occasione dei campeggi estivi, ed invece quest’anno, ad aprile, hai compiuto 60 anni. Due traguardi importanti per la tua vita di sacerdote e di uomo. Traguardi conquistati da solo e tra due ali festanti di tifosi, la folla dei tuoi fedeli, di noi parrocchiani di Civine.
Ciò è per noi civinesi grande motivo di gioia. Questa piccola, sempre più piccola comunità, che temeva di non aver più la gioia di poter godere della presenza di un proprio Parroco. Invece, dopo la partenza di don Roberto Sottini, sei arrivato tu, prima provvisoriamente e poi in forma stabile e definitiva: il nostro Parroco, un Parroco e un sacerdote tutto per noi. Uno di noi! Infatti, i tuoi avi Gosio furono di Civine, ebbero radici qui!
Prima del settembre 2003, nessuno di noi poteva immaginare tanto; che fossi proprio tu a venire a stare tra di noi, con il tuo zelo, col tuo ardore, con la tua passione, con il tuo bel cantare durante le funzioni liturgiche, con il tuo modo di fare così coinvolgente che vorremo definire felicemente contagioso.
Dopo 32 anni di impegno sacerdotale che ti ha visto: a Castegnato, a Sale di Gussago, Parroco a Tignale ed al santuario di Montecastello sul lago di Garda, Parroco di Erbusco e nuovamente a Gussago, sei approdato, si fa per dire visto che di acque qui non ve ne sono, tra i monti di Civine; la patria dei tuoi bisnonni. Non sei neppure lontano da Navezze, che sta ai nostri piedi, patria dei tuoi nonni materni Venturelli e Inselvini. Di più non potevamo aspettarci!
La Provvidenza ha saputo intervenire, con l’aiuto umano dei mitrati responsabili, al momento giusto ed opportuno. Per noi fai tutto: curi le nostre anime, tieni l’incontro “Festa delle famiglie”, segui la tua quanto la nostra chiesa, solennizzi in modo particolare la festa del patrono San Girolamo e quella dei Santi Abdon e Sennen alle Riviere, ci porti in pellegrinaggio ogni dove e presto, ad ottobre, a Roma dal papa. Per rendere tangibile il nostro impegno di cristiani abbiamo pensato anche ad un omaggio alla chiesa: un piviale in bianco damasco e oro, che oggi indosserai recando processionalmente Gesù presso le nostre case. Oggi, Domenica del Corpus Domini, Corpo del Signore, e non ci poteva essere miglior solennità, siamo qui a festeggiarti in tutta semplicità, come è consuetudine della gente di montagna; infatti, noi non siamo capaci di grandi cose ma, di dire grazie e auguri quando è il momento giusto sappiamo farlo!
Questo è il momento, questa è la felice circostanza per dirti Grazie, per dirti Auguri e ad multos annos tra di noi. Che la Vergine Maria ti accompagni!
Civine di Gussago, 18 giugno 2006. I tuoi parrocchiani. (A cura di Api)

Parrocchia di S. Girolamo in Civine di Gussago
Settembre 2006. Bollettino a stampa. “La Voce della Parrocchia di S. Girolamo in Civine” in “LA VOCE DI GUSSAGO”
30 Luglio – 2 Agosto 2006. Quattro giorni con ABDON e SENNEN alle Riviere
<< I sa piö che Sancc na a catà sa... per fa festa! >>. Sin, almeno, dal Settecento (sec. XVIII) i Santi ABDON e SENNEN sono venerati alle Riviere, sopra Civine (Parrocchia di S. Girolamo); la cappella a loro dedicata, eretta a cura della famiglia Botti, data 1796. Siamo agli ultimi mesi del lungo dominio della Repubblica di Venezia sulle nostre terre bresciane.
<< † Roma, III secolo. Abdon e Sennen sono originari della Persia. Convertiti al cristianesimo, furono imprigionati durante la persecuzione voluta dall'imperatore Decio (III secolo) e legati insieme in catene furono condotti a Roma, dove furono prima bastonati e quindi subirono il martirio uccisi con la spada probabilmente al Colosseo. Le loro reliquie sono conservate nella basilica di S. Marco Evangelista al Campidoglio dove furono portate da papa Gregorio IV dal cimitero di Ponziano >>.
Domenica 30 luglio i fedeli, delle Riviere, da Civine, da Gussago, dalla Valtrompia e dal bresciano, riempiono la strada che “Da Cico” conduce alla Cappella dei Santi. Tutto è abbellito e adornato con le tradizionali “Quarciade”, di festoni e fiori bianco - rossi. Non sono che le 17, il sole batta ancora a picco, ma i devoti sono in attesa che Don Angelo Gozio, vestiti i paramenti sacri ove trionfa il rosso dei martiri, avvii le cerimonie con la Messa in onore di Abdon e Sennen; presto giunge la folla degli almeno 300. Fuori dall’usuale, le cerimonie sono segnalate dallo sparo, a salve e con fumogeno, di un “trombino”: effettuato da quegli uomini in costume giunti dalla montana località (mt. 910 slm) di San Bortolo delle Montagne (Selva di Progno) in Lessinia. Chi ancora non è desto dalla pennichella od è in ritardo si sveglia e si avvia verso la Santella di Riviere, I sancc dè le Reere, mentre i presenti, e non solo quelli, fanno un salto e sentono tremare la terra circostante. L’archibugio lessino, con origini seicentesche, la fa da padrone e lo spettacolo è solo rinviato a più tardi, quando avrà smesso di tuonare... la parola di Don Angelo, parroco di S. Girolamo in Civine.
Prontamente inizia il divino sacrificale rito ed immediatamente i fedeli, compresi quelli più curiosi delle novità, sono attratti e uniti in raccoglimento dalla convinta quanto suadente voce del pastore d’anime, di rosso vestito. Abdon e Sennen, santi che per qualcuno risulterebbero di recente ... invenzione, sono ampiamente invocati, oggi come sempre, quali intercessori di pioggia, protettori dalla possibile cecità e patroni dei fabbricanti di botti e qui, soprattutto alle Riviere, di... Botti ve ne sono.
Come ai “Civinesi” delle Riviere in Comune di Brione non basta un solo santo protettore, infatti, ne posseggono due, così agli archibugieri (pistonieri o trombonieri) sparatori dei trombini o s-ciòpi non bastano neppure i santi dal momento che si pongono sotto la diretta protezione della Santissima Trinità, celebrata nel giorno proprio della festività domenicale.
<< Le origini degli s-ciòpi si perdono nella notte dei tempi, forse in quel lontano 1611 quando furono incaricati 24 soldati per la difesa dei passi Pertica, Lessini e Val di Falcon armati di archibugi a miccia e moschettoni. Questi archibugi e moschettoni vennero trasformati in tempi più recenti (abbiamo testimonianze dal 21 Marzo 1839) in festosi e devozionali Trombini usati a scopo folcloristico. I trombini o s-ciopi o pistoni, come sono detti anche in altro modo, sarebbero derivati da armi da guerra del Seicento-Settecento usate, per lo più, per incutere terrore, per abbattere palizzate, per farsi largo tra la folla, per difendersi durante i viaggi. La loro denominazione, probabilmente proveniente da una simile arma, il tromblo'n belga e olandese del passato, pare abbia origine dalla tromba (o campana) dello svaso della bocca di fuoco >>. Comunque c’è chi pensa si tratti non di una riconversione bensì di arnesi da sempre usati per spari in feste devozionali, come a Navezze -un tempo- con lo sparo dei “tolòcc” a San Visèn o, dei mortér in Val Trompia.
Domenica 30 Luglio la processione parte dalla Cappella dei Santi recando la loro reliquia per la Contrada, attraversando i cortili ed i porticati, tornando poi alla Santella dei martiri. I 300 convenuti seguono l’omelia e partecipano con convinzione alla S. Messa, lunga la fila dei comunicandi. Il rito, con dedicato suffragio per i defunti, in particolare quelli delle famiglie Botti, si conclude con la benedizione a mezzo delle reliquie dei Santi protettori. Si fa festa sino a notte fonda sotto l’antistante portico “da Cico” ed in quello di Umberto Ghedi, ma vi è allegria in tutti cortili delle Riviere.
Solo da lunedì 31, a turno, il centro dello stare assieme in sana allegria passerà di mano: prima presso i due tipici e tradizionali, contigui, porticati di Pietro Botti, discendente del vecchio “Ostanèl”, e quello di “Cico”, oggi di Sperandio, della stessa famiglia. E’ festa con la fisarmonica di Gianni Camoni e cantanti da Capriolo; l’eco dei canti si ode in tutta la sottostante, lunga, Valle di Cristo che conduce da Gussago a Brione, Comune cui appartengo le Riviere.
Martedì primo Agosto, dopo breve e spartana riflessione spirituale alla Cappella dei Santi tenuta dal Parroco di Civine, vestendo la lunga stola di damasco rosso (sull’abito borghese), si passa al torneo di Briscola condotto magistralmente da Angelo Rossini, figlio di Civinesi, nei locali della tipica trattoria e, sotto il portico, innanzi l’abitazione di Pietro Botti si svolge la triplice tombolata condotta da Emi Palini; folta la partecipazione al divertimento “condecorato” da generi di conforto.
Mercoledì due d’agosto la conclusione (‘n ga est la fi). S. Messa, assai partecipata e seguita, celebrata da Don Angelo Gosio, con all’organo, in partecipazione straordinaria, Don Mario Stoppani da Castrezzato. Cade la pioggia e nessuno si muove, si aprono i primi ombrelli, e Don Angelo “tuona” che non si deve volgere tutto a nostro favore, manifestando scontentezza una volta per il caldo e poi per il freddo o invocare la pioggia e poi lagnarsi perchè..., bisogna “ciapàle come le ve le robe...”, ...anche la pioggia. E’ l’invito a mutar vita; la nostra tribolazione terrena non può concludersi con la morte: sarebbe troppo poca cosa; la nostra esistenza è, invece, un cammino per l’eternità, un cammino proteso verso la santità, ciascuno essere secondo i doni carismatici ricevuti e in proporzione allo sforzo che ognuno di noi ha saputo compiere verso il compimento del disegno che Dio ha pensato per ogni individuo. Dopo la possente pastorale esortazione si alza un leggero venticello e sopra i devoti di Abdon e Sennen, antistanti la Cappella, nel crepuscolo si apre il cielo e la pioggia si dissolve. Quando siamo, ormai, nella notte si apre il ricevimento conclusivo delle quattro giornate, presso la casa dei Botti (‘n dèl löc dè sura); qualcuno osserva: sia alla Cappella quanto qui siamo più di cento. In verità i Botti del Berto hanno aperto ogni recondito angolo della loro casa illuminando a giorno l’allegra notturna festa allietata, ancora, dal fisarmonicista Gianni Camoni e cantanti ed in molti si cimentano al microfono a condurre il canto popolare, non escluso il citato don Mario, e gli astanti partecipano unendosi al coro dei più, non tralasciando di soddisfare gola e ugola con le tante leccornie offerte e ripetutamente esitate dalla famiglia ospitante. Qualcuno incontra commilitoni d’un tempo trascorso in divisa, conosce e incontra (o addirittura scopre) parenti ogni dove, come chi scrive. Ormai è tardi e dopo mangerecci vari innaffiati con Croatina leggermente mosso, Nero d’Avola e Montepulciano d’Abruzzo, spumante e caffè fortemente asperso con “grègia” è giunta l’ora per tutti, dopo quattro giornate in cui abbiamo avuto: Sole e bel tempo, caldo con arsura, pioggia notturna a dirotto e salutare frescura, di accomiatarci dai Santi, che hanno fatto il loro dovere a pennello..., e dal convivio umano per prendere la strada della discesa dalle Riviere di Brione, sotto il “giuspatronato” dei compatroni Abdon e Sennen uniti a S. Girolamo.
I previdenti Botti e tutti coloro che hanno saputo porre alla pioggia di questi giorni le botti eviteranno che le stesse “...le naghe ‘n due”. L’uomo, anch’esso per evitare di andare in doghe, perdersi, cerca la protezione dei santi: addirittura la Santissima Trinità per i Trombonieri di S. Bortolo delle Montagne, che vivono ad altitudine più elevata della nostra, una triade di Santi anche per noi di qui, che stiamo sotto un cielo ... più basso. (Api. Achille Giovanni Piardi). [Settembre 2006. Bollettino a stampa. “La Voce della Parrocchia di S. Girolamo in Civine” in “LA VOCE DI GUSSAGO”. NOTIZIE in BREVE]

Parrocchia di S. Girolamo in Civine di Gussago
S. Pasqua 2007. (Bollettino a stampa. “La Voce della Parrocchia di S. Girolamo in Civine” in “LA VOCE DI GUSSAGO”. CRONACHE, NOTIZIE e AVVISI). NOTIZIE in BREVE
Epifania 2007.
l corteo dei Magi, preceduto dai doni dei pastori, ha aperto la solenne celebrazione della manifestazione del Signore presieduta da Mons. Angelo Porta – Canonico della chiesa cattedrale di Brescia, parroco emerito di Gussago, concelebrata da Mons. Ruggero Borboni e dal Parroco Don Angelo. Più di 30 i personaggi, ciascuno con personale offerta, a comporre il corteo dei doni che precedeva i Magi a cavallo, con oro, incenso e mirra. Tre doni preziosi: l’oro simbolo del Re, l’incenso simbolo di Dio, la mirra simbolo dell’uomo. Al tempo di Gesù queste tre sostanze sono non solo preziose, ma quasi miracolose ed il loro uso, anche a scopo terapeutico, è assai diffuso. Enorme l’impegno della nostra brava costumista e per la scenografia, comunque tutto ben riuscito grazie alla convinta condivisione dei ruoli da parte di ognuno; folta e attenta la partecipazione alla eccelsa concelebrazione condecorata dalla maestria dell’organista Mondini che ha saputo far emergere dal nostro organo, un Tonoli opera 32 ancora autentico, anche l’uso del registro dei campanelli, propizio per l’occasione.
Il corteo dei Magi, preceduto dai doni dei pastori, ha aperto la solenne celebrazione della manifestazione del Signore presieduta da Mons. Angelo Porta – Canonico della chiesa cattedrale di Brescia, parroco emerito di Gussago, concelebrata da Mons. Ruggero Borboni e dal Parroco Don Angelo. Più di 30 i personaggi, ciascuno con personale offerta, a comporre il corteo dei doni che precedeva i Magi a cavallo, con oro, incenso e mirra. Tre doni preziosi: l’oro simbolo del Re, l’incenso simbolo di Dio, la mirra simbolo dell’uomo. Al tempo di Gesù queste tre sostanze sono non solo preziose, ma quasi miracolose ed il loro uso, anche a scopo terapeutico, è assai diffuso. [L’incenso è una resina secreta dall’albero Boswellia carteri, bruciato per molti secoli, insieme alla mirra, nelle cerimonie religiose, durante i funerali o altri riti. Molto più rara e preziosa dell’incenso, la mirra è una gommaresina aromatica prodotta da un albero del genere Commiphora originaria della dell’Arabia, l’antica Arabia Felix. La mirra trasuda dal tronco dell’albero in gocce a forma di lacrime dal colore rosso e dal profumo inebriante. Per queste caratteristiche, le lacrime rappresentano il dolore, il rosso rappresenta il sangue; la mirra è, per ciò, carica di valori simbolici legati all’uomo e alla sua esistenza terrena. Infatti, mentre l’incenso è il profumo dell’elevazione spirituale, la mirra aiuta ad armonizzare il mondo spirituale con quello materiale. Ai tempi biblici, sia l’incenso che la mirra sono usati come profumi e, molti riferimenti a queste sostanze, si trovano in particolare nel Cantico dei Cantici. Nel libro dell’Esodo (XXX,23), poi, si legge essere uno dei principali componenti dell'olio santo per le sacre unzioni. Secondo la tradizione, la mirra simboleggia l'unzione di Cristo, o l'espiazione dei peccati tramite la sofferenza e la morte corporale (la mirra veniva, infatti, utilizzata anche per le imbalsamazioni)]. Enorme l’impegno della nostra brava costumista e per la scenografia, comunque tutto ben riuscito grazie alla convinta condivisione dei ruoli da parte di ognuno; folta e attenta la partecipazione alla eccelsa concelebrazione condecorata dalla maestria dell’organista Mondini che ha saputo far emergere dal nostro organo, un Tonoli opera 32 ancora autentico, anche l’uso del registro dei campanelli, propizio per l’occasione. (A cura di Achille Giovanni Piardi)

Parrocchia di S. Girolamo in Civine di Gussago
Natale 2007. (Bollettino a stampa. “La Voce della Parrocchia di S. Girolamo in Civine” in “LA VOCE DI GUSSAGO”. CRONACHE, NOTIZIE e AVVISI).
11 novembre 2007. Festa di San Girolamo, nostro Patrono. Il nostro Santo Patrono è stato solennemente festeggiato domenica 11 novembre, sotto un sole dell’estate di S. Martino, con Santa Messa nel pomeriggio e Processione con la reliquia e statua del Santo. Nei giorni precedenti la solennità vi sono state due serate di preparazione: “Ci si può accostare alla Comunione senza confessarsi ?”
La ricorrenza, secondo il calendario liturgico, cadrebbe il 30 settembre: rinviata alla seconda domenica di novembre, per antica tradizione civinese dettata, nei secoli passati, dalle incipienti stagionali occupazioni contadine, quali la vendemmia e la raccolta delle castagne. Tradizione poi mantenuta, nel rispetto della volontà degli antichi avi.
Tra due ali strabocchevoli di fedeli, la sacra solenne concelebrazione è stata presieduta dal Vescovo Mons. Bruno Foresti, vescovo emerito della diocesi di Brescia. << Possiamo, singolarmente o tra marito e moglie e raccomandare ai figli di fare lo sforzo di leggere una pagina del Vangelo, almeno ogni tanto?. S. Girolamo, Patrono di questa piccola Contrada, diceva: Ignorare le Sacre scritture, significa ignorare Gesù. Lo ha ricordato anche il papa, qualche giorno fa, nella sua catechesi tenuta nel corso dell’udienza generale di mercoledì 7 novembre. San Girolamo aveva un carattere burbero, ... troppo forte, se la prendeva, infatti, anche con i vescovi del suo tempo per il loro pretendere di sapere. Dopo essere stato alla Curia di papa Damaso (sec. IV) se ne va a Betlemme e si occupa di trascrivere la Bibbia nella forma poi fatta propria dalla Chiesa detta da noi Vulgata (per il vulgo = per il popolo) e per farsi costruire, da famiglie amiche, due monasteri (uno maschile e un altro per le donne) ed il ricovero per i pellegrini di Terra Santa >> e successivamente approvata dal Concilio di Trento (sec. XVI). Continua il Vescovo Bruno: << Preferisco parlarVi così, carissimi di Civine, da Pastore e non da teologo; il Vescovo per prima cosa prega per il suo popolo e poi insegna. Continuate così, leggete le pagine del Vangelo pieno di umanità segno distintivo del Cristianesimo e dell’insegnamento cristiano. Sono veramente contento di stare nuovamente tra Voi a Civine, Parrocchia eretta il 5 settembre 1620 con proprio Parroco - dopo essere stata condotta quale Rettoria dai Curati di Gussago nei due secoli precedenti, in questa Contrada di boscaioli, sorta nel Medioevo, parte di una più grande Comunità laica e religiosa gussaghese. Vedo il Sindaco e altre autorità: è bene, è bello questo! E’ giusta la laicità, è giusta la religiosità, la fede della comunità! Il Sindaco, l’autorità deve saper riconoscere e valorizzare le radici della fede. Spesso sono proprio le tradizioni religiose delle piccole frazioni o contrade a cementare i rapporti umani delle più ampie realtà civili, laiche >>. Ed al termine: << Ringrazio veramente di cuore per questa solenne e toccante celebrazione e per la Processione così composta e partecipata; ringrazio tutti per avermi fatto vivere questi bei momenti; ringrazio la “Scuola di Canto” di Gussago e la gussaghese Banda musicale S. Maria Assunta >>. Mons. Bruno si fa ritrarre con i concelebranti e lo stuolo degli assistenti e “Piccolo clero”, con la Corale, con la Banda Musicale uscendo di chiesa, con Mitria e piviale processionale, per salutare la Banda stessa << ... dal momento che i musicanti mi hanno salutato anche al mio arrivo tra queste colline >> e tutti. In ultimo, anche strada facendo verso l’Oratorio, luogo del “rinfresco”, raggiunto a piedi, Don Angelo, con la spiccata generosità di cui è dotato, presenta individualmente al Vescovo ciascuno dei propri collaboratori civinesi ed extra. Così è capitato anche a chi scrive questa brevissima cronaca, per la prima volta nella sua sessantenne vita, di poter baciare l’anello al vescovo. (A cura di Achille Giovanni Piardi).

Parrocchia di S. Girolamo in Civine di Gussago
Civine, Dicembre 2008 - S. Natale
L’origine dell’adorazione del presepio.
COSTANTINO Imperatore, sua madre ELENA e lo studioso, eremita, dottore San GIROLAMO
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L’imperatore romano Costantino (Costantino il Grande, *circa 272–337 d.C.) fu un gran mecenate della chiesa cristiana. Nel 312 egli stesso divenne cristiano, senza imporre con veemenza la fede cristiana nel suo regno. La leggenda paleocristiana riferisce che nel 327 / 328 sua madre Elena riuscì a trovare il luogo della crocifissione, con la croce stessa, il sepolcro ed il luogo di nascita di Gesù di Nazareth. Fece erigere una chiesa sopra il luogo presunto della nascita. Più tardi alcune reliquie provenienti dal luogo della Natività furono trasferite a Roma e custodite nella chiesa di Santa Maria Maggiore. Furono esibite in una scatola di legno e diedero probabilmente l’inizio all’adorazione del presepio natalizio. (Bibliografia: Chris Scarre: Chronicle of the Roman Emperors. Thames and Hudson London, 1995).
La prima rappresentazione del presepio. Girolamo (circa *347–420 d.C.) teologo e filosofo. A Roma fu tra l’altro anche revisore del testo latino della bibbia ed elaborò una forma semplificata della bibbia, più tardi chiamata Vulgata. Quale conoscitore intimo dei testi paleocristiani scrisse nel 392 la prima storia della letteratura cristiana: “De viris illustribus” (Uomini illustri). Nel 385 partì da Roma per dirigere alcuni monasteri a Betlemme.
Girolamo Fece dipingere nella chiesa della Natività di Gesù di Nazareth in BETLEMME la prima rappresentazione del presepio.
(S. Natale 2008. Pubblicazione a cura della Parrocchia di S. Girolamo in Civine di Gussago, testo curato da Achille Giovanni Piardi)

Parrocchia di S. Girolamo in Civine di Gussago
CIVINE, 3 Giugno 2010
SANTELLA della MADONNA posta al bivio campestre sulla strada per “I Gussarini”
Il Parroco, Don Angelo Gozio, relaziona ai fedeli.
La sera dello scorso Mercoledì 26 Maggio innanzi la “Santella” della Madonna, in attesa di avviare la recita del Santo Rosario avviandoci verso la località Gussarini per la S. Messa, alcuni di Voi, fedeli parrocchiani, chiesero notizie riguardo l’epoca di costruzione di detta “Santella”, il tipo di effige una volta ivi rappresentata, quella esistente, secondo la memoria collettiva, per tutta la seconda metà del secolo XX ed il suo recentissimo rifacimento sia come struttura muraria quanto all’affresco raffigurante la Madonna: Vergine Maria Immacolata Concezione.
Al momento, prima si ascoltarono le notizie che Voi più anziani coglievate dalla memoria e dalla tradizione, poi qualcosa fu detto da me al riguardo storico unitamente alla evidente necessità di provvedere alla eliminazione dell’umidità che ascende dalle fondamenta soggette al naturale stillicidio delle acque che in quel preciso punto si accumulano, provenienti dai sovrastanti terreni e sedi stradali convergenti. Umidità per la quale si vedrà come provvedere a breve. Poi qualcosa fu udito dalle parole di chi, nel periodo 2003/2004, ebbe l’autorizzazione a porre mano all’Archivio storico della nostra Parrocchia. Oggi cerchiamo di essere più chiari e precisi, come possibile.
Secondo la tradizione.... il manufatto fu eretto nell’Ottocento [(sec.XIX), forse fine 700)], il che sta a significare che la presenza della “Santella” segna il nostro passo e ci accompagna da più di 210 anni. La motivazione si farebbe risalire ... al passaggio di Carlo Borromeo, Cardinale Arcivescovo metropolita di Milano in visita pastorale nel bresciano per incarico papale, cavalcando un bianco cavallo. La storia afferma che S. Carlo stette nel bresciano, compiendo la visita apostolica, dal mese di Febbraio all’estate inoltrata del 1580 (Agosto), lasciando la Val Trompia dal Colle di San Zeno (sopra Pezzaze) per la Val Camonica (via Val Palot – Fraine - Pisogne) al fine di poter recarsi, via Edolo – Passo Aprica – Tresenda, in Svizzera - Ticino, Diocesi di Milano.
Il Borromeo non salì a Civine, ma ci venne il suo Convisitatore apostolico Don Antonelli (seu Antonini); tuttavia S. Carlo impartì ferree disposizioni per Civine, tra cui quella di erigere a Parrocchia la Rettoria di San Girolamo, cosa che avvenne esattamente quarant’anni dopo. Su quest’ultimo avvenimento torneremo il prossimo 5 settembre.
La soma vescovile, il leggendario cavallo bianco, ad un certo punto e proprio in prossimità della nota ed antica cascina dei Gussarini non volle più procedere essendo stanco e stremato per il caldo. Per necessità cominciò a raspare freneticamente a terra, forte dello zoccolo ferrato delle sue zampe, sino ad ottenere che dal terreno... scaturisse acqua; fonte che poi, tutti ricordano, continuò a zampillare... nel vecchio e abbandonato acquedotto dell’acqua di S. Carlo, posto frontalmente alla citata “Santella”, ...eretta a ricordo dell’eccezionale passaggio... miracoloso.
Certo è che tradizionalmente in montagna, soprattutto nei punti di convergenza dei sentieri e delle capezzagne campestri, si costruissero manufatti inneggianti alla protezione divina dei viandanti per intercessione dei santi più amati e più vicini alle tradizioni del luogo. Come sarebbe... accaduto qui, nei pressi dei Gussarini.
In realtà la santella è una costruzione non dell’epoca di S. Carlo in origine, però, l’affresco rappresentava San Carlo Borromeo accanto alla Madonna, diversa dall’attuale, ed ad un San Rocco. Così fu sino agli anni Cinquanta del Novecento quando venne rifatto l’affresco, poichè del tutto deteriorato. Rifacimento operato decorandovi, solamente, la Madonna Immacolata, (...poggiata sulla luna ed il serpente sotto i piedi). L’affresco della Vergine Maria venne “recuperato nei contorni” e nuovamente affrescato nel periodo 2001-2002, durante il parrocchiato di Don Roberto Sottini. (Fascicolo. Ristrutturazione Santella Gussarini – Relazione finale, 16 sett. 2002. Archivio Parr.le S. Girolamo in Civine).
Per questa relazione ci siamo avvalsi, in parte, del lavoro di Vittorio Nichilo “Civine di Gussago - Tra storia e memoria”, pubblicato il mese di Maggio 2003 a cura della Fondazione Civiltà Bresciana. (A cura di Api Achille Giovanni Piardi)

Parrocchia di S. Girolamo in Civine di Gussago
CIVINE, 5 settembre 2010
...il 5 Settembre 1620: quasi quattro secoli fa...
La Comunità di Civine esiste sin dal Medioevo; una piccola entità di boscaioli, non poteva essere diversamente, di forse cento anime complessive: non più di venti famiglie.
La devozione a San Girolamo risale, nel bresciano, a circa la metà del 1400 (Col Convento di S. Girolamo di Brescia - Canton d’Albera, le pitture in San Cristo sulle pendici del Castello, gli affreschi in San Filastrio a Tavernole in Valtrompia, la Chiesa di Cedegolo in Valcamonica, la quattrocentesca Natività, tra S. Girolamo e S. Alberto M., alla Pieve di Piedeldosso e le pitture alla Santissima e a Ronco, ss. Fabiano e Sebastiano, di Gussago). La Parrocchia di S. Girolamo ha giurisdizione anche sulla minuscola contrada di Riviere.
Anche a Civine, pertanto, si stima essere sorta nello stesso periodo la devozione al Santo eremita, studioso, conoscitore delle lingue, traduttore della Bibbia nella forma detta “Vulgata”, quella per il popolo, sostanzialmente la stessa che noi conosciamo, inoltre autore di diverse altri scritti e trattati.
Comunità ecclesiale questa di Civine retta prima dai Curati della chiesa Matrice di Gussago e poi, con sentenza vescovile del 5 settembre 1620, elevata al rango di Parrocchia con proprio Parroco, così come auspicato dal Card. Carlo Borromeo, vescovo di Milano, durante la visita apostolica nel bresciano dell’anno 1580 e dopo le motivazioni del Vicario generale del Vescovo di Brescia, Gabriele Albrici – Arciprete e Prevosto della Chiesa cattedrale di Bergamo, dallo stesso addotte durante la visita ispettiva a Civine compiuta il 25 maggio 1620. Il primo vescovo di Brescia a visitare Civine è il Morosini (veneto) nel 1648, quando è Rettore - Parroco don Emilio Carcano.
L’attuale chiesa di S. Girolamo risale al 1737 (l’iscrizione lapidea murata sul retro dell’abside: 15 luglio 1737; don Carlo Antonio Amadini - Parroco) per essere stata riedificata su precedenti mura di edificio religioso (S. Girolamo) risalente al 1400-‘500. La chiesa si presenta così, come la vediamo oggi, solo dall’anno 1908 dopo l’allungamento avvenuto verso il sagrato (su progetto di Carlo Melchiotti, del 30.5.1902), quando è Parroco, dal 1892, il Reverendo Don Giacinto Bernardelli da Pezzaze, figlio di Apollonio. Di Don Giacinto, che seguì la nostra Comunità per quasi cinquant’anni, gli anziani ancora conservano grato ricordo e duraturo insegnamento. Vennero poi i Rev.di parroci: Angelo Lussignoli (4.9.1941 - ’52), Piero Chitò (3 Luglio 1952 - 1977), Luigi Iora ‘Vincenzo’ (1978 - ’98), Roberto Sottini (1999 - 2002) e, dal 2003, Angelo Gozio, che porta il nome del civinese nonno Angelo.
Furono pastori di anime a Gussago a partire dalla fine dell’Ottocento e durante i primi quattro decenni del Novecento ben tre sacerdoti di montagna, grandi amici tra loro: Mons. Giorgio Bazzani da Bagolino – Prevosto di S.Maria Assunta; don Giuseppe Bernardelli (fratello di Don Giacinto) – Curato a Gussago e Cappellano dell’Ospedale e Casa di Riposo P. Richiedei ed, appunto, il nostro “Poer pretasì”, come qualcuno lo ricorda, don Giacinto (†1943), esile ma ferreo e convinto nella Fede.
La chiesa di Civine, come la vediamo oggi nel suo interno, è stata affrescata nella volta della navata e sulle pareti della ‘cupola’ absidale dai pittori Trainini, Giuseppe e Vittorio, zio e nipote, negli anni Venti del Novecento.
Ricordiamoci, pertanto, di non lasciar trascorrere il... prossimo 5 settembre 2020 senza degnamente solennizzare il 400° della Parrocchia, i sei secoli di devozione civinese a San Girolamo e gli (almeno) otto secoli di esistenza della Comunità di Civine. (A cura della Parrocchia, avvalendoci, in parte, del lavoro di Vittorio Nichilo: “Civine di Gussago – Tra storia e memoria”. Maggio 2003 - Fondazione Civiltà Bresciana - Brescia). [***]. [A cura di Api (Achille Giovanni Piardi). Sett. 2010]
[***]. “Civine di Gussago tra storia e memoria”. Il volume, con una prefazione di Antonio Fappani e Carla Boroni, descrive in tre capitoli la storia della piccola ma pittoresca e caratteristica frazione del comune di Gussago (Brescia). Nel primo capitolo, utilizzando una serie di fonti eterogenee che spaziano dalla pergamena all’intervista agli anziani del paese, si traccia lo sviluppo del borgo e la sua storia fino ad anni recenti. Si parte così dalle prime testimonianze che, per ora, risalgono al basso Medioevo, il 1248, e ci raccontano di un borgo di contadini, pastori e boscaioli. Un’ipotesi dello storico Paolo Guerrini, hanno spesso collegato Civine a Suvigne, corte del monastero bresciano di Santa Giulia. Nel 1313 il dominus Bresciano da Civine partecipò al matrimonio di sua figlia, nell’ambito delle iniziative di pace tra guelfi e ghibellini. Nel resto del capitolo si risale il corso dei secoli, passando attraverso dominazione viscontea e veneta. Con l’arrivo dei Francesi, nel 1797, una piccola sorpresa: il paese diventa comune, salvo poi ritornare frazione nel giro di poco più di un anno. Durante i moti risorgimentali Stefano Botti parteciperà alle Dieci giornate, salvo poi fuggire per evitare l’esecuzione capitale. Il Novecento vede le pagine dolorose della Prima e della Seconda guerra mondiale. Di particolare interesse la corrispondenza dei tre fratelli Arici, partiti tutti per il fronte ed internati in un lager tedesco. Questo primo capitolo si conclude con gli anni Sessanta e l’arrivo di don Pietro Chitò, il parroco che contribuirà al miglioramento della vita in paese, specialmente con la costruzione della strada che unisce al capoluogo Gussago. Il secondo capitolo è dedicato alle tradizioni, particolarmente ricco in questa frazione. Tra le diverse leggende spicca quella dei Santi Abdon e Sennen e della Marte della buca. Quest’ultima, in parte con elementi autentici, riscoperti dal professor Giovan Battista Federici, ricorda l’amore alla Promessi sposi tra Marta Antonelli, una ragazza del paese e Ariboldo. Dopo le angherie di un signorotto della vicina Brione, tal Prospero, e numerose e fantastiche avventure, i due convoleranno a giuste nozze. Altra leggenda è quella della “ruer verda”, ovvero della quercia che, in prossimità del colle di Quarone, rimane verde anche in inverno, per un sortilegio, come raccontavano le antiche leggende. Il capitolo sulla religione guida alla scoperta della parrocchia dedicata a San Girolamo e ai santi compatroni Abdon e Sennen. Vengono elencate anche santelle e chiese, alcune non più esistenti. Completa il volume un appendice con il decreto per l’istituzione della parrocchia ed un appunto di san Carlo Borromeo al riguardo (Vittorio Nichilo - Civine di Gussago tra storia e memoria).

Parrocchia di S. Girolamo in Civine di Gussago
Natale 2010. (Bollettino a stampa, Dicembre 2010. “La Voce della Parrocchia di S. Girolamo in Civine” in “LA VOCE DI GUSSAGO”. Cronaca. Notizie in breve e vita parrocchiale)
Domenica 14 novembre 2010 abbiamo celebrato la solennità patronale di S. Girolamo. Celebrazione della S.Messa accompagnata dalla Corale di Gussago. Processione con l’artistica statua lignea del nostro Santo Patrono, preceduta da Don Franco Rivadossi con la teca della reliquia ed altri cinque sacerdoti: don Giuseppe Zamboni, don Adriano Dabellani, don Cesare Minelli, Mons. Ruggero Borboni e don Angelo Gozio - Parroco, seguita dalla Banda Musicale di Gussago; benedizione conclusiva con la Reliquia di San Girolamo. Per ciascuna famiglia è stato predisposto un quadretto con l’immagine della nostra statua di S. Girolamo ed un pieghevole sulla vita e le opere del Santo traduttore della Bibbia, venerato a Civine sin dal Quattrocento. Folta partecipazione al divin sacrificio quanto alla processione, bagnata da una leggerissima pioggia.
IL SANTO PATRONO di Civine e Riviere. Sophronius Eusebius Hieronymus - San Girolamo, Dottore della Chiesa ed uno tra i quattro massimi Padri latini (assieme a Sant’Agostino, Sant’Ambrogio e San Gregorio Magno), nacque a Stridone, regione dell’antica Dalmazia dell’Impero romano, attorno al 347. Di ricca e nobile famiglia cristiana, ricevette un’accurata educazione letteraria che perfezionò a Roma, alla scuola del celebre grammatico Donato. Qui divenne catecumeno e ricevette il Battesimo, impartitogli da papa Liberio (352-366). Girolamo morì a Betlemme nel 420; fu un fautore del culto delle reliquie dei santi.
Le spoglie di S. Girolamo sono poi state trasferite in apposita tomba (urna di porfido dell’altare papale) nella patriarcale basilica di Santa Maria Maggiore in Roma. I resti di S. Girolamo pervennero alla basilica di S. Maria maggiore nel XII secolo e furono riposti all’ingresso dell’Antrum Praesepi; nel 1409 la famiglia Guaschi li fece collocare in un altare appositamente costruito.
Nel 1424, per mezzo di un lascito del cardinale Pietro Morosini, le ossa furono riposte in una cassetta d’argento del costo di 100 fiorini. Per la costruzione della cappella Sistina o del SS. Sacramento, Sisto V fece demolire la precedente, dedicata a S. Girolamo, al cui altare quattrocentesco si veneravano i resti. Secondo una leggenda il canonico Ludovico Cerasola, per evitare un' eventuale loro traslazione alla chiesa di S. Girolamo degli Schiavoni, li nascose nel pavimento a destra del presbiterio. In seguito il cardinale Domenico Pinelli riesumò la cassa d’argento contenente il corpo di S. Girolamo e la pose sotto la confessione. Rinvenuta la cassetta nel 1747 fu collocata definitivamente all’altare del Papa.
[(Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari). Estratto dal pieghevole predisposto dalla Parrocchia di S. Girolamo per i fedeli di Civine (n occasione delle festività patronali di S. Girolamo del 13-14 Novembre 2010) curato da Achille Giovanni Piardi e pubblicato anche nel Bollettino di Natale 2010]




2013, 28-31 Luglio. Festa dei Santi delle RIVIERE, Abdon e Sennen

Il Parroco di Civine, Sacerdote Angelo Gozio, alla cappella patronale dei Santi Abdon e Sennen, la sera di Martedì 30 Luglio 2013. Il Parroco don Gozio è primo cugino dei fratelli Rina, Martina, Angela, Ernesto, Luciana e Angelo jr. PIARDI figli di Angelo (Gussago, 1905 - Zweibrücken, 1942) e di Elena (Teresa) Venturelli.

Achille, uno dei PIARDI alle RIVIERE per i Santi ABDON e SENNEN, 30 luglio 2013. Siamo innanzi la Cappella campestre montana di RIVIERE, Contrada del Comune di BRIONE - Parrocchia di S. Girolamo in CIVINE di GUSSAGO, sulle colline di Franciacorta (Brescia)




2014, 27-30 Luglio. Festa dei Santi delle RIVIERE, Abdon e Sennen

Festa dei SS Abdon e Sennen

Il gussaghese Sacerdote Renato Firmo, Parroco emerito di Castegnato (BS), alla cappella patronale dei Santi Abdon e Sennen, Domenica 27 Luglio 2014, a conclusione del sacro rito imparte la benedizione con le reliquie dei santi martiri; è in ciò assistito da concelebranti don Cesare Minelli - Parroco di Ronco in Gussago e don Angelo Gozio  - Parroco di Civine e di Rviere.

 

Achille Piardi per i Santi Abdon e Sennen

Achille, uno dei PIARDI alle RIVIERE per i Santi ABDON e SENNEN, 27 luglio 2014. Siamo innanzi la Cappella campestre montana di RIVIERE - Parrocchia di S. Girolamo in CIVINE di GUSSAGO, sulle colline di Franciacorta (Brescia). Cappella fatta edificare, in territorio di Brione, da Francesco BOTI (Botti) l’anno 1796, come si legge sull'architrave dell'ingresso, qualche mese prima che il territorio passasse di mano dal dominio della Serenissima Repubblica di Venezia a quello della, momentanea, Repubblica Bresciana indi a Napoleone Bonaparte.


2016, 31 Luglio - 3 Agosto. Festa dei Santi delle RIVIERE, Abdon e Sennen

Domenica 31 luglio. 2016. Riviere, la celebrazione eucaristica. Quattro concelebranti alla festa dei Santi ABDON e SENNEN, martiri della fede nel 250 a causa della 7^ persecuzione cristiana operata da Decio imperatore romano: da sinistra, sacerdote don Cesare Minelli - parroco dei Santi Zenone ed Eurosia in Ronco di Gussago; sacerdote don Mario Stoppani - parroco dei santi Pietro e Paolo apostoli in Castrezzato;  sacerdote don Arnaldo Morandi - parroco di San Gottardo, ai Ronchi cittadini, in Brescia;  sacerdote don Angelo Gozio - parroco di San Girolamo in Civine di Gussago e Riviere di Brione (santi Abdon e Sennen).

Domenica 31 luglio. 2016. Riviere, la processione campestre e tra i cortili della Contrada. Il presidente concelebrante, don A. Morandi, reca l'icona dei santi Abdon e Sennen; lo assiste don M. Stoppani. 

Mercoledì 3 agosto 2016. Riviere, fedeli innanzi la cappella campestre montana, in attesa della celebrazione serale - vespertina, a conclusione della giornate di festa dedicate ai santi martiri del secolo III. Achille Piardi è presente.

Mercoledì 3 agosto 2016. Riviere, chiusura delle Feste. Rappresentazione teatrale sotto il portico di casa Botti ed il pubblico degli spettatori nel vecchio cortile della casa. Achille Piardi è presente. Vincenzina Piardi - Gonzalez, nativa di Gussago (Brescia), dimorante in MENDOZA (Argentina) sin dal 1949 avendo veduto a mezzo dei social network le foto delle feste a Riviere scrive. << Vorrei essere lì...>>. Achille Piardi al fine di ...superare i 13 mila chilometri, risponde: <<...eri, stai qui con me, con noi! Ti ho pensato, soprattutto durante la rappresentazione teatrale; infatti la trama della Commedia "La spusa" (La sposa, il matrimonio-sposalizio), rappresentata dai volontari della compagnia teatrale di Gussago "La Ruota", era imperniata sul matrimonio tra Angela di Gussago e don Carlo di Catalogna (Spagna). Gli sposi sarebbero andati a vivere in Toledo (Spagna). Puoi immaginare le risate che si sono fatte gli spettatori, una settantina di persone, sedute - come anticamente - su delle panche, all'aperto (nel cortile antistante la casa di nostra nonna Angela Camilla Ghedi - Piardi, e come scena naturale-palcoscenico il portico di casa Botti -Ghedi), apprendendo che i teatranti di parte italiana dovevano ""imparare", in poco tempo ed in imminenza delle nozze della figlia, la lingua spagnola-catalana. ...secondo la trama il ragazzo, don Carlo, futuro sposo di Angela si diceva, lavorasse all'Ambasciata italiana in Spagna mentre il di lui padre, don Pedro, prossimo suocero di Angela, fosse un grande tenutario possidente. ...in realtà si scoprì che don Pedro faceva "èl malghés" con una stalla per il servizio di monta taurina, lo stesso lavoro che faceva, tempo prima e secondo la Commedia, Pietro, padre della sposa. ...per questo si sono capiti e compresi in fretta; in quanto a conversare in spagnolo, lasciamo stare.. . Immaginati le risate degli spettatori di Civine e di Riviere nel sentire dei gussaghesi commedianti che pensavano ...fosse facile imparare lo spagnolo, bastando, secondo il loro dire, ...aggiungere una qualche lettera "s" sul finale di ogni parola italiana... CI SIAMO SPANCIATI DAL RIDERE, risate a crepapelle, primo fra tutti il Parroco di CIVINE - San Girolamo, Don Angelo Gozio - seduto in prima fila; nipote di nonno Angelo Gozio da Civine. Una bella serata in compagnia. Ti sembra, Vincenzina Piardi, di essere stata a Riviere? Dimmi di sì! Ciao da Achille >>. 


 

Anno 2017

Quest'anno 2017 alla solenne concelebrazione del 30 luglio per la festa dei Santi di Riviere, Abdon e Sennen, presieduta dal Cardinal Giovanni Battista RE - Vice Decano del Sacro Collegio cardinalizio Vaticano e porporato presente in Vaticano da 45 anni con responsabilità in diversi dicasteri - sono presenti, tra una grande folla di fedeli, anche i Ghedi, i Botti, i Piardi, i Piardi - Ghedi, i Botti - Ghedi e alcuni altri discendenti dell'antica ed originaria famiglia Ghedi.

 


Riviere 30.7. 2017 - Cardinal G.Battista


Anno 2018

Il 29 luglio. La prima giornata di festa in onore dei santi martiri "migranti", Abdon e Sennen, svoltasi alla Cappella campestre-montana di Riviere si è conclusa con la benedizione della nuova piccola santella stradale privata di casa Botti Ghedi - Moretti dedicata al Sacro Cuore di Gesù ed alla Vergine Maria, appena realizzata e ubicata a meno di un centinaio di metri dalla Cappella settecentesca dei Santi di Riviere.


Santi di Riviere 29.7.2018

 


Santi di Riviere 29.7.2018

 


Santi di Riviere 29.7.2018

 


2018. Nuova santella di casa Botti Moretti.



La signora Silvana Botti - figlia di Pietro e Letizia Maria Ghedi - sposata a Pietro Moretti ci invia alcune foto della benedizione della nuova santella stradale, posta accanto all'ingresso di casa, realizzata, come recita la targa dedicatoria, in "Ricordo di Botti Pietro e Ghedi Letizia Maria", suoi genitori nativi di Riviere. Alla cerimonia ufficiale sono presenti anche i Piardi, i Botti, i Ghedi. Achille Piardi che scrive queste poche semplici righe, ha avuto, negli anni duemila, il piacere di ben conoscere i coniugi Pietro Botti e Letizia Maria Ghedi, sia nei giorni delle loro vacanze estive nella casa di Riviere, quanto nella loro abitazione sita in Val Trompia.

> Per approfondire: la storia scientifica dei Santi Abdon e Sennen (a cura di Vittorio Nichilo) qui in Pdf
http://www.vittorionichilo.it/pdf/brixia_sacra_i_santi_Abdon_e_Senne.pdf

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