VOLUME
III
I PIARDI NEL TEMPO -
dimore, vita vissuta, costumi portati dai Piardi ed anche
devozioni cui siamo stati capaci in più di cinque secoli
di vita.
4. DEVOZIONI
4.13 Santi
delle RIVIERE, Abdon e Sennen, sulle colline di Brione e Gussago.
Cronache della festa:
2007 - 2008 - 2009
- 2010 - 2011 - 2012
- 2013 - 2014
- 2016 - 2017
- 2018
RIVIERE: frazione del comune
di Brione esposta al sole della sera, sopra l'abitato di Civine
frazione di Gussago. Località nota a Gussago per la
festa religioso popolare dei "Sancc de le Ere (Riere)"
che si celebra in stagione estiva presso la cappelletta campestre.
CIVINE: frazione collinare
del comune di Gussago, a nord del centro, confinante con Brione
per mezzo della frazione Riviere da cui proviene Angela Camilla
Ghedi.
Da Civine provengono: Giacinta Reboldi, Peroni Giulia, Giuseppe
Ghedi e la famiglia Botti imparentate con i Piardi.
Di questa comunità fu parroco per ventitre anni il
pezzazese Don Giovan Battista Tegotti nato il 25 aprile 1650,
parente dei Piardi, pronipote del più noto Bartolomeo
uno dei tre compilatori degli statuti di Pezzaze del 1529.
Anche Don Giacinto Bernardelli (1863 – 1943) da Pezzaze,
di famiglia imparentata con i Piardi, vi fu parroco per quarantasette
anni a partire dal 1894.
<< Dal latino Civinarum, piccolo centro collinare a
nord di Navezze di Gussago. (…). Si trova a quindici
chilometri da Brescia, all’altitudine di 497 m. Frazione
del comune di Gussago retta in parrocchia autonoma (…).
Vi si costituì, in epoca medievale un piccolo borgo
di boscaioli e di contadini con una piccola chiesa dedicata
a San Girolamo che nel 1610 venne affidata ai curati di Gussago.
La parrocchia venne eretta con decreto vescovile del 5 settembre
1620 staccandola dalla Pieve di Gussago, pur rimanendo sotto
il patronato di quel prevosto. (…). (Enc. Bs. Enciclopedia
Bresciana A. Fappani alla voce Civine).
Negli anni più recenti vi fu parroco Don Vincenzo Iora,
a lungo parroco di Pezzaze, paese d’origine dei Piardi
gussaghesi. Dal 2003 è Parroco Don Angelo Gozio, amico
d’infanzia e compagno di “Esperienze oratoriane”,
nel settore educativo giovanile gussaghese, di Achille Giovanni
Piardi.
BRIONE: comune del bresciano
in zona montana, a nord di Gussago. Riviere, frazione di Brione,
confinante con la frazione Civine di Gussago, ove dimorano
i Ghedi. In questa montana località di Franciacorta
e posta sul crinale con la terra di Val Trompia presta la
propria cura d’anime il sacerdote Angelo Piardi da Pezzaze
(secolo XIX), possidente, poi dimorante a Gussago e quivi
morto; persona assai nota ricoprendo anche cariche pubbliche
nel campo dell’istruzione.
<< Piccolo borgo a nord – ovest di Brescia e di
Gussago, sui contrafforti collinosi che separano la pianura
e la bassa Val Trompia. Il paese si adagia con le sue frazioni
a circa 600 m. sul livello del mare su di uno sperone che
costituisce una balconata suggestiva, dalla quale l’occhio
spazia da Milano all’appennino parmense. A sette chilometri
da Gussago e a venti da Brescia lo si raggiunge dopo una ripida
strada di montagna. (…). Il Comune è formato
da otto minuscole frazioni: S. Zenone, Gazzane, Silviane,
Aquilini, Barche, Cugno, Riviere e Vesalla. Il nome di Brione
dapprima dato alla sola frazione Aquilini, nel secolo XIX
venne esteso a tutto il territorio comunale. Gli abitanti
sono detti brionesi ed erano 350 nel 1573 subendo incrementi
e diminuzioni nel corso dei secoli ritornando ad essere 510
nel 1854 e superando i 600 negli anni ’50 ma erano solo
430 nel 1971. (…) >>. (Enciclopedia Bresciana
di A. Fappani – Ediz. La Voce del Popolo).
Santella di RIVIERE – Civine
Santella a forma di cappella dedicata alla Madonna
e ai Santi persiani Abdon e Sennen, guerrieri martiri del
terzo secolo d.c., ricordati e venerati ancor oggi dalla Comunità
di Civine, con cerimonia religiosa il 30 luglio, data presunta
della loro decapitazione avvenuta in Roma. La tradizione popolare
parla di un loro passaggio in località Riviere, fatto
però assai improbabile. Si presume invece che tale
culto sia stato portato a Civine dal committente, che poteva
aver visitato altre località della Lombardia dove tali
Santi erano venerati.
Sulla chiave di volta dell’ingresso al sacello, in pietra
di Botticino, rimane a testimonianza l’incisione: 1796
| FRANCESCO | BOTI | F. F. |.
La struttura architettonica, in solida muratura, è
molto elegante e conserva ancora elementi decorativi tardo
barocchi posti a cornice dell’affresco che funge da
pala al piccolo altare. Nel 1960, in occasione di un restauro
praticato sugli affreschi, venne aggiunto un portichetto composto
da due colonne sorreggenti una copertura piatta, evidentemente
con funzione protettiva, ma con scarsa coerenza stilistica
con il precedente manufatto. Fino a poco tempo fa, era la
meta ultima delle Rogazioni della comunità di Civine.
(Da: AA.VV. Le Santelle di Gussago. Comune di Gussago. Editrice
Vannini – Gussago (Bs), Dicembre 1998).
(Foto del 1998).
Cappelletta e Affresco “Madonna e Santi Abdon e Sennen”,
Santella di RIVIERE – Civine
Famiglia GHEDI di Civine:
detta "dei Galantì" di Civine di Gussago,
meglio di Riviere (sopra Civine) frazione appartenente al
Comune di Brione, alla quale appartiene Angela Camilla Ghedi
nata a Riviere di Brione, che va in sposa ad Achille Domenico
Piardi (1880), figlia di Giuseppe. I figli di Giuseppe Ghedi
e Giulia:
1. Ghedi Angela Camilla (1880), che muore il 16 maggio 1939
nella casa di Navezze al n.46 all'età di 58 anni, di
Giuseppe e di Peroni Giulia. Angela Camilla Ghedi in Piardi
è sorella di Pina, Matilde, Piero, Giuseppe, Eugenio.
2. Pina Ghedi va in sposa a Angelo Botti da Riviere di Brione,
sopra Civine, ed ha otto figli, tra cui: Umberto, Pietro,
Andrea (Giuan), Paolo, Angela, Paola, Nina. Andrea (Giuan)
sposa Lucia Piovani, maestra, ed ha Libera, maestra, Battista
e Angelo.
3. Metilde Ghedi va in sposa a Antonio (Tone) Botti, ha cinque
figli ma solo Emma ed Elvira diventano adulti. Svolge l'attività
di oste e di bottegaia di alimentari a Civine.
4. Piero Ghedi (1888) sposa Angela Arici di Barche (Brione),
sorella di Angelo Arici detto Tutì (Tutì è
sposo di Irene Arici sorella di Teresa sposata con Francesco
Piardi del 1911 da Gussago). Piero, detto Piero de Guiù,
va ad abitare, facendo l'oste ed il carrettiere a Goglione
di Sopra, poi Prevalle. Ha due figli: Italo e Persilio. Italo
muore in guerra. Da vedovo Piero si risposa ed ha tre figlie:
Ottorina, Carla e Leandra. Piero Ghedi e Pietro Franzoni del
Tei (figlio di Angelo detto vecc Tei) sono coetanei e quali
lattanti (di Giulia) sono motivo di unione coniugale dei due
vedovi Giulia Peroni Ghedi e Angelo Franzoni i quali hanno
Marietta.
5. Giuseppe Ghedi (figlio) sposa Domenica Botti ed hanno sei
figli tra cui Giulio del Cargadùr, ultimamente (anni
80 del sec. XX) oste al Canalino di Gussago. I figli di Giuseppe
e Domenica: Giuseppe Giovanni (1909 - detto Giani), celibe;
Vittorio (1905) sposato con Dosolina Reboldi (sorella di Rosa
andata in sposa a Pasquale Peroni de Checa) dalla quale ha
quattro figlie (Maria, Erminia, Severina, Rosa); Giulio (1917)
che sposa Violante dalla quale ha un figlio (Umberto); Pietro
(1918) che si sposa con Santina Peli ed ha due figlie (Sandra
e Domenica); Angelo (1914) detto el Verdo, celibe; Santo Giuseppe
(1922) sposato con Carolina Botti dalla quale ha Marina.
6. Eugenio Ghedi, fratello di Angela Camilla; claudicante
a seguito di un incidente occorsogli a Prevalle, presso il
fratello Piero, carrettiere, mentre lavorava alla guida di
una bara o baretta, un particolare carretto per il trasporto
di lunghi tronchi d’albero. Dopo alcuni anni a Quarone
con la madre e poi con la sorella, muore, scapolo, nell'aprile
del 1945, dopo otto anni di ricovero, presso la Casa di riposo
Richiedei di Gussago.
Durante il ricovero presso il Richiedei, Marietta Franzoni,
sua sorellastra, manda, ogni giovedì, la figlia Teresa
a visitarlo ed a portargli dei toscani. (...). (Testim. Teresa
D. febbraio ’97). (Vedi “I PIARDI” –
volume primo, anno 1998).
ACHILLE FRANCESCO PIARDI:
Gussago, classe 1903, figlio di Nino Angelo e Bianca Carolina
Inselvini, per trentacinque anni stradino municipale a Gussago
negli anni trenta/sessanta.
Da giovane lavora per quindici anni come cavatore di pietre
al "Medol" di Navezze, fabbrica di calce della ditta
Buffoli di Gussago ove subisce forti danni alla vista.
Da ragazzo, per problemi di deambulazione, non si reca a scuola
per apprendere a leggere e a scrivere. L'intercessione dei
Santi delle Riviere (Sancc de le ere/riere) è da ritenersi
miracolosa all'età di dieci anni. La mamma Bianca Carolina,
assieme a tutti i figli conduce, durante la festa patronale
di fine luglio, alle Riviere anche Francesco Achille. "I
Sancc de le ere/riere ... i ga fat la grasia.... !",
non si sa, comunque Francesco Achille cammina. Achille Francesco
sposa Agnese Trebeschi ed ha una figlia: Bianca. Achille Francesco
(noto come Achile stradì) muore a Gussago il 7 ottobre
1976. (Da "I PIARDI" vol. I, 1998).
CIVINE di GUSSAGO.
Partendo dalla Contrada Navezze.
La passeggiata dentro i vicoli della piccola contrada
evoca atmosfera di montagna. Sulla stradina a sinistra dalla
chiesa si procede verso un serbatoio accanto al quale si nota
una santella; poco oltre, una cappella settecentesca onora
i martiri guerrieri persiani Abdon e Sennen detti i Santi
di Riviere.
Dalla contrada partono ben tracciati sentieri e carrarecce
che conducono nei boschi, nei castagneti o verso le sommità
di Quarone, dove, in posizione panoramica, in occasione dell’anno
giubilare, la famiglia Zanoletti ha edificato una santella
votiva dedicata alla Madonna; si possono raggiungere Sella
dell’Oca, Magnoli, in tranquille passeggiate sotto il
colore limpido del cielo, col respiro senza fine delle valli.
[Ndr. A decorrere, almeno, dagli anni Sessanta del 1800 e
sino a tutti glia anni Settanta del 1900 i Piardi frequentano
abitualmente questa località e “Santella”
devozionale, scarpinando sulle circostanti colline; di più
a partire dalla fine degli anni ’90 del secolo XIX,
quando Achille Domenico (1880) s’innamora di Angela
Camilla Ghedi (1880) dei detti “Galantì”
delle Riviere, sino a giungere a loro figlio Andrea (1921)
allorché, anch’egli nei primi anni Quaranta,
s’innamora di Giacinta Reboldi figlia di Achille Giovanni
dei “Dami” e di Maddalena Peroni dei detti “Sore”,
sempre della Parrocchia di Civine. Sono, altresì, assidue
alla festa dei “Sancc de le ere” le sorelle: Giulia
Angela, Angela Giulia (1910), Brigida (1913), Mariana e Marietta
(1921) Piardi, come del resto le figlie ed i figli di Angelo
Piardi e Carolina Inselvini, noti come “Chèi
dè la Bianca” dal soprannome della madre Carolina,
mamma anche di Achille Francesco (1903), “Achile stradì”,
di cui si parla in questa composita nota].
(Quattro passi per Gussago: ITINERARIO 7. http://www.gussago.com/itinerarituristici/itinerario7)
La festa 2005 dei Santi di Riviere
Abdon e Sennen a CIVINE è stata celebrata con particolare
solennità. E’ iniziata Domenica 31 Luglio
con la Processione e la S. Messa concelebrata da Mons. Ruggero
Borboni, Don Cesare Minelli, Don Roberto Sottini e Don Angelo
Gozio.
Il Lunedì e il martedì successivi si è
dato maggior spazio allo stare insieme. Lunedì, dopo
la riflessione a cura di Don Angelo e una breve preghiera,
siamo stati allietati dalla fisarmonica dell’amico Gion
e da alcuni cantori che hanno riproposto canzoni di ieri e
di oggi all’insegna dell’allegria.
Martedì è toccato ad alcuni giovani del Gruppo
dell’Oratorio di Gussago fare il gioco dell’oca
a gruppi e con ostacoli non sempre facili da superare. Mercoledì
sera S. Messa di chiusura celebrata da Don Angelo con l’accompagnamento
musicale di Don Mario Stoppani.
A seguire il rinfresco ad opera delle famiglie Botti cui va
il nostro sincero ringraziamento. Il rinfresco di Lunedì
e di Martedì è stato offerto da Don Angelo,
Parroco.
A tutti i collaboratori un grazie di cuore e un arrivederci
al prossimo anno, con nuove proposte. (CRONACHE IN BREVE...
In La Voce di Gussago - La Voce della Parrocchia di Civine
a cura del Parroco Don Angelo Gozio, gussaghese. N°. di
settembre 2005)
La festa 2004
dei Santi di Riviere
A Riviere di Civine Festa per i santi Abdon e Sennen.
(...). E a Civine come Arrivarono? Bisogna tornare indietro
nel tempo, quando nell’anno del Signore 1796, Francesco
Botti fece erigere una piccola cappella in onore dei due santi
martiri (...). La cappella della famiglia Botti non voleva
essere altro che un segno di fede e riconoscenza al Dio provvidente
e un gesto di affidamento all’intercessione e all’aiuto
dei santi. E quali santi più adatti a difendere una
povera frazione montana dei due impavidi cavalieri, anche
se venuti da lontano? da allora la gente di Civine, ma anche
tanti altri non mancano all’appuntamento nel cuore dell’estate.
Anche quest’anno centinaia di persone di ogni età
hanno partecipato alla celebrazione religiosa patronale aperta
dal parroco don Angelo Gozio, con lui hanno celebrato don
Gabriele Filippini che ha tenuto l’omelia, don Mario
Stoppani parroco di S. Antonio in città di Brescia,
don Paolo Svanera originario del luogo e cappellano militare
alla base aerea di Ghedi. La celebrazione eucaristica è
stata preceduta dalla processione su una ripida strada di
montagna che congiunge il punto di case di Riviere con la
cappella, il celebrante recava la reliquia dei due santi,
giunta recentemente a Civine (...) proveniente dalla chiesa
di un monastero veronese. (...) >>. (In La Voce di Gussago
- La Voce della Parrocchia di Civine a cura del Parroco Don
Angelo Gozio, gussaghese. N°. di ottobre 2004)
La storia (della
vita) di Sant'Abdon e San Sennen. Martiri, 30 luglio. †
Roma, III secolo.
Abdon e Sennen sono originari della Persia. Convertiti al
cristianesimo, furono imprigionati durante la persecuzione
voluta dall'imperatore Decio (III secolo) e legati insieme
in catene furono condotti a Roma, dove furono prima bastonati
e quindi subirono il martirio uccisi con la spada probabilmente
al Colosseo.
Le loro reliquie sono conservate nella basilica di S. Marco
Evangelista al Campidoglio dove furono portate da papa Gregorio
IV dal cimitero di Ponziano.Santi ABDON e SENNEN, martiri
Abdon e Sennen sono due martiri certamente esistiti nel III
secolo, che subirono il martirio a Roma; le notizie che riguardano
la loro vita sono leggendarie, ma un fondo di verità
ci deve essere senz’altro. Per prima cosa essi sono
ricordati da un gran numero di testi ufficiali e martirologi,
come il “Depositio Martyrum”, il “Martirologio
Geronimiano”, il “Calendario marmoreo di Napoli”,
nei “Sacramentari Gelasiano e Gregoriano”.
Questi testi citano la deposizione delle reliquie, nel Cimitero
di Ponziano dei santi martiri di Roma ‘Abdos et Sennes’;
questo cimitero era sulla via Portuense, presso l’attuale
via Alessandro Poerio e citano alcuni come il ‘Martirologio
Geronimiano’, la celebrazione al 30 luglio, data che
poi è passata nel ‘Martirologio Romano’,
testo ufficiale in vigore nella Chiesa Cattolica. Ancora celebri
testi medioevali, ricordano che tanti pellegrini giunti a
Roma, visitavano la via Portuense, entrando nella basilica
dove riposavano i loro corpi, questa chiesa era abbastanza
grande e nel ‘Liber Pontificalis’ si dice che
fu restaurata dai papi Adriano I (772-795) e Niccolò
I (858-867).
L’ignoto autore della ‘passio’ dei due santi,
forse indotto dai loro nomi esotici, li classifica come due
principi persiani, che nella loro condizione di schiavi o
di liberti a Roma, si prodigavano a seppellire i martiri.
Questo loro impegno li fa accusare presso l’imperatore
Decio (200-251), artefice della settima persecuzione contro
i cristiani, che li fa mettere in prigione; in seguito essi
compaiono davanti al Senato, rivestiti da abiti dignitosi
ma incatenati. Giacché rifiutarono, secondo la prassi,
di sacrificare agli idoli, vennero condannati a morte e condotti
nell’anfiteatro dove sorgeva il Colosso di Nerone, fra
l’Anfiteatro Flavio e il tempio di Venere, per essere
divorati dalle belve feroci. Ma essi miracolosamente ammansirono
gli animali, che li evitarono, allora Abdon e Sennen vennero
decapitati dai gladiatori. I loro corpi vennero gettati davanti
alla statua del Sole, dove rimasero tre giorni, finché
il diacono Quirino li raccolse nascondendoli nella sua casa,
dove restarono per lunghissimo tempo.
In seguito, grazie ad una rivelazione (fenomeno che compare
in molte vite di santi), vennero ritrovati e portati nel Cimitero
di Ponziano. In questo cimitero vi è un affresco del
VI secolo che li raffigura con barba, vestiti di tunica, con
il berretto frigio, sopra l’affresco una iscrizione
latina li nomina senza equivoci; nell’affresco Abdon
appare più maturo con barba corta e rotonda, mentre
Sennen ha la barba a punta e senz’altro più giovane;
ancora nello stesso cimitero fu ritrovata una lampada di terracotta
del V secolo, con l’immagine di un personaggio in preghiera,
coperto da un ricco mantello persiano con barba breve e rotonda,
in cui si è voluto identificare Abdon.
Le loro reliquie furono poi ‘depositate’ nella
basilica di S. Marco papa, al tempo di papa Sisto IV (1471-1484),
infatti nel 1948 si rinvenne sotto l’altare maggiore,
un’arca granitica contenente una grande cassa di cipresso
con molte reliquie e una pergamena datata 1474, che indicava
la deposizione delle reliquie dei santi Marco papa, Abdon
e Sennen martiri, Restituto ed altri.
Nel Medioevo una parte delle reliquie furono trasferite ad
Arles-sur-Tech nei Pirenei Orientali; la diocesi francese
di Perpignon, appunto nei Pirenei, li venera come suoi patroni.
I due santi sono stati oggetto privilegiato di molte opere
artistiche in varie chiese e cattedrali, in Italia ed in Europa;
oltre la ricchezza delle vesti per indicarne l’origine
persiana, spesso portano un diadema regale come quello attribuito
a volte ai Re Magi che appunto erano orientali; ma la presenza
costante è la spada con cui vennero decapitati. Nella
basilica di S. Marco di Roma c’è un altare con
le reliquie ed a loro dedicato. Antonio Borrelli. Da: Santi,
Beati e Testimoni. http://www.santiebeati.it
Luoghi (Alcuni) in cui i Santi ABDON
e SENNEN sono venerati e origini
LA CHIESA DI CASTELDIDONE
La Chiesa di Casteldidone fu consacrata il 25 Ottobre
del 1891 dall'allora Vescovo di Cremona Geremia Bonomelli
in onore ai Santi Abdon e Sennen che sono i patroni del paese.
http://sito.rup.cr.it/comune.casteldidone/abdsen.htm
PARMA, Battistero
Il coloratissimo e simbolico universo religioso medievale
dell’interno del Battistero di Parma.
http://www.ipsiacastigliano.it/signori_e_castelli/percorso17/dentro4_img452.html
Lunetta con Angelo
Maestro di Abdon e Sennen. Parma, Battistero
BASILICA DI SAN
MARCO - Roma
Costruita (336) sulle rovine di un oratorio cristiano
del I secolo d.C. Nella cripta riposano i santi persiani Sennen
e Abdon, martirizzati vicino al Colosseo. Sotto l’altare
si trovano i resti di S. Marco Papa, fondatore di questa chiesa.
I mosaici bizantini dell’abside sono del IX secolo,
il soffitto a cassettoni è del XV secolo, le venti
colonne venate di diaspro siciliano sono del XVIII. La basilica
venne incorporata nella costruzione di Palazzo Venezia nel
XV secolo. Piazza S. Marco, 48.
Secolo XV. (...). Nel 1474, durante il pontificato di Sisto
IV, i corpi di S. Marco e dei martiri Abdon e Sennen ed altre
reliquie furono traslati nella basilica consacrata a S. Marco
evangelista.
La Basilica fu costruita nel 336 in onore dell'Evangelista
dal pontefice Marco, che è sepolto sotto l'altare.
Fu restaurata da Adriano I° nel 792 e ricostruita da Gregorio
IV° nel 883 d.C. Paolo II° la rinnovò completamente
nel 1465-70 mentre la trasformazione barocca iniziò
nel 1654-57. La facciata [1466-69] fu costruita utilizzando
i travertini prelevati dal Colosseo e dal Teatro di Marcello,
ed è costituita da un portico a tre arcate su semicolonne
con capitelli compositi. Il campanile, dalle forme romanico-laziali,
realizzato in cotto è a cinque ordini con trifore.
[1154] L’interno, diviso in tre navate con volta a crociera,
ha perso gran parte del suo assetto rinascimentale per le
modifiche settecentesche. Rimane il soffitto a cassettoni
intagliati e dorati su fondo azzurro [Giovanni e Marco De
Dolci, 1465-68] le bifore goticheggianti, le volte a crociera
delle navate laterali. I lavori che cambieranno l’aspetto
della basilica nel 1735-37 riguardarono il presbiterio, l’altare
maggiore e gli stalli del coro e nel 1741-45 la sostituzione
delle colonne di granito. A destra delle pareti della navata
centrale ‘Storie dei Ss. Abdon e Sennen’ [1654-57]
di Carlo Monaldi mentre a sinistra storie di S.Marco Papa
[ca.1745] realizzati su disegno di Clemente Orlandi. http://www.romecity.it/Sanmarco.htm
Abdone. Deriva dall’ebraico Abdon e
significa «servile». L’onomastico si festeggia
il 30 luglio in ricordo di Sant’Abdon martire persiano
a Roma nel 250 con San Sennen. Lo si invoca contro il pericolo
di rimanere ciechi. I due Santi sono Protettori dei fabbricanti
di botti. Invocati a protezione dei bambini ciechi, rachitici,
gracili, contro gli animali nocivi pericolosi.
S. Salvatore de Rota Colisei
Anche questa chiesolina dedicata al santo Salvatore era presso
all' anfiteatro, e il nome de rota mi fa sospettare che sorgesse
nella piazza dell' anfiteatro sul principio della via Sacra
e forse presso la mèta sudante, appellata probabilmente,
dalla forma circolare, rota. Quindi è che tre chiese
dedicate al Salvatore erano in quella contrada, l'una vicino
all'altra, cioè quella detta de coliseo, la nostra
de rota, ed una terza all' arco di Costantino, cioè
de trasi, vicinissima a quella dei ss. Abdon e Sennen. Il
nome de rota colisei lo trovo nel Camerario, ma nel codice
di Torino la chiesa è semplicemente detta de rota,
la quale, come l' altra, era servita da un sacerdote: Ecclesia
s. Salvatoris de rota habet unum sacerdotem. Se la mia ipotesi
sul valore della denominazione è giusta, avremmo da
questa chiesa scoperto come si chiamasse nel medio evo la
celeberrima fontana presso l' arco di Costantino. Queste tre
chiesoline compaiono, affatto distinte le une dalle altre,
nel codice di Torino.
http://penelope.uchicago.edu/
Abdon e Sennen sono di origine persiana. Durante la persecuzione
voluta dall'imperatore Decio, furono imprigionati per la loro
fede cristiana. Legati insieme con catene furono condotti
a Roma, dove furono prima battuti e poi uccisi con la spada.
Abdon e Sennen, santi, martiri del III secolo,
i resti sono visibili nell'altare, consacrato il 25 giugno
1948, della confessione di S. Marco Evangelista al Campidoglio.
In tale occasione fu costruita una nicchia al di sopra dell'altare
dove vennero poste le reliquie di S. Restituto martire, anche
esse visibili attraverso una grata marmorea. Le memorie di
Abdon e Sennen furono portate in questa basilica da Gregorio
IV (827-843), dal cimitero di Ponziano dove era una chiesa
a loro intitolata. Nel 1948 è stata ritrovata nell'arca
granitica, situata sotto l'altare maggiore della chiesa, unitamente
ai resti, la pergamena della ricognizione delle reliquie di
Marco papa, Abdon e Sennen, Restituto ed altri, eseguita nel
1474. Un'altra chiesa, a loro dedicata nei pressi del Colosseo,
abbattuta all'inizio del XVII secolo, ricordava il luogo dove
i corpi furono gettati dopo il martirio. [Tratto dall'opera
«Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma»
di Giovanni Sicari ]
Duomo di FIDENZA
Abdon e Sennen.
Descrizione: Reliquie. Scatoletta di cartoncino, ricoperto
di carta a fiori violacei verniciata, composta da un contenitore
inferiore e da un coperchio superiore sul quale c'è
l'etichetta manoscritta: Ossa / S.S. M.M. Abdon et / Sennen.
All'interno c'è un involto di carta con l'iscrizione
manoscritta: Ex Oss. et Cireribus SS. MM. / Abdon et Sennen
/ a Alexand. Garimberti recog.; ha sul verso il sigillo ceruleo
infranto del vescovo di Fidenza Pier Grisologo Basetti.
Note storiche. Sono ricordati da un gran numero di testi ufficiali
e martirologi, come il Depositio Martyrum, il Martirologio
Geronimiano, il Calendario marmoreo di Napoli, i Sacramentari
Gelasiano e Gregoriano. Questi testi citano la deposizione
delle reliquie, nel Cimitero di Ponziano, sulla via Portuense,
dei santi martiri di Roma ‘Abdos et Sennes’. Alcuni,
come il Martirologio Geronimiano, citano la loro memoria al
30 luglio, data che poi è passata nel Martyrologio
Romano, testo ufficiale in vigore nella Chiesa Cattolica.
Anche celebri testi medioevali ricordano che tanti pellegrini,
giunti a Roma, visitavano la via Portuense, entrando nella
basilica dove riposavano i loro corpi; questa chiesa era abbastanza
grande e nel Liber Pontificalis si dice che fu restaurata
dai papi Adriano I (772-795) e Niccolò I (858-867).
L’ignoto autore della leggendaria passio dei due santi,
forse indotto dai loro nomi esotici, li qualifica come due
principi persiani, che nella loro condizione di schiavi o
di liberti a Roma si prodigavano a seppellire i martiri. Bastò
questo per farli accusare presso l’imperatore Decio
(200-251), che li fece mettere in prigione; in seguito comparirono
davanti al Senato rivestiti d'abiti dignitosi ma incatenati.
Rifiutarono di sacrificare agli idoli e vennero condannati
a morte. Condotti al Colosseo per essere divorati dalle belve
feroci, miracolosamente ammansirono gli animali; allora vennero
decapitati dai gladiatori. I loro corpi furono gettati davanti
alla statua del Sole, dove rimasero tre giorni, finché
il diacono Quirino li raccolse nascondendoli nella sua casa,
dove restarono per lunghissimo tempo. In seguito, grazie ad
una rivelazione, furono ritrovati e portati nel Cimitero di
Ponziano. In questo cimitero c'è un affresco del VI
secolo che li raffigura con barba, vestiti di tunica, con
il berretto frigio; sopra un'iscrizione latina li nomina senza
equivoci. Le loro reliquie furono poi traslate nella basilica
di S. Marco papa, al tempo di Sisto IV (1471-1484), dove nel
1948 è stata rinvenuta sotto l’altare maggiore
un’arca granitica contenente una grande cassa di cipresso
con molte reliquie e una pergamena datata 1474, che indicava
la deposizione delle reliquie dei santi Marco papa, Abdon
e Sennen martiri, Restituto ed altri; ora nella chiesa c’è
un altare ad essi dedicato chew contiene le loro reliquie.
Nel Medioevo una parte delle reliquie furono trasferite ad
Arles-sur-Tech nei Pirenei Orientali e la diocesi di Perpignon
li venera come suoi patroni. http://www.museoduomofidenza.it
Civine di Gussago: Chiesa Parrocchiale di S. Girolamo. ORGANO
GIOVANNI TONOLI 1870 Opus 32, prospettiva organo e presbiterio.
http://www.organibresciani.it/ORGANI/CIVINE/civine.
La brionese frazione di Riviere, sotto la protezione dei
Santi Abdon e Sennen, gravita ecclesialmente sulla gussaghese
parrocchia di Civine retta, dal 2003, dal Rev. Don Angelo
Gozio, amico d'infanzia e compagno di avventure oratoriane
di Achille Giovanni Piardi.
Luglio 2007. RIVIERE (Santi delle).
La rappresentanza dei PIARDI, dei GHEDI di Riviere (Brione
- BS) e di Civine (Gussago - BS) imparentati con i PIARDI
di Gussago è presente alla processione in onore dei
Santi martiri Abdon e Sennen. Pure le famiglie BOTTI imparentate
con i PIARDI attraverso la famiglia dei GHEDI partecipano,
con fervore ed impegno, alle feste in onore dei Santi Abdon
e Sennen.
in un momento di sosta - orante della processione "2007"
con la reliquia dei Santi,
raffigura il portico di casa Botti - Ghedi
dopo la S. Messa e l'appropriata omelia sul valore del 'Creato',
la benedizione finale per mezzo delle reliquie impartita dal
Rev. Mons. Gabriele Scalmana, della Curia vescovile di Brescia,
incaricato e responsabile per la celebrazione diocesana della
"Salvaguardia del Creato", annualmente, in tutte
le Parrocchie; celebrazione che a RIVIERE viene operata proprio
in questa solenne occasione, 2007, con l'intercessione dei
Santi martiri ricordati e venerati nella campestre Cappella,
per la circostanza addobbata a festa, in rosso come il sangue
dei martiri (Roma, †250).
Angela Camilla, figlia di Giuseppe GHEDI
da Civine - Riviere e sorella, tra gli altri, di Giuseppe
junior, andò in sposa, l'anno 1904, ad Achille Domenico
PIARDI nato a Gussago l'anno 1880. Achille Giovanni Piardi
(1948) figlio di Francesco (1911) del fu Achille Domenico
è presente alle celebrazioni e si ritrova con i parenti:
Umberto Ghedi (1945) figlio di Giulio del fu Giuseppe junior;
"Gianni" Vittorio Ghedi, ultra novantenne e dimorante
in Val Trompia, zio paterno del nominato Umberto; i numerosi
fratelli BOTTI, figli del fu Umberto (fu Angelo BOTTI e Giuseppina
"Pina" Ghedi), con coniugi, figli, nipoti e pronipoti
tutti discendenti da nonna o bisnonna Ghedi.
Luglio 2008. RIVIERE
(Santi delle). I Piardi, i Ghedi ed i Botti tra di
loro imparentati sono presenti alla celebrazioni dei santi
Abdon e Sennen, oltre ad applicarsi attivamente, soprattutto
i Botti ed Umberto Ghedi, per la buona riuscita delle medesime;
cerimonie volute ed indette dal Parroco di S. Girolamo in
Civine di Gussago (BS), Rev. Don Angelo Gozio, sotto la cui
giurisdizione pastorale ricade la frazione RIVIERE (mt. 600ca
slm), pur appartenendo al montano Comune di Brione.
Il succitato Rev.do Parroco Don Angelo Gozio (figlio di Pietro
e Luigia "Gina" Venturelli) è primo cugino
dei fratelli Piardi discendenti dei furono Angelo (1905, del
fu Achille Domenico) e Elena "Terisì'" Venturelli
del fu Umberto.
Mercoledì
29 Luglio 2009. RIVIERE di BRIONE (Brescia)
ALLE 20 LA MESSA CELEBRATA DA DON ANGELO ALLA SANTELLA
DI RIVIERE.
La devozione è regina a Civine.
OGGI LA CHIUSURA DELLA FESTA DEI COPATRONI ABDON E SENNEN.
- Il vescovo Monari alla cappella dei Santi
Abdon e Sennen -
Devozione, tradizione e condivisione: si conclude oggi la
popolare festa di Abdon e Sennen, i cosiddetti "Santi
di Riviere", compatroni della parrocchia di San Girolamo
a Civine, frazione collinare di Gussago. Dopo la messa di
domenica scorsa, officiata dal vescovo di Brescia monsignor
Luciano Monari, questa sera, alle 20, verrà tenuta
dal parroco don Angelo Gozio una funzione religiosa, nella
cappelletta dedicata ai due Santi, che si trova nella frazione
Riviere di Brione ma che dipende dalla parrocchia di Civine.
Quest’ultima messa verrà accompagnata dal complesso
vocale e strumentale "Giovani dell’oratorio di
Gussago". A seguire nel cortile nord delle vicine cascine
di Riviere un rinfresco ed una tombolata a premi condotta
da Emy Palini. Si concluderà con l’attesa finale
anche il caratteristico torneo di briscola, con Angelo Rossini
come direttore di gara. La serata, aperta a tutti, offrirà
anche una gara di karaoke, proposta dai ragazzi dell’oratorio
di Gussago. Diversi i motivi di interesse per questa sagra
di antica tradizione, organizzata coralmente dalla piccola
comunità di Civine, che riesce sempre ad attrarre un
gran numero di persone anche dai paesi vicini, come sottolineato
da Lucia Lazzari il sindaco di Gussago che, con il collega
di Brione Almiro Svanera, ha partecipato alla messa di domenica.
Achille Piardi, appassionato cultore di storia locale, ricorda
come «I due santi martiri del III secolo sono presenti
solo qui a Riviere in tutta la diocesi di Brescia per lo meno
dal 1796 anno in cui Francesco Botti costruì la santella
al centro dei festeggiamenti di queste giornate».
Vescovo Luciano MONARI, alle Riviere, 26.7.2009
«Il culto di Abdon e Sennen è
però diffuso in tutta Europa, - precisa Piardi - dalla
basilica romana di San Marco al Campidoglio fino Arles sur
Tech e Perpignan». Ad Arles sur Tech in particolare
il sarcofago che contiene le loro reliquie trasuda un’acqua
reputata miracolosa. A Civine la venerazione verso questi
santi è sempre stata estremamente popolare con relativa
leggenda che racconta di un passaggio dei due martiri in paese,
come ricordato nella storia scritta sulla frazione. Nell’occasione
sarebbe poi scaturita una pozza d’acqua che ha resistito
alle peggiori siccità. La santella, restaurata nel
1960 da don Pietro Chitò, era anche luogo in cui chiedere
miracoli, come testimoniato da alcuni ex voto, soprattutto
per bambini malaticci e le colture nei campi.
(Vittorio Nichilo. Bresciaoggi, 29 Luglio 2009).
Cronaca della
FESTA, 2009. (Da: "La Voce di San Girolamo in
Civine")
<< Festa dei Santi Abdon e Sennen di Riviere.
Parrocchia di Civine, 26 Luglio. La festa inizia.
Tutto è predisposto, la banda si scalda, le persone
prendono posto, i sacerdoti concelebranti raggianti, sono
sei; i Trombini di San Bortolo delle montagne in Lessinia
(Verona), con i quali esiste una sorta di gemellaggio, vestiti
a modo, con i loro s-ciòpi o pistoni danno, come si
conviene, il benvenuto al Vescovo con spari a salve, lui con
tutti s’intrattiene salutandoli uno ad uno.
È la nostra festa, la festa dei nostri Santi, Abdon
e Sennen, dei nostri eroi della fede cristiana, di coloro
che ci hanno protetti, protettori ricordati alla Santella
di Riviere di Brione, che hanno reso giusta, possibile e da
tanto tempo questa giornata tra festoni e coreografie a colori
bianco-rossi: bianco, la fede, rosso, il sangue dei martiri
per la fede.
Il nostro Vescovo, Mons. Luciano Monari non delude le aspettative,
arriva puntuale, energico e frizzante. Un portamento di classe
ed eleganza accompagna le sue parvenze, sguardo attento ed
educato. Il tempo di alcuni saluti, veri, di vestire i paramenti
liturgici, ed eccolo a noi, presenza forte e costante. Attorno
a lui l’intero paese, donne, uomini, bambini e gli anziani,
forse i più strabiliati per aver modo di vedere il
Vescovo tra di loro e così da vicino. I sindaci di
Brione e di Gussago in prima fila, a rendere onore e omaggi
al nostro pastore ospite, vescovo Monari, tanto voluto qui
a Riviere e amato. Un avvenimento eccezionale: mai il Vescovo
alla festa dei Santi di Riviere, prima di quest’anno.
Si avvia la processione che, lasciata la montana Cappella,
scende transitando per i cortili di Riviere: è il Vescovo
a reggere la teca con le reliquie dei Santi e dagli antichi
porticati imparte l’attesa benedizione a beneficio della
gran moltitudine di fedeli.
Si torna alla Cappella dei Santi per la celebrazione eucaristica.
Quando parla il nostro vescovo, tutti gli occhi sono rivolti
là, a lui, non c’è rumore che possa ostacolare
le sue parole, desiderio di sentirle e vive dentro di noi;
di noi nativi di Riviere e discendenti di nativi che, da sempre,
hanno tramandato il culto dei santi Abdon e Sennen, così
da almeno tre secoli.
Non sembra vero che il nostro Vescovo sia qui, tra noi, in
un posto un po’ isolato, tanti non sanno neppure dell’esistenza
di questo paesino, Civine, meno che meno di Riviere e dei
suoi Santi, festeggiati in piena calura estiva. Un motivo
esiste: sono anche protettori dei contadini (in diverse parti
del mondo europeo), contro la grandine e dei fabbricanti di
botti e tini per la vendemmia.
Ma lì (qui) esiste un parroco molto disponibile amato
da tutti gli abitanti e che con lui collaborano per far sì
che le celebrazioni riescano bene e che i giorni di festa
prevedano anche giochi e canti e molta convivialità.
Quest’anno per l’alacre interessamento del nostro
Parroco e per la straordinaria accondiscendenza dell’Ordinario
diocesano abbiamo avuto, addirittura, l’onore di avere
lui medesimo, il Vescovo Monari, a celebrare il divino sacrificio
domenicale vespertino.
Ringraziamo Mons. vescovo della sua presenza tra noi e per
averci proclamato e dettagliatamente spiegato la parola del
Signore commentando la pagina del Vangelo in cui si ricorda
la moltiplicazione di cinque pani d’orzo e di due pesci
al fine di sfamare la folla, che seguiva Gesù, formata
da cinquemila uomini. Gesù poteva ben operare il miracolo
senza l’apporto dei pochi pani e pesci che un previdente
ragazzo aveva con sè. Tuttavia ha voluto utilizzare
queste modeste umane, materiali, provviste per far sì
che la folla intendesse l’insegnamento divino per un
diverso pane: Dio, attraverso l’opera di Gesù-Dio,
può operare ogni cosa con o senza l’uomo, ma
preferisce, anzi lo vuole, pur nella massima libertà
umana, il nostro convinto coinvolgimento. Un coinvolgimento
in atti che per primi sconvolsero gli increduli Apostoli,
poi la meravigliata folla dei cinquemila e oltre uomini, ferma
in un luogo quasi isolato, indi la folla degli oltre sei miliardi
di uomini del mondo di oggi, sparsa ed isolata nei cinque
continenti, desiderosa di sfamarsi di tante cose, molti anche
ad iniziare dal quotidiano solo pane materiale: oggi come
al tempo di Gesù.
Dio e neppure il figlio Gesù posseggono mani: in loro
vece e per loro le abbiano noi, ognuno di noi, secondo i talenti
ricevuti e le corrispondenti individuali capacità per
farli fruttificare.
Il Signore moltiplica il poco. Il miracolo della moltiplicazione
dei pani e dei pesci cancella l’equivoco radicato diffusamente
nelle nostre convinzioni che si debba avere molto a disposizione
per fare del bene; il vangelo di questa domenica commentato
dalle parole del Vescovo, udito tra i monti di Riviere, insegna
infatti che non è stata la ricchezza dei discepoli
a sfamare la folla, bensì la consegna delle proprie
povertà nelle mani del Signore. Gesù ci chiede
non miracoli, ma invita alla concretezza dei gesti semplici,
nella quotidianità, nel cammino – personale e
comunitario – di ogni giorno e se verso di noi avanzassero
difficoltà di percorso, anche in quei momenti il Signore
invita a non desistere poichè ci farà sedere,
pure noi, tra quella folla stanca ed affamata e ci nutrirà
opportunamente data la Sua compassione verso ciascuno di noi,
gustando anche Lui con noi la gioia semplice eppure tanto
appagante di un dono condiviso. Ringraziamo i nostri Vescovi
diocesani di averci mandato quale Parroco il nostro Don Angelo,
premuroso di attenzioni e amore verso tutti indistintamente.
Anche nei successivi tre giorni di celebrazione alta è
stata la partecipazione. Grazie a tutti noi partecipanti,
ai collaboratori che anche quest’anno hanno fatto grande,
perchè assai devotamente partecipata, la festa dei
santi Abdon e Sennen alle Riviere. "Un gruppo di fedeli
della frazione" >>.
(Da: "La Voce di San Girolamo in Civine" in
"LA VOCE DI GUSSAGO", periodico della Chiesa di
S. Maria Assunta in Gussago, settembre 2009).
Anche quest’anno sia i Botti, quanto i Ghedi,
ed anche i Piardi con queste famiglie imparentati, sono presenti
e ben rappresentati al ciclo delle celebrazioni in onore dei
Santi per la fede Abdon e Sennen, martirizzati nel secolo
terzo in Roma al tempo di Decio imperatore.
Santi ABDON e SENNEN. Riviere 2009.
Il Vescovo di Brescia, Luciano Monari, tiene l'omelia.
Festa dei santi Abdon e Sennen, Luglio 2009;
Cortile delle famiglie Pietro e "Cico" con
Sperandio Botti.
Il Vescovo Luciano Monari imparte la benedizione con le reliquie
dei Santi Abdon e Sennen. Gli sono accanto i sacerdoti:
alla sua sinistra, Don Angelo Gozio - Parroco di San
Girolamo in Civine e Riviere; Monsignor Ruggero Borboni; a destra
del Vescovo, il Dott. Prof. Don Pier Virgilio Begni Redona
– già Direttore dell’Ufficio Arte Sacra
e Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi bresciana e già
direttore del Museo diocesano di Arte Sacra; Don Andrea Gazzoli
- Segretario del Vescovo; Don Daniele Faita - Direttore Spirituale
e animatore vocazionale al Seminario vescovile "Maria
Immacolata" di Brescia; Don Luigi Bonardi.
Portico di Casa Botti, figli di Umberto, a Riviere. Il
Vescovo, Luciano Monari, imparte la benedizione al folto stuolo
di fedeli oranti nel corteo processionale che transita
nei cortili della piccola Contrada, prima di volgere alla
campestre e montana Cappella dei santi martiri. Si notano,
a lato del Vescovo, due dei tanti concelebranti:
il Dott. Prof. Monsignor Ruggero Borboni, canonico onorario
del Duomo - Cattedrale di Brescia; il Rev. Don Luigi Bonardi
- Cappellano dell'Ospedale e Casa di Riposo "Nobile Paolo
Richiedei" in Gussago.
Riviere 2009. Achille Giovanni Piardi saluta e, poi, colloquia
col Vescovo.
A sinistra: il Parroco di Civine e Riviere, Don Angelo Gozio;
il Sindaco di Gussago, Dottoressa Lucia Lazzari; partecipano,
festanti, i moltissimi fedeli convenuti, nonostante la forte
calura di fine luglio.
2010. A Civine cala il
sipario sulla festa dedicata ai patroni dell'agricoltura
LA TRADIZIONE. Grande partecipazione nella
frazione di Gussago. Il fulcro delle iniziative nella contrada
di Riviere dove sorge la cappella dedicata a Abdon e Sennen.
Gran finale a Civine di Gussago per la festa dei compatroni,
i santi martiri Abdon e Sennen, che, particolarità,
sono presenti solo qui in tutta la vasta diocesi bresciana.
Questa sera si concluderà la sagra con la messa alle
ore 20, accompagnata dai giovani dell'oratorio di Gussago,
ed un momento conviviale. Anche quest'anno è stato
ricco il programma della tradizionale sagra della parrocchia
nella pittoresca frazione collinare franciacortina. Le iniziative
si sono tenute nella contrada di Riviere, dove sorge la cappelletta
campestre dedicata ai santi Abdon e Sennen, edificata nel
1796 da Francesco Botti. Anche quest'anno sono stati molti
coloro che hanno festeggiato i «sancc de Riere»
come sono familiarmente soprannominati dalla località,
che come parrocchia spetta a Civine ma amministrativamente
a Brione.
L'inizio della manifestazioni è stato domenica 1 agosto
alle 17, con processione e messa celebrate dal parroco don
Angelo Gozio e da don Daniele Faita, alla presenza di diverse
autorità ed un numeroso pubblico. Ad accompagnare la
funzione il corpo bandistico «G. Puccini» di Adro,
diretto dal maestro Francesco Bonomelli ed una delegazione
di alpini gussaghesi. Per tornare alle radici delle tradizioni
di questa sagra sono state distribuite fette di anguria fresca.
I due santi del resto erano venerati, proprio come sui Pirenei
ed in Spagna, come patroni dell'agricoltura nonché
dei bambini rachitici. (Vittorio Nichilo. Giornale Bresciaoggi,
4.8.2010).
La tradizione della “mangiata di anguria” è
stata ripresa quest’anno 2010 dopo essere stata lasciata
in disparte per quasi quarant’anni; da quando a proporre
il rosso cocomero, gran dissetante nella calura estiva, erano
Giulio Ghedi di Giuseppe dei detti “Galantì”
e la sua Violante che arrivavano sul posto col loro carretto
agricolo ben carico di “tricolori” cocomeri, bei
tondi frutti delle cucurbitacee, prima e forse unica occasione
per saziarsene. Infatti, mi raccontano: <<La festa di
“Sancc de Riere” l’era la prima (è
pò a l’ünica) ucasiù pèr püdì
maià la ‘ngiürgia, na fèta apena,
mia tata, ... ghera dè pagala!>>. Quest’anno,
1° d’Agosto, è stata data gratuitamente.
A far rivivere la tradizione è stata volontà
della Parrocchia di S. Girolamo, su suggerimento di Achille
Giovanni Piardi che quivi conserva ancora parenti diretti
nell’ambito delle famiglie Ghedi e Botti. Angela Camilla
Ghedi (1880) sposata ad Achille Domenico Piardi fu, infatti,
nonna di Achille Giovanni (1948) e sorella, tra tanti altri
fratelli, di Giuseppe, padre del menzionato Giulio che, a
sua volta, con “la Violante” fu genitore di Umberto
Ghedi (1945, vivente); per tutti, sia a Civine come a Riviere
quanto al Canalino di Gussago, il mitico Berto.
(A cura di Achille Giovanni Piardi, 1 Agosto 2010)
Anno 2011.
I GHEDI e i BOTTI delle Riviere, i REBOLDI e i PIARDI uniti
nella devozione ai Santi delle RIVIERE.
1943. Civine e Riviere: storia.
I Santi ABDON e SENNEN: devozione e venerazione.
Vittorio Nichilo, nel 2003, scrive: <<Santi e santelle:
alcune note sul sacro quotidiano. Nei tempi passati la nostra
gente ricorreva a Dio non solo per l’al di là
ma anche per l’al di qua, cercando mediatori nei santi.
Sapere a che santo votarsi diventava quindi importantissimo,
al punto che la presenza e l’aggiungersi di santi nel
culto di una comunità era una specie di termometro
per misurarne le paure, le ansie e le speranze. Nella religiosità
popolare questa attenzione si materializzava nella costruzione
di santelle che a Civine punteggiano e scandiscono l’ascesa
del viandante alla frazione, rassicurandolo e costituendo
la meta ultima di processioni in occasione delle Rogazioni
e in tutti quei momenti gravi che, ciclicamente, si abbattevano
sulla comunità, dalla siccità alla guerra. (…).
(…). (…). Ultimi, ma non meno importanti, anzi
avvolti da un alone di mistero i compatroni delle Civine,
Abdon e Sennen, e, quasi dimenticati, i Santi Fermo e Rustico
e Gottardo, (…).
Abdon e Sennen. La loro santella, edificata a Riviere, fino
agli anni Sessanta (del secolo XX) fu meta finale delle rogazioni
della comunità e tuttora, ogni trenta luglio, data
del martirio dei santi, vi si recita una messa. Su quella
che in realtà è una cappelletta campestre con
tanto di altare, troviamo notizie nelle visite pastorali solo
dal 1943, anche se fu fatta edificare, come scolpito sulla
chiave di volta dell’arco, nel 1796 da Francesco Boti
(Botti) sul fondo denominato “brolo”, acquistato
nel 1795: i dati certi terminano qui. Tutto, a partire dal
committente, diventa problematico, committente che tuttavia,
dato il gusto del tempietto e dell’altare non doveva
essere un ingenuo: Francesco purtroppo era un nome diffuso
nella famiglia Botti e i papabili, per età, ricavabili
dal registro parrocchiale, sono ben sei. Il pensiero corre
subito a quel Francesco Botti curato in parrocchia nel 1738,
dato che l’altro sacerdote omonimo di fine Seicento
non coinciderebbe per questioni temporali evidenti: l’unico
con una cultura teologica in grado di riesumare il culto di
martiri, per altro gloriosi, ed imporli al culto della comunità,
con tanto di passaggio civinese dei due a cavallo. (…).
(…). Un viaggiatore questo Francesco Botti? Il culto
ebbe infatti una circolazione in Lombardia, basti a pensare
a Casteldidone, paese del cremonese dove Abdon e Sennen sono
i patroni, senza voler scomodare Spagna e Francia dove pure
sono venerati. (…) >>. Dopo i necessari restauri
della cappella operati nell’estate del 1881, nemmeno
un secolo dopo la costruzione, lavori a seguito dei quali
il vescovo “riautorizza” la “solita”
possibile “processione il 30 luglio o nella domenica
successiva”. (Confronta Arch. Parr. Civine, Faldone
ad annum).
<<L’edicola ricompare in una dichiarazione dei
primi anni del Novecento quando Santa Bettolini, dimorante
in Brione, vedova di Giovanni Botti afferma “quale proprietaria
del terreno denominato Brolo toccatogli quale eredità
(…) trovasi una cappella a fianco della strada”.
Con la figlia, Domenica Botti ed il genero Giuseppe Ghedi,
testimoni Amleto Bocchi e Ferruccio Borghetti, dichiarava
poi che “i lavori di restauro ed il porticato nuovo
eretto innanzi alla cappella dei S. Martiri Abdon e Sennen
nonché i lavori di pittura furono fatti eseguire nell’anno
1910 colle offerte e prestazioni di mano d’opera dei
parrocchiani di Civine: e si impegnano perciò a non
servirsene mai per qualsiasi uso privato, di lasciar libero
il parroco di accedere alla medesima per funzioni processioni
o altro che credesse fare, di non esercitare ne per se ne
per altri qualunque azione che possa tornare a danno o deperimento
della cappella medesima”.
Nel 1960, in occasione di un restauro praticato dal pittore
Pietro Manenti da Castrezzato sull’affresco, ormai “cotto”,
come si dice in gergo, venne aggiunta, si ricorda, la Madonna
in trono con bambino ed i due santi martiri alla sua destra
e alla sua sinistra furono ridisegnati, prima, ricordano “erano
vestiti da soldati romani”; nella stessa occasione si
prolungò all’edificio con un piccolo portichetto,
costituito da due colonne sorreggenti una copertura piatta.
[“I cartoni su cui hanno lavorato i due restauratori,
padre e figlio, sono conservati attualmente (2001) in sacrestia”.
(…)]>>. (Nichilo Vittorio. CIVINE di GUSSAGO –
Tra storia e memoria. Ediz. Fondazione Civiltà Bresciana.
Brescia, Maggio 2003; pag. 133-140).
In realtà detti “Cartoni” risultano collocati
direttamente in Cappella sin da prima del 2003 e dal 2009,
dopo essere stati restaurati nella cornice e ripianati nel
“cartone”, eliminandone la forte umidità
di cui erano intrisi, debitamente ricollocati all’interno
della cappella di Riviere a cura del Parroco Don Angelo Gozio;
i costi sono stati sostenuti dalla Parrocchia. Nella stessa
circostanza sono stati restaurati altri tre dei quattro quadri
con cornice contenenti pergamene devozionali (con lettere
a caratteri cubitali, in simile stile gotico), che fino a
quel tempo erano stati conservati a Riviere in casa di Ester
Reboldi sposata a Guido Botti di Riviere; il quarto già
era affisso in cappella e si trovava in ottime condizioni.
(Testimonianza di Achille Giovanni Piardi - Archivista Compilatore
ufficiale della Parrocchia di S. Girolamo in Civine. 6 Marzo
2011)
Presso la Cappella dei Santi Abdon e Sennen è conservato
pure “l’Ex voto” con le iniziali E.R. (Ester
Reboldi), poi maritata a Guido Botti, in rendimento di grazia
ricevuta od, in sigla, P.G.R. (Per Grazia Ricevuta, a suo
tempo, di quand’ancora trovavasi bambina, essendole
stato salvato il gravemente lesionato arto inferiore a causa
d’infortunio di gioco, occorsole col il pesante coperchio
della madia (cassone) cadutole tra tibia e perone). (6 Marzo
2011.Testimon. di Achille Giovanni Piardi - Archivista Compilatore
ufficiale della Parrocchia di S. Girolamo in Civine raccolta
- più volte negli anni passati durante la festa dei
Santi di Riviere - dalla viva voce della medesima Ester).
I summenzionati: “Santa Bettolini, dimorante in Brione,
vedova di Giovanni Botti” sono i bisnonni paterni di
Umberto Ghedi (1945, figlio di Giulio e di Violante), il noto
“Berto”; mentre i sunnominati “Domenica
Botti e Giuseppe Ghedi” junior, coniugi nel 1906, (rispettivamente
figlia e genero di Santa Bettolini) sono i nonni paterni del
medesimo “Berto”. Secondo il Registro dei battezzati
della Parrocchia di S. Girolamo in Civine il nome esatto di
Domenica Botti è Barbara Domenica figlia di Giovanni
Maria Botti; infatti, vedasi all’anno 1883 del Registro
dei Battezzati in San Girolamo di Civine.
Necessita, per concludere correttamente, trascrivere che l’anno
1950 si legge quanto segue relativamente a Domenica Botti,
nonna di “Berto”: << 1950, 14 Dicembre.
Civine di Gussago. Botti Giuseppa Domenica, di anni 67 nata
nel Comune di Brione, figlia di fu Giovanni e di fu Santa
Bettolini, vedova di Ghedi Giuseppe domiciliata a Civine,
munita dei conforti religiosi, rendeva l’anima a Dio
il giorno 12 dicembre 1950 alle ore 22. E il giorno 14 Dicembre
1950 alle ore 14 veniva religiosamente sepolta nel Cimitero
di questa Parrocchia. Il Parroco Angelo Lussignoli >>.
(Testimonianza di Achille Giovanni Piardi - Archivista Compilatore
ufficiale della Parrocchia di S. Girolamo in Civine. 6 Marzo
2011).
Un segreto…! Achille Giovanni Piardi, oggi qui testimone
e narratore di alcuni fatti, è cugino tanto di Umberto
“Berto” Ghedi di cui si è detto, quanto
del succitato Guido Botti marito di Ester; infatti, Angela
Camilla Ghedi (del 1880, figlia di Ghedi Giuseppe “senior”
e di Giulia Peroni, entrambi delle Civine), nonna di Achille
Giovanni Piardi, fu sorella di Giuseppe junior, nonno di Berto,
ed anche sorella di Rosa “Pina”, nonna di Guido.
Il segreto sopraddetto non termina qui.
Infatti, Achille Giovanni Piardi, qui narratore, oltre quanto
detto sopra, è cugino di tutti fratelli di Guido Botti
(sposato ad Ester Reboldi); non solo, è anche cugino
diretto delle sorelle Reboldi (Ester, Elide e Metilde figlie
di Francesco e di Elvira Botti), andate in sposa ai fratelli
Botti, in virtù del fatto che loro madre, Elvira Botti,
nacque da Metilde Ghedi (1873) figlia di Giuseppe e Giulia
Peroni. Giuseppe Ghedi e Giulia Peroni coniugi sono genitori
di Angela Camilla poi maritata Piardi, ed …infine …l’anno
1948 nonna di Achille Giovanni Piardi.
Come si vede, il nonno di “Berto”, la nonna di
Achille Giovanni, la nonna – Metilde Ghedi – delle
ragazze Reboldi maritate ai Botti di Riviere e la nonna dei
ragazzi Botti sposati alle ragazze Reboldi l’hanno fatta…
da padroni.
Quest’anno 2011, Domenica 31 luglio,
il giorno della solenne festa dei Santi di Riviere ABDON e
SENNEN, non abbiamo avuto la gioia di avere con noi lo zio
Gianni, originario di Riviere (al secolo Giuseppe Ghedi figlio
di Giuseppe junior dei furono Giuseppe senior e Giulia Peroni),
zio paterno del noto Umberto “Berto” Ghedi, poiché
il Signore lo ha chiamato a se, un mese fa, alla bella età
di 102 anni.
Ghedi, Botti, Reboldi e Piardi comunque attivamente presenti
alle solenni celebrazioni in onore dei santi Abdon e Sennen
venerati alle RIVIERE di Brione (Parrocchia di S. Girolamo
in Civine di Gussago), soprattutto alla bella concelebrazione
eucaristica innanzi la Cappella dei martiri ed alla caratteristica
processione tra i cortili della montana contrada presiedute
dal Parroco – Prevosto di Gussago, don Adriano Dabellani,
coadiuvato dal Parroco di Civine - Don Angelo Gozio, alla
presenza dei concelebranti: dottor professor Monsignor Ruggero
Borboni – Canonico onorario del capitolo del Duomo –
Cattedrale di Brescia, del Sacerdote Don Cesare Minelli –
Parroco dei santi Zenone e Eurosia della Chiesa in Ronco di
Gussago, del Parroco di San Giorgio della Chiesa che è
in Cellatica, sacerdote dottor professor Daniela Faita.
Le celebrazioni sono proseguite nei giorni 1, 2 e 3 agosto
con diverse iniziative ed attività. Nella santa messa
serale del 1° d’agosto assieme ai defunti Botti
di Riviere si è ricordata la figura del grande educatore
dei ragazzi e dei giovani reverendo, defunto, sacerdote Don
Enrico Cotelli (morto il 31 luglio 1977 in Taranto, in seguito
ad una subita rapina con sparatoria avvenuta, qualche giorno
prima, sulla marina di Policoro in Basilicata) – Curato
e Direttore dell’Oratorio maschile San Filippo Neri
di Gussago nel periodo 1963 - 6 maggio 1967, insegnante e
sacerdote di riferimento per almeno 1500 suoi “ragazzi
di Gussago”, come lui li ebbe a definire nel suo testamento
spirituale, come anche per i due, di allora, giovani: Angelo
Gozio (1946) studente in Seminario – ora Parroco di
Civine San Girolamo; Achille Giovanni Piardi (1948) studente
e suo più giovane collaboratore – ora Archivista
Compilatore della Parrocchia civinese e qui estensore.
Don Angelo, come detto in altre parti, ed Achille discendono
entrambi da avi nativi di Civine, rispettivamente da nonno
Angelo Gozio (Gosio) dei detti Bressagli e da nonna paterna
Angela Camilla Ghedi (1880), madre di Francesco Piardi, nata
e cresciuta prima a Riviere e poi a Civine, sino al 1904 –
data in cui si sposa nella Parrocchiale di S. Girolamo, secondo
gli insegnamenti degli allora parroci don Giovanni Armanni
(1882-1894) e Don Giacinto Bernardelli poi (1894-1941).
Anno 2012 - Abdon e Sennen: Civine festeggia i santi «inusuali»
Domani, Domenica 29 luglio, la Messa e la processione.
In serata la tradizionale anguriata. Torna la festa dei
santi Abdon e Sennen sulle colline delle Civine di Gussago.
Da domani al 1 agosto la località di Riviere, comune
di Brione ma parrocchia di Civine, ospiterà la popolare
sagra dedicata ai co-patroni. La devozione ad Abdon e Sennen
è sicuramente inconsueta: assai popolare in Francia
e Spagna, solo alle Civine è presente nel Bresciano.
Francesco Botti edificò una santella a Riviere: era
il 1796. Le loro reliquie erano arrivate però tempo
prima, forse grazie al cardinal Querini. Ai santi Abdon e
Sennen alla Civine ci si è sempre rivolti per la pioggia
e la salute dei piccoli. La festa oggi è diventata
il modo per condividere momenti di devozione, col parroco
don Angelo Gozio, e di svago, nel cortile della trattoria
della famiglia Botti. L’inizio domani alle 17 con la
processione e quindi la messa celebrata da don Damiano
Raza, fresco di ordinazione, che a Gussago è
stato chierico. Ci sarà anche il corpo bandistico di
Adro. A chiudere la serata anguria fresca per tutti, come
da tradizione.
[Fonte: Bresciaoggi, 28 luglio 2012 (in www.gussagonews.it,
28 luglio)]
Don Damiano Raza presiede la solenne
concelebrazione dei Santi Abdon e Sennen
Don Damiano Raza
Domenica 29 luglio 2012 alle ore 17.00 a
Riviere di Brione (Parrocchia di San Girolamo in Civine) con
la processione attraverso i cortili della contrada e la santa
Messa inizia la Festa dei santi martiri ABDON e
SENNEN. Don Damiano Raza da Pezzaze, terra dei Piardi,
novello sacerdote, presiederà la solenne concelebrazione.
Antichi sono i legami di Pezzaze con Civine, sin dalla notte
dei tempi. Don Damiano quale Diacono collaboratore è
stato in servizio a Gussago negli scorsi anni ed conosciuto
a Civine anche quale meraviglioso organista nonché
attento cerimoniere. Lo aspettano a Riviere! Riviere è
frazione di Brione e Brione si trova in Val Trompia quanto…
Pezzaze!
[Fonte: Achille Giovanni Piardi (da www.gussagonews.it,
26 luglio 2012)]
Cristo incorona i santi Abdon e Sennen, ai lati i santi Milex
e Vincenzo. Roma, Catacombe di Ponziano
http://www.tradizione.oodegr.com/tradizione_index/vitesanti/abdonsennen.htm
VITA NELLA STORIA della PARROCCHIA di S. GIROLAMO
in CIVINE di Gussago e RIVIERE di Brione
S. GIROLAMO, con i compatroni ABDON e SENNEN:
La PARROCCHIA di origine di alcune delle spose dei Piardi
a partire dal 1880.
Testi pubblicati sotto l’egida della Parrocchia. Parroco
pro tempore Sacerdote don Angelo Gozio.
Parrocchia di S. Girolamo in Civine di Gussago
Settembre 2006. (Dal Bollettino a stampa.
“La Voce della Parrocchia di S. Girolamo in Civine”
in “LA VOCE DI GUSSAGO”. NOTIZIE in BREVE).
35° di Sacerdozio di Don ANGELO GOZIO.
L’augurio dei parrocchiani. Reverendo Don Angelo, da
quel lontano giugno 1971 sono trascorsi 35 anni; 35 anni dalla
tua ordinazione sacerdotale. Qualcheduno di noi ti ricorda
in calzoncini corti ovvero su per le montagne accompagnando
i ragazzi, in occasione dei campeggi estivi, ed invece quest’anno,
ad aprile, hai compiuto 60 anni. Due traguardi importanti
per la tua vita di sacerdote e di uomo. Traguardi conquistati
da solo e tra due ali festanti di tifosi, la folla dei tuoi
fedeli, di noi parrocchiani di Civine.
Ciò è per noi civinesi grande motivo di gioia.
Questa piccola, sempre più piccola comunità,
che temeva di non aver più la gioia di poter godere
della presenza di un proprio Parroco. Invece, dopo la partenza
di don Roberto Sottini, sei arrivato tu, prima provvisoriamente
e poi in forma stabile e definitiva: il nostro Parroco, un
Parroco e un sacerdote tutto per noi. Uno di noi! Infatti,
i tuoi avi Gosio furono di Civine, ebbero radici qui!
Prima del settembre 2003, nessuno di noi poteva immaginare
tanto; che fossi proprio tu a venire a stare tra di noi, con
il tuo zelo, col tuo ardore, con la tua passione, con il tuo
bel cantare durante le funzioni liturgiche, con il tuo modo
di fare così coinvolgente che vorremo definire felicemente
contagioso.
Dopo 32 anni di impegno sacerdotale che ti ha visto: a Castegnato,
a Sale di Gussago, Parroco a Tignale ed al santuario di Montecastello
sul lago di Garda, Parroco di Erbusco e nuovamente a Gussago,
sei approdato, si fa per dire visto che di acque qui non ve
ne sono, tra i monti di Civine; la patria dei tuoi bisnonni.
Non sei neppure lontano da Navezze, che sta ai nostri piedi,
patria dei tuoi nonni materni Venturelli e Inselvini. Di più
non potevamo aspettarci!
La Provvidenza ha saputo intervenire, con l’aiuto umano
dei mitrati responsabili, al momento giusto ed opportuno.
Per noi fai tutto: curi le nostre anime, tieni l’incontro
“Festa delle famiglie”, segui la tua quanto la
nostra chiesa, solennizzi in modo particolare la festa del
patrono San Girolamo e quella dei Santi Abdon e Sennen alle
Riviere, ci porti in pellegrinaggio ogni dove e presto, ad
ottobre, a Roma dal papa. Per rendere tangibile il nostro
impegno di cristiani abbiamo pensato anche ad un omaggio alla
chiesa: un piviale in bianco damasco e oro, che oggi indosserai
recando processionalmente Gesù presso le nostre case.
Oggi, Domenica del Corpus Domini, Corpo del Signore, e non
ci poteva essere miglior solennità, siamo qui a festeggiarti
in tutta semplicità, come è consuetudine della
gente di montagna; infatti, noi non siamo capaci di grandi
cose ma, di dire grazie e auguri quando è il momento
giusto sappiamo farlo!
Questo è il momento, questa è la felice circostanza
per dirti Grazie, per dirti Auguri e ad multos annos tra di
noi. Che la Vergine Maria ti accompagni!
Civine di Gussago, 18 giugno 2006. I tuoi parrocchiani. (A
cura di Api)
Parrocchia di S. Girolamo in Civine di Gussago
Settembre 2006. Bollettino a stampa. “La
Voce della Parrocchia di S. Girolamo in Civine” in “LA
VOCE DI GUSSAGO”
30 Luglio – 2 Agosto 2006. Quattro giorni con
ABDON e SENNEN alle Riviere
<< I sa piö che Sancc na a catà
sa... per fa festa! >>. Sin, almeno, dal Settecento
(sec. XVIII) i Santi ABDON e SENNEN sono venerati alle Riviere,
sopra Civine (Parrocchia di S. Girolamo); la cappella a loro
dedicata, eretta a cura della famiglia Botti, data 1796. Siamo
agli ultimi mesi del lungo dominio della Repubblica di Venezia
sulle nostre terre bresciane.
<< † Roma, III secolo. Abdon e Sennen sono originari
della Persia. Convertiti al cristianesimo, furono imprigionati
durante la persecuzione voluta dall'imperatore Decio (III
secolo) e legati insieme in catene furono condotti a Roma,
dove furono prima bastonati e quindi subirono il martirio
uccisi con la spada probabilmente al Colosseo. Le loro reliquie
sono conservate nella basilica di S. Marco Evangelista al
Campidoglio dove furono portate da papa Gregorio IV dal cimitero
di Ponziano >>.
Domenica 30 luglio i fedeli, delle Riviere, da Civine, da
Gussago, dalla Valtrompia e dal bresciano, riempiono la strada
che “Da Cico” conduce alla Cappella dei Santi.
Tutto è abbellito e adornato con le tradizionali “Quarciade”,
di festoni e fiori bianco - rossi. Non sono che le 17, il
sole batta ancora a picco, ma i devoti sono in attesa che
Don Angelo Gozio, vestiti i paramenti sacri ove trionfa il
rosso dei martiri, avvii le cerimonie con la Messa in onore
di Abdon e Sennen; presto giunge la folla degli almeno 300.
Fuori dall’usuale, le cerimonie sono segnalate dallo
sparo, a salve e con fumogeno, di un “trombino”:
effettuato da quegli uomini in costume giunti dalla montana
località (mt. 910 slm) di San Bortolo delle Montagne
(Selva di Progno) in Lessinia. Chi ancora non è desto
dalla pennichella od è in ritardo si sveglia e si avvia
verso la Santella di Riviere, I sancc dè le Reere,
mentre i presenti, e non solo quelli, fanno un salto e sentono
tremare la terra circostante. L’archibugio lessino,
con origini seicentesche, la fa da padrone e lo spettacolo
è solo rinviato a più tardi, quando avrà
smesso di tuonare... la parola di Don Angelo, parroco di S.
Girolamo in Civine.
Prontamente inizia il divino sacrificale rito ed immediatamente
i fedeli, compresi quelli più curiosi delle novità,
sono attratti e uniti in raccoglimento dalla convinta quanto
suadente voce del pastore d’anime, di rosso vestito.
Abdon e Sennen, santi che per qualcuno risulterebbero di recente
... invenzione, sono ampiamente invocati, oggi come sempre,
quali intercessori di pioggia, protettori dalla possibile
cecità e patroni dei fabbricanti di botti e qui, soprattutto
alle Riviere, di... Botti ve ne sono.
Come ai “Civinesi” delle Riviere in Comune di
Brione non basta un solo santo protettore, infatti, ne posseggono
due, così agli archibugieri (pistonieri o trombonieri)
sparatori dei trombini o s-ciòpi non bastano neppure
i santi dal momento che si pongono sotto la diretta protezione
della Santissima Trinità, celebrata nel giorno proprio
della festività domenicale.
<< Le origini degli s-ciòpi si perdono nella
notte dei tempi, forse in quel lontano 1611 quando furono
incaricati 24 soldati per la difesa dei passi Pertica, Lessini
e Val di Falcon armati di archibugi a miccia e moschettoni.
Questi archibugi e moschettoni vennero trasformati in tempi
più recenti (abbiamo testimonianze dal 21 Marzo 1839)
in festosi e devozionali Trombini usati a scopo folcloristico.
I trombini o s-ciopi o pistoni, come sono detti anche in altro
modo, sarebbero derivati da armi da guerra del Seicento-Settecento
usate, per lo più, per incutere terrore, per abbattere
palizzate, per farsi largo tra la folla, per difendersi durante
i viaggi. La loro denominazione, probabilmente proveniente
da una simile arma, il tromblo'n belga e olandese del passato,
pare abbia origine dalla tromba (o campana) dello svaso della
bocca di fuoco >>. Comunque c’è chi pensa
si tratti non di una riconversione bensì di arnesi
da sempre usati per spari in feste devozionali, come a Navezze
-un tempo- con lo sparo dei “tolòcc”
a San Visèn o, dei mortér in Val Trompia.
Domenica 30 Luglio la processione parte dalla Cappella dei
Santi recando la loro reliquia per la Contrada, attraversando
i cortili ed i porticati, tornando poi alla Santella dei martiri.
I 300 convenuti seguono l’omelia e partecipano con convinzione
alla S. Messa, lunga la fila dei comunicandi. Il rito, con
dedicato suffragio per i defunti, in particolare quelli delle
famiglie Botti, si conclude con la benedizione a mezzo delle
reliquie dei Santi protettori. Si fa festa sino a notte fonda
sotto l’antistante portico “da Cico” ed
in quello di Umberto Ghedi, ma vi è allegria in tutti
cortili delle Riviere.
Solo da lunedì 31, a turno, il centro dello stare assieme
in sana allegria passerà di mano: prima presso i due
tipici e tradizionali, contigui, porticati di Pietro Botti,
discendente del vecchio “Ostanèl”, e quello
di “Cico”, oggi di Sperandio, della stessa famiglia.
E’ festa con la fisarmonica di Gianni Camoni e cantanti
da Capriolo; l’eco dei canti si ode in tutta la sottostante,
lunga, Valle di Cristo che conduce da Gussago a Brione, Comune
cui appartengo le Riviere.
Martedì primo Agosto, dopo breve e spartana riflessione
spirituale alla Cappella dei Santi tenuta dal Parroco di Civine,
vestendo la lunga stola di damasco rosso (sull’abito
borghese), si passa al torneo di Briscola condotto magistralmente
da Angelo Rossini, figlio di Civinesi, nei locali della tipica
trattoria e, sotto il portico, innanzi l’abitazione
di Pietro Botti si svolge la triplice tombolata condotta da
Emi Palini; folta la partecipazione al divertimento “condecorato”
da generi di conforto.
Mercoledì due d’agosto la conclusione (‘n
ga est la fi). S. Messa, assai partecipata e seguita,
celebrata da Don Angelo Gosio, con all’organo, in partecipazione
straordinaria, Don Mario Stoppani da Castrezzato. Cade la
pioggia e nessuno si muove, si aprono i primi ombrelli, e
Don Angelo “tuona” che non si deve volgere tutto
a nostro favore, manifestando scontentezza una volta per il
caldo e poi per il freddo o invocare la pioggia e poi lagnarsi
perchè..., bisogna “ciapàle come le
ve le robe...”, ...anche la pioggia. E’ l’invito
a mutar vita; la nostra tribolazione terrena non può
concludersi con la morte: sarebbe troppo poca cosa; la nostra
esistenza è, invece, un cammino per l’eternità,
un cammino proteso verso la santità, ciascuno essere
secondo i doni carismatici ricevuti e in proporzione allo
sforzo che ognuno di noi ha saputo compiere verso il compimento
del disegno che Dio ha pensato per ogni individuo. Dopo la
possente pastorale esortazione si alza un leggero venticello
e sopra i devoti di Abdon e Sennen, antistanti la Cappella,
nel crepuscolo si apre il cielo e la pioggia si dissolve.
Quando siamo, ormai, nella notte si apre il ricevimento conclusivo
delle quattro giornate, presso la casa dei Botti (‘n
dèl löc dè sura); qualcuno osserva:
sia alla Cappella quanto qui siamo più di cento. In
verità i Botti del Berto hanno aperto ogni recondito
angolo della loro casa illuminando a giorno l’allegra
notturna festa allietata, ancora, dal fisarmonicista Gianni
Camoni e cantanti ed in molti si cimentano al microfono a
condurre il canto popolare, non escluso il citato don Mario,
e gli astanti partecipano unendosi al coro dei più,
non tralasciando di soddisfare gola e ugola con le tante leccornie
offerte e ripetutamente esitate dalla famiglia ospitante.
Qualcuno incontra commilitoni d’un tempo trascorso in
divisa, conosce e incontra (o addirittura scopre) parenti
ogni dove, come chi scrive. Ormai è tardi e dopo mangerecci
vari innaffiati con Croatina leggermente mosso, Nero d’Avola
e Montepulciano d’Abruzzo, spumante e caffè fortemente
asperso con “grègia” è giunta l’ora
per tutti, dopo quattro giornate in cui abbiamo avuto: Sole
e bel tempo, caldo con arsura, pioggia notturna a dirotto
e salutare frescura, di accomiatarci dai Santi, che hanno
fatto il loro dovere a pennello..., e dal convivio umano per
prendere la strada della discesa dalle Riviere di Brione,
sotto il “giuspatronato” dei compatroni Abdon
e Sennen uniti a S. Girolamo.
I previdenti Botti e tutti coloro che hanno saputo porre alla
pioggia di questi giorni le botti eviteranno che le stesse
“...le naghe ‘n due”. L’uomo,
anch’esso per evitare di andare in doghe, perdersi,
cerca la protezione dei santi: addirittura la Santissima Trinità
per i Trombonieri di S. Bortolo delle Montagne, che vivono
ad altitudine più elevata della nostra, una triade
di Santi anche per noi di qui, che stiamo sotto un cielo ...
più basso. (Api. Achille Giovanni
Piardi). [Settembre 2006. Bollettino a stampa. “La
Voce della Parrocchia di S. Girolamo in Civine” in “LA
VOCE DI GUSSAGO”. NOTIZIE in BREVE]
Parrocchia di S. Girolamo in Civine di Gussago
S. Pasqua 2007. (Bollettino a stampa. “La
Voce della Parrocchia di S. Girolamo in Civine” in “LA
VOCE DI GUSSAGO”. CRONACHE, NOTIZIE e AVVISI). NOTIZIE
in BREVE
Epifania 2007.
l corteo dei Magi, preceduto dai doni dei pastori, ha aperto
la solenne celebrazione della manifestazione del Signore presieduta
da Mons. Angelo Porta – Canonico della chiesa cattedrale
di Brescia, parroco emerito di Gussago, concelebrata da Mons.
Ruggero Borboni e dal Parroco Don Angelo. Più di 30
i personaggi, ciascuno con personale offerta, a comporre il
corteo dei doni che precedeva i Magi a cavallo, con oro, incenso
e mirra. Tre doni preziosi: l’oro simbolo del Re, l’incenso
simbolo di Dio, la mirra simbolo dell’uomo. Al tempo
di Gesù queste tre sostanze sono non solo preziose,
ma quasi miracolose ed il loro uso, anche a scopo terapeutico,
è assai diffuso. Enorme l’impegno della nostra
brava costumista e per la scenografia, comunque tutto ben
riuscito grazie alla convinta condivisione dei ruoli da parte
di ognuno; folta e attenta la partecipazione alla eccelsa
concelebrazione condecorata dalla maestria dell’organista
Mondini che ha saputo far emergere dal nostro organo, un Tonoli
opera 32 ancora autentico, anche l’uso del registro
dei campanelli, propizio per l’occasione.
Il corteo dei Magi, preceduto dai doni dei pastori, ha aperto
la solenne celebrazione della manifestazione del Signore presieduta
da Mons. Angelo Porta – Canonico della chiesa cattedrale
di Brescia, parroco emerito di Gussago, concelebrata da Mons.
Ruggero Borboni e dal Parroco Don Angelo. Più di 30
i personaggi, ciascuno con personale offerta, a comporre il
corteo dei doni che precedeva i Magi a cavallo, con oro, incenso
e mirra. Tre doni preziosi: l’oro simbolo del Re, l’incenso
simbolo di Dio, la mirra simbolo dell’uomo. Al tempo
di Gesù queste tre sostanze sono non solo preziose,
ma quasi miracolose ed il loro uso, anche a scopo terapeutico,
è assai diffuso. [L’incenso è una resina
secreta dall’albero Boswellia carteri, bruciato per
molti secoli, insieme alla mirra, nelle cerimonie religiose,
durante i funerali o altri riti. Molto più rara e preziosa
dell’incenso, la mirra è una gommaresina aromatica
prodotta da un albero del genere Commiphora originaria della
dell’Arabia, l’antica Arabia Felix. La mirra trasuda
dal tronco dell’albero in gocce a forma di lacrime dal
colore rosso e dal profumo inebriante. Per queste caratteristiche,
le lacrime rappresentano il dolore, il rosso rappresenta il
sangue; la mirra è, per ciò, carica di valori
simbolici legati all’uomo e alla sua esistenza terrena.
Infatti, mentre l’incenso è il profumo dell’elevazione
spirituale, la mirra aiuta ad armonizzare il mondo spirituale
con quello materiale. Ai tempi biblici, sia l’incenso
che la mirra sono usati come profumi e, molti riferimenti
a queste sostanze, si trovano in particolare nel Cantico dei
Cantici. Nel libro dell’Esodo (XXX,23), poi, si legge
essere uno dei principali componenti dell'olio santo per le
sacre unzioni. Secondo la tradizione, la mirra simboleggia
l'unzione di Cristo, o l'espiazione dei peccati tramite la
sofferenza e la morte corporale (la mirra veniva, infatti,
utilizzata anche per le imbalsamazioni)]. Enorme l’impegno
della nostra brava costumista e per la scenografia, comunque
tutto ben riuscito grazie alla convinta condivisione dei ruoli
da parte di ognuno; folta e attenta la partecipazione alla
eccelsa concelebrazione condecorata dalla maestria dell’organista
Mondini che ha saputo far emergere dal nostro organo, un Tonoli
opera 32 ancora autentico, anche l’uso del registro
dei campanelli, propizio per l’occasione. (A cura di
Achille Giovanni Piardi)
Parrocchia di S. Girolamo in Civine di Gussago
Natale 2007. (Bollettino a stampa. “La
Voce della Parrocchia di S. Girolamo in Civine” in “LA
VOCE DI GUSSAGO”. CRONACHE, NOTIZIE e AVVISI).
11 novembre 2007. Festa di San Girolamo,
nostro Patrono. Il nostro Santo Patrono è stato solennemente
festeggiato domenica 11 novembre, sotto un sole dell’estate
di S. Martino, con Santa Messa nel pomeriggio e Processione
con la reliquia e statua del Santo. Nei giorni precedenti
la solennità vi sono state due serate di preparazione:
“Ci si può accostare alla Comunione senza
confessarsi ?”
La ricorrenza, secondo il calendario liturgico, cadrebbe
il 30 settembre: rinviata alla seconda domenica di novembre,
per antica tradizione civinese dettata, nei secoli passati,
dalle incipienti stagionali occupazioni contadine, quali la
vendemmia e la raccolta delle castagne. Tradizione poi mantenuta,
nel rispetto della volontà degli antichi avi.
Tra due ali strabocchevoli di fedeli, la sacra solenne concelebrazione
è stata presieduta dal Vescovo Mons. Bruno Foresti,
vescovo emerito della diocesi di Brescia. << Possiamo,
singolarmente o tra marito e moglie e raccomandare ai figli
di fare lo sforzo di leggere una pagina del Vangelo, almeno
ogni tanto?. S. Girolamo, Patrono di questa piccola Contrada,
diceva: Ignorare le Sacre scritture, significa ignorare Gesù.
Lo ha ricordato anche il papa, qualche giorno fa, nella sua
catechesi tenuta nel corso dell’udienza generale di
mercoledì 7 novembre. San Girolamo aveva un carattere
burbero, ... troppo forte, se la prendeva, infatti, anche
con i vescovi del suo tempo per il loro pretendere di sapere.
Dopo essere stato alla Curia di papa Damaso (sec. IV) se ne
va a Betlemme e si occupa di trascrivere la Bibbia nella forma
poi fatta propria dalla Chiesa detta da noi Vulgata (per il
vulgo = per il popolo) e per farsi costruire, da famiglie
amiche, due monasteri (uno maschile e un altro per le donne)
ed il ricovero per i pellegrini di Terra Santa >> e
successivamente approvata dal Concilio di Trento (sec. XVI).
Continua il Vescovo Bruno: << Preferisco parlarVi così,
carissimi di Civine, da Pastore e non da teologo; il Vescovo
per prima cosa prega per il suo popolo e poi insegna. Continuate
così, leggete le pagine del Vangelo pieno di umanità
segno distintivo del Cristianesimo e dell’insegnamento
cristiano. Sono veramente contento di stare nuovamente tra
Voi a Civine, Parrocchia eretta il 5 settembre 1620 con proprio
Parroco - dopo essere stata condotta quale Rettoria dai Curati
di Gussago nei due secoli precedenti, in questa Contrada di
boscaioli, sorta nel Medioevo, parte di una più grande
Comunità laica e religiosa gussaghese. Vedo il Sindaco
e altre autorità: è bene, è bello questo!
E’ giusta la laicità, è giusta la religiosità,
la fede della comunità! Il Sindaco, l’autorità
deve saper riconoscere e valorizzare le radici della fede.
Spesso sono proprio le tradizioni religiose delle piccole
frazioni o contrade a cementare i rapporti umani delle più
ampie realtà civili, laiche >>. Ed al termine:
<< Ringrazio veramente di cuore per questa solenne e
toccante celebrazione e per la Processione così composta
e partecipata; ringrazio tutti per avermi fatto vivere questi
bei momenti; ringrazio la “Scuola di Canto” di
Gussago e la gussaghese Banda musicale S. Maria Assunta >>.
Mons. Bruno si fa ritrarre con i concelebranti e lo stuolo
degli assistenti e “Piccolo clero”, con la Corale,
con la Banda Musicale uscendo di chiesa, con Mitria e piviale
processionale, per salutare la Banda stessa << ... dal
momento che i musicanti mi hanno salutato anche al mio arrivo
tra queste colline >> e tutti. In ultimo, anche strada
facendo verso l’Oratorio, luogo del “rinfresco”,
raggiunto a piedi, Don Angelo, con la spiccata generosità
di cui è dotato, presenta individualmente al Vescovo
ciascuno dei propri collaboratori civinesi ed extra. Così
è capitato anche a chi scrive questa brevissima cronaca,
per la prima volta nella sua sessantenne vita, di poter baciare
l’anello al vescovo. (A cura di Achille Giovanni Piardi).
Parrocchia di S. Girolamo in Civine di Gussago
Civine, Dicembre 2008 - S. Natale
L’origine dell’adorazione del presepio.
COSTANTINO Imperatore, sua madre ELENA e lo studioso, eremita,
dottore San GIROLAMO.
L’imperatore romano Costantino (Costantino il Grande,
*circa 272–337 d.C.) fu un gran mecenate della
chiesa cristiana. Nel 312 egli stesso divenne cristiano,
senza imporre con veemenza la fede cristiana nel suo regno.
La leggenda paleocristiana riferisce che nel 327 / 328
sua madre Elena riuscì a trovare il luogo della crocifissione,
con la croce stessa, il sepolcro ed il luogo di nascita di
Gesù di Nazareth. Fece erigere una chiesa sopra il
luogo presunto della nascita. Più tardi alcune reliquie
provenienti dal luogo della Natività furono trasferite
a Roma e custodite nella chiesa di Santa Maria Maggiore. Furono
esibite in una scatola di legno e diedero probabilmente l’inizio
all’adorazione del presepio natalizio. (Bibliografia:
Chris Scarre: Chronicle of the Roman Emperors. Thames and
Hudson London, 1995).
La prima rappresentazione del presepio. Girolamo
(circa *347–420 d.C.) teologo e filosofo. A Roma
fu tra l’altro anche revisore del testo latino della
bibbia ed elaborò una forma semplificata della bibbia,
più tardi chiamata Vulgata. Quale conoscitore intimo
dei testi paleocristiani scrisse nel 392 la prima storia della
letteratura cristiana: “De viris illustribus”
(Uomini illustri). Nel 385 partì da Roma per dirigere
alcuni monasteri a Betlemme.
Girolamo Fece dipingere nella chiesa della Natività
di Gesù di Nazareth in BETLEMME la prima rappresentazione
del presepio.
(S. Natale 2008. Pubblicazione a cura della Parrocchia
di S. Girolamo in Civine di Gussago, testo curato da Achille
Giovanni Piardi)
Parrocchia
di S. Girolamo in Civine di Gussago
CIVINE, 3 Giugno 2010
SANTELLA della MADONNA posta al bivio campestre sulla strada
per “I Gussarini”
Il Parroco, Don Angelo Gozio, relaziona ai fedeli.
La sera dello scorso Mercoledì 26 Maggio innanzi
la “Santella” della Madonna, in attesa di avviare
la recita del Santo Rosario avviandoci verso la località
Gussarini per la S. Messa, alcuni di Voi, fedeli parrocchiani,
chiesero notizie riguardo l’epoca di costruzione di
detta “Santella”, il tipo di effige una volta
ivi rappresentata, quella esistente, secondo la memoria collettiva,
per tutta la seconda metà del secolo XX ed il suo recentissimo
rifacimento sia come struttura muraria quanto all’affresco
raffigurante la Madonna: Vergine Maria Immacolata Concezione.
Al momento, prima si ascoltarono le notizie che Voi più
anziani coglievate dalla memoria e dalla tradizione, poi qualcosa
fu detto da me al riguardo storico unitamente alla evidente
necessità di provvedere alla eliminazione dell’umidità
che ascende dalle fondamenta soggette al naturale stillicidio
delle acque che in quel preciso punto si accumulano, provenienti
dai sovrastanti terreni e sedi stradali convergenti. Umidità
per la quale si vedrà come provvedere a breve. Poi
qualcosa fu udito dalle parole di chi, nel periodo 2003/2004,
ebbe l’autorizzazione a porre mano all’Archivio
storico della nostra Parrocchia. Oggi cerchiamo di essere
più chiari e precisi, come possibile.
Secondo la tradizione.... il manufatto fu eretto nell’Ottocento
[(sec.XIX), forse fine 700)], il che sta a significare che
la presenza della “Santella” segna il nostro passo
e ci accompagna da più di 210 anni. La motivazione
si farebbe risalire ... al passaggio di Carlo Borromeo, Cardinale
Arcivescovo metropolita di Milano in visita pastorale nel
bresciano per incarico papale, cavalcando un bianco cavallo.
La storia afferma che S. Carlo stette nel bresciano, compiendo
la visita apostolica, dal mese di Febbraio all’estate
inoltrata del 1580 (Agosto), lasciando la Val Trompia dal
Colle di San Zeno (sopra Pezzaze) per la Val Camonica (via
Val Palot – Fraine - Pisogne) al fine di poter recarsi,
via Edolo – Passo Aprica – Tresenda, in Svizzera
- Ticino, Diocesi di Milano.
Il Borromeo non salì a Civine, ma ci venne il suo Convisitatore
apostolico Don Antonelli (seu Antonini); tuttavia S. Carlo
impartì ferree disposizioni per Civine, tra cui quella
di erigere a Parrocchia la Rettoria di San Girolamo, cosa
che avvenne esattamente quarant’anni dopo. Su quest’ultimo
avvenimento torneremo il prossimo 5 settembre.
La soma vescovile, il leggendario cavallo bianco, ad un certo
punto e proprio in prossimità della nota ed antica
cascina dei Gussarini non volle più procedere essendo
stanco e stremato per il caldo. Per necessità cominciò
a raspare freneticamente a terra, forte dello zoccolo ferrato
delle sue zampe, sino ad ottenere che dal terreno... scaturisse
acqua; fonte che poi, tutti ricordano, continuò a zampillare...
nel vecchio e abbandonato acquedotto dell’acqua di S.
Carlo, posto frontalmente alla citata “Santella”,
...eretta a ricordo dell’eccezionale passaggio... miracoloso.
Certo è che tradizionalmente in montagna, soprattutto
nei punti di convergenza dei sentieri e delle capezzagne campestri,
si costruissero manufatti inneggianti alla protezione divina
dei viandanti per intercessione dei santi più amati
e più vicini alle tradizioni del luogo. Come sarebbe...
accaduto qui, nei pressi dei Gussarini.
In realtà la santella è una costruzione non
dell’epoca di S. Carlo in origine, però, l’affresco
rappresentava San Carlo Borromeo accanto alla Madonna, diversa
dall’attuale, ed ad un San Rocco. Così fu sino
agli anni Cinquanta del Novecento quando venne rifatto l’affresco,
poichè del tutto deteriorato. Rifacimento operato decorandovi,
solamente, la Madonna Immacolata, (...poggiata sulla luna
ed il serpente sotto i piedi). L’affresco della Vergine
Maria venne “recuperato nei contorni” e nuovamente
affrescato nel periodo 2001-2002, durante il parrocchiato
di Don Roberto Sottini. (Fascicolo. Ristrutturazione Santella
Gussarini – Relazione finale, 16 sett. 2002. Archivio
Parr.le S. Girolamo in Civine).
Per questa relazione ci siamo avvalsi, in parte, del lavoro
di Vittorio Nichilo “Civine di Gussago - Tra storia
e memoria”, pubblicato il mese di Maggio 2003 a cura
della Fondazione Civiltà Bresciana. (A cura di Api
Achille Giovanni Piardi)
Parrocchia di S. Girolamo in Civine di Gussago
CIVINE, 5 settembre 2010
...il 5 Settembre 1620: quasi quattro secoli
fa...
La Comunità di Civine esiste sin dal Medioevo;
una piccola entità di boscaioli, non poteva essere
diversamente, di forse cento anime complessive: non più
di venti famiglie.
La devozione a San Girolamo risale, nel bresciano, a circa
la metà del 1400 (Col Convento di S. Girolamo di Brescia
- Canton d’Albera, le pitture in San Cristo sulle pendici
del Castello, gli affreschi in San Filastrio a Tavernole in
Valtrompia, la Chiesa di Cedegolo in Valcamonica, la quattrocentesca
Natività, tra S. Girolamo e S. Alberto M., alla Pieve
di Piedeldosso e le pitture alla Santissima e a Ronco, ss.
Fabiano e Sebastiano, di Gussago). La Parrocchia di S. Girolamo
ha giurisdizione anche sulla minuscola contrada di Riviere.
Anche a Civine, pertanto, si stima essere sorta nello stesso
periodo la devozione al Santo eremita, studioso, conoscitore
delle lingue, traduttore della Bibbia nella forma detta “Vulgata”,
quella per il popolo, sostanzialmente la stessa che noi conosciamo,
inoltre autore di diverse altri scritti e trattati.
Comunità ecclesiale questa di Civine retta prima dai
Curati della chiesa Matrice di Gussago e poi, con sentenza
vescovile del 5 settembre 1620, elevata al rango di Parrocchia
con proprio Parroco, così come auspicato dal Card.
Carlo Borromeo, vescovo di Milano, durante la visita apostolica
nel bresciano dell’anno 1580 e dopo le motivazioni del
Vicario generale del Vescovo di Brescia, Gabriele Albrici
– Arciprete e Prevosto della Chiesa cattedrale di Bergamo,
dallo stesso addotte durante la visita ispettiva a Civine
compiuta il 25 maggio 1620. Il primo vescovo di Brescia a
visitare Civine è il Morosini (veneto) nel 1648, quando
è Rettore - Parroco don Emilio Carcano.
L’attuale chiesa di S. Girolamo risale al 1737 (l’iscrizione
lapidea murata sul retro dell’abside: 15 luglio 1737;
don Carlo Antonio Amadini - Parroco) per essere stata riedificata
su precedenti mura di edificio religioso (S. Girolamo) risalente
al 1400-‘500. La chiesa si presenta così, come
la vediamo oggi, solo dall’anno 1908 dopo l’allungamento
avvenuto verso il sagrato (su progetto di Carlo Melchiotti,
del 30.5.1902), quando è Parroco, dal 1892, il Reverendo
Don Giacinto Bernardelli da Pezzaze, figlio di Apollonio.
Di Don Giacinto, che seguì la nostra Comunità
per quasi cinquant’anni, gli anziani ancora conservano
grato ricordo e duraturo insegnamento. Vennero poi i Rev.di
parroci: Angelo Lussignoli (4.9.1941 - ’52), Piero Chitò
(3 Luglio 1952 - 1977), Luigi Iora ‘Vincenzo’
(1978 - ’98), Roberto Sottini (1999 - 2002) e, dal 2003,
Angelo Gozio, che porta il nome del civinese nonno Angelo.
Furono pastori di anime a Gussago a partire dalla fine dell’Ottocento
e durante i primi quattro decenni del Novecento ben tre sacerdoti
di montagna, grandi amici tra loro: Mons. Giorgio Bazzani
da Bagolino – Prevosto di S.Maria Assunta; don Giuseppe
Bernardelli (fratello di Don Giacinto) – Curato a Gussago
e Cappellano dell’Ospedale e Casa di Riposo P. Richiedei
ed, appunto, il nostro “Poer pretasì”,
come qualcuno lo ricorda, don Giacinto (†1943), esile
ma ferreo e convinto nella Fede.
La chiesa di Civine, come la vediamo oggi nel suo interno,
è stata affrescata nella volta della navata e sulle
pareti della ‘cupola’ absidale dai pittori Trainini,
Giuseppe e Vittorio, zio e nipote, negli anni Venti del Novecento.
Ricordiamoci, pertanto, di non lasciar trascorrere il... prossimo
5 settembre 2020 senza degnamente solennizzare il 400°
della Parrocchia, i sei secoli di devozione civinese a San
Girolamo e gli (almeno) otto secoli di esistenza della Comunità
di Civine. (A cura della Parrocchia, avvalendoci, in parte,
del lavoro di Vittorio Nichilo: “Civine di Gussago –
Tra storia e memoria”. Maggio 2003 - Fondazione Civiltà
Bresciana - Brescia). [***]. [A cura di Api (Achille Giovanni
Piardi). Sett. 2010]
[***]. “Civine di Gussago tra storia e memoria”.
Il volume, con una prefazione di Antonio Fappani e Carla Boroni,
descrive in tre capitoli la storia della piccola ma pittoresca
e caratteristica frazione del comune di Gussago (Brescia).
Nel primo capitolo, utilizzando una serie di fonti eterogenee
che spaziano dalla pergamena all’intervista agli anziani
del paese, si traccia lo sviluppo del borgo e la sua storia
fino ad anni recenti. Si parte così dalle prime testimonianze
che, per ora, risalgono al basso Medioevo, il 1248, e ci raccontano
di un borgo di contadini, pastori e boscaioli. Un’ipotesi
dello storico Paolo Guerrini, hanno spesso collegato Civine
a Suvigne, corte del monastero bresciano di Santa Giulia.
Nel 1313 il dominus Bresciano da Civine partecipò al
matrimonio di sua figlia, nell’ambito delle iniziative
di pace tra guelfi e ghibellini. Nel resto del capitolo si
risale il corso dei secoli, passando attraverso dominazione
viscontea e veneta. Con l’arrivo dei Francesi, nel 1797,
una piccola sorpresa: il paese diventa comune, salvo poi ritornare
frazione nel giro di poco più di un anno. Durante i
moti risorgimentali Stefano Botti parteciperà alle
Dieci giornate, salvo poi fuggire per evitare l’esecuzione
capitale. Il Novecento vede le pagine dolorose della Prima
e della Seconda guerra mondiale. Di particolare interesse
la corrispondenza dei tre fratelli Arici, partiti tutti per
il fronte ed internati in un lager tedesco. Questo primo capitolo
si conclude con gli anni Sessanta e l’arrivo di don
Pietro Chitò, il parroco che contribuirà al
miglioramento della vita in paese, specialmente con la costruzione
della strada che unisce al capoluogo Gussago. Il secondo capitolo
è dedicato alle tradizioni, particolarmente ricco in
questa frazione. Tra le diverse leggende spicca quella dei
Santi Abdon e Sennen e della Marte della buca. Quest’ultima,
in parte con elementi autentici, riscoperti dal professor
Giovan Battista Federici, ricorda l’amore alla Promessi
sposi tra Marta Antonelli, una ragazza del paese e Ariboldo.
Dopo le angherie di un signorotto della vicina Brione, tal
Prospero, e numerose e fantastiche avventure, i due convoleranno
a giuste nozze. Altra leggenda è quella della “ruer
verda”, ovvero della quercia che, in prossimità
del colle di Quarone, rimane verde anche in inverno, per un
sortilegio, come raccontavano le antiche leggende. Il capitolo
sulla religione guida alla scoperta della parrocchia dedicata
a San Girolamo e ai santi compatroni Abdon e Sennen. Vengono
elencate anche santelle e chiese, alcune non più esistenti.
Completa il volume un appendice con il decreto per l’istituzione
della parrocchia ed un appunto di san Carlo Borromeo al riguardo
(Vittorio
Nichilo - Civine di Gussago tra storia e memoria).
Parrocchia di S. Girolamo in Civine di Gussago
Natale 2010. (Bollettino a stampa, Dicembre
2010. “La Voce della Parrocchia di S. Girolamo in Civine”
in “LA VOCE DI GUSSAGO”. Cronaca. Notizie in breve
e vita parrocchiale)
Domenica 14 novembre 2010 abbiamo celebrato la solennità
patronale di S. Girolamo. Celebrazione della S.Messa
accompagnata dalla Corale di Gussago. Processione con l’artistica
statua lignea del nostro Santo Patrono, preceduta da Don Franco
Rivadossi con la teca della reliquia ed altri cinque sacerdoti:
don Giuseppe Zamboni, don Adriano Dabellani, don Cesare Minelli,
Mons. Ruggero Borboni e don Angelo Gozio - Parroco, seguita
dalla Banda Musicale di Gussago; benedizione conclusiva con
la Reliquia di San Girolamo. Per ciascuna famiglia è
stato predisposto un quadretto con l’immagine della
nostra statua di S. Girolamo ed un pieghevole sulla vita e
le opere del Santo traduttore della Bibbia, venerato a Civine
sin dal Quattrocento. Folta partecipazione al divin sacrificio
quanto alla processione, bagnata da una leggerissima pioggia.
IL SANTO PATRONO di Civine e Riviere. Sophronius Eusebius
Hieronymus - San Girolamo, Dottore della Chiesa ed
uno tra i quattro massimi Padri latini (assieme a Sant’Agostino,
Sant’Ambrogio e San Gregorio Magno), nacque a Stridone,
regione dell’antica Dalmazia dell’Impero romano,
attorno al 347. Di ricca e nobile famiglia cristiana, ricevette
un’accurata educazione letteraria che perfezionò
a Roma, alla scuola del celebre grammatico Donato. Qui divenne
catecumeno e ricevette il Battesimo, impartitogli da papa
Liberio (352-366). Girolamo morì a Betlemme nel 420;
fu un fautore del culto delle reliquie dei santi.
Le spoglie di S. Girolamo sono poi state trasferite in apposita
tomba (urna di porfido dell’altare papale) nella patriarcale
basilica di Santa Maria Maggiore in Roma. I resti di S. Girolamo
pervennero alla basilica di S. Maria maggiore nel XII secolo
e furono riposti all’ingresso dell’Antrum Praesepi;
nel 1409 la famiglia Guaschi li fece collocare in un altare
appositamente costruito.
Nel 1424, per mezzo di un lascito del cardinale Pietro Morosini,
le ossa furono riposte in una cassetta d’argento del
costo di 100 fiorini. Per la costruzione della cappella Sistina
o del SS. Sacramento, Sisto V fece demolire la precedente,
dedicata a S. Girolamo, al cui altare quattrocentesco si veneravano
i resti. Secondo una leggenda il canonico Ludovico Cerasola,
per evitare un' eventuale loro traslazione alla chiesa di
S. Girolamo degli Schiavoni, li nascose nel pavimento a destra
del presbiterio. In seguito il cardinale Domenico Pinelli
riesumò la cassa d’argento contenente il corpo
di S. Girolamo e la pose sotto la confessione. Rinvenuta la
cassetta nel 1747 fu collocata definitivamente all’altare
del Papa.
[(Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi
Santi" a Roma» di Giovanni Sicari). Estratto dal
pieghevole predisposto dalla Parrocchia di S. Girolamo per
i fedeli di Civine (n occasione delle festività patronali
di S. Girolamo del 13-14 Novembre 2010) curato da Achille
Giovanni Piardi e pubblicato anche nel Bollettino di Natale
2010]
2013, 28-31 Luglio. Festa dei Santi delle RIVIERE, Abdon e
Sennen
Il Parroco di Civine, Sacerdote Angelo Gozio,
alla cappella patronale dei Santi Abdon e Sennen, la sera
di Martedì 30 Luglio 2013. Il Parroco don Gozio è
primo cugino dei fratelli Rina, Martina, Angela, Ernesto,
Luciana e Angelo jr. PIARDI figli di Angelo (Gussago, 1905
- Zweibrücken, 1942) e di Elena (Teresa) Venturelli.
Achille, uno dei PIARDI alle RIVIERE per
i Santi ABDON e SENNEN, 30 luglio 2013. Siamo innanzi la Cappella
campestre montana di RIVIERE, Contrada del Comune di BRIONE
- Parrocchia di S. Girolamo in CIVINE di GUSSAGO, sulle colline
di Franciacorta (Brescia)
2014, 27-30 Luglio. Festa dei Santi delle RIVIERE, Abdon e
Sennen
Il gussaghese Sacerdote Renato Firmo, Parroco
emerito di Castegnato (BS), alla cappella patronale dei
Santi Abdon e Sennen, Domenica 27 Luglio 2014, a conclusione
del sacro rito imparte la benedizione con le reliquie
dei santi martiri; è in ciò assistito da concelebranti
don Cesare Minelli - Parroco di Ronco in Gussago e don
Angelo Gozio - Parroco di Civine e di Rviere.
Achille, uno dei PIARDI alle RIVIERE
per i Santi ABDON e SENNEN, 27 luglio 2014. Siamo innanzi
la Cappella campestre montana di RIVIERE - Parrocchia di S.
Girolamo in CIVINE di GUSSAGO, sulle colline di Franciacorta
(Brescia). Cappella fatta edificare, in territorio di Brione, da
Francesco BOTI (Botti) l’anno 1796, come si legge
sull'architrave dell'ingresso, qualche mese prima che
il territorio passasse di mano dal dominio della Serenissima
Repubblica di Venezia a quello della, momentanea, Repubblica
Bresciana indi a Napoleone Bonaparte.
2016, 31 Luglio - 3 Agosto. Festa dei Santi
delle RIVIERE, Abdon e Sennen
Domenica 31 luglio. 2016. Riviere, la celebrazione
eucaristica. Quattro concelebranti alla festa dei Santi ABDON
e SENNEN, martiri della fede nel 250 a causa della 7^ persecuzione
cristiana operata da Decio imperatore romano: da sinistra,
sacerdote don Cesare Minelli - parroco dei Santi Zenone ed
Eurosia in Ronco di Gussago; sacerdote don Mario Stoppani
- parroco dei santi Pietro e Paolo apostoli in Castrezzato;
sacerdote don Arnaldo Morandi - parroco di San Gottardo,
ai Ronchi cittadini, in Brescia; sacerdote don
Angelo Gozio - parroco di San Girolamo in Civine di Gussago e
Riviere di Brione (santi Abdon e Sennen).
Domenica 31 luglio. 2016. Riviere, la processione campestre
e tra i cortili della Contrada. Il presidente concelebrante,
don A. Morandi, reca l'icona dei santi Abdon e Sennen;
lo assiste don M. Stoppani.
Mercoledì 3 agosto 2016. Riviere, fedeli innanzi la
cappella campestre montana, in attesa della celebrazione serale
- vespertina, a conclusione della giornate di festa dedicate
ai santi martiri del secolo III. Achille Piardi è
presente.
Mercoledì 3 agosto 2016. Riviere,
chiusura delle Feste. Rappresentazione teatrale sotto il portico
di casa Botti ed il pubblico degli spettatori nel vecchio
cortile della casa. Achille Piardi è presente. Vincenzina
Piardi - Gonzalez, nativa di Gussago (Brescia), dimorante
in MENDOZA (Argentina) sin dal 1949 avendo veduto a mezzo
dei social network le foto delle feste a Riviere scrive. <<
Vorrei essere lì...>>. Achille Piardi al fine
di ...superare i 13 mila chilometri, risponde: <<...eri,
stai qui con me, con noi! Ti ho pensato, soprattutto durante
la rappresentazione teatrale; infatti la trama della Commedia
"La spusa" (La sposa, il matrimonio-sposalizio), rappresentata
dai volontari della compagnia teatrale di Gussago "La Ruota",
era imperniata sul matrimonio tra Angela di Gussago e don
Carlo di Catalogna (Spagna). Gli sposi sarebbero andati a
vivere in Toledo (Spagna). Puoi immaginare le risate che si
sono fatte gli spettatori, una settantina di persone, sedute
- come anticamente - su delle panche, all'aperto (nel cortile
antistante la casa di nostra nonna Angela Camilla Ghedi -
Piardi, e come scena naturale-palcoscenico il portico di casa
Botti -Ghedi), apprendendo che i teatranti di parte italiana dovevano
""imparare", in poco tempo ed in imminenza delle nozze della
figlia, la lingua spagnola-catalana. ...secondo la trama
il ragazzo, don Carlo, futuro sposo di Angela si diceva, lavorasse
all'Ambasciata italiana in Spagna mentre il di lui padre,
don Pedro, prossimo suocero di Angela, fosse un grande tenutario
possidente. ...in realtà si scoprì che don Pedro
faceva "èl malghés" con una stalla per il servizio
di monta taurina, lo stesso lavoro che faceva, tempo prima
e secondo la Commedia, Pietro, padre della sposa. ...per questo
si sono capiti e compresi in fretta; in quanto a conversare
in spagnolo, lasciamo stare.. . Immaginati le risate degli
spettatori di Civine e di Riviere nel sentire dei gussaghesi
commedianti che pensavano ...fosse facile imparare lo spagnolo,
bastando, secondo il loro dire, ...aggiungere una qualche
lettera "s" sul finale di ogni parola italiana... CI SIAMO
SPANCIATI DAL RIDERE, risate a crepapelle, primo fra
tutti il Parroco di CIVINE - San Girolamo, Don Angelo Gozio
- seduto in prima fila; nipote di nonno Angelo Gozio da Civine.
Una bella serata in compagnia. Ti sembra, Vincenzina Piardi,
di essere stata a Riviere? Dimmi di sì! Ciao da Achille
>>.
Anno 2017
Quest'anno 2017 alla solenne concelebrazione
del 30 luglio per la festa dei Santi di Riviere, Abdon e Sennen,
presieduta dal Cardinal Giovanni Battista RE - Vice Decano
del Sacro Collegio cardinalizio Vaticano e porporato presente
in Vaticano da 45 anni con responsabilità in diversi
dicasteri - sono presenti, tra una grande folla di fedeli,
anche i Ghedi, i Botti, i Piardi, i Piardi - Ghedi, i Botti
- Ghedi e alcuni altri discendenti dell'antica ed originaria
famiglia Ghedi.
Riviere 30.7. 2017 - Cardinal G.Battista
Anno 2018
Il 29 luglio. La prima giornata di festa
in onore dei santi martiri "migranti", Abdon e Sennen,
svoltasi alla Cappella campestre-montana di Riviere si è
conclusa con la benedizione della nuova piccola santella stradale
privata di casa Botti Ghedi - Moretti dedicata al Sacro Cuore
di Gesù ed alla Vergine Maria, appena realizzata e
ubicata a meno di un centinaio di metri dalla Cappella settecentesca
dei Santi di Riviere.
Santi di Riviere 29.7.2018
Santi di Riviere 29.7.2018
Santi di Riviere 29.7.2018
2018. Nuova santella di casa Botti Moretti.
La signora Silvana Botti - figlia di Pietro e Letizia Maria
Ghedi - sposata a Pietro Moretti ci invia alcune foto della
benedizione della nuova santella stradale, posta accanto all'ingresso
di casa, realizzata, come recita la targa dedicatoria, in
"Ricordo di Botti Pietro e Ghedi Letizia Maria",
suoi genitori nativi di Riviere. Alla cerimonia ufficiale
sono presenti anche i Piardi, i Botti, i Ghedi. Achille Piardi
che scrive queste poche semplici righe, ha avuto, negli anni
duemila, il piacere di ben conoscere i coniugi Pietro Botti
e Letizia Maria Ghedi, sia nei giorni delle loro vacanze estive
nella casa di Riviere, quanto nella loro abitazione sita in
Val Trompia.
> Per approfondire: la storia scientifica dei Santi Abdon
e Sennen (a cura di Vittorio Nichilo) qui in Pdf
http://www.vittorionichilo.it/pdf/brixia_sacra_i_santi_Abdon_e_Senne.pdf
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