Don Pietro Boifava
Don Pietro Boifava
Un eroe delle X Giornate di Brescia.
Don Pietro Boifava, nativo e Curato di Serle – un colosso
nero e peloso, con uno schioppo ad armacollo ed alla cintura
due pistole e una spada – nell’insurrezione bresciana
del marzo 1949 aveva posto quartiere generale dei suoi montanari
armati ai Medaglioni sui Ronchi di Brescia.
Nella prima sortita che Tito Speri fece dalla barricata di
Torrelunga il 27 marzo, Don Pietro piombò con i suoi
sul borgo di S. Eufemia scendendo dai colli mentre Tito Speri
avanzava da Brescia.
Quella sortita ebbe un esito felice; gli Austriaci vennero
sconfitti e dispersi. ma, nonostante l’ardimento e la
tenacia degli insorti, l’operazione delle X Giornate
terminò in tragedia. I patrioti che vollero e poterono
salvarsi dalla forca dovettero cercare scampo all’estero.
Don Pietro Boifava riparò in Svizzera. Il suo cammino
fu quello di esperto montanaro. valicò i cucuzzoli
dei monti che dividono la Valtrompia dalla Valsabbia.
Una sera buia, stanco e sfinito, si presentò all’Arciprete
di Pezzaze a domandare alloggio per quella notte. Fu accolto
con tutte le premure. Al mattino di buonora celebrò
la Santa Messa e si rimise in viaggio sull’asprezza
dei monti. Sul registro delle Messe egli lasciò un
ricordo: “Qui celebrò la S. Messa Don Pietro
Boifava mentre cercava scampo nella Svizzera”. E’
un prezioso documento.
Don Pietro Boifava dovette passare dieci anni in esilio nella
generosa Svizzera. ma dopo il 1859 ritornò libero alla
diletta Serle (Brescia) e dal suo nido d’aquila potè
salutare con esultanza l’Italia unità nel fatidico
anno 1861.
Il Carducci coronò d’immortalità le X
Giornate di Brescia con tre dei suoi versi di metrica barbara:
Brescia la forte, Brescia la ferrea; Brescia Leonessa d’Italia.
(D. Angelo Galotti in “Botticino nei secoli”-
Edizione Tip. Squassina. Brescia, anno 1962).
[L’Arciprete di Pezzaze cui si presentò Don Boifava
e dal quale fu amorevolmente accolto è Don
Antonio PIARDI (Pezzaze, 1801 - Abbazia di S. Nicola in Rodengo
- Franciacorta, 1880)].
LEGGI QUI l'articolo del
GIORNALE DI BRESCIA del 12 luglio 2003 a riguardo.
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