Patrioti, combattenti,
martiri, benefattori, sacerdoti, pittori, lavotori e padri
di famiglia
PIARDI (alcuni
dei) patrioti, combattenti, martiri, benefattori, sacerdoti,
pittori, lavoratori e padri di famiglia.
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ANTONIO PIARDI (1 settembre 1801 - 1880).
Della famiglia Giacom bubà del Don Antonio,
originaria degli attuali De la Chichera (da Giacomo: Pezzaze
1877 e Caterina 1877), Gilde/Gildi (da Ermenegildo: Pezzaze
1873 e Domenica Rossi 1874 (figlia di Angelo e Maria Bregoli
), De la Costa (da Antonio: Pezzaze 1875 e Domenica Balduchelli
ed in 2° voto con Margherita Bontacchio (1892-1957)).
Le tre famiglie discendono dai coniugi (tali nel 1869): Santina
Piardi (1849) dei Celvìt, anticamente Bonàs
[figlia di Giacomo Bonàs del fu Buono del
fu Francesco e Maria Viotti di Antonio del fu Giacomo] e Giacomo
(Giuseppe) Piardi (1842) [figlio di Ermenegildo di Giacomo
(1766) del fu Antonio e Rosa Balduchelli del fu Simone del
fu Nicola]. Ermenegildo è fratello di Don Antonio.
Santa Piardi (1904) [figlia di Giacomo (1877) di Giacomo (1842)
e di Caterina Bontacchio (1877) - detta Chichera - figlia
di Antonio dèi Semaröi dè Mondér
e Bregoli Margherita] sposa Giulio Piardi (1897) [figlio di
Enrico (1862) dei Cansonète (°°) di Battista
(1824) e Caterina Viotti e di Maria Bernardelli (1871) figlia
di Carlo e Margherita Facchini]. (°°)
discendono
da Battista (1824-1901) di Giuseppe Piardi dei Catanì.
Altri riportano Maria Gabrieli, ma la madre di Don Antonio
è Laura (1771) figlia di Gio.Batta Piardi Bonassì,
sposa di Giacomo (1766) [figlio del fu Antonio del fu Francesco]
in 2° voto. Il futuro Don Antonio è tenuto a battesimo
da Pietro figlio di Giuseppe Sedaboni.
Sacerdote, arciprete di Pezzaze dal 1833 e per un trentennio,
parroco-abate allabbazia di Rodengo dal 1860 al 1880,
patriota risorgimentale. Lavoratore zelante: Lavorava
e faceva lavorare; insegnante nelle scuole elementari.
Rigoroso con tutti, rigorosissimo con gli alunni della
sua parentela. A Rodengo, nel 1879, riesce ad
installare il primo concerto di campane per importanza della
plaga che, come tale viene anche risparmiato durante la requisizione
del governo per necessità della guerra. Don Antonio
versa di tasca propria il pagamento quando già si trova
a letto per la malattia che poi lo conduce a morte; suona,
in anteprima, durante i suoi funerali. Amico del noto
patriota bresciano e comandante militare - durante la lotta
contro gli austriaci invasori e dominatori di Brescia, culminata
con le X Giornate del 1849 - Don Pietro Boifava Curato di
Serle (Bs). (Dagli scritti di padre Giovanni Maria Bontacchio,
editi in Pezzaze lanno 1944. Dai Volumi I e II I
PIARDI)
INCONTRO ANNO 2001 - 200° della nascita -
ANTONIO PIARDI (Pezzaze, 1 settembre 1801-
Rodengo 1880).
Per la vita di Don Antonio vedi, pagine da
130 a 138 e da 237 a 239 del volume I e pagine 178, 199, 226,
237 in parte prima Vol. II e pagine 633/634 in parte seconda
del volume II I PIARDI.
Vedi, ancora, I PIARDI, pagina 448 volume secondo
-parte prima- al n. 666 dellelenco dei battezzati in
SantApollonio.
Viene ricordato al Cimitero di Rodengo-Saiano con lapide funeraria
originaria posta sulla parete est. ovest della Cappella dedicata
ai Caduti.
Per la presenza dei Piardi in Franciacorta
vedi, pure, alle voci del Glossario (Vol. I e II I Piardi):
Andrea Piardi (1765 o 67), Andrea P. (1799), Giovanni
Maria, o Giammaria Piardi (1774-1844) padre, Giovanni Maria
Piardi, figlio postumo (1845), Dusi, Gussago, Padergnone,
Rodengo, Saiano, Tomba di famiglia (al Vantiniano) e al capitolo
La Storia e i Piardi vol. II.
Parentela di Don Antonio (segue da **). Le
tre famiglie originate da quella di Giacom bubà dèl
don Antonio sono imparentate anche con: i Bregoli detti Roc,
Canare/o, e Tonarì; i Viotti; i Piardi dèl Penola
e dèl Pì di Piarcc e di quelli andati a Pallanza
e a Milano (ostetrica); i Simoneschi (prov. di Roma); i Della
Valle (del comasco); più recentemente con i Gipponi,
i Raza, i Richiedei, i Rossi, i Maffina, i Ratti, i Parravicini,
i Sordiglioni, i Roncali, i Colosio, i Rabaioli, i Facchini
ed altri ancora. Maria Bregoli dei detti Bonèt,
quale sposa di Andrea Piardi (Pezzaze,1767) Catanì
e madre di Andrea (Pezzaze,1799), dal 1790 è lava
di tutti i Piardi Catanì di Gussago.
Nel 1826 fu Curato a Montirone e dal 13 settembre
1833 Parroco di Pezzaze. "Pio, austero e laborioso, diresse
le scuole del Comune".
Nell'aprile del 1849 dopo le X Giornate di
Brescia fece nascondere presso il Sindaco di Pezzaze Angelo
Maffina il celebre Don Pietro Boifava, sfuggito alle ricerche
degli austriaci e lo aiutò ad espatriare in Svizzera.
Don Antonio, per contrasti con una società mineraria
che aveva aperto, appunto, una miniera a nord del muro di
cinta del cimitero che egli fece chiudere perché minacciava
il cimitero stesso, dovette forzatamente lasciare Pezzaze.
Nominato nel 1860 Parroco di Rodengo, propugnò
con energia la chiesa parrocchiale contestato, anche qui,
dall'amministrazione dell'Ospedale Civile di Brescia; restaurò
la facciata della chiesa, provvide alla sistemazione della
torre che nel 1879 dotò di un nuovo concerto di campane,
opera della ditta Pruneri. (Enc. BS)
Sin qui quanto riporta lEnciclopedia
Bresciana di Don Antonio Fappani, edizione La Voce del popolo.
Dagli scritti di Padre Giovanni Maria Bontacchio,
editi a Pezzaze nellanno 1944 in occasione della ultimazione
della decorazione della chiesa parrocchiale di SantApollonio
di quella comunità, si legge, tra laltro, un
aneddoto relativo alla vita di Don Antonio:
Chi scrive queste note nel tempo in
cui fu curato parrocchiale a Bovegno, trovò casualmente
nella sacrestia di Graticelle un sonetto della prima messa
di Don Antonio Piardi, stampato per N. Bettoni e comp., Brescia
MDCCCXXVI.
Non vi è indicato né il mese
né il giorno. A tergo del sonetto, però, vi
si legge una petizione degli abitanti di Graticelle al Vescovo
diocesano con la data 4 settembre 1826. A centodiciottanni
di distanza riportiamo qui esattamente quel sonetto: <<Celebrando
la prima messa il rev. signore Don Antonio
Piardi sonetto umiliato al merito singolare
del signore D. r Giovanni Piotti.
Perché più indugi avvolto in
sacra vesta Novel di Dio Ministro, almo Pastore?
Perché Tu tremi ancora e il piè tarresta
Tra lincertezza e i palpiti del core?
Ecco la veneranda ora sappresta: - Oh qual tinfiamma
inusitato ardore! Già la tua destra alla grandopra
è presta, - Opra di meraviglia e di stupore.
Già il labbro schiudi e dalle sfere ardenti
Veggio Dio scender con immenso affetto Al santo suon
dei portentosi accenti; - E di lui tutta or or la mente piena
Mirabilmente, a Te, Garzone eletto, - E dato
rinnovar laugusta cena>> - in attestato di amicizia
A.P..
Sempre dagli scritti di Padre Giovanni Maria
Bontacchio, ndr. dei Turinì, riportiamo:
Da una lettera dellattuale arciprete
di Montirone desumo che Don Antonio Piardi fu, probabilmente
curato in quella parrocchia. Il 13 settembre 1833 venne nominato
parroco di Pezzaze.
Nel marzo 1849 fece nascondere in Avano presso
il primo deputato del comune signor Maffina Angelo, il curato
di Serle Boifava Don Pietro, fino a che, guidato da persona
pratica riparò in Isvizzera in attesa dellamnistia.
Una piccola società, in prevalenza
forestiera, aveva aperto una miniera a nord del muro di cinta
del cimitero di SantApollonio. Egli, Don Antonio, impedì
che il sottosuolo del cimitero fosse profanato e la miniera
si chiuse.
Ma il reverendo Piardi ne ebbe gravi dispiaceri,
così che si decise a concorrere a Rodengo, ove fu nominato
nel 1860.
I vecchi hanno sempre descritto larciprete
Piardi come persona pia, austera e laboriosa.
Lavorava e faceva lavorare. Servendosi dei
suoi coadiutori, teneva anche le scuole del comune. Rigoroso
con tutti, rigorosissimo con gli alunni della sua parentela.
A Rodengo probabilmente iniziò il
sacro ministero con la celebrazione del S.Triduo per i defunti
gli ultimi giorni di carnevale del 1860. Il 18 aprile benedisse
il primo matrimonio.
Nel giugno ultimò lo Stato danime,
dal quale risulta che aveva con sé, come domestica,
una nipote Maria Piardi danni 40 (che morì di
apoplessia nel maggio 1861) ed una sorella vedova Piardi Maria
Colomba con una sua figlia Angela.
Propugnò con energia e con profitto
i diritti della sua Chiesa di Rodengo di frequente contestati
dallamministrazione dellospedale civile di Brescia.
Durante il suo parrocchiato a Rodengo venne
restaurata la facciata della chiesa e sistemata la torre campanaria.
(
).
Nel 1879 riesce ad installare il primo concerto
di campane per importanza della plaga che come tale viene
anche risparmiato durante la requisizione del governo per
necessità della guerra
Don Antonio versa di tasca propria il pagamento
quando già si trova a letto per la malattia che poi
lo conduce alla morte.
Riprendendo dagli scritti di Padre Bontacchio
rileviamo quanto segue:
Le nuove campane suonarono ai suoi
funerali, ma furono benedette dal Vescovo Monsignor Corna
coadiutore nei primi mesi del parrocchiato del reverendo Crescini,
successore del Don Antonio. Dal diario delle Sante Messe di
Pezzaze risulta che il reverendo Don Antonio Piardi veniva
di tanto in tanto da Rodengo a celebrare la Santa Messa a
Pezzaze. Il 2 ottobre 1878 vi cantò la Santa Messa
ad onore degli angeli custodi per il popolo di Rodengo e per
il popolo di Pezzaze come se si fosse trattato di un popolo
solo.
Il 16 aprile 1880 benedisse lultimo
matrimonio e ne stese la registrazione tutta di propria mano.
Sei giorni dopo, il 22 aprile, dordine suo nellantica
chiesa di SantApollonio in Pezzaze, si celebrava un
ufficio in suffragio dei defunti <<ad impetrandam eius
valetudinem>>. Invece il Signore lo prendeva con sé
allalba del 15 giugno 1880.
Dallatto di morte che ho letto e copiato
dai registri civili di Rodengo (non ho potuto vedere quelli
della parrocchia) risulta che la madre sua non era Piardi
Maria, ma Gabrieli Maria.
Sulla sua tomba nel cimitero di Rodengo venne
posta una grande lapide con poche parole: <<Qui
con le sue dilettissime madre e sorella Laura
e Maria Piardi - sta sepolto il Parroco di Rodengo
Antonio Piardi Requiem>>.. La lapide
citata è ora collocata sulla parete esterna di sinistra
della cappella del cimitero di Rodengo (vedi).
Di Don Antonio questo è latto
di battesimo: 3 settembre 1801. Antonio figlio di Giacomo
q.m Ant.o q.m Francesco Piardi e di Laura figlia di Gio: Batta:
Piardi Bonassi sua moglie in secondo voto, nato jeri laltro
ed oggi è stato battezzato da me Prete Giuseppe Consolini
Coad. Paroc.le. Il Padrino è stato Pietro figlio del
Sig.r Giuseppe Sedaboni. (dal libro dei Battezzati, Parrocchia
di S. Apollonio in Pezzaze).
Difende sempre la sua gente, anche,
nei confronti della estesa proprietà terriera
che lOspedale Civile di Brescia detiene a Rodengo in
terra di Franciacorta
; fondi rustici già dellabbazia
di S. Nicola in Rodengo, confiscati a partire dalla fine del
sec. XVIII e poi con le leggi napoleoniche di inizio 1800.
ANTONIO PIARDI: Pezzaze 1836 (?)
1908.
Si sposa tre volte, ha sei figli solo dalla prima moglie.
Esercita lattività di fabbro. E fratello
di Francesco morto scapolo alletà di 86 anni
nel 1910. Da lui ha origine la famiglia Piardi detta Valì.
Infatti, in precedenza, la sua famiglia era conosciuta col
soprannome di Fraca.
Valì: <<Sulle piante di amarena
si trovavano, e si trovano ancora, degli animaletti
insetti di color verde marrone da noi, qui a Pezzaze,
detti Vai. Antonio, mio nonno, da bambino ne ingoiò
uno assieme alle amarene. Stette male anche a causa del sapore
fortemente amaro e quando gli fu chiesto cosa avesse mangiato
rispose, col linguaggio dei bambini piccoli di qui, riferendosi
al Vai: o mangiat ü valì.
Da ciò il soprannome Valì poi attribuito a tutta
la famiglia e la discendenza>>. (25 settembre 1997
Pezzaze, testimonianza di Teresa Piardi 1907 - dei
Valì).
Antonio muore a Pezzaze alletà
di 72 anni il 16 agosto 1908. Vedi genealogia dei Piardi nati
a Pezzaze Valì.
ANTONIO PIARDI (GEREMIA): Sacerdote
in Pezzaze. Mortovi il 23 dicembre 1926. A lui è dedicata
una lapide collocata sul frontale interno dellingresso
della cappella al cimitero di Stravignino. Trattasi, con ogni
probabilità dello stesso seguente Antonio Piardi. ANTONIO
PIARDI: Pezzaze 1860. Figlio di G. Battista o Battista (1824)
e di Caterina Margherita Viotti. Sacerdote. Pastore
danime a Volciano ed a Roncadelle. Vedi Cansonète
alla voce del glossario e Piardi nati a Pezzaze Cansonète.
Vedi, più giustamente, alla voce Geremia Antonio o
Antonio Piardi. Vol. I e II IPiardi
BATTISTA PIARDI: Batistì. Nato
a Gussago nel XIX secolo. Figlio di Cesare.
Provetto falegname, all'inizio del ventennio
fascista fugge precipitosamente riparando in Francia per sfuggire
ai pestaggi. Gli arnesi da falegname della sua bottega ed
alcune suppellettili sono date in consegna ad Achille Domenico
Piardi perché li conservi nella vecchia casa paterna
di via Navezze 46.
Gli arnesi, attrezzi e strumenti da falegname,
vengono conservati integralmente sul solaio dellabitazione
Piardi, lato sud del cortile, sino al mese di aprile del 1958
ed una parte di essi li troviamo, ancora, custoditi sino al
30 marzo 1965 a cura del cugino Francesco (1911).
Sono fratelli di Battista: Elisa (Lisa) maritata
Trivella (vedi), Teodoro ed Andrea (vedi).
Batistì lera biluss fess,
lè nat en Francia Testim. A.P.
dic. 97, per averlo personalmente conosciuto.
Più volte ho udito parlare di
lui, a Gussago quanto in Barcala di Benegas od in Luzuriaga
in Argentina.
Zia Isabella Palmira un giorno, appena rientrata
in Italia, incontrando tutti i nipoti ebbe modo, secondo lei,
di <rivedere>, nellatteggiamento e nellespressione
di uno di questi (Claudio Piardi nato nel 1949 e figlio di
Andrea) il vecchio Battista Piardi, per tutti Batistì.
A tale riguardo subito chiese a me, sottovoce: <Come sa
ciamel chel le chè
, perché mè
pròpe parit dè edèr Batistì
come alura, a chei tep!>. (Testim. Achille Giovanni
Piardi). Vedi anche genealogia Piardi nati a Gussago.
BONO PIARDI: figlio di Bartolomeo
da Stravignino, vende alla comunità di Pezzaze un bosco
nel territorio di Pezzoro (Pesoro), in contrada del Corno
de Muradelli, Val Cava, a Lesio, ricavandovi 42,10 lire al
piò, dell'estensione di un piò e mezzo. Ciò
risulta da un rogito a firma del notaio Valerio Bontachi (Bontachio)
del 16 febbraio 1567. Ancor prima, mese di marzo del 1548,
la Comunità di Pezzaze avendo, da tempo, comperato
da Bono Piardi un bosco in contrada del Corno dè Muradelli
("tener di Pesoro") oggi ..... lo paga debitamente.
Da atti, secolo XVI, di Valerio Bontacchi (Bontachio) notaio
in Pezzaze.
BORTOLO PIARDI: Pezzaze 171_?. Certamente
Catanì. Padre di diverse figlie e figli tra cui Giovanni
Maria (174_?) vedi.
BORTOLO PIARDI: Pezzaze 176_ ?. Della
famiglia Catanì da Pezzaze. Nel 1822 concede sua figlia
Domenica (1800 ?) in sposa a Pietro Viotti figlio di Gio.Batta
fu Pietro. Per il matrimonio della figlia redige, a mezzo
di esperta sarta del luogo, apposita Poliza di mobili
dotati della signora Domenica
. Vedi Presgial e
Domenica Piardi alle voci del glossario.
BORTOLO PIARDI: Pezzaze sec. XVIII XIX. Da tempo
nella chiesa parrocchiale di Pezzaze si celebrava la funzione
delle Sante Quarantore. Per questa celebrazione Bortolo della
famiglia Catanì aveva disposto un legato di lire milanesi
sessanta.
Angelo Bregoli, il munifico benefattore della
comunità, desiderando questa funzione più solenne
vi provvede con testamento del 1849 con propri mezzi finanziari
disponendo per lire 340 milanesi annue da impiegarsi congiutamente
alla suddetta somma di lire sessanta disposta dal fu Bortolo
Piardi Catanì. (
dal testamento di Angelo Bregoli
datato 8 gennaio 1849, deceduto in Pezzaze il 6 dicembre 1849).
BORTOLO PIARDI: Pezzaze 1888
1932. Uno degli undici figli di Angelo (1850 ?). Fratello
di Giovanni Maria titolare del rifugio del Colle di San Zeno.
Bortolo si sposa in prime nozze con Margherita Viotti ed ha
tre figlie ed in seconde nozze con Margherita Morzenti ed
ha due figli maschi. Bortolo è mutilato invalido
di guerra.
Vedi Piardi nati a Pezzaze Brine e,
ancora, Brine qui di seguito ed in vol. I e II I Piardi
BORTOLO ANGELO PIARDI: Pezzaze (1885)
figlio di Maffeo detto Vei Mafé e di Maria Viotti.
Detto Bianco Topo, da lui la famiglia viene denominata dei
Mafé/Tope. Sposa Caterina Rossi del 1891,
figlia di Giovanni e di Margherita Bontacchio. Ha nove figli
tra cui Arcangelo (1930), Maffeo (1915) e Beniamino (1927).
Vedi Piardi nati a Pezzaze Mafé/Tope.
Dopo lattività di contadino
di montagna nel paese natio si reca, non trovando lavoro nei
posti della miniera di Pezzaze, in Val Formazza a Nord di
Domodossola per lavorare ugualmente in galleria nei cantieri
di formazione di centrali idroelettriche. Il figlio Maffeo
(1915) racconta:
La nonna Viotti non lho conosciuta,
invece il nonno Mafé sì, penso sia morto quando
io potevo avere dodici o tredici anni, credo nel 1928. In
Dendó, un po più su nella valletta, abitavano
i Mafé tra cui el Cavra; invece nella cascina detta
Giostachì vivevano i Frole Viotti de là del
canal de laiva. (Da testim. Maffeo, 3 febbraio
1998 in Inzino di Gardone V.T.)
BORTOLO PIARDI: certo Bortolo fu Antonio
risulta essere, nel 1940, affittuale del fondo Tese di proprietà
del Pio Istituto Bregoli. Forse trattasi di Bortolo detto
Salù (vedi).
BRINE: soprannome, ancora in uso,
di una delle famiglie Piardi di Pezzaze.
Questa famiglia è certamente originata
da Angelo Piardi (1852 o 1850) sposando Maria Caterina (Caterina)
Bregoli (1858 o 1857). Angelo, infatti, discende, con altri
fratelli, da Giovan Maria o Giovanni Maria (1806). Vedi a
tale riguardo alla voce Mafé.
Vedi anche: Mafé, Pélès,
Bone, Gildi, oltre a Catanì, antico ceppo originario
dei Piardi, Piardei, Piardì, Pepe, Celvìt/Celvicc,
Cansonète, Late (già detti Fresche), Boni, Boni
De Sante/De Santi, Gael/Gaei, Tope, Valì (già
detti Fraca),
de la Chichera, Sgalmera/Sgalmere/Sgalmeri/Sgalmer,
Cipa, Quarantì, Andreola (Chei dè), Santina
de Gazèt (Chei dè), Codese, Sertur/Sartur, Rache,
Pì di Piarcc, Costa (de la), Bonasì (Bonassi
Bonassini), Cionc/Ciongh, Nape, ma anche, forse soprannomi
individuali, Urasela, Barba, Piardù, Pelidì,
Belù, Maffessini, Maffecini.
Vedi anche genealogia Piardi nati a Pezzaze
Brine, vol. I I Piardi
CESARE PIARDI: Gussago (9 giugno 1844).
Uno dei sei fratelli maschi figli di Andrea (vedi), uno dei
cinque fratelli garibaldini al seguito dell'eroe dei due mondi;
padre di Elisa (Lisa), morta il 1950, e di
omissis
Vedi anche alla voce Garibaldini e il capitolo Genealogia
dei Piardi nati a Gussago, in I Piardi vol. I.
ENRICO PIARDI: Gussago, 10 febbraio
1853, deceduto nel 1921, nonno paterno dei Piardi dei Runcù
e di quelli della Palazzina e materno dei Bonfadelli (Burtuleto).
Figlio di Andrea e di Elisa Ogna, sposo di Maddalena Trebeschi,
padre di Luigi nato nel 1890 (vedi), di Giovanni nato nel
1886 (vedi) e di Elisa nata nel 1887 (vedi). Enrico è
il più giovane di sei fratelli maschi ed è anche
lultimo degli otto Catanì di Gussago. I suoi
cinque fratelli maschi più grandi, fuggendo dal collegio
ove erano a studiare, vanno al seguito di Giuseppe Garibaldi
quali garibaldini nei moti risorgimentali. Enrico, che in
gioventù vive senza problemi di sopravvivenza, anzi
conduce una forma di vita assai agiata, all'età di
25 anni è costretto a rimboccarsi le maniche e cominciare
a fare "el braset" (bracciante agricolo) per la
famiglia dei Mosca, prima di passare agli Odorici.
Enrico sino al 1921, e la famiglia di lui,
sino al 1927, lavorano la Breda Odorici di Gussago e abitano
nel cortile colonico di via Marconi ove gli sono nati i figli
Luigi, Giovanni ed Elisa, ed i nipoti Achille, Giovanni, Giacinto,
Enrico oltre a due femmine per il primo; Cesare (Gino), Guerrina
e Anna per il secondo e anche gli otto di Elisa dei Burtuleto.
Nella stessa casa dimora fino alla fine degli anni settanta
Cesare (Gino) Piardi figlio di Giovanni, che poi la comprerà.
Enrico è zio, ed anche padre adottivo di Anna Aurelia
Piardi (vedi) figlia di sua moglie Maddalena Trebeschi già
vedova di suo fratello Achille.
Enrico, da vedovo, sposa in seconde nozze,
all'inizio del secolo XX, Margherita Filippini da Concesio
e non ha figli.
ERNESTO PIARDI: detto "el siur
nano" (vedi) nato a Gussago nel 1849, uno dei sei figli
maschi di Andrea Catanì, il più noto dei cinque
fratelli garibaldini assieme a Giacinto, Giovanni, Cesare
ed Achille. Padre di Achille Domenico, Nino Angelo, Brigida,
Teresa e Marietta. ... omissis
Con una lettera autografa datata Gussago
28 dicembre 1907, della quale ho potuto vedere loriginale,
Ernesto Piardi (1849) da Gussago, figlio di Andrea Catanì
(Pezzaze 1799), perora una causa a favore di: parenti
di uguale casato (
) Piardi Giuseppe di Giovanni Maria
<<Giuseppe (Pezzaze 1881) di Giovanni Maria (Pezzaze
1845)>> di codesta città di Brescia. Per
Ernesto vedi questo sito web, sezione Personaggi:
Angela Giulia Piardi. Vedi, quì, di seguito anche Giovanni
Maria Piardi (padre 1844) e lomonimo figlio nato
postumo il 1845
FAUSTINO PIARDI: Pezzaze 1907
Ghedi 1954. Della famiglia dei Pélès.
Dal suo undicesimo figlio, Andrea (1954),
riceviamo: Breve biografia di Piardi Faustino
nasce a Pezzaze il 1° gennaio 1907 da
una famiglia contadina, secondogenito di undici fratelli,
otto maschi e tre femmine, il primogenito è poliomielitico
dalletà di due anni e la malattia gli consente
solo luso delle mani e dellavambraccio, di conseguenza
Faustino diventa il primo sostegno della famiglia sia per
quanto riguarda il lavoro nei campi, con il bestiame e nellaiuto
in casa, naturalmente il lavoro è tutto manuale e lo
occupa dallalba al tramonto ed oltre.
Dalletà di diciassette anni,
terminato il periodo di lavoro nei campi, parte per cinque/sei
mesi per il lavoro in miniera, questo per una decina di anni
ad esclusione dellinverno che svolge, a Brunico, il
servizio militare.
Solitamente il lavoro in miniera lo fa in
Val DAosta mentre nel 1930 fa un anno e tre mesi in
Sardegna in una miniera di zolfo nella provincia di Nuoro.
omissis
vedi vol. I
FAUSTINO PIARDI: Pezzaze 1916
1964, detto Burtul dei Mafé, figlio di Giovan Maria
e di Margherita Bontacchio. Sposa Pierina Gallia dalla quale
ha quattro figli di cui il primogenito è Don Gian Piero
(vedi). Faustino, dopo la guerra, tenta l'espatrio per motivi
di lavoro ma impedimenti burocratici non gli consentono di
varcare la frontiera con la Francia. Si ferma in Val di Susa
e dal 24 aprile 1946 inizia la sua vita crescendo la famiglia
nella zona del segusino ed oltre a Gian Piero, già
nato a Pezzaze, gli nascono altri tre figli. Vedi genealogia
dei Piardi nati a Pezzaze. Più tardi chiamerà
con se da Pezzaze anche il fratello Giuseppe del 1917 e anche
lui formerà famiglia in zona. Muore in Val di Susa
e la moglie Pierina segue il figlio Don Gian Piero, parroco
di Susa. I suoi figli vivono, avendo formato famiglia, nella
zona di Susa e di Torino. Decede a Susa il 17 ottobre 1964.
(Testim. Don G.P. P. aprile 97).
NellImmagine a lutto la
famiglia così lo ricorda: Il suo fisico aitante
fu piegato dalla Patria combattente in Russia e prigioniero.
Dal dovere vittima e invalido del lavoro e rispose a soli
48 anni alla chiamata del Signore, lasciando la famiglia prezioso
retaggio a fede, affetto, laboriosità.
omissis
FRANCESCHINA PIARDI: Pezzaze 1904.
Figlia di Giovanni Maria (1880) detto il Grillo
della famiglia dei Brine.
Muore nel 1991 alletà di 87
anni.
Personaggio noto a Pezzaze per il suo impegno
nel sociale per il quale le è stato conferito il premio
Bulloni ed una croce al merito. (Testim. Pierino Gabrieli
22 ottobre 1997).
Di Franceschina sono note sue lettere pubblicate
dalla rassegna di studi e documenti La resistenza bresciana
dellIstituto storico della resistenza Bresciana. Belle
di profondo amor di patria narranti vicende da lei vissute
quando viveva al Monte di Pezzaze. Per la sua militanza ed
impegno di Resistente fu, come detto, insignita del Premio
Bontà Bulloni nel 1971. Diamo notizia della motivazione:
Alla vigilia dellultimo conflitto al Monte di Pezzaze,
unora a piedi dalla più vicina frazione, vivevano
circa quaranta famiglie. Dovevano arrangiarsi. Franceschina
Piardi, alta e robusta a dispetto del diminutivo, una luce
di bontà negli occhi chiari, vedova con quattro bimbi,
doveva arrangiarsi come e più di tutti: per gli ammalati,
per le donne in attesa dun figlio, per i morti da comporre.
Venne la guerra, venne la Resistenza: la Piardi nulla sapeva
di politica, ma che pena per tutti quei giovani in giro, affamati
e braccati! Per lunghi mesi la sua cascina a ridosso del Guglielmo
fu il rifugio più valido durante i feroci rastrellamenti:
nelle cataste di legna, dentro i fienili, giù tra botole
impensate. E latte, minestra, polenta, qualcosa cera
per tutti. Quando i sopravvissuti tornarono alle loro case,
taluno, oggi stimato professionista in città, non dimenticò
la coraggiosa montanara; venne un riconoscimento ufficiale,
una piccola forfettaria indennità, una croce di guerra.
Ma chi ha saputo qualcosa? Nessuno. Adesso linverno
della vita ha reso stanco il suo passo, lha costretta
a lasciare il Monte, a scendere in paese. Nellanimo
generoso la Franceschina non è mutata. Ancora, come
può, conforta, sorregge, aiuta.
Brescia, Natale 1971 (da Brochure Premio
Bulloni ECA Brescia)
omissis
FRANCESCO PIARDI: Pezzaze 1913. Detto
Giacom di Gaei figlio di Antonio (1878). Suo padre è
detto Gael e da lui la discendenza sarà nota come Piardi
Gaei. Francesco racconta:
Dopo il servizio di leva, de
permanent durato più di due anni a causa della
guerra dAfrica, torno a casa e vado a lavorare alla
miniera Marzoli quando subisco il richiamo alle armi nel 1940
in prossimità delle azioni sul fronte occidentale.
Successivamente vengo inviato in Grecia nella zona di operazione
del fronte greco albanese.
Quale lavoratore minerario avevo chiesto
in precedenza lesonero dal servizio militare ma, a causa
del fatto che mi chiamo Francesco ma abitualmente tutti mi
chiamavano e ancora oggi mi chiamano col nome di Giacomo,
la prima domanda di esonero fu respinta. Lesonero fu
poi concesso e, quando si trattò di usufruirne in realtà
rimasi alle armi dal momento che non era il tempo di abbandonare
il servizio a causa delle belligeranze in atto. Successivamente
ho trascorso altri due anni nella zona del Peloponneso.
Nel 1943 rientro in Italia con il reggimento
che è di stanza a Vercelli ove mi coglie l8 settembre
1943.
Durante il tentativo di viaggio verso Pezzaze,
a Chiari, vengo catturato dai tedeschi e inviato nel campo
di concentramento ubicato alla periferia est di Berlino e
sono costretto complessivamente a rimanerci per quasi due
anni.
Il campo situato a, mi sembra di ricordare
si pronunciasse, Oberzenevalde (forse Eberswalde), e portava
il numero 380.
Su richiesta delle autorità militari
tedesche accettai di lavorare presso la fabbrica Zinco Seng
con la possibilità di vivere in baracche attigue
alla fabbrica ubicata sulla Sprea. Il lavoro in fabbrica era
molto duro dal momento che si trattava di lavorare al processo
di colata agli altiforni ed io ero proprio addetto alle mansioni
presso la bocca incandescente. Dopo alterne vicissitudini
e spostamenti posteriori il 2 maggio 1945, e cambiamenti di
località nelle zone circostanti Berlino, ed aver passato
qualche mese, da maggio a settembre del 1945 nei campi di
prigionia Russi sulla zona di confine con la Polonia, forse
presso la cittadina di Buko (?), vedo i monti di Pezzaze il
21 settembre 1945.
Il ritorno però a casa è stato
lungo, confuso, pericoloso,
omissis
Ho allevato e cresciuto io i figli di Arnaldo
e sino che non si sono sposati sono stati tutti con me e con
la nonna Elisa, mia madre, che, per fortuna, è vissuta
fino al 1961 raggiungendo la bella età di 83 anni ...
semper con la ment a post
, senza contrarre mai malattie.
Questa è la mia vita e sono contento di avere cresciuto
i miei nipoti. Pezzaze 31 gennaio 1998.
FRANCESCO RAFFAELE PIARDI: Pezzaze
1896. Figlio di Angelo (1850 ?). Detto Cino de Castegnacol.
Sposa Lucia Morzenti ed ha cinque figli.
Durante i suoi brevi quarantatre anni di
vita si reca, dopo aver partecipato alla guerra 1915/18 con
altri cinque suoi fratelli, a lavorare in diversi paesi stranieri
tra cui la Somalia e poi anche in Sardegna nella zona del
Sulcis come minatore.
omissis
vedi nel sito alla
sezione Personaggi
GIOVANNI MARIA PIARDI: Di Bortolo
(171_?). Catanì. Pezzaze 174_? Possidente. Pezzaze/Gussago
1822 (?). Sposa Maria Piardi ed ha Andrea (1776). Sposa anche
Teresa Calabria. Di lui esiste il testamento datato 5 dicembre
1821 con il quale lascia al figlio Don Andrea Piardi (1776)
le sue sostanze, oltre allardore della beneficenza,
e lusufrutto generale alla moglie Teresa Calabria oltre
ad altro lasciato alle sorelle e agli abitanti della contrada
di Pezzazole. (vedi tavola fuori testo in I Piardi Vol. I).
Benefica la predicazione del quaresimale
e fonda in Stravignino la cappellania della Beata Vergine
del Rosario a Pezzaze donando allo scopo lappezzamento
di sua proprietà detto Pontecolo (Ponticolo). Cio si
deduce dagli scritti di Padre Giovanni Maria Bontacchio in
Pezzaze nella sua storia
(ediz. 1944) e dalla lettura
del testamento originale registrato il 7 gennaio 1822, con
deposito presso il notaio Bortolo Gattelli in Gardone, custodito
presso lArchivio Storico Diocesano della Curia Vescovile
di Brescia. Per il prosieguo della sua opera, anche dopo la
sua morte, vedi la vita di suo figlio Don Andrea (1776).
GIOVANNI MARIA PIARDI: Gio Maria o
Giammaria. morto nel 1844.
Sposo di Catterina Dusi. Padre di Gio.Maria
o Giovanni Maria (1845 1908) vedi - e di altri.
(vedi Tomba famiglia Piardi e Rodengo alle voci del glossario).
Vedi anche genealogia Piardi nati a Pezzaze Catanì
e Altri Piardi. in I Piardi vol. I e II
E un Catani. Infatti: 28 gennaio
1837. Giovanni Antonio figlio di Giammaria q. altro (Giammaria)
Catanì e di Caterina Dusi di Ono (
) viene
battezzato in Pezzaze dallArciprete Antonio Piardi (Pezzaze,
1801 Rodengo, 1880). Vedi capitolo Piardi nati a Pezzaze
Registri dei Battesimi, 1837 . Vedi anche alla voce
Dusi, Ono, Giovanni Maria Piardi 1845 (suo figlio)
Muore prima della nascita di suo figlio Gianmaria
(Giammaria o Gio.Maria ovvero Giovanni Maria) che avviene
il 26 marzo 1845 in Pezzaze. Reg. Bat. P. S. Ap. P. , 1845
Uno dei suoi figli, Andrea, viene menzionato
quale testimone nellatto di nascita di Elisa Lucrezia
Piardi (1868) di Gussago figlia di Cesare, il Garibaldino
della Spedizione dei Mille dellanno 1860 per la liberazione
delle Due Sicilie. Vedi alla voce Andrea Piardi secolo XIX.
Per il citato Cesare vedi in questo sito web Personaggi
Andrea Piardi (1799), Catanì, capostipite
di tutti i Piardi gussaghesi, citando, nel 1853, i figli di
Giovanni Maria così li definisce: (
) de
miei cugini fu Gio.Maria Piardi (
). Vedi alla
voce Andrea Piardi (1799), suo testamento. in I Piardi
Vol. I e II
<<RODENGO è comune e parrocchia
del bresciano, in Franciacorta, nella quale vivono ed operano
parroci e cittadini pezzazesi dal cognome Piardi, sin dagli
inizi del 1800. Vedi I Piardi Vol. I
Don Antonio Fada di Lavone, di famiglia -poi-
imparentata con i Piardi, attual confessore nella mia
Cura risulta tale nella relazione del 19 aprile 1728
a firma del Curato di S. Nicolò di Rodengo.
A.V. Bs. Parrocchie, busta 290-Gussago anno 1728 (Statto
delAnime della Cura di S.Nicolò di Rodengo
del
1728)
D. Agostino e Sig. D. Pauolo Inselvini
Sacerdoti abitanti nella mia Cura, ma Capelani di Castegnati.
Risultano tali nella relazione del Curato di S.Nicolà
di Rodengo datata 19 aprile 1728. A.V. Bs, ibidem
Nel 1741, 1742 e 1754 Don Agostino
Inselvino così si firma, nella sua funzione di
Rettore, sottoscrivendo lo Stato della Parrocchia di
Castegnato. A.V.escovile Bs. Gli Inselvini si imparentano,
presto, con i Piardi detti Catanì abitanti a Gussago
provenienti dalla terra dorigine bresciana: Pezzaze
di Valtrompia.>>
GIOVANNI MARIA PIARDI: Gio Maria o
Giammaria. (1845 1909). Figlio postumo di Giovanni
Maria Piardi.
GIOVANNI MARIA PIARDI: o Gio.Maria
. Pezzaze 1845 - Brescia 31 gennaio 1908 (?). Figlio di Giovanni
Maria e di Caterina Fusi (*). Oltre che nella agricoltura
si dedicò anche all'industria serica. Nel 1866 si arruolò
fra i volontari di Garibaldi che ebbe parole di calda lode
per il suo atteggiamento. Fu poi attivo nella società
Reduci Garibaldini. Fu zanardelliano convinto e nel maggio
1885 entrò in Consiglio Provinciale. Fu di nuovo candidato
nelle elezioni del maggio 1895. (Enciclopedia BS). (*)
Secondo la presente ricerca trattasi di Dusi e non Fusi. Vedi,
infatti, alla voce Giovanni Maria Piardi o Gio. Maria (padre).
Vedi anche alla voce Garibaldini del Glossario. Vedi anche
Piardi nati a Pezzaze Catanì e Altri Piardi.
E fratello di Giovanni Antonio nato
il 28 gennaio 1837. Reg. Bat. P. S. Ap. P. Vedi capitolo Piardi
nati a Pezzaze Registri dei Battesimi, anno 1837, 1845
volume II I PIARDI
GIO.MARIA PIARDI: o Giovanni Maria.
Pezzaze 1845 Brescia 30 gennaio 1908. Figlio di Gio.Maria
e di Catterina Dusi. Sposa il 4 ottobre 1875 a Fiumicello
di Brescia Angelina Depero ed ha tre figli: Aquilina, Alessandro
e Giuseppe.
Di Gio.Maria un giornale bresciano del maggio
1885 così dice durante il periodo della campagna elettorale
in cui il Piardi era candidato della provincia di Brescia
alle elezioni amministrative del 4 maggio 1885: Il Piardi
Giovanni Maria verrà col Feroldi a rappresentare in
Consiglio quellimportante ramo del commercio che è
lindustria serica. E di spiriti e di sentimenti
altamente liberali. Fa da lungo tempo parte della Società
dei Reduci ed è di carattere schietto ed indipendente.
Oltre allindustria serica egli attende con grande amore
e profitto anche allagricoltura. Il suo consiglio ed
il suo voto saranno utilissimi in tutte le questioni che ricordano
gli interessi economici della nostra città. (Archivio
Fondazione Civiltà Bresciana - Bs).
Da un articolo di giornale del 1° febbraio
1908 leggiamo: Una bella figura di cittadino probo,
di negoziante integerrimo, donestissimo padre di famiglia,
di soldato che per la patria pugnò valorosamente è
scomparsa dalla nostra città, colla morte ieri avvenuta
dellottimo amico nostro Gio.Maria Piardi. Chi lo conobbe,
subito sentì per lui quella simpatia viva e sincera
che solo gli animi leali e generosi sanno destare. Cordiale
sempre e sempre buono, ebbe pari a queste sue doti linfinita
modestia, sì che rifuggì costantemente dalle
lodi, rifiutando pure le onorifiche cariche che i suoi concittadini
gli offersero.
Nel 1866, allappello della Patria corse
ad arruolarsi fra le schiere di Garibaldi, e tanto commendevole
fu lopera sua, che il Generale gli dirigeva una lettera
lusinghiera di lode che il povero Piardi, giustamente orgoglioso,
conservava come prezioso ricordo. Di fede liberale, militò
nelle fila del nostro partito, non piegando mai, sicuro sempre
nei giorni lieti ed in quelli dellavversa fortuna.
Si spense non vecchio, circondato e confortato
dallaffetto vivissimo dei figli che immensamente amò,
e che gli avevano resa bella la vita. Ad essi, ai congiunti
tutti che lo piangono perduto, in questora di lutto
profondo, noi pure, sinceramente addolorati, mandiamo vive
condoglianze. (A. Fond. C. Bs.).
Vedi Piardi nati a Pezzaze Catanì
e Altri Piardi. Vedi qui, pure, Andrea Piardi (1765) e Ernesto
Piardi Siur nano
"A Saiano, un tempo comune autonomo,
nella seconda metà del secolo XIX il Piardi è
Sindaco"
Ritorna a Giuseppe Piardi
(1881-1961) figlio di Gio. Maria (1845) nella sezione Personaggi.
IACOMO DEL PIARDO: Pomponesco 1520
(?). Più antico noto capostipite del casato Del
Piardo (Piardi) da Pomponesco, come risulta dal libro
primo dei battesimi dellarchivio parrochiale della chiesa
di Pomponesco. Ha dieci figli. Quattro di questi si sposano,
tra cui Giovan Angelo, che sposandosi con Margherita darà
origine per mezzo di suo figlio Domenico (Joan) 1589, sposando
Isabella Cavalli, ai Piardi di Pomponesco. Il 3 gennaio 1549
nella chiesa parrocchiale di Pomponesco viene battezzato,
da Don Pietro di Jsachi, Stefano figlio di Iacomo del Piardo.
Testim. Paolo Piardi Milano e da Studio
di Isabella Piardi.
MAFFEO PIARDI: Maffeo Valeriano Piardi.
Pezzaze 16 novembre 1915. Figlio di Bortolo Angelo detto Bianco
Topo della famiglia Mafé/Tope. Sposa Domenica Lazzari
ed ha nove figli.
omissis
Vedilo in fasce nelle braccia della madre
in questo sito web, sezione personaggi, col padre.
molti altri Piardi, forse più
di 200, meriterebbero almeno la menzione in questo sito, per
i quali, comunque, rinviamo alla lettura delle biografie pubblicate
nei voll. I e II I Piardi.
Terminiamo con:
SPIRITO BONO PIARDI: Vallorbe La Dernier
(Francia), 23 luglio 1913, Corio, Torino 23 gennaio 1945.
Figlio di Giovanni Battista e Vallana Caterina. Residente
a Pezzaze, minatore. Artigliere, partecipò alle operazioni
di guerra sul fronte greco-albanese; l'8 settembre non era
alle armi. Appartenente alla 18^ Brigata "Saverio Papandrea"
della 2^ Divisione "Garibaldi" operante in Piemonte
dal 12 giugno 1944. Catturato dai nazifascisti nel corso di
un rastrellamento, veniva sottoposto a lunghi e tormentosi
interrogatori perché rivelasse i nomi dei compagni.
Torturato e ridotto in fin di vita fu, infine, fucilato a
Corio (Torino) località Piani Audi il 23 gennaio 1945.
Partigiano, combattente, figura di gran valore morale. Enc.
BS. Enciclopedia Bresciana A. Fappani Ediz.
La voce del Popolo.
Di Spirito Bono vi è traccia nella rassegna di studi
e documenti La Resistenza Bresciana edita dallIstituto
Storico della Resistenza Bresciana, n. 13 aprile 1982.
La pubblicazione potrebbe avvenire anche
nella sezione Opera di questo sito web, al volume
3°, sotto il titolo "I PIARDI
NEL TEMPO: dimore, vita vissuta, costumi portati dai Piardi
ed anche devozioni cui siamo stati capaci".
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